Piacenza 13 gennaio 2020 - Temperature roventi durante le riunioni del Collegio dei docenti e le sedute d'esame che alla fine dello scorso anno scolastico hanno provocato malori ad almeno due persone, un fatto che nelle settimane scorse ha indotto una settantina di professori della Scuola Secondaria di 1° grado “Calvino” di Piacenza, la cui sede è in Via Boscarelli, a chiedere per tempo interventi risolutivi per l'Auditorium e per le aule interessate dagli esami. Gli insegnanti, nella speranza che la situazione si ripeta l'estate prossima, hanno inviato una specifica richiesta al Comune, in quanto proprietario dell'immobile, ma sono trascorsi oltre 2 mesi e di fronte al silenzio dell'ente in molti si sono rivolti alla Gilda degli Insegnanti, che quale contitolare della rappresentanza collettiva di categoria, ha formalizzato un esposto notificato a ciascuno degli enti preposti. 

L'atto firmato dal coordinatore Salvatore Pizzo invita Il Dirigente Scolastico a disporre tutte le misure necessarie per la tutela della salute dei dipendenti, e nelle more che si intervenga con lavori di adeguamento e/o l’installazione di impianti idonei, la Gilda suggerisce vari accorgimenti, come quella di convocare le riunioni del Collegio dei docenti in luoghi più salubri, anche diversi dalla sede scolastica, comunque nel perimetro del Comune di Piacenza (sale convegni, auditorium pubblici e/o privati, aula magna di altra istituzione ecc.). La Gilda suggerisce anche di provvedere all’acquisto con fondi dell’Istituzione scolastica di condizionatori portatili; il Comune di Piacenza di Piacenza è stato sollecitato ad intervenire urgentemente, quale proprietario dei locali ospitanti le scuole del primo ciclo, ai necessari lavori di manutenzione straordinaria e/o ordinari per sanare la situazione, inoltre ricordando che in caso di mancato intervento esistono anche delle sanzioni è stato informato il Servizio Igiene e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’ Ausl di Piacenza a disporre tutte le azioni di vigilanza di propria competenza. La Gilda fa sapere che in mancanza di riscontri si riserva ulteriori azioni.

Sede di Parma – Borgo delle Colonne 32 -43121 - Parma
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. –tel.338/8103820 – tel.fax 0521/684809

SEDE DI PIACENZA: Via S. Marco, 22 – 29100 Piacenza
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Tel. 0523 314046 – 338/8103820

Domenica 19 gennaio si parte con il corso di motivazione “Quanto Vali?!” e il brindisi inaugurale del variegato cartellone di appuntamenti dell’Associazione medesanese, partner di Parma Capitale della Cultura 2020.

Medesano (PR) 12-01-20 – Il 2020 sarà un anno importante per la cultura a Parma e provincia e il nuovo incarico di referente eventi del centro culturale La Caplèra di Medesano, sede dell’omonima associazione costituita nel 2016, vedrà da subito all’opera Francesca Caggiati.

Già domenica 19 gennaio, dalle 12.00 alle 18.00, i locali della villa ospiteranno il corso di motivazione e consapevolezza "Quanto Vali?!", che porterà i partecipanti a sperimentare vari modi per darsi il giusto valore, nelle relazioni di lavoro - riposizionandosi all'interno della propria azienda o addirittura cambiando lavoro - e nelle relazioni interpersonali, di coppia, genitori/figli o amicali.

“Nel momento in cui diventiamo consapevoli del nostro valore – spiega Francesca Caggiati - possiamo trasmettere agli altri le nostre qualità e competenze per farci riconoscere una retribuzione più consona, vivere un rapporto più equilibrato e rispettoso con noi stessi e di conseguenza con gli altri”.

Francesca_Caggiati_-_giornalista.jpgCaggiati, 46 anni, formatasi con rinomati docenti italiani ed esteri, conta una laurea in Economia e Commercio, è specializzata in comunicazione e marketing turistico e territoriale. Giornalista pubblicista dal 2001, attualmente ricopre il ruolo di revisore dei conti, nel Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia Romagna, per cui organizza anche alcuni dei seminari di aggiornamento relativi alla formazione obbligatoria degli iscritti.
Il corso è a numero chiuso e prevede un massimo di dodici partecipanti. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il 338 5219408 oppure inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o un messaggio attraverso la pagina Fb Parma Da Vivere.

L’Associazione senza scopo di lucro La Caplèra è partner ufficiale di Parma Capitale della Cultura 2020 con un progetto previsto presso il Ponte Nord, mentre in sede ospiterà eventi socio-culturali, artistici, informativi, educativi e benefici.

La realtà medesanese prende il nome dalla cappellaia, in dialetto locale la caplèra appunto, che viveva nella vecchia casa e che di mestiere cuciva i cappelli per gli abitanti della zona. Da qui, l’attuale proprietario e fondatore, è stato ispirato e ha tradotto in favola la straordinaria avventura che gli ha permesso di acquistare la Caplèra, fatta costruire dal maestro Romano Gandolfi, e che il centro culturale ha in animo di poter offrire al pubblico a fine maggio, con uno spettacolo teatrale rivolto ad adulti e bambini.

Sempre domenica 19 gennaio alle ore 19.00 si terrà la presentazione del calendario eventi La Caplèra 2020 e il brindisi inaugurale - aperto a tutti fino ad esaurimento posti – per cui è richiesta l’adesione contattando il centro culturale attraverso la mail del sito www.lacaplera.it  o la pagina Fb "La Caplèra".

Centro_Culturale_La_Caplèra_-_Medesano_PR_1.jpg

 

FB_IMG_1450638105881.jpg

 

 

 

“Mario Bocchi, primo sindaco di Parma”, un libro e un pezzo di storia della città che si completa. Molti ancora i punti da riportare alla luce.

E’ nella prestigiosa sala del Consiglio Comunale di Parma che si è finalmente celebrato il primo Sindaco di Parma, tornato a rivivere nella storia della città, grazie al libro di Giuliano Masola "Mario Bocchi primo sindaco di Parma". Se un pezzo importante della storia di Parma è stato ricomposto, molti nuovi interrogativi si sono manifestati durante la ricerca storica. Quesiti che dovranno essere indagati, sia sulla persona dello stesso Bocchi, sia per completare il quadro politico e sociale di Parma nel primo dopoguerra.

di LGC Parma 8 gennaio 2020 – Mario Bocchi, primo sindaco di Parma, dalla resistenza al tavolo con i "Grandi d'Italia" era da subito caduto nell'oblio senza ragione apparente, una dimenticanza sanata grazie all'associazione Giuseppe Micheli e Confcooperative Parma e al libro di Giuliano Masola "Mario Bocchi primo Sindaco di Parma" che è stato presentato questa mattina nella sala del Consiglio Comunale di Parma.
"Mario Bocchi - recita l'invito al convegno - è stato un uomo silenzioso ma fortemente impegnato nella Resistenza e nella ricostruzione di Parma dalle macerie belliche, stretto collaboratore di Giuseppe Micheli. Il poeta Renzo Pezzani a lui dedicò un libro di poesie. Lo scultore Froni lo ricordò con un busto. Enrico Mattei e Giovanni Marcora amavano ragionare con lui nel salotto di casa sua.
E’ stato fotografato al fianco di illustri personaggi tra cui Alcide De Gasperi, Giulio Andreotti, Ferruccio Parri. Su proposta del CNL, gli Alleati lo hanno nominato Sindaco di Parma nel 1945 e confermato dal Prefetto Ferrari. Ma di lui era scomparsa ogni traccia, nemmeno una fotografia in Comune. Su iniziativa dell’Associazione Giuseppe Micheli e di Confcooperative Parma, Giuliano Masola ha ricostruito la vita, l’impegno sociale e politico di Mario Bocchi, primo Sindaco di Parma, dalla Resistenza al primo anno della ricostruzione della città."


“Fin da piccolo, - ha così introdotto i lavori Alessandro Tassi Carboni presidente del Consiglio Comunale di Parma - come tanti altri coetanei, ho sempre goduto del fascino delle storie: racconti che ti trasportano dentro le vite degli altri, racconti che ti accompagnano in sognanti relazioni.
E la mia attuale esperienza politica consente - determinando così il lato più felice del frangente - di incrociare tante storie stimolanti di uomini, donne e fatti che accolgo sempre con grande curiosità.
Così ho incrociato la storia di Mario Bocchi in occasione del convegno tenuto lo scorso luglio "Il Sindaco che non c'era" grazie all'iniziativa, fra gli altri, di Eugenio Caggiati e Giuliano Masola.
Una vicenda curiosa, fatta di dimenticanze ed oblii, di caratteri schivi e riservatezze, di volontà e ingiustizia, fretta di passare oltre ad uno dei periodi più bui e drammatici della nostra storia recente. In quel contesto certamente Mario Bocchi era la persona giusta, scelta con lungimiranza prima dal Comando Alleato e poi confermata anche dalla Prefettura, per garantire il passaggio istituzionale alla democrazia evitando il feroce disfacimento sociale frutto del lungo periodo di soprusi e libertà violate.
Lo stesso Comune di Parma era caduto nell'equivoco di disconoscere il ruolo ricoperto da Mario Bocchi tra il 1945 ed il 1946 quale Sindaco della città, tanto da non rappresentare neppure la sua immagine fra quella dei primi cittadini presente nella Sala Grande del Municipio. Questo vuoto è stato colmato il 2 luglio 2019 apponendo ufficialmente il quadro contenente una delle rare fotografie (recuperata grazie alle affettuose ricerche del nipote Andrea Saccani) del primo Sindaco di Parma dell'era democratica. La cerimonia, alla presenza delle autorità cittadine, è stata volutamente sobria ma emotivamente partecipata, in coerenza al comportamento e lo stile che ha contraddistinto il passaggio terreno di Mario Bocchi.
E certamente a lui dobbiamo molto di più di quanto gli sia stato mai riconosciuto.
Oggi che, grazie all'appassionato e rigoroso lavoro di ricerca di Giuliano Masola, promosso dall’associazione culturale “Giuseppe Micheli”, la nebbia del silenzio si è diradata e possiamo sentirci più padroni del nostro passato, quale memoria ed origine della nostra identità. Una memoria non sterile e nostalgica ma dinamica energia per le consapevoli scelte che ci attendono.”

All'introduzione del Presidente del Consiglio Comunale hanno fatto seguito i saluti di Carmen Motta, nella sua prima uscita pubblica nel ruolo di Presidente dell'Istituto Storico della resistenza e dell'Età contemporanea di Parma. “Siamo onorati di avere collaborato alla ricostruzione di questo pezzo di storia della nostra città. Bocchi si assunse delle responsabilità impegnative durante il periodo resistenziale e per questo venne nominato primo sindaco di Parma. Provate a immaginare cosa volesse dire tenere insieme le diverse anime della resistenza per condurle alla piena democrazia. Una città devastata dove occorreva garantire anche sicurezza.” “A una persona umile ma coraggiosa, determinata, rigorosa, come pochi noi dobbiamo un grande debito di riconoscenza e questa giornata sia solo l’inizio per conferire lo spessore che Bocchi merita anche ai giorni nostri, ha così concluso la Carmen Motta.”

La figura del "Sindaco Ritrovato" è stata richiamata dallo stesso autore del libro, Giuliano Masola.
Mario_Bocchi.jpg
"Di primo acchito - inizia il proprio intervento Giuliano Masola - direi che oltre alla figura di Mario Bocchi emerge anche la nostra città come era vissuta tre generazioni fa grazie anche al corredo fotografico e la riproduzione di illustrazioni satirico-politiche del tempo.
Dobbiamo ad Andrea Saccani nipote di Mario Bocchi un particolare ringraziamento anche per questo. La Storia si può così riassumere.
Mario Bocchi nasce a Parma il 26 novembre 1903, da Ildebrando ed Ercolina Paini. I genitori, entrambi orologiai, sono di Traversetolo; il trasferimento della famiglia a Parma avviene l’11 novembre 1909.
A Parma, abita in via Cocconi 15; si trasferisce a Modena fra il 1923 ed il 1925. Dalla verifica fatta dopo il suo rientro da parte del Comune, risulta che sta con la famiglia e che lavora presso lo studio notarile dell’On. Giuseppe Micheli.
Il 23 ottobre 1930, ad Albazzano, si sposa con Iolanda Bondani, casalinga; uno dei testimoni è l’on. Giuseppe Micheli. Dalla coppia nascono due figlie: Angiola Maria e Maria Grazia. Dalle schede per il censimento nel 1935 risulta che Mario abitava con la famiglia in via Trento dove resta fino alla metà del ‘45.
L’8 settembre 1943 tutto cambia. Il 21 settembre Giuseppe Micheli, per evitare di essere arrestato, fugge in fretta e furia da Parma, trovando rifugio, prima presso il Seminario di Chieti, poi a Roma. Già pochi giorni dopo l’armistizio, cominciano a formarsi gruppi per la lotta contro tedeschi e repubblichini e i partiti cominciano a riorganizzarsi. A metà ottobre, presso lo studio Micheli, allora in borgo S, Vitale 6, si svolgono riunioni dalle quali prendono corpo, da un lato, il Comitato Nazionale di Liberazione di Parma e, dall’altro, i componenti della nascente Democrazia Cristiana locale fra i quali Renzo Ildebrando Bocchi, patriota e poeta che finirà i suoi giorni nel campo di concentramento di Ersbruck (Flossenburg) nel dicembre 1944. Mario Bocchi è molto abile nell’organizzazione e, soprattutto, conosce tutti coloro che sono in collegamento con l’on. Micheli.
Nell’ambito del CLN, Bocchi, col nome di battaglia di “Perez”, diviene responsabile per la parte organizzativa, mentre in ambito politico ha la direzione del movimento democratico cristiano. Il suo ruolo diventa particolarmente importante; fra l’altro è chiamato a concordare i lanci di materiale da parte degli Alleati per i partigiani.
Con l’assenza di Micheli, Bocchi diventa un elemento cruciale anche per “La Giovane Montagna”, il settimanale attraverso il quale l’onorevole tiene strettissimi rapporti con le comunità parmensi e reggiane. Le leggi sulla stampa, nella Repubblica di Salò, sono ogni giorno più dure, per cui anche il giornale è costretto a sospendere le pubblicazioni fra l’inizio di febbraio e l’agosto del 1944.
Col 25 aprile 1945 si ritorna a un regime democratico. Dopo alcuni incontri in attesa di scendere in Città, il CLN aveva designato il “comandante Arta” ‒ Giacomo Ferrari ‒ prefetto e Mario Bocchi sindaco, a capo di una giunta popolare (la designazione di un esponente della Democrazia Cristiana, in particolare dell’uomo di fiducia di Micheli, funge da contrappeso a quella di Ferrari, personalità di punta del Partito Comunista nella lotta partigiana). La nomina vera e propria avviene da parte degli Alleati il 1° maggio 1945, mentre quella da parte del Prefetto è del 30 giugno.
Fin dal 26 aprile, Bocchi deve fare fronte a una situazione molto grave in città: distruzioni, carenza alimentare ed energetica (manca la legna, ad esempio); alle difficoltà di trasporto si aggiunge la disoccupazione, la mancanza di abitazioni; si scambia il parmigiano col vetro, e così via. Il tutto in un ambiente in cui tanti sono ancora armati e le vendette trovano sfogo.
Dall’aprile del 1945 allo stesso mese del ’46, Mario Bocchi deve decidere anche sulle epurazioni, cercare di mantenere l’ordine pubblico e, tema particolarmente caro ai parmigiani, affrontare il problema urbanistico; il Monumento a Verdi, pesantemente colpito dai bombardamenti, finisce per diventare la spada di Damocle per il Sindaco.
Nella primavera del 1946, le elezioni amministrative vengono vinte dalla sinistra: Primo Savani diventa sindaco, eletto nell’ambito della nuova Giunta Comunale. Mario Bocchi, che si era presentato nella lista della DC senza entrare nel nuovo Consiglio Comunale, cerca altre strade: diventa amministratore dell’Ordine Costantiniano, ricostituito da Micheli, dove resta per alcuni anni.
Il 17 ottobre 1948 muore Giuseppe Micheli, a conclusione di un cinquantennio di vita politica di successo.
Nel 1960 Bocchi si trasferisce a Milano, dove apre una piccola azienda di pubblicità. Resta, però, sempre costantemente in collegamento con tanti alti esponenti della Democrazia Cristiana, che utilizzano la sua abitazione di via San Sisto, a pochi passi dalla sede della D.C. lombarda, come punto di incontro. Viene anche nominato Presidente dei Probiviri della DC per la Lombardia.
Persona assolutamente schiva e riservata ha vissuto in condizioni dignitose, ma ha lasciato solo i soldi per il funerale. È scomparso a Milano il 19 ottobre 1981; il giorno seguente, la sua figura è stata ricordata nella seduta del Consiglio Comunale di Parma.
Le sue ceneri riposano a Parma, nella cappella di famiglia alla Villetta."

