Mercoledì, 20 Marzo 2024 14:26

Scavando al Tardini alla ricerca dell’Anfiteatro Romano… In evidenza

Scritto da Gabriele Majo
  • Di Gabriele Majo Parma, 20 Marzo 2024 - (Gmajo) – Narra la leggenda che una decina di anni fa, durante i lavori di rifacimento del campo sportivo dell’Accademia Nazionale FIR (la Federazione Italiana Rugby), che ha sede al Maria Luigia (meno di mezzo chilometro dallo Stadio Tardini…) fossero venuti alla luce alcuni reperti, in un qualche modo correlabili ai resti dell’anfiteatro romano parmense, poi immediatamente ricoperti per non aver complicazioni…

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Quel che è certo (fonte complessopilotta.it, nell’introduzione alla conferenza “Teatro e anfiteatro romani in Parma”, a cura di Nicola Cassone, svoltasi giovedì 20 ottobre 2022, nella sala dei Voltoni del Palazzo della Pilotta, nell’ambito dei congressi organizzati dall’associazione culturale Arkheoparma) è che già nel 1846, in seguito a lavori condotti per l’ampliamento del Collegio e più tardi, in occasione della realizzazione di un tronco di fognatura in Borgo Lalatta nel 1933, vennero scoperti, in circostanze casuali e non indagati con metodi scientifici, su un fronte di 60 metri, quattro tratti di un muro ad andamento curvilineo di 3 metri di spessore, interpretato come l’anello perimetrale dell’anfiteatro.

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Parallelamente a questo muro, alla distanza di 3 metri, venne individuato un altro muro da cui dipartivano verso l’interno setti murari disposti a raggiera. Questi muri erano realizzati in pietrame intervallato da corsi di mattoni. In corrispondenza di quest’area sono stati trovati alcuni frammenti di lastre marmoree, il tronco di una piccola statua in marmo interpretata come il simulacro di Diana Efesina e un frammento di epigrafe funeraria.

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Secondo la più recente ricostruzione, riportata da Wikipedia, le dimensioni di questa arena romana erano di circa di 155 x 117 m, con 40 giri di sedili e tre serie di arcate, tanto da risultare più grande di quella di Verona: si stima potesse contenere 25.000 spettatori seduti e più di 50.000 in piedi. Fu distrutta dai Barbari nel VI secolo d.c. e nel VII inglobato nel Palazzo dell’Arena dai Longobardi. I suoi marmi furono in seguito riutilizzati per la costruzione di edifici privati; parti delle sue fondamenta continuarono ad essere visibili fino al XIII secolo, quando furono sepolte sotto gli edifici che vi furono innalzati.

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Oltre all’anfiteatro costruito in età augustea, orientato ad est fuori dalla città con l’asse maggiore parallelo al cardo e quello minore al decumano, ellittico con dimensioni di 135×105 metri, Parma, unica con Rimini, (fonte ParmaPerDante.it) vantava anche un teatro romano anch’esso monumentale (raggio di 40 metri) in piazzale Sant’Uldarico: l’edificio doveva avere il prospetto a “Palazzo” di tre piani con la facciata rivolta verso la città in piazzale Santafiora, mentre il muro perimetrale semicircolare seguiva il movimento della cavea a gradinate.

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Della Parma Romana (r)esistono molte vestigia, ad esempio il Pons Lapidis, noto anche come Ponte Romano o Ponte di Teodorico (foto sopra) i cui resti sono ancora oggi visibili nel sottopasso di strada Mazzini, a fianco di piazza Ghiaia, mentre nel 2001, (fonte: archeologia.parma.it) durante i lavori per il rifacimento della cavea del Teatro Regio (foto sotto), a partire dalla profondità di 3.5 m (esattamente gli stessi dell’anfiteatro in corrispondenza dell’area dell’attuale Convitto Maria Luigia fra Borgo Lalatta e via Fra’ Salimbene) vennero riportate alla luce alcune strutture murarie in ciottoli, inquadrabili nella seconda Età del Ferro, resti di un pavimento in cocciopesto di Età Romana augustea, strutture murarie ed un mosaico pertinenti ad una domus romana del II sec. d.C. e un tratto delle mura di cinta di Età Romana imperiale costruite in ciottoli di fiume.

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Tutto questo per supportare un ragionamento terra-terra: il Tardini è lì da un secolo, la ristrutturazione degli anni ’90 non ha comportato scavi in quanto sono stati utilizzati solo prefabbricati senza bisogno di fondamenta (tant’è che l’antica tribuna centrale è contenuta, così com’era, dall’attuale struttura), considerata la vicinanza con la zona dell’anfiteatro (suggestivo che potesse contenere, già allora, ben 25.000 spettatori, a testimonianza dell’antica vocazione dell’area per eventi progenitori delle odierne partite di calcio) e teatro scomparsi, vuoi che non ti salti fuori qualche reperto archeologico che ti faccia ulteriormente ritardare il cronoprogramma, che già di suo prevede l’ottimistica lontananza dall’Ennio (o da quello che diverrà), per i tifosi Crociati, di due anni? Gabriele Majo

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gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth" del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".