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Coronavirus, l'aggiornamento: 25.177 i casi positivi in Emilia-Romagna, 263 in più rispetto a ieri. 364 nuove guarigioni, per un totale di 9.803. Continua la discesa dei casi attivi: -141. Quelli lievi in isolamento a domicilio sono 8.288 (-96)

Salgono a 176.865 i tamponi effettuati: 4.276 in più rispetto a ieri. In diminuzione sia i ricoverati nei reparti Covid (-47) che quelli in terapia intensiva (-2). I nuovi decessi sono 40. Arrivate 560mila mascherine alla Protezione civile regionale

Bologna 29 aprile 2020 - In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 25.177 casi di positività, 263 in più rispetto a ieri. Le nuove guarigioni sono 364 (9.803 in totale) mentre i test effettuati hanno raggiunto quota 176.865 (+4.276). In netto calo i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -141 rispetto a ieri (11.862 contro 12.003).

Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, arrivano complessivamente a 8.288, 96 in meno rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 226 (-2). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-47).

Le persone complessivamente guarite salgono a 9.803 (+364): 2.762 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 7.041 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 40 nuovi decessi: 19 uomini e 21 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.512.

I nuovi decessi riguardano 8 residenti nella provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 4 in quella di Reggio Emilia, 3 in quella di Modena, 7 in quella di Bologna (uno nell’imolese), 1 inquella di Ferrara, 2 ciascuno in quelle di Ravenna e Forlì-Cesena (i 2 nuovi decessi nel cesenate), 5 nel riminese. Nessun nuovo decesso da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ,ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.993 a Piacenza (75 in più rispetto a ieri), 3.144 a Parma (22 in più), 4.613 a Reggio Emilia (20 in più), 3.630 a Modena (21 in più), 3.977 a Bologna (80 in più), 375 le positività registrate a Imola (9 in più), 918 a Ferrara (9 in più). In Romagna sono complessivamente 4.527 (27 in più), di cui 981 a Ravenna (3 in più), 880 a Forlì (3 in più), 676 a Cesena (4 in più), 1.990 a Rimini (17 in più).

La rete ospedaliera: 4.403 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19

Da Piacenza a Rimini, il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente ad oggi a 4.403 posti letto attivati per i pazienti Covid-19: 3.944 ordinari (36 meno di ieri) e 459 di terapia intensiva (19 in meno). Nel dettaglio: 534 posti letto a Piacenza (di cui 34 di terapia intensiva), 894 Parma (50 di terapia intensiva), 501 a Reggio Emilia (45 di terapia intensiva), 502 a Modena (70 di terapia intensiva), 1.045 tra Bologna e Imola, e dunque nell’area metropolitana (138 terapia intensiva, di cui 8 a Imola), 322 a Ferrara (38 di terapia intensiva), 605 in Romagna, di cui 84 per terapia intensiva. Nel dettaglio: 178 a Rimini (di cui 39 per la terapia intensiva), 104 a Ravenna (di cui 14 per la terapia intensiva), 97 a Lugo (di cui 10 per la terapia intensiva), 24 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 89 a Forlì (di cui 10 per la terapia intensiva), 73 a Cesena (di cui 11 per la terapia intensiva) e 40 posti letto a Villa Serena.

L’attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Dispositivi di protezione individuale

Dal Dipartimento nazionale della protezione civile, sono pervenuti oggi ai magazzini dell’Agenzia 560.000 mascherine chirurgiche, di cui 40.000 provenienti da donazioni, 80.080 mascherine ffp2 e 100.000 mascherine monovelo Montrasio.Il materiale verrà distribuito secondo le necessità del sistema sanitario regionale.

Sul sito del Dipartimento e del Ministero della Salute, sono aggiornati i dati complessivi dei DPI e delle apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile a Regioni e Province autonome, attraverso il sistema informatico ADA (Analisi Distribuzione Aiuti): https://bit.ly/3cSrAci

Personale sanitario volontario da altre Regioni

Dall’inizio dell’emergenza, sono pervenuti in Emilia-Romagna quattro contingenti di infermieri (totale 69) e quattro di medici (totale 56).

Volontariato

Martedì 28 aprile sono stati 948 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati nell’emergenza; dall’inizio delle attivazioni del volontariato, si sono accumulate 35.171 giornate complessive. Ecco le attività più rilevanti: supporto ai Comuni per l’assistenza alla popolazione (comprese le funzioni di segreteria e logistica presso i Coc dei Comuni), estesa su tutto il territorio regionale, questa attività ha coinvolto circa 600 volontari (fra cui 54 scout Agesci); supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, nel trasporto campioni sanitari e tamponi, nella consegna di farmaci (Cri e Anpas): 255 volontari; funzioni di segreteria e supporto logistico presso i Coc dei vari Comuni o presso le sedi dei Coordinamenti provinciali; sanificazione dei mezzi di soccorso nel Parmense, in Val di Taro.

Si segnala che volontari Anpas sono stati impegnati tra l'altro nel trasporto di una struttura prefabbricata ad uso sanitario davanti al PalaPanini di Modena per rafforzare i presidi già presenti (punto per prelievi sierologici) in previsione dell’intensificarsi dell’afflusso di persone nei prossimi giorni, a cui dare riparo anche in vista del previsto brutto tempo. Volontari del Coordinamento provinciale di Rimini sono invece stati impiegati nel montaggio della tenda davanti alla casa di cura “Villa Maria”.

Drive Through e Pre-Triage

Sono 13 le strutture per effettuare i tamponi di verifica a chi è in via di guarigione, approntate con il concorso dell’Agenzia e dei coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile: da tempo sono attive postazioni a Parma (2, l’ultima presso il Campus universitario), Castelnovo ne’ Monti (RE), Guastalla (RE), due a Modena (di cui una davanti al PalaPanini svolge gli screening sierologici sulla popolazione), Bologna e Imola (BO), Cesena (FC), Forlì (FC), Bagno di Romagna (FC), Rimini (RN) e Faenza (RA). Strutture che si aggiungono a tutte la altre presenti sul territorio regionale allestite dalle Aziende sanitarie.

