Giovedì, 22 Febbraio 2024 06:18

Ursula Von Der Leyen e gli euroscettici: dentro la "Religione" Europea In evidenza

Scritto da Prof. Daniele Trabucco

Di Daniele Trabucco Belluno, 21 febbraio 2024 - Le recenti dichiarazioni del Presidente della Commissione europea, la tedesca Ursula von Der Leyen, riguardo l'importanza di proteggere questa "unica e forte Europa" da derive euroscettiche sono a dir poco scandalose e ad esse bisogna replicare con la forza dell'argomentazione.

In primo luogo, la Von Der Leyen, che va a braccetto con il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, On. Giorgia Meloni, dimentica che la facoltà  di recesso dall'Unione Europea è prevista per ciascuno Stato membro nello stesso Trattato di Lisbona del 2007, in particolare nella disposizione di cui all'art. 50 TUE.

Questo significa che la fonte convenzionale ammette la possibilità  di una composizione variabile in  termini di Paesi che compongono l' "ordinamento comunitario". In secondo luogo, è indubbio che il "Leviatano" europeo non solo presenti un vistoso deficit di democraticità con un sistema di governo esteso a ventisette Stati membri e accentrato in poche mani, ma il fatto che riguardi popoli diversi per lingua, costumi e tradizioni (alla faccia degli "Stati Uniti d'Europa" di Emma Bonino) provoca un inevitabile estraniamento, una specie di rinvio di responsabilità che fa sì  che nessuno pensi di essere proprio lui a reagire.

Del resto, siamo in perfetta sintonia con il percorso di integrazione europea dagli anni '50 del secolo scorso ad oggi: prima i mercati e le istituzioni di potere permeate da logiche neoliberiste e poi i popoli.

Tutto questo implementa la "forza sacrale" del potere lontano (Commissione europea, Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea, Consiglio europeo) all'interno della quale il potere medesimo assume le forme dell'assolutismo tecnocratico (intangibilità dei parametri di Maastricht, del Patto di stabilità  e crescita rivisto in senso peggiorativo rispetto al precedente con il via libera dell'Italia "sovranista") senza neppure la finzione delle effimere forme democratiche degli Stati nazionali.

Un potere "oracolare" che condiziona sempre di più i residui spazi di sovranità degli Stati in nome del responso piziano: "Ce lo chiede l'Europa".

In terzo ed ultimo luogo, è ovvio che questa "unicità" necessita di sacerdoti sempre pronti a "sacrificare" e a rendere conto del loro "ministero" al Moloch europeo.

Ecco allora la graduale imposizione delle ideologie gender volte a decostruire la famiglia, o green funzionali a ridurre gli spazi di proprietà privata in nome del nuovo "socialismo verde", la neutralità  dello spazio pubblico che diventa rinuncia a qualunque riconoscimento della dimensione religiosa cristiana che vive nei popoli europei e li innerva, la censura dell'obiezione razionalmente fondata perché non conforme alla "verità" imposta, l'introduzione dei "nuovi diritti" pena la "scomunica" di antidemocraticità (si vedano le risoluzioni del Parlamento europeo nei confronti dell'Ungheria) etc.

La conseguenza di tutto questo è una sola: l'omologazione dei popoli dopo la quale c'è solo il baratro del non-senso.

Sì, è davvero un'Europa unica.

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(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.

Sito web personale

www.danieletrabucco.it