Visualizza articoli per tag: Provincia di Reggio Emilia

Reggio Emilia, 26 novembre 2013 -
 
Il provvedimento di limitazione del traffico dovuto ai lavori di adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione -
La Provincia informa che sulla provinciale 52 "Bagno - Arceto - Scandiano", nel comune di Scandiano, in corrispondenza delle rotatorie poste all'incrocio tra la Sp 52 con via Molinazza, via per Reggio e via per Marmirolo, il comune di Scandiano deve effettuare lavori di adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione.

Per questa ragione è necessario porre alcune limitazioni al traffico con l'istituzione di un senso unico alternato, con restringimento della carreggiata, e una limitazione di velocità a 30 Km/h. Il provvedimento entra in vigore da venerdì 29 novembre, fino alla fine dei lavori, nella fascia orario che va dalle 07.00 alle 18.00.

Per info in tempo reale sulla viabilità e in caso di eventuali emergenze consultare il profilo Twitter della Provincia di Reggio Emilia @ProvinciadiRE.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Il Comunicato della Provincia sul progetto del magazzino di stagionatura del Parmigiano Reggiano a San Martino in Rio -
 
Reggio Emilia, 23 novembre 2013 -
 
 OCCUPAZIONE - La Provincia di Reggio Emilia è molto attenta alla creazione di nuova occupazione: ha avviato start up che hanno portato alla nascita di un centinaio di posti di lavoro; ha sostenuto imprese attraverso l'erogazione di fondi dedicati e molte altre misure; nel difficile passaggio delle crisi aziendali, comprese quelle che hanno interessato le aziende del Comune di San Martino come la Cormo, sostiene i diritti dei lavoratori e le casse integrazioni.
La presidente Sonia Masini, il vicepresidente Pierluigi Saccardi, l'assessore provinciale alla Formazione professionale Ilenia Malavasi, hanno incontrato i rappresentanti dei lavoratori e il sindaco di San Martino in Rio con i quali hanno discusso della possibilità di rioccupare le persone che verranno messe in cassa integrazione o avranno problemi occupazionali.
Negli incontri è stata evidenziata la disponibilità di 25 posti di lavoro nel settore socio-assistenziale e c'è un impegno congiunto per trovare anche altre soluzioni nell'ambito del lavoro che la Provincia svolge con i propri Centri per l'Impiego e attraverso tutte le iniziative volte a creare nuova occupazione, come Re Up.
Quanto al magazzino non è ancora chiaro quanti posti di lavoro sarebbero eventualmente a disposizione, perché si è passati da una ipotesi di 20 persone ad una di 200. Chiediamo pertanto maggiore chiarezza perché le regole del diritto del lavoro non contemplano alcun automatismo nel passaggio di un lavoratore da una azienda in crisi ad una nuova impresa del territorio. Non c'è pertanto di per sé alcuna garanzia per i lavoratori della Cormo di essere eventualmente impiegati nella nuova struttura.
Inoltre, un magazzino altamente automatizzato genererebbe, come hanno dichiarato fin dall'inizio gli stessi proponenti, una modesta quantità di posti di lavoro, perché strutture di questo tipo non richiedono un alto numero di dipendenti.
Chiediamo dunque sia valutata la reale opportunità di lavoro che si produrrebbe.
 
URBANISTICA - Per quanto riguarda la questione urbanistica, i programmi elettorali votati dai cittadini, i piani approvati dalla Provincia di Reggio Emilia dettano indirizzi chiari e precisi: basta consumare suolo agricolo in modo indiscriminato, i nuovi investimenti vanno realizzati nelle apposite aree sovracomunali individuate. Inoltre il periodo di crisi che colpisce anche il nostro territorio sta purtroppo svuotando milioni di metri quadri di capannoni, così come di edilizia residenziale. Non può essere certo questo il periodo di nuove espansioni urbanistiche. Sono molte le strutture disponibili che potrebbero essere ristrutturate e adibite a magazzino del Parmigiano Reggiano e questo anche in comune di San Martino in Rio.
A questo proposito servono conti e numeri chiari. Girano troppe cifre tra loro differenti.
Il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, in una recente intervista ha dichiarato che nei magazzini esistenti a Reggio Emilia solo per il 64% viene stagionato il Parmigiano Reggiano. Perché non utilizzare anche il restante 36%?
Perché favorire con nuovi investimenti la concentrazione in poche mani di produzione, trasformazione, stagionatura, commercializzazione di un prodotto straordinario come il Parmigiano Reggiano, che ha valore anche perché mantiene a presidio del territorio e della sua salvaguardia migliaia di piccole aziende agricole che costituiscono un elemento imprescindibile del paesaggio tipico della Pianura Padana e del suo Appennino?
 