Sono 34 i punti-di pre-triage attivi in E-R (11 davanti alle carceri, 23 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (Sant’Orsola e Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì-Cesena (Meldola); 2 in provincia di Rimini (Rimini città, di cui una montata oggi davanti alla Casa di cura “Villa Maria”); 1 nella Repubblica di San Marino (la postazione davanti all’Ospedale di Stato è composta dal pre-triage per i pazienti in ingresso e dalla nuova tenda per gli screening sierologici alla popolazione).

Dopo l’allestimento, lunedì 27 aprile, di una seconda tenda davanti all’Ospedale di Stato di San Marino dove viene effettuato il servizio di screening sierologico sulla popolazione, questa mattina, i volontari del Coordinamento provinciale di Rimini, in collaborazione con il personale dell’unità Protezione civile del Servizio Area Romagna, hanno installato una tenda pre-triage presso la Casa di cura “Villa Maria” di Rimini, struttura convenzionata con l’Ausl della Romagna. La tenda è stata messa a disposizione dall’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.

Donazioni

I versamenti vanno effettuati sul seguente Iban: IT69G0200802435000104428964

Causale – Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus

Quattro zampe, denti affilati e un'irresistibile voglia di rosicchiare tutto, a partire da telecomandi, paraurti, cactus, occhiali e cavi elettrici. Barkyn presenta la top 10 degli oggetti più strani devastati dal nostro inseparabile amico, l'implacabile 're dei distruttori'.

Emilia, 29 aprile 2020. Quarantena, restrizioni, stress accumulato, assenza di contatti con altri cani, tutti fattori che hanno contribuito a mettere sotto pressione anche i nostri amici a quattro zampe. In questa situazione, come nel corso della loro vita, può capitare che si sfoghino, per gioco o per attirare l'attenzione, con un'incredibile varietà di oggetti. L'indagine condotta da Barkyn, sito specializzato nel benessere alimentare del cane, rivela 10 tra i più incredibili oggetti distrutti 'senza ritegno' dai nostri compagni di vita. A raccontare le proprie esperienze sono stati i rispettivi padroni, forse rassegnati, ma sempre con il sorriso.

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1. Che gusto il paraurti!

Tra tutti gli oggetti pratici e comodi che si potrebbero rosicchiare, Poker ha fatto una scelta più sofisticata, ha deciso di devastare ben quattro paraurti di automobile. Uno non bastava. Tra l'altro non è l'unica cosa che ha demolito, perché nella lunga lista di cose azzannate senza un domani ci sono: un sistema d'irrigazione, un faretto, una retina per la piscina, una pompa per gonfiare pneumatici, una crema solare (ben distribuita sulla passerella in legno), un albero di mandarino, svariate reti da calcio oltre all'immancabile paio di scarpe e pantofole. Detto questo, pare non abbia mai nemmeno una volta tentato di rosicchiare i suoi giocattoli.

2. Voglia di cactus

Ma quali crocchette, cibo fresco o altre leccornie, meglio pane e cactus! Questa è la storia di Bart, che di certo non nasconde qualche affinità con il personaggio di Matt Groening. Il temerario buongustaio è stato sorpreso più volte a tentare di mangiare la spinosa e pacifica pianta grassa in casa dei suoi padroni. Non solo, nei pressi del vaso ci piazzava pure dei pezzi di pane. Chissà per la salsa che tipo di scelta avrà fatto.

3. Quell'insopportabile parabrezza

A quanto pare l'attrazione per l'automotive è forte nella razza canina. Spaike, pastore tedesco, aveva una strana ossessione per i parabrezza delle auto. Ne ha distrutti due, perché di si, non dovevano esistere punto e basta. Infatti, il giorno in cui i suoi padroni si svegliarono trovando i parabrezza di entrabe le loro auto in frantumi, fu il giorno in cui decisero di parcheggiarle... Fuori casa.

4. Quel parquet non va bene!

Moka ha la fissa per il design e quando decide che un pavimento non le piace non c'è niente che possa fermarla. In questo caso, come ci ha raccontato la sua padrona, l'attività della sua migliore amica era praticamente diventato un hobby. Uno costoso ovvero staccare il parquet tra il bagno e il corridoio, spargendone i resti per la casa, mentre era impegnata a dirigere il 'cantiere'.

5. Degustare l'intonaco

Una passione simile sviluppata per i progetti edili è la caratteristica di Romeo, bulldog inglese, il quale per un periodo della sua vita ha avuto una scarsissima tolleranza per i muri. Si, i muri. Storti o dritti non importava, bastava rosicchiarli... E in diverse parti della casa. Un abile degustatore d'intonaco.

6. La passione per gli elettrodomestici

Jack da grande avrebbe voluto fare l'elettricista. Il suo intento era chiarissimo, specie dopo che i suoi padroni si accorsero degli svariati metri di cavo rosicchiati nel tempo, inclusi quelli di frigorifero, stufetta (prima e dopo la riparazione) e computer. A questi pare abbia aggiunto delle gustose morsicate ai mobili della cucina. Meglio darsi alla falegnameria?

7. Il rossetto è chic

Bolota ha decisamente una prospettiva in quanto makeup influencer. La truccatrice a quattro zampe non è riuscita a contenere la voglia sfrenata dei rossetti rosa della sua padrona... E se li è mangiati. Un modo pratico per riuscire a truccarsi muso, zampe, tutti i cuscini della casa e... Si, appena uscita, anche la strada si inevitabilmente è dipinta di rosa.

8. Che buona la fibra

Se adori tutto della tua casa, perché non rosicchiarla? La piccola Joy ha mappato nel dettaglio la sua casa con denti e artigli, azzannando tra i vari oggetti: sei cavi in fibra, quattro sedie, due tavolini, due telecomandi, un caricatore per computer, un tavolo da pranzo, porte e battiscopa. Tanto da scaturire la fantasia dei suoi padroni, nominando le sue imprese in stile Game of Thrones: Joy, The dog from Hell, Internet Smiter, Furniture Eater, All around Bad Girl.

