Liquidità e ripresa dei lavori le chiavi per la tenuta di un settore importante anche per la “ricostruzione” post emergenza. Le peculiarità dell’Area Nord.

Modena, 11aprile 2020. L’edilizia non vive difficoltà inferiori a quelle di altre categorie. “I prossimi trenta giorni – sottolinea Paolo Vincenzi, responsabile di CNA Costruzioni di Modena – rappresentano il termine insuperabile entro il quale assumere provvedimenti fondamentali per assicurare l’operatività del nostro comparto. A cominciare dalla richiesta di liquidità, necessaria perché gran parte dei cantieri sono fermi, e quella di una ripartenza legata, ovviamente, a criteri di sicurezza non solo a tutela dei dipendenti, ma anche degli imprenditori, che con i primi condividono il lavoro quotidiano. E da questo punto di vista mi permetto di osservare che, per il fatto di lavorare spesso all’aperto, i cantieri edili hanno una possibilità di distanziamento in più”.

Una richiesta, quella di prepararsi alla ripartenza, che parte anche da un’altra considerazione: il grande ruolo economico che ha l’edilizia. “Nelle situazioni di crisi i lavori pubblici rappresentano, oggi come in passato, un volano determinante per la ripresa. Ecco perché riteniamo vitale una massiccia campagna di investimenti, anche di piccolo importo, alle quali fare fronte con imprese locali. Il superamento temporaneo del codice degli appalti sarebbe un utilissimo strumento in questo senso. “Occorre sburocratizzare, perché il fattore tempo nell’attuale contesto diventa decisivo! E cominciare subito a realizzare piccoli lotti. Pensiamo – continua Vincenzi – alle manutenzioni delle strade: oggi, con la riduzione del traffico determinata dai divieti alle circolazioni, sarebbero molto più semplici da realizzare”.

Ma la situazione dell’edilizia risente di criticità legate al nostro territorio. “Criticità che sono legate alla ricostruzione post terremoto – osserva ancora Vincenzi – Proprio per una questione legata all’esigenza di liquidità le aziende ancora impegnate nell’area sisma devono potere essere pagate subito per il lavoro svolto, fino al 90% come è stato previsto da un’ordinanza regionale che riguarda la procedura cosiddetta Sfinge. Questa possibilità, peraltro deve potere essere allargata anche ai cantieri interessati dalla procedura Mude, prevedendo l’introduzione di stati di avanzamento lavori aggiuntivi con una semplice dichiarazione di consistenza asseverata dal professionista incaricato, permettendo, in questo modo, l’incasso in tempi brevi da parte delle imprese di quanto effettivamente lavorato. E un ruolo lo dovranno esercitare anche le banche, erogando immediatamente i pagamenti di cui dispongono”.

Secondo CNA è importante anche potenziare l’ecobonus alzando al 100% la detrazione per i lavori di efficientamento energetico, una delle misure più efficaci per imprimere una scossa al sistema economico. “Il rafforzamento dell’ecobonus impone – chiosa Vincenzi - di porre particolare attenzione alla salvaguardia delle micro e piccole imprese che non possono sostenere il gravoso onere di anticipare benefici fiscali per conto dell’amministrazione dello Stato. Tanto più in un momento di crisi acuta che sta già deteriorando i livelli di liquidità delle imprese”.

Editoriale:  - Buona Pasqua e ... risorgeremo migliori! - Lattiero caseario. Listini in discesa. - Cereali e dintorni. Anticipare le prenotazioni- SOS  per le campagne: subito manodopera e macchine, prima che sia troppo tardi - Richiesta di manodopera in agricoltura: il territorio fa squadra


SOMMARIO Anno 19 - n° 15 12 aprile 2020
1.1 editoriale
Buona Pasqua e ... risorgeremo migliori!
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Listini in discesa.   
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Anticipare le prenotazioni.
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali
8.1 coronavirus  Covid-19, campagne invase da pedoni e ciclisti.
8.2 meccanica e covid-19  SOS  per le campagne: subito manodopera e macchine, prima che sia troppo tardi
11.1 coronavirus Coronavirus. Dalla Regione un nuovo pacchetto di misure per sostenere l'agricoltura.
12.1 agricoltura e lavoro Richiesta di manodopera in agricoltura: il territorio fa squadra
13.1promozioni “vino” e partners
14.1 promozioni “birra” e partners

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Non si può più aspettare: i lavori nei campi richiedono con urgenza manodopera e macchine.

By meccagri © Barbara Mengozzi Aprile 9, 2020 -. A lanciare l’allarme sono le organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, Confagricoltura e CIA) per una volta compatte nel chiedere al Governo di attivare al più presto gli strumenti adeguati per dare una concreta risposta alle pressanti richieste degli agricoltori che non vogliono perdere il risultato del loro lavoro.
Il primo grosso problema è rappresentato dalla carenza di manodopera che si è venuta a creare con la chiusura delle frontiere nell’Unione Europea dove, stando alle stime di Coldiretti, complessivamente mancano all’appello circa un milione di lavoratori agricoli stagionali per le imminenti campagne di raccolta, con il  rischio non da poco che l’UE perda quest’anno l’autosufficienza alimentare e il suo ruolo di principale esportatore mondiale di alimenti.
 
DALLA FRANCIA ALLA GERMANIA ALLA SPAGNA: UN PROBLEMA COMUNE

In Francia, il vuoto creato dall’assenza degli oltre 200mila stagionali rumeni, polacchi, tunisini, marocchini e di molti altri Paesi che ogni anno contribuiscono ai raccolti primaverili transalpini ha addirittura spinto il ministro dell’Agricoltura Didier Guillaume a lanciare lo slogan «Des bras pour ton assiette/Braccia per riempire il tuo piatto» invitando quanti si fossero ritrovati senza lavoro per via delle restrizioni imposte dal Covid-19 ad «unirsi alla grande armata dell’agricoltura francese! ».
Parigi ha anche avviato una piattaforma informatica (https://desbraspourtonassiette.wizi.farm/) per far incontrare domanda e offerta di lavoro alla quale sembra abbiano già aderito oltre  200.000 francesi ma restano in piedi le difficoltà di dare a queste persone che arrivano per lo più dalle città un’adeguata formazione per svolgere in sicurezza le  lavorazioni agricole.
Il Ministro dell’Agricoltura tedesco Julia Kloeckner, a sua volta, propone di impiegare come lavoratori stagionali in agricoltura i lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione per colmare il vuoto di circa 300mila unità lasciato dagli stagionali polacchi e rumeni che pesa anche sulla Spagna rimasta, ad esempio, senza i soliti 10 mila lavoratori stagionali marocchini impegnati nella raccolta delle fragole e  sta cercando nella popolazione nazionale come coprire questi posti vacanti e quelli delle campagne successive.
 
NEI CAMPI DEL BELPAESE CIRCA 400MILA LAVORATORI STRANIERI

Ma veniamo al nostro Paese. Stando ai dati forniti da Confagricoltura il numero di lavoratori dipendenti stranieri regolari (iscritti all’Inps) in agricoltura è pari a 391.500 unità,  con una incidenza sul totale degli operai attivi in Italia del 36 per cento. L’agricoltura detiene, infatti, una quota rilevante di manodopera straniera rispetto agli altri settori economici privati (il 9% del totale lavoratori extra-comunitari presenti in Italia e il 17% di quelli comunitari).
Negli ultimi dieci anni la crescita dei lavoratori stranieri è stata rilevante e l’incremento è andato prevalentemente a vantaggio della componente non comunitaria (+83%) rispetto a quella comunitaria (+2). Conseguentemente, i lavoratori non comunitari sono oggi in prevalenza (61% sul totale stranieri) rispetto a quelli comunitari.
Fra questi ultimi la stragrande maggioranza è costituita da rumeni, mentre è meno significativo il contributo di polacchi, bulgari e slovacchi. Nella componente non comunitaria, che si sta rafforzando, prevale la provenienza africana, in particolare dai Paesi del Nord (Marocco e Tunisia) e dell’Ovest del continente (Senegal, Nigeria e Mali), cui si affiancano quote rilevanti di lavoratori dell’Est Europa non comunitari (Albanesi, Macedoni e Ucraini) e asiatici (India e Pakistan).
Cifre alla mano, secondo le elaborazioni Coldiretti, che ha collaborato al Dossier statistico Immigrazione 2019, la comunità di lavoratori agricoli rumena conta 107.591 occupati, davanti a marocchini con 35.013 unità e indiani (34.043), che precedono albanesi (32.264), senegalesi (14.165), polacchi (13.134), tunisini (13.106), bulgari (11.261), macedoni (10.428) e pakistani (10272).
 
CORSIE VERDI PER I MIGRANTI STAGIONALI, L’OK DELL’UE

A Bruxelles, in risposta agli appelli lanciati dalle organizzazioni agricole, la  Commissione europea ha riconosciuto come il settore agricolo dipenda in larga misura da occupati stagionali che “svolgono funzioni critiche di raccolta, piantagione o cura”  e ha pertanto esortato gli Stati membri a “istituire procedure specifiche per facilitare il passaggio di tali lavoratori alle frontiere”.
«I corridoi verdi – ha replicato il nostro ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova – sono importanti ma da soli non bastano». Per la numero uno dell’Agricoltura,  grazie al cui intervento il ministero dell’Interno ha prorogato fino al 15 giugno tutti i permessi di soggiorno per i lavoratori stagionali che erano in scadenza in scadenza dal 31 gennaio al 15 aprile, al fine di evitare agli stranieri di dover rientrare nel proprio Paese proprio con l’inizio della stagione di raccolta nelle campagne, occorre individuare soluzioni condivise Paese per Paese perché riprenda l’arrivo dei loro lavoratori nei campi italiani.
Punta a questo obiettivo il dialogo avviato dalla Bellanova con la Romania per aprire un corridoio che favorisca il reclutamento di manodopera già specializzata.
 
VOUCHER AGRICOLO, IL NO DI CGIL, CISL E UIL

Ma bisogna accelerare perché i tempi sono stretti e c’è chi per continuare a garantire le forniture alimentari di cui il Paese ha bisogno e non far marcire i raccolti nei campi propende per soluzioni alternative o quantomeno integrate tra loro, a cominciare da quella dei voucher.
Coldiretti in prima linea ha chiesto a gran voce  «una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse e molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne».
Favorevoli al ritorno dei voucher in agricoltura, quanto meno per un periodo transitorio legato all’emergenza Covid-19, anche CIA («subito strumenti e meccanismi veloci  per aiutare le aziende agricole ad assumere lavoratori e non rischiare scaffali vuoti») e Confagricoltura («occorrono soluzioni immediate per dare seguito a questa disponibilità di domanda e offerta e garantire i raccolti»).
Non la pensano però così Cgil, Cisl e Uil, che hanno bocciato l’emendamento che prevedeva la reintroduzione del voucher semplificato in agricoltura bollandolo come «una modalità inopportuna, che mortifica i diritti dei lavoratori».
 
I LAVORI DEI CAMPI NECESSITANO DI MACCHINE

Ha incontrato l’opposizione dei sindacati anche la richiesta di riapertura delle fabbriche che producono macchine agricole avanzata  a più riprese da FederUnacoma,  la federazione dei costruttori del settore, ma anche dalle organizzazioni professionali agricole, «per assicurare  la piena operatività dell’agricoltura nazionale e sbloccare le forniture di quei macchinari – quali seminatrici, erpici, concimatrici, irroratrici, ecc. – che sono necessari per portare a termine le operazioni colturali attualmente in pieno svolgimento, e che in molti casi le aziende agricole hanno ordinato prima che il DM del 25 marzo ne sospendesse la produzione in fabbrica» (vedi link).
«L’eliminazione della meccanica agricola dall’elenco delle produzioni essenziali è incomprensibile ed è una scelta solo italiana – fa presente FederUnacoma –  poiché in tutti gli altri Paesi i provvedimenti per l’emergenza Covid 19 autorizzano la produzione di macchinario agricolo proprio in quanto componente necessaria della filiera agroalimentare» (vedi link).
La questione ovviamente va ben al di là delle esigenze dell’agromeccanica nazionale, dal momento che ai lati opposti della barricata ci sono Confindustria e i sindacati e per l’esecutivo guidato da Conte  non sarà facile individuare un valido compromesso tra le priorità di tutela sanitaria e il salvataggio dell’intero sistema economico nazionale.
 
RIAPRIRE LE FABBRICHE, UN’ESIGENZA NON PIÙ PROCRASTINABILE

La situazione però evolve di ora in ora e, dopo che gli industriali delle quattro regioni del Nord che rappresentano il 45 per cento del Pil italiano (Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto) hanno sottoscritto un’agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro,  si è arrivati anche ad un accordo, contenente una lunga serie di linee guida, tra FCA e sindacato metalmeccanici per affrontare la fase 2 dell’emergenza quando il Governo darà il via libera per riaprire le fabbriche.
«Confindustria Veneto ritiene non più procrastinabile l’apertura delle aziende», ha spiegato Enrico Carraro, presidente degli industriali veneti e al vertice di Carraro Group, che produce sistemi di trasmissione per trattori e veicoli off-highway, e ha fatto presente che gli industriali veneti «stanno lavorando a un progetto Fabbriche Sicure per rendere gli ambienti di lavoro luoghi di massima tutela per la salute di dipendenti, collaboratori e delle famiglie».
 
SPECIALI KIT DI ANALISI E POSTAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA TEMPERATURA

In attesa di sapere se e quando la meccanica agricola rientrerà nuovamente fra le attività produttive autorizzate a  riavviare le produzioni, ci sono aziende che si stanno preparando per gestire la riapertura garantendo la massima sicurezza nei luoghi di lavoro.
Emblematica in questo senso l’esperienza del gruppo Merlo di San Defendente di Cervasca (Cuneo) (nella foto sopra) che, grazie ad un accordo raggiunto con il laboratorio di analisi Pasteur di Cuneo, metterà a disposizione di tutti i dipendenti (1.400) speciali kit di analisi per verificare attraverso un prelievo di sangue  se un individuo è venuto a contatto con il virus e quale andamento sta seguendo l’infezione.
Altre imprese invece, come la Maschio Gaspardo di Campodarsego (Padova), si sono dotate di apposite postazioni per effettuare il controllo della temperatura corporea dei lavoratori all’inizio di ogni turno.
 
© Barbara Mengozzi
 
Fonte immagini: Ferrari Costruzioni Meccaniche (apertura), Argo Tractors, Dreamstime, Maschio Gaspardo, Moroccanladies.com, Merlo, Pixabay.

