Giovedì, 03 Agosto 2023 15:26

Guardia di Finanza di Parma hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo nei confronti di una società esercente attività degli studi odontoiatrici In evidenza

Scritto da

Comunicato stampa Procura di Parma

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Parma hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma, su richiesta della locale Procura, nei confronti di una società esercente attività degli studi odontoiatrici, sita a Parma, appartenente a un gruppo che conta 16 centri dislocati su tutto il territorio nazionale.

Con il decreto è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e, in alternativa, per equivalente, di beni mobili, immobili e disponibilità liquide fino alla concorrenza dell'ammontare complessivo di € 64.164,00, da eseguire nei confronti della società di Parma e, in alternativa, del suo rappresentante legale.

L'attività investigativa trae origine da un controllo fiscale condotto dal Gruppo di Parma nei confronti dello studio odontoiatrico sul corretto utilizzo dei crediti d'imposta contemplati nel c.d. "Piano Nazionale Transizione 4.0", parte integrante della Missione 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e finalizzato a promuovere la trasformazione digitale delle imprese incentivando - attraverso il riconoscimento di crediti d'imposta - gli investimenti in beni strumentali, attività di ricerca e sviluppo, formazione 4.0 e innovazione tecnologica.

In dettaglio, l'attività ispettiva si è incentrata sulla verifica della genuinità dei crediti astrattamente maturati dalla società nel 2020 e 2021 a seguito di investimenti dichiarati in beni strumentali innovativi a norma della L. nr. 160/2019 e nr. 178/2020 e in corsi di formazione a norma della L. nr. 205/2017 e n. 145/2018, per poi essere portati in compensazione di imposte, tributi e contributi previdenziali e assistenziali dovuti dalla società all'Erario fino al maggio 2023.

I finanzieri hanno ricostruito l'inesistenza dei suddetti crediti attraverso l'analisi della documentazione e mirate interviste a dieci dipendenti, i quali hanno tutti dichiarato di non aver mai partecipato ad alcuna attività formativa in materia di big data, cloud e fog computing, analisi dei dati, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, integrazione digitale dei processi aziendali, robotica avanzata e collaborativa.

Ulteriore dimostrazione dell'artificiosità dei crediti dichiarati è stata riscontrata nell'assenza della documentazione normativamente prevista e comprovante la formazione del beneficio erariale. Infatti, durante l'attività ispettiva la società non è stata in grado di esibire: la certificazione obbligatoria rilasciata dall'incaricato della revisione legale dei conti che attesti l'effettivo sostenimento delle spese di formazione e la loro corrispondenza alla documentazione contabile, il pagamento nei confronti della società gestore della piattaforma di formazione online, l'elenco nominativo dei dipendenti discenti e i relativi registri, il prospetto riepilogativo delle ore di formazione somministrate, la relazione illustrativa su modalità e contenuti delle attività, e la dichiarazione del rappresentante legale che attesti per ciascun dipendente i risultati prodotti dall'investimento.

Al termine del controllo, il rappresentante legale della società è stato dunque denunciato alla Procura della Repubblica di Parma per violazione dell'art. 10 quater comma 2 del D.Lgs. 74/2000 ("Indebita compensazione") per aver effettuato, mediante crediti inesistenti, indebite compensazioni di debiti tributari, previdenziali ed assistenziali per un importo pari a € 64.164,00.

Secondo le valutazioni del Giudice per le Indagini Preliminari, gli accertamenti esperiti dai finanzieri hanno consentito di raccogliere inequivoci elementi a sostegno dell'inesistenza del credito d'imposta. Tale credito erariale, artatamente creato, è stato portato in compensazione, con il fine specifico di evadere le imposte, mediante 14 modelli F 24 presentati da gennaio a maggio 2023 dell'ammontare di € 64.164,00, con conseguente superamento della soglia di punibilità di 50.000,00 normativamente prevista. Per tale condotta decettiva, a norma dell'articolo 12 bis del D.Lgs. 74/2000, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca del profitto del reato.

Con il presente comunicato si intendono sottolineare, in definitiva, i seguenti aspetti, che denotano la particolare rilevanza pubblica dei fatti:

  1. in primo luogo, l'attività testimonia il fondamentale ruolo delle Istituzioni e della Guardia di Finanza nel monitoraggio sulla corretta attuazione dei progetti di investimento finanziati con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che fa da volano per il rilancio del nostro Paese attraverso i fondi dell'Unione Europea, dunque va imprescindibilmente salvaguardato dalle condotte lesive degli interessi finanziari unionali;
  2. in secondo luogo, attraverso una mirata analisi di rischio dei soggetti beneficiari delle risorse pubbliche, si intende in ottica preventiva e dissuasiva, sia tutelare la legalità degli investimenti, sia promuovere il recupero delle risorse indebitamente ottenute mediante l'ablazione diretta del profitto del reato.