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L'urlo del silenzio scuote l'Emilia Romagna. Il partito degli assenti deve fare riflettere tutti e non poco. Solo il 37,63% degli aventi diritto al voto si è presentato alle urne.

di Lamberto Colla - Parma, 24 novembre 2014
La vera notizia non è la conferma in Emilia Romagna del PD e conseguentemente la vittoria del suo candidato Stefano Bonaccini bensì il crollo verticale dei cittadini votanti.

-30,4% rispetto le precedenti regionali del 2010 (era il 68,13%) e del 32,3% rispetto alle europee di sei mesi fa (era il 70,0%).
Un dato storico, per il suo aspetto negativo, soprattutto se contabilizzato in una regione dove l'affezione al voto è stata sempre altissima.
Il distacco da chi rappresenta la politica, donne e uomini che siano, è diventata una frattura enorme e, seppure fosse stato nell'aria, non era assolutamente prevedibile un risultato di questa portata.

Il partito trasversale dei non votanti ha raccolto consensi da tutti i partiti e movimenti a conferma di un disagio ormai intollerabile soprattutto se, l'urlo del silenzio, proviene da una delle regioni tradizionalmente più attaccate al diritto di voto. Una regione dove la politica è alla tavola di tutti, fa parte del corredo cromosomico dell'emiliano romagnolo.

Meditate signori, meditate e soprattutto fate, prima che il gap con la vita reale sia incolmabile e le conseguenze inimmaginabili.

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Il premier, ospite dell'azienda Menù, ricostruita dopo il sisma del 2012, sostiene il candidato modenese del PD alla Presidenza della Regione. Elogia la tenacia degli imprenditori modenesi, glissa sul Patto di Stabilità, tiene a bada i contestatori del Movimento 5 Stelle e dialoga con la Fiom. Applaudito l'ex governatore della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, grande assente Matteo Richetti.

Di Manuela Fiorini – Modena, 11 ottobre 2014 - 
I fischi e le contestazioni del presidio Fiom e degli attivisti No Triv, No Cispadana, Un'altra Europa con Tsipras e Sisma 12 non rovinano la festa di Matteo Renzi, che ieri ha scelto l'azienda Menù di Medolla per sostenere la candidatura a Presidente della Regione Emilia Romagna del modenese Stefano Bonaccini. Non una scelta a caso quella della Menù, impresa leader nel ramo dell'agroalimentare, assunta a simbolo dell'Italia che ce la fa. Lo stabilimento, infatti, è stato ricostruito dopo il sisma del maggio 2012 che ha compito la Bassa modenese e non ha mai smesso la sua attività, nonostante le difficoltà.

IN PAGINA rid Gde

"Voi qui siete un esempio. Ve lo dico a nome del Governo" – ha detto il premier. – Se quello che è accaduto qui fosse successo in altre parti d'Italia e d'Europa non avremmo visto ricrescere una comunità così forte e ricca".
Dopo il benvenuto di Rodolfo Barbieri, patron della Menù, tocca al sindaco di Medolla Filippo Molinari consegnare idealmente a Renzi e al candidato Pd alla presidenza regionale Bonaccini alcuni dei temi più urgenti che toccano il territorio. Tra questi "la proroga dello stato di emergenza, che scade a fine anno e che implica il mantenimento delle misure straordinarie, come il contributo di autonoma sistemazione". Molinari ha poi ricordato, anche alla luce della recente alluvione che ha colpito i genovesi, come sia "urgente una legge nazionale sulle grandi calamità, che indichi in modo chiaro quali procedure, risorse e prospettive devono essere messe in campo".
E' il turno di Stefano Bonaccini , che sale sul palco ringraziando Renzi per l'opportunità.
"Se sarò eletto, il mio slogan sarà "Lavoro per l'Emilia Romagna" – ha detto il candidato PD – il lavoro deve essere la nostra ossessione dalle 7 di mattina all'1 di notte. In questa regione ci sono 112.000 giovani che non lavorano e non studiano. Una delle prime cose che farò sarà quella di convocare le parti sociali, gli amministratori e i rappresentanti del Terzo Settore per scrivere un "Patto per il lavoro".