Una ricostruzione storica e una riabilitazione del primo Sindaco di Parma che nasce da una idea dell'Associazione Giuseppe Micheli che ha trovato la collaborazione di Confcooperative di Parma.

"E' un volume che fa rientrare nella storia di Parma - sottolinea Eugenio Caggiati presidente dell'Associazione Culturale Giuseppe Micheli - una figura che, più o meno volutamente, era stata dimenticata, quella di Mario Bocchi, primo sindaco di Parma nel dopoguerra. Una figura silenziosa, ma che ha avuto un ruolo di primo piano, come emerge dal suo rapporto con Enrico Mattei ed altri personaggi, anche nella costruzione della Democrazia Cristiana a livello nazionale. Con la ricerca vengono portate alla luce cronache ed immagini del 1945 parmense, quando i parmigiani dovettero usare anche le assi del Teatro Farnese bombardato per scaldarsi.
Come associazione culturale Giuseppe Micheli siamo lieti di aver approfondito il significativo ruolo che i cattolici parmensi hanno avuto in quei drammatici giorni. Quando, in occasione dei 50 anni della sua morte, su iniziativa del circolo Il Borgo, fu celebrato il più significativo studio su Giuseppe Micheli, il personaggio politico più rappresentativo nella storia parmense del ‘900, il nome di Mario Bocchi, capo della sua segreteria, non trovò molto spazio, anzi di lui si dice “personalità di cui, nonostante il ruolo tutt’altro che trascurabile rivestito tra il ’43 ed il ’45 si fatica a ricostruire i precedenti politico-culturali”.
A lui, Sindaco di Parma tra il 1945 ed il ’46, sono state dedicate solo alcune righe in varie pubblicazioni[1] che hanno parlato della storia di Parma dopo la Liberazione. Di lui non c’era nemmeno la foto, nell’apposito spazio antistante la sala del Consiglio comunale, tra quelle dei Sindaci di Parma. Non giravano sue foto nei libri che ricostruivano quei mesi terribili che segnarono la fine della Seconda guerra mondiale; nemmeno la rinata “Gazzetta di Parma” a lui aveva dedicato grandi spazi durante la sua gestione amministrativa. Mario Bocchi è il nome del primo Sindaco di Parma che, negli anni successivi, si è cercato di far dimenticare nella memoria dei parmigiani, nonostante abbia avuto, come scrive don Cavalli, il ruolo di direzione e di coordinamento della nascita della Democrazia Cristiana parmense nel ’43, anche nel movimento cattolico locale, viene presto dimenticato.
In occasione della celebrazione dei 70 anni della morte di Giuseppe Micheli, come associazione Micheli, stimolati anche da un precedente studio su Giacomo Ferrari di Ludovico Cutaia, è diventato perciò logico cercare di approfondire quei tragici giorni ed il legame fra Micheli ed il suo segretario, che è il referente degli Alleati in quei tragici mesi e che viene nominato primo sindaco di Parma; cercare di capire il loro rapporto e ricostruire la situazione sociale, culturale e politica del tempo. È diventato logico chiedersi come mai in una terra storicamente “rossa” il CLN parmense si sia costituito nello studio del cattolico Micheli, e il suo segretario, su proposta del CLN, sia stato nominato Sindaco di Parma prima dagli Alleati, poi dal Prefetto Ferrari. E’ diventato logico anche chiedersi perché un personaggio che ha vissuto in prima persona quel tragico ma eroico periodo storico abbia voluto scomparire nel silenzio.
Il ricercatore dott. Giuliano Masola ha accettato la sfida: ha recuperato foto e notizie setacciando gli archivi e riconsegnando alla storia moderna di Parma il nome e l’immagine del primo sindaco.
“Mario Bocchi, il sindaco che non c’è” è diventato, perciò, il titolo provocatorio di un primo convegno promosso, il 22 novembre 2018, dall’associazione Micheli nell’ambito della Festa della storia, nella sede di Confcooperative di Parma che, a seguito della relazione di Giuliano Masola ha portato il Presidente del consiglio comunale, arch. Alessandro Tassi Carboni, e il Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, a collocare al proprio posto nel Comune di Parma, insieme agli altri sindaci, con una semplice ma significativa cerimonia ufficiale il 2 luglio 2019, la foto, finora incomprensibilmente assente, del primo sindaco di Parma ed ha spinto il dott. Giuliano Masola a rafforzare la ricerca sulla enigmatica figura di Mario Bocchi.
Il convegno ha visto anche la presenza del nipote Andrea Saccani che ha dato alla ricerca uno sviluppo inizialmente inaspettato; da un vecchio cassetto di un buffet, nell’antica casa materna sull’Appennino, sono infatti venuti fuori tanti “ricordi” e foto storiche che il nonno, uomo schivo e silenzioso, aveva lasciato.
Questa pubblicazione di Giuliano Masola porta, quindi, alla luce una figura finora sconosciuta della storia di Parma, un personaggio che, senza voler apparire, ha avuto un ruolo molto significativo nella dura storia parmense dell’avvio della Repubblica: nella Resistenza con il nome di Perez, nei primi mesi del crudo dopoguerra e anche nella nascita della Democrazia Cristiana in terra emiliana e lombarda. Mario Bocchi non ha mai voluto giocare un ruolo di primo piano ma, a lui toccava indicare agli aerei Alleati dove “buttare” dal cielo gli aiuti ai partigiani; a lui è stato chiesto di prendersi la responsabilità di avviare la ricostruzione della città ed anche di rasserenare gli animi assetati di vendetta; a lui è stato affidato il compito di dirigere e coordinare a Parma le energie nella ricostruzione della presenza politica dei cattolici nella DC, ampliando il proprio impegno anche a Reggio ed a Modena.
È difficile comprendere perché nel gennaio del 1960 Mario Bocchi si trasferisca a Milano in un appartamento in affitto vicino alla sede della DC milanese. In tante foto appare vicino ai famosi leader DC nazionali e lombardi di quegli anni. Non ricerca titoli né politici né sui giornali, ma lascia intravedere tanti possibili percorsi il fatto che, dal 1961 fino alla morte, Mario Bocchi ricopra un ruolo significativo nel Collegio dei Probiviri della DC lombarda.
Siamo lieti, come associazione Giuseppe Micheli e Confcooperative, esprimere un grazie a Giuliano Masola che con le sue caparbie ricerche ha recuperato la memoria di un significativo personaggio e di un periodo tragico della nostra storia parmense; un grazie ai contributi di Marco Minardi e di Pietro Bonardi che ricostruiscono la storia di Parma antifascista tra il ‘43 ed il ‘46 e la storia del movimento cattolico locale tra il ‘43 ed il ’48; un grazie al nipote Andrea Saccani che ha portato tanti ricordi sconosciuti di nonno Mario; un grazie al notaio Michele Micheli che ci ha consegnato i ricordi personali del Bocchi che tornava a Parma, ogni tanto, da Milano a salutare l’on. Piero Micheli che era subentrato nello studio notarile dello zio.
Viene alla luce con questa pubblicazione una figura che, pur avendo dato una contributo fondamentale alla storia repubblicana di Parma, era stata, forse volutamente, dimenticata. Vengono alla luce i tragici mesi del 1945 parmense ed emerge anche il ruolo significativo che tanti cattolici hanno dato alla Resistenza ed al dopoguerra nella ricerca della libertà e nella ricostruzione di una società che voleva e sapeva dialogare anche con un comunismo che non nascondeva la speranza di avere un ruolo dominante nella nuova società che stava nascendo a Parma ed in Italia."
([1] Fra le varie pubblicazioni in cui è citato Mario Bocchi, Pier Paolo Mendogni, Aria di libertà e tempi nuovi, in Fra economia e storia, Unione Parmense degli Industriali, Parma, 2005, p. 27 [pp. 27-42], Luciano Verderi, Il cammino della Democrazia Cristiana. Rappresentanti parmensi nelle istituzioni, Circolo culturale il Borgo, Parma, Tecnografica, 2006, p. 82. Compare inoltre in diversi articoli di “Vita Nuova” e della “Gazzetta di Parma” del primo dopoguerra.)


Il momento centrale del convegno è stato senza dubbio quello occupato dalla relazione di Giorgio Vecchio professore ordinario di storia Contemporanea Università di Parma. “Quando nel 2017, ho curato il volume della MUP sul 900, mi sono imbattuto in Mario Bocchi, un sindaco di cui non si sapeva nulla e non si trovava nulla. Solo che nel contesto di quel lavoro non potevo certo approfondire nulla al riguardo, salvo denunciare la mancanza della sua voce biografica nel dizionario dei parmigiani e nemmeno sul sito del comune. Ora grazie al vostro lavoro è stata colmata questa lacuna.”
Una mancanza che ovviamente ha stuzzicato la curiosità del professore che non può certamente venire soddisfatta dal dal solo fatto che Mario Bocchi rappresentasse la Democrazia Cristiana mentre l’amministrazione comunale è stata retta a partire da Savani (1946 - PCI) da amministrazioni di sinistra. Devono essere necessariamente presenti altre motivazioni appartenenti anche alla stessa DC. Fatto sta che comunque, forse per la sua appartenenza ai servizi informativi (servizi segreti) della resistenza e perciò molto presumibilmente in contatto con i “servizi” Inglesi e USA, furono proprio i servizi inglesi che suggerirono, per la sua capacità organizzativa, Mario Bocchi alla carica di primo cittadino di Parma.
“Come sindaco, prosegue il professor Vecchio, molti problemi erano da risolvere.
- l’epurazione, un problema molto grave e fattore divisivo per tutta l’Italia. Un problema che spacca l’opinione pubblica e spacca i partiti.
- Il problema dell’approvvigionamento e della distribuzione dei generi alla cittadinanza;
- Il reinserimento al lavoro dei reduci di ogni tipo e dei disoccupati;
- Il problema della ricostruzione materiale della città dopo i bombardamenti. Ricostruzione materiale ma anche gestione degli sfollati:
- Il problema dei monumenti danneggiati a partire dal monumento a Verdi;
- Infine il problema della sicurezza e dell’ordine pubblico. Non dimentichiamo che all’epoca c’era il banditismo e in quel periodo il giovane capitano dei carabinieri Dalla Chiesa si fece le ossa e sperimentò, con successo, quello che poi utilizzò contro il terrorismo, ovvero l’utilizzo degli infiltrati.”

Il professore prosegue nella narrazione della seconda fase della vita politica di Bocchi, quando a Milano era presidente del collegio dei probiviri della DC lombarda, delle sue amicizie con Marcora e Mattei, quest’ultimo a capo dell’ENI ma anche ex dirigente dei servizi segreti anch’egli. Insomma tutta una serie di ruoli che bene o male fanno convergere al periodo della resistenza e alla sua appartenenza ai servizi di informazione.
Se con questo libro si introduce un importante tassello nella storia di Parma, tanti altri interrogativi fa emergere.

A concludere i lavori è stato l’intervento del nipote, Andrea Saccani, il più grande dei nipoti di Mario Bocchi. “Anche noi sapevamo molto poco di Mario, si diceva, era mia nonna Jole che sapeva tutto, che aveva fatto il sindaco ma che avesse smesso perché non gli piaceva farlo” Questo sino a quando i familiari si sono imbattuti nel team di storici che li hanno indotti a fare delle ricerche trovando, nella cantina del padre, due scatoloni di materiale; gli effetti personali di provenienza dalla casa di Milano (era di proprietà della DC ndr) che dovettero a un certo punto lasciare e perciò distrussero tutti i documenti che non erano di pertinenza familiare. Quindi nulla della sua vita politica è sopravvissuto a quel trasloco. “Nel cassetto della scrivania c’erano tutte le tessere della DC, altre tessere e poche foto, perché non voleva essere fotografato, oltre a tutte le vignette che lo ritraevano e custodiva e altro che poteva sembrare di poco conto.” Tutto materiale che il nipote diede ai ricercatori i quali, con pazienza infinita, riuscirono a dare una giustificazione e una collocazione, pezzo per pezzo a ogni oggetto o scritto rinvenuto 40 anni dopo il lascito, scatoloni mai aperti prima.

 
PARMA 2020: la cooperazione c'è, ha sottolineato Andrea Bonati Presidente di Confcooperative di Parma, in calce al convegno, il quale evidenzia l'importanza della partecipazione sociale delle organizzazioni - "Un’Organizzazione è parte di una Comunità, e pertanto è giusto contribuire alla sviluppo della stessa nelle più svariate sfaccettature. Anche un contributo alla Cultura è importante. Per questo tra le diverse iniziative abbiamo voluto, unitamente all’Associazione “Giuseppe Micheli”, promuovere uno studio/ricerca e la sua pubblicazione, su “Mario Bocchi” uomo della resistenza e primo sindaco di Parma.
Mi fa particolarmente piacere poter presentare questo libro proprio ora in cui Parma è capitale della Cultura italiana, facendolo a poche ore dall’ apertura ufficiale nella sede Municipale, ricordando una persona che per vari motivi è stata dimenticata nel tempo, ma che diede un contributo rilevante nei momenti più difficili del nostro territorio. E’ anche grazie a persone come questa se oggi Parma è diventata capitale della Cultura Italiana.
La cooperazione ha un ruolo importante nella nostra Provincia, basti ricordare il ruolo che ha nella produzione del migliore formaggio al mondo, o all’altro estremo, il valore della tanta cooperazione sociale, e per noi essere qui in questo momento significa anche voler evidenziare questo ruolo."

 

PROGRAMMA EVENTO
Saluto di
Alessandro Tassi Carboni
Presidente del Consiglio Comunale di Parma
Carmen Motta
Presidente Istituto storico della Resistenza
e dell’Età contemporanea di Parma
Relazione di
Giorgio Vecchio
Professore ordinario di Storia Contemporanea Università di Parma
Insieme con l’autore Giuliano Masola,
saranno presenti il nipote Andrea Saccani,
Marco Minardi, Pietro Bonardi
che hanno collaborato nella stesura del libro
Modera la presentazione
Eugenio Caggiati
Presidente Associazione Giuseppe Micheli
SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PARMA
PARMA 8 GENNAIO 2020
ore 10,30
Presentazione del libro
di Giuliano Masola
MARIO BOCCHI
PRIMO SINDACO DI PARMA
dalla Resistenza alla Democrazia


Chi è l'Autore:
Giuliano Masola è nato nel 1948 a Gaione e vive a Parma. Diplomato in Ragioneria, dopo aver lavorato per oltre quarant’anni, si è rimesso a studiare
Nel 2011 ha conseguito la laurea triennale in “Civiltà letterarie e Storia delle civiltà”e, nel 2013, quella magistrale in “Giornalismo e cultura editoriale” presso l’Università di Parma. Nel 2000 è stato insignito della Stella al Merito del Lavoro.
Nel 2013, con Giancarlo Panicieri, ha pubblicato Il Canale del Vescovo e nel 2016, con Paolo Bongrani, Arturo Cantadori, Diario di guerra e di prigionia (1917-1919); Alfredo Dondero, cavalleggero e gentiluomo è del 2018. Un “parentado” fra due grandi casate. Margherita Farnese e Vincenzo Gonzaga (1581-1583) è stato pubblicato nel 2013, mentre Donna Maura Lucenia al secolo Margherita
Farnese (1583-1643) è uscito nel 2019.

 

Mercoledì, 08 Gennaio 2020 10:41

A teatro si rivive la magia di Cenerentola

È “LA” fiaba. Come Cenerentola, non ce n’è. Neppure a teatro. La Compagnia delle Formiche porta in scena il capolavoro dei fratelli Grimm con uno spettacolo adatto a tutta la famiglia: il risultato è un regalo da vivere con i propri figli o con chi ha ancora la capacità di sognare a occhi aperti. E anche gli emiliani avranno modo di vivere l’esperienza di “Cenerentola – il musical” in città non distanti dalla propria regione: dopo il successo ottenuto il 6 gennaio al Pala Creberg di Bergamo, infatti, l’appuntamento sarà riproposto al Teatro Sociale di Mantova il 23 febbraio (alle ore 15:30 e alle ore 18:30) e al Teatro della Luna di Milano il 19 aprile alle ore 16. 

CAST

In scena non mancheranno le piacevoli sorprese: Maria Giulia Olmi sarà una convincente Cenerentola, Francesco Rainero vestirà i panni del Principe innamorato, Claudia Naldoni entrerà perfettamente nella parte della Matrigna. E ancora, con loro, ci saranno Benedetta Bottai (Gisella), Ginevra Quacquarini (Virginia), Lapo Braschi (Ciambellano), Sofia  Magrini (Fata), Lapo Ignesti (Re), Samanta Nicodemo (Regina). La regia di Andrea Cecchi mixerà il tutto in maniera armonica e suggestiva per un pubblico sempre più esigente. A lui il compito di dare vita ai testi di  Andrea Cecchi, Alessio Fusi, Alberto della  Rocca e Margherita Capecchi, alle musiche di Roberto Frascati (con arrangiamenti di Roberto Bassi, liriche di Alessio Fusi e direzione musicale di Gianni Mini). 

