Sabato, 03 Giugno 2023 07:19

Statistica, strumento della democrazia: intervista al presidente di Demoskopika In evidenza

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Di Giulia Bertotto Roma, 1 giugno 2023 (Quotidianoweb.it) - Demoskopika si definisce il “Gruppo italiano per le ricerche di opinioni e del mercato”. I servizi che offre vanno dalle ricerche economiche e sociali quali strumenti di supporto decisionale per la pubblica amministrazione fino alle indagini di mercato per orientare le strategie aziendali. Si rivolge, in particolare, a enti pubblici, imprese, privati, associazioni di categoria. Abbiamo intervistato Raffaele Rio, presidente e direttore generale di Demoskopika per capire meglio quali sono le funzioni e gli scopi di questo istituto di ricerca.

Presidente Rio, ci spieghi altro su Demoskopika, perché è importante quello che fa?

 

Demoskopika analizza e studia l’opinione pubblica, perché noi crediamo che una società che conosce le aspettative dei suoi cittadini sia una società più consapevole, più responsabile e quindi potenzialmente migliore. È nostra convinzione che il dato non sia soltanto il participio passato del verbo dare ma uno strumento fondamentale funzionale a rendere i decisori istituzionali più consapevoli.

Una specie di “Conosci te stesso” applicato attraverso la statistica. Il problema di questo paese è che non fa previsioni a livello statale. Voi siete un ente privato autorevole e attendibile, ma non ufficiale.

Sì, noi siamo un istituto privato e riceviamo committenze sia dagli enti pubblici che dal privato. È importante, a mio avviso, che i decisori istituzionali investano, ai vari livelli di governo, sull’importanza delle informazioni statistiche, sulla necessità di generare previsioni, nei settori trainanti del tessuto economico e sociale italiano, al fine di poter pianificare azioni e interventi maggiormente rispondenti alle aspettative e ai fabbisogni della collettività. Sul turismo, ad esempio,

sfruttando adeguatamente il Piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023-2027, risulta necessario reperire ulteriori risorse, partendo dalla programmazione dei fondi strutturali in capo alle Regioni. In questa direzione, si potrebbero colmare le carenze del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) troppo sbilanciato nella sua dotazione complessiva, pari a 2,4 miliardi di euro, per oltre il 74% delle risorse sugli investimenti al sistema ricettivo-turistico e carente di attenzione verso destinazioni, prodotti e mercati turistici. Nello specifico, occorre metter mano ad alcuni obiettivi concreti quali una  diffusione “più strategica” dei flussi turistici sull’intero territorio nazionale ad oggi concentrati per oltre la metà, anche in termini di spesa turistica, in sole 4 o 5 destinazioni regionali con il beneficio di un incremento complessivo del livello di internazionalizzazione, una distribuzione “allargata” del turismo autoctono e di una riduzione del fenomeno dell’overtourism; e, ancora, una riduzione strutturale della frammentazione istituzionale in materia di pianificazione e programmazione del sistema turistico italiano; e, infine, la costruzione di una “cultura del dato” maggiormente consapevole.

 

Quali sono le vostre proiezioni sulle scelte turistiche e di viaggio degli italiani per l'estate 2023?

 

Stimiamo che nei mesi da giugno a settembre circa 68 milioni di turisti dovrebbero scegliere le località turistiche italiane, tra italiani e stranieri generando ben 267 milioni di presenze, ossia di pernottamenti con una crescita rispettivamente pari al 4,3% e al 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo le nostre previsioni l’estate 2023 dovrebbe essere la più performante almeno dal 2000 ad oggi. Inevitabili ripercussioni positive anche sulla spesa turistica che sfiorerebbe la soglia dei 46 miliardi di euro con una crescita stimata pari al 5,4% rispetto ai mesi estivi del 2022.

Demoskopika spiega al lettore, al cittadino e chiunque consulti le sue indagini, il metodo attraverso il quale vengono svolte, è un’importante scelta di trasparenza.

Sì, nella nota previsionale noi inseriamo non solo lo scenario centrale, medio, ma anche uno scenario minimo e massimo, per correttezza metodologica. Le previsioni per l’estate (giugno-settembre 2023) sono state ottenute applicando alla serie temporale (periodo 2000-2022) un modello autoregressivo integrato a media mobile stagionale controllato con l’andamento storico degli arrivi e delle presenze per ciascuna destinazione regionale, secondo i dati resi disponibili dall’Istat. Si precisa, inoltre, che la stima della spesa turistica riguarda le seguenti voci: servizi ricettivi, servizi di ristorazione, servizi di trasporto (ferroviario, su strada, marittimo, aereo), noleggio mezzi, servizi delle agenzie di viaggio e altri servizi di prenotazione, servizi culturali, servizi sportivi e ricreativi, shopping e altre spese.

 

Ne va della democrazia, senza informazioni correttamente ricavate e correttamente comunicate il cittadino non può scegliere in piena libertà. A proposito. Cosa dicono i vostri sondaggi sulla guerra nel cuore dell'Europa? La popolazione italiana è favorevole a quella che è di fatto la cobelligeranza del nostro paese nel pericoloso conflitto tra NATO e Russia?

 

A metà marzo 2022, per il programma televisivo di Rai Due “Anni 20”, abbiamo svolto un sondaggio dal quale è emerso che solo per un italiano su tre si arriverà ad un accordo di pace. Per il 28%, del campione, l'Ucraina riuscirà a resistere all'invasione. E, ancora, il 25% dei cittadini era convinto che si affermerà la Russia di Putin mentre per il rimanente 15% c'è la paura di uno scoppio della Terza guerra mondiale. Gli italiani risulterebbero quindi preoccupati e vorrebbero una risoluzione diplomatica del conflitto.

Lei ha scritto “Turismo in quarantena. Gli effetti del Coronavirus sul sistema italiano” (Tangram Edizioni Scientifiche, 2020). Nel libro spiega gli effetti del virus e della sua gestione sul turismo e quali risvolti ci saranno per il turismo post-pandemico.

 

Si tratta di una fotografia, regione per regione, del turismo nel nostro paese durante la crisi pandemica già dal febbraio 2020, tra i primissimi paesi a lanciare l’allarme sulle ripercussioni della questione sanitaria sul turismo. Il Covid, inoltre, generando un terremoto nel sistema turistico italiano, ha anche alimentato la sua permeabilità alla criminalità organizzata. In particolare, Sarebbe pari a 2,2 miliardi di euro, il giro d’affari della criminalità organizzata italiana derivante dall'infiltrazione nell'economia legale del settore turistico del Belpaese sarebbe stato pari a 2,2 miliardi di euro di cui 850 milioni di euro, pari al 38 per cento del totale, concentrato nelle realtà del Mezzogiorno. Un’attività sempre più pervasiva di controllo del territorio che avrebbe messo a rischio ben 4.450 imprese attive nel comparto, maggiormente fiaccate dalla crisi di liquidità causata dall’emergenza pandemica e, dunque, più vulnerabili al “welfare criminale” delle mafie che dispongono, al contrario, di ingenti risorse finanziarie pronte alle operazioni di riciclaggio.

 

Giulia Bertotto

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