9. Meglio non vederci chiaro

Zazu, questo il nome del cane, forse un ottico nella sua vita precedente, ha eseguito un'operazione molto accurata con gli occhiali della sua padrona. Mantenendo integro il telaio ha scaricato i suoi denti affilati soltanto sulle lenti! Anche nel suo caso la lista dei delitti è comunque lunga, tra le vittime telecomandi, calze e asciugamani. Raffinato.

10. Pazza per le calze

Si è masticata le calze di quasi tutta la famiglia, bambini inclusi. Kika, un beagle, non poteva farne a meno, la sua attrazione per il mondo del fashion era sfrenata. Quelle 'insospettabili' corse dalle scale verso il giardino erano l'equivalente umano della frenesia da shopping.

Barkyn
Nato dall'amore per i cani, dalla convinzione che essi siano parte della famiglia e che meritino solo il meglio, il miglior cibo e i migliori consigli per la loro salute, Barkyn è un servizio personalizzato che offre alimenti creati sulla base delle preferenze del proprio cane, oltre a un veterinario assegnato che gli utenti possono contattare 24 ore su 24. Per maggiori informazioni visitate www.barkyn.it

 

Pubblicato in Amici Animali Emilia

A seguito del protocollo di collaborazione siglato con Sace per sostenere la liquidità delle imprese italiane colpite dall'emergenza Covid-19, UniCredit comunica di aver deliberato un finanziamento da 10 milioni di euro a favore del Pastificio Di Martino, prima operazione nell’ambito del programma GARANZIA ITALIA di SACE. La procedura per l’emissione della garanzia è stata completata digitalmente.

L’operazione odierna conferma la completa operatività di UniCredit su tutte le possibili soluzioni previste dal Decreto Liquidità.

“Questa operazione di finanziamento – ha affermato Francesco Giordano, CO-CEO Commercial Banking Western Europe di UniCredit – testimonia l’impegno di UniCredit nel supportare le imprese del territorio. Oggi sentiamo ancor di più la responsabilità di continuare a garantire tutto il nostro sostegno all’economia del Paese e di rafforzare l’impegno a favore delle eccellenze italiane. Il Pastificio Di Martino è una impresa dinamica e innovativa basata al Sud e rappresenta un esempio di azienda locale che ha saputo conquistare una posizione di leadership nel suo segmento di mercato, il food & beverage, che è strategico per il rilancio e la crescita del Paese”.

“Ringrazio UniCredit e Sace per questo finanziamento e per la celerità dell’operazione che ci permetterà di continuare ad implementare i nostri piani di sviluppo e di crescita – ha affermato Giuseppe Di Martino, titolare del Pastificio Di Martino – E’ anche un bel segnale per il Paese che il primo finanziamento della banca con garanzia Sace nell’ambito del Decreto Liquidità vada ad una impresa del Sud. Grazie a questa operazione potremo assorbire al meglio lo shock subito dalla filiera produttiva a seguito della diffusione del Covid-19 e far fronte con maggiore tranquillità alle esigenze di capitale circolante, garantendo quindi la continuità operativa e la fornitura dei nostri prodotti”.

Come previsto dal decreto liquidità, Sace concederà fino al 31 dicembre 2020 garanzie in favore di banche, di istituzioni finanziarie e degli altri soggetti abilitati all’esercizio del credito in Italia, per finanziamenti alle imprese.

Milano, 27 aprile 2020

Indagine Unsic sui decessi Covid: ipotesi fino a quota 57mila in Italia In Emilia-Romagna forti scostamenti di decessi tra il 2019 e il 2020

La consapevolezza è ormai diffusa, suffragata da crescenti ricerche: il numero dei decessi ufficiali per Covid-19 in Italia, fornito dalla Protezione civile, è sottostimato. Mancherebbero, nei conteggi, soprattutto persone decedute nelle case di riposo o nella propria abitazione, a cui non è mai stato fatto il tampone.

Per ricalcolare la cifra, con maggiori indici di affidabilità, anche se naturalmente non di assoluta certezza, si ricorre per lo più alla differenza tra il numero dei decessi medi avvenuti negli ultimi anni e quelli totali, nello stesso periodo, di quest'anno. Da tale risultato si sottrae il numero delle morti classificate "per" e "con" Covid-19. Il resto va "indagato".

Tuttavia il calcolo non è così scontato.

LE VARIABILI - Per quanto riguarda la media degli anni precedenti, due variabili sono costituite dal numero dei residenti (di solito decrescente) e dall'invecchiamento della popolazione (con decessi crescenti); nel raffronto con il 2020, che include febbraio, va considerato il giorno in più dell'anno bisestile; il dato quotidiano dei decessi Covid-19 spesso è falsato dai ritardi di comunicazione e registrazione, superiori alle 24 ore, come confermano le stesse Regioni, per cui va contestualizzato per settimana. Esistono, poi, le cosiddette "morti indirette", generate dal caos pandemia che inficia le cure a pazienti con altre patologie. Infine bisogna tener conto che un "decesso Covid", che coinvolge per lo più persone molto anziane e/o con altre patologie, non è per forza "una morte in più" nel conteggio annuale in quanto potrebbe trattarsi di una scomparsa che avviene soltanto qualche mese prima, per cui una parte dell'aumento dei decessi a fine anno si riequilibra. Infine va tenuto presente che la "quarantena" ha variato – seppur di pochissimo - le percentuali delle cause di morte, riducendo ad esempio gli incidenti stradali o sul lavoro e aumentando quelli domestici.
Tenendo in considerazione tutti questi criteri e utilizzando diverse fonti, l'Ufficio comunicazione dell'Unsic ha tentato di raggiungere il dato più vicino possibile a quello reale.