TRASPARENZA - Al momento non abbiamo del tutto chiaro chi realizzerebbe l'intervento e chi gestirebbe la filiera. Non abbiamo chiaro se sia vero, come riportato da organi di stampa, che Nuova Castelli spa sia in vendita a gruppi stranieri. Non abbiamo chiaro se a investire siano gruppi cooperativi o aziende familiari private. Rileviamo che dagli intrecci societari Itaca, già presieduta dal presidente di Confcooperative, del Consorzio del Parmigiano Reggiano nonché di Banco Emiliano Giuseppe Alai, confluisce in una azienda ungherese che produce un formaggio simile a Parmesan, denominato Majar. Tale formaggio è molto simile al Parmigiano Reggiano, pur di qualità infinitamente inferiore.
Il Parmigiano Reggiano stesso può trarne danno se venduto nella stessa filiera?
 
MADE IN ITALY - Il made in Italy è un grande tesoro per un Paese in recessione economica che perde posti di lavoro. Esso va tutelato con ogni mezzo, anche modificando norme e disciplinari che ora consentono di importare prodotti di scarsa qualità che possono essere lavorati o stagionati in Italia e rimessi sul mercato col marchio made in Italy. Pensiamo a quanti nuovi posti di lavoro si potrebbero creare se nell'agroalimentare si tutelasse davvero e fin dall'inizio la qualità e l'originalità dei prodotti italiani partendo dalle materie prime e proteggendoli effettivamente dalla concorrenza. Mescolare nella commercializzazione prodotti certificati da ottocento anni di lavorazione artigianale reggiana e italiana con prodotti esteri di qualità inferiore non aiuterà né a difendere le aziende agricole né a dare prestigio ai prodotti tipici certificati e all'Italia complessivamente.
 
(Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 21 novembre 2013 -
 
Interessante giornata di confronto al Centro Impiego su staffetta generazionale, cassintegrati che si comprano (e rilanciano) l'azienda e disoccupati che si inventano un nuovo lavoro -

Ancora un momento di confronto ad alto livello con le aziende del territorio, questa mattina al Centro per l'Impiego della Provincia di Reggio Emilia, grazie al nuovo appuntamento proposto dalla Provincia di Reggio Emilia per riflettere sulla crisi ed elaborare strategie ed azioni comuni. "Vogliamo che i servizi pubblici per l'Impiego siano anche luogo di incontro e di confronto di esperienze significative del territorio, sia per allargare e migliorare la qualità delle nostre relazioni con cittadini e imprese, sia per favorire e stimolare l'innovazione e la crescita a livello locale - ha detto il vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, Pierluigi Saccardi, in apertura di lavori - Queste occasioni di confronto, che la Provincia promuove periodicamente, sono di ancora maggiore utilità nei momenti di crisi economica, produttiva e sociale, come il periodo che purtroppo stiamo oggi vivendo".

Ad aprire la giornata è stato Vincenzo Ricciari dell'Osservatorio regionale del mercato del lavoro e della formazione Èupolis Lombardia, che ha proposto una interessante riflessione sui giovani e l'innovazione. Dopo aver tra l'altro ricordato come nei tempi di crisi i parasubordinati e gli atipici abbiano una probabilità di perdere il lavoro rispettivamente superiore di 9 e di 5 volte rispetto agli altri lavoratori, Ricciari ha espresso forti perplessità sia sul funzionamento dell'apprendistato, sia sui risultati delle riforme del lavoro succedutesi dal 1997 ad oggi, invitando i territori a investire sui settori innovativi, "perché una assunzione qui ne crea altre 5 nei servizi, mentre una assunzione nel manifatturiero solo altre 2".

Ancora più drastico è stato Andrea Gandini, docente di Economia aziendale dell'Università di Ferrara, chiamato a parlare di staffetta generazionale e buone pratiche per aumentare l'efficienza nell'impresa. Addirittura impietoso il raffronto con la Germania e in generale in Paesi del Nord Europa dipinto attraverso una serie di dati che davvero parlano da soli. Dalla percezione dei nostri adolescenti sul lavoro che li attende (solo il 5% lo prevede di tipo manuale, anche se il 40% finirà per farlo, contro un 40% di tedeschi che se lo immagina così, e nel 42% dei casi lo farà davvero) al tipo di scuole professionali: 4 anni passati a lavorare per 3 giorni e studiare per 2 in Germania, 5 anni a studiare e basta (e con sempre meno ore di laboratorio) da noi, "ma se tu passi quattro anni a lavorare 3 giorni la settimana come orafo, e a studiare da orafo per due, ci sono molte probabilità che alla fine tu l'orafo lo sappia fare davvero...".

