Lunedì, 23 Gennaio 2023 08:05

Davos 2023: Ritornano i geni del male In evidenza

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L’élite globalista dopo tre anni di fermo pandemico, si è riunita nel solito concistoro di filantropi miliardari annoiati ed invecchiati, nella abituale cittadina delle alpi svizzere, Davos.

Di Andrea Caldart Cagliari, 23 gennaio 2023 (Quotidianoweb.it)  - Molti pensano che l’ideatore di tutto questo sia il sig. Klaus Schwab, colui che si innalza quale inventore del Great Reset e della quarta rivoluzione industriale, ma in realtà c’è poca farina del suo sacco.

Schwab non è altro che un abile esecutore compulsivo dell’agenda tecnocratica globalista, le cui origini risalgono a prima degli anni ’70.

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(Klaus Schwab)

Infatti, questo progetto demenziale di realizzare una dittatura distopica globale, ebbe origine sotto il controllo delle Nazioni Unite, attraverso Maurice Strong che era il pupillo di David Rockfeller.

A partire da quegli anni ’70, i partecipanti a Davos parlano tra loro su come risolvere quelli che considerano i problemi più urgenti del mondo, tra i quali spunta, anche quest’anno, il chiodo fisso della transizione energetica verso fonti pulite e verdi e il solito tema del cambiamento climatico.

Tutto bello e molto carino da parte loro avere di queste preoccupazioni, se non fosse che poi queste mostruosità miliardarie, finiscono con il chiedere politiche governative e pratiche commerciali in danno ai popoli sovrani.

Sembra quasi un governo-ombra, ma invece è in piena luce in quanto il binomio Bruxelles-Davos, vuole decidere il futuro dell’Europa.

Quello che in prima battuta emerge di questa adunanza è che i partecipanti vogliono imparare dal fallimento della narrazione pandemica e questo, visto che viene detto alla luce del sole, è davvero allarmante.

Infatti, il titolo scelto per questa edizione è: “Rilanciare la governance globale” che se per i più non è preoccupante, almeno per noi è allarmante.

In sostanza il circo magico di questi imperatori moderni, vorrebbe trovare soluzioni coese e condivise evitando frammentazioni tra i governi.

L’edizione 2023 di Davos riprende nel chiedere ai governi liberi e democratici, di inserirsi nelle scelte istituzionali e nazionali, con enti finanziari privati che, a nostro dire, comporterebbero una cessione del controllo delle democrazie popolari, a favore di un verticismo personalistico del potere esecutivo finora democraticamente eletto.

Dopo pandemia, grilli e blatte a tavola che si vogliono far passare come alimenti sostenibili, non possiamo pensare di “delegare” a una manciata di paranoici miliardari, il compito di omologare decisioni di politiche pubbliche, sarebbe la fine di qualsiasi sovranità democratica popolare.

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