Tra i capisaldi della campagna elettorale di Bonaccini c'è anche la riduzione dei tempi di attesa della Sanità, la semplificazione della burocrazia, che "toglie tempo, che è denaro, nell'ottica di un paese più moderno ed europeo". Parla dell'abolizione degli enti inutili e della riduzione delle società partecipate. Promette anche più rispetto per il suolo e, parlando di infrastrutture, auspica di essere, il prossimo anno, "il presidente che inaugurerà il primo cantiere della Cispadana".
"Gli amministratori – continua- la chiedono perché servirà a mantenere il lavoro. Finalmente il Governo si è preso l'impegno". Prima di lasciare la parola a Renzi, Bonaccini chiede la collaborazione dei suoi sfidanti alle primarie: "Ho bisogno di una mano da tutti, lo dico a Balzani, Richetti, Manca, che hanno qualità, intelligenza e idee che servono alla regione. Abbiamo bisogno di lavorare tutti insieme". Un invito che non sappiamo sarà accolto. Tra i grandi assenti infatti, c'era proprio Matteo Richetti, renziano della prima ora, che durante la trasmissione "In ½ ora" di Raitre del 5 ottobre ha dichiarato di essersi ritirato per "una contrarietà totale del Pd alla mia candidatura, sia locale che nazionale", non risparmiando qualche frecciata al premier.

L'intervento più atteso è quello di Matteo Renzi, che scherza con Bonaccini. "E' bello tosto" e "Assomiglia a Bruce Willis", dice prima di prendere la parola.
Ringrazia l'ex presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, al quale già al suo arrivo erano andati gli applausi del pubblico, che ora fa il bis con tanto di standing ovation.
"Noi abbiamo molto apprezzato il tuo gesto di dignità e orgoglio -ha detto Renzi riferendosi alle dimissioni di Errani in seguito alla condanna in appello per falso ideologico nella vicenda Terremerse – Siamo contenti che tu abbia vissuto questo momento con il rigore e la tenacia che ti riconosciamo. Mentre ti diciamo grazie ti diciamo anche che avremo ancora bisogno di te a Roma. Questo Paese e questo partito avranno bisogno di te nelle forme che un po' ti lasceremo scegliere e un po' le sceglieremo noi".

Il premier non entra invece nei dettagli sulla nuova Legge di Stabilità, ex Finanziaria, che sarà presentata il prossimo 15 ottobre.
"Ci sarà una misura di riduzione del costo del lavoro per le imprese, perché per i lavoratori c'è già stata con gli 80 euro. Si tratta di verificare le compatibilità perche non vogliamo aumentare le tasse"

Parla anche di ridurre il Patto di stabilità, "che farebbe arrabbiare anche i santi". "Se riusciremo a eliminarlo – ha concluso Renzi – daremo ai Comuni il 75% in più di risorse".

Non è mancato nemmeno un momento di contestazione, quando un esponente del Movimento Cinque Stelle ha interrotto l' intervento del Presidente del Consiglio per ricordandogli la soppressione della Cassa Integrazione in deroga prevista dal Jobs Act.
"Noi non veniamo al Circo Massimo a interrompere le vostre iniziative – lo ha zittito il Capo del Governo - Ricordo che voi siete quelli che avete rinfacciato sui social, dopo la sconfitta alle elezioni comunali, la donazione per la palestra di Mirandola. Questa è la brutta politica. Se vuole ne parliamo dopo davanti a un caffè o a una bottiglia di lambrusco".