Per non parlare di pensioni (in Germania, dove certamente non si guadagna meno, solo il 7% delle pensioni supera i 3.500 euro netti mensili, in Italia ben il 17%) e di politiche del lavoro, da noi fondamentalmente passive più che attive: "Noi abbiamo questo baraccone della cassa integrazione che ci è costata 80 miliardi dal 2008, in Germania se cala il lavoro, riducono magari l'orario di 6 ore, 2 ore le paga l'azienda, 2 il lavoratore, solo 2 lo Stato che così ha molte più risorse per le politiche attive", ha detto Gandini giudicando molto negativamente "certe contrattazioni sindacali degli anni Ottanta e Novanta che chissà per quanto tempo ancora pagheremo...".
 
Venendo alla staffetta generazionale , "ora possibile anche in Emilia-Romagna dopo che la Regione ha finalmente provveduto", può essere una soluzione: "Prevede che se un lavoratore over 55 passa per gli ultimi due anni al part-time, e l'azienda contestualmente assume un under 30, l'Inps paga ugualmente i due anni di oneri contributivi e questo può in effetti aiutare a portare innovazione nelle imprese e risolvere il problema di esuberi e personale obsoleto meglio che con la cassa integrazione o i prepensionamenti - ha aggiunto - E poi a oltre i 60 anni la gente cambia, sul lavoro dovrebbe avere un ruolo essenzialmente formativo, occuparsi di quello che sa fare bene e non dell'ordinaria amministrazione...".

Simona Caselli, presidente di Legacoop, ha quindi illustrato il fenomeno dell' acquisizione di aziende in crisi da parte dei dipendenti e di quanto sia efficace per creare e mantenere la rete d'impresa locale. Il workers buyout - in pratica il riacquisto da parte di dipendenti in cassa integrazione di aziende per lo più in procedura concorsuale – proprio grazie alla cooperazione, e dunque proprio a Reggio Emilia, sta diventando oggetto di studio un po' in tutta Europa. Già quattro le esperienze positive: dall'azienda di nicchia che lavora il legno in montagna, al cravattificio di Sant'Ilario per griffes famose rilevato dalle donne dipendenti, all'impresa che rischiava di saltare non tanto per la crisi, ma per la morte del titolare, fino al caso più emblematico, l'ex ceramica Magica oggi Greslab di Scandiano. "Era una ceramica in fallimento che da 60 lavoratori era scesa a 33 e ora, grazie all'impegno degli ex dipendenti e alle innovazioni introdotte, nonostante la crisi del settore è arrivata a dare lavoro a 66 persone, ma con una fatica incredibile", ha sottolineato Caselli. "Perché se non ci fosse stato il sistema cooperativo ad affiancarli nella fase iniziale, così come avviene per tutte le start-up, e se non ci fosse stata la Banca etica a credere in loro, questa impresa meravigliosa non sarebbe mai nata – ha detto – Ancora oggi un sistema bancario atavico e privo di una cultura di startup, stenta a dare fiducia a questa azienda che pure ha fatto tutto quello che i testi di economia insegnano si debba fare: ha innovato il prodotto, comprato un nuovo forno, ha cambiato mercati e raddoppiato il fatturato. Ma non ottengono nessun aumento del fido bancario a breve, perché ancora non producono utili...".

A chiudere l'interessante mattina, il caso della cooperativa sociale "Tutte le porte", fondata da un gruppo di persone iscritte al collocamento mirato dopo un'azione di formazione professionale co-finanziata dalla Provincia di Reggio Emilia. "Abbiamo deciso di crearci da soli quel lavoro che all'esterno non riuscivamo a trovare, mettendoci insieme e offrendo qualcosa che sul mercato non c'era - ha spiegato il presidente Daniele Cavalchi - Dopo aver bussato appunto a tutte le porte per rientrare nel mondo del lavoro, abbiamo deciso di unirci in una cooperativa in modo da valorizzare le loro professionalità e oggi offriamo ai privati, alle aziende ed agli enti servizi accurati, professionali ed a prezzi concorrenziali per quanto riguarda tutti i cosiddetti lavori di casa, dal'idraulico al muratore all'elettricista".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 20 novembre 2013 -

Battesimo ufficiale oggi pomeriggio a Palazzo Allende per il progetto di educazione alla legalità nelle scuole. La presidente Masini agli studenti: "La freschezza delle vostre idee e il vostro impegno potranno cambiare tante cose" -

"Vi diamo il benvenuto in questo luogo, dove si lavora anche per affermare la cultura della legalità". Con queste parole la presidente della Provincia Sonia Masini ha aperto il suo saluto ai giovani riuniti oggi pomeriggio a palazzo Allende per l'incontro di inizio del progetto didattico nelle scuole superiori "I talent i per la legalità democratica".