 

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Con l’approvazione al Senato del Cura Italia, viene semplificato e snellito il sistema delle visite mediche per i lavoratori agricoli. Il Sottosegretario L’Abbate: “L’accordo sottoscritto tra sindacati agricoli e associazioni di categoria diviene legge”

Per i lavoratori a tempo determinato e stagionali del mondo agricolo, limitatamente alle lavorazioni generiche e semplici non richiedenti requisiti professionali, la prevista sorveglianza sanitaria avrà validità annuale. Ciò consentirà al lavoratore idoneo di prestare la propria attività anche presso altre imprese agricole per lavorazioni che presentano i medesimi rischi, senza la necessità di ulteriori accertamenti medici. Senza costi per i lavoratori, saranno gli Enti bilaterali e gli organismi paritetici del settore agricolo e della cooperazione di livello nazionale o territoriale ad adottare iniziative, anche utilizzando lo strumento della convenzione con le ASL, finalizzate a favorire l’assolvimento degli obblighi in materia di sorveglianza sanitaria. La visita medica preassuntiva, pertanto, produrrà effetti nei confronti di tutti i datori di lavoro convenzionati.

“Sino ad oggi, i lavoratori stagionali sono costretti ad effettuare una nuova visita medica ogni volta che cambiano datore di lavoro, costringendo le imprese a continui e, spesso superflui, esborsi economici – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – Dopo aver trovato un accordo tra sindacati agricoli e associazioni di categoria per la revisione delle modalità di sorveglianza sanitaria, giungiamo ora all’approvazione di una norma che risolve le attuali storture burocratiche lamentate sia dalle aziende che dai dipendenti. Un passaggio epocale per la semplificazione, la sburocratizzazione e l’efficientamento del comparto primario. Prevediamo, inoltre, che – prosegue L’Abbate – laddove necessitino nell’immediatezza di un lavoratore, le stesse imprese possano effettuare la visita dal medico competente o dal dipartimento di prevenzione della ASL, come avvenuto tuttora, ma estendiamo la validità ad un anno, con ricadute per tutte le altre imprese per quelle medesime lavorazioni. L’auspicio – conclude il Sottosegretario L’Abbate – è che la norma venga confermata anche dalla Camera dei Deputati dove il testo del Cura Italia verrà ora esaminato."

di Mario Vacca Parma 11 aprile 2020 -  La bozza del nuovo decreto legge all’art. 6 dovrebbe prevedere il differimento dell’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.
Come scritto sinora - a pena di variazioni dell’ultimo minuto - il nuovo 2086 secondo comma ed il nuovo sesto comma 2476 già in vigore dal 16 Marzo 2019 non sono sospesi e rimangono regolarmente in vigore.

Nella bozza del Decreto vengono sospese l'introduzione dell'OCRI e le procedure di allerta dell'art. 13 (indici del CNDCEC) e art. 24 (debiti verso dipendenti e verso fornitori) che in luogo del 16 agosto 2020 e del 16 febbraio 2021 entreranno in vigore nel settembre 2021.

Appunto per questo tutti gli imprenditori dovranno continuare a dotare l'azienda di un adeguato assetto organizzativo amministrativo e contabile al fine di intercettare gli indizi di crisi e mantenere la continuità aziendale.

Se ciò non viene fatto gli amministratori rispondono solidalmente con il proprio patrimonio dei debiti della società amministrata (sesto comma art. 2476), rimane quindi indispensabile misurare la continuità aziendale rispettando il 2086 secondo comma.

 

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito esperienza e ho potuto specializzarmi nel controllo di gestione e finanza d’impresa.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza tra Capri, Napoli e la penisola Sorrentina con il ruolo di Temporary Manager, per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di prevedere e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho voluto fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori e, alla gestione di società e conti esteri per favorire l'internazionalizzazione ed armonizzare la fiscalità tra i diversi paesi ove i clienti operano.
Nel frattempo ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni - nel ruolo di vice presidente - ottenendo una buona padronanza della dialettica, doti di Pubblic Relation e, una buona rete di contatti personali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio obiettivo è lavorare sodo ma, con Etica ed Urbanità.

Riferimenti
Mario Vacca Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono: ‭+39 347 2955391‬
WEB Linkedin: https://www.linkedin.com/in/vaccamario/?originalSubdomain=it

La delusione di CNA per l’inadeguatezza dei provvedimenti previsti, macchinosi e insufficienti.

Modena, 9 aprile 2020. Così non va, semplicemente non va. È molto critico il giudizio della CNA sul pacchetto di misure per il credito contenuto del decreto liquidità pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale. Il testo non soddisfa l’urgenza di mettere a disposizione di tutti gli operatori economici la minima liquidità necessaria a far fronte alle spese correnti che devono essere onorate per non far saltare tutta la catena dei pagamenti.

Senza liquidità non si potranno pagare stipendi, affitti, fornitori mettendo in crisi famiglie e altre imprese
L’automatismo introdotto per la concessione della garanzia, infatti, non assicura neanche per gli importi inferiori a 25mila euro la concessione di credito bancario, lasciando, di fatto, la valutazione del merito di credito, della durata e delle condizioni applicabili in mano alle banche.

Non è sicuro neanche che gli imprenditori possano ottenere credito aggiuntivo. Il Decreto, infatti, prevede che il debitore possa consentire alla banca di non aumentare l’esposizione, ed essendo in posizione di oggettiva debolezza, potrebbe cedere alla richiesta della banca di sostituire posizioni in essere con crediti totalmente garantiti dallo stato.

“Di fatto – commenta Alberto Papotti, segretario provinciale di CNA Modena – si rischia di escludere da provvedimento proprio le imprese che ne hanno più bisogno, una logica che purtroppo non ci è nuova”.

CNA è profondamente delusa anche della dimensione dell’intervento; lo stanziamento di 1.729 milioni di euro, destinato ad incrementare la dotazione del Fondo, potrà assicurare al massimo 20 miliardi di nuovi, una cifra che è pari appena all’1% del fatturato di tutte le imprese che potrebbero richiedere questo tipo di prestiti.

Del tutto comprensibile, quindi, la rabbia e lo sconcerto di chi confidava veramente di poter avere mezzi finanziari sufficienti per non essere costretto a chiudere.

È importante sottolineare anche l’importanza di una sburocratizzazione della concessione di questi prestiti: in questo momento, cosi drammaticamente difficile, il fattore tempo è decisivo, i provvedimenti hanno l’obbligo di essere veloci ed efficaci: serve un percorso rapidissimo per mettere a disposizione delle imprese nuovo credito senza burocrazia, senza procedure valutative, a zero interessi, con 24 mesi di preammortamento e 10 anni per la restituzione.

“Invitiamo il Governo e il Parlamento a correggere immediatamente il provvedimento per mettere in condizioni artigiani, imprenditori, autonomi e professionisti di affrontare con un minimo di serenità il futuro”.

 

 

Da lunedì a mercoledì a mezzogiorno sono state presentate 506 richieste: 363 quelle già verificate, 113 i contributi erogati per un totale 43.810 euro.

Hanno un sapore agrodolce i numeri dei buoni spesa richiesti agli Sportelli sociali dalle famiglie che vivono nei cinque Comuni dell’Unione Pedemontana Parmense. Perché se da un lato confermano il successo dell’iniziativa, dall'altro mostrano quanto sia profondo il morso della crisi economica a seguito dell’emergenza Coronavirus.

Le domande pervenute tra lunedì 6 e mercoledì 8 aprile sono state infatti 506, di cui 140 presentate a Collecchio, 139 a Traversetolo, 90 a Felino, 75 a Montechiarugolo e 62 a sala Baganza. Di queste, 363 (71,74%) sono state verificate dalle assistenti sociali e i contributi già erogati sono 113, per un totale di 48.810 euro sui 265.183 complessivamente disponibili (78.017 a Collecchio, 47.623 a Felino, 58.868 a Montechiarugolo, 30.107 a Sala Baganza e 50.566 a Traversetolo).

Un lavoro di analisi attento, quello degli operatori di Azienda Pedemontana Sociale, per far sì che i destinatari dei contributi fossero veramente i nuclei familiari più colpiti dal lockdown per contenere la diffusione del Covid-19, quelli cioè che abbiano subito una riduzione del reddito a seguito della sospensione o chiusura di attività commerciali, artigianali e industriali, oppure composti da persone che non abbiano incassato regolarmente lo stipendio.

E a testimoniare quanto la misura di sostegno fosse rivolta a nuove famiglie in difficoltà, sui 113 buoni spesa erogati soltanto 5 sono finiti a persone che hanno percepito dei contributi economici da parte di Azienda Pedemontana Sociale negli ultimi 5 anni. Niente “distribuzione a pioggia” in fretta e furia: l’intervento è stato mirato alle situazioni di reale necessità.

"È noto che i Comuni non hanno risorse di bilancio per garantire aiuti diretti in questa fase così delicata – premette il presidente dell’Unione Pedemontana Parmense e sindaco di Sala Baganza Aldo Spinaqueste prime risorse trasferite dallo Stato ci mettono in condizioni di dare un importante segnale di attenzione, che vogliamo indirizzare fortemente verso le famiglie che si trovano ad affrontare nuove e impreviste difficoltà legate alla pandemia – sottolinea – abbiamo attivato una procedura tempestiva di ascolto e valutazione dei singoli casi, attraverso i professionisti di Pedemontana sociale, che in pochi giorni sta già dando risultati significativi".

Come e dove ottenere il buono spesa.
Per ottenere il buono spesa, anche sotto forma di contributo economico, fino ad un massimo di 650 euro, occorre inviare il modulo di autocertificazione debitamente compilato, unitamente alla copia di un documento d’identità valido, all'indirizzo mail dello sportello sociale del proprio comune di residenza.

Nel caso in cui si fosse sprovvisti di posta elettronica, o di difficoltà nel redigere l’autocertificazione, si può telefonare direttamente allo sportello e, dopo aver lasciato i propri dati, si verrà richiamati da un operatore che vi guiderà nella compilazione.

Si dovrà fornire, in particolare, informazioni sulla composizione del nucleo familiare e sulla sua situazione reddituale, avendo cura di avere a portata di mano la documentazione necessaria e, nel caso si fosse titolari di un conto corrente, del codice IBAN.

Le richieste verranno successivamente sottoposte a un’istruttoria che approva o meno l’erogazione e l’entità del contributo.

Gli Sportelli sociali dei Comuni dell’Unione Pedemontana possono essere contattati ai seguenti numeri telefonici o indirizzi email, nei seguenti orari:

  • Collecchio (Tel. 0521 301239 - Mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) , dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e il giovedì dalle 15 alle 17;
  • Felino (Tel. 0521 336392 - Mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13 e il mercoledì dalle 14 alle 17;
  • Monticelli Terme (Tel. 0521 687706 - Mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30 e il giovedì dalle 14 alle 17.30;
  • Sala Baganza (Tel. 0521 331350 - Mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30 e il giovedì dalle 14 alle 16.30;
  • Traversetolo (Tel. 0521 344551 - Mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) dal lunedì al venerdì dalle 8.15 alle 13.15 e il giovedì dalle 14 alle 17.

Per ulteriori informazioni si può consultare il sito www.unionepdemontana.pr.it.

Il portale www.impreseperte.it a disposizione gratuitamente di tutte le imprese che vogliono far conoscere ai cittadini la propria attività. E per le imprese della produzione CNA è a disposizione per cercare di risolvere eventuali problemi di approvvigionamento.

Oggi può non essere facile trovare un’autofficina aperta o un idraulico che possa effettuare una riparazione d’urgenza. Per qualcuno può essere addirittura complicato fare la spesa.

CNA cerca di offrire a tutti una soluzione a questi problemi mettendo a disposizione il portale www.impreseperte.it per raccogliere informazioni sulle attività economiche aperte o comunque operative e offrirle alla consultazione della comunità. Per aiutare a lavorare chi ancora può farlo e per aiutare a soddisfare le esigenze di tutti, imprese e cittadini.

Sono oltre 200 le imprese che sono già iscritte che risultano consultando la sezione “emergenza coronavirus” e, tra queste, una novantina quelle che si sono evidenziate alla voce “consegne a domicilio”.

Le imprese possono facilmente iscriversi al portale: basta scrivere all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per formalizzare l’adesione.

Adesione che, peraltro, è sempre gratuita per tutte le imprese associate a Cna, ma, in considerazione dell’emergenza che stiamo attraversando, per tre mesi tutte le aziende, indipendentemente dal fatto che sia associate o no, potranno iscriversi senza sottoscrivere alcun tipo di contratto. In altre parole, dopo i 90 giorno le inserzioni cesseranno senza necessità di alcuna comunicazione o disdetta. La consultazione dei cittadini, invece, sarà sempre libera in qualsiasi momento.

Per informazioni ed eventuali supporti per l’iscrizione è possibile contattare Chiara Buttarini (tel. 059 418541 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Ma la risposta di CNA si estende anche al cosiddetto B2B, cioè alle imprese manifatturiere. Le imprese meccaniche, quelle che ancora possono lavorare, iniziano ad avere problemi nell'individuare alcune forniture di prodotti e servizi, così come aziende di trasformazione di prodotti agroalimentari possono essere in difficoltà a trovare parti di ricambio.

Queste imprese possono rivolgersi direttamente al responsabile Luca Bellei (email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., cell. 349 4111051) per tutte queste problematiche, che necessitano di un maggior livello di dettaglio e di una notevole personalizzazione e, quindi, si risposte individuali e spesso riservate.

Coronavirus. Dalla Regione un nuovo pacchetto di misure per sostenere l'agricoltura: via al nuovo bando da oltre 15,6 milioni di euro per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, accelerazione e anticipo dei pagamenti di contributi, proroghe e rinvii. L'assessore Mammi: "Un aiuto concreto per venire incontro alle esigenze delle imprese e dare più tempo per la programmazione degli investimenti"
Incentivi fino a 8.500 euro all'ettaro per il rinnovo degli impianti viticoli, più un contributo extra di 900 euro per estirpare i vecchi vitigni e ulteriori 2.000 euro per il mancato reddito durante l'esecuzione dei lavori. Le scadenza per la presentazione delle domande è fissata per il prossimo 15 luglio. La durata del bando da annuale diventa biennale. Ok all'erogazione anticipata di risorse per garantire più liquidità alle imprese e rinviate numerose scadenze legati a vari bandi regionali

Bologna 7/4/2020 - Un bando da oltre 15,6 milioni di euro per continuare a sostenere gli investimenti effettuati dalle imprese vitivinicole nel segno dell’innovazione tecnica e varietale e del miglioramento della qualità dei vini made in Emilia-Romagna; l’accelerazione del pagamento dei contributi per dare una boccata d’ossigeno alle aziende in questo momento difficile e, al tempo stesso, il rinvio e/o lo slittamento di una serie di adempimenti burocratici legati a vari bandi regionali.
 