LE FONTI - La prima fonte utilizzata è l'Istat. Tre i testi: un report sui decessi per qualunque causa dal 1° gennaio al 21 marzo 2020 in 1.084 comuni; un secondo report sui decessi per qualunque causa dal 1° marzo al 4 aprile 2020 in 1.689 comuni (parte dei 5.909 che compongono l'anagrafe nazionale della popolazione residente), scelti dall'istituto di statistica tra quelli con almeno dieci decessi e un aumento dei morti superiore al 20% rispetto alla corrispondente media del quinquennio 2015-2019. Il terzo documento, "Scenari sugli effetti demografici di Covid-19", attesta che il totale dei decessi tra il 1° marzo e il 4 aprile nei 5.069 Comuni è stato, nel complesso, superiore del 41% rispetto a quanto osservato per l'analogo periodo del 2019. Scaturiscono ipotesi da un minimo di 34mila ad un massimo di 123mila morti in più nel 2020, con discesa dell'aspettativa di vita alla nascita da 0,42 a 1,4 anni nelle condizioni del modello più sfavorevole.
Altro riferimento è il Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera, gestito dal Dipartimento di Epidemiologia dalla Asl Roma 1 su incarico del ministero della Salute. Il rapporto epidemiologico include i dati di 19 città. L'ultimo report, il quinto, aggiornato al 18 aprile, parla di un incremento del 76% della mortalità totale per le città del nord, del 10% per quelle del centro-sud. Per singole città, domina Brescia (197%, la settimana precedente era al 215%), quindi Aosta (153%, era al 142%), Milano (103%, era al 96%), Genova (84%, era all'81%), Bolzano (62%, era al 58%), Torino (57%, era al 55%), Trento (50%, era al 51%), Bari (42%, era al 43%), Civitavecchia (31%, era al 41%), Bologna (47%, era al 40%), Potenza (28%, era al 35%), Verona (40%, era al 33%), Messina (20%, era al 22%), Venezia (14%, era al 16%) e Roma (7%, era al 6%).
Altre fonti: le ricerche o le rielaborazioni di Centro studi Nebo, Infodata del Sole 24 Ore, InTwig, Istituto Cattaneo, La Voce, Scienzainrete e YouTrend.

FINO A 30MILA DECESSI IN PIU' PER COVID - Cosa emerge, in termini generali, dall'assemblaggio e dalla rielaborazione dei dati operato da Giampiero Castellotti e Giuseppe Tetto dell'Ufficio comunicazione dell'Unsic?

Che al 27 aprile 2020 il numero complessivo dei decessi per Covid-19 in Italia può essere fissato a 52mila unità, nella stima più prudente, fino a 57mila, cioè da 25mila a 30mila in più della cifra ufficiale. Come si arriva a questi numeri?

Il primo rapporto Istat, nel dettaglio, già rivela un rilevante scollamento: 16.216 decessi a fronte dei 7.843 medi negli anni precedenti. Una differenza di 8.373 unità. A tale cifra vanno sottratti i decessi Covid, rapportati al campione e raffinati.

Il "peso" della Lombardia è determinante: nei comuni lombardi analizzati dall'Istituto di statistica l'aumento è stato del 143% dal 1° al 21 marzo 2020, con differenza di 5.050 unità, che proiettate a tutta la regione portano ad una prima cifra tra gli 8mila e i 9mila decessi in più. Emblematici alcuni dati nel raffronto tra il 2020 e la media 2015-2019: Bergamo (da 4,3 a 19 decessi al giorno), Brescia (da 6,4 a 18 al giorno), Alzano (più che quadruplicati) e Nembro (più che sestuplicati). Includendo tutto marzo, Bergamo ha 553 decessi, ben 428 in più rispetto a marzo 2019, mentre i numeri ufficiali parlano di 201 morti per Covid-19 (InTwig-Eco di Bergamo). Crescite significative di decessi, nei primi rilevamenti, per Emilia-Romagna (superiore al 75%), Trentino-Alto Adige e Piemonte (superiore al 50%), Veneto (superiore al 40%), Liguria (superiore al 35%), percentuali comunque superiori alle morti per Covid-19.

La seconda indagine Istat si spinge al 4 aprile, includendo quindi il picco dei decessi e può essere misurata con quella, relativa alla stessa data, del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera. Utilizzando anche il terzo documento dell'Istituto di statistica, si può estendere la nostra indagine al 27 aprile.

Per quanto riguarda gennaio 2020, il dato nazionale definitivo dei decessi per ogni causa di morte non dovrebbe scostarsi di molto da quello dello scorso anno, anche perché non abbiamo avuto un'influenza particolarmente letale ed il clima non è stato così rigido.
Ben diverso il discorso nel periodo 1 febbraio-4 aprile: se lo scorso anno sono decedute 114.695 persone (dati Istat), quest'anno è possibile ipotizzare una cifra tra le 150mila e le 160mila, di cui 15.383 morte ufficialmente per Covid-19. La stima più alta è sostanzialmente in linea con il 41% in più ipotizzato dall'Istat (circa 47mila decessi in più), quella più prudente è frutto dell'incrocio delle altre ipotesi, dell'apporto delle variabili ed è alimentata soprattutto dagli scostamenti in Lombardia, con i picchi nel Bergamasco (decessi probabilmente quintuplicati), nel Cremonese (quadruplicati), nel Lodigiano e nel Bresciano (circa triplicati).

Nei 40-50mila decessi in più è possibile individuare una rilevante quota di "morti Covid" non classificate (25-30mila casi), da sommare ai 26.977 deceduti "ufficiali" al 27 aprile. Il totale raggiunge 52-57mila casi.
A livello territoriale emerge, in linea generale, che gli scostamenti sono presenti prevalentemente in Lombardia e nel Nord Italia, mentre nel Mezzogiorno le più rilevanti differenze per numero di morti in sostanza corrispondono alle aree con i più alti numeri ufficiali per Covid-19, con una quota rilevante determinata dalle case di riposo.

Una cosa è certa: occorre aspettare anche mesi per avere un quadro più attendibile. I conti si fanno sempre alla fine.
Per avere una panoramica dettagliata, anche a livello territoriale, che tiene conto delle differenti ricerche citate, con prevalenza di quella compiuta dall'Istat sui 1.689 comuni, è possibile leggerla a questo link: https://unsic.it/comunicazione/primo-piano/indagine-unsic-sui-decessi-covid-ipotesi-fino-a-quota-57mila/ .

Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, partendo da BOLOGNA città, secondo i dati Istat i decessi aumenterebbero del 22 per cento, da 472 a 576, forbice che più o meno si conferma con i dati estesi dal 1 gennaio al 4 aprile (da 1.323 a 1.392), anche perché a gennaio 2020 ci sono stati 47 morti in meno rispetto a gennaio 2019. Secondo gli ultimi dati del Sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera, gestito dal Dipartimento di Epidemiologia dalla Asl Roma 1 (che arrivano al 18 aprile), l'incremento dei decessi sarebbe stato invece del 47%, sette punti in più rispetto alla settimana precedente. In provincia, l'incremento maggiore a Medicina (da 16 a 57), dichiarata zona rossa. Più che doppia la crescita a Pieve di Cento, da 7 a 15.
I discostamenti maggiori a PIACENZA, dove nel capoluogo si è passati da 121 a 495 decessi. Rilevante anche il dato di Fiorenzuola d'Arda, da 13 a 97. In termini percentuali: Cortemaggiore(da 1 a 17), Castelvetro (da 3 a 34), Gazzola (da 1 a 10), Sarmato (da 2 a 16), Monticelli d'Ongina(da 4 a 31), Vigolzone (da 2 a 15), Castell'Arquato (da 4 a 22).
A seguire PARMA, che passa da 213 a 563. Numericamente rilevanti gli incrementi a Fidenza (da 28 a 116), Salsomaggiore (da 26 a 86), Sissa Trecasali (da 7 a 58), Medesano (da 11 a 47) e Colorno, da 3 a 26, che primeggia con la percentuale d'incremento di 766,7%. Numero di decessi in forte crescita anche a Sala Baganza (da 5 a 27), Calestano (da 3 a 15), San Secondo (da 3 a 13) e Fornovo (da 5 a 21).
In provincia di REGGIO EMILIA: in testa Sant'Ilario d'Enza (da 7 a 40), poi Brescello (da 3 a 16), Ventasso (da 4 a 21), Boretto (da 3 a 15), Castellarano (da 6 a 25) e Poviglio (da 5 a 17).
MODENA passa da 225 a 292 decessi, Carpi da 74 a 120, Sassuolo da 36 a 70, Formigine da 38 a 66, Maranello da 14 a 40.
Per la provincia di FERRARA, l'incremento percentuale maggiore a Mesola (da 4 a 11), poi Bondeno (da 18 a 31) e Portomaggiore (da 13 a 20).
A RAVENNA pochi scostamenti: Massa Lombarda da 7 a 13, Solarolo da 4 a 6.
CESENA passa da 109 a 135 decessi, 23,9% in più. In provincia: Sogliano al Rubicone (da 2 a 9), Castrocaro (da 3 a 8), Modigliana (da 5 a 11), Santa Sofia (da 4 a 10) e Sarsina (da 2 a 5).
Infine RIMINI: da 163 a 244, più 49,7%. Riccione passa da 41 a 69, Cattolica da 16 a 38, Bellaria-Igea Marina da 16 a 35, Coriano da 8 a 20, San Giovanni in Marignano da 9 a 13, Morciano da 4 a 10.

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Coronavirus, nuova ordinanza del presidente Bonaccini. Da domani, mercoledì 29 aprile, possibile spostarsi (individualmente, nel territorio provinciale e rientrando in giornata) per la manutenzione di imbarcazioni e velivoli di proprietà. Edilizia: al via i lavori necessari alla riapertura dei cantieri in stabilimenti balneari, strutture ricettive, parchi tematici e all'interno di pubblici esercizi ed esercizi commerciali

Le nuove disposizioni si applicano a tutto il territorio regionale, compresa la provincia di Piacenza. Riflessione in corso sulle seconde case, in via di definizione probabilmente già domani

Bologna 28 aprile 2020 - Da domani, 29 aprile, in Emilia-Romagna sarà possibile spostarsi per fare manutenzione alle imbarcazioni e ai velivoli di proprietà. Lo si potrà però fare nell’ambito della stessa provincia, individualmente e rientrando in giornata alla propria abituale abitazione.

Inoltre, nel settore edilizio sono consentite alle imprese le attività propedeutiche alla riapertura dei cantieri negli stabilimenti balneari, sia su demanio pubblico che su proprietà private, nelle strutture ricettive, negli impianti termali, nei parchi tematici e all’interno dei pubblici esercizi e degli esercizi commerciali. Questo nel pieno rispetto di quanto stabilito dal protocollo di sicurezza nei cantieri sottoscritto dal Governo e dalle parti sociali.

E’ quanto stabilisce una nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, le cui disposizioni si applicano a tutto il territorio regionale, compresa la provincia di Piacenza.

In particolare, le imbarcazioni potranno essere portate ai cantieri navali “per avviare le attività propedeutiche alla riapertura dei cantieri stessi”.

Si sta inoltre approfondendo il tema delle seconde case, che verrà definito con molta probabilità già domani. /PF

Allegato 1: Testo ordinanza 28 aprile ore.docx

Coronavirus, l'aggiornamento: 24.914 i casi positivi in Emilia-Romagna, 252 in più rispetto a ieri. Sono 433 le nuove guarigioni per un totale di 9.439. In netto calo i casi attivi: -222. Quelli lievi in isolamento a domicilio sono 8.384 (-114)

Record di tamponi effettuati: 7.610 in più rispetto a ieri (172.589 in totale). In diminuzione sia i ricoverati nei reparti Covid (-66) che quelli in terapia intensiva (-19). I nuovi decessi sono 41. Arrivate 100mila mascherine alla Protezione civile regionale

Bologna 28 aprile 2020 - In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, si sono registrati 24.914 casi di positività, 252 in più rispetto a ieri. Le nuove guarigioni sono 433 (9.439 in totale) mentre i test effettuati hanno raggiunto quota 172.589, 7.610 in un solo giorno.

In netto calo i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -222 rispetto a ieri (12.003 contro 12.225).

Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, arrivano complessivamente a 8.384, -114 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 228 (-19 rispetto a ieri). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-66).

Le persone complessivamente guarite salgono a 9.439 (+433): 2.687 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 6.752 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 41 nuovi decessi: 17 uomini e 24 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.472.

I nuovi decessi riguardano 10 residenti nella provincia di Piacenza, 3 in quella di Parma, 10 in quella di Reggio Emilia, 3 in quella di Modena, 8 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 2 nella provincia di Forlì-Cesena (i 2 nuovi decessi nel forlivese), 5 nel riminese. Nessun nuovo decesso nelle provincie di Ferrara, Ravenna e da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.918 a Piacenza (92 in più rispetto a ieri), 3.122 a Parma (10 in più), 4.593 a Reggio Emilia (8 in più), 3.609 a Modena (31 in più), 3.897 a Bologna (70 in più), 366 le positività registrate a Imola (2 in più), 909 a Ferrara (4 in più). In Romagna sono complessivamente 4500 (35 in più), di cui 978 a Ravenna (8 in più), 877 a Forlì (nessun caso in più rispetto a ieri), 672 a Cesena (7 in più), 1.973 a Rimini (20 in più).

La rete ospedaliera: 4.458 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19

Da Piacenza a Rimini, il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente ad oggi a 4.458 posti letto attivati per i pazienti Covid-19: 3.980 ordinari (82 meno di ieri) e 478 di terapia intensiva, come ieri. Nel dettaglio: 514 posti letto a Piacenza (di cui 34 di terapia intensiva), 904 Parma (50 di terapia intensiva), 501 a Reggio Emilia (45 di terapia intensiva), 502 a Modena (70 di terapia intensiva), 1.049 tra Bologna e Imola, e dunque nell’area metropolitana (142 terapia intensiva, di cui 8 a Imola), 322 a Ferrara (38 di terapia intensiva), 666 in Romagna, di cui 99 per terapia intensiva. Nel dettaglio: 178 a Rimini (di cui 39 per la terapia intensiva), 136 a Ravenna (di cui 14 per la terapia intensiva), 97 a Lugo (di cui 10 per la terapia intensiva), 24 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 89 a Forlì (di cui 10 per la terapia intensiva), 102 a Cesena (di cui 26 per la terapia intensiva) e 40 posti letto a Villa Serena.

L’attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Dispositivi di protezione individuale

Dal Dipartimento nazionale della Protezione civile sono arrivate oggi ai magazzini dell’Agenzia regionale 100.000 mascherine FFP2 e 7 ventilatori polmonari per le terapie intensive.Il materiale verrà distribuito in base alle necessità del sistema sanitario regionale.

Sul sito del Dipartimento e del Ministero della Salute, sono aggiornati i dati complessivi dei Dpi e delle apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile a Regioni e Province autonome, attraverso il sistema informatico Ada (Analisi Distribuzione Aiuti): https://bit.ly/2Yal5h5

Personale sanitario volontario da altre Regioni: 15 nuovi infermieri per l’Emilia-Romagna

Dall’inizio dell’emergenza sono arrivati in Emilia-Romagna quattro contingenti di infermieri (totale 69, di cui 15 ieri) e quattro di medici (totale 56).

Volontariato

Lunedì 27 aprile sono stati 878 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati su più fronti; dall’inizio dell’emergenza, si sono accumulate 34.223 giornate complessive. Tra le attività più rilevanti, c’è il supporto ai Comuni per l’assistenza alla popolazione: esteso su tutto il territorio regionale, quest’impegno ha coinvolto 540 volontari (fra cui 150 scout Agesci). C’è poi il supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, nel trasporto di campioni sanitari e tamponi, nella consegna di farmaci (Cri e Anpas): 309 i volontari coinvolti. Le altre attività riguardano le funzioni di segreteria e il supporto logistico presso i COC (Centri operativi comunali) dei vari Comuni o le sedi dei Coordinamenti provinciali, e la sanificazione dei mezzi di soccorso nel parmense, in Val di Taro.

Prosegue l’attività di sorveglianza dei passeggeri in transito all’aeroporto Marconi di Bologna: questi ultimi sono volontari attivati a livello nazionale, direttamente dal Dipartimento Protezione civile.

Drive Through e Pre-Triage

Sono 13 le strutture per effettuare i tamponi di verifica a chi è in via di guarigione, approntate con il concorso dell’Agenzia e dei coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile: da tempo sono attive postazioni a Parma (2, l’ultima presso il Campus universitario), Castelnovo ne’ Monti (RE), Guastalla (RE), due a Modena (di cui una davanti al PalaPanini svolge gli screening sierologici sulla popolazione), Bologna, Imola (BO), Cesena (FC), Forlì (FC), Bagno di Romagna (FC), Rimini (RN) e Faenza (RA). Strutture che si aggiungono a tutte la altre presenti sul territorio regionale allestite dalle Aziende sanitarie.

Sono 33 i punti di pre-triage attivi in Emilia-Romagna (11 davanti alle carceri, 23 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (Sant’Orsola e Maggiore, e Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì-Cesena (Meldola); 1 in provincia di Rimini (Rimini città) e 1 nella Repubblica di San Marino (la postazione davanti all’Ospedale di Stato è composta dal pre-triage per i pazienti in ingresso e dalla nuova tenda per gli screening sierologici alla popolazione).

Una nuova tenda pre-triage verrà montata domani a Rimini, presso la Casa di cura “Villa Maria”, struttura convenzionata con l’Ausl della Romagna.

Ieri, lunedì 27 aprile, nell’area esterna dell’Ospedale di Stato di San Marino è stata installata una seconda tenda in modo da implementare il servizio di screening sierologico per il Covid-19 su un’ampia fascia della popolazione, anche in vista dell’apertura delle attività economiche. Si tratta di una tenda pneumatica a 4 archi, recuperata al CREMM (Centro regionale emergenza, mezzi e materiali) di Bologna e montata dai volontari del Coordinamento riminese, grazie alla stretta collaborazione tra il Servizio Area Romagna dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e il Servizio Protezione civile della Repubblica di San Marino. La tenda è stata allestita in prossimità della precedente, già operativa dallo scorso marzo.