"Molto è stato fatto, ma tanto resta da fare in un Paese, dove l'illegalità pare allargare il proprio raggio d'azione – ha aggiunto la Presidente - Dobbiamo mettere in campo una "resistenza", tutti, adulti e ragazzi. Anche dal fronte del giornalismo si può e si deve combattere la mafia, denunciando e informando. A Reggio Emilia in questi anni sono nati tanti gruppi per contrastare le infiltrazioni mafiose. Sono convinta che con la freschezza delle vostre idee e del vostro impegno si potranno cambiare tante cose".

Rosa Frammartino, curatrice del progetto, ha quindi ringraziato "la Provincia per la sensibilità che ha dimostrato e che ci ha consentito di portare avanti questo percorso sulla cultura della legalità".

"Mi piace ricordare oggi che in questa città nulla e più come prima, sono sette anni che lavoriamo a questo progetto – ha proseguito - e negli ultimi quattro abbiamo lavorato in modo strutturato e riconoscibile, coinvolgendo 10 scuole. Grazie anche agli insegnanti, alle scuole che hanno aderito al percorso educativo. C'è sempre più interesse a capire e a leggere con i propri occhi il contesto sociale in cui viviamo".

Il progetto vedrà quest'anno, oltre alla partecipazione di numerosi esperti, due novità significative: un corso di teatro civile contro le mafie in sei lezioni, "Fuori dal silenzio", organizzato in collaborazione con Alessandro Gallo di Caracò, e un laboratorio di giornalismo d'inchiesta "Sulle tracce della notizia", sempre in sei lezioni, in collaborazione con i ragazzi di Cortocircuito.

"Il teatro di impegno civile – ha spiegato Alessandro Gallo, nella presentazione del laboratorio "Fuori dal silenzio" – è un fenomeno che nasce negli anni '90 per denunciare e raccontare cosa succede in questo paese. Da allora questa ondata non si è mai fermata, pur con tutte le difficoltà. Il teatro di impegno civile è uno strumento che cambia la vita ai ragazzi. Il tema su cui lavoreremo è quel lo del la maf ia e del l'antimafia. Insieme individueremo chi ha denunciato le mafie, racconteremo la storia dei testimoni di giust izia".

"Il laboratorio di giornalismo – ha spiegato Elia Minari di Cortocircuito - nasce dal bisogno di rispondere a una crisi del giornalismo, legata, spesso, anche alla mancanza di tempo e quindi di approfondimento. Insieme cercheremo di imparare a capire e interpretare documenti, le sentenze, usciremo anche a fare delle interviste. Il giornalismo di inchiesta spesso si occupa di temi sgraditi – ha aggiunto - quindi occorre essere disposti a correre qualche piccolo rischio. Si vanno a toccare poteri forti, occorre quindi essere consapevoli anche delle responsabilità che gravano sui giornalisti".
Agli interventi di presentazione è seguita la prima lezione del laboratorio di giornalismo con lo scrittore e giornalista Antonio Nicaso, che da anni collabora con la Provincia, con una relazione su "Le 5 W: la bussola del giornalista".

Al progetto nelle scuole "I talenti per la legalità democratica", che proseguirà nel corso di tutto l'anno scolastico, partecipano l'Associazione nazionale Test imoni di giustizia, l'Associazione "Giorgio Ambrosoli" di Milano, Solidaria Onlus di Palermo, Associazione Cortocircuito, Giovani reggiani contro le mafie, Caracò Bologna, Comitato Addiopizzo junior e young (Palermo), Associazione "Padre Puglisi. Sì, ma verso dove?" di Palermo.
 
