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Claudia Belli al Premio Luciano Serra. “L’emozione di essere finalista al prestigioso Premio Letterario” In evidenza

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Reggio Emilia, 5 marzo 2024 - Conclusa un’altra edizione del premio dedicato al grande Luciano Serra, ex partigiano, scrittore, autore di brani indimenticabili e compagno di Ezio Comparoni, al secolo Silvio D’Arzo, il quale susciterà grande passione in lui tanto da diventare un suo studioso. Oltre che compagno universitario di Silvio D’Arzo, fu compagno di liceo e universitario anche di Pier Paolo Pasolini, che conobbe a Bologna ai tempi degli studi.

Fu suo amico e confidente e la sua voce fu legata da sempre al compagno che lo trattava con grande affetto. Le diverse esperienze di vita li separarono, ma rimasero sempre in contatto epistolare e Pasolini dedicava a Luciano righe malinconiche come queste:

Siamo perduti ognuno nella nostra vita, uno qua e uno là, due corpi che vivono nel fiore di una triste giovinezza. Che gesti fai tu mentre io qui cammino per i campi, o sto presso la stufa, o vado a rosario, o rido tra i visi che tu non conosci? Albe, vespri, sere, meriggi, i miei gesti qua, i tuoi gesti là, lasciati apparire inutilmente giorno per giorno dentro la conca della luce o il silenzio delle notti. Ma adesso quello che più mi addolora è la tua lontananza; in questo momento penso solo alla nostra dolce amicizia interrotta, alla tua compagnia che mi manca, alle confidenze così lunghe e gioiose che ci facevano consumare insieme lunghe ore. […]

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(Finalisti)

Luciano Serra nacque a Reggio Emilia nel 1920 e vi è morto nel 2014, dopo aver immensamente amato la sua terra del quale era studioso e per la quale scrisse anche in dialetto reggiano alcune opere poetiche di pregio. Tanto importante fu la sua presenza nel territorio reggiano e tanto profonda fu la sua voce nel campo letterario che nulla di lui viene dimenticato e alla sua memoria è stato dedicato un importante Premio Letterario che richiama la partecipazione di poeti tra i più raffinati, di varia estrazione culturale ma con un profondo “sentire” condiviso che abbatte confini e pregiudizi, poiché la poesia unisce ogni confine.

In Biblioteca Panizzi, nella Sala del Planisfero, il 2 febbraio 2024 si è conclusa la quarta edizione del Premio Luciano Serra. Vincitore di questa edizione è Michele Meschi con la raccolta “Trittico per dame”. Riporta la Stampa Reggiana: “La giuria rileva l’altissima qualità delle partecipazioni: al secondo posto Cristian Sesena, menzione a Claudia Belli, Andrea Chesi, Stefano Raspini, Alma Saporito e Loredana Villani.”

La manifestazione è organizzata dall’Associazione culturale Ilde e dagli amici dell’Associazione Per D’Arzo con il supporto della Casa Editrice Consulta. Condotta dalla curatrice Elisa Pellacani, dopo il saluto del direttore Alberto Ferraboschi e della dirigente culturale del comune Valentina Galloni, un sentito ricordo di Luciano Serra del prof. Giorgio Vioni e un intercalare meraviglioso del Maestro Claudio Ughetti e degli attori  Veronica Strazzullo e Faustino Stigliani. Per me è stato un pomeriggio intriso di emozioni in compagnia di bella poesia e degli amici che mi hanno accompagnato in questa bellissima avventura. Ringrazio la giuria, Paolo Briganti (presidente), Corrado Gambini, Giulio Iacoli, Elisa Pellacani (segr.), Savino Rabotti, Daniela Rossi, per il giudizio importante che ha dato ai miei versi e del quale riporto integralmente le parole:

Si può dire che “le parole che si scrivono” sono appunto, nella raccolta eponima, quelle che parlano coraggiosamente d’amore, ma certo non banalmente; e che magari ricordano il trasporto di Prévert, e persino certa precisione sensoriale di Sandro Penna. L’uso di anafore, il ritmo e la musicalità tendenziali del verso, le rime cosiddette “facili” (quelle cioè grammaticali) si sommano in un’apprezzabile facilità e felicità retorico-stilistica generale. Segnalabile in particolare: la poesia “Amore cos’è”.

Amare cos’è

Sono nata ieri nella luce opaca

di un mattino di autunno,

con l’aria che gira intorno

e le luci che si confondono con il buio,

settembre rimane il luogo

in cui ti incontro, in cui ti perdo_

sei troppo vicino al mio cuore,

così tanto che il respiro mi manca

e non riesco a stringere il nodo

a quel fazzoletto che deve

ricordare al mondo che ti aspetto_

ti aspetto all’ombra del nostro

modo di guardarci,

del nostro modo di baciarci,

di sentire che nessuno

può sbagliare quanto noi,

ogni volta che non stringiamo le

nostre mani e che non scappiamo via_

amare rimane il punto in cui ci

perdiamo sempre, così pieno di no

e così distante da noi_

sono nata ieri, dopo che i tuoi occhi

si sono posati su di me e il mondo

mi ha insegnato la strada per curare

il mio orgoglio, per soffocarlo e

lasciarmi dietro ogni traccia di errore_

ti aspetto dove il mondo finisce

e cominciamo noi_

 

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(Claudia Belli)

AUTRICE

Claudia Belli, artista residente a Sant’Ilario d’Enza (RE) è pittrice e poetessa, arti diverse tra le quali si divide con la stessa passione e la stessa professionalità, seguendo la propria ispirazione. Ha esposto a Parma, Roma, Napoli, Barcellona, Reggio Emilia, Sant’Ilario d’Enza e in altre città, partecipando a numerosi eventi ed organizzando ella stessa eventi culturali ed artistici. Le sue poesie e le sue fiabe sono state pubblicate in diverse antologie che raccolgono versi dei più promettenti autori italiani.

Claudia Belli, è abile organizzatrice di eventi artistici ai quali affianca con naturalezza altre arti come il disegno, il mosaico, il disegno, la pittura, la fotografia, la poesia, la musica e perfino l’opera lirica, chiamando attorno a sé grandi esponenti di ogni singola arte, ottenendo sempre gran successo di pubblico. Da alcuni anni fa parte della redazione del Gazzettino Santilariese, per il quale cura anche la rubrica di poesia Parole e dintorni e la rubrica Leggiamo l’arte. Hanno scritto di lei alcuni critici, tra loro riportiamo un pensiero del giornalista culturale Paolo Borgognone: “Claudia Belli crea immagini altrettanto efficaci sia con i pennelli, sia con i suoi versi, suscitando emozioni paragonabili a quelle che i registi più visionari e poetici sanno risvegliare con il loro cinema”.