LO SHOW

Magia e divertimento in uno spettacolo che conquisterà i più piccoli ma non solo. Anche i genitori non perderanno l’occasione di emozionarsi davanti ai ricordi dei tempi che furono. Perché Cenerentola è uno titolo che va oltre il gap generazionale. I costumi settecenteschi e le sorprendenti scenografie, le musiche orchestrali inedite e le coreografie corali, gli effetti scenici e le singole interpretazioni: tutti strumenti che trascineranno gli spettatori nell’incantesimo di un pomeriggio indimenticabile. E al rintocco della mezzanotte la vita di Cenerentola cambierà. La storia inizia in un tempo imprecisato, quando una signora in abiti da domestica apre un libro e inizia a narrare la storia di una giovane e bella fanciulla di nome Cenerentola. La piccola perse prematuramente l’amorevole padre e fu così costretta a vivere con la matrigna e le sue due figlie naturali, Virginia e Gisella. Il racconto prosegue fino al termine del primo atto quando Cenerentola è pronta per il ballo tanto atteso, ma Dora, la fata, ha un ultimo avvertimento: a mezzanotte l’incantesimo svanirà e tutto tornerà com’era prima. Nel secondo atto va in scena la sera del gran ballo a corte. Lasciatevi quindi strabiliare dalla fiaba più bella di sempre. E sognate, possibilmente a occhi aperti.

cenerentola_musical.jpg

 

Alla chetichella, senza alcun tipo di confronto con le organizzazioni rappresentative dei docenti, è stato definitivamente decretato lo smembramento dell'Istituto Tramello Cassinari di Piacenza (alleghiamo il provvedimento pubblicato il 23 dicembre 2019), una decisione di cui non è stato illustrato l'impatto relativamente all'assetto dell'organico degli insegnanti che operano nella sede centrale di Piacenza e quella distaccata di Bobbio.

Un organico unico e per adesso non esiste alcuna certezza su quali docenti rimarranno a Piacenza e quali andranno nella sede di Bobbio la quale transiterà nel nuovo Istituto Onnicomprensivo.
Tutto è stato volutamente deciso senza ascoltare il parere dei docenti, un comportamento colpevole che riguarda più enti e tutte o quasi le forze politiche del territorio: la provincia di Piacenza, i comuni di Bobbio, Coli, Travo, Corte Brugnatella e Ottone, i responsabili locali dei partiti che compongono la maggioranza di governo e i capi dell'Ufficio Scolastico Regionale braccio operativo del Ministero dell'Istruzione (quindi di diretta responsabilità politica).

La Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza ha chiesto un incontro urgente al dirigente dell'ufficio scolastico territoriale, ciò dopo aver appreso solo informalmente quanto che stava accadendo. La Gilda chiede che il nuovo assetto non intacchi la titolarità di tutti gli insegnanti, in primis di coloro che lavorando da sempre a Piacenza si potrebbero trovare tecnicamente in "esubero" a causa dell'amputazione della sede di Bobbio.

Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda di Piacenza e Parma, in merito alla vicenda fa presente "Abbiamo saputo che nelle settimane scorse il direttore scolastico regionale si sarebbe recato a Bobbio, peccato che chi rappresenta il vertice della scuola emiliano romagnola non abbia avvertito la sensibilità d'indicare come opportuna una consultazione delle rappresentanze dei docenti - continua il responsabile territoriale della Gilda - noi non facciamo propaganda politica.  Questi comportamenti di certo non rimarranno inosservati. Noi rappresentiamo migliaia d'insegnanti le cui famiglie sono fatte di elettori e di elettrici, persone che tra qualche settimana saranno chiamate al voto, osservando l'accaduto potrebbero trarne le più opportune conclusioni, un particolare che ai politici dovrebbe interessare" - conclude - "noi non siamo nè contrari nè favorevoli all'operazione, avremmo voluto una maggiore concertazione per tutelare i diritti dei professori e la continuità didattica per i ragazzi".

Sede di Parma – Borgo delle Colonne 32 -43121 - Parma
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. –tel.338/8103820 – tel.fax 0521/684809

SEDE DI PIACENZA: Via S. Marco, 22 – 29100 Piacenza
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Tel. 0523 314046 – 338/8103820

 

È uscita in tre volumi l’antologia “Racconti a Tavola”, frutto del concorso letterario nazionale giunto alla sua terza edizione. Più di 400 i racconti arrivati da tutta Italia e anche dall’estero, anche se la nostra regione è prima per “rappresentanza”. Abbiamo incontrato il curatore dell’opera, il vulcanico Stefano Andrini.


Di Claudia Fiori, Bologna 28 dicembre 2019  – Tre volumi che racchiudono più di 200 racconti, tra noir, gialli, storie d’amore e racconti della memoria ma, soprattutto, la passione degli autori per la scrittura, le tradizioni e il buon cibo. È l’antologia “Racconti a tavola”, pubblicata dalla cesenate Historica Edizioni, frutto del concorso omonimo che quest’anno ha raggiunto la sua terza edizione. A dimostrazione che gli italiani, e gli emiliano romagnoli in particolare, essendo la nostra la regione più rappresentata, si confermano artisti, sognatori, amanti delle tradizioni e, soprattutto, buongustai. E non poteva essere altrimenti, dal momento che la cucina dell’Emilia Romagna è proverbiale e famosa in tutto il mondo. Abbiamo incontrato il curatore dell’antologia, il vulcanico Stefano Andrini, scrittore, giornalista, autore teatrale, speaker radiofonico, a cui è toccato il compito di leggere e selezionare i racconti.


Il concorso letterario nazionale “Racconti a Tavola” ha raggiunto la sua terza edizione. E la festeggia con l’uscita in ben tre volumi. Qualche numero: quanti sono stati i racconti partecipanti e quanti i selezionati?
“Un'edizione da record. Da tutte le parti d'Italia, e anche dall'estero (Stati Uniti, Spagna, Svizzera) sono arrivati 400 racconti. Ne abbiamo selezionati poco più di 200. A conferma che il nostro concorso continua a privilegiare la qualità e non la quantità. Per questo è sempre più apprezzato dagli autori e dai lettori”.


Negli ultimi anni, il binomio letteratura – cibo sembra riscuotere sempre più successo. Secondo te perché?
“Fino a poco tempo fa sembravano "i binari di una ferrovia che non si incontran mai e muoion sempre di malinconia". Poi è arrivata l'invasione barbarica della cucina di plastica veicolata dalla TV e tutti ne abbiamo fatto indigestione. Che si cura in due modi: o staccando la spina ai vari Masterchef o Cucine da Incubo. Oppure cercando di capire di più sulle nostre radici. Perché, soprattutto in Emilia-Romagna la tavola imbandita è una storia plurisecolare di pancia, cuore e memoria. L'unico antidoto alla cucina virtuale che, francamente, inizia a stancare. In questo percorso comune cucina e letteratura hanno pari dignità e finalmente lavorano all'unisono”.


C’è un genere letterario, o generi, prevalenti tra i racconti selezionati?
“Il giallo, insieme al noir con tutte le sfumature, è il genere letterario più amato e che sembra sposarsi perfettamente con il cibo (basti pensare al veleno, l'arma letale preferita dagli autori). Ma sono cresciuti in maniera significativa i racconti della memoria (le nonne spopolano) e quelli sulle tradizioni del territorio”.


Rispetto alle prime due edizioni, questa ha come novità le presentazioni, dove gli autori sono sempre più protagonisti e dove l’approccio è sempre più “multimediale” e “multiculturale”. Non solo i reading, ma anche location importanti che valorizzano il territorio. Ci puoi parlare di questo aspetto e come la letteratura può valorizzare persone e luoghi e viceversa?
“Confermo, sono gli autori i protagonisti. Noi mettiamo a disposizione la nostra esperienza e gli eventi nascono da una vera e propria community che si scambia informazioni e suggerisce idee. Decisiva la risorsa della multimedialità. Per tutti noi i social sono diventati la versione moderna del tamburo africano e della campana che allertavano il popolo quando c'erano novità. Nell'antologia la multiculturalità, che passa anche attraverso il cibo, è ormai una buona prassi. A tavola, non dimentichiamo, il confronto tra diversi è più semplice”.


A proposito di presentazioni – evento: quali saranno le prossime in calendario?
“Una data che è diventata una tradizione. Sabato 9 maggio 2020, dalle 10 alle 18 Porta Saragozza a Bologna diventerà una piccola Woodstock con gli autori dei Racconti a tavola che leggeranno gli incipit nel contesto di un gioiello architettonico straordinario


Infine, qualche piccola anticipazione. Che cosa bolle in pentola? Ci sono in programma altri concorsi a cui possono partecipare gli scrittori o aspiranti tali?
“Il nuovo concorso letterario Racconti sportivi. Partecipazione gratuita e scadenza 25 marzo. (bando su www.historicaedizioni.com) Insieme al cibo lo sport è parte integrante del nostro Dna. Anche in questo caso, ne siamo certi, non mancheranno le sorprese”.


INFO - Racconti a Tavola (volume I, II e III), € 20 cadauno, si possono acquistare online sul sito dell’editore www.historicaedizioni.com , sui principali bookstoree in libreria.

Stefano_Andrini.jpg

(In foto Stefano Andrini)

 

"La neve al sole", il nuovo singolo di Caterina Rappoccio, la colonna sonora ideale per questo Natale 2019.

Di Nicola Comparato 23 dicembre 2019 - Abbiamo già parlato di lei, e continueremo a farlo finché questa grande artista continuerà a sfornare dei capolavori. Vi presentiamo "La neve al sole", il nuovo singolo di Caterina Rappoccio, famosa negli anni '90 per aver cantato la canzone Aeroplano in duetto con Max Pezzali e per il suo singolo solista Favola Semplice. Completamente autoprodotto, come tutte le canzoni dell' artista, il nuovo brano "La neve al sole", non solo piace, ma riesce a far riflettere e sognare l'ascoltatore, dando prova del grande talento di Caterina, che dimostra ancora una volta di non avere limiti e confini in ambito musicale. Noi della Gazzetta dell'Emilia lo abbiamo ascoltato con molto piacere e voi che aspettate?

Giudizio complessivo: 10 e lode

Per ascoltare la canzone su Youtube:

https://youtu.be/Sy5J8Wi7o0M 

La pagina Facebook di Caterina Rappoccio:

https://www.facebook.com/CaterinaRappoccio/ 

"Come sempre potete avere l'mp3 originale di questa o di qualsiasi altra mia canzone direttamente nella vostra email inviando 1€ con paypal a https://www.paypal.me/caterinarappoccio
e potete ascoltare e vedere gratis tutte le mie canzoni sul mip canale YouTube a questo link https://www.youtube.com/watch?v=Sy5J8Wi7o0M&list=PLJxEfeqA97WYxf0voi8ewfcmU374hdKBo
Grazie e Buon Natale di cuore a tutti!"

 

Caterina_rappoccio-20191223_195323.jpg

Il fotografo Erberto Zani (www.erbertozani.com) è stato premiato ai Chromatic Awards 2019. Altri trofei si aggiungono alla già lunga lista di premi raccolti dal fotografo parmigiano.


Zani, parmigiano di origine ma residente da alcuni anni in Svizzera, si è classificato al primo posto nella categoria “Wildlife and Animals”, con l'immagine ravvicinata di un pellicano intitolata “Equilibrium”.
Premiato anche con il secondo posto nella categoria “Portrait” con la foto “Nalumu”, un ritratto che fa parte del suo lungo progetto dedicato alle vittime sfregiate con acido nel mondo.


Chromatic Awards è una competizione internazionale di fotografia a colori, dove i partecipanti vengono selezionati e premiati da una giuria composta da editori, curatori di gallerie, agenti e fotografi. 20 le categorie a cui è possibile partecipare: ambiente, astratto, architettura, città, concettuale, cultura, moda, fine art, paesaggio, natura, nudo, persone, fotogiornalismo, foto-manipolazione, ritratto, sport, still life, street, viaggio, animali e natura selvaggia.


Le foto vincitrici delle varie categorie verranno raccolte nel prestigioso catalogo annuale.

https://chromaticawards.com/winners-gallery/chromatic-awards-2019/professional/wildlife-and-animals/gold-award 

 Equilibrium_2.jpg

Nalumu_2.jpg

Erberto_Zani_2.jpg

Confcooperative Lavoro e Servizi e Legacoop Produzione e Servizi denunciano le ripercussioni del DL Scuola approvato oggi al Senato con la fiducia imposta dal Governo.

“Lo Stato costringe le cooperative a licenziare i lavoratori pagandone tutti i costi”.

(Bologna, 19 dicembre 2019) – “Il Governo sbatte fuori dalla porta delle scuole 5.000 lavoratori dei servizi di pulizia. Oltre la metà di questi esuberi riguarda personale impiegato dalle cooperative della nostra regione, sia nei plessi dell’Emilia-Romagna che in tutta Italia. Le imprese in appalto vengono costrette per legge a licenziare le persone”. È quanto denunciano le federazioni regionali di Confcooperative Lavoro e Servizi e Legacoop Produzione e Servizi a seguito dell’approvazione del decreto legge Scuola (DL 126/2019) avvenuta oggi in Senato con la fiducia imposta dal Governo.


“Con questa grave decisione di procedere all’internalizzazione del servizio di pulizia nelle scuole – dichiarano il presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi Emilia Romagna, Giuseppe Salomoni, e il presidente di Legacoop Produzione e Servizi Emilia Romagna, Alberto Armuzzi – il Governo e il Parlamento quadruplicano il danno commesso: generano disservizi che si ripercuoteranno negli istituti scolastici a partire dal primo marzo, riducono fino al 50% lo stipendio per 11.000 lavoratori, fanno licenziare 5.000 lavoratori in esubero a livello nazionale, di cui oltre la metà nella nostra regione e molti dei quali appartenenti alle categorie svantaggiate. Infine, determinano un salasso per le imprese delle pulizie che saranno costrette a pagare svariate decine di milioni di euro a causa di questa decisione, tra contributi NASpI per ogni singolo lavoratore e vertenze per licenziamenti imposti per legge dallo Stato”.


“Questa scelta – continuano Salomoni e Armuzzi – deriva da una politica di demonizzazione degli appalti destinata a fare perdere migliaia di posti di lavoro e a fare chiudere le imprese. Non si tiene conto degli investimenti effettuati in questi anni dalle imprese, della qualità del lavoro svolto e soprattutto della funzione sociale svolta dalle nostre cooperative che prima sono andate in soccorso del Ministero dell’Istruzione salvando posti di lavoro a tempo indeterminato e inserendo anche persone con svantaggi, e adesso si trovano sbattute fuori per un falso risparmio economico dello Stato che verrà pagato solo dai lavoratori e dalle imprese”.
“L’approvazione definitiva del DL Scuola avvenuta oggi – aggiungono Salomoni e Armuzzi – mette la parola fine ai servizi di pulizia in appalto, che vengono così re-internalizzati con una scelta anacronistica che ci riporta indietro di vent’anni e apre una frattura tra lo Stato e le imprese, facendo venire meno il principio, sancito dalla Costituzione, di collaborazione tra pubblico e privato per un obiettivo comune”.
“Il Governo – concludono i presidenti regionali di Confcooperative Lavoro e Servizi e di Legacoop Produzione e Servizi – ha ignorato l’appello lanciato dalle nostre centrali cooperative nazionali ad aprire un tavolo di confronto per restituire dignità, lavoro e futuro a queste imprese e a questi lavoratori”.

"I Valzer di Verdi e Strauss”: è la nuova iniziativa culturale che si è tenuta domenica 15 dicembre nella storica dimora di 

Via Piroli a Busseto in cui Giuseppe Verdi visse la gioventù. La ricercatrice e studiosa Meri Rizzi ha illustrato al numeroso pubblico alcuni particolari che collegano il Grande Maestro al compositore austriaco Johann Strauss, membro di una famosa famiglia di musicisti. Verdi e Strauss si stimavano.