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 20 novembre 2013 -
 
Il progetto REpstep concede il bis: stamattina gli entusiastici racconti dei primi 80 ragazzi delle superiori che la scorsa estate hanno studiato e lavorato in Spagna, Portogallo, Germania e Malta -
 
Gli 80 studenti delle classi quarte di 8 istituti superiori reggiani che, tra giugno e settembre, hanno svolto uno stage di formazione e tirocinio all'estero grazie a REpstep - uno dei tanti progetti realizzati in questi anni dalla Provincia di Reggio Emilia per favorire esperienze formative in Europa dei nostri giovani – hanno illustrato questa mattina gli esiti di 4 settimane che, per molti di loro, sono state davvero indimenticabili. Lo hanno fatto nell'Aula Magna dell'Università di Reggio Emilia alla presenza della presidente della Provincia Sonia Masini, dell'assessore all'Istruzione Ilenia Malavasi, della coordinatrice Loriana Paterlini e di Martino Soragni dell'Ufficio Relazioni internazionali, ma soprattutto degli alunni di altre 8 scuole reggiane che, la prossima estate, potranno a loro volta svolgere questi interessanti stage grazie al nuovo progetto che la Provincia si è visto approvare nell'ambito del Programma "Leonardo da Vinci".

La mattinata si è snodata velocemente attraverso i racconti dei gruppi di studenti di Motti, Pascal, Scaruffi-Levi-Tricolore e Zanelli di Reggio Emilia, Russel e Istituto professionale di Guastalla-Novellara, Gobetti di Scandiano e Cattaneo di Castelnovo Monti che – con 14 docenti che si sono succeduti nell'accompagnamento – hanno trascorso tra giugno e settembre 1 settimana di approfondimento linguistico e 3 di stage in azienda in Spagna (Cadice o La Coruna), Germania (Pforzheim), Malta (Gzira) o Portogallo (Viseu).

L'impegno della Provincia di Reggio Emilia a favore dei giovani reggiani (grazie anche al contributo di una importante rete di partner locali formata da Fondazione Manodori, Unindustria, Cna, Camera di commercio, Acer, Coldiretti, Confederazione italiana agricoltori, Comune di Reggio Emilia ed Europe Direct) è stato sottolineato dall'assessore all'Istruzione della Provincia di Reggio Emilia, Ilenia Malavasi, che ha ricordato "gli oltre 200 studenti delle superiori che dal 2005 hanno visitato le istituzioni europee a Bruxelles grazie agli Open Days e gli oltre 100 laureati o diplomati che hanno pure svolto stage all'estero attraverso altri filoni del Programma Leonardo".

"Vedervi così felici per questa esperienza ci rende a nostra volta felici – ha detto la presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini – Noi vogliamo farvi viaggiare, farvi conoscere nuove realtà, perché chi oggi non si muove, e non sa l'inglese e magari anche un'altra lingua straniera, è tagliato fuori: questo non significa svuotare Reggio e l'Italia dei nostri giovani, perché vogliamo che poi torniate portandoci il nuovo che incontrerete". Un concetto ripreso anche dalla vicepresidente provinciale della Cna, Jessica Giusti, mentre il professor Alfredo Cenini del Pascal e la dirigente del D'Arzo di Montecchio, Rosanna Rossi, hanno manifestato rispettivamente la soddisfazione di chi ha partecipato e di chi a breve vedrà i propri studenti partecipare a questi importanti esperienze formative all'estero. A chiudere la mattinata, l'intervento di Gonzalo Orodea Lopez, un giovane neo-laureato spagnolo che sta invece svolgendo uno stage alla Provincia di Reggio Emilia.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Lunedì, 18 Novembre 2013 11:22

Reggio Emilia: in memoria del Vajont



Il Laboratorio di Scienze del Liceo Moro dedicato alla memoria delle vittime del Vajont

Reggio Emilia 18 Novembre 2013 --

Il laboratorio di scienze del Liceo Moro di Reggio Emilia è dedicato alla memoria delle Vittime del Vajont. La cerimonia di intitolazione è avvenuta sabato mattina alla presenza – oltre che del dirigente scolastico Roberto Villa, della professoressa Fulvia Maria Gabriella Gueli, responsabile del progetto, della classe 3H già partecipe al progetto, degli assessori all'Istruzione di Provincia e Comune di Reggio Emilia, Ilenia Malavasi e Iuna Sassi, di rappresentanti dell'associazione Bentivoglio di Gualtieri da tempo gemellata con il gruppo di Protezione civile di Longarone, ma soprattutto di una folta delegazione dei comuni colpiti dalla strage di mezzo secolo fa guidata dai sindaci di Longarone ed Erto-Casso, Roberto Padrin e Luciano Giuseppe Pezzin: con loro i superstiti Italo Filippin, Carolina Teza, Giuseppe 'Bepi' Vazza e i coniugi Armando e Nives Fontanella.

