Sabato, 16 Dicembre 2023 08:23

L'Italia si astiene dalla risoluzione ONU sul cessate il fuoco in merito al conflitto tra Israele e Hamas In evidenza

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Di Daniele Trabucco Belluno, 16 dicembre 2024 - In data 14 dicembre 2023 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite (organismo internazionale sulla cui utilità molto si potrebbe scrivere) ha approvato, con 153 voti favorevoli, 10 contrari e 23 astensioni, una risoluzione (un atto giuridico non vincolante) nella quale si chiede un "immediato cessate il fuoco umanitario", il "rilascio immediato ed incondizionato di tutti gli ostaggi" e la garanzia di accesso umanitario.

La maggioranza degli Stati membri dell'Unione Europea ha votato a favore (17 in tutto), l'Italia si è astenuta (insieme a Ungheria, Germania, Bulgaria, Lituania, Paesi Bassi, Slovacchia e Romania), mentre l'Austria, che aveva proposto un emendamento poi respinto, e Repubblica Ceca hanno espresso voto contrario.

In particolare, Vienna ha ritenuto la risoluzione non sufficiente sotto molti aspetti, in particolare per l'assenza del richiamo al diritto dello Stato di Israele di garantire la sicurezza dei propri cittadini e per il mancato riferimento ad Hamas quale responsabile della cattura degli ostaggi.

Per il nostro Paese è un fatto gravissimo che dimostra, ancora una volta, che l'Italia, quanto meno dalla fine degli anni '90 del secolo scorso, non ha più una politica estera degna di questo nome, in quanto totalmente appiattita sulle scelte degli Stati Uniti d'America (ricordiamo solo la seconda Guerra del Golfo).

Prima il pessimo Governo Draghi ed ora il deludentissimo Governo Meloni non hanno in alcun modo saputo ritagliare una posizione di mediazione tra le parti in causa degli ultimi conflitti: Repubblica di Ucraina e Federazione Russa, Hamas ed Israele.

Nel caso specifico dell'ultima risoluzione, non si trattava di prendere posizione a favore di una parte a scapito di un'altra, né di negare ad Israele il suo diritto a difendersi dagli attacchi, ma di riconoscere semplicemente e drammaticamente che 18.000 morti (in maggioranza donne e bambini) e 1,9 milioni di sfollati costituiscono una tragedia davanti alla quale c'è chi ha scelto di non prendere alcuna decisione.

(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.

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