A Vienna nell’archivio della Società degli Amici della Musica, sono conservate molte lettere scambiate fra i grandi compositori. Nel 1874 Verdi era presente a Milano in una delle tappe dei concerti tenuti in Italia dall’orchestra Strauss. In quell’occasione Verdi espresse tutta la sua ammirazione per le doti del Maestro viennese. Durante la presentazione l’illustre pianista Matteo Cavicchini ha eseguito il ‘Valzer brillante’ di Verdi dedicato alla contessa Maffei e poi orchestrato per il film “Il Gattopardo", il valzer da Rigoletto e da La Traviata oltre alle composizioni di Strauss "Sul bel Danubio Blu", “Marcia Egiziana”, composta per l’inaugurazione del canale di Suez e Quadriglia da temi dell’opera "Un ballo in Maschera", omaggio al Grande Maestro. La storica dimora è stata messa a disposizione gratuitamente dalla proprietaria Anna Sichel.

 

 

casa_giovane_verdi_busseto_2.jpg

Presentata la convenzione tra il Comune e il liceo artistico per creare una campagna di comunicazione dedicata al paese della Bassa parmense

Parma, 18 dicembre 2019. Il patrimonio artistico e storico di San Secondo Parmense raccontato grazie alle suggestive immagini elaborate dagli studenti del liceo artistico Paolo Toschi.
Si tratta della campagna di comunicazione articolata nella creazione di logo, locandine, manifesti e altri materiali che prenderà vita a partire dalla convenzione stipulata tra il Comune della Bassa e l'istituto artistico di Parma, un progetto le cui finalità sono la valorizzazione delle bellezze artistiche e architettoniche di San Secondo e allo stesso tempo la possibilità per gli allievi di mettere in pratica in un contesto di orientamento lavorativo quanto studiato e sperimentato all'interno dei laboratori scolastici.


“Con questo bel progetto si rinnova la disponibilità a mettere le competenze della scuola al servizio del territorio, come già avvenuto con altri comuni della Bassa – ha spiegato Roberto Pettenati, Dirigente scolastico del liceo artistico di Parma Paolo Toschi – L'interesse della scuola è infatti di porre gli studenti in una condizione reale, così che possano verificare le capacità e le competenze acquisite confrontandosi con le esigenze di una campagna promozionale: i ragazzi saranno infatti chiamati ad una ricerca storica che permetta loro di creare gli elaborati richiesti sulla base della conoscenza del patrimonio artistico”.
Al centro di questo progetto c’è la Rocca dei Rossi con i suoi diversi ambienti architettonici, come ad esempio la Sala delle Gesta rossiniane che racchiude dipinti e affreschi la cui ricchezza potrebbe generare decine di campagne pubblicitarie.


“L'intento è quello di far conoscere le tante bellezze artistiche del Comune coinvolgendo le giovani generazioni di creativi che frequentano il liceo artistico – è il commento della Vicesindaco di San Secondo Parmense, Ketty Pellegrini – Attraverso gli elaborati che verranno realizzati dai ragazzi vogliamo infatti dare visibilità e valorizzare il nostro territorio con un linguaggio moderno, in grado di destare interesse ad un pubblico più ampio possibile, considerando anche le svariate le iniziative che ci vedranno coinvolti all'interno del cartellone di eventi di Parma Capitale della Cultura 2020”.


Il progetto, coordinato dal professore di grafica del liceo Toschi Roberto Peroncini con la collaborazione della Responsabile del polo culturale di San Secondo, Elisa Bertuccioli, coinvolgerà le classi 4° e 5°B del dipartimento di Grafica.


“Contrariamente alla convinzione che alcune persone hanno, i ragazzi hanno molto rispetto nei confronti delle istituzioni e questa tipologia di attività ne è il segno” ha sottolineato il professor Peroncini, coordinatore del progetto, nel presentare la campagna pubblicitaria, che comprenderà il logo simbolo del patrimonio artistico di San Secondo, le immagini per la realizzazione delle locandine, i manifesti centrali, i poster, i totem, e le proposte per elaborati grafici con slogan per quotidiani e settimanali; il Comune di San Secondo Parmense fornirà all’Istituto artistico tutti gli elementi e le indicazioni necessarie alla corretta impostazione del lavoro, mettendo a disposizione un contributo economico per l'assegnazione di alcune borse di studio con cui premiare i progetti vincenti e inoltre per l’acquisizione del materiale funzionale all’immagine complessiva del progetto.

 

Ed eccoci qui, siamo a Natale. Gli addobbi natalizi riscaldano con la loro luce le vie gelide della città, l’odore dei caminetti accesi si irradiano per chilometri trasportando la memoria a tempi antichi e il chiacchiericcio della gente risuona allegro nelle strade del centro. Un abete si staglia orgoglioso nel centro della piazza che, come un faro nella notte, va ad indicare il punto nevralgico della città: la piazza principale.

Gli occhi dei bambini trasformano questo periodo nel momento più magico dell’anno: le canzoncine di Natale, l’aspettativa dei regali, il profumo dei dolci preparati dalla nonna, dormire fino a tardi e stare al caldo sotto le coperte. Ogni giorno si carica di emozione per il momento in cui finalmente verranno scartati i regali; spesso c’è una lunga preparazione: bisogna comportarsi bene “perché solo i bravi bambini avranno tanti regali”, poi verrà il momento della letterina con un lungo elenco di tutti i desideri per quell’anno. La sorpresa di vedere comparire tanti pacchetti ne accrescerà l’emozione e l’attesa sarà il momento più bello perché si caricherà di grandi aspettative, fino al momento in cui finalmente si vedrà cosa si nasconde quella carta colorata.
I bambini vivono questo momento a pieno perché hanno il grande potere di meravigliarsi, sorprendersi e godere della bellezza che hanno la capacità di vedere.

Per gli adulti non è così semplice: con gli anni questa capacità tende a perdersi e disperdersi. La vita quotidiana, lo stress del lavoro, della famiglia; i problemi, le angosce e le preoccupazioni minano anno dopo anno ciò che rappresenta il Natale. Correre a prendere i regali, correre a fare la spesa, correre a pulire casa, correre a ordinare-comprare-dotarsi di ogni ben di Dio per fare bella figura con i parenti. Che stress. Per fortuna i bambini hanno la capacità di vedere ben altre cose.

La vita è così rapida e frenetica che sembra non ci sia mai tempo per soffermarsi su ciò che è veramente importante. Fare l’albero non dovrebbe essere un compito da assolvere, ma un momento di grande condivisione: la famiglia si riunisce per passare il tempo insieme, tra una canzone natalizia e l’altra, per addobbare quell’alberello che col tempo sembra sempre più striminzito; il presepe diventa sempre più grande, aggiungendo un pezzettino ogni anno e le decorazioni diventano parte integrante della casa, dell’ufficio, del negozio in cui lavori. Il ritrovarsi tutti insieme, riuniti, magari dopo tanto tempo e dopo tanti affanni, rispondere alla classica domanda dei parenti “e il fidanzato/a? Ma quando ti laurei? E i figli?”, farsi sbaciucchiare dalla zia sempre un po’ troppo invadente, tutti questi sono momenti irripetibili dietro cui si cela la vera bellezza.

Un anno è passato, ed è di nuovo Natale. Ma cosa rappresenta realmente?
Il 25 dicembre si carica di profondo simbolismo: la nascita di Cristo rappresenta il rinnovamento, la rinascita, l’aver compiuto un passo in più rispetto l’anno precedente, l’essere cresciuto spiritualmente.

In ogni progetto di Intesa San Martino c’è la volontà di fare un percorso, di camminare passo dopo passo insieme a tutti i volontari che, quotidianamente, si spendono per la collettività, con un occhio attento sulla tutela dell’infanzia. In quest’anno abbiamo portato avanti numerose iniziative, ma il nostro sguardo mira al futuro con un sempre maggiore impegno, sempre più iniziative e progetti.

Il 25 dicembre non rappresenta la corsa spasmodica al consumismo, ma il momento in cui ti soffermi a pensare a cosa hai fatto nel tuo percorso di vita, da dove arrivi e dove stai andando; chi hai conosciuto, chi hai amato, chi hai aiutato o ignorato.

E tu, quest’anno, ti sei soffermato a pensare?

 

Eleonora Puggioni

 

1959-2019. L’Istituto Nazionale di Studi Verdiani compie sessant’anni, un lungo percorso all’insegna della tutela, valorizzazione e diffusione della figura e dell’opera di Giuseppe Verdi

In occasione dell’anniversario, l’INSV offre il volume Questione di anima. Sessant’anni all’Istituto di studi verdiani, un’antologia di saggi, usciti dal 1960 ad oggi, tra i quali uno di Saul Bellow inedito in Italia. La presentazione del volume si è tenuta nello stesso salone della Biblioteca Palatina, dove nel 1959 si svolse la riunione decisiva per la fondazione dell’Istituto, con l’accordo di varie istituzioni, tra le quali Quirinale, Ministero della Cultura, Casa Ricordi e Comune di Parma.
Un tuffo nel passato, con il ricordo dello storico direttore Pierluigi Petrobelli e dei grandi nomi della cultura che negli anni hanno preso parte ad iniziative dell’Istituto, da Maria Callas a Leonardo Sciascia passando per Wally Toscanini ma con uno sguardo al futuro delle attività di studio e ricerca.

Parma, 16 dicembre 2019- Da Maria Callas e Giuseppe di Stefano a Wally Toscanini, da Leonardo Sciascia a Luciano Pavarotti, sono tanti i nomi della musica e della cultura che dal 1959 ad oggi hanno preso parte ad iniziative del’Istituto sulla figura di Verdi. Era infatti il 1959 quando, per iniziativa di Mario Medici, musicologo modenese appassionato della figura di Giuseppe Verdi, nacque l’Istituto di studi verdiani che, nel giro di pochissimo tempo, si formò una propria identità istituzionale ottenendo il patrocinio dell’Unesco. Quanto all’identità culturale, tutto era già chiaro fin dall’inizio: tutelare, valorizzare e diffondere l’opera e la figura di Giuseppe Verdi, orientandone la conoscenza sia al grande pubblico sia a livello specialistico, con il contributo di studiosi non solo del mondo musicale. Oggi l’Istituto celebra i sessant’anni offrendo il volume Questione di anima. Sessant’ anni all’Istituto di studi verdiani, un’antologia di alcuni saggi usciti dal 1960 ad oggi nelle proprie pubblicazioni, alcune delle quali ormai fuori commercio. Si tratta di una scelta di testi esemplari dovuti in gran parte a firme estranee al mondo della musicologia, come del resto fu l’ispirazione del fondatore e primo direttore dell’Istituto, Mario Medici, che volle inserire la figura di Verdi e la neonata istituzione in dialogo con i più disparati territori della cultura umanistica.


Il volume è stato presentato presso il Salone Maria Luigia della Biblioteca Palatina, lo stesso dove sessant’anni fa si tenne la riunione decisiva, con l’accordo tra le istituzioni dal Quirinale al Ministero della Pubblica Istruzione, da Casa Ricordi al Comune di Parma, per la fondazione dell’Istituto. E certo non è stato secondario, per i destini dell’Istituto, che nel consiglio d’amministrazione si sia da sempre seduta anche la famiglia Carrara Verdi, fondamentale per l’arricchimento degli studi verdiani.


“Nei suoi sessant’anni di vita- ha spiegato il presidente Luigi Ferrari- un Istituto come il nostro, grazie anzitutto alle fondative e fondamentali guide di Mario Medici e Pierluigi Petrobelli, ha prodotto ricerca a profusione: sono lì a testimoniarlo – a fianco di archivi, biblioteca, fonoteca, raccolte di documenti e tante altre iniziative - molte migliaia di pagine edite. Creare da tutto ciò un’antologia significativa ed efficace era dunque sfida ardua e coraggiosa, per chi all’inizio di questo 2019 ha avuto il merito di progettare Questione di anima: parlo di Maria Luigia Pagliani, che per dodici anni, fino allo scorso settembre, ha tutelato da eccellente Segretaria generale la vita della Fondazione, e del curatore Giuseppe Martini. Entrambi spalleggiati, sin dall’estate scorsa, dal nostro nuovo Direttore scientifico, il professor Alessandro Roccatagliati e, dov’è occorso, da alcuni gentili traduttori che si sono generosamente prestati. Una sfida che mi pare vinta in pieno, in virtù di una felice idea di base: dare spazio preponderante, per una volta, alle voci dei tanti pensatori e intellettuali che negli anni hanno accolto con gioia il dialogo e il confronto coi musicologi prettamente verdiani. Ne sono scaturiti stimoli spesso fruttuosissimi per tutti loro; e ancora oggi godibili da tutti noi, ovvero da ogni genere di appassionato, ancorché non ‘scientifico’ lettore. Cosicché questo nostro “libro del sessan¬tesimo” s’apre sul futuro inneggiando, figuratamente, a un’apertura d’orizzonti intellettuali, disciplinari e partecipativi che negli anni a venire intendiamo non solo mantenere, ma sempre più rafforzare”.


“Un onore e una gioia per me, assumere la direzione dell’Istituto durante questo 2019 del suo sessantesimo compleanno, ritrovandomi subito a fiancheggiare il lavoro a questo bel progetto di libro! – ha detto il direttore scientifico Alessandro Roccatagliati – Tra le pagine di Questione di anima ho avuto infatti modo di tornare sulle idee tanto di colleghi scomparsi cui mi legano affettuosi ricordi, quanto di intellettuali che hanno fecondato in vario modo il lavoro mio e di molti altri. Con Pierluigi Petrobelli ebbi la fortuna, mentre donava trenta e più anni di cure all’espansione dell’Istituto, di discutere e impostare i miei primissimi scritti verdiani e poi di poterci tante e tante volte confrontare sul piano scientifico, a Parma e altrove. Di Marcello Conati potei invece essere a fianco nei suoi studi d’archivio, riflettendo su Rigoletto o quando sui primi computer si armeggiava ambedue a catalogare periodici o discoteche: bei ricordi... Né si può ancor oggi prescindere, per studiare i libretti verdiani, dagli studi di Francesco Flora e Mario Lavagetto che il curatore Martini ha inserito in questa antologia. E gli spunti venuti da figure come Riccardo Bacchelli, Isaiah Berlin o Saul Bellow aprirono prospettive assai fruttuose, nel guardare a Verdi un po’ più “da lontano”. Insomma: ecco qua qualche decennio di operosità del nostro Istituto. Un gran viatico per guardare con fiducia ai prossimi”.


I saggi di Bellow, Jürgensen, Leibowitz, Matz e Rutherford, tutti pubblicati a suo tempo in lingua originale, sono qui offerti per la prima volta in traduzione italiana. Il testo di Bellow, pronunciato nel IV Congresso internazionale di studi verdiani nel 1974, era fino ad oggi inedito in Italia.


“Da questa antologia- ha concluso il curatore Giuseppe Martini- emerge come l'Istituto di studi verdiani fin dai suoi primi momenti abbia voluto tenacemente far uscire la figura di Giuseppe Verdi dai confini della cultura musicale e teatrale, per inserirla a pieno titolo nella rete del sapere umanistico, coinvolgendo i più bei nomi del sapere dell'ultimo mezzo secolo, dal mondo letterario a quello figurativo, da quello antropologico a quello storico. È stato un mezzo efficacissimo per coniugare felicemente cultura alta e divulgazione, e dimostrare che l'opera di Verdi è davvero lo specchio della nostra identità”.


Il volume è realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariparma e Rotary Club Parma.

(Foto attuali di Francesca Bocchia)

 

Un’occasione unica. Anzi tre occasioni distinte per un unico grande evento. Una notte all’insegna della musica gospel con chi ha questi suoni nel sangue: l’ “Every Praise & Virginia Union Gospel Choir”. Tre date, si diceva, a partire da lunedì 16 dicembre al Teatro Nazionale CheBanca! di Milano, per proseguire giovedì 19 dicembre nel nostro territorio, al teatro Nuovo di Ferrara, e chiudere a Legnano sabato 21 dicembre. Trenta artisti direttamente dagli Stati Uniti d’America e con loro anche J. David Bratton, gigante della musica Gospel, produttore, autore e insegnante. Insomma, un vero numero uno in questo mondo. All’Interno dell’Every Praise & Virginia Union Gospel Choir ci sono i migliori cantanti e musicisti del gospel americano provenienti dagli stati della Virginia e di New York. Stiamo parlando di 27 cantanti e una band di talentuosi musicisti che vedrà in scena Quennel Gaskins (alla tastiera), Derrick Wright (alla batteria) e Zion Charity (al basso). 

CHI è J. DAVID BRATTON - Un talento cristallino, sia come compositore che come interprete e solista. È partita da questa base la sua scalata al mondo della musica che gli ha dato l’opportunità di collaborare con diversi artisti di rilievo del panorama gospel internazionale come Edwin Hawkins (autore di Oh Happy Day), Richard Smallwood, Timothy Wright, Hezekiah Walker, Roberta Flack e Pattie LaBelle, oltre ad artisti del calibro di Anastasia, Dee Bridgewater. Virtuoso del pianoforte e dotato di una “vena compositiva” giovane e fresca, ha realizzato più di 20 lavori discografici sia come solista che come ospite in progetti altrui. Nel 2008 il suo brano Selah ha ricevuto una nomination ai “Dove Gospel Awards” come migliore canzone gospel.