È il nuovo pacchetto di misure varato dalla Giunta regionale per venire incontro alle esigenze delle imprese agricole, alle prese con i contraccolpi dell’emergenza Coronavirus. Un intervento che si aggiunge ai 55 milioni di euro già liquidati nelle scorse settimane a vario titolo (Domanda Unica, Ocm, Psr) a favore delle imprese da parte di Agrea (Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura), al bando da 12,6 milioni di euro per le indennità compensative alle aziende di montagna, alla semplificazione delle procedure amministrative per l’assegnazione dei carburanti agevolati, ora possibile anche on line, e alla proroga di altre importanti scadenze sempre nel settore vitivinicolo.
 
Una delle principali novità di queste ultime misure, riguarda il varo del nuovo bando per la riconversione e ristrutturazione dei vigneti, che avrà la stessa dotazione finanziaria del bando precedente valido per la campagna 2019-2020, ma che da annuale diventa biennale. Ciò significa che le aziende che decideranno di presentare la domanda di aiuto - la scadenza è fissata per il 15 luglio prossimo - dovranno dichiarare subito se hanno intenzione di eseguire i lavori entro il 31 maggio del 2021 oppure entro la stessa data del 2022. La certezza della copertura dello stanziamento di 15,6 milioni di euro è legata all’approvazione da parte della Commissione di Bruxelles di un regolamento ad hoc, che dovrebbe essere adottato entro una decina di giorni.   
 
“Abbiamo deciso di aprire tempestivamente questo nuovo bando- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi- per non far perdere ai nostri viticoltori un’altra opportunità per il rinnovo dei propri vigneti, sia pure in un periodo contrassegnato da molte incognite come quello che stiamo vivendo. Un’occasione per ricalibrare la propria offerta commerciale, adeguandola alla nuova domanda di mercato, sempre più orientata verso vini di maggiore qualità Dop e Igp, e dai costi contenuti per incrementare il reddito aziendale”. “Al tempo stesso-prosegue l’assessore- con le altre quattro delibere approvate dalla Giunta regionale, da una parte interveniamo con una cospicua iniezione di risorse finanziare a favore delle imprese a corto di liquidità anticipando l’erogazione di contributi dovuti, dall’altra posticipiamo una serie di scadenze per agevolare la programmazione degli investimenti”.
 
Cosa prevede il bando per la riconversione dei vigneti
 
Il nuovo bando per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, che rientra tra le misure finanziate dall’Ue attraverso l’Ocm vino, concede contributi per l’estirpazione e il reimpianto di nuove varietà di uva da vino, in linea con le nuove tendenze commerciali, e per incentivare l’adozione di tecniche produttive innovative, all’insegna della meccanizzazione colturale e dell’installazione di impianti irrigui di ultima generazione.   
 
Gli aiuti variano da 8 mila a 8 mila 500 euro all’ettaro a seconda che i nuovi impianti siano localizzati rispettivamente a nord o a sud dell’asse della via Emilia. A questa cifra vanno poi sommati un contributo extra di 900 euro all’ettaro per l’estirpazione del vecchio vigneto e ulteriori 2 mila euro, sempre all’ettaro, per il mancato reddito durante il fermo produttivo per i lavori di rinnovo di vigneti.
 
La superficie minima dell’intervento è fissata in 3 mila metri quadrati e potranno essere rendicontati non solo i costi sostenuti per eseguire l’intervento (acquisto pali, fili e barbatelle), ma anche le spese per i lavori in economia. Tra le novità del bando è stata ampliata la possibilità di subentro dei beneficiari a tutte le aziende che devono garantire il ricambio generazionale, come nel caso del primo insediamento di un giovane agricoltore.
 
Le domande di aiuto devono essere presentate, direttamente dagli imprenditori agricoli oppure attraverso i Centri di assistenza agricola (Caa), secondo le modalità stabilite da Agrea (http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/ocm/temi/vitivinicolo-1/contributi-ocm-del-settore-vitivinicolo/ristrutturazione-e-riconversione-igneti).  Sull’ultimo bando per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, valido per la campagna 2019-2020, sono state presentate 1.145 domande, con un plafond finanziario di quasi 16 milioni di euro, per il rinnovo di oltre 1.600 ettari di vigne, su una superficie complessiva di circa 52 mila ettari coltivati a vite in Emilia-Romagna.
 
Le altre misure di intervento   
 
Le altre quattro misure approvate, riguardano da una parte l’anticipo di alcuni pagamenti per assicurare maggiore liquidità alle imprese in questo momento di difficoltà, dall’altra garantiscono più flessibilità nel rispetto delle scadenze programmate.
 
In particolare, nell’ambito del bando del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) sui progetti di filiera viene data la possibilità di erogare in anticipo i contributi sugli investimenti effettuati dalle aziende agricole dopo il collaudo dei lavori, anche se il progetto di filiera nel suo complesso non è ancora del tutto concluso. Si stima che questo provvedimento interesserà circa un migliaio di aziende agricole, che così riceveranno prima del tempo gli aiuti richiesti. Di pari passo vengono allungati i tempi di presentazione delle domande di pagamento, una volta conclusi i lavori, senza incorrere in sanzioni, in considerazione delle difficoltà a rispettare il cronoprogramma degli interventi a causa dell’emergenza Covid-19.
 
Con un’altra delibera viene allungata di uno a due anni la durata anche dell’altro bando dell’Ocm vino varato nel 2019 sugli investimenti in cantina, con una dotazione finanziaria di partenza di cica 5 milioni di euro nel frattempo saliti a 6 milioni per le economie derivanti dal bando sulla promozione dei vini emiliano-romagnoli sui mercati esteri.  L’allungamento di un anno della durata del bando viene accompagnato dall’erogazione anticipata dell’80% del contributo, previo rilascio di una fideiussione bancaria.   
 
Ancora: nell’ambito del bando Psr da 3,4 milioni di euro per la concessione di un contributo in conto interessi per alleggerire il costo dei prestiti di conduzione a vantaggio dei soci degli Agrifidi, gli organismi che assistono le imprese agricole nel rapporto con le banche, viene di fatto recepita una misura inserita nel decreto “Cura Italia” varato recentemente dal governo per consentire l’utilizzo, oltre ai contributi in conto interessi, anche delle garanzie offerte dallo Stato.
 
Infine, viene prorogata dal 30 aprile al 30 settembre la scadenza del bando Psr sugli investimenti per lo sviluppo degli agriturismi e delle fattorie didattiche. Vengono inoltre introdotte misure di semplificazione e flessibilità per garantire l’erogazione anticipata dei contributi per i bandi sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e sull’ agricoltura sociale. /G.Ma

“Emergenza Covid-19, campagne invase da pedoni e ciclisti che tentano di sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine”. L’allarme di Cia Reggio: “Agricoltori preoccupati e minacciati" .

“Campi, frutteti e vitigni invasi da chi esce di nascosto da casa e non vuole incappare nei controlli ‘anti-coronavirus’: rischi per l’incolumità di cittadini e agricoltori”. A lanciare l’allarme è Antenore Cervi, presidente Cia Reggio, che ha raccolto le segnalazioni di tantissimi agricoltori preoccupati ed esasperati per il continuo viavai di pedoni e ciclisti.

“La situazione riguarda l’intero territorio reggiano - entra nel dettaglio -: dalla zona ceramiche alla Val d’Enza, dalla montagna alla Bassa ma anche e soprattutto nei territori limitrofi al centro abitato di Reggio. Sempre più persone insofferenti all’isolamento - e forse anche perché le istituzioni nazionali la scorsa settimana hanno fatto passare un messaggio sbagliato di ‘allentamento delle indicazioni anti-contagio’ -, hanno deciso di uscire di casa. Ma, visto che parchi e giardini pubblici reggiani sono ancora off limit, in tanti si sono riversati nei campi privati: terreni appena seminati, frutteti e vigneti dove però gli agricoltori in questo periodo sono al lavoro con i trattori e i prodotti per i trattamenti. I divieti e i cartelli vengono ignorati. Eppure i rischi per l’incolumità sono palesi ma, evidentemente, non per tutti…”.

Cervi sottolinea infatti che “non sempre è sufficiente far notare alle persone sorprese in giro che i campi sono proprietà privata, che è difficile vedere dai grossi mezzi le presenza tra i filari, che talvolta i trattamenti usati possono essere pericolosi nell’immediato se respirati. In alcuni casi si è arrivati a diverbi, fino alle minacce. La tensione generale è elevata e basta davvero poco per accendere le micce”.

“Se è vero che nelle vie della città e dei paesi ci sono troppe persone in giro – prosegue il presidente Cia Reggio -, posso tranquillamente affermare che la situazione è ancora peggiore nelle campagne: vengono considerate la miglior soluzione per uscire all’aria aperta e sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine”.

Cervi rivela che “non ci sono solo quelli che va a passeggio o a fare jogging. Sono stati trovati ad esempio tanti ciclisti che hanno ‘scambiato’ le grandi e piccole carraie come piste da mountain bike. I campi arati o seminati vengono usati come perfetto allenamento per fare fitness. Non mancano neppure i centauri con le moto da cross. Addirittura, un nostro agricoltore ha sorpreso un giovane che tentava di usare un board elettrico. Siamo ormai alla follia e temiamo che in questo fine settimana pasquale la situazione peggiori ulteriormente”.
Il presidente Cia Reggio lancia dunque un appello a forze dell’ordine e sindaci: “Va benissimo controllare le vie della città e dei paesi, ma sono necessari analoghe verifiche anche nelle aree rurali per evitare incidenti, litigi e problemi vari. I campi sono le nostre aziende dove ogni giorno lavoriamo per garantire la produzione di cibo e assicurare la presenza di alimenti sani e freschi sugli scaffali: chiediamo comprensione e rispetto da parte di tutti”.

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Giovedì, 09 Aprile 2020 14:34

La Bonifica unisce l’Italia

Piacenza, aprile 2020 - La natura non si ferma con le sue ricchezze e criticità e la produzione alimentare deve continuare.
Per questo, anche oggi, il lavoro del Consorzio di Bonifica di Piacenza prosegue nel rispetto delle restrizioni imposte dal Governo per la gestione dell’emergenza sanitaria e con l’adozione dei criteri di tutela e prudenza.

A continuare sono il presidio del territorio, delle dighe e degli impianti - di difesa ed irrigui - e l’operatività dei cantieri prevalentemente con personale interno e mezzi propri.

Per quanto riguarda i distretti di pianura (Arda, Tidone, Trebbia-Nure) sono in corso la preparazione della rete dei canali irrigui con attività di sfalcio, spurgo e risagomatura e l'esecuzione dei lavori di costruzione delle prese irrigue stagionali in alveo.

Diversi i cantieri aperti tra cui: la ristrutturazione e manutenzione degli impianti irrigui di San Nazzaro (Monticelli d'Ongina) e Pievetta (Castel San Giovanni) entrambi posti sull'argine maestro del Po; la posa di oltre 800 metri lineari di condotte utili all'efficientamento della distribuzione dell’acqua; la sostituzione di una paratoia (Monticelli d'Ongina) strategica per l’irrigazione della bassa Val d'Arda.
Per tutto il territorio di pianura prosegue anche la manutenzione di opere, manufatti e del reticolo idraulico utili sia allo scolo che alla distribuzione.

Per quanto riguarda i distretti di montagna (Est e Ovest), dopo aver completato due importanti interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico in comune di Ferriere e di Coli (Ciregna, Grondone e Punta Tapparello le località), proseguono le progettazioni esecutive relative sia agli interventi in programma per l’anno in corso sia quelle relative ai 26 progetti finanziati dalla regione Emilia Romagna tramite il programma PSR il cui esito positivo è notizia dello scorso ottobre.

E’ il Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, Fausto Zermani a concludere: “E’ praticamente con la nascita dell’uomo che è iniziata l’attività di bonifica dei territori ed è dall’epoca dei romani che sono state create le prime e vere grandi opere (canali, reti di fognature...). Da allora tante cose sono cambiate ma i valori sono rimasti gli stessi e il nostro compito è ancora quello di proteggere, conservare e custodire. Anche oggi, come ieri: la Bonifica unisce l’Italia”.

Mercoledì, 08 Aprile 2020 16:38

Cannabis: il nuovo super cibo

Da erba per lo sballo a super cibo, la Cannabis per le sue proprietà benefiche e per la sostenibilità ambientale

Il cibo è una parte importantissima della cultura italiana, oltre ad essere un comparto industriale molto florido e leader mondiale con tante eccellenze che tutti cercano di imitare. Da qualche anno a questa parte, osservando i banchi dei supermercati e le trasmissioni tv, la gente ha voglia di sperimentare nuovi ingredienti e nuove sensazioni anche in cucina.

Ed ecco la nuova tendenza a dare importanza alla Cannabis non più soltanto spinti da quel concetto fisso di droga da evitare, ma quale ingrediente naturale ricco di proprietà benefiche di per sé e nei suoi derivati. Infatti nella produzione alimentare è permesso utilizzare i semi e i loro derivati (come l’olio e la farina), in quanto non contengono THC.

Il THC (tetraidrocannabinolo) è uno principali cannabinoidi contenuti nelle piante di canapa e si tratta di una sostanza psicoattiva, per questo motivo proibita negli alimenti se non come residuo di contaminazione durante le lavorazioni. La questione è differente per il CBD (cannabidiolo), altro cannabinoide presente in natura insieme al THC, di cui si fa sempre più ricorso sia in ambito terapeutico che in ambito gastronomico con il suo basso tenore.

Dal punto di vista nutrizionale i semi di Cannabis sono ricchi di acidi grassi polinsaturi essenziali, omega-6 e omega-3, in rapporto ottimale per la nutrizione umana all’interno del loro olio (che ricorda l’aroma di nocciola). È buono anche il contenuto di vitamine, come la E e quelle del gruppo B. Specialmente l’olio di CBD è diventato molto popolare, malgrado il suo prezzo più alto rispetto al normale olio di semi di canapa, perché consumarlo insieme ad altri alimenti consente di ottenere un potenziamento dei suoi effetti benefici.