Donazioni

I versamenti vanno effettuati sul conto corrente IT69G0200802435000104428964, causale: Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus. /CV

 

 

Nasce in Puglia un'idea che si sposa perfettamente con le nuove esigenze di mercato dovute all'emergenza COVID-19 e alle misure restrittive imposte a tutte le attività. Uno dei settori maggiormente colpiti è quello del food, in particolare ristoranti e pizzerie che in questo momento possono operare solo con il sistema di food delivery, ossia con consegna a domicilio. Il ritorno alla normalità sarà molto lento, le misure che prevedono il distanziamento sociale ridurranno di molto le capienze dei locali e di seguito il numero di Clienti.

L'unico sistema "certo" è quello delle consegne a domicilio. E la categoria si è messa subito alla prova riaprendo i battenti e gestendo tutto con ordini telefonici e/o whatsapp. Un modo di lavorare questo che sta riscontrando numerosi problemi in quanto si genera confusione con i menù, con i prezzi, con le comande oltre ad assorbire del tempo prezioso. Ne parliamo con Michele Urbano Amm. Unico di ITLAB Srl, web agency pugliese. Una realtà che si occupa di realizzazione siti web professionali ed applicazioni con oltre 15 anni di esperienza e tantissimi progetti all'attivo:

"L'emergenza in atto ha cambiato abitudini e stili di vita di tutti. Per quanto riguarda il nostro settore, invece, possiamo dire che ha accellerato il processo di crescita nell'utilizzo di sistemi di ultima generazione. Basti pensare alla "spesa online". Fino a qualche mese fa erano davvero in tanti a non conoscere questa possibilità e ancor di meno ad utilizzarla. Oggi invece, in tanti stanno sperimentando questo nuovo modo di fare la spesa trovandolo utile, comodo e confortevole. Difficilmente, anche quando tutto sarà finito, ritorneranno a mettersi in coda per lunghe file agli ipermercati. Generalmente l'italiano è abitudinario, ha paura del cambiamento e preferisce ripetere un processo che ben conosce. Ma la situazione attuale ha imposto a tutti un cambio di rotta che può essere costruttivo. Appreso e sperimentato un nuovo sistema, raffrontandolo con le vecchie abitudini, si possono scoprire vantaggi inimmaginabili".

Per quanto riguarda il food delivery quale è la vostra idea? "Sicuramente in questo momento rappresenta l'unica certezza per gli operatori del settore ma occorre un cambiamento. La maggior parte gestiscono tutto telefonicamente. Tutto questo è inimmaginabile. In questi giorni ho avuto modo di confrontarmi con tanti di loro e tutti mi descrivono la stessa situazione, ossia la difficoltà nel gestire gli ordini. Nei giorni e nelle ore di punta giungono decine di telefonate o messaggi WhatsApp di Clienti che vogliono giustamente ordinare. Chiedono di tutto, com'è giusto che sia. Piatti disponibili, aggiunte, prezzi, etc. Tutto questo fa perdere tantissimo tempo prezioso solo per stilare un singolo ordine, nel contempo tiene impegnato uno o più membri dello staff ed il telefono sempre occupato. Il risultato è che si genera una confusione incredibile, si perdono molti ordini e spesso i Clienti sono insoddisfatti per i tempi di consegna e nel peggiore dei casi anche per ordini sbagliati". C'è anche chi si affida alle App di Food Delivery più famose presenti sul mercato che oltre ad un costo iniziale di 300/400 euro trattengono fino al 35% di commissioni, pagando l'esercente – quando va bene – entro 15 giorni. La domanda che mi pongo è questa. Ad un ristorante, pizzeria, un'attività del settore che conta già di una buona e affezionata Clientela conviene davvero questo bagno di sangue? Perchè non organizzarsi con le consegne ed affidarsi ad un sistema proprio di raccolta, gestione e consegna ordini?"

Cosa proponete come soluzione a tutto questo? "Abbiamo pensato di proporre la soluzione più semplice, pratica ed economica. E' semplicemente il sistema utilizzato da almeno 8 anni in altri Paesi Europei e nel resto del Mondo. Un sito web professionale con integrazione del menù diviso per categorie (antipasti, primi, secondi, dolci, bibite ma anche pizze bianche, pizze rosse, etc). Per ciascun prodotto o piatto una foto, una breve descrizione, il prezzo ed il pulsante "ordina" per aggiungerlo al carrello. Il Cliente comodamente da casa, collegandosi anche da cellulare sul sito (senza dover scaricare un'app per farlo) compila il suo ordine e lo invia. Si può decidere se ricevere il pagamento direttamente online o alla consegna. Viene così generato un ordine che giunge in tempo reale via email al ristoratore che può procedere alla preparazione e alla consegna. Questo sistema agevola il Cliente che in tempo reale può consultare il menù con tutti i singoli prezzi e decidere con calma cosa ordinare. Agevola il ristoratore perchè non è costretto a dover ripetere a tutti i Clienti i menù, i singoli prezzi, a stilare l'ordine e a calcolare i totali. Si recupera così tempo prezioso e sopratutto non si perdono Clienti che stufi di trovare sempre il telefono occupato ordinano altrove. Nulla viene lasciato al caso o all'improvvisazione. Tutto questo viene automatizzato e gestito direttamente sul sito che si vedrà perfettamente su tutti i dispositivi mobili (cellulari, iphone, tablet) ios e android di ultima generazione. Infine è estremamente economico e alla portata di tutti. Oltre al costo di realizzazione, non ci sono altri costi. Il ristoratore incassa direttamente il suo denaro senza dover pagare alcuna commissione. Al gestore dell'attività sarà fornito un comodo pannello di controllo dove poter controllare tutti gli ordini, aggiungere il proprio menù, modificare i prezzi e creare anche promozioni. Chiaramente lo stesso sistema è adatto a bar, pub, paninoteche, piadinerie. Si tratta inoltre di un sistema che consente di lavorare fin da subito ed al contempo aperto allo sviluppo di future funzioni di cui gli esercenti potrebbero aver bisogno".