I SUCCESSO CON IL CORO – Ma non è tutto: nel 2014 con Every Praise ha raggiunto la vetta delle classifiche USA nel circuito Gospel/Spiritual e ha vinto i Dove Awards come “miglior canzone gospel dell’anno”. Sotto la sua guida, Every Praise & Virginia Union Gospel Choir desiderano veicolare la tradizione con uno show più giovane e moderno, dove la presenza scenica, l'eleganza e lo stile sono importanti tanto quanto i temi cantati e la vocalità. Il tutto mantenendo profonde radici nel gospel tradizionale. Ecco allora che voci magnifiche hanno imparato a fondersi e a sostenersi, raggiungendo una forza di impatto rarissima e un equilibrio musicale di grande spessore artistico. E per concludere, ma non meno importante, il coro si è arricchito della direzione di Sir Perry Evans, noto sulla scena nazionale e internazionale, per la pluriennale esperienza nell’insegnamento del canto. Da sempre attendo alla diffusione e alla valorizzazione della tradizione gospel all'estero, Sir Evans attualmente è docente di canto alla Virginia State University.

IL CORO - In tour con il coro, solisti di grande talento: Anisa Fowler, Elbonee La’Trece, LaTonya Archie , Ivy Mitchell oltre a Lauren Denise Byrd nata e cresciuta ad Oakland (California). Denise ha iniziato a cantare all'età di 3 anni registrando il suo primo progetto di gruppo nel 2007 con le sue sorelle. Ha avuto occasione di collaborare con artisti come Kierra Sheard, Mary Mary e Mali Music. Il suo repertorio spazia dal gospel contemporaneo al R&B. Il suo ultimo album "Love U 2 Life: Reboot” (Luglio 2018) ha subito conquistato pubblico e critica. E ancora, Aarion Rhodes, nata e cresciuta ad Atlanta, figlia della legenda della musica gospel LaShun Pace. Aarion si è esibita con artisti del calibro di Edwin Hawkins, Donald Lawrence, Jennifer Holiday e molti altri. Si è anche avventurata nel musical nel ruolo di protagonista in “The Black Nativity”. Aaron Kendall Gray, invece, è cresciuto in Florida: suo padre pastore, sua madre direttore di coro Gospel- Ha iniziato a cantare in chiesa all'età di 5 anni, registra il suo primo brano all'età di 14 anni "Hang on in There" e nel 2001 pubblica l'album R & B dal titolo "Body Rain", che lo porta all’attenzione del mondo della musica . Queste sono solo alcune delle storie che abbracciano i grandi artisti di Every Praise & Virginia Union Gospel Choir, in Italia con l'obiettivo di regalare al pubblico uno spettacolo sempre più ricco, coinvolgente ed emozionante.

Pietro Razzini

Sabato, 14 Dicembre 2019 06:47

The Ad Store Italia presenta WELCOME

The Ad Store Italia presenta WELCOME:  l’innovativo progetto di volontariato d’impresa che trasforma la comunicazione in integrazione.

Natalia Borri, president & chief creative director The Ad Store «Chi si occupa di comunicazione oggi non può non sentire in coscienza la responsabilità di promuovere messaggi socialmente positivi»

Laura Rossi, Assessore al Welfare - Comune di Parma «Welcome dimostra che l'accoglienza e l'integrazione sono responsabilità non solo delle istituzioni ma della comunità tutta. The Ad Store ha dato senso compiuto alla reciprocità, alla convivenza, alla conoscenza nella quotidianità, alle relazioni che stanno alla base di una comunità coesa. Una narrazione diversa dell'accoglienza delle persone è possibile»

Michele Guerra, Assessore alla Cultura - Comune di Parma  «Nel contesto di Parma 2020, nell’anno della cultura, grazie a progetti come WELCOME, la comunicazione diventerà anche accoglienza ed integrazione»

Parma, 12 dicembre 2019 - Un’atmosfera di accoglienza, di scambio culturale e di integrazione. Ieri sera a Parma, nella suggestiva location di BDC in Borgo delle Colonne, polo culturale situato nel cuore della città, è stato presentato WELCOME, l’innovativo progetto di volontariato d’impresa ideato e sviluppato da The Ad Store Italia, l’agenzia internazionale di comunicazione guidata da Natalia Borri.

Il progetto, realizzato con il patrocinio del Comune di Parma ed inserito nelle iniziative di Parma2020 per la sua capacità di portare avanti un nuovo racconto della città, è strutturato sulla base di un percorso triennale e ha l’obiettivo di fare della comunicazione la prima forma di integrazione.


Come? Lo staff dell’agenzia, composto da 35 persone, ha messo a frutto le proprie competenze in comunicazione non a favore di un brand o di un prodotto, ma per instaurare una relazione con altrettanti giovani rifugiati e richiedenti asilo ospitati nei centri di seconda accoglienza della città.
La prima fase del progetto ha visto i dipendenti di Ad Store trasmettere ai ragazzi immigrati segreti e consigli su come vivere meglio sul nostro territorio: come chiedere informazioni in un negozio, come andare alla fermata dell’autobus e capirne il percorso, come scrivere un curriculum e come affrontare un colloquio di lavoro.
Nella seconda fase, di quest’anno, sono stati invece proprio i richiedenti asilo a far conoscere ai dipendenti dell’agenzia come vivono le loro comunità presenti anche a Parma: cibo e cultura, musica e attività ricreative, stare insieme e fede, cura di sé e abitudini quotidiane sono tutti gli ambiti che hanno caratterizzato gli incontri di quest’anno, permettendo così ai dipendenti Ad Store di scoprire nuovi punti di vista, nuove tradizioni, nuovi linguaggi e forme espressive.
Il progetto si completerà infine l’anno prossimo, in occasione di Parma2020, con una terza fase in cui i migranti saranno protagonisti attivi di un progetto di comunicazione che avrà per oggetto proprio Parma.

L’originale iniziativa è stata raccontata dai protagonisti in occasione di un aperitivo in musica che ha visto la presenza, insieme ai dipendenti Ad Store e agli ospiti di Pozzo di Sicar e San Cristoforo Onlus, di moltissimi parmigiani, istituzioni ed autorità: sono intervenuti il Prefetto di Parma - Giuseppe Forlani, gli Assessori del Comune di Parma - Laura Rossi (Welfare), Michele Guerra (Cultura), Nicoletta Paci (Partecipazione e diritti dei cittadini a Parma) e Elena Dondi di Forum Solidarietà.

Filo conduttore di tutta la serata è stata sicuramente la musica, individuata dai dipendenti Ad Store come la più trasversale e potente delle forme di comunicazione. E così, dopo il dj set afro-house di Emma Iovino, protagonisti sono stati proprio loro, i giovani richiedenti asilo che, riuniti in due band (“Willy & Lamin” e “E’ più bello insieme”) hanno fatto ballare tutti i presenti con le loro performance di live music.
Il tutto in una splendida cornice, resa ancora più artistica dall’esposizione di una calligraphy exhibition e di una mostra fotografica, con ritratti di Massimo Spadotto, che hanno fatto da sfondo alla bellissima serata dedicata alla narrazione di un’esperienza di incontro e amicizia, vissuta attraverso parole, immagini e musica.

The Ad Store (adstore.it), che dall’Italia guida e coordina le attività di sviluppo internazionale del proprio network di agenzie creative indipendenti (“We are the Human Network”), seguirà il piano di espansione del brand nel Nord America lavorando in sinergia con il team PR americano di The Ad Store NYC.

Una bizzarra rilettura del capolavoro shakespeariano, “Romeo e Giulietta”, con i due protagonisti d’eccezione nei panni degli innamorati più conosciuti del mondo. Ale e Franz: la coppia di attori torna a teatro con “Romeo & Giulietta: Nati Sotto Contraria Stella”, per la regia Leo Muscato. Dal 10 dicembre 2019 all' 1 gennaio 2020, sul palco del Teatro Manzoni di Milano, ci saranno loro, offrendo anche un modo divertente, a tutti gli amanti delle risate, per passare la serata del 31 dicembre.

IL CAST - In scena con i due artisti, Eugenio Allegri, Marco Gobetti, Marco Zannoni e Roberto Zanisi. Ad essi si aggiunge la partecipazione straordinaria di Paolo Graziosi in un lavoro che il regista Leo Muscato scrisse e diresse 14 anni fa. Oggi viene tutto riproposto con un cast rinnovato. Con Ale e Franz prim’attori. E non è sicuramente una casualità visto che i due showmen raccontano che proprio all’epoca si innamorarono del progetto, guardando lo spettacolo in prima fila durante una delle prime messe in scena. Quale migliore occasione della celebrazione dei 25 anni di “vita professionale di coppia” ci poteva essere, quindi, per portare sul palco “Romeo e Giulietta”? 

LA TRAMA – Ale e Franz sono “l’attorone” e “l’avanguardista”. Il primo non si rassegna all’idea di dover dividere la scena con una serie di artisti che ritiene inadeguati al suo status. Il secondo è uno specialista nel fare provini: caparbiamente si presenta a tutte le audizioni e nessuno lo prende. Ma questa volta avrà un ruolo da protagonista. Intorno ai due soggetti principali si muove una sgangherata compagnia di comici che porta sul palcoscenico i propri rapporti personali fatti di invidie, ripicche, alleanze e rappacificazioni. In scena si rubano le battute con atteggiamenti che provocano tutta una serie di azioni e reazioni che danno vita ad uno spettacolo nello spettacolo.

SPECIALE 31 DICEMBRE 2019 - Per San Silvestro sono previste 2 recite, alle ore 17,30 e alle ore 21,30. Al termine della recita delle 21,30, allo scoccare della mezzanotte, si brinderà al nuovo anno con spumante, panettone e un buffet di dolci insieme a Ale e Franz e agli altri attori della Compagnia. Inoltre in occasione della recita delle ore 21,30 sarà possibile cenare nel foyer del Teatro a partire dalle ore 20,30. Per tutte le informazioni su prenotazioni, prezzi e menù, basterà consultare il sito del teatro www.teatromanzoni.it.

Pietro Razzini

AleFraz_locandina.jpg

Martedì, 10 Dicembre 2019 16:20

Bohemian Symphony: uno spettacolo grandioso

Difficile dirsi amanti della musica se non si apprezzano i Queen. Il gruppo portato in cima al mondo dal una stella immortale come Freddie Mercury, rivive nei suoni di uno spettacolo grandioso: Bohemian Symphony. Tante le componenti che rendono magico lo show: innanzitutto “The Queen Orchestra”, diretta da Andrea Tarantino. E poi i quattro cantanti Damiano Borgi, Nanà Petrossi, Roberta Orru e Valerio Sgargi. Il tutto senza dimenticare Enrico Scopa (pianoforte, tastiere, cori), Andrea Palmieri (batteria), Giacomo Vitullo (basso e cori) e l’attore Daniele Monterosi che svela al pubblico tante curiosità nascoste dietro la genesi e la storia delle canzoni della band britannica. Il risultato è elettrizzante e l’applauso del pubblico del Teatro della Luna di Assago ne è stato l’inevitabile conseguenza.

UNO SHOW INDIMENTICABILE - Bohemian Symphony è un viaggio per soli “immortali” e “poveri ragazzi che non hanno bisogno di essere capiti”. Non è sicuramente semplice confrontarsi con un mito come quello dei Queen ma il risultato finale è uno spettacolo travolgente, capace di attraversare gran parte della biografia musicale del gruppo in oltre due ore di concerto. Il pubblico canta, sostenendo le note di un’orchestra composta da fiati, ottoni, archi e percussioni. Ad essi si aggiunge l’energia della rock band formata, come detto precedentemente, da Enrico Scopa, Andrea Palmeri, Giacomo Vitullo, Lorenzo Milone. Il mix? Semplicemente da vivere. Difficile da raccontare.

CHE CANZONI - Da “The Show Must Go On” a “Barcelona”, da “Under Pressure” a “Somebody to Love” senza dimenticare, ovviamente, “Bohemian Rhapsody”: nelle due ore e più di puro spettacolo, la musica sinfonica, le proiezioni e i live camera show saranno un piacevole supporto a questi brani indimenticabili. Impossibile non appassionarsi. Inevitabile entrare in un vortice di pura adrenalina emotiva in grado di consacrare la genialità e l’intramontabilità dei Queen. Un vero e proprio omaggio allo straordinario talento di Freddie Mercury e alla sua band. Uno show che accompagna il pubblico a rivivere l'immensa eredità del repertorio dei Queen, con arrangiamenti orchestrali che ne rispettano l'essenza e ne esaltano la forza. Dopo la data milanese, le due opportunità per vivere questa splendida esperienza sono il 16 marzo 2020 a Napoli e il 6 aprile a Roma. Non perdete l’occasione.

Pietro Razzini

L’opera del fumettista Alberto Breccia sarà al centro della nuova puntata del magazine settimanale Wonderland, in onda su Rai4 martedì 10 dicembre, come sempre in seconda serata.

Scomparso 26 anni fa, Breccia è stato tra i maggiori rappresentati del fumetto argentino, spesso legato alla sfera fantastica e nera, ma sempre caratterizzato da un piglio politico e satirico. Per raccontare l’artista argentino, protagonista di una mostra ospitata da BilBOlBul, il festival internazionale del fumetto di Bologna, Wonderland ha incontrato il suo allievo José Munoz, autore del fumetto Alack Sinner.

La copertina CULT di questa settimana è incentrata su un singolare film documentario dedicato all’artista olandese Maurits Cornelis Escher, Escher - Viaggio nell’infinito di Robin Lutz, che attraverso documenti personali e testimonianze di chi l’ha conosciuto, ricostruisce la vita del visionario artista. Il contributo POP è invece rappresentato dal Noir in Festival, la manifestazione dedicata al noir in ogni sua forma, che quest’anno si svolge tra Como e Milano dal 6 al 12 dicembre.

Le due categorie “pop” e “cult” caratterizzano anche la Wonder Parade, la classifica che chiude ogni puntata segnalando i dieci titoli top della settimana.

Torna la rubrica Stranger Than Fiction dedicata ai più folli e improbabili, ma mai impossibili, progetti cinematografici e televisivi. Questa settimana Wonderland vi racconta il fantasioso Maigret contro Maigret, velleitario tentativo di un produttore italiano degli anni sessanta di far incontrare, in un unico film, il Maigret interpretato da Jean Gabin e quello impersonato in tv da Gino Cervi.

Il particolarissimo sound della band danese Forever Still, immersa in sperimentazioni musicali che spaziano tra il gothic-rock e il metal, è al centro della nuova puntata di Sound Invaders, rubrica presentata da Mario Gazzola dedicata alle più originali connessioni tra musica e arti visive.

 Logo.jpg

 

Wonderland è un programma di Leopoldo Santovincenzo, Carlo Modesti Pauer, Andrea Fornasiero ed Enrico Platania, con la collaborazione di Alessandro Rotili. Produttore esecutivo Sabrina La Croix, regia di Giuseppe Bucchi e Gabriella Squillace.

rai.it/rai4 - raiplay.it/programmi/wonderland

facebook.com/RaiQuattro - @RaiQuattro twitter.com/RaiQuattro - instagram.com/raiquattro

 

Emilia 2020. Presentati gli oltre 500 eventi nell’area di Destinazione Turistica Emilia, coinvolgendo i territori di Piacenza e Reggio Emilia per Parma Capitale italiana della Cultura 2020

Parma, 9 dicembre 2019 . Parma 2020 rappresenta un’occasione senza precedenti per accogliere sempre più turisti e diventa un’impresa nata con l’intento di creare un sistema di promozione territoriale nel segno dell’unicità e dell’esperienza.


Quindi Parma 2020 si arricchisce e si trasforma in Emilia 2020, un’opportunità che rende straordinaria, ricca e coerente l’offerta turistica di tre province dalle caratteristiche sfaccettate ma legate da un comune sentire sul piano del gusto, della natura e della cultura.
Nata nel 2017, Destinazione Turistica Emilia è un’avventura che ha saputo in pochi anni mettere a frutto la sterminata proposta dell’area compresa tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, raggiungendo risultati sorprendenti che hanno incoraggiato a definire autentiche reti tematiche a partire dalle declinazioni Taste, Nature & Culture.