L’olio di semi di canapa può essere usato a crudo, per non alterare le sue qualità organolettiche e nemmeno quelle nutrizionali, come condimento di qualunque portata e può essere reperito già oggi in svariati supermercati. Per chi volesse, invece, avvalersi anche delle proprietà nutraceutiche dell’olio di CBD lo potrà integrare l’olio usato su cibi e bevande, oppure assumerlo per via orale; sarà sufficiente porne alcune gocce sotto la lingua, per poi ingerirle per ottenere un effetto rapido ed efficace per esempio contro il dolore cronico.

Sarà interessante vedere come si comporteranno le quotazioni di mercato di questo nuovo super cibo alla luce di tutte le congiunture economiche negative, come accade anche per le quotazioni dei prodotti caseari.

La coltivazione delle tante varietà di Cannabis sarebbe anche un toccasana per l’ambiente, poiché sono piante in grado di crescere senza l’uso di pesticidi, riescono a catturare l’anidride carbonica dell’ambiente per trasferirla nel terreno, le fibre permettono la fabbricazione di nuovi materiali per l’edilizia assolutamente resistenti e fibre per l’industria tessile green. Di recente si è scoperto che possono addirittura bonificare i terreni contaminati da sostanze tossiche, come quelli presenti nella famosa Terra dei Fuochi.

L’Osservatorio ufficiale del Ministero dell’Ambiente sul monitoraggio della scarsità idrica comunica le analisi di tutte le regioni e Arpa del comprensorio del Po dalla Valle d’Aosta alle Marche. Valori generali comunque sotto la media del periodo. Risorsa idrica in lento ma costante esaurimento. Prossimo incontro ufficiale previsto per il 7 Maggio .

Parma, 8 Aprile 2020 – Nel comprensorio del Distretto Idrografico del Po, ad oggi, non si manifesta un contesto diffuso di evidente scarsità idrica e questa situazione palesa che le ultime piogge cadute e le precipitazioni nevose – in progressivo scioglimento – hanno scongiurato, per ora, una ulteriore immediata emergenza dettata dalla siccità che in altre aree del nostro paese sta mettendo già in seria difficoltà tutto il comparto agricolo.

Ma il quadro delineato, temporaneamente non ancora preoccupante, potrebbe essere “a tempo” visto che per i prossimi 15 giorni non sono previste piogge di entità ragguardevole a rimpinguare falde e portate del Grande Fiume e dei suoi affluenti.

A conferma di questo macro-dato una serie di parametri ed analisi approfondite che l’Osservatorio Permanente dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po – Ministero dell’Ambiente (l’organismo ufficiale del Ministero legittimato a raccogliere e comunicare lo scenario complessivo) ha esaminato negli ultimi giorni in collaborazione con tutte le regioni del Distretto (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta, Marche, Provincia Autonoma di Trento), con tutte le Agenzie preposte alla funzione di monitoraggio dei dati metereologici ARPA (Agenzie Regionali Protezione Ambientale).

L’attività dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po infatti sta procedendo regolarmente nei diversi settori operativi grazie all’avanzata tecnologia e all’impiego agile del proprio staff che continua ad lavorare in regime di smart working come da immediato provvedimento di riorganizzazione interna preso dal Segretario Generale dell’ente Meuccio Berselli subito dopo lo scoppio e la diffusione della pandemia Covid 19. Così, in collegamento con i 38 partners che hanno contribuito fattivamente alla fase di stesura del Bollettino Mensile Ufficiale ADBPO, si è svolto l’incontro a distanza sui livelli di risorsa idrica coordinato dall’ingegner Silvano Pecora – dirigente responsabile tecnico dell’Osservatorio ufficiale Permanente sulla Scarsità Idrica del Distretto Po.

I RISULTATI DEL BOLLETTINO IN NUMERI:
La situazione generale sul distretto si mantiene stazionaria con i valori di portata al di sotto delle medie di riferimento ed in lento e costante esaurimento, ma comunque superiori ai valori minimi storici. A Pontelagoscuro, sezione di chiusura del bacino, la portata attuale è di 920 m3/s, con una riduzione di circa 17-20% rispetto la media di periodo, confermando lo stato di “sofferenza” del bacino, dovuto alla carenza di piogge intense e allo scarso contributo della componente di parte emiliana. Le temperature risultano essere ovunque al di sopra delle medie stagionali (+ 3/5 gradi); la progressiva fusione del manto nevoso sosterrà parzialmente i valori di deflusso, rallentando la riduzione dei volumi transitati alle principali sezioni dell’asta Po dovuta all’assenza di precipitazioni. La prossima settimana (13-19 Aprile) potrebbe iniziare con un lieve peggioramento delle condizioni meteo, ma senza precipitazioni di rilievo. Le temperature in continua ascesa ed il soleggiamento sempre più intenso hanno accelerato negli ultimi giorni il processo di fusione delle nevi; su tutto l’arco alpino lo zero termico risulta essere al di sopra dei 2200-2400 m e raggiungerà quota 3000 m entro il weekend. Nonostante la rapida fusione in atto il manto nevoso, soprattutto oltre i 2000 metri, è ancora consistente, in particolar modo sul settore occidentale dell’arco alpino. Situazione diversa sull’Appennino Settentrionale, dove rimane solo un modesto manto nevoso oltre i 1800-2000 m.

I LIVELLI DEI LAGHI UFFICIALI AGGIORNATI:
La riserva dei grandi laghi regolati è lievemente al di sotto rispetto la media del periodo di riferimento, ma superiore agli anni critici. Alcuni scostamenti evidenti solo per i volumi invasati nel Lago di Como, Iseo che risultano inferiori sia rispetto alla media del periodo sia rispetto ai quantitativi alla stessa data del 2007. Tuttavia i totali attuali delle riserve idriche dei bacini dell’Adda e dell’Oglio risultano superiori sia alla media del periodo sia in comparazione ai quantitativi data 2007.

NOTA DEL SEGRETARIO GENERALE ADBPO MEUCCIO BERSELLI:
“L’analisi dei dati capillari ricevuti dai territori – ha evidenziato il Segretario Generale del Distretto del Po Meuccio Berselli – ha consentito ai nostri esperti di elaborare un monitoraggio fedele e condiviso che ci consegna una scarsità, per ora modesta, di risorsa idrica ma che, potenzialmente, potrebbe incrementare nelle prossime settimane. E’ per questa ragione che abbiamo fissato già un nuovo incontro per il prossimo 7 Maggio, data in cui sarà concreta una ulteriore analisi comprensiva dei primi rilevanti prelievi irrigui e del lento, ma costante esaurimento delle “scorte” immagazzinate grazie al contributo della neve. Nel complesso quindi manteniamo alta l’attenzione soprattutto in quelle micro-aree più sofferenti che mostrano già alcuni segni tangibili di scarsità di flussi. Voglio citare, per esempio, il caso del comprensorio sotteso al lago d’Idro in cui, per ragioni geomorfologiche del territorio oltre che meteorologiche, si fotografa una condizione già al limite”.

Mercoledì, 08 Aprile 2020 11:22

Il Piano dei consumatori in epoca post Covid

di Mario Vacca Parma 8 aprile 2020 - L’ordine dei dottori commercialisti interviene riguardo alla situazione che si creerà post Covid-19 riguardo alle procedure da sovraindebitamento nelle parole della delegata alla materia Valeria Giancola che interviene evidenziando come “In questa fase di estrema difficoltà economica le piccole e medie imprese che hanno già procedure di sovraindebitamento omologate sono sostanzialmente impossibilitate a rispettarle. Un dato di fatto che ci spinge e a sostenere che quelle stesse procedure vadano sospese”. 

Sicuramente le procedure da sovraindebitamento rimarranno un mezzo importante per esdebitare i piccoli imprenditori ed i lavoratori autonomi che si troveranno in condizioni di “estreme” al termine dell’emergenza sanitaria quando si tratterà di ripartire.

Su questo tema il Consiglio e la Fondazione Nazionali dei Commercialisti hanno pubblicato il documento: “Emergenza Covid-19: prime indicazioni operative per la gestione delle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento”.

Un documento, spiega Giancola, “che ha un taglio prettamente operativo. E’ quello che ci chiedono in questo periodo difficile tanti colleghi da tutta Italia. A quanti sono impegnati su questa materia e che fanno parte degli Organismi della categoria di Composizione della crisi, presenti a decine sull’intero territorio nazionale, diciamo che possono rivolgersi al Consiglio nazionale per indicazioni e informazioni”.

Lo studio - che si divide in due parti (nella prima spazio alle Indicazioni operative per la gestione degli accordi e dei piani omologati, e nella seconda focus sulle proposte per intervenire in modo incisivo sulla disciplina relativa alle modifiche dei piani nelle procedure di sovraindebitamento) - indica alcune soluzioni interpretative che consentano di adeguare all’attuale contesto le previsioni della legge n. 3/2012 e nello specifico trattasi di indicazioni finalizzate non solo a richiedere al Giudice la sospensione dell’esecuzione degli accordi o dei piani omologati, ma altresì ad accordare al debitore la possibilità di modificare gli stessi, anche successivamente all’omologazione, al fine di agevolarne l’esecuzione e di semplificare, quanto più possibile, la prosecuzione dei procedimenti pendenti.

I suggerimenti esposti nel documento sono volti a facilitare, in particolar modo, le imprese che stanno eseguendo piani in esecuzione di accordi di ristrutturazione precedentemente omologati e che sono, e saranno, fortemente colpite dalla sospensione delle rispettive attività.
Il documento analizza gli effetti che la sospensione dei termini processuali- nel contesto emergenziale che stiamo vivendo - producono sulla gestione dei procedimenti di composizione della crisi da sovraindebitamento pendenti e sulla “sorte” dei piani del o degli accordi di ristrutturazione dei debiti che siano stati omologati ed in relazione ai quali l’esecuzione è attualmente compromessa.

Al riguardo il Consiglio evidenzia che occorre richiamare quanto disposto con i differenti provvedimenti d’urgenza adottati dal Consiglio dei Ministri con cui, a causa della situazione di emergenza epidemiologica, il Governo ha previsto la sospensione di molte attività produttive e, considerare le significative ricadute economiche legate alla sospensione delle attività lavorative e di impresa, che potrebbero pregiudicare il regolare adempimento degli obblighi assunti dal debitore negli accordi già omologati.

Martedì, 07 Aprile 2020 18:11

Lattiero caseario. Listini in discesa.

Tiene il latte spot nazionale mentre crolla l’estero. Burro in caduta libera. Grana Padano e Parmigiano stazionari. 

di Virgilio Parma 07 aprile 2020 - 
 
LATTE SPOT – Nuovo rialzo del latte spot alla borsa veronese, il latte spot nazionale recupera l’1,6% per la seconda volta. Il latte spot crudo nazionale risale tra 30,93 34,02/100 litri di latte. —6% invece è lo scivolone del latte intero pastorizzato "spot" estero (FRANCIA) che quota  27,84 28,87€/100 litri di latte e segue la caduta del 14% della settimana precedente. Infine il Latte scremato pastorizzato spot estero precipita tra  15,53 17,60 €/100 litri di latte (-22% GERMANIA AUSTRIA)."
 
BURRO E PANNA –Cede di 10 centesimi il burro quotato a Milano. A Parma lo zangolato cede 5 centesimi, ma non per troppo tempo posto che a Reggio il prezzo si è contratto di 5 centesimi al chilo scendendo sotto soglia dell’euro. Scivola anche la crema (-10%).
Borsa di Milano 06 aprile 2020: 
BURRO CEE: 3,10 €/Kg. (-)
BURRO CENTRIFUGA: 3,35 €/Kg.  (-)
BURRO PASTORIZZATO: 1,50 €/Kg. (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 €/Kg. (-)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,54 €/Kg. (-)
MARGARINA marzo 2020: 1,03 - 1,09 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 6 aprile 2020: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,55 / 1,65 €/Kg.
 
Borsa di Parma 3 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,00 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 7 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,90 - 0,90 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 6 aprile 2020 – Listini inalterati. 
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,75 – 6,95 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,25 – 8,50 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,75 – 8,95 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,60 – 5,75 €/Kg. (=)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 3 aprile 2020 – Leggero recupero per il 12 mesi, inalterati gli altri listini.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 8,00 - 8,40 €/Kg. (+)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 8,60 - 9,00 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 9,50 - 10,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,20 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 12,05 €/Kg.(=)

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Coronavirus: agire locale per ritornare a pensare globale.  Il presidente Simonazzi chiede di supportare maggiormente le aziende del territorio  per sostenere l’economia delle piccole imprese e i posti di lavoro connessi

Reggio Emilia, 7 aprile 2020. Per garantire le forniture alimentari a 60 milioni di persone in questo periodo, quasi tutta la filiera agroalimentare è in attività con oltre un milione di imprese divise tra le 700mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari di cui il 70% sono imprese artigiane, 300 mila attività di ristorazione di cui il 15% artigiane.

La situazione di emergenza sanitaria con conseguente blocco dell’economia in Italia e non solo, potrebbe però mettere in ulteriore difficoltà le micro imprese, che hanno una capacità finanziaria limitata e cominciano ad accusare la carenza di manodopera e le criticità a livello di logistica e trasporti.

“L’appello che vogliamo lanciare alla grande distribuzione – dichiara Marco Simonazzi, presidente CNA Alimentare - è quello di supportare le aziende del territorio acquistando in misura maggiore prodotti dalle aziende locali, per sostenere l’economia del territorio e i tanti posti di lavoro ad essa connessi”.

La progressiva chiusura del canale Horeca, non solo a livello nazionale ma anche internazionale, ad esempio, ha sottratto un canale di sbocco importantissimo per i prodotti di posizionamento alto e medio-alto (per esempio vino o formaggi) e che assorbe percentuali rilevanti dei flussi complessivi di export, e in prospettiva potrebbero poi palesarsi ulteriori difficoltà.

“Dobbiamo agire – conclude il presidente Simonazzi - ci vuole creatività, una strategia, una visione di insieme, unità di tutta la filiera. Su questo un aiuto arriva anche dalle piattaforme digitali, come sta dimostrando la pagina sul sito cnare.it dedicata alle aziende CNA che fanno consegna a domicilio di generi alimentari nella provincia reggiana, sempre più un punto di riferimento per produttori e cittadini. Anche perché per i grandi eventi per il rilancio del settore, come le fiere, dovremo aspettare un po' di tempo e comunque non prima del 2021”.

