Mercoledì, 16 Novembre 2022 09:54

Il Consorzio Agrario di Piacenza è una casa cristallina della legalità? In evidenza

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Giovanni Benedetti e Marco Allaria Olivieri - Federazione Coldiretti Piacenza -Commissari Giovanni Benedetti e Marco Allaria Olivieri - Federazione Coldiretti Piacenza -Commissari

Riceviamo e pubblichiamo. - 


Piacenza, 16 ottobre 2022 - Cosa sta succedendo nel Consorzio Agrario di Piacenza?

Una domanda del genere sarà passata per la mente non solo dei soci del Consorzio, ma anche di molti concittadini.

Nelle ultime settimane siamo stati tutti raggiunti da notizie di stampa, spesso contraddittorie tra di loro, e da interviste in cui il Presidente Crotti risponde in tono molto polemico. Lo stesso per altro verso, sembra abbiano fatto persino gli avvocati di un lodo arbitrale,  sbeffeggiando nella loro decisione un parere sgradito dell’Avvocatura dello Stato.

Di recente è stato pubblicato un articolo del Presidente di Confagricoltura in cui si insinua che l’Autorità ministeriale di vigilanza strumentalizzi le attività ispettive per fini politici, prendendosela con una cristallina casa della legalità quale a suo dire sarebbe il Consorzio Agrario.
Tutto questo ci turba, perché anche noi ci sentiamo coinvolti, quali rappresentanti di Coldiretti, che ha a cuore, come le altre organizzazioni sindacali, il mondo cooperativo, e in particolare, il mondo dei consorzi agrari.

Ormai è a tutti noto che circa un anno fa alcuni componenti della lista sconfitta per le elezioni dei componenti del Consiglio di Amministrazione, vedendoci poco chiaro, hanno avviato una serie di azioni contro la cristallina casa della legalità.
Forse il Presidente Crotti si lamenta proprio di questo, denunciando l’esistenza di un fumoso gruppo di potere che cercherebbe di impossessarsi del Consorzio, e contro cui si erge orgogliosa Confagricoltura.
A quanto pare, esclusi gli occupanti interni come Crotti, all’esterno la cristallina casa della legalità è difesa soltanto da tre arbitri locali, molto indispettiti del contrario parere dell’Avvocatura dello Stato oltre che dalla citata fiera organizzazione sindacale provinciale.

È evidente che tutto ciò può suscitare una certa ilarità, soprattutto se pensiamo al “fumetto” di Ministero e Avvocatura all’attacco del consorzio Piacentino, vero baluardo della legge in cui si trovano assediati Consiglio di Amministrazione e Direttore, ansiosi di decidere indisturbati su di un fiume di denaro che sta per piovere sulla casa della legalità grazie al PNRR.
Se consideriamo anche il provincialismo che segna tutti questi comportamenti (compreso il fastidio degli arbitri verso l’Avvocatura dello Stato) potremmo anche provare un senso di sconforto.

Sta di fatto che quella famosa votazione per l’elezione del Presidente Crotti e degli altri componenti, ossia della lista  vincitrice, ha visto esprimere il voto di centinaia e centinaia di soci.
Ma Crotti, lo stesso Crotti, quando ha scrutinato i voti come Presidente dell’assemblea ne ha dichiarati invalidi due su tre. Un po’ come se alle ultime elezioni politiche lo scrutinio fosse stato fatto da chi poi sarebbe stato eletto eliminando una trentina di milioni di voto dal computo.

Osservando dall’esterno i cristalli della casa della legalità, e le reazioni di Crotti e di Confagricoltura provinciale, ci chiediamo a questo punto anche noi se non c’era bisogno di una certa ripulitura perché diventassero effettivamente trasparenti e ci si potesse vedere chiaro su questo assurdo fatto che è una offesa mortale a ogni elementare principio di democrazia.

L’Avvocatura Generale dello Stato, ossia della Repubblica Italiana, non sembra aver avuto dubbi: il Presidente Crotti ha violato le regole democratiche. Il Ministero dello Sviluppo Economico, evidentemente dello stesso parere, ha mandato gli ispettori come accade in tutte le vicende eclatanti e scandalose. A quanto pare nemmeno gli ispettori hanno avuto dubbi: il gruppo dirigente del Consorzio ha violato la regola democratica del voto.

A sentirsi offesi sono solo Crotti, cioè la persona il cui operato è stato così duramente giudicato dagli organi dello Stato, e gli arbitri della Provincia di Piacenza.
Addirittura Confagricoltura, (non nazionale ma sempre provinciale), grida allo scandalo per l’attacco che la Repubblica Italiana starebbe consumando ai danni della piacentina casa della legalità.
In realtà l’unica cosa che il Ministero ha chiesto a Crotti è stato di tornare a contare i voti senza scartarne due su tre. Cosa imposta dal fatto che i voti scartati,  rilasciati per procura, sono pienamente validi (come dimostra l’elezione americana tenutasi in questi giorni).

Chi ha la coscienza a posto ed è sicuro di aver meritato le elezioni perché non dubita che la maggioranza dei soci lo abbia votato, non dovrebbe avere nessuna difficoltà a compiere una operazione del genere. Invece Crotti si guarda attentamente dal compiere questa operazione e grida invece allo scandalo.
Per fortuna la questione è sul tavolo del Tribunale, ossia di veri giudici. Noi attendiamo fiduciosi il responso delle Corti, e accoglieremmo con sollievo la notizia che in quella famosa votazione tutto si sia svolto rispettando la legge.

Crediamo infatti che la legalità, se la si vuole realmente difendere, impone una verifica soprattutto in casi così singolari, se non unici. La verifica del Giudice, e prima ancora del Ministero vigilante, è la vera garanzia della legalità.

Soltanto chi ha la memoria davvero corta può dimenticare che diverse volte la Coldiretti è intervenuta in questo modo, affidandosi a persone di comprovata rettitudine e fedeltà verso i valori della Organizzazione che li aveva espressi. Queste persone, con il loro operato, hanno letteralmente: “salvato la pelle” al Consorzio, all’epoca presieduto da un esponente di Confagricoltura.

Ecco perché non solo il Consiglio di Amministrazione ma anche il Direttore del Consorzio possono dormire sonni tranquilli se la vera preoccupazione è rispettare la legalità. Coldiretti sarebbe dalla loro parte.


Giovanni Benedetti e Marco Allaria Olivieri, commissari della federazione Coldiretti di Piacenza.