E Renzi rimanda a un secondo momento anche l'incontro con i delegati Fiom, con i quali si intrattiene per 20 minuti una volta sceso dal palco. Il motivo di discussione è la cancellazione dell' Articolo 18 prevista da Jobs Act. "Rivediamoci tra due anni – è la sfida del premier – Tireremo le somme e vedrete che non sarà quel disastro che voi sostenete".

Presidio Fiom Gde

(Foto di Claudio Vincenzi)

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 13 Aprile 2014 10:22

Il primo Presidente del Consiglio a Vinitaly

 

 

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi lancia la sfida export: vino +50% nel 2020. 

Verona, 9 aprile 2014. Prima volta di un presidente del Consiglio in visita a Vinitaly, con Matteo Renzi a Verona nella giornata conclusiva del Salone internazionale del vino e dei distillati,  svoltosi insieme a Sol&Agrifood, Rassegna dell’agroalimentare di qualità ed Enolitech, Salone delle tecnologie per la viticoltura, l’enologia e l’olivicoltura.

A Vinitaly il premier Renzi ha lanciato l’obiettivo del +50% dell’export enologico al 2020 e ha annunciato il piano in 18 punti per la semplificazione in agricoltura e per il sostegno delle imprese agricole e dei giovani. «Abbiamo creato un hashtag apposito, “#campolibero”, che sarà messo online nel pomeriggio sul sito del Ministero delle Politiche agricole. Resterà online fino al 30 aprile per osservazioni ed entro il 15 maggio ci sarà un provvedimento di investimento forte sui due temi».

«Il Governo sta facendo molto per il vino – ha commentato Ettore Riello, presidente di Veronafiere durante l’incontro con Renzi – e l’investitura che abbiamo ricevuto dal Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina nella giornata inaugurale di Vinitaly per la realizzazione e la gestione del Padiglione del Vino ad Expo Milano 2015 è importante, perché riconosce alla fiera e a Vinitaly un ruolo centrale e di sistema per la promozione del vino italiano nel mondo».

«L’affluenza di buyer dall’estero a Vinitaly in costante crescita negli anni – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere  – è una dimostrazione della centralità della nostra manifestazione per gli operatori professionali di tutto il mondo. Con 56.000 presenze estere quest’anno su un totale di 155.000 saliamo al 36% di buyer internazionali. Nella top ten quest’anno abbiamo al primo posto la Germania, con gli Usa quasi a pari merito; seguono Gran Bretagna, Canada, Russia, Svizzera, Asia con Singapore, Hong Kong e Cina, la Francia al settimo posto, Austria, Giappone. All’undicesimo posto i Paesi Scandinavi con Danimarca, Svezia e Norvegia».

«Alla vigilia di un EXPO che siamo pronti ad affrontare insieme a tutti gli attori coinvolti nel progetto – ha affermato Riello – , non possiamo che esprimere la nostra profonda e sincera gratitudine  per il supporto che abbiamo trovato nelle più alte cariche istituzionali. Altro evidente segno di questa attenzione è stata la sempre importante partecipazione  a questa 48ª edizione del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, del Ministro dell’Interno Angelino Alfano e del Sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione.  Il Ministro Martina, in particolare, non solo ha presidiato tutti i giorni di attività ma, con tutto il suo staff ha contribuito a portare al Vinitaly temi e appuntamenti di grande rilevanza per il settore, a ulteriore conferma della concreta e reale vicinanza del suo Ministero ai reali bisogni del comparto».

L’appuntamento con la 49ª edizione di Vinitaly è in programma a Veronafiere dal 22 al 25 marzo 2015.

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Domenica, 23 Febbraio 2014 11:09

Una luce in fondo al tunnel...

... speriamo non sia un treno o una canna rigata. 

di Lamberto Colla ---

Parma, 23 febbraio 2014 -

Si è alzato il sipario sul primo Governo Renzi. Nelle prossime ore, quindi, verrà svelato definitivamente il programma,  gli obiettivi e finalmente potremo capire meglio se l’enfant prodige della politica europea sarà in grado di farci percepire la luce in fondo al tunnel.