La mattinata si è aperta con il saluto del dirigente scolastico Roberto Villa e degli assessori all'Istruzione di Provincia e Comune di Reggio Emilia. "Quella di oggi è molto di più di una semplice intitolazione, è un'altra tappa importante di un percorso di studio e di approfondimento per tanti giovani che porteranno per sempre il ricordo di questo giorno simbolico, che li aiuterà a crescere, a diventare cittadini consapevoli, attivi e attenti, in grado di salvaguardare il valore del rispetto per le persone e anche per il territorio", ha detto l'assessore Ilenia Malavasi, mentre Iuna Sassi ha ricordato "questa tragedia che allora ci colpì profondamente e che ora, grazie al prezioso lavoro svolto dal liceo Moro, rimarrà nella coscienza di tutti i ragazzi".

La professoressa Gueli ha quindi presentato il "Viaggio della memoria nei luoghi del Vajont", nato nel 2009 al Moro come uno dei percorsi del progetto nazionale "Cittadinanza e Costituzione", che da allora ha visto sei classi del liceo scientifico recarsi sui luoghi del disastro (e altre quattro classi ripeteranno l'esperienza la prossima primavera). In particolare dall'anno scolastico 2010/11, grazie al lavoro avviato dalla professoressa Gueli con la 1H del Liceo delle Scienze applicate, il progetto ha assunto particolare rilevanza anche come approfondimento di parte dei contenuti svolti nella programmazione didattica di Scienze naturali (geodinamica esogena). Questa mattina gli stessi studenti della 3H – presenti anche i ragazzi delle classi che la prossima primavera effettueranno il Viaggio della memoria sui luoghi del Vajont – hanno quindi mostrato il lavoro svolto nel loro percorso, con una serie di immagini e di frasi suggestivi, perché "i ricordi non si sgretoleranno come le pietre".

E che, in quella valle, il ricordo della tragedia di mezzo secolo fa sia ancora ben vivo, lo hanno confermato i sindaci di Longarone ed Erto-Casso, Roberto Padrin e Luciano Giuseppe Pezzin, ed i superstiti Italo Filippin, Carolina Teza, Giuseppe 'Bepi' Vazza e i coniugi Armando e Nives Fontanella. Un ricordo misto ancora a tanta rabbia per una strage che poteva e andava evitata; per uno Stato dal quale le popolazioni si sono sentite abbandonate; per una giustizia lenta e ingiusta; per una stampa che allora (ma anche adesso se la Gazzetta dello sport giusto lo scorso maggio ha presentato la tappa del Vajont titolando "Si pedala dove 50 anni fa crollò la diga") non seppe o non volle raccontare la verità, tranne rarissime eccezioni: Tina Merlin dell'Unità all'epoca, Lucia Vastano oggi, il cui prezioso lavoro si è aggiunto a quello dell'attore Marco Paolini e del regista Renzo Martinelli. "Il Vajont è il peggior esempio di fallimento di gestione del territorio, ma anche della giustizia italiana, perché alla fine in pratica nessuno ha pagato", ha tra l'altro detto il sindaco Padrin, invitando i ragazzi a continuare "a visitare le nostre terre, perché solo vedendo ci si rende conto di cosa è stato capace l'uomo, ovvero ammazzare oltre 1.900 persone e abbandonare i sopravvissuti, e si può comprendere come il profitto non vada mai messo sopra a tutto e tutti e come la natura debba essere sempre rispettata".

Docenti, ragazzi e delegazione veneto-friulana si sono quindi recati per la cerimonia di intitolazione alle Vittime del Vajont del 9 ottobre 1963 nell'Aula di scienze del Moro che da anni, grazie alla volontà di quanti lo conducono e lo frequentano, rappresenta non solo uno spazio scolastico tra i più attivi del liceo, ma soprattutto un valido e interattivo supporto per acquisire conoscenza e consapevolezza: il luogo perfetto, insomma, per ricordare le oltre 1.900 persone che morirono in quella strage e per proseguire un progetto incentrato sui luoghi della memoria quali laboratori di conoscenza e di riflessione. "Ma anche per ricordare – ha concluso il dirigente scolastico Roberto Villa – che alla scienza devono sempre accompagnarsi saldi valori morali, per far sì che i risultati che si ottengono siano sempre a beneficio, a mai a danno, dell'umanità".