 

Australia, squalo uccide ranger nella Grande Barriera Corallina del Queensland. Un 23enne è stato sbranato e ucciso nel Queensland Parks. Questo è il quarto attacco di squali in Australia in tre mesi

"C'era un mare di sangue mentre quella bestia si accaniva su quel poveretto". Eccolo il racconto dell'orrore visto dagli altri colleghi. Dieci metri più avanti, uno squalo aveva appena finito di attaccare un giovane ferendo in modo grave." E' successo ieri vicino a North West Island, 75 chilometri a nord-est di Gladstone., in Australia. Un gruppo di ranger, incaricati alla conservazione della fauna selvatica che lavorano per il Queensland Parks and Wildlife Service decidono di farsi una nuotata dopo una giornata di lavoro. Vanno in barca e si tuffano in mare. All'improvviso si materializza uno squalo. Il pesce vede i nuotatori e attacca l'ultimo a salire in barca. Si accanisce contro un uomo, lo azzanna alle gambe e alle braccia e lo trascina per decine di metri. Poi lo lascia. Il giovane ranger di 23 anni muore per le gravi ferite riportate nell'attacco.

La Premier Annastacia Palaszczuk dello stato del Queensland ha dichiarato che la vittima di 23 anni ha lavorava per il Queensland Parks and Wildlife Service. "Ancora una volta una famiglia là fuori è in lutto per un giovane che ha tragicamente perso la vita in un orribile attacco di squalo", ha detto ai giornalisti.

La polizia ha riferito che l'uomo era in acqua e mentre tornava a una barca noleggiata dal servizio quando è stato attaccato vicino all'isola nord-occidentale, 75 chilometri a nord-est di Gladstone. Ha subito gravi ferite alla gamba e al braccio ed è morto in ospedale poche ore dopo. Il sergente maggiore Tony Anderson, detective, ha dichiarato che il ranger ha svolto lavori di manutenzione prima dell'attacco. La vittima è stata l'ultima persona fuori dall'acqua.

"Alla fine della giornata c'erano quattro persone che nuotavano sul retro di una barca, rinfrescandosi dopo una giornata di lavoro", ha detto ai giornalisti. Con la memoria si corre alla ricerca degli attacchi precedenti. Quello di oggi è il quarto attacco di squalo dall'inizio dell'anno in Australia, e il terzo nella regione nord-orientale del paese in tre mesi. Dal 2018, dopo un'ondata di incidenti con squali sulla Grande Barriera Corallina, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il governo di questo stato federato ha lanciato un progetto di "reti intelligenti" come misura del controllo non letale di questi animali marini in alcune regioni. Ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=3mN2uYE0AW8

(7 aprile 2020)

Allarme criminalità e proposte operative a sostegno di pmi e famiglie a rischio usura. Dichiarazione del Coordinatore Regionale SOS Impresa Giancarlo Melandri

“Raccogliamo l'appello del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte che il 28 marzo ha rivolto un appello alle organizzazioni come la nostra a sostenere ed aiutare le categorie più esposte e deboli.
Noi riteniamo come S.O.S. Imprese Emilia Romagna che questo appello vada accolto in pieno e che sia necessario in questo momento aiutare e difendere il sistema dall'emergenza garantendo la sicurezza e la libertà delle nostre imprese.
Le organizzazioni criminali stanno sfruttando questo momento di crisi per aumentare il proprio interesse in termini economici e di potere. Non ci sono zone franche, sebbene le modalità d'azione si presentino in modo diverso a seconda delle aree economiche, sociali e culturali della Nazione.
Noi dobbiamo aiutare le imprese sane a non finire nella rete della criminalità: la quantità di soldi e la velocità di erogazione faranno la differenza.
E' quindi indispensabile ed urgentissimo intervenire con forza per sostenere le imprese a rischio anche attraverso adeguate immissioni di liquidità e alleggerimenti tributari e normativi tali da respingere infiltrazioni anomale.
Accanto agli interventi sulle imprese appare urgente intervenire aiutando le famiglie che si trovano sempre più in difficoltà.
Le associazioni antiracket ed antiusura, aderenti a "SOS IMPRESA rete per la legalità", in questi giorni durissimi di costrizione ed allarme, si sono riunite e confrontate sui questi temi e sono state formulate diverse proposte operative che potrebbero contribuire a rafforzare alcuni interventi semplici ma necessari quali:
− sospensione della segnalazione in centrale rischi fino al 31 dicembre 2020 causa di un impatto sul rating;
− sospensione del DURC ed erogazione dei contributi anche a chi ha il DURC non è in regola fino a dicembre 2021;
− liquidazione immediata dei crediti iva accise imposte vantati nei confronti delle PA.
Per quanto riguarda le famiglie:
− credito alle famiglie attraverso fondi ad interessi zero destinati alla solidarietà antiracket e antiusura a coloro che sono in condizioni di bisogno e più esposti al rischio.
La nostra Associazione è immediatamente disponibile a confermare il proprio impegno per la libertà d'impresa dai condizionamenti mafiosi, per la prevenzione del racket e dell'usura per le famiglie e le imprese e per la solidarietà a chi denuncia gli estorsori e gli usurai collaborando efficacemente con le forze dell'ordine e la magistratura.
Noi ci siamo e siamo pronti a collaborare.”

Il Coordinatore dell'Emilia Romagna di SOS impresa
Giancarlo Melandri

 

 

Martedì, 07 Aprile 2020 11:58

“InfoShop Castelfranco Emilia”

Lanciamo il progetto “InfoShop Castelfranco Emilia”

L’emergenza sanitaria dovuta al covid-19 sta arrecando anche rilevanti danni di carattere economico alle attività commerciali del nostro Comune costrette alla chiusura dai vigenti provvedimenti ormai già da diversi giorni e neppure sembra vicina la possibilità di una loro riapertura.

La situazione, peraltro, ha incrementato gli acquisti on-line di prodotti molto spesso provenienti dall’estero e questo viene a costituire un danno economico non solo di rilevanza locale.

Non sono molti i commercianti Castelfranchesi che già praticano la vendita on-line dei loro prodotti e quindi, per dare loro maggiore opportunità di presentarli e promuoverli, potrebbe essere senz’altro utile realizzare una vetrina virtuale “InfoShop Castelfranco Emilia”, lanciata sul sito web istituzionale del Comune o su altro apposito canale da realizzare con il patrocinio del Comune che così potrebbe concretamente intervenire a supporto dei nostri commercianti ed esercenti.

Di concerto con le Associazioni di Categoria si potrebbe dar vita o comunque potrebbe supportare un progetto di “vetrina online territoriale”, dove tutti i commercianti del territorio castelfranchese potrebbero comparire gratuitamente con anche il necessario ausilio tecnico/operativo.

I commercianti potrebbero così promuovere i loro prodotti, le loro offerte e i loro siti web sempre nel rispetto delle norme e delle limitazioni vigenti.

Mettendo in campo questo progetto, si potrebbe certamente ridurre gli effetti dannosi di una chiusura forzata delle attività commerciali e al contempo offrire ai Cittadini la possibilità di potere trovare gli esercenti locali in un unico “luogo/vetrina”, ove poter effettuare eventualmente acquisti, una piazza virtuale in cui “trovarsi” anche solo per curiosare.

Il servizio potrebbe prevedere l'inserimento a titolo gratuito di tutte le attività commerciali di Castelfranco Emilia e ciascun esercente potrebbe, in assoluta libertà operativa, usufruire dei vantaggi di un investimento mediatico sulla intera rete commerciale castelfranchese.

Questa idea è un’altra nostra proposta che abbiamo formalizzato in una Mozione diretta al Sindaco, quale risposta di coesione nei momenti di bisogno. Auspichiamo il suo accoglimento.
Castelfranco Emilia (MO), 06/04/2020
Cristina Girotti Zirotti - Capogruppo Lega Salvini Premier

Dalla "montagna" un esempio da replicare. A Rigoso è stata costituita una Cooperativa di Comunità pronta a far ripartire il paese partendo dalla base e dal centro del villaggio.

Di LGC Parma 7 aprile 2020 - In tutta Italia si fa un gran parlare di quando e soprattutto di come fare ripartire l'economia in tempo di "coronavirus" e in montagna, nello specifico nel comune di Monchio delle Corti, hanno già messo le fondamenta per una pronta ripartenza e pianificate le prime azioni di intervento sociale che seguiranno nell'immediato.

Si chiama "Corte di Rigoso" la cooperativa di comunità che si è costituita nei giorni scorsi presso lo studio notarile di Bernardo Borri a Langhirano e avrà sede in Piazza della Fiera Grossa a Rigoso.

L'idea ha preso vita nel novembre scorso, su iniziativa di un gruppo di residenti e assidui frequentatori del paese, a fronte della serrata del negozio di alimentari e della prossima chiusura della tabaccheria.

Due eventi che deprimerebbero ancor più l'attività socio ricreativa e che invece, grazie alla caparbietà tipica delle persone concrete di montagna, si sono trasformati in fattori di stimolo per un progetto di rilancio turistico, sociale e lavorativo del Paese.

"Con l'ausilio di Confcooperative Parma, abbiamo predisposto un piano economico di sviluppo che si proietta nei successivi 5 anni." A spiegare il progetto è uno dei fautori dell'iniziativa, Claudio Moretti, già sindaco di Monchio, che insieme a altri 6 hanno dato vita alla cooperativa di comunità "Corte di Rigoso" lo scorso 2 aprile presso lo studio del Notaio Bernardo Borri a Langhirano.

Un piano di investimenti che prevede l'acquisto della Tabaccheria, gli arredi per il bar e gli alimentari e infine anche la sistemazione di locali per mettere a disposizione del turismo 8/9 posti letto.

"Abbiamo già trovato due ragazzi, prosegue Claudio Moretti neo Presidente della cooperativa, che da Parma verranno a stabilirsi in paese, dove i genitori hanno una abitazione, e gestiranno l'attività del Bar-Tabaccheria e ai quali come cooperativa daremo sostegno economico per un anno, il tempo dell'avviamento"

Dal Paese più alto della provincia di Parma, crocevia tra due regioni e ben tre province, un esempio di coraggio e progettualità che, dopo la prima fase destinata all'avviamento delle prime attività economiche, intravede già i due successivi temi da aggredire per consolidare la vita sociale del paese: il tema degli anziani e il centro estivo per i ragazzi che d'estate tornano a ripopolare i paesi di montagna.

"Vogliamo contribuire alla resilienza, conclude Claudio Moretti, creando opportunità di lavoro in forza di un progetto economicamente sostenibile. Naturalmente ci siamo confrontati con chi ha già fatto esperienze simili, in particolare con Dario Torri presidente della Coop. Valle dei cavalieri di Succiso, dal quale abbiamo ricevuto suggerimenti e anche incoraggiamento".

Se attualmente la cooperativa è stata fondata con i primi 7 soci, già una quarantina sono le persone in lista di attesa per aderire e ampio è il sostegno da parte degli enti e delle istituzioni, a partire dalla stessa amministrazione comunale di Monchio delle Corti, di Confcooperative Parma , dal Parco Nazionale, dal Parco Regionale e anche dal GAL (Gruppo di Animazione Locale ndr) e infine dalla Unione dei Comuni.

Soci fondatori e membri del cda della Cooperativa di Comunità "Corte di Rigoso":
Claudio Moretti presidente
Manuela Giani vice presidente
Angelo Malmassari cassiere
Cristina Castagnetti consigliera
Elena Quagliotti consigliera
Luciano Bacchieri consigliere
Giampiero Bacchieri Cortesi consigliere

(nella foto di copertina Da sinistra Luciano Bacchieri, Angelo Malmassari, Claudio Moretti, Giampiero Bacchieri Cortesi e il notaio Bernardo Borri)

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Non solo chiusure in attesa della ripresa delle attività

Sondaggio tra i 31 ristoratori aderenti al Consorzio Modena a Tavola. L’80% ha sospeso l’attività, ma c’è anche chi si è inventato il menù “antidepressivo” da consegnare ovviamente a casa e nel rigoroso rispetto delle regole. 

Si erano ritrovati il 3 marzo scorso, tutti insieme, capitanati da Massimo Bottura, per dare un messaggio pieno di positività, quando ancora l’emergenza sanitaria non era emersa in tutta la sua drammaticità e complessità. Dopo qualche giorno, anche i ristoratori del Consorzio Modena a Tavola, 31 in tutta la provincia, si erano dovuti arrendere, adeguandosi immediatamente alle regole restrittive volte a contenere il contagio, nell'interesse generale, con rigore e senso della comunità.

A qualche settimana dal lockdown la stragrande maggioranza di loro, l’80%, ha l’attività completamente ferma ma c’è anche chi si è da subito ingegnato per trovare soluzioni compatibili con la prosecuzione dell’attività, nel pieno rispetto delle regole stringenti attualmente in vigore. Ognuno ha fatto, sicuramente con difficoltà, la propria scelta cercando prima di tutto di rispettare le regole e di tutelare la salute. Tra chi ha deciso di tenere accesi i fornelli, sia pure con i fuochi al minimo, ci sono ad esempio lo storico ristorante di Carpi “L’incontro”, Il Calcagnino di Formigine, l’Osteria Emilia di Campogalliano, la Cucina del Museo e il Luppolo e l’Uva, entrambi di Modena. Ognuno di loro ha individuato una soluzione che si può a pieno titolo definire personale, perché profondamente legata alle caratteristiche del locale e della clientela che tradizionalmente lo frequenta. C’è in tutti e cinque i casi un denominatore comune: il desiderio di mantenere vivo il rapporto con la gente, portare nelle abitazioni e, almeno in alcuni casi, nelle aziende, quel calore che solo la buona tavola sa dare. Probabilmente anche per questo tutti i ristoratori che hanno deciso di continuare a cucinare preferiscono consegnare personalmente. Solo eccezionalmente si appoggiano a catene dedicate alla consegna a domicilio.

Per far sapere ai propri clienti della loro “apertura” tutti i ristoratori stanno facendo ampio uso dei canali digitali. Su Facebook, sui loro siti internet, attraverso Instagram, oppure riconvertendo le newsletter con cui ricordavano gli eventi e mettendo in evidenza le nuove opzioni a disposizione dei clienti. Da qualche giorno, per amplificare il messaggio alcuni hanno scelto di fare ricorso anche alla radio.

Ognuno a modo proprio
Entrando più nel dettaglio c’è chi come Paola Corradi, titolare della Cucina del Museo, che, dovendo scegliere di mettere in cassa integrazione i suoi collaboratori, ha prima arruolato la figlia, studentessa universitaria, per farsi aiutare sia in cucina sia nelle consegne. Successivamente ha pubblicato un menù completo con tante possibilità di scelta. “Noi siamo molto piccoli per cui ci rivolgiamo alle famiglie. Il riscontro è stato davvero positivo. Si tratta prevalentemente di clienti che già ci conoscono e che hanno molto apprezzato questa scelta. Abbiamo adattato il menù per trovare un punto di equilibrio tra la qualità, i tempi di consegna e la trasportabilità. Tutto in ogni caso viene preparato all'istante e subito consegnato a domicilio” racconta Paola.

