Domenica, 18 Dicembre 2022 07:37

“Dentro la Costituzione” La Serbia può inviare forze militari e forze dell'ordine in Kosovo a difesa dei serbi? In evidenza

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Kosovo 1999 Kosovo 1999

Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 18 dicembre 2022 - Aleksandar Vučić, Presidente della Repubblica di Serbia dal maggio 2017 con il 56,01% dei voti validi, ha annunciato, a seguito della crescente tensione con il Kosovo, la richiesta al comandante della KFOR di poter dispiegare in alcune zone del nord del territorio kosovaro (a maggioranza serba) forze dell'ordine e forze armate a tutela del gruppo etnico.

Al di là dell'inevitabile rifiuto, bisogna chiedersi se, a livello di diritto internazionale pubblico, il Presidente serbo dispone di questa possibilità oppure si tratta di un atto in violazione della sovranità di Pristina (la capitale del Kosovo). La risoluzione n. 1244/1999, approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, consente, dopo il ritiro dal Kosovo delle forze jugoslave/serbe, il ritorno di un congruo numero di personale militare e di polizia, da parte della Serbia, per lo svolgimento delle funzioni indicate nell'Allegato 2 della risoluzione. Queste, nel punto 6, contemplano il rientro nei seguenti casi:

– Collegamento con la presenza internazionale e civile;

– Individuare e bonificare i terreni minati;

– Mantenere la presenza Serba nei siti strategici;

– Mantenere una presenza nei punti chiave del confine.

Il collegamento con la presenza civile serba, che si sente minacciata e discriminata dalle autorità kosovare, potrebbe costituire un'argomentazione a giustificazione del rientro.

Una cosa è certa: la gestione internazionale del Kosovo, conseguente all'intervento della NATO del 1999 sulla base di un "preteso diritto di ingerenza per motivi umanitari", è stata fallimentare come in tutti i casi (si veda Afghanistan) in cui sono intervenuti gli Stati Uniti d'America ad "esportare la democrazia" e tutelare i diritti.

 

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(*) prof. Daniele Trabucco.
Prof. Daniele Trabucco
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.