In previsione di un’occasione che si allarga fino a diventare Emilia 2020, l’ente esprime il concetto de “La cultura batte il tempo”, in grado di sintetizzare lo stile di vita slow del territorio, ben sviluppato e approfondito tra le pagine di una brochure ad hoc. Ideata e distribuita nella doppia versione italiana e inglese, “20 Ragioni per visitare Emilia nel 2020” è un assaggio delle offerte presenti sul sito www.visitemilia.com e raccoglie proposte di soggiorno studiate allo scopo di vivere il cuore della destinazione, in un anno che vedrà susseguirsi complessivamente di 500 eventi tra mostre, performance teatrali, concerti, festival di arte e cultura e rassegne e dibattiti.
Nel caleidoscopio di ragioni per lasciarsi incantare dal dialogo tra cielo, terra e memoria, c’è anche lo spazio per l’invito a trovarne di nuove e personali. Tutti gli eventi si possono consultare sui siti www.visitemilia.com e http://www.parma2020.it

Il tutto è stato presentato all’Auditorium di Palazzo del Governatore alla presenza del Sindaco Federico Pizzarotti, dell'assessore al Turismo Cristiano Casa, del Presidente di Destinazione Emilia Natalia Maramotti, dell'assessore al Turismo del Comune di Piacenza Jonathan Papamarenghi, dell'assessore al Turismo del Comune di Reggio Emilia Annalisa Rabitti.

Secondo Natalia Maramotti, presidente di Destinazione Turistica Emilia: «Il 2020 sarà un anno importante per Emilia, la Destinazione Turistica che prendendo energia dal baricentro di Parma capitale italiana della cultura, ha l'ambizione di chiudere il carrello e spiccare il volo definitivo verso la sua attrattività internazionale. Sarà un anno da raccontare Parma, Piacenza e Reggio Emilia anche attraverso i numeri: oltre 500 sono ad oggi gli eventi più significativi che accompagneranno i visitatori nel corso dell'anno a scoprire, tramite il veicolo della cultura, la bellezza del territorio e la straordinaria qualità della enogastronomia».


Dopo l’inaugurazione di “Emilia Food & Wine Experience” – pensata per integrare l’intera offerta enogastronomica dei territori dell’Emilia, mettendo in connessione operatori turistici, agroalimentari, vinicoli e non solo – è stata avviata la creazione della Rete “Emilia Cultura e Castelli Experience”. È inoltre in fase di studio la prossima realizzazione della Rete Terme e Outdoor, immaginata con l’obiettivo di strutturare un’offerta integrata per il turismo all’aria aperta e per quello che ruota intorno ai temi di wellness e wellbeing. Destinazione Turistica Emilia ha potuto registrare un aumento del 6,8% degli arrivi e del 4,2% di presenze nel 2018, una consistente crescita del turismo degli stranieri e un’interessante tendenza alla destagionalizzazione.

È straordinario ma non può essere che l’inizio per uno scenario complessivo che, oltre alle 3 città capoluogo e 115 comuni, può vantare: 142 musei - dei quali, oltre agli 8 Musei del Cibo, 57 a Parma, 51 a Piacenza e 26 a Reggio Emilia; 51 teatri, tra storici e contemporanei, dei quali 15 a Parma, 12 a Piacenza e ben 23 a Reggio Emilia; 1 Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano riserva Mab Unesco, gli 11 Parchi del Ducato – di cui 5 parchi regionali, 1 parco provinciale, 5 riserve - e 8 tra aree naturalistiche, oasi e riserve nella provincia di Reggio Emilia; 161 km di Fiume Po sui 652 km totali del suo corso, dei quali 96 a Piacenza, 47 a Parma e 18 a Reggio Emilia.

Oltre 15 prodotti tipici tradizionali riconosciuti col marchio dop, igp o altre certificazioni importanti.

Alla voce caseifici, 167 a Parma e 99 a Reggio Emilia per il Parmigiano Reggiano e 20 a Piacenza per il Grana Padano.
Alla voce salumifici, 132 dedicati al Prosciutto di Parma, 13 specializzati nella produzione di Salumi Dop piacentini e 14 al Salame Felino, 23 per il Culatello di Zibello e 14 inseriti nel Consorzio del Culatello e degli Antichi Produttori del Culatello e della Spalla Cruda; 26 aderenti al Consorzio per l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia; 147 cantine di produzione di Vini DOP, delle quali 22 a Parma, 90 a Piacenza e 35 a Reggio Emilia; 7 ristoranti stellati, dei quali 3 a Parma, 2 a Reggio Emilia e 2 a Piacenza; 50 castelli disseminati tra le colline, la Bassa e gli Appennini; 4 stazioni termali tra Parma e Reggio Emilia.
Oltre 13 borghi di interesse storico e artistico, certificati da riconoscimenti come la Bandiera Arancione e quelli di Borghi autentici, Borgo dei borghi 2018 Kilimangiaro e Borghi più belli d’Italia. Svariati riconoscimenti UNESCO, tra i quali quello di Parma Città creativa Unesco per la gastronomia, la Segnalazione UNESCO del Battistero di Parma tra i siti di maggiore valore astronomico a livello mondiale, il titolo di Riserva di Biosfera MaB UNESCO ottenuto da Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e al tratto medio padano del Fiume Po. Per informazioni: www.visitemilia.com e www.parma2020.it 

Alla presentazione sono intervenuti anche Michele Guerra e Cristiano Casa - Assessori alla Cultura e al Turismo del Comune di Parma Natalia Maramotti – Presidente di Destinazione Turistica Emilia Jonathan Papamarenghi – Assessore al Turismo del Comune di Piacenza Annalisa Rabitti – Assessore al Turismo del Comune di Reggio Emilia Rappresentanti delle istituzioni culturali cittadine e della Regione Emilia-Romagna.

Ha condotto Davide Rampello.

Parma
Per info:
Destinazione Turistica Emilia - Iat di Parma. Tel. 0521 218889.
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Piacenza
Per info:
Destinazione Turistica Emilia – Iat di Piacenza. Tel. 0523 492001. E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Reggio Emilia
Per info:
Destinazione Turistica Emilia - Iat di Reggio Emilia. Tel. 0522 451152. E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per informazioni:
Destinazione Turistica Emilia Parma - Piacenza - Reggio Emilia Viale Martiri della Libertà, 15 - 43123 Parma Tel. 0521 931634 E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Sito web: www.visitemilia.com 

 

Oltre 1.500 Onlus in gara per l’undicesima edizione di “1 voto, 200.000 aiuti concreti – Donare mi dà più gioia che ricevere!”, campagna realizzata grazie ai Fondi UniCredit Carta E
Anche quest’anno UniCredit mette a disposizione 200 mila euro, a titolo di donazione, da distribuire tra le organizzazioni Non Profit aderenti al portale ilMioDono.it

Torna l’appuntamento con la speciale iniziativa UniCredit dedicata alle organizzazioni impegnate nel Non Profit, quest’anno giunta alla sua undicesima edizione. Un impegno che il Gruppo premia mettendo a disposizione 200 mila euro del fondo Carta Etica destinato a iniziative di solidarietà sul territorio. Il fondo si alimenta con una percentuale di ogni spesa effettuata con carta di credito “Etica”, disponibile nella versione UniCreditCard Flexia Classic E, Visa Infinite e UniCredit Business Aziendale, senza costi aggiuntivi per il titolare.


La nuova edizione della campagna di solidarietà e sensibilizzazione “1 voto, 200.000 aiuti concreti – Donare mi dà più gioia che ricevere!” si concluderà il 29 gennaio 2020. Sono 1.569 le Onlus che quest’anno partecipano all’iniziativa, ognuna delle quali è presente sul sito www.ilMioDono.it , la piazza virtuale realizzata da UniCredit per facilitare l’incontro tra le Organizzazioni Non Profit e tutti coloro che vogliono sostenere questo settore contribuendo con una donazione.


Clienti e non di UniCredit possono accedere al sito www.ilMioDono.it – anche da tablet e smartphone – selezionare l’Organizzazione preferita e votarla attraverso un account e-mail o Twitter. Ogni voto vale 1 punto. Aggiungendo al voto una donazione di almeno 10 euro con una delle modalità PagOnline o MyBank previste, la preferenza accordata varrà 6 punti.


I 200 mila euro di quest’anno, sommati agli importi delle edizioni precedenti e ai contributi spontaneamente erogati anche da chi ha supportato l’iniziativa con il voto e con le donazioni – nel 2018, sono stati raccolti 120 mila euro –, portano a oltre 2.800.000 euro la somma complessiva di cui hanno beneficiato le organizzazioni dal 2010.

Lunedì, 09 Dicembre 2019 15:55

Cantando Sotto La Pioggia: il Musical

Alla fine dello spettacolo sarà impossibile resistere: la melodia di “Singin’ in the rain” entra nel cuore e lì rimane per ore e ore. Fino a quando non ritorna la voglia di andare nuovamente a teatro per ammirare questa produzione firmata “Stage Entertainment Italia”. E per coloro che ancora non hanno colto l’occasione, ci sarà tempo fino all’11 gennaio 2020: “Singin’ In The Rain – Cantando Sotto La Pioggia Il Musical” rimarrà in scena al Teatro Nazionale CheBanca! di Milano con tutta la sua carica di energia, le sue canzoni indimenticabili e i suoi protagonisti leggendari.

Una scommessa vinta per la regista Chiara Noschese che, dopo i successi ottenuti in passato, alza ancora di più l’asticella e porta in scena un mito come Gene Kelly:  “Singin’ In The Rain è una storia che fa sorridere e sognare. Un’evasione unica, che capita solo quando siamo chiusi in un teatro, immersi in una realtà che parla di poesia, talento, musica, arte, di quella “materia divina” di cui, a mio avviso, abbiamo una grande nostalgia”, ha spiegato Chiara Noschese. Ed è ancora Stage Entertainment a far sognare gli italiani: primo produttore europeo di spettacoli musicali dal vivo con i suoi 18 teatri in Europa tra Paesi Bassi, Germania, Spagna e Francia, Stage Entertaiment ha messo a disposizione del pubblico un cast stellare.

LA STORIA - Don Lockwood è un’acclamata stella del cinema muto e, insieme alla splendida Lina Lamont, forma una delle coppie più ammirate dello show business. In realtà Lina è una starlette viziata e insopportabile. L’avvento del sonoro porta un grattacapo a Don e al produttore R.F. Simpson: la voce di Lina, infatti, è sgraziata e squillante. È questo il momento in cui entra in scena Kathy Selden, forse meno appariscente, ma decisamente più talentuosa di Lina. In gran segreto, Kathy doppierà la bionda star che nel frattempo, ingelosita dalla storia d’amore tra lei e Don, cercherà in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote alla sua antagonista. La resa dei conti arriverà alla prima del film “Il Cavaliere della Danza”. Che succederà? Per saperlo dovrete andare al “Teatro Nazionale CheBanca!” entro l’ 11 gennaio 2020. “Singin’ in the rain” vi attende.

IL CAST – Il protagonista non poteva che essere lui: Giuseppe Verzicco. Saturday Night Fever–La Febbre del Sabato Sera nel ruolo del protagonista Tony Manero, Danny Zuko nel musical Grease, “Mamma Mia!” nelle vesti di Sky, Dirty Dancing–The Classic Story on Stage nei panni di Robbie Gould e alternate Johnny Castle: sono solo alcune delle occasioni in cui il pubblico l’ha applaudito. Al suo fianco Mauro Simone e Gea Andreotti, Martina Lunghi, Roberto Vandelli e Massimo Cimaglia: semplicemente straordinari, capaci di creare emozioni e risate con un semplice gesto o una particolare accento dato alle parole. Curricula di spessore per attori, cantanti e ballerini di assoluta qualità. Inevitabile il successo che “Singin’ in the rain” sta avendo. Inevitabili gli scroscianti assensi che, a fine show, abbracciano calorosamente i protagonisti sul palco. Scroscianti. Proprio come la pioggia che cade… mentre gli artisti cantano. 

Pietro Razzini 

locandina.jpg

 

Sabato 7 e 8 dicembre 2019 ritorna a Modena la tradizionale rassegna di editoria modenese dal titolo “LibriaMOdena 2019”, che quest’anno festeggia la sua 67° edizione. Un momento importante per la città, e dintorni, per l’opportunità offerta agli autori, e agli appassionati di letteratura di ogni genere, di avvicinare gli scrittori per conoscerli da vicino e condividere con loro l’interesse per i nuovi progetti editoriali.


In questa cornice dal sapore antico, per il respiro che il libro è in grado di offrire in ogni occasione, Guido Zaccarelli si presenta al pubblico con un nuovo saggio dal titolo #essereGiornalista2020, nell’era della Conoscenza Condivisa® edizioni Damster, dove fornirà una traccia dei momenti salienti che hanno caratterizzato la stesura del libro, che come definisce l’autore: «un viaggio nel mondo variegato delle aziende, della scuola, della cultura e dei valori dell’etica, fino ai fondamenti della società civile».


Approdato sulla scena letteraria nel 2012 con il saggio “La Conoscenza Condivisa”, Zaccarelli, forte della sua esperienza nel mondo delle organizzazioni complesse e dell’insegnamento universitario, (questa è la quinta pubblicazione), ha da sempre posto il valore della persona al centro dell’ecosistema organizzativo, contribuendo in ogni circostanza a mettere l’accento sulla necessità di cambiare il sistema delle relazioni umane nelle aziende, da piramidali a circolari.


Per l’occasione abbiamo incontrato l’autore per la presentazione del nuovo saggio al quale abbiamo chiesto come è nata l’idea che riporta come titolo: #essereGiornalista2020, nell’era della Conoscenza Condivisa®:
«è un titolo giovane che esprime i fondamenti della comunicazione moderna sempre più focalizzata ad utilizzare un linguaggio rapido e veloce per raggiungere il proprio pubblico, arricchendolo di contenuti, per “sorprendere ed emozionare le persone a vivere nuove esperienze culturali e relazionali” e avvicinarle alla lettura, anche con argomenti apparentemente lontani dal vivere quotidiano, ma centrali per comprendere i fenomeni della realtà che ci circondano».


Il cancelletto, o più comunemente chiamato hashtag, è una etichetta che viene impiegata nella comunicazione digitale per rendere più facile la ricerca di parole che esprimono un argomento preciso. Essere porta con sé un significato profondo, oltre alle apparenze per essere diventato giornalista, che rappresenta un arricchimento personale e professionale di indubbio valore, per l’opportunità offerta dalla scrittura di raggiungere una vasta platea di persone e di lettori con le tue idee e i tuoi pensieri, questo consente di accrescere il cammino di ricerca di nuove identità da convergere in reciproci scambi di riflessione e di opinione. Essere, esprime inoltre il valore della vita di ogni essere umano, frutto di una esistenza superiore che ne ha definito la propria presenza terrena.


Il sottotitolo richiama il valore del tempo e si percepisce la presenza di una nuova era sospinta dal vento del rinnovamento che ambisce a diffondere il valore del benessere personale, non solo in ambito aziendale ma anche sociale, dove coinvolgere le future generazioni:
Ogni periodo storico porta con sé i segni e i tratti salienti che hanno contribuito nel tempo a costruire modelli sociali e innescare cambiamenti nei comportamento delle persone e nella società civile. Se non definiamo un tempo, in questo caso un’era, nella quale caratterizzare un fenomeno come la Conoscenza Condivisa®, diventa impossibile coinvolgere le persone in un progetto culturale dove identificarsi e diventare promotori della condivisione che trova nel dono e nella reciprocità la massima espressione.


Come mai la scrittura è importante?:
L’arte oratoria non è in grado da sola di trasmettere nel tempo il valore e il significato della parola espressa in un determinato contesto enunciativo. La scrittura è un momento importante per lasciare una traccia indelebile alle future generazioni. Un tempo prezioso da dedicare alla riflessione dove immergere la propria anima nel silenzio, alla ricerca dell’armonia con se stessi, per illuminare le parole di sogni e di nuove emozioni. Un libro è per sempre un amico vero a cui confidare i propri pensieri perché ogni parola scritta è spesso il riflesso di noi stessi riportato dallo scrittore in una pagina bianca. È rivedere situazioni e rivivere stati d’animo e come per magia ritrovarli, riga dopo riga, in un cammino che sembra stato disegnato in quel preciso istante della vita per approdare alla ricerca di sé stessi.


Cosa trova il lettore che si appresta a leggere il libro?
Questo saggio raccoglie gli articoli pubblicati ogni domenica nel canale on-line “Dalla piramide al cerchio” del giornale “La Gazzetta dell’Emilia”, per diventare giornalista. Sfogliando le pagine di questo saggio, il lettore verrà immerso in un mondo variegato di contenuti, che spaziano dal mondo delle aziende, al mondo della scuola e della cultura per abbracciare il valore dell’etica, fino a compenetrare nella società civile.
Il compito a cui tendere è farsi prendere per mano dalle parole e addensarle di significati, con le proprie aspettative, i propri desideri, i propri sogni e fermarsi all’istante quando la ragione e l’emozione traboccano, per prendere fiato alla ricerca di nuove parole e di nuovi stati d’animo, fino a quando il capitolo non dà ragione di essere stato vissuto nella sua pienezza.
Il saggio può essere letto capitolo dopo capitolo o preso singolarmente, per gli argomenti che possono legarsi tra loro seguendo una dinamica temporale o di semplice aggregazione di contenuti che s’intrecciano tra loro ricombinandosi forse in modo casuale. Spetta al lettore il compito di dirigere la lettura seguendo una propria ispirazione e stati d’animo legati al momento e alle circostanze proprie del vissuto personale e professionale.