Ancora più articolata è l’offerta de L’Incontro di Carpi, storico locale guidato da sempre da Gianfranco Zinani e dalla moglie. In questo caso hanno elaborato ben tre menù completi, uno per gli amanti della carne, scherzosamente ribattezzato Antidepressivo, un altro per gli amanti del pesce e infine una proposta definita vitaminica, rivolta a coloro che alla forma non vogliono rinunciare mai. 

È stata una piacevole sorpresa, la gente apprezza molto il servizio. L’altra sera ho fatto personal-mente una consegna e ho ricevuto un’accoglienza incredibile da una famiglia che per l’occasione si era vestita di tutto punto e aveva preparato una tavola sontuosamente apparecchiata. Mi hanno persino invitato ad entrare, ma ovviamente non è stato possibile. Le richieste, in questo caso per il pranzo, stanno arrivando anche dalle poche aziende che stanno proseguono la loro attività” spiega Carlo Gozzi, chef del ristorante carpigiano.

Per originalità e inventiva spiccano poi le proposte di Davide Forghieri della Osteria Emilia che nemmeno in questa occasione ha rinunciato al suo estro. Le soluzioni da lui proposte si dividono in piatti completi già pronti, o in soluzioni in cui l’ultimo tocco viene lasciato al cliente. Nel caso dei tortellini ad esempio, in una apposita vaschetta ci sono i tortellini, a parte il brodo e il parmigiano reggiano. “Tutto viene preparato espresso, utilizzando vaschette termiche sigillate con atmosfera modificata. In questo modo qualità e sicurezza sono garantite” spiega Davide Forghieri.

L’ultimo che si è aggiunto, sul piano cronologico, è il Calcagnino di Formigine. Loro in questa fase sono partiti proponendo un menù di Pasqua “ma stiamo già pensando di allargare l’offerta vista la buona accoglienza ricevuta” raccontano Claudio e Barbara.

A concludere questa breve rassegna Stefano Corghi che, oltre ad essere lo chef del Ristorante modenese il Luppolo e l’Uva, è anche presidente del Consorzio Modena a Tavola. La prima cosa che evidenzia è il calore umano e l’apprezzamento che questo tipo di iniziative stanno riscuotendo. “Le persone quando arriviamo a consegnare il pasto che hanno ordinato manifesta nei nostri confronti una grande gratitudine. È evidente che c’è voglia di normalità, di fare due chiacchiere in serenità” racconta Corghi tracciando un primo piccolo bilancio della sua esperienza personale.

Per quanto possa apparire paradossale, alcune aziende, che mi hanno chiesto di servire loro il pasto di mezzogiorno, mi hanno raccontato che stanno riscoprendo il piacere della pausa del pranzo di mezzogiorno, troppo spesso consumato in fretta, magari in piedi, mangiando un panino. Certo sono piccoli segnali, sicuramente insufficienti, ma l’emergenza, come sempre accade, obbliga a delle riflessioni e spinge a trovare soluzioni alternative che, magari, potranno essere valide anche quando avremo superato questa fase così complicata. Da soli però difficilmente riusciremo a rialzarci e a ripartire. Per questo confidiamo anche in aiuti e sostegni da parte del Governo e delle amministrazioni locali” conclude il presidente del Consorzio Modena a Tavola Stefano Corghi.

Le stime dell’Osservatorio sui bilanci delle SRL pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti tenendo conto del blocco delle attività nei mesi di marzo e aprile e della graduale ripresa dell’attività nei mesi successivi

RISTORANTI E ALBERGHI IN GINOCCHIO. NEL 2020 IN EMILIA ROMAGNA IL FATTURATO CROLLA DI -1,2 MILIARDI DI EURO.

In Italia il fatturato del comparto cala di -16,7miliardi di euro pari al -44,1% dei ricavi del 2019. In particolare, il comparto della ricettività alberghiera è colpito da una perdita di 7,7 miliardi di euro, pari a -54%, mentre il settore della ristorazione da una contrazione di 8,3 miliardi di euro pari a -37%.
A livello regionale la più colpita la Lombardia con un calo di 3,5 miliardi di euro, seguita dal Lazio con -2,7 miliardi di euro e dal Veneto con -1,6 miliardi di euro

Roma 5 aprile 2020 -  Il lockdown disposto per contenere i contagi da Covid19 porterà nel 2020 ad un crollo del fatturato per le srl del settore Ristoranti e alberghi (72.748 società che nel 2019 hanno fatturato 37,8 miliardi di euro), di 16,7 miliardi di euro, pari ad un calo, rispetto al 2019, del -44,1%. In particolare, il comparto della ricettività alberghiera è colpito da una perdita di 7,9 miliardi di euro, pari a -53,8%, mentre la ristorazione da una contrazione di 8,8 miliardi di euro pari a -37,9%. Nel 2020 in Emilia Romagna il fatturato crolla di -1,2 miliardi di euro ( -548.676 milioni di euro alloggio e -655.877 milioni di euro ristorazione).

A livello regionale la più colpita la Lombardia con un calo di 3,5 miliardi di euro (-1,4 miliardi di euro alloggio e 2,1 miliardi di euro ristorazione), seguita dal Lazio con -2,7 miliardi di euro e dal Veneto con -1,6 miliardi di euro.

Sono le stime quantificate dall’Osservatorio sui bilanci 2018 delle SRL del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti. L’impatto è dovuto sia al calo della domanda che ha colpito il settore ancora prima che scattasse l’emergenza in Italia, sia al blocco delle attività imposto per decreto, al fine di fronteggiare l’emergenza sanitaria.

La stima è stata condotta su un campione di società includendo tutte le Srl che hanno presentato almeno un bilancio nell’ultimo triennio disponibile(2016-2018). Si tratta, in questo caso, di 72.748 società (53.145 operanti nel settore della ristorazione e 19.063 operanti nel settore ricettivo) alle quali è imputabile un volume complessivo di ricavi pari a 37,8 miliardi di euro nel 2019. Si precisa, inoltre, che le stime qui presentate sono relative ai soli bilanci delle Srl del settore Ristorante e alberghi e non sono, pertanto, riferibili all’intero settore che, sulla base di dati Istat 2017 è costituito da circa 328 mila imprese, tra cui circa 160 mila ditte individuali e 90 mila società di persone oltre a quasi 3 mila cooperative. Le quantificazioni sono state condotte sulla base di alcune ipotesi relative all’impatto della crisi provocata dall’emergenza coronavirus separatamente per le Srl del comparto “Alloggio” e per quelle del comparto “Ristorazione”. In particolare, per il primo si è tenuto conto della forte stagionalità dell’attività produttiva, adoperando i dati Istat sui flussi turistici 2019 stagionalizzati per trimestre. Per ottenere le stime finali sui bilanci annuali, sono state utilizzate due differenti misure di impatto mensili per i comparti di cui sopra, costruite tenendo conto del blocco delle attività nei mesi di marzo e aprile e della graduale ripresa dell’attività nei mesi successivi. Le ipotesi impiegate hanno previsto cali di attività sin dal mese di gennaio 2020. Si è tenuto conto, in particolare per il settore della ristorazione, di attività in continuità anche nei mesi di lockdown (ad esempio per cibi da asporto o per particolari servizi di catering e mense), e, in ogni caso, di una non completa ripresa dell’attività produttiva fino a dicembre 2020.

Una crisi improvvisa per un settore in crescita. Nell’Osservatorio infatti emerge come nel 2018 in Italia, gli addetti e i ricavi aumentavano rispettivamente del +5,9% e del +5,7% rispetto all’anno precedente seguendo una tendenza positiva dell’ultimo periodo. Tra i singoli comparti produttivi spiccava la performance di ristoranti e attività di ristorazione mobile mentre l’andamento per macroaree territoriali registrava la più alta crescita di fatturato nel Sud (+6,4%) e nel Nord Ovest per quanto riguarda il valore aggiunto(+7,9%). A livello regionale sul podio si posizionava la Basilicata con la crescita più elevata del fatturato del settore Ristoranti e Alberghi nel 2018 (+9,4%), seguita dalla Sicilia (+7,1%), dall’Emilia Romagna (7%) e dalla Campania (+7%). Le regioni che invece mostravano i cali più significativi dei tassi di crescita del fatturato nel 2018 rispetto al 2017 l’Abruzzo (-5,7%), il Molise (-3,7%), la Lombardia (-3,2%) e la Sardegna (-3,2%), pur rimanendo comunque in territorio positivo. Tra tutte, si segnala il Molise, unica regione a presentare una decrescita del fatturato nel 2018 rispetto al 2017 (- 0,4%).


Comparti e sottocomparti del settore Ristoranti e Alberghi per numero Srl e addetti 2019 e Stime perdita fatturato anno 2020.

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Rabboni: “Un plauso a tutti gli operatori che lavorano per garantire il pomodoro sulle nostre tavole”

I 130 contratti aziendali di compravendita del pomodoro 2020 depositati all'organizzazione interprofessionale OI Pomodoro da industria del Nord Italia, per le verifiche di conformità, sono risultati in linea con le quantità previste nei precontratti e quindi con l'obiettivo di programmazione produttiva 2020 fissato dalle parti nel contratto d'area Nord Italia. La programmazione produttiva dunque, grazie alla partecipazione consapevole di tutte le componenti, funziona e raggiunge i traguardi concordati.

Questo l’importante dato su cui ci si è confrontati in occasione della riunione in videoconferenza – in linea con le disposizioni per il contrasto alla diffusione del Coronavirus – tra i rappresentanti della componente industriale ed agricola della filiera che hanno esaminato l'esito dell'analisi sui contratti curata dall’OI, come soggetto terzo, su mandato della filiera stessa.

“L’OI – spiega il presidente Tiberio Rabboni - ha valutato la conformità dei contratti, depositati alla scadenza del 16 marzo scorso, ai precontratti aziendali definiti nelle settimane precedenti ed ha riscontrato il sostanziale rispetto di quanto programmato: sia per le quantità, sia per le superfici contrattate”.
Gli obiettivi di programmazione erano stati definiti congiuntamente dalle parti agricola e industriale che, già al termine della campagna 2019, avevano iniziato un serio e intenso confronto con lo scopo di definire un Accordo Quadro d’Area, poi raggiunto il 13 febbraio, che comprendesse l’importante e innovativo aspetto della programmazione produttiva, nei tempi idonei per garantire le scelte delle aziende agricole e la pianificazione industriale.

“Per calibrare gli obiettivi di programmazione e la loro sostenibilità – sottolinea Rabboni - le parti hanno utilizzato lo strumento dei precontratti, redatti a gennaio, i quali sono stati poi formalizzati nei contratti, sottoscritti a marzo. Una seria programmazione è a vantaggio di tutto il sistema, sia per la produzione agricola che per la produzione industriale, per evitare sovrapproduzione e garantire la fornitura necessaria tenendo conto della reale richiesta dei mercati”.

Entro il prossimo 30 giugno verranno confrontate le superfici effettivamente coltivate con gli obiettivi fissati nei contratti aziendali. Poi un’ulteriore verifica ci sarà a fine ottobre per valutare il rispetto dei quantitativi prodotti con quelli contrattati. Nel caso del mancato rispetto degli impegni di programmazione scatterà un sistema di trattenute economiche che andranno a formare un fondo, gestito dall’OI, per finanziare progetti di sviluppo a vantaggio di tutta la filiera.

Durante la videoconferenza le rappresentanze industriali ed agricole si sono doverosamente confrontate anche sugli scenari generati dall’attuale emergenza Coronavirus. A questo proposito rivolgono alla filiera nel suo insieme un messaggio di ringraziamento per il grande senso di responsabilità, per la passione e il coraggio dimostrato dagli agricoltori, dai lavoratori stagionali e da tutti i dipendenti delle industrie di trasformazione e attività connesse che stanno operando anche in questo drammatico momento, per assicurare la continuità delle attività e dei processi affinché il pomodoro italiano continui ad arrivare sulle tavole dei consumatori di tutto il mondo.

 

Sardex, la Community dell’economia reale, consente accesso gratuito a credito e opportunità commerciali del Circuito per supportare le PMI durante la crisi Coronavirus - #IostoinSardex

Sardex, la community delle PMI Italiane, con oltre 10.000 aderenti e 600.000 transazioni nel solo 2019, lancia l'iniziativa #IostoinSardex: sarà possibile l'accesso al Circuito immediato e senza costi per tre mesi, ottenendo da subito liquidità aggiuntiva e la possibilità di incontrare nuovi clienti e fornitori. Inoltre, piani di rientro congelati per tre mesi e l’abbonamento gratuito per i dipendenti dei neo iscritti. L’AD Marco De Guzzis: “Un contributo concreto, per sostenere da subito le PMI del Paese”.

Milano, 3 aprile  2020 - Fare rete, accedere velocemente al credito e senza interessi, risparmiare preziosa liquidità euro e trovare nuovi clienti. Questi i capisaldi per aziende sane e in crescita, gli anticorpi fondamentali che il Circuito Sardex mette a disposizione di migliaia di imprese aderenti in tutta Italia. E la ricetta cardine della moneta complementare più diffusa del Paese, ora è pronta a rafforzarsi per fronteggiare la crisi Coronavirus.
Nata a sostegno delle PMI e in prima linea anche in questo momento di contrazione economica, Sardex mette a disposizione strumenti e risorse e lo fa con l’iniziativa #IostoinSardex:

In via straordinaria, i nuovi iscritti potranno accedere al Circuito gratuitamente iniziando da subito a scambiare beni e servizi nella rete e a godere di una linea di credito senza interessi, versando la quota di partecipazione solo fra tre mesi con dilazioni agevolate. Potranno, in forma del tutto gratuita, iscrivere alla rete i propri dipendenti, estendendo anche a loro i vantaggi della moneta complementare, e infine, potranno scegliere di attivare la linea di credito aggiuntiva Sardex - Efficio +, con tempi di rientro a tre mesi dall’attivazione: a fronte di una richiesta di crediti, i nuovi iscritti, così come le imprese già aderenti, inizieranno a pagare le rate, senza interessi, dopo 90 giorni dall’attivazione.
Un’opportunità per continuare ad investire grazie ad un cuscinetto temporale che nelle prossime settimane potrebbe giocare un ruolo importante: nella ripresa delle attività di migliaia di imprese, e nell’avvio di investimenti aziendali e progetti personali, circolo virtuoso che rimette in moto l’economia del Paese.

