Lunedì, 13 Aprile 2015 10:11

F1, Cina: la legge di Hamilton. La Ferrari però c'è. In evidenza

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Lewis Hamilton Lewis Hamilton Di Alberto-g-rovi (Opera propria) [CC BY-SA 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], attraverso Wikimedia Commons

Doppietta Mercedes ma la Ferrari va ancora sul podio con Vettel. Ottimo Raikkonen. Ferrari esce sconfitta ma non molla. -

Parma, 13 aprile 2015 - di Matteo Landi -

Dopo lo sconvolgente Gran Premio di Malesia che ha visto la Ferrari tornare al successo dopo quasi due anni, Hamilton e Rosberg si sono presi la rivincita in Cina segnando una sonora doppietta. Siglati in qualifica i due giri più veloci le Mercedes hanno occupato i primi due posti in quasi tutti i 56 giri di gara con Hamilton davanti a tutti. Tuttavia per la squadra tedesca non si è trattato di un dominio schiacciante come il risultato finale potrebbe lasciare intendere. Vettel, scattato ottimamente dalla terza posizione in griglia, è stato fino alla seconda sosta la spina nel fianco delle due Mercedes.

Il distacco fra Rosberg ed il tedesco della Ferrari è stato per lunghi tratti oscillante fra il secondo e mezzo ed i 2 secondi, con Raikkonen poco lontano alle spalle del compagno di squadra. Il finlandese, partito dalla sesta posizione in griglia, si è fatto perdonare della pessima qualifica con un primo giro da manuale: all'avvio nonostante l'ottimo spunto ha lasciato alle Williams di Massa e Bottas, che partivano davanti a lui, lo spazio per affrontare la prima curva, evitando pericolosi contatti ed affondando subito dopo due sorpassi decisi nell'arco di pochi metri. Raikkonen da quel momento ha seguito il compagno di squadra a pochi secondi, perdendone le tracce verso metà gara per poi tornare a farsi minaccioso nel finale quando gli si è avvicinato pericolosamente prima che la safety car, entrata in pista per permettere a degli impacciati commissari di rimuovere la Toro Rosso di Verstappen ferma sul rettilineo principale, mettesse fine alle ostilità. Il giovanissimo pilota olandese ha dovuto, come Kvyat, abbandonare la gara a seguito di un'avaria alla power unit Renault.

Per i francesi si tratta di un periodo estremamente complicato ma, più che minacciare l'abbandono del Circus, invocando un rapido cambio di regole che loro stessi, a suo tempo, avevano approvato, dovrebbero prendere esempio dalla Ferrari, lo scorso anno in estrema difficoltà, quest'anno seconda forza del mondiale pronta a dare battaglia alle due Mercedes quando le condizioni lo consentono, come in Malesia. In quell'occasione la squadra di Maranello è riuscita ad approfittare di una vettura dotata di un motore finalmente adeguato riuscendo a sfruttare le qualità telaistiche che le consentono di risparmiare gli pneumatici, caratteristica vincente in presenza di particolari condizioni climatiche che han portato l'asfalto a scaldarsi fino a circa 60°. Stavolta, con temperature meno desuete, le rosse sono uscite battute dai tedeschi ma comunque a testa alta.

Ferrari: cambio di mentalità

Al termine della gara in casa Ferrari si sono viste tante facce soddisfatte per l'ottimo terzo e quarto posto di, rispettivamente, Vettel e Raikkonen ma sono mancati quei festeggiamenti che hanno contraddistinto, ad esempio, il post gara australiano. Segno di una squadra felice dei risultati che sta ottenendo dopo un periodo terribilmente buio ma che vede come prossimo obiettivo il raggiungimento delle prestazioni Mercedes.

Mercedes: nonostante la vittoria il clima è già teso

I tedeschi possono ancora vantare un certo vantaggio velocistico, oltre a due piloti che ancora una volta hanno fatto tutto quello che dovevano. Eppure l'atmosfera che si respira nel loro box al termine della trionfale gara cinese, non sembra delle più felici: Rosberg ha accusato il compagno di squadra di averlo, in alcune fasi, deliberatamente rallentato, tanto da farlo pericolosamente avvicinare da Vettel. La condotta di Hamilton, in realtà, è sembrata volta semplicemente a gestire il consumo delle gomme. In Mercedes, considerando la sconfitta malese, hanno sviluppato le strategie di gara tenendo presente che ormai il loro vantaggio nei confronti dei più diretti avversari non è più così rassicurante. Lo sfogo di Rosberg sembra più dettato da un malumore che ricorda Barrichello, compagno di squadra di Schumacher.

McLaren: la nobile decaduta in lenta ascesa

A fronte di una gara che ha visto nelle posizioni di testa una lotta serrata nei tempi sul giro ma senza confronti ravvicinati, a centro gruppo si sono viste lotte interessanti. Come quella che vi è stata fra le Red Bull e le due McLaren-Honda, in lieve ripresa ma ancora lontanissime dal vertice. Neanche due anni fa Alonso sognava una lotta serrata con le monoposto austriache al tempo dominatrici in pista: il suo desiderio si è finalmente avverato. Peccato che combattessero solo per qualche punto e che al termine lo spagnolo non ne abbia conquistato neanche uno. Il tempo dirà se la sua scommessa risulterà vincente. Per adesso il lavoro da fare è ancora lungo.