Una speranza che dobbiamo nutrire, al di là della appartenenze, militanze o simpatie verso un partito o un movimento. 

Solo la politica , infatti,può generare l’innesco per una ripresa economica. In caso contrario il tessuto economico, e con esso quello sociale, collasserà definitivamente e il processo di reversibilità sarà  terribilmente oneroso.    

Certo il mandato di Renzi non è iniziato nel modo migliore. Candidati Ministri che declinano gli inviti, La Zanzara che punge  l’ex ministro Barca e svela l’ombra di “De Benedetti” su Renzi e, infine, Grillo  che farà opposizione dura, solo per partito preso. 

Con queste premesse c’è poco da sperare. Eppure è indispensabile perché, come afferma lo stesso ex Ministro del Governo Monti Fabrizio Barca durante l’appassionata confidenza telefonica al finto Niki Vendola della “Zanzara”, il programma radiofonico condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, “se fallisce anche questa è un disastro”.

  • De Benedetti, Prodi, Monti e Berlusconi - 

“Che c’azzeccano”, direbbe il Di Pietro dei tempi migliori. E oggi avrebbe di che dire e divertirsi.  Dapprima il libro rivelazioni di Alan Friedman nel quale De Benedetti, insieme a Prodi e Monti svelerebbero l’ipotesi di complotto di Napolitano per fare  fuori Berlusconi premier nel 2011. Poi, sempre De Benedetti che, seppure mai citato palesemente  ma identificato come “il Paron di Repubblica”, avrebbe a più riprese incalzato l’ex ministro Barca nella speranza che accettasse la proposta di  nomina al  dicastero dell’economia. Infine Berlusconi che da vittima prima si trasforma in complice poi assecondando, almeno a parole l’ipotesi di programma renziano. Ma come, Prodi, de Benedetti e Monti non erano i nemici giurati di Berlusconi? 

Oggi invece sembra che tutti abbiano intrapreso l’antica strada delle “convergenze parallele”.

  • Il Grillismo “Non Democratico” - 

Dal “democratico” Web invitano Grillo a andare a colloquio da Renzi e lui, in diretta streaming, l’insulta gridando al mondo che “Non è un democratico”. Una bella figura di M... per il movimento e per l’Italia. L’ennesima conferma pubblica che l’Italia è una nazione allo sbando e con dei politici in piena crisi di nervi. 

  • Conclusioni - 

Il Governo ha giurato e a noi non resta che ben sperare e augurare a tutti “Buon Lavoro e in bocca al lupo”.  

 

Renzi Napolitano - Foto Quirinale -

  • Sabato 22 febbraio 2014 - il giuramento del Governo - 

Assente il Ministro Padoan che giurerà al suo suo rientro dall’estero.

Ministri con portafoglio

Affari Esteri
Federica Mogherini

Interno
Angelino Alfano

Giustizia
Andrea Orlando

Difesa
Roberta Pinotti

Economia e finanze
Pier Carlo Padoan

Sviluppo economico
Federica Guidi

Politiche agricole, alimentari e forestali
Maurizio Martina

Ambiente, tutela del territorio e del mare
Gianluca Galletti

Infrastrutture e trasporti
Maurizio Lupi

Lavoro e politiche sociali
Giuliano Poletti

Istruzione, Università e ricerca
Stefania Giannini

Beni, attività culturali e turismo
Dario Franceschini

Salute
Beatrice Lorenzin

Ministri senza portafoglio

Riforme costituzionali e rapporti con il Parlamento
Maria Elena Boschi

Semplificazione per la Pubblica Amministrazione
Marianna Madia

Affari Regionali
Maria Carmela Lanzetta

 

 

Renzi 1 - Governo al Giuramento - Foto Quirinale -

 

 

 

 

 

 

 

 

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Domenica, 16 Febbraio 2014 11:50

Renzi 2018

 