“Siamo da sempre dalla parte delle piccole e medie imprese - ha dichiarato Marco De Guzzis, Amministratore Delegato di Sardex - e abbiamo già generato oltre mezzo miliardo di business aggiuntivo per le 10 mila aziende nella nostra rete, con oltre 600 mila operazioni in crediti sardex solo nell’ultimo anno. Con #IostoinSardex vogliamo consentire alle imprese di tutta Italia di accedere a credito e ricavi aggiuntivi che possano dare un contributo positivo nell’affrontare la crisi attuale. Supereremo questo momento di difficoltà, ma ora è fondamentale dare un sostegno fattivo a tutte quelle realtà aziendali e associative che hanno bisogno di superare la contingenza riducendo i danni.”

Sardex oggi è presente in tutta Italia e oltre al territorio sardo, il network è in forte crescita e in consolidamento in Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte.
Le aziende interessate all’iniziativa #IostoinSardex e a partecipare alla rete di credito commerciale possono fare domanda di iscrizione su: www.sardex.net

Il Circuito Sardex consente ad imprese, liberi professionisti e associazioni di scambiare beni e servizi su una piattaforma innovativa grazie ad un conto digitale dove un sardex è uguale ad un euro. Supportati dalla forza della rete, i partecipanti attraggono nuovi clienti e trovano nuovi fornitori che fanno parte del network e sono interessati ad allargare il proprio giro d’affari.
Ad oggi oltre 10 mila aziende in tutta Italia hanno messo a disposizione 200 milioni annui di beni e servizi da scambiare in moneta complementare dentro il Circuito e migliaia di dipendenti di aziende iscritte ricevono parte della propria retribuzione in crediti sardex.

Nel Circuito gli aderenti hanno accesso a credito aggiuntivo senza pagare interessi, riducendo la necessità di disponibilità in euro senza rinunciare ad investire nella propria attività, far crescere progetti personali, far fronte alla liquidità di cassa e promuoversi in una rete di imprese dove collaborazione e fiducia del singolo si trasformano in ricavi e benefici per tutti.

Sardex: la community dell’economia reale.

Per ulteriori informazioni: www.sardex.net // Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Giovedì, 02 Aprile 2020 15:16

Le cooperative a "domicilio"

Parma 2 aprile 2020 - Al tempo del coronavirus sono i negozi e le imprese di servizio a raggiungere il cliente. Un servizio utile a rispettare le condizioni di contenimento del Coronavirus attraverso la limitazione degli spostamenti ed il distanziamento sociale. 

Un servizio che, soprattutto in ambito cooperativo, non poteva mancare. E' infatti alla base della cooperazione che la solidarietà e le persone sono posti al centro delle attenzioni della società, in quanto risorse preziose per la costruzione  del "bene comune".

In questa straordinaria e irripetibile circostanza, dove il virus confina ognuno nella propria abitazione, la limitazione alla mobilità non devono influire sulla qualità dei prodotti e dei servizi di cui in precedenza si fruiva.

Ecco perciò, che al fine di rispondere alle esigenze dei cooperatori e dei singoli cittadini, Confcooperative Parma propone e manterrà aggiornato l'elenco delle imprese associate che offrono il servizio di consegna a domicilio.

L'elenco è organizzato per comune di residenza e ogni cooperativa, oltre a indicare la tipologia di merce o servizio disponibile, indica anche la disponibilità della consegna o prestazione di servizio domiciliare, alla spedizione con corriere, a entrambe le opzioni di consegna e spedizione e infine la eventuale apertura al pubblico, nel rispetto dei disposizioni nazionali e regionali.

A seguire il link al sito aggiornato: https://www.confcooperativeparma.net

Tabella (in allegato pdf)

sede società

prodotti

nome

indirizzo

link

consegne a domicilio

spedizione con corriere

aperto al pubblico si no

Calestano (PR)

Parmigiano Reggiano, salumi, vini e altri prodotti tipici

Caseificio Soc. di Ravarano e Casaselvatica / Delfante Damiano

Strada Ravarano 47 - Loc. Ravarano

https://www.facebook.com/Delfante-1245352048866157/

NO

SI

SI

Collecchio (PR)

Ortofrutta

Terra e Sole Soc. Coop. Agr. Sociale

Strada Campirolo 8

https://www.facebook.com/Terra-Sole-cooperativa-sociale-onlus-1497053713861698/

SI

NO

SI

Colorno (PR)

Parmigiano Reggiano, salumi, vini e altri prodotti tipici

Caseificio Soc. San Salvatore S.A.C.

Via Sanguigna 22

https://www.facebook.com/caseificiosocialesansalvatore/

SI (solo su Colorno)

SI

SI

Medesano -PR

Parmigiano Reggiano, salumi, vini e altri prodotti tipici

Latteria Soc. La Medesanese S.A.C.

Strada Carnevala 21/A

https://www.facebook.com/lamedesanese/

NO

SI

SI

Neviano degli Arduini (PR)

Parmigiano Reggiano

Latteria Soc. della Costa di Bazzano S.A.C.

Strada Le Piane 3 - Loc. Bazzano

https://www.facebook.com/Latteria-Sociale-Costa-di-Bazzano-136459923374092/

NO

NO

SI

Noceto (PR)

birra artigianale

Articioc soc. coop.va sociale

Via Marconi n. 6 - Noceto

https://www.facebook.com/articioc.coop.soc/

si

no

no

Palanzano (PR)

Parmigiano Reggiano, salumi, vini e altri prodotti tipici

Latteria Soc. Val d'Enza S.A.C.

Strada Vaestano Valcieca 46 - loc. Vairo

https://www.facebook.com/latteriasocialevaldenza/

NO

SI

SI

Parma

Parmigiano Reggiano, salumi, vini e altri prodotti tipici

Consorzio Produttori Latte S.A.C.

Via Puppiola 15

https://www.facebook.com/CPLPARMA/

NO

SI

SI

Parma

Ortofrutta

Fleming Ortofrutta Soc. Coop.

Via Fleming 26/A

https://www.facebook.com/Fleming-Ortofrutta-1978255609078443/

SI

NO

SI

Parma

Alimentari

Il Punto Verde Soc. Coop.

Via Costituente 35

https://www.facebook.com/PuntoVerdeParma/

SI

NO

SI

San Secondo Parmense (PR)

Parmigiano Reggiano, salumi, vini e altri prodotti tipici

Il Trionfo Caseificio Sociale S.A.C.

Strada Provinciale per Parma 3

https://www.facebook.com/caseificioiltrionfo/

SI

SI

SI

Sorbolo Mezzani (PR)

Parmigiano Reggiano, salumi, vini e altri prodotti tipici

Caseificio Soc. Bassa Parmense S.A.C.

Strada Chiozzola 33 - loc. Ramoscello

https://www.facebook.com/caseificiobassaparmense/

NO

SI

SI

Varano de Melegari (PR)

Parmigiano Reggiano, formaggi freschi, latte fresco, salumi, vini e altri prodotti tipici

Il Battistero S.A.C.

Via Provinciale 94 - Loc. Serravalle Ceno

https://www.facebook.com/CaseificioIlBattistero/

SI

SI

SI

 
Mercoledì, 01 Aprile 2020 11:35

Cessione onerosa dei crediti non incassati

di Mario Vacca Parma 31 marzo 2020 - Tra le misure di sostegno finanziario delle imprese, il decreto Cura Italia (D.L. n. 18/2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 70 del 17 marzo 2020) introduce una disposizione volta ad incentivare la cessione di crediti deteriorati che le imprese hanno accumulato negli ultimi anni, anche per effetto della crisi finanziaria, con l’obiettivo di sostenerle sotto il profilo della liquidità.

I crediti deteriorati oggetto dell’incentivo possono essere sia di natura commerciale che di finanziamento. Il decreto pone attenzione anche per la riduzione degli oneri di cessione e pertanto la disposizione introduce la possibilità di trasformare in credito d’imposta una quota di attività per imposte anticipate (DTA) riferite a determinati componenti, per un’ammontare proporzionale al valore dei crediti deteriorati che vengono ceduti a terzi. L’intervento consente alle imprese di anticipare l’utilizzo come crediti di imposta, di tali importi, in cui altrimenti avrebbero usufruito in anni successivi, determinando nell’immediato una riduzione del carico fiscale. Ciò consente di ridurre il fabbisogno di liquidità connesso con il versamento di imposte e contributi, aumentando cosi la disponibilità di cassa in un periodo di crisi economica e finanziaria connessa con l’emergenza sanitaria, rispettando la coerenza complessiva del sistema fiscale posto che a fronte di tale anticipazione viene meno il meccanismo ordinario di riporto in avanti dei componenti oggetto di trasformazione. Più in particolare, per le società che effettuano entro il 31/12/2020, cessioni di crediti vantati nei confronti di debitori inadempienti, la disposizione introduce la possibilità di trasformare in credito d’imposta una quota DTA riferite a:

1) Perdite riportabili non ancora computate in diminuzione del reddito imponibile ai sensi dell’Art. 84 del TUIR;
2) Importo del rendimento nozionale eccedente il reddito complessivo netto di cui all’art. 1, comma 4, del d.l. 6/12/2011, che alla data della cessione dei crediti non siano stati ancora computati in diminuzione, usufruiti o dedotti al reddito imponibile.

Per quanto riguarda la definizione di debitore inadempiente il comma 5 stabilisce che si ha inadempimento quanto il mancato pagamento si protrae per oltre 90 giorni dalla data in cui era dovuto. Inoltre il comma 6 dispone che la norma in esame non si applica alle cessioni di crediti tra società che sono tra loro legate da rapporti di controllo ed alle società controllate, anche indirettamente dallo stesso soggetto.

La quota massima di DTA trasformabile in credito d’imposta è determinata in funzione dell’ammontare massimo di componenti esse si riferiscono. A tal fine viene posto un limite ai componenti che possono generare DTA trasformabili, pari al 20% del valore nominale dei crediti ceduti. Allo stesso, sempre ai fini della norma in esame, è posto un limite di 2 miliardi di euro di valore nominale ai crediti complessivamente ceduti entro il 31/12/2020 che rilevano ai fini della trasformazione; per i soggetti appartenenti ai gruppi, il limite si intende calcolato tenendo conto di tutte le cessioni effettuate da soggetti appartenenti allo stesso gruppo .

Esempio:
Nell’eventualità una società cedesse crediti per un miliardo di euro, potrà trasformare in credito d’imposta al massimo una quota di DTA riferibile a 200 mln di euro di componenti indicati dalla norma, equivalente – supponendo che l’aliquota IRES applicabile sia quella ordinaria al 24% - a 48 mln di euro.

La trasformazione in credito d’imposta può aver luogo anche se le DTA non sono state iscritte in bilancio, purché siano riferibili ai componenti indicati dalla norma non ancora dedotti o usufruiti dalla data della cessione dei crediti.

Il credito d’imposta sorgerà per l’intero ammontare alla data di cessione dei crediti. A decorrere dalla data di efficacia della cessione il cedente non potrà più portare in compensazione dei redditi le perdite, dedurre o usufruire tramite credito d’imposta l’eccedenza del rendimento nozionale corrispondenti alla quota di DTA trasformabili in credito d’imposta ai sensi della disposizione in esame. I crediti d’imposta non sono produttivi di interessi e possono essere utilizzati senza limiti di importo, in compensazione ai sensi dell’art. 17 del d. lgs 9 luglio 1997 n. 241, o ceduti secondo le procedure dell’art. 43-bis o dell’art. 43 ter del dpr 29/09/1973 n. 602, o chiesti a rimborso. I crediti d’imposta vanno indicati nella dichiarazione dei redditi e non concorrono alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.

Le società che vogliono procedere alla trasformazione di DTA in credito d’imposta ai sensi della disposizione in esame, devono esercitare l’opzione entro la chiusura dell’esercizio in corso alla data in cui ha effetto la cessione dei crediti; l’opzione ha efficacia a partire dall’esercizio successivo a quello in cui ha effetto la cessione. L’esercizio dell’opzione comporta il cumulo delle DTA trasformabili e di quelle trasformate ai sensi della presente disposizione nell’ammontare delle attività per imposte anticipate di cui al citato Art. I de d.l. 3 maggio 2016 n. 59.

La disposizione non si applica a società per le quali sia stato accertato lo stato di dissesto o il rischio di dissesto ai sensi dell’art. 17 del d.lgs. 16 nov. 2015, n. 180, ovvero lo stato di insolvenza ai sensi dell’art. 5 del regio decreto 16 marzo 1942 n. 267, o dell’art. 2, comma I, lettera b) del codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza del d.lgs 12 gennaio 2019. N. 14

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito esperienza e ho potuto specializzarmi nel controllo di gestione e finanza d’impresa.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza tra Capri, Napoli e la penisola Sorrentina con il ruolo di Temporary Manager, per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di prevedere e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho voluto fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori e, alla gestione di società e conti esteri per favorire l'internazionalizzazione ed armonizzare la fiscalità tra i diversi paesi ove i clienti operano.
Nel frattempo ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni - nel ruolo di vice presidente - ottenendo una buona padronanza della dialettica, doti di Pubblic Relation e, una buona rete di contatti personali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio obiettivo è lavorare sodo ma, con Etica ed Urbanità.

Riferimenti
Mario Vacca Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
Telefono: ‭+39 347 2955391‬
WEB Linkedin: https://www.linkedin.com/in/vaccamario/?originalSubdomain=it

 

 

Il Comitato Remunerazione di UniCredit, riunitosi oggi, ha preso atto della decisione del top management di UniCredit di rinunciare all'intero bonus per l'anno 2020.
L'importo equivalente sarà devoluto a UniCredit Foundation per sostenere iniziative sociali.
Il Comitato ha apprezzato e condiviso la decisione del management come segno di responsabilità in considerazione dell'impatto sull'economia europea dell'epidemia di COVID-19 e dell'evoluzione ancora incerta che si avrà nei prossimi mesi.
"La decisione presa dal top management di UniCredit è un'altra buona dimostrazione dell'impegno del Gruppo a fare la cosa giusta" ha dichiarato Lamberto Andreotti, Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di UniCredit e Presidente del Comitato per la Remunerazione.