(Fonte Provincia di Reggio Emilia)


L'assessore Alfredo Gennari: "Per garantire una sempre maggiore sicurezza, la soluzione più efficace crediamo sia la prevenzione"

Reggio Emilia, 18 Novembre 2013 - -

Il casello autostradale sulla A1 Terre di Canossa-Campegine, inaugurato nell'aprile 2008, è una recente infrastruttura che offre nuove possibilità di collegamento, da e per Reggio Emilia e il suo territorio, nella parte occidentale della nostra provincia. Grazie ad un moderno sistema di nuovi assi stradali pensati e costruiti dalla Provincia, il territorio reggiano è diventato crocevia di infrastrutture fondamentali non solo per i reggiani, ma per tutto il Nord Italia: dall'A1, con i suoi due caselli, all'Autobrennero, alla nuova stazione Mediopadana dell'Alta velocità.

Ancora oggi però, chi esce dal casello Terre di Canossa-Campegine e magari ha bisogno di sostare o di parcheggiare la macchina, si trova in un'area pressoché buia. "Abbiamo quindi chiesto ai responsabili della società che ha in gestione il tratto autostradale di valutare la possibilità di installare un sistema di videosorveglianza e di illuminazione all'uscita del casello Terre di Canossa–Campegine", annuncia l'assessore provinciale alle infrastrutture Alfredo Gennari. "Per garantire una sempre maggiore sicurezza, la soluzione più efficace crediamo sia la prevenzione, per questo abbiamo espressamente richiesto, in conformità con le normative, un adeguato sistema di illuminazione e di videosorveglianza all'uscita del casello, deterrenti non invasivi che non gravano eccessivamente sui costi: la sicurezza sulle strade è un tema importante che passa dalla prevenzione, dalla diffusione di pratiche corrette e di guida responsabile, ma anche rendendo più sicuri i punti d'accesso alle infrastrutture", conclude l'assessore Gennari sottolineando come "la Provincia, nel tempo, abbia investito con fiducia e con risorse in questo nodo infrastrutturale, che consideriamo fondamentale, con nuove strade di collegamento al casello."

(fonte:  Comunicato Provincia di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 13 novembre 2013
 
La Provincia comunica che da domani, giovedì 14 novembre, sarà istituito un senso unico alternato, regolato da movieri, con limitazione di velocità a 30 Km/h, sulla Sp 467R "variante alla Pedemontana", fuori dal centro abitato tra Dinazzano e Casalgrande, circa 50 metri dopo l'innesto con la rotatoria situata in corrispondenza della ceramica "Casalgrande Padana" in direzione Casalgrande.

Il provvedimento è dovuto alla necessità di eseguire un getto di calcestruzzo per la realizzazione di una struttura in cemento armato nell'ambito dei lavori per il sottopasso ciclopedonale a Dinazzano. Le limitazioni, che resteranno in vigore fino al termine dei lavori, riguardano la fascia oraria compresa tra le 9 e le 11.30 del mattino.

Per info in tempo reale sulla viabilità e in caso di eventuali emergenze consultare il profilo Twitter della Provincia di Reggio Emilia @ProvinciadiRE.

(Fonte: Provincia di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 12 novembre 2013

La Provincia comunica che da domani, mercoledì 13 novembre, ci saranno alcune limitazioni al traffico dovute ai lavori per la realizzazione della rotatoria tra l'asse nord-sud di Val d'Enza, la Sp 358R "di Castelnovo" e la Sp1 "Poviglio-Brescello", nel comune di Poviglio.

In particolare sarà istituito un senso unico alternato, regolato da movieri, con l'introduzione del limite di velocità a 30 km/h, sull'area di raccordo tra la Sp358R (Via Romana) con direzione Boretto-Poviglio e il nuovo braccio della rotatoria, per la realizzazione di un nuovo attraversamento per collegare il nuovo impianto di illuminazione a quello esistente.

Un altro senso unico alternato, sempre regolato da movieri, con l'introduzione del limite di velocità a 30 km/h, sarà istituito nella zona della curva di raccordo tra la Sp358R (Via Romana) direzione Boretto-Poviglio e il nuovo braccio della rotatoria, con conseguente deviazione provvisoria del traffico proveniente da Brescello e dalla Sp358R, con direzione Boretto-Poviglio, su questo braccio della rotatoria e direzione obbligata sulla Sp20 Via Bertona e viceversa (da SP20 con direzione obbligata Boretto).

Ci sarà poi la chiusura del ramo di raccordo tra la Sp358R Via Romana, lato Poviglio e la nuova rotatoria, con deviazione del traffico (previa emissione ordinanza del Comune di Poviglio) sulle comunali via Manzoni, via Parma e via Bertona, per raggiungere la Sp20 e procedere in direzione Boretto.

