Venerdì, 15 Luglio 2022 06:43

Come finirà la guerra tra Russia e Ucraina? In evidenza

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Foto di repertorio di Francesca Bocchia Foto di repertorio di Francesca Bocchia

Di Guendalina Middei Cagliari, 11 luglio 2022 (QuotidianoWeb.it) - Pochi giorni fa ho letto una storia interessante, la storia di una giovane ragazza brasiliana, bellissima, coraggiosa, una modella, che si arruola nell’esercito per difendere l’Ucraina.

Tutti hanno lodato il suo gesto. Qualcosa però è andato storto e la coraggiosa, bellissima ragazza muore. Non muore come nei film, di una morte eroica, commovente, muore intrappolata in un bunker in fiamme colpito dalle forze nemiche. È stata coraggiosa, diranno molti.

È un esempio per noi tutti, diranno altri. A me leggere simili notizie fa soltanto rabbia. Perché una ragazza debba morire intrappolata in un bunker in fiamme, arsa viva dunque, la più atroce, la più terribile delle morti, mi dispiace ma io non riesco a capirlo. Non riesco ad accettarlo. E non lo accetto.

Sono passati quattro mesi dallo scoppio della guerra, ma la Russia è in ginocchio e sta per cedere. Bisogna fare dei sacrifici per ottenere la pace, la Russia è in ginocchio e sta per cedere.

Armiamo l’Ucraina, perché per fare la pace ci vogliono le armi non i negoziati, e non disperate, la Russia è in ginocchio e sta per cedere. Ecco così ci viene detto continuamente.

Sono passati quattro mesi e da allora non è cambiato nulla. No, la Russia non è in ginocchio, non sta per cedere, la guerra non sta per finire, ma dirlo è peccato perché verità e lucidità non vanno d’accordo con i proclami bellici.

Una cosa però è cambiata, questo lo riconosco: nel mondo ci sono 26.000 mila nuove fosse, 26.000 mila nuove bare, per i fortunati che hanno avuto una sepoltura almeno.

Un bel giorno entreranno a far parte di un libro di storia e questi 26.000 esseri umani saranno ricordati con l’anonima e generica menzione di “vittime di guerra”.

Quando i Putin, gli Zelens’kyj, i Napoleone e i Mussolini muoiono, mai sul campo di battaglia, del resto, si conosce perfino l’ora della loro morte, ma di quelli che hanno combattuto per loro non resta mai memoria.

Se davvero un capo avesse a cuore il suo popolo, non direbbe (o meglio obbligherebbe la sua gente) a combattere. A morire. A essere fatta a pezzi, storpiata, mutilata, bruciata viva. Direbbe loro: fuggite. Mettetevi in salvo. Cercate rifugio altrove.

La guerra ha sempre fatto parte della storia umana. Il XX secolo, il secolo del progresso, della scienza, della tecnologia, è stato il più brutale di tutta la storia.

Ottanta milioni di morti, ottanta milioni di fosse fu ciò che la prima guerra e la Seconda guerra mondiale offrirono in dono all’umanità.

E da allora l’umanità ha forse tirato un sospiro di sollievo? Vietnam, Cambogia, Iran, Iraq, Afghanistan, Jugoslavia… qualcuno rammenta il perché di queste guerre?

E forse è così che deve essere, ma una domanda, una sola mi tormenta: perché milioni di persone in nome dello stato, della patria, dell’onore dei loro principi e della sete di gloria dei loro condottieri, hanno sacrificato e continuano a sacrificare tutto ciò che hanno di più caro, la famiglia e la loro stessa vita, pur di obbedire a degli ordini?

Certo ci sono sempre delle ragioni dietro ogni guerra. Non coincidono mai con le ragioni per cui la gente crede di combattere.

Qualcuno ricorda la storia delle repubbliche marinare? Ricorda che il desiderio di ripristinare i vantaggiosi traffici con l’Oriente, il desiderio di gloria dei grandi feudatari unito agli interessi economici dei regnanti e del Papa furono la causa di quelle cosiddette guerre sante che passarono alla storia con il nome di Crociate?

Non si combatte per la libertà, per la patria o per liberare Gerusalemme dagli infedeli o per altri nobili ideali… questo è soltanto ciò che viene detto ai popoli.

Basterebbe scorrere le pagine dei libri di storia, quella storia che il nostro illustre ministro Cingolani ha definito inutile nel mondo di oggi.

La storia economica delle nazioni, antenata di quella che oggi chiamiamo finanza o industria, non è una lettura facile o amena, ma là troverete le verità sulle guerre, le loro vere ragioni.