Lunedì, 11 Dicembre 2023 12:34

Fidenza: ancora un successo al Magnani con il Don Pasquale di Donizetti In evidenza

Scritto da Francesca Caggiati
Fidenza: ancora un successo al Magnani con il Don Pasquale di Donizetti Ph. credits immagine di copertina Umberto De Salvo

La stagione lirico concertistica borghigiana è entrata nel vivo con un'opera che ha divertito e ottenuto numerosi applausi dal pubblico

Il Teatro Magnani di Fidenza è sempre più di richiamo per gli amanti del bel canto e in questa nuova stagione lirico concertistica - arrivata al suo terzo appuntamento - con il Don Pasquale di Gaetano Donizetti entra nel vivo del cartellone, in programma fino al 2 marzo prossimo con ancora tanti appuntamenti, tra cui i pomeriggi musicali al Ridotto.

Una stagione realizzata grazie al Gruppo Promozione Musicale “Tullio Marchetti” presieduto da Antonio Delnevo, con la collaborazione e i contributi del Comune di Fidenza, della Fondazione Cariparma e il sostegno di diversi imprenditori locali.

In questo Don Pasquale, al fianco di attori affermati e di riconosciuto valore, troviamo un giovane baritono molto promettente anche come attore – il ventiduenne parmigiano Giulio Riccò - nei panni del dottor Malatesta, il deux ex machina di tutta l'opera. Colui che combina il matrimonio tra Don Pasquale, interpretato dal conosciuto e stimato Romano Franceschetto – che all'attività artistica unisce quella di docente di canto al Conservatorio Arrigo Boito di Parma - e Norina - interpretata dal soprano Scilla Cristiano – che ad una bella voce unisce il talento per la recitazione e da sola riempie il palcoscenico - lasciata dal suo vero amore, nonché nipote di Don Pasquale, Ernesto - recitato per sostituzione dal tenore Stefano Sorrentino – e che decide di sposare Don Pasquale per ambire ad una posizione sociale ed economica più favorevole, fingendosi una illibata giovane uscita dal convento, grazie sempre alla regia del dottor Malatesta - che la fa passare per sua sorella Sofronia - e alla complicità del basso Giulio Alessandro Bocchi, che dà voce al finto notaro, in realtà cugino di Malatesta.

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Scilla Cristiano nei panni di Norina e Sofronia

Ph. credits Maurizio Domolato

Don Pasquale, dapprima invaghito della bella e remissiva Norina, si trova inguaiato in un matrimonio in cui ha ceduto metà dei suoi beni alla moglie, che una volta sposati cambia completamente comportamento e inizia a dilapidare le ricchezze di famiglia, sbeffeggiando il povero Don Pasquale e facendogli credere di avere anche un amante.

In realtà è tutta una messa in scena, sempre architettata dall'abile dottor Malatesta, che permette il ritorno di Ernesto e l'unione con Norina con la benedizione dello stesso Don Pasquale.

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A sx Giulio Riccò nei panni del dottor Malatesta e Romano Franceschetto nei panni di Don Pasquale a dx

Ph. credits Maurizio Domolato

Un'opera buffa in tre atti fatta di intrighi, sotterfugi, relazioni amorose e macchinazioni, che Gaetano Donizzetti ha scritto insieme a Giovanni Ruffini alla fine del 1842, messa in scena per la prima volta il 3 gennaio 1843 al Teatro della Commedia Italiana di Parigi, un piccolo gioiello da 100 posti dedicato agli autori italiani classici e contemporanei.

Il Magnani - anch'esso teatro di rara bellezza con pianta a ferro di cavallo, tre ordini di palchi e una galleria panoramica per un totale di 430 posti - è nato dalle ceneri di un'antica chiesa dedicata a San Francesco, un tempo facente parte di un convento, poi chiuso e abbattuto per un decreto firmato da Napoleone.

Fu il fidentino Girolamo Magnani, affiancato da Giuseppe Giacopelli e Francesco Spada, a volerne la rinascita e a decorare gli interni del teatro, inaugurato ufficialmente il 26 ottobre del 1861, con l'opera lirica Il Trovatore di Giuseppe Verdi e le scenografie dello stesso Magnani.

In questo Don Pasquale costumi e scene sono di Artemio Cabassi, stilista molto conosciuto e apprezzato, che inizia la sua lunga carriera disegnando gli abiti per le più prestigiose case di moda italiane e spagnole. Approdato al teatro negli anni '80, è stato al fianco di Luciano Pavarotti nella Bohème in veste di costumista e scenografo, ha collaborato con i migliori registi teatrali, vestito Katia Ricciarelli, Leo Nucci, Fiorenza Cedolins, Giuseppe Sabbatini, Sonia Ganassi, Daniela Dessì, Renato Bruson e tuttora cura la regia, le scene e i costumi di tantissime produzioni in Italia e all’estero.

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Ph. credits Maurizio Domolato

A dirigere piacevolmente l'Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane il Maestro concertatore e Direttore reggiano Stefano Giaroli, conosciuto e considerato grazie alla sua lunga carriera iniziata come brillante pianista solista e successivamente come direttore, prima di coro e poi d'orchestra, che lo ha portato a dirigere importanti opere lungo tutta la penisola e in mezza Europa, con quell'affabilità ed empatia che hanno raggiunto subito il pubblico, il quale gli ha riconosciuto numerosi applausi.

Regia e luci sono stati invece di Teresa Gargano, che ritorna con questa rappresentazione del Don Pasquale nei teatri italiani, dopo L'Elisir d'amore sempre di Donizetti andato in scena lo scorso anno al Teatro dell'Opera di Tunisi e di cui ha curato anche i costumi. Giovane, bella e con una carriera di regista d'opera iniziata nel 2013 al Teatro Verdi di Pisa, ma con il mondo della lirica nel cuore fin da bambina, prima come ballerina di danza classica e poi come apprezzata cantante soprano.

In più parti protagonista è stato anche il Coro dell'Opera di Parma, diretto dal bresciano Ruben Ferrari, diplomato al conservatorio di Mantova in pianoforte e che successivamente ha conseguito il diploma accademico di Maestro Collaboratore per poi esplorare diversi ambiti della musica classica e moderna fino alla pratica corale.

Ad affiancarlo il Maestro collaboratore Simone Savina, docente di spartito delle opere di Verdi all'Accademia Verdiana del Teatro Regio di Parma fin dalla sua prima edizione del 2016/17, mentre dal 2012 è invitato regolarmente al Macerata Opera Festival come vocal coach di tutte le produzioni della kermesse.

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Il coro e il direttore d'orchestra Stefano Giaroli

Ph. credits Maurizio Domolato 

Un ottimo lavoro di squadra che ha portato ad una apprezzata rappresentazione dell'opera di Donizetti e che mancava sul palco del Magnani da ben 85 anni.

E domenica 17 dicembre il Maestro Giaroli torna al Magnani per dirigere l'operetta in due atti di Jacques Offenbach "Orfeo all'Inferno", sempre del Gruppo Promozione Musicale “Tullio Marchetti”.