Sarà chiuso anche l'attuale incrocio tra la Sp1-Sp358R, con deviazione traffico sul braccio di raccordo tra la Sp1 e la nuova rotatoria, mediante senso unico alternato regolato da movieri, con l'introduzione del limite di velocità a 30 km/h.

L'ultimo passaggio sarà l'apertura del ramo di raccordo tra la Sp358R Via Romana lato Poviglio e la nuova rotatoria, con ripristino dell'intera funzionalità della nuova circolazione stradale sulla rotatoria e sugli assi di raccordo.

Il traffico e le aree di lavoro saranno opportunamente regolati con l'apposizione della necessaria segnaletica da parte della ditta esecutrice dei lavori.

Per info in tempo reale sulla viabilità e in caso di eventuali emergenze consultare il profilo Twitter della Provincia di Reggio Emilia @ProvinciadiRE.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 12 novembre 2013
 
Il provvedimento, votato all'unanimità, prevede l'estrazione di 110mila metri cubi di argilla all'anno, riducendo però la superficie interessata dalle escavazioni -
 
Il Consiglio Provinciale ha approvato all'unanimità una variante al Piano delle Attività Estrattive Provinciale che, in funzione di un accordo con il Comune di Castellarano, vale anche come Piano Comunale.
La variante, che si occupa esclusivamente del polo estrattivo delle argille di Roteglia, è stata elaborata dalla Provincia a seguito di un atto di indirizzo votato all'unanimità dal Comune di Castellarano.
Ad illustrarne i contenuti l'assessore provinciale Mirko Tutino: "L'assessorato alla pianificazione ha proceduto, su proposta del Consiglio Comunale di Castellarano (e non delle imprese, come avviene in altri contesti), ed ha redatto la variante con i propri geologi ed urbanisti senza affidare a studi esterni il progetto, anche allo scopo di seguire e controllare direttamente l'impatto ambientale e le scelte inerenti il ripristino delle aree".
La variante consentirà per i prossimi dieci anni l'estrazione di circa 110 mila metri cubi annui di argilla. Questo materiale, nonostante il minor fabbisogno del settore ceramico, in questi ultimi anni è stato richiesto in nuovi ambiti: i riempimenti e i rilevati, gli isolamenti delle discariche, le fornaci e i cementifici. La Provincia e il Comune hanno chiesto che a fronte di questa nuova possibilità di estrazione, si riduca la superficie complessiva interessata dall'attività estrattiva. In questo senso l'escavazione proseguirà in aree già attive e verrà ripristinata un'area maggiore di quella che viene toccata dalle nuove estrazioni. Complessivamente si ridurrà quindi di circa il 25% la dimensione totale del polo estrattivo così come era stato pianificato nel 2002 ed in particolare sarà ridotta del 35% la parte destinata all'attività di escavazione .
"Per il recupero - ha aggiunto l'assessore Tutino - sono stati individuati fini multipli: agro-naturalistico, forestale e ricreazionale. Inoltre, per i versanti pianeggianti e subpianeggianti, è prevista la possibilità di realizzare, in conformità con le norme sul paesaggio e con l'accordo della sovrintendenza, alcuni pannelli fotovoltaici. Ad ogni modo il progetto di sistemazione finale delle cave sarà valutato in fase di autorizzazione del progetto, in particolare per quel che riguarda la sostenibilità ambientale di ogni intervento. Infine non è stato dimenticato il tema dell'incidenza sul traffico e sono state effettuate stime precise sulla Statale 467 sia all'altezza di Roteglia di Castellarano sia presso lo svincolo di Veggia di Casalgrande. A seguito della variante i mezzi pesanti passeranno da una media quotidiana di 108 viaggi a circa 140, che rappresentano lo 0,1% dei mezzi pesanti complessivi che passano per Veggia e lo 0,3% di quelli che transitano per Roteglia. Incidenza da considerarsi minima rispetto al traffico complessivo delle strade e ai flussi diretti alle zone produttive e residenziali del distretto ceramico".
"Questa variante è un esempio di come si possa conciliare l'attività delle imprese ad una buona gestione del territorio - ha concluso l'assessore - Riduciamo l'area complessiva del polo estrattivo, definiamo regole chiare per i ripristini ambientali delle aree dismesse dall'attività estrattiva. Abbiamo riconosciuto i volumi strettamente necessari all'impiego del materiale nei nuovi settori, con un ruolo forte degli Enti Pubblici".
 
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)