Un'idea sicuramente interessante perché risponde ad un'esigenza reale di una categoria ad oggi in grave difficoltà. Tutti i dettagli dell'offerta sono disponibili su www.creazionesitiweb.it , uno dei tanti progetti del gruppo ITLAB Srl.

Pubblicato in Nuove Tecnologie Emilia

Torna a cedere il latte spot, il burro e anche le creme. In flessione anche i listini delle due principali DOP   

di Virgilio Parma 28 aprile 2020 - 
 
LATTE SPOT – Torna a scendere pesantemente il latte spot. Il latte spot nazionale cede il -2,5%. Il latte spot crudo nazionale cede tra 29,90 31,45/100 litri di latte. Ben più sensibile la perdita del latte intero pastorizzato "spot" estero (-6,1% Germania Austria) che quota così tra 26,81 28,87 €/100 litri di latte. Infine il Latte scremato pastorizzato spot estero rimane invariato tra  13,46 15,53 €/100 litri di latte (-12,1% GERMANIA AUSTRIA).
 
BURRO E PANNA – Irrefrenabile caduta del burro. Altri 10 centesimi si aggiungono ai 15 centesimi precedenti persi Milano. A Parma lo zangolato lascia ancora 10 centesimi. Anche la crema cede (-4,2%),seguita dalla panna veronese.
Borsa di Milano 27 aprile 2020: 
BURRO CEE: 2,65 €/Kg. (-)
BURRO CENTRIFUGA: 2,80 €/Kg.  (-)
BURRO PASTORIZZATO: 1,05 €/Kg. (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,85 €/Kg. (-)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,36€/Kg. (-)
MARGARINA marzo 2020: 1,03 - 1,09 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 27 aprile 2020: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,40 / 1,50 €/Kg.
 
Borsa di Parma 24 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,60 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 21 aprile 2020 (-)
BURRO ZANGOLATO: 0,60 - 0,60 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 27 aprile 2020 – Listini in leggera flessione.
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,55 – 6,75 €/Kg. (-)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,20 – 8,45 €/Kg. (-)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,70 – 8,90 €/Kg. (-)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,45 – 5,60 €/Kg. (-)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 24 aprile 2020 – Listini in tenue flessione per il 18, 24 e 30 mesi.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 8,00 - 8,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 8,60 - 9,00 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 9,40 - 10,05 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,10 - 10,95 €/Kg. (-)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 11,200 - 10,95 €/Kg.(-)

 

#Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan
@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly

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per accedere alle notizie sull'argomento clicca qui)

 

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 (Grafici)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

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Pubblicato in Cronaca Emilia
Martedì, 28 Aprile 2020 12:03

Non è un paese per donne

Nell’emergenza vengono a galla tante problematiche familiari, a partire dalla gestione dei bambini, che rischiano di penalizzare le lavoratrici. Nasce #facciamopresto,  un hashtag per una rapida ripresa. Anche all’insegna delle donne. Lo strumento proposto: l’outdoor education

Giliana_Gavioli.jpgModena, 28 aprile 2020. “Occorre aprire in fretta, ma farlo senza tenere in considerazione le necessità delle famiglie, dai figli agli anziani e ai disabili, significa non considerare il ruolo femminile nel lavoro, e di conseguenza aggiungere un nuovo problema ad una situazione di per sé complicatissima. E a pagare il prezzo sociale, ed anche economico, alla pandemia, saranno soprattutto le donne, come spesso capita nelle crisi”. È amareggiata, ed anche un po’ arrabbiata, Giliana Gavioli, presidente di CNA Impresa Donna, di fronte ad una situazione sottovalutata. “Il rischio – continua Gavioli – è che si torni indietro nel tempo, che sia la donna a perdere il lavoro, o a lasciarlo per privilegiare la famiglia. E questo sarebbe inaccettabile”.

Il problema principale è rappresentato dai bambini e dai ragazzi, “che hanno bisogno di socialità. Non ci si può affidare, per compensare la mancanza di contatti, solo alle videochiamate. Le esperienze degli altri Paesi confermano che qualcosa in questa direzione può essere fatto. In Italia, poi, abbiamo la fortuna di poter contare su una grande rete di comunità in questo senso: polisportive, circoli, fattorie didattiche, le stesse scuole. In tutti questi luoghi, almeno nei mesi estivi, possono essere organizzate attività di supporto alle famiglie per piccoli gruppi di ragazzi, eventualmente coinvolgendo anche operatori culturali, peraltro sino ad oggi dimenticati nelle questioni economiche riguardanti l’emergenza”.

Sono a decine le associazioni e le insegnanti che premono per riaprire i luoghi dell’educazione. In questi mesi la scuola ha fatto passi da gigante nella didattica a distanza, magari è possibile fare la stessa cosa nella outdoor education, nella sperimentazione di laboratori a piccoli gruppi, nell’assistenza educativa domiciliare per i minori con disabilità. Vale la pena provare, per rimettere ogni cosa al suo posto. Senza capovolgimenti. Ed aiutando le famiglie al di là dei baby voucher o dei congedi, largamente insufficienti, sia dal punto di vista economico che temporale)
Secondo la presidente delle donne imprenditrici di CNA, “Stanno venendo al pettine i ritardi di decenni. E la sottovalutazione della figura femminile, che magari questi problemi li ha più presenti degli uomini: basti pensare, e non sono certo la prima a rilevarlo, come nella famosa, direi famigerata task force, non ci sia nemmeno una donna”.

“Siamo state proprio noi donne di CNA ad individuare un hashtag, #facciamopresto, che vuole accompagnare tutte le iniziative e le sollecitazioni che l’Associazione sta rivolgendo alle diverse istituzioni per accelerare, in sicurezza, la ripresa delle attività produttive. Ma questa ripresa passa anche per una tutela delle famiglie, e delle donne. Per la salvaguardia del loro ruolo di imprenditrici, lavoratrici, mamme.