Giovedì, 29 Giugno 2023 06:26

Le due guerre in Ossezia del Sud In evidenza

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Di Nicola Comparato 26 giugno 2023 -

"La Repubblica dell'Ossezia del Sud-Stato di Alania, con capitale Tskhinvali (un tempo chiamata Staliniri), è un territorio situato nella regione montuosa del Caucaso, rivendicato dalla Georgia, e autoproclamatosi repubblica indipendente (non riconosciuta da UE e ONU) il 28 novembre 1991.

Data la sua vicinanza territoriale con la Federazione Russa, la Repubblica dell’Ossezia del Sud nel corso degli anni ha beneficiato dell’appoggio da parte della Russia, (soprattutto politico ed economico), che ha sempre sostenuto le idee e le aspirazioni ossete in merito all'indipendenza dalla Georgia. L'attuale Capo di Stato è Alan Gagloev, e la forma di governo è quella di Repubblica SemiPresidenziale. La valuta (de facto) è il Rublo Russo, la lingua ufficiale è l'osseto mentre come seconda lingua viene ampliamente utilizzata quella russa. La maggior parte della popolazione appartiene alla religione cristiana ortodossa, ma nel territorio sono presenti anche minoranze di musulmani sunniti, cristiani armeni ed ebrei". 

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LA PRIMA GUERRA IN OSSEZIA DEL SUD 

La prima delle prime due guerre che si svolsero in Ossezia del Sud fu quella combattuta nel periodo di tempo tra il giorno 5 gennaio 1991 e il giorno 24 giugno 1992. La guerra vide coinvolti da una parte l'esercito georgiano, e dall'altra i secessionisti dell'Ossezia del Sud e i  volontari nord-osseti aiutati militarmente da alcune unità della Federazione Russa. Il conflitto si concluse nell'anno 1992, quando la Georgia accettò il cessate il fuoco imposto dai russi, che vide il governo georgiano e i separatisti sud-osseti raggiungere un accordo per evitare ad entrambi l'uso delle armi e della forza. Inoltre la Georgia decise di non applicare alcuna sanzione contro la regione secessionista e, composta da osseti, russi e georgiani, fu anche istituita una forza di peacekeeping. Analizziamo la cronologia degli eventi: durante la notte del 5 gennaio 1991 le forze militari georgiane entrarono a Tskhinvali, la capitale dell'Ossezia del Sud. Questi ultimi, risposero all'attacco facendo fuoco alle case e alle scuole dei georgiani che nel frattempo attaccarono i villaggi sud-osseti. Questi eventi portarono la città a ritrovarsi divisa in due, ovvero a est sotto il controllo dei georgiani, a ovest nelle mani dei cittadini osseti. Questo fino alla fine del mese di gennaio, quando l'esercito georgiano, applicó il cessate il fuoco proposto dalla Russia ritirandosi sulle colline della città. Il giorno 29 gennaio 1991, il presidente del Soviet Supremo dell'Ossezia del Sud Torez Kulumbegov, fu invitato a partecipare ai negoziati in corso a Tbilisi, la capitale georgiana, ma una volta giunto sul posto fu immediatamente arrestato con l'accusa di incitamento all'odio razziale. Fu infine rilasciato nel dicembre 1991, ma il suo processo fu più volte posticipato. Durante tutta la durata del conflitto, gli scontri peggiori e i più grandi momenti di tensione tra i due stati, si ebbero tra il mese di marzo e quello di aprile del 1991, per riprendere a metà settembre dopo un periodo di "pace" di due mesi tra giugno e agosto. In questo periodo entrambe le regioni misero in atto una sorta di blocco economico, togliendo l'elettricità e privando la popolazione avversaria di generi di prima necessità bloccando l'accesso alle strade. Gli attacchi in generale (alcuni avvenuti al confine con l'Ossezia del Nord), causarono la morte e la mutilazione di centinaia di persone e di conseguenza i profughi furono più di 80000. Un anno dopo l'inizio del conflitto, nel febbraio del 1992, con l'entrata delle forze militari russe in guerra, gli attacchi aumentarono di intensità. I georgiani accusarono la Russia di sostenere le milizie degli Osseti e molti paesi, da osservatori esterni, cominciarono a sospettare di un vero e proprio coinvolgimento nel conflitto da parte dei capi delle forze del ministero dell'interno russo. Nel frattempo, a causa dell'instabilità politica in seguito al colpo di Stato contro il presidente Zviad Gamsakhurdia (primo presidente eletto in Georgia dopo l'indipendenza dall'Unione Sovietica), la Georgia accettò di negoziare con la Russia. Il giorno 24 giugno 1992, il presidente del consiglio di Stato georgiano Eduard Shevardnadze e l'allora presidente della Russia Boris El'cin misero in discussione la questione della Repubblica dell'Ossezia del Sud. Ad ogni modo l'accordo per il definitivo cessate il fuoco, fu deciso a partire dal giorno 14 giugno dell'anno 1992, e come già detto in precedenza, fu istituita una forza di peacekeeping composta da membri dell'esercito di Ossezia (Nord e Sud), russi e georgiani. 