In cammino verso il terzo Governo non eletto. Il Commissariamento Presidenziale continua. Fuori Monti, fuori Letta avanti Renzi. 

di Lamberto Colla ---

Parma, 16 febbraio 2014 -

Se un dato positivo si deve assegnare al “Commissario d’Italia” è lo svecchiamento del premierato. Da Berlusconi a Renzi l’età si è via via dimezzata da quel novembre 2011 che rimarrà nella storia d’Italia, anche grazie ai “video racconti” di Friedman, come l’inizio della sospensione democratica del Paese. 78 anni anni Berlusconi, 70 gli anni di Monti, 47 quelli di Enrico Letta per chiudere, molto probabilmente, con i 39 dell’ “asfaltatore” Matteo Renzi. Dopo aver catramato Bersani alle primarie, il Sindaco Segretario ha, in breve tempo, asfaltato anche il giovane Letta. Costretto, povero lui, alla “tenera” farsa di annunciare all’Italia intera un “nuovo patto di coalizione”, con tanto immagine coordinata, senza coalizione e, quel che è peggio, senza avere più il partito a suo sostegno. Poche ore dopo il suo annuncio con 136 pollici versi, 2 astenuti e solo 16 contrari veniva decretata la smacchiatura anche del giaguarino Letta.

  • Orizzonte 2018? - 

10 mesi di governo senza infamia e senza lode quelli che hanno contraddistinto il periodo dell’onesto Enrico Letta. Più gli annunci dei risultati conseguiti. A osservarlo bene, il governo Letta appare come un periodo di pax tra i due schieramenti tradizionali, per decidere e quindi realizzare assestamenti al loro interno. Dapprima il centro destra con la riesumazione di Forza Italia all’opposizione e la creazione del Nuovo Centro Destra filogovernativa e ora, la pulizia etnica, forse conclusa,  all’interno del PD.  Nel breve periodo tra l’uno e l’altro cambiamento c’è stato pure l’accordo tra Renzi e Berlusconi  per programmare “regole comuni” e per asfaltare i  partitini “fastidiosi”. 

Già, ma quando gli italiani torneranno a poter dire la loro crocettando almeno il simbolo di un partito? Se l’orizzonte poteva essere la primavera 2015, con il nuovo scenario potrebbe invece diventare il 2018. Il primo Governo Renzi, se benedetto da Napolitano, potrebbe  arrivare alla scadenza naturale della legislatura asfaltando definitivamente anche Berlusconi per “raggiunti limiti di età”. 

  • Intanto si continua a morire di crisi - 

L’ultimo è di Padova. 74 anni imprenditore capace di creare una azienda che, al suo culmine, contava 300 dipendenti ma che, in tempo di crisi, si erano ridotti a poche decine e per di più in cassa integrazione moglie e figlia compresa. Schiacciata dai debiti e dagli insoluti l’azienda era da pochi giorni stata sottoposta a azione concordataria. Ma lui, onesto e appassionato lavoratore - imprenditore, si è sentito isolato e all’angolo. Chissà quali tormenti lo martellavano per arrivare, anch’egli (119 nel 2013), a abbandonare questa terra e i suoi affetti. 

Ma il giorno precedente, stessa decisione l’aveva presa un artigiano 48enne di Ferrara che si era trovato con una cartella delle imposte di 90.000€.

  • Conclusioni - 

Delle solite manfrine e dei “giochi di palazzo” la gente comune non ne può più. 

Che sia Renzi o qualcun altro c’è bisogno di stabilità e di coesione. Occorre fare tornare la speranza in un futuro e la fiducia nelle istituzioni rappresentate dai partiti e dagli apparati amministrativi. 

Seppellite per qualche mese le asce di guerra e insieme riportate in carreggiata il Paese. 

Alle prossime elezioni, se ci saranno, forse ve ne saremo riconoscenti.

(Foto: Laboratorio Fotografico Chigi)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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