Martedì, 14 Maggio 2024 06:20

La forza argomentativa di Aristotele contro l'inconsistenza dell' ideologia gender In evidenza

Scritto da Daniele Trabucco

Di Daniele Trabucco Belluno, 13 maggio 2024 - Il termine "gender", in lingua italiana genere, viene utilizzato per riferirsi all'identità  di genere per cui un uomo ed una donna non sono tali in virtù delle loro caratteristiche biologiche, ma unicamente sulla base di quanto un soggetto percepisce di sé  stesso (la sua condizione psico-sociale).

Fattori psicologici, modelli sociali e culturali, sistemi educativi etc. possono, ritengono i sostenitori di queste "teorie", influenzare e condizionare la libera percezione del sé. Addirittura, troviamo quotidiani, quali ad esempio "Domani" di Carlo De Benedetti, che contengono editoriali (uno del 19 luglio 2021) per cui il genere, ritenuto (erroneamente) un accidente secondo la filosofia aristotelica, è liquido ("va e viene") a differenza della sostanza che permane.

Alla luce di questa premessa, si riesce persino a titolare che il grande filosofo greco Aristotele (384 a.C. - 322 a.C.) avrebbe pure votato il disegno di legge "Zan". Ora, non è questa la sede per smentire punto su punto le "ricostruzioni fantasiose" di "Domani", ma va ricordato che, nel caso specifico, il genere maschile o femminile non è affatto un accidente nel senso utilizzato dal fondatore del "Liceo", bensì una parte immanente alla sostanza senza la quale si assisterebbe all'eliminazione del tutto: dell'ente uomo e dell'ente donna. Gli accidenti, è bene non dimenticarlo, esistono solo se cadono o giacciono in una sostanza e vanno sempre considerati come proprietà  della sostanza (il verde dell'albero, il suo muoversi a causa del vento etc.).

In una sostanza sensibile, come una donna o un uomo, è il concetto di forma (ciò che rende l'uomo un uomo e la donna una donna), secondo Aristotele, il solo idoneo ad unificare la materia, ma a condizione che questa abbia una certa predisposizione ad essere unificata, cioè se sia capace di aprirsi all'azione unificatrice della forma. Nell'uomo e nella donna, l' "ὑποκείμενον" (ciò che sta sotto, o meglio il loro fondamento ontologico, il "composto di materia e forma" per utilizzare un'espressione tratta dal VII libro della "Metafisica") non ci dice solo che sono, ma che sono determinati in un certo modo: appunto come uomo e come donna.

É, infatti, la forma dell'uomo e della donna in grado, rispettivamente, di raccogliere ed unificare in vista di un fine, di un τέλος, una molteplicità di elementi (nel nostro caso somatici). Questo significa, allora, che la forma dell'ente donna non potrà mai unificare una molteplicità di elementi appartenenti all'ente uomo e viceversa.

Il "gender", allora, è un'ideologia che contraddice quanto la retta ragione ci dimostra in modo evidente. La percezione su cui si fonda non è il reale, ma una rappresentazione che, potendo assumere qualunque contenuto, si presta alle ricostruzioni più assurde e fantasiose, celate dietro la richiesta di "nuovi diritti".

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(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
 
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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