LA SECONDA GUERRA IN OSSEZIA DEL SUD 

Conosciuta anche come guerra dei cinque giorni, la seconda guerra in Ossezia del Sud, è stato un conflitto che ha visto schierati la Federazione Russa, l'Ossezia del Sud, l'Abcasia e la Georgia. Dopo un periodo di forti tensioni tra Russia e Georgia (come sappiamo entrambe ex repubbliche sovietiche), la guerra, considerata da molti come la prima vera guerra europea del XXI secolo, cominciò ufficialmente nell'agosto del 2008 e vide molti combattimenti svolgersi nella strategica regione della Transcaucasia. Nonostante le dichiarazioni ufficiali della Federazione Russa, intervenuta solo per dare sostegno a osseti e abcasi, da molti esperti di geopolitica, questo secondo conflitto fu visto come un tentativo del presidente russo Vladimir Putin, di ampliare l'influenza russa nel periodo post-sovietico agli ex stati dell'Urss, anche con l'utilizzo della forza. Ai giorni nostri, gli analisti di geopolitica a conferma di questa tesi, citano l'annessione della Crimea alla Federazione Russa nel 2014 e la successiva invasione dell'Ucraina nel 2022. Ma questa è un'altra storia. Ufficialmente il conflitto ebbe inizio nella notte fra il 7 e l’8 agosto 2008, quando l'esercito georgiano penetró nel territorio osseto, in un momento in cui tutta l’attenzione mediatica a livello internazionale era concentrata sull’inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino dell’8 agosto. Il giorno seguente, il 9 agosto, la Russia, presente militarmente dal 1992 in Ossezia del Sud e Abcasia su mandato della CSI, ovvero il Comitato degli Stati Indipendenti nato in seguito alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, intervenne in modo massiccio spazzando via le forze militari georgiane. L'offensiva si svolse lungo le coste del Mar Nero, e in Ossezia entrando dall'Abcasia, e arrivò ad occupare buona parte del territorio georgiano. Il giorno 15 agosto, Georgia e Russia, con la mediazione del presidente francese Nicolas Sarkozy, ai tempi presidente dell'Unione Europea, firmarono un accordo preliminare di cessate il fuoco. L'accordo prevedeva il ritiro delle truppe e il divieto per la Georgia di commettere atti ostili contro Abcasia e Ossezia del Sud. Dopo un primo ritiro, come ad esempio dalla città di Gori, la Federazione Russa decise di proseguire per circa due mesi, la propria occupazione militare in due zone cuscinetto a tutela delle due repubbliche secessioniste di Ossezia del Sud e Abcasia, per evitare un nuovo attacco della Georgia ai danni di queste ultime. Il 1 ottobre 2008 furono schierati in queste zone cuscinetto 200 osservatori militari della UE. Il ritiro definitivo delle truppe russe dalla zona cuscinetto situata in prossimità dell'Ossezia del Sud, avvenne, come previsto dai colloqui con l'Unione Europea, il giorno 8 ottobre 2008. La Russia ha successivamente sottoscritto un accordo militare con Ossezia del Sud e Abcasia riconoscendo ufficialmente entrambe le repubbliche.