Quale è in ultima analisi lo scopo del saggio?
La tecnologia muta continuamente i modi con le quali le informazioni vengono elaborate e registrate e trasferite da dispositivo a dispositivo. Lo scopo è ridurre l’avanzata travolgente del mondo digitale, proiettato a rendere immateriale la vita dell’uomo fino a mutarne l’identità, valorizzando ancora una volta la carta stampata che resta ancora un fondamento sul quale mantenere viva, e conservare nel tempo, il presente di ogni individuo per trasmetterlo alle generazioni future.


Cosa emerge in modo significativo?
L’aspetto che maggiormente affiora è la Persona che assume un ruolo centrale in tutti gli articoli per il valore etico e morale che esprime in ogni circostanza per migliorare la propria vita e l’esistenza altrui. La quarta di copertina riporta una frase a me cara: “la saggezza è osservare ciò che circonda e dare una spiegazione differente a ciò che il mondo propone”.

9788868103804_1.jpg

 

Leggere tanto per crescere meglio. Incentiviamo la lettura nell’infanzia per migliorare l’apprendimento nel domani

Immaginate un mondo senza libri: come sarebbe? I libri rappresentano la memoria dell’umanità; sin dall’invenzione stessa della scrittura si è conservata traccia del passaggio dell’uomo sulla terra grazie ai libri.
Ad immaginare un mondo tanto distopico ci pensò Ray Bradbury con il grande capolavoro degli anni ‘50 Fahrenheit 451. L’autore ci racconta un mondo grigio, desolante, senza nessuna sfumatura di colore in cui la potenza del fuoco, distruttrice e depositaria di responsabilità, opera la sua opera censuratrice, vietando all’uomo l’accesso al sapere.


Immaginate, invece, un mondo con tanti libri ma che nessuno abbia voglia o il tempo di leggere. Vi ricorda qualcosa? Sicuramente non siamo a questi livelli, ma la situazione attuale non è del tutto rosa e fiori. Secondo l’indagine Ocse, la capacità di lettura e di scrittura negli ultimi venti anni è notevolmente peggiorata: solo uno studente su 20 sa distinguere tra fatti e opinioni. I risultati dell’indagine confermano che la capacità dei ragazzi italiani di leggere, comprendere, rielaborare, riassumere, valutare e riflettere risulta molto al di sotto della media Ocse per la lettura, posizionandosi agli ultimi posti della classifica. Questo cosa significa? Che 19 studenti su 20 non capiscono ciò che leggono. Comprendere un testo (qualsiasi esso sia), riflettere anche su concetti astratti, immaginare e inventare sono tutti elementi fondamentali per la formazione di un individuo.


L’educazione alla lettura è un processo lento che deve essere costruito nel tempo: pertanto il momento dell’infanzia è il migliore per la costruzione di un buon legame tra bambino e libro. I bambini, attraverso le storie, il gioco e la partecipazione attiva, non solo scopriranno storie e situazioni sempre nuove e particolari, ma svilupperanno sin dai primi anni capacità cognitive, sociale ed emozionali. In un primo momento il libro sarà semplicemente qualcosa da guardare, poi verranno attivati gli altri sensi: esplorare, aprire, annusare, sfogliare, ascoltare dispiegherà davanti ai bambini un oceano di nuovi stimoli. Dall’approccio tattile e sensoriale, passeranno ad una conoscenza più profonda, scopriranno le immagini e le parole e inizieranno ad apprezzarne la ricchezza e i piaceri che derivano dalla lettura. Occorre creare attorno a loro un ambiente stimolante e accogliente in cui i libri rappresentano portali su mondi inesplorati che sapranno scoprire grazie alla guida dei genitori, della scuola e delle associazioni. Le associazioni, in questo senso, svolgono un ruolo importante: attraverso le varie iniziative portano avanti l’obiettivo di promozione della cultura e della lettura, anche dalla più tenera età.

Come Punto Parma Terre des Hommes, nato all’interno di Intesa San Martino, ci spendiamo quotidianamente nel territorio per sostenere progetti incentrati sui minori. Tante le iniziative avviate – letture animate, giochi di parole, incontri di lettura – per incentivare l’amore e la passione per i libri tra i più piccoli. Perché solo attraverso i libri e la cultura, un bambino acquisirà gli strumenti necessari per essere un adulto consapevole.
Eleonora Puggioni

 

 

Parma, 4 dicembre 2019 – Quasi 200 persone hanno ieri affollato l'auditorium dell'Assistenza Pubblica per rendere omaggio ad Annalisa Dall'Asta ed Emilia Wanda Caronna che hanno ricevuto, rispettivamente nelle sezioni “Persona con disabilità” e “Persona abile”, il Premio Anmic Parma 2019.

In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, e all'interno della “Parma disAbility Week”, la sezione provinciale dell’Anmic, la più grande associazione di tutela e rappresentanza di persone con disabilità, ha dato vita alla quarta edizione del Premio Anmic Parma, che viene destinato a persone che hanno accresciuto il valore culturale e civile della nostra comunità grazie alle loro azioni sul fronte dei diritti delle persone con disabilità. 

Annalisa Dall'Asta è coordinatrice didattica della Scuola di Edith di Parma; Emilia Wanda Caronna è delegata per il Rettore a fasce deboli, studenti con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento dell'Università di Parma. Entrambe si battono da anni, con grandi risultati, sul fronte dell'integrazione sociale delle persone disabili.

La cerimonia, presentata dalla giornalista Ilaria Notari, è stata introdotta dal presidente di Anmic Parma, Walter Antonini: “Il mio augurio è che le Istituzioni guardino alla disabilità non come un dovere, ma come una scelta; spero che possano scegliere di aiutare e valorizzare le persone con disabilità, perché sono una risorsa per tutta la comunità. Le due premiate sono persone speciali. Ad Annalisa voglio dire che la sua luce illumina ogni persona che ha incontrato: sei l'emblema della persona che mette a disposizione, per la nostra gente, la propria ricchezza d'animo e di spirito, unita ad una eccezionale professionalità. Ad Emilia invece voglio dire che è un esempio per tutti noi: il suo essere sanguigno forte e rigoroso, nel rispetto dei nostri diritti, è motivo di ispirazione e di aspirazione. Senza di lei la nostra società sarebbe un po' più povera”.

Tanti i rappresentanti delle Istituzioni che hanno voluto portare un messaggio: il Prefetto di Parma Giuseppe Forlani; il Rettore dell'Università di Parma, Paolo Andrei; la consigliera regionale Barbara Lori; il vice presidente della Provincia di Parma, Alessandro Garbasi, l'assessora al Welfare del Comune di Parma, Laura Rossi, la direttrice generale dell'Ausl di Parma, Elena Saccenti; il direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria, Massimo Fabi. Non è voluto mancare nemmeno il delegato del sindaco di Parma alla disabilità, Mattia Salati.

Commossi gli interventi delle premiate. Annalisa Dall'Asta, che ha ricevuto il riconoscimento dalle mani del Prefetto Forlani, da Antonini e da Fabio Faccini, presidente del Consorzio Solidarietà Sociale, ha detto: “Sono molto felice, qui ci sono tutti i miei mondi, tutti i miei affetti: la parrocchia, Azione Cattolica, le associazioni, la cooperativa Eidè, il progetto Calamaio, i miei amici, la mia famiglia. Da soli non si va da nessuna parte: sogno un mondo di interdipendenza gli uni dagli altri. Il pregiudizio più fastidioso? Essere donna e disabile è una discriminazione doppia che ho vissuto sulla mia pelle”.

La professoressa Emilia Wanda Caronna, che è stata invece premiata dal Rettore Andrei, dal presidente Antonini e da Alberto Mutti, coordinatore del Centro studi nazionale Anmic, ha detto: “Ho ricevuto diversi premi nazionali, mentre Parma sembrava essersi voltata dall'altra parte, per questo il Premio Anmic mi riempie di gioia ed emozione. Anche quest'anno abbiamo 848 studenti da seguire, sono davvero tanti. Questo lavoro è la mia vita, ho lavorato con sei Rettori diversi, prima sono stata al fianco di Mario Tommasini per le battaglie per l'integrazione di chi era tagliato fuori dalla società. La disabilità appartiene a tutti, perché nell'arco di una vita a tutti può succedere di viverla. Per il 2020 spero che passi il messaggio che la cultura significa anche sociale”.

Tanti gli applausi e i riconoscimenti di affetto e stima per le premiate per un'edizione speciale del Premio Anmic Parma. Nel 2016 il Premio è stato assegnato alla sportiva Giulia Ghiretti, nel 2017 al medico Giancarlo Izzi (menzione speciale alla scrittrice Maria Teresa Rinaldi), nel 2018 all'imprenditore Gerardo Malangone (menzione al Cai di Parma per il progetto “Montagnaterapia”).

 

(Foto Francesca Bocchia)

Allegato_di_posta_elettronica.png

 

 

Dopo la Milano Design Week 2019, il visionario artista britannico Alex Chinneck torna in Italia, a Parma, con una retrospettiva su IQOS World revealed by Alex Chinneck: il progetto monumentale visitato da oltre 200.000 persone in una sola settimana. (Foto Francesca Bocchia)

Polo culturale BDC28 – Borgo delle Colonne 28, Parma
1–8 dicembre 2019
Lunedì – Domenica, 16.00-22.00
Ingresso riservato ai soli adulti

Alex Chinneck, artista britannico noto per la sua visione originale e dirompente, arriva a Parma con una mostra che documenta lo sviluppo e la creazione dell’installazione milanese IQOS World revealed by Alex Chinneck, presentata in occasione della Design Week 2019.


Dall’ 1 all’8 dicembre 2019, gli spazi del polo culturale BDC28 ospiteranno un percorso espositivo – composto da sculture, fotografie, prototipi –, per illustrare lo sviluppo dell’installazione che catturò l’attenzione di oltre 200.000 visitatori in una sola settimana.
"Il progetto realizzato in collaborazione con IQOS è stato un successo e sono orgoglioso della meravigliosa risposta che ha ricevuto durante la Milano Design Week”, racconta Alex Chinneck. “Sono molto contento di tornare in Italia per presentare la documentazione che racconta questa collaborazione e di presentare il mio lavoro per la prima volta a Parma".


IQOS World revealed by Alex Chinneck
Invitato a pensare per gli spazi dell’Opificio 31 – nel cuore del distretto milanese di via Tortona – un progetto capace di raccontare un nuovo futuro e inedite possibilità, Chinneck ha dimostrato la sua abilità unica nell’unire arte, architettura e teatro, dando origine a un’installazione in scala monumentale. È stata infatti l'architettura stessa dell’edificio – sia esterna che interna – a trasformarsi in opera d'arte, assumendo forme nuove e inattese: le pareti e i pavimenti sono diventati metafora di un processo di trasformazione, capace di evocare, attraverso immaginifici portali, infinite vie verso un possibile futuro.
Il progetto ha visto protagonista l’architettura dell’intero edificio che, attraverso una serie di interventi scultorei, è stata trasformata in modo spettacolare, sfidando la percezione del pubblico. All’esterno, l’artista ha ricreato una facciata totalmente nuova, il cui prospetto – richiamo all’estetica della tradizionale architettura milanese – sembrava “aprirsi” in una delle sue estremità attraverso una zip che lasciava intravedere l’interno dell’edifici. Gli spazi interni, invece, sono stati trasformati radicalmente, attraverso “aperture” inaspettate nel pavimento in cemento e nelle pareti in pietra.

Il simbolo della zip si è rivelato così il tratto distintivo del progetto, l’espediente attraverso cui l’artista ha dato origine a una serie di fenditure surreali da cui si propagava una luce eterea e impalpabile che invadeva lo spazio, trasportando il visitatore in un’esperienza inedita e coinvolgente.
Il lavoro di Alex Chinneck è stato presentato per la prima volta in Italia nell’aprile del 2019, rispecchiando la reputazione internazionale dell’artista, capace di creare installazioni scultoree che scompaginano il mondo che ci circonda, mettendo in discussione la comprensione di oggetti e materiali familiari.


Alex Chinneck e IQOS condividono la stessa visione rivoluzionaria, l’attitudine a guardare le cose da una prospettiva differente, ripensando ciò che apparentemente sembra immutabile. È proprio questa riflessione, volta a rivelare una visione alternativa del futuro, che ha guidato lo sviluppo della collaborazione tra l’artista e il brand.
Parma e l’Emilia Romagna


Con questa iniziativa, IQOS conferma il proprio legame con Parma, città di innovazione e cultura, e in generale con il territorio emiliano.
A Parma, infatti, nel mese di novembre è stato inaugurato in Strada Cavour 5/c il concept store IQOS dedicato alla presentazione ai fumatori adulti del dispositivo IQOS che scalda il tabacco, mentre a Bologna si trova la sede di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna SpA (PMMTB), centro di eccellenza mondiale di Philip Morris International per la prototipazione, la produzione su larga scala dei prodotti alternativi e dei filtri ad alto contenuto tecnologico.
Attiva a Zola Predosa (Bologna) già dal 1963, PMMTB ha ampliato la sua presenza sul territorio con la costruzione, l’avviamento e la messa a regime del primo impianto produttivo al mondo per la produzione su larga scala di prodotti del tabacco senza fumo: il nuovo stabilimento produttivo, situato a Crespellano, in provincia di Bologna, è attivo dal 2016.


Philip Morris International: costruiamo un futuro senza fumo
Philip Morris International (PMI) sta guidando la trasformazione del mondo del tabacco: vuole creare un futuro senza fumo con lo scopo di sostituire le sigarette a beneficio di tutti quei fumatori adulti che altrimenti continuerebbero a fumare, della Società, dell’azienda e dei suoi dipendenti, degli azionisti.
PMI è tra le aziende leader nel mercato dei tabacchi lavorati, dei prodotti senza combustione, inclusi i loro dispositivi elettronici e accessori, e degli altri prodotti contenenti nicotina commercializzati al di fuori del mercato statunitense. PMI sta costruendo il proprio futuro grazie alla categoria dei prodotti senza fumo che, seppure non siano privi di rischi, rappresentano una valida alternativa al fumo di sigaretta. Grazie alle competenze multidisciplinari impiegate nello sviluppo dei suoi prodotti, alle infrastrutture all’avanguardia e alla validazione della ricerca scientifica, PMI vuole assicurarsi che i suoi prodotti senza combustione possano incontrare le preferenze dei suoi consumatori e i rigorosi requisiti previsti dalla legge.
Il portfolio di prodotti senza fumo IQOS include prodotti a tabacco riscaldato e vaporizzatori di nicotina. PMI ha stimato che, al 30 settembre 2019, oltre 8 milioni di fumatori adulti nel mondo hanno già smesso di fumare sigarette e sono passati ad IQOS, il dispositivo che scalda il tabacco che è al momento disponibile in 51 mercati – a livello nazionale o solo in alcune città.
Per ulteriori informazioni si può visitare il sito di PMI e quello di PMI Science, oltre ai canali ufficiali italiani Facebook e Twitter, Philip Morris Italy e @PhilipMorris_IT.

ALEX CHINNECK – Biografia

Alex Chinneck (1984, Bedford – UK), vive e lavora nel Kent, Regno Unito.
Laureato presso il Chelsea College of Art, è membro del consiglio della Royal Society of Sculptors.

Il suo lavoro si contraddistingue per essere monumentale, sia nell’ambizione che nell’impatto. Unendo infatti le discipline dell’arte, dell’architettura e del teatro con l’ingegneria, nella sua ricerca l’artista mira a superare i confini dei materiali e il loro potenziale scultoreo.
In un'era sempre più digitale, il lavoro di Chinneck è radicato in esperienze di vita reale. Le sue sculture sfidano la nostra comprensione di oggetti e materiali familiari, trasformando l'ordinario in straordinario.

Dopo la sua prima opera d’arte pubblica realizzata all’età di 28 anni, Chinneck è diventato noto per le sue sculture surreali in scala architettonica che danno origine ad una visione distorta del mondo che ci circonda.
Nel suo universo surreale, dove le regole normalmente associate ai materiali non sono più valide, il legno si annoda, l’asfalto si arriccia, la pietra si libra nell’aria e i mattoni si sciolgono: l’artista rivela così una attitudine particolare nell’introdurre la fluidità scultorea in quelle forme considerate inflessibili.

