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“Urlo Eretico”, l'ultimo album di Andrea Ra: “Eresia significa scelta: io ho scelto...l'eresia” In evidenza

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Di Giulia Bertotto Roma, 11 maggio 2023 (Quotidianoweb.it)  - “Nella nostra comunità del “dissenso” c'è molto individualismo e questo fa il gioco di chi ci governa: è raro il servizio al noi e molto più spesso vedo il servizio all'io...anzi al super-io narcisistico, di freudiano insegnamento”...questa è solo una delle grida che può lanciare Andrea Ra durante un'intervista.

Andrea è romano, il primo Urlo lo lanciò nel '72, cantautore e bassista italiano di genere rock/alternative, è vincitore nel 2017 del premio MEI come Miglior Bassista Italiano Alternative. Oltre a pubblicare tre album solisti, ha collaborato con Giuliodorme, Daniele Groff, Diaframma, Piotta, Fabrizio Moro. L'ultimo concept album, dal titolo “Urlo Eretico”, è uscito il 21 aprile e fa cantare e scatenare tra rock, metal e scintille di elettronica.

Andrea, innanzitutto benvenuto al nuovo album, che è anche un viaggio. Partiamo anche noi come in un itinerario dal significato etimologico della parola eresia: deriva dal greco e significa “scelta”. Tu sei uno che ha scelto?

Io ho scelto di fare musica per disturbare i poteri intoccabili e per sconvolgere i dogmi della nostra società. Ogni scelta presuppone una rinuncia e una responsabilità. La mia scelta è stata sempre quella di stare dalla parte dei principi che ritenevo giusti. Gli artisti a mio avviso hanno il compito di tutelare le libertà di espressione. Per De André gli artisti sono gli anticorpi della società. Secondo me l'artista allineato è già una contraddizione, ha già abdicato. Come invece non hanno fatto gli eretici...

Alcune voci importanti nel mondo dell'arte ritengono che essa debba invece essere slegata dagli affari del mondo, dalle beghe della politica, che debba elevare da questi conflitti e “dualismi”.

In parte sono d'accordo, perché l'arte proviene da qualcosa che è oltre l'umano, però penso che l'arte sia costituita da due aspetti: uno è quello di smascherare gli inganni che viviamo quotidianamente e l'altro quello di farsi portale da altre realtà, di volare più in alto delle faccende umane. Ma proprio in quanto linguaggio che viene da sfere superiori, che attinge alla spiritualità e in forza di questo, può minare la contingenza, può distruggere certi piani nefasti. L'artista è un'antenna di mondi diversi dal nostro e al contempo deve rompere le scatole a chi comanda senza etica in questo mondo.

Urlo invece ha un'origine onomatopeica e deriva da “ululare”, dunque un verso animale, una dimensione istintuale.

Pensiamo a volte all'istinto come qualcosa di triviale, ma l'istinto quasi mai sbaglia, l'istinto fiuta, come un lupo. L'urlo è quello dell'eretico sul rogo, mi sono ispirato alla figura di Cecco D'Ascoli, poeta e filosofo arso sul rogo dell'Inquisizione come il più noto Giordano Bruno e altri eretici; io compio un viaggio nel tempo, partendo da Firenze per andare a salvare D'Ascoli. Grazie ad Ettore Majorana mi muovo dal Monte Shasta al Monte Sibilla nelle Marche. Queste tappe immaginarie nei luoghi della spiritualità più viva sono espedienti che servono a mettere con le spalle al muro tutte le inquisizioni della storia. La storia si ripete e chi non ne fa memoria fa violenza. Oggi nessuno sembra ricordare i nove anni di guerra in Donbass, fomentati dalla Nato a trazione americana: c'è un solo imputato al tribunale dell'Inquisizione. Ma non c'è libertà se non c'è verità.

Il singolo lanciato è “Senso di colpa”, cosa ci dici su di esso? Non è solo un'emozione ma è un costrutto emotivo-cognitivo molto complesso, che ha a fare con la morale.

Il senso di colpa di cui parlo è quello da cui vorrebbero farci dipendere: senso di colpa per il debito pubblico, senso di colpa perché non guadagniamo abbastanza, perché facciamo figli o perché non li facciamo, perché inquiniamo...al di là del merito delle questioni e della loro legittimità, critico l'atteggiamento di mortificazione che ci viene impresso. Questo vale anche per l'ansia, la paura e la rabbia, emozioni usate per tenerci sotto scacco. Ma perché dovremmo prendere la vita con questa visione e con questi stati d'animo? Questi sentimenti nutrono spesso l'individualismo e questo favorisce poi coloro che hanno direzionato le masse verso questo modo di sentirsi.

Così però sembra che ci sia solo una classe dirigente scellerata e dei cittadini inermi, vittime senza tempra e perciò senza responsabilità.

Ciascuno di noi contribuisce all'accadere degli eventi e li orienta, nessuno è dispensato dai suoi compiti. Il Metaverso -anche qui l'intenzione è dichiarata nella parola- è un universo speculare al nostro, una realtà parallela, un'esistenza altra che dovremmo condurre in una dimensione digitale. Starà anche a noi stabilire fino a che punto vogliamo lasciarci fagocitare da una simile “offerta” del presunto progresso. A questo proposito ci tengo ad aggiungere che uno degli ultimi strumenti di responsabilità collettiva che abbiamo per farci sentire è il referendum, dobbiamo firmare i Referendum contro la guerra e l'invio di armi. La politica è stata piegata e deviata ma ricordiamo che è al servizio, e non tiranna, dei cittadini. Aggiungo anche il fatto che nella nostra comunità del “dissenso” c'è molto individualismo e questo fa il gioco di chi ci governa: è raro il servizio al noi e molto più spesso vedo il servizio all'io...anzi al super-io narcisistico, di freudiano insegnamento. Dobbiamo aprirci a coloro che non hanno le nostre stesse idee altrimenti non saremo degli eretici; saremo soli e presuntuosi, privi di una visione d'insieme.

Tu ami citare Pasolini e la società dei consumi che lui definiva nuovo fascismo. Cos'è oggi il fascismo?

Il fascismo storico, cioè quello sorto in Italia, per fortuna è morto nel 1945 (a parte alcuni rigurgiti), ma il fascismo oggi assume molte vesti: ad esempio è quando in un mio pezzo canto “Il mondo è in mano a dieci ricchi fabbricanti e venditori di armi” e in radio non mi passano. E' un fascismo di ritorno, che ha altre forme meno palesi e riconoscibili: bisogna saperle cogliere per non restare accecati da interpretazioni limitate e superate. Attualmente il fascismo è legato a logiche finanziarie, a imposizioni del mercato, alle dinamiche dei consumi. Noi pensiamo di aver “scoperto” una canzone o di aver “scelto” (ecco di nuovo l'eresia!) un certo stile di vita, ma in realtà ci è stato imposto in modo seduttivo ma per questo ancora più subdolo.

Definisco questo album “manifesto antifascista”. Il fascismo è il rovesciamento della realtà da parte dei media, la negazione della libertà, e questo disco è un inno alla libertà. Il fascismo odierno falcia la libertà del pensiero nonostante venga ovunque sbandierata la fierezza di appartenere a una moderna e luminosa democrazia. Oggi è viva l'Inquisizione sotto altre chiese ed è feroce il fascismo in altre vesti. Ma io continuo a cantare il mio urlo eretico.

Quando possiamo ascoltare dal vivo questo Urlo Eretico?

La prossima data è il 20 maggio a Milano al Germi- Luogo di Contaminazione.

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