Leggero rimbalzo per il Latte spot, burro in tenue discesa così come pure il Grana Padano. Stazionari i listini del Parmigiano Reggiano. 
 
di Virgilio Parma 31 marzo 2020 - 
 
LATTE SPOT – Leggero rimbalzo del latte spot alla borsa veronese, il latte spot nazionale recupera l’1,6%. Il latte spot crudo nazionale risale tra 30,41 e 33,51/100 litri di latte. —2,9% per il latte intero pastorizzato "spot" estero che quota  32,99 35,05€/100 litri di latte e infine il Latte scremato pastorizzato spot estero risale leggermente a  20,18 - 22,25 €/100 litri di latte (+2,5%)."
 
BURRO E PANNA – Apertura con un leggero ribasso della borsa milanese. Flessione significativa per la crema milanese. A Parma lo zangolato resta inalterato, ma non per troppo tempo posto che a Reggio il prezzo si è contratto di 5 centesimi al chilo.  
Borsa di Milano 30 marzo 2020: 
BURRO CEE: 3,20 €/Kg. (-)
BURRO CENTRIFUGA: 3,45 €/Kg.  (-)
BURRO PASTORIZZATO: 1,60 €/Kg. (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,40 €/Kg. (-)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,64 €/Kg. (-)
MARGARINA marzo 2020: 1,03 - 1,09 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 9 marzo 2020: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,60 / 1,63 €/Kg.
 
Borsa di Parma 27 marzo 2020 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,05 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 31 marzo 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,00 - 1,00 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 30 marzo 2020 – Listini in altalena. Cedono i più freschi. 
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,75 – 6,95 €/Kg. (-)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,25 – 8,50 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,75 – 8,95 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,60 – 5,75 €/Kg. (-)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 27 marzo 2020 – Nessuna quotazione rilevata venerdì 27 marzo 2020.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 8,00 - 8,35 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 8,60 - 9,00 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 9,50 - 10,15 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,20 - 11,15 €/Kg. (NQ)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 12,05 €/Kg.(NQ)

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#Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan
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Ecco il numero verde per l’irrigazione: 800501999.

Reggio Emilia, 31 Marzo 2020 – Le attività di bonifica – che comprendono servizi e forniture per l’irrigazione, gestione e prevenzione del rischio idraulico e lotta al dissesto con opere di consolidamento di versanti, strade e arginature – sono da considerarsi a tutti gli effetti un servizio primario, inserito dalla normativa tra quelli essenziali e pertanto continuano ininterrottamente a servizio della cittadinanza e soprattutto del comparto agricolo nel totale rispetto delle più recenti disposizioni in relazione all’attuale pandemia da Covid-19.

La filiera legata all’agroalimentare e all’approvvigionamento dei prodotti base per la nutrizione infatti è da considerarsi a tutti gli effetti tra quelle che mantengono pressoché inalterata la loro operatività quotidiana e pertanto la risorsa acqua diventa indispensabile per la produzione costante. Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale si è così organizzato in modo capillare in tutto l’esteso comprensorio servito e l’attivazione degli impianti idrovori di derivazione per il prelievo e la distribuzione dell’acqua sono già funzione e progressivamente entreranno a pieno regime con l’incremento delle diverse necessità delle colture tipiche del nostro territorio.

L’impianto principale a scopo irriguo messo in funzione è stato quello di Boretto con abbondante derivazione del fiume Po, un impianto che da solo serve un’area di oltre 220 mila ettari distesa su tre province tra Reggio Emilia, Modena e Mantova. L’attivazione di Boretto e il conseguente riempimento del bacino è propedeutico al successivo invasamento dei due grandi canali di distribuzione che consegnano l’acqua ai coltivatori dell’area di pianura attraverso la rete capillare di canalizzazioni. In questo frangente, caratterizzato dall’alternarsi di periodi particolarmente siccitosi a periodi di piogge violente ed improvvise, la criticità più evidente che potrebbe verificarsi è la gestione dell’equilibrio dei flussi per evitare straripamenti.

Oltre a Boretto, per le zone collinari e pedecollinari dall’appennino verso la Bassa si potrà contare anche sulle derivazioni dal Secchia per l’area modenese e sull’Enza per quella reggiana. In questi casi specifici la modulazione dei quantitativi sarà agevolata proprio dai dislivelli di caduta della risorsa.

E oltre a queste macro-attivazioni il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale metterà in funzione oltre 50 ulteriori impianti in tutto il comprensorio. Il servizio irriguo per le imprese agricolo si svolgerà come sempre attraverso il contatto diretto con gli operatori dello staff consortile e mediante un servizio di prenotazione al numero verde. Nonostante le difficoltà tempistiche nel reperire pezzi di ricambio a causa dell’emergenza sanitaria che vede coinvolte le aziende, a livello tecnico si stanno approntando rilevanti interventi di preparazione in previsione della stagione irrigua grazie a manutenzioni straordinarie e montaggio apparecchiature elettromeccaniche negli impianti Cartoccio, Comune di Novellara (RE), Mondine Irriguo, Comune di Moglia (MN), Botte Bentivoglio, Comune di Gualtieri (RE), Canale 5°, Comuni di Carpi e Soliera (MO). In questo periodo, oltre allo staff tecnico operativo nelle diverse località, il personale amministrativo e di progettazione dell’ente lavora costantemente in condizione di smart working dalla propria abitazione e tutti i servizi restano attivati.

Il presidente del Consorzio Emilia Centrale Matteo Catellani ha rimarcato come “il ruolo della Bonifica sia imprescindibile per tutto il comparto agricolo e tutto il personale dell’ente, come del resto in ogni annualità, darà il massimo per poter soddisfare tutte le richieste inoltrate al Consorzio. E’ un momento molto critico per tutta la comunità visto il perdurare di questa grave emergenza e il nostro impegno sarà assoluto e proficuo per garantire efficienza ai coltivatori”.

A causa dell’emergenza dovuta alla diffusione del Virus Covid-19 il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e i Consorzi Fitosanitari Provinciali di Modena e di Reggio Emilia informano che: contribuenti e consorziati che dovessero trovarsi nella situazione di non poter adempiere al saldo entro la data prevista del 31 marzo potranno provvedere al versamento nei mesi di aprile e maggio senza oneri e/o aggravi aggiuntivi.

Martedì, 31 Marzo 2020 11:46

Unicredit alle proprie fondazioni

UniCredit offre alle sue Fondazioni azioniste finanziamenti dedicati a condizioni favorevoli fino a un valore pari all'ammontare dei dividendi
Come annunciato, in linea con le raccomandazioni della BCE, il consiglio di amministrazione di UniCredit ha ritirato le proposte di delibera sulla distribuzione di un dividendo per l'esercizio 2019 e l'autorizzazione all'acquisto di azioni proprie.

Con l'obiettivo di sostenere le Fondazioni azioniste di UniCredit a continuare a svolgere il loro ruolo fondamentale sui territori in cui operano, il Gruppo ha deciso di offrire loro finanziamenti senza interessi fino a un valore pari all’ammontare dei dividendi.

Jean Pierre Mustier, CEO di UniCredit, ha dichiarato: “In questa situazione senza precedenti è più importante che mai supportare le Fondazioni bancarie nostre azioniste aiutandole a garantire la continuità del loro straordinario impegno a favore delle comunità e dei territori in cui operano. Per questo motivo abbiamo deciso di offrire finanziamenti dedicati senza interessi alle nostre Fondazioni che sono all’origine del nostro Gruppo.

Di Meccagri 26 marzo 2020 - Con le vendite di macchine e attrezzature agricole totalmente bloccate dal 12 marzo 2020 è ormai crisi nera per i commercianti del settore, “condannati” già dal prossimo mese ad una estrema sofferenza economico-finanziaria che potrebbe causare la chiusura di molte aziende.
 
UNA LETTERA APERTA INVIATA AL PREMIER

Rinaldin_Conte.jpgUnacma, l’Unione nazionale commercianti di macchine agricole, descrive così la situazione di particolare gravità in cui versano i propri associati, situazione che ha indotto il presidente dell’Unione Roberto Rinaldin (nella foto di apertura e qui sopra a sinistra) a inviare una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendo a gran voce provvedimenti urgenti per la propria categoria.
 
UN COMPARTO VITALE PER L’ECONOMIA NAZIONALE

Dopo aver espresso grande considerazione per l’operato del governo («Per affrontare una emergenza così imprevedibile, siamo consapevoli che non esista né una procedura né un manuale da seguire e quindi le giunga il nostro apprezzamento per quanto finora fatto nell’interesse di tutto il popolo italiano», si legge nella lettera) e aver assicurato come associazione di categoria «il più completo e assiduo impegno nel garantire i nostri servizi ad agricoltori e contoterzisti perché possano a loro volta, garantire le produzioni alimentari indispensabili», Rinaldin sottolinea l’importante contributo al PIL nazionale del suo comparto corrispondente ad un importo di 4.300 milioni di euro, con una produzione di entrate per lo stato italiano pari a 1.000 milioni di euro netti, senza contare il gettito derivante dalla filiera agricola di cui i dealer fanno parte.
«Su circa 3000 aziende commerciali e di riparazione capillarmente distribuite sul territorio i veri e propri dealer di macchine agricole italiani sono poco meno di 700 – fa presente Rinaldin –. Oltre alle funzioni di distribuzione delle macchine agricole, vengono svolte anche le forniture di ricambi, servizi di riparazione e manutenzione, collaudi funzionali delle attrezzature di distribuzione fitosanitaria, messa a norme delle macchine agricole in base al decreto 81, messe in opera, personalizzazioni ed ottimizzazioni delle macchine da raccolta, manutenzioni degli impianti zootecnici, irrigui ed a servizio dell’industria agroalimentare, trasporti, pratiche di collaudo, servizi finanziari propedeutici all’acquisto, funzioni burocratiche relative all’acquisizione della clientela di pratiche contributive Inail, crediti d’imposta e accesso ai vari piani di sviluppo, ivi compresi studi di fattibilità e redazione dei preventivi».
 (Foto sopra Rinaldin e Conte)


UN’ATTIVITÀ STRETTAMENTE LEGATA ALLA STAGIONALITÀ
«Un’attività – sottolinea il presidente di Unacma – strettamente legata alla stagionalità delle produzioni alimentari, con un apice proprio dal mese di marzo. Allo stato attuale, grazie anche ai provvedimenti dei recenti Dpcm, le nostre strutture sono rimaste attive. Di fatto, però, l’intero comparto vive un momento di sospensione ed è attiva solo per la parte di fornitura urgente dei ricambi e di erogazione di servizi manutentivi, che per prassi sono più un costo che un ricavo».
 
VENDITE FERME, CON LO STOP AGLI INVESTIMENTI DA PARTE DEGLI AGRICOLTORI

«La vendita delle macchine e attrezzature, core business della nostra categoria, dove si consolidano i nostri bilanci, si è totalmente bloccata dal 12 marzo 2020 – prosegue Rinaldin –. Tutti gli agricoltori, comprensibilmente, in questo momento, non sono certo impegnati nel valutare e/o concludere gli investimenti programmati, neppure in presenza della opportunità che il Governo ha concesso agli agricoltori con la trasformazione del super e iper ammortamento in credito d’imposta. Questo significa, per le nostre aziende, perdere totalmente l’anno in corso dal punto di vista commerciale».

Unacma.jpg
 
MOLTE IMPRESE DEL SETTORE COSTRETTE ALLA CHIUSURA
«Unacma – rimarca il suo presidente – ha previsto per il settore l’entrata in uno stato di estrema sofferenza economico-finanziaria entro la fine del mese di aprile, che potrebbe causare la chiusura di molte aziende e il crollo di queste aziende, oltre a determinare ulteriori perdite di PIL e di posti lavoro, comporterebbe un danno difficilmente sostenibile dalle aziende agricole in generale, venendo a mancar loro primariamente il servizio capillare di fornitura e manutenzione del parco macchine circolante».
 
CINQUE RICHIESTE BASILARI PER LA SOPRAVVIVENZA DELLA CATEGORIA
Di qui la richiesta da parte di Unacma dell’adozione urgente di un provvedimento dedicato alla categoria che consta di cinque capisaldi:
1) intervenire, già entro la fine del mese di marzo, con azioni che ci consentano alla categoria, in mancanza di fatturato, di disporre di sufficiente liquidità per onorare gli impegni in scadenza immediata, ivi compresa una moratoria dei mutui bancari estesa da 6 a 12 mesi (a differenza di quella concessa a tutte le forme imprenditoriali sia individuali che societarie);
2) immediata messa a disposizione degli ammortizzatori sociali per il personale dipendente, oltre alle misure temporali già previste (ammesso che la criticità dovesse essere superata già nel mese di aprile, per i concessionari non cambierebbe nulla o quasi, economicamente;
3) immediata messa a disposizione, attraverso il sistema bancario, di liquidità corrente garantita da un fondo statale, di facile accesso mediante corsie preferenziali per far fronte alle scadenze ordinarie;
4) immediato rinvio di pagamento di qualsivoglia tassazione diretta e indiretta e successiva possibilità di rateizzazione a partire da 12 mesi delle stesse;
5) immediata emissione di contributi a fondo perduto dedicati alla categoria dei commercianti e riparatori di macchine agricole per il sostentamento di comprovate emergenze finanziarie occorrenti al proseguimento dell’attività lavorativa in termini di investimenti tecnico-strutturali.
«Siamo certi – conclude la lettera di Rinaldin – che considererà attentamente le nostre richieste e che vorrà sottoporle anche ai ministri competenti al fine di accoglierne il contenuto con un provvedimento urgente per dare al nostro settore, giustamente considerato primario, le risposte che si attende».
 
 
Fonte testo: Unacma
Fonte immagini: Unacma e SDF, e Nobili spa (lgc)

 

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 19 - n° 13 29 marzo 2020 -
Editoriale:  - Un uomo solo al comando. - Lattiero caseario. Borse a singhiozzo.- Cereali e dintorni. Impennata dei prezzi - Finanziamento da 160 milioni di euro per la crescita del Consorzio Casalasco del Pomodoro - FederUnacoma: la produzione di macchine è strategica, come l’intera filiera agro-alimentare - Scenari nel mondo del vino dopo il corona virus -

Cibus-13-29mar2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 13 29 marzo 2020
1.1 editoriale
Un uomo solo al comando.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Borse a singhiozzo.   
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Impennata dei prezzi
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali
8.1 pomodoro  Finanziamento da 160 milioni di euro per la crescita del Consorzio Casalasco del Pomodoro
8.2 meccanica e covid-19  FederUnacoma: la produzione di macchine è strategica, come l’intera filiera agro-alimentare
9.0 vitivinIcoltura e covid-19 Le aziende
9.1 vino post coronavirus Scenari nel mondo del vino dopo il corona virus
10.1promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

 

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