Tra le sue installazioni più rappresentative ci sono: lo stravolgimento di un edificio di tre piani attraverso un illusorio scorrimento della facciata in mattoni verso il basso; una casa a due piani costruita con 7.500 mattoni di cera, scioltisi nelle settimane successive; una replica illusoria di un edificio in pietra a Covent Garden che, liberandosi dalle proprie fondamenta, sfidava la forza di gravità come stesse fluttuando a mezz’aria; un’installazione in cui un pilone dell’elettricità alto 37 metri è stato presentato capovolto, come una stella caduta dal cielo; la creazione di un’enorme e inaspettata zip sulla facciata di un edificio adibito a uffici risalente agli anni '60.

L'edificio caratterizzato dalla zip è stato celebrato come una delle installazioni di spicco della Milano Design Week 2019, mentre il pilone elettrico invertito è stato un progetto di punta in occasione del London Design Festival.

Dietro queste narrazioni apparentemente semplici, si cela un’enorme complessità di esecuzione: è impossibile non lasciarsi impressionare dalle sue opere e alcuni dei suoi progetti sono stati tra i più apprezzati del Regno Unito. Ogni suo intervento ha infatti saputo attrarre l’attenzione del pubblico, stimolandone il dibattito, e le sue installazioni temporanee – visibili spesso per meno di un mese –, hanno visto oltre un milione di visitatori e sono state raccontate dai media di tutto il mondo.
Qualunque sia la loro dimensione o la loro configurazione, le opere di Alex Chinneck si inseriscono nel contesto circostante, trasformando le percezioni dei luoghi e rendendo momentaneamente il mondo intriso di magia. La natura dirompente e surreale delle sue opere mette in discussione la nostra comprensione degli oggetti e dei materiali a noi più familiari, rendendo straordinario tutto ciò che è ordinario.

I suoi progetti di arte pubblica prendono vita a partire da studi e sculture in piccola scala, lavori che l’artista ha ripreso di recente. Questi pezzi rivelano lo stesso spirito giocoso e la stessa accessibilità delle sculture ambientali, realizzate grazie a una eccellente e minuziosa lavorazione artigianale. Nel ripensare oggetti domestici tradizionali in modo contemporaneo, le sue opere acquistano una valenza che sfida il tempo, trascendendo dalla loro natura materiale e dalla loro funzione originaria. Lo scorso anno, una scopa annodata realizzata a mano in legno di frassino, è stata selezionata tra quasi 10.000 partecipanti come vincitrice della Liberty Open Call 2018.

www.alexchinneck.com 
Instagram: @alexchinneck

 

 

Poco meno di due settimane ancora a disposizione del pubblico. Fino all’ 8 dicembre il Teatro Manzoni di Milano ospiterà una strepitosa Angela Finocchiaro in “Ho perso il filo”. Lo spettacolo (prodotto da Agidi), dopo il successo al TeatroDue di Parma, tornerà nel nostro territorio il 21 marzo 2020, al Teatro Crystal di Collecchio (Pr). L’artista, sicuramente in veste inedita, regala una incontenibile ironia che sfocia in inevitabili risate da parte del pubblico in sala. Ma in questo lavoro, con testi di Walter Fontana e soggetti di Angela Finocchiaro, Walter Fontana e Cristina Pezzoli, c’è qualcosa di più: una commedia, una danza, un gioco, una festa. Lo spettacolo, infatti, svela un’importante messaggio morale: bisogna vincere le proprie paure e lanciarsi nelle situazioni che la vita ci mette davanti quotidianamente. La protagonista si mette alla prova con linguaggi espressivi mai affrontati prima e racconta un’avventura straordinaria: quella di un’eroina pasticciona e anticonvenzionale che parte per un viaggio, si perde, tentenna ma poi combatte fino all’ultimo il suo spaventoso Minotauro. 

LA STORIA - Angela entra in scena e affida agli spettatori un gomitolo enorme da cui dipende la sua vita: già perché vestirà i panni di Teseo, il mitico eroe che si infila nei meandri del Labirinto per combattere il terribile Minotauro. È qui che iniziano tutti i problemi: niente va come previsto. La Finocchiaro viene assalita da strane creature: acrobati, danzatori e spiriti dispettosi che le tagliano il filo che le assicurava la via del ritorno. Ora che ha perso il filo, il Labirinto le lancia un gioco, allegro e crudele per farle ritrovare la retta. Superando trabocchetti e prove di coraggio, con il pericolo incombente di un Minotauro affamato di carne umana, Angela viene costretta a svelare ansie, paure, ipocrisie che non sono solo sue ma che abbracciano il mondo di oggi.

LO SHOW - Lo spettacolo è un interessantissimo mix che vive del rapporto tra le parole comiche di un personaggio contemporaneo e la fisicità acrobatica, primitiva, arcaica delle creature del labirinto che agiscono, danzano, lottano con Angela provocandola come una gang di ragazzi di strada imprevedibili, spietati e seducenti. Lo spettacolo gioca sulla fantasia e sul mondo creato dalle luci e dalle musiche ma soprattutto dalle coreografie originali di Hervé Koubi danzate da sette ballerini che coinvolgono la Finocchiaro stessa in disegni coreografici d’insieme inseriti perfettamente nel contesto. La nostra eroina, dopo aver toccato il fondo, riuscirà a ritrovare il filo e con esso la forza per affrontare il Minotauro in un finale inatteso che si trasforma in una festa collettiva coinvolgente e liberatoria. Molto divertente il finale, in perfetto stile greco, con un sirtaki danzato dai ballerini e dalla brava protagonista, in un’esplosione di sincera allegria.

Pietro Razzini

La Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza ha chiesto un incontro urgente al dirigente dell'ufficio scolastico territoriale dopo aver appreso, solo a mezzo stampa, che sono state formalmente avviate le procedure per avviare il distacco della sede Bobbio dell'Istituto "Tramello Cassinari" e inserirla in un Istituto Omnicomprensivo che nascerebbe dall'unione con l'attuale Istituto comprensivo di Bobbio, che comprende le scuole dell'infanzia, primarie e di 1° grado che si trovano anche a Marsaglia, Perino, Ottone e Travo.

L'organico dei docenti del Tramello Cassinari è unificato, a prescindendo dall'ubicazione delle due sedi, per questo la Gilda chiede che venga che il nuovo assetto non intacchi la titolarità di tutti gli insegnanti, in primis di coloro che lavorando da sempre a Piacenza si potrebbero trovare tecnicamente in "esubero" a causa dell'amputazione della sede di Bobbio. Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda di Piacenza e Parma, a tal proposito fa presente che "La mancata concertazione che le parti politiche ed istituzionali coinvolte stanno adottando è grave, abbiamo segnalato la situazione anche ai comuni interessati, alla Provincia e lo stesso atto lo stiamo recapitando alle sedi piacentine dei partiti di maggioranza". Nei giorni scorsi la Gilda ha tenuto anche un'assemblea a Bobbio e i docenti che lì lavorano non hanno mostrato un'avversità preconcetta all'assetto che si vuole dare, il problema è salvaguardare i diritti dei professori di Piacenza, visto che giuridicamente l'organico è unico su tutto l'Istituto senza suddivisione per località. Inoltre sarebbe bene che i decisori politici si ponessero anche il problema della continuità didattica, il cambio di docenti sarebbe penalizzante per gli studenti. 


Sede di Parma – Borgo delle Colonne 32 -43121 - Parma
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. –tel.338/8103820 – tel.fax 0521/684809

SEDE DI PIACENZA: Via S. Marco, 22 – 29100 Piacenza 
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Tel. 0523 314046 – 338/8103820 
Sabato, 23 Novembre 2019 18:29

Progetto speciale di formazione al teatro

TELEPATIA e MATEMATICA  da sabato 23 novembre - Diretto da Mariano Dammacco

EUROPA TEATRI. Prende il via sabato 23 novembre al Teatro Europa la prima parte del progetto speciale di formazione al teatro “Opera; dalla drammaturgia alla messa in scena” condotto da Mariano Dammacco, drammaturgo e regista della Piccola Compagnia Dammacco.


Il percorso prevede l'incontro con le tecniche base della scrittura drammaturgica e l'esercizio di composizione di una drammaturgia originale. «Ci occuperemo dell’arte del comporre affrontando qualsiasi genere, da quello tragico al comico - spiega Dammacco autore di spettacoli premiati a livello nazionale come “Sonia la rossa” Premio ETI/Scenario, “Amleto e la statale 16” Premio ETI/Vetrine, “Alma Rosè”, studio Premio ETI/Scenario, “Dialoghi con le piante” segnalato al Premio Ubu, “L’ultima notte di Antonio” Premio nazionale di drammaturgia - ho scelto di titolare il laboratorio “Telepatia e matematica” per alludere a due aspetti fondamentali del lavoro di chi scrive per la scena: la ricerca di contattare emotivamente lo spettatore, di fargli provare sentimenti, emozioni e pensieri di qualcun altro, dell’altro da sé, qualcosa di simile alla telepatia. Accanto a questo è necessaria la conoscenza e la frequentazione di regole quasi matematiche, delle tecniche proprie dell’arte della drammaturgia». All’appuntamento di sabato 23 novembre dalle 14 alle 20 seguiranno incontri il 14 dicembre; 11 gennaio 2020; 8 febbraio e 14 marzo. La seconda parte del progetto partirà ad aprile e prevede la messa in scena dei testi prodotti, sotto la guida condotto dell'attrice, regista e autrice Chiara Rubes.

In allegato: Foto ritratto di Mariano Dammacco

Un film generazionale per la prima volta a teatro in Italia. Dal 21 novembre, alla Cattedrale della Fabbrica del Vapore di Milano, andrà in scena “Charlie e la fabbrica di cioccolato”, musical basato sul romanzo di Roald Dahl e brillantemente portato sul piccolo schermo con il titolo di “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato”. Chi non ricorda il magico mondo degli Umpa Lumpa, dei dolci di tutte le forme e dimensioni, dell’eccentrico maestro dolciario e della sua magia culinaria. I fan italiani di tutte le età potranno trasformare i loro ricordi in realtà grazie a una produzione Wizard, realizzata in collaborazione con il Comune di Milano e coprodotto da Silvia Franco, Laboratori EFFE srl e Ariston Sanremo. 

IN SCENA MA NON SOLO – La regia è stata affidata a Federico Bellone, garanzia di ingegno e professionalità, reduce dai successi di Mary Poppins, Dirty Dancing, Fame, The Bodyguard e West Side Story. Christian Ginepro, invece, è stato scelto per indossare i panni di Willy Wonka: cinema, televisione e teatro fanno parte del suo presente e del suo passato artistico con più di vent’anni di carriera da protagonista nel mondo dei musical. Altri performer molto noti nel settore saranno protagonisti sul palco a partire dai giovanissimi Gregorio Cattaneo-Jeesee, Alberto Salve e Alessandro Notari nei panni di Charlie Bucket. E poi Gipeto (nonno Joe), Simona Samarelli (Mrs. Bucket), Marta Melchiorre (VerucaDisalev), Fabrizio Corucci (Sig. Oleg Disalev) e Stella Pecollo (Sig.ra Glup), oltre ai membri dell’ensemble guidato dal capo balletto Andrea Spata e agli swing Emanuela Fiore, Nicolina Iandico, Davide Tagliento e Roberto Torri. 

LO SHOW - Oltre due ore di spettacolo, con musica dal vivo eseguita da 18 musicisti diretti dal Maestro Giovanni Maria Lorie. Le coreografie sono curate nel dettaglio da Gillian Bruce e conducono lo spettatore in un viaggio surreale, in cui lo spettatore verrà trasportato insieme a Charlie, nella fabbrica di cioccolato più sorprendente che ci sia. Unica anche la location scelta: la Cattedrale della Fabbrica del Vapore, in Via Giulio Cesare Procaccini al civico 4, è stata completamente trasformata in un teatro per l’occasione regalando un’atmosfera perfetta per lo show che è stato messo in scena. I biglietti dello spettacolo sono disponibili in prevendita su TicketOne.it mentre per info relative alla biglietteria sarà necessario chiamare il 351 889 71 75 dal martedì alla domenica, dalle 14 alle 19. Infine è attivo anche un Canale Telegram: LaFabbricadiCioccolatoilMusical.

LA STORIA - “Charlie E La Fabbrica Di Cioccolato” ha debuttato con la regia di Sam Mendes (American Beauty, ultimi film di James Bond) nel 2013 a Londra, restando in scena quasi 4 anni e raggiungendo il più alto incasso settimanale nella storia del teatro inglese, prima di spostarsi a New York. Il musical è basato sull’omonimo libro di Roald Dahl (pubblicato in Italia da Salani) e sul film “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato” del 1971, con Gene Wilder. Ritenuto una delle 50 pellicole cult della storia del cinema. La versione cinematografica del 2005 con Johnny Depp e diretto da Tim Burton, ha incassato circa 500.000.000 dollari.

Pietro Razzini

wonka-golden_.jpg

 

Un brano diverso dal solito, una voce intensa, un'interpretazione che lascia il segno accompagnata da un video originalissimo. Secisei, una canzone impossibile da dimenticare. Signore e signori, è con immenso piacere che vi presentiamo la cantante Cristina Fontanelli. A seguire il link per ascoltare la canzone su Youtube https://youtu.be/gesLGbvmNw0 

Giudizio complessivo: 10

Di Nicola Comparato 22 novembre 2019 - intervista a Cristina Fontanelli

1) Ciao Cristina, grazie per essere qui. Parlaci un po' di te. In che modo ti sei avvicinata al panorama musicale?

Mi chiamo Cristina Fontanelli e sono nata a Venezia il 23 giugno 1993. La mia passione per la musica è nata quando ero bambina. Amavo cantare e addirittura inventare canzoni mentre mia mamma mi vestiva.

2) Interessante. Ma a che età hai avuto le tue prime esperienze musicali?

A 6 anni sono entrata a far parte dei Gospel Mini Singers a Venezia e da lì è iniziato il tutto. A 9 anni mi sono trasferita a Fornovo di Taro in provincia di Parma, e li ho iniziato a studiare canto moderno insieme a Michela Ollari. Ecco da lì posso dire di non avere mai smesso. Sono entrata nella banda del paese e successivamente ho frequentato il liceo
musicale Arrigo Boito a Parma, e tre anni fa mi sono laureata in canto jazz ad indirizzo popular sotto la guida di Rossana Casale.

3) Beh sei diventata una grande artista... Ma hai qualche segreto che riguarda la tua musica?

Una cosa che tengo un po' nascosta, ma che in realtà mi piacerebbe poter inserire nei miei brani futuri è l'utilizzo della tromba, visto che nel 2015 ho conseguito il diploma anche in questo bello e particolare strumento.

4) Fantastico. Ma se sei d'accordo, ora torniamo al presente. Com' è nata la tua canzone "Secisei"?

Il 20 Novembre è uscita finalmente Secisei. E' un piccolo traguardo ed una grande soddisfazione personale. E' una canzone nata in inglese il cui testo italiano è stato creato dal paroliere Nartico. E' una canzone che parla d'amore.. Di quell'amore che ti fa perdere la cognizione del tempo, che ti fa venire le farfalle nello stomaco e che ti fa dimenticare tutto il resto. L'amore che ognuno di noi dovrebbe vivere.

5) Il video che accompagna la canzone è una vera opera d'arte. Dove è stato girato?

Il videoclip l'ho girato tra Venezia e Burano, la mia città natale. Ho affidato questo lavoro ad un mio caro amico fotografo e videomaker Giacomo Bruno. Il suo occhio attento è riuscito ad immortalare scene molto carine che troverete all'interno del videclip. Un'altra figura fondamentale per la realizzazione del videoclip è stata quella del mio amico Alessandro Renno che ci ha gentilmente portato in giro per i canali veneziani con la sua barca e che ci ha fatto scoprire posti meravigliosi e nascosti di Venezia.

6) Hai già qualche nuovo progetto in mente?

Per il futuro ho già in programma di girare il video, nel nuovo anno, di un'altra canzone che ho registrato quest'estate e poi chissà....

7) Per finire, puoi fornirci qualche data dei tuoi prossimi eventi? Ciao e grazie.

Vi aspetto domenica 24 Novembre al Teatro Nuovo di Salsomaggiore Terme, insieme alle “Mine Vaganti”, in cui canterò in “Se mi ammazzi non vale”, bellissimo spettacolo sulla tematica del femminicidio e della violenza sulle donne.
Il 5 Dicembre invece al “Gulliver Pub” a Collecchio (Pr) insieme a Daniele Raciti.  Infine il 7 Dicembre al teatro di Roccabianca per un'altra bellissima serata di “Se mi ammazzi non vale”.

Per info e contatti:

La pagina Facebook di Cristina Fontanelli

https://www.facebook.com/CriFontanelli/ 

(Foto di copertina scattata da Luca Codato/ Foto videoclip scattate da Giacomo Bruno)