Venerdì, 16 Giugno 2023 04:05

I russi raddoppiano il numero dei delfini combattenti In evidenza

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Nelle ultime ore, la Russia avrebbe raddoppiato il numero dei delfini addestrati per difendere la base navale di Sebastopoli, in Crimea, città d’importanza strategica sul Mar Nero.

Di Flavia De Michetti Roma, 15 giugno 2023 (Quotidianoweb.it)  - Questa mossa sarebbe parte di un piano legato a un rafforzamento graduale delle difese, in risposta alla crescente capacità dell'Ucraina di raggiungere la città.

Sebastopoli, in effetti, non sembrerebbe essere così impenetrabile.

Diverse volte, infatti, i droni marittimi ucraini si sarebbero infiltrati nei sistemi di difesa, sicuramente consapevoli dei punti deboli contro i quali mirare.

Probabilmente, questo è il motivo per il quale la Russia ha sentito la necessità di prendere seri provvedimenti.

Il numero dei recinti per i delfini, dunque, sarebbe aumentato, coprendo di conseguenza più aree. Alcuni dati mostrano che le navi russe sarebbero sorvegliate da 6 o 7 delfini addestrati, anziché 3 o 4, come in precedenza.

Il compito principale dei mammiferi marini sarebbe quello di identificare i sommozzatori delle Forze Speciali ucraine che potrebbero infiltrarsi nella base e sabotare le navi.

I “nuotatori da combattimento”

I delfini, naturalmente più veloci di qualunque nuotatore esperto, vengono addestrati da diversi Paesi proprio per ricoprire il ruolo di “nuotatori da combattimento”.

Il programma più noto è la Reconnaissance and Interdiction Division, presso NIWC Pacific, che gestisce il Marine Mammal Program della Marina Militare, addestrando delfini tursiopi e leoni marini della California per rilevare, localizzare, contrassegnare e recuperare oggetti nei porti, nelle aree costiere e nella profondità del mare aperto.

 

Tuttavia, il primo programma si è svolto in Svezia e si sospetta che anche Israele, Corea del Nord e forse altri Paesi ne preparino di simili.

La Federazione russa avrebbe iniziato a schierare gli animali addestrati sul lato nord dell'ingresso del porto, già all'inizio dell'invasione nel 2022.

Questa struttura era stata, per poco tempo, parte della Marina ucraina prima di essere sequestrata dalla Russia, in seguito all'annessione della Crimea nel 2014. 

Una volta sotto il controllo russo, le strutture e le loro attività sono aumentate ed è spesso capitato che i delfini venissero schierati a Novorossijsk e persino a Tartus, in Siria. 

Oggi, questi animali sono solo una parte della complessa protezione multilivello della base navale di Sebastopoli. 

Fuori dal porto, infatti, è in servizio una nave speciale, supportata da elicotteri e motoscafi, come protezione da minacce sia di superficie che subacquee. 

Tutto ciò è supportato da almeno due sistemi di carica di profondità con propulsione a razzo DP-64 “Dam”. Inoltre, l'ingresso al porto è bloccato da diverse file di reti e barriere galleggianti.

 

La Russia sembrerebbe aver preso sul serio la minaccia ucraina

 

I sistemi di difesa sarebbero considerevolmente aumentati, coinvolgendo anche quelli di tipo aereo.

Un sistema missilistico SA-15 Gauntlet (“Tor”) sarebbe parcheggiato sulla diga vicino ai lanciarazzi a carica di profondità, un altro SA-15 legato all'eliporto di una nave pattuglia, ancorata in una zona più interna alla base. 

Il sistema di difesa è arricchito anche da missili anti-nave, artiglieria specializzata e difese aeree a lungo raggio S-300/S-400, jet da combattimento e la guerra elettronica (EW – Electronic Warfare).

La Russia avrebbe anche aumentato le difese in altre basi e porti intorno alla Crimea e alcune simili nelle principali basi sottomarine nell'Artico, lontano dalla minaccia ucraina.