Lunedì, 12 Febbraio 2024 06:41

Guerra sul fine vita in Emilia Romagna. In evidenza

Scritto da Francesco Graziano

Le opposizioni annunciano un ricorso al Tar

 

Di Francesco Graziano Bologna, 12 febbraio 2024 - Quarantantadue. Questo è il lasso di tempo preciso che dovrà trascorrere dalla richiesta di eseguire un suicidio medicalmente assistito al trattamento. Con due atti la Regione lo ha stabilito con una delibera ad hoc, passata lunedì scorso, e linee di indirizzo per le Ausl comunicate nel fine settimana di venerdì. In questo modo è stata anticipata la discussione in aula su quella che è stata ribattezzata la proposta di legge Cappato calendarizzata per il tredici febbraio e soprattutto è stata  evitata così una votazione difficile che avrebbe portato a spaccature sulla scia del caso veneto.

Da parte delle opposizioni martedì verrà presentata una risoluzione per un parere da parte dell’Avvocatura dello Stato nel frattempo Forza Italia lavora per un ricorso al TAR.

La bomba è deflagrata venerdì quando da parte della Regione sono state dettate le linee guida precise alle aziende sanitarie sul suicidio medicalmente assistito, scatenando, così, anche l’opposizione della stessa Associazione Luca Coscioni che invece chiede espressamente di discutere il fine vita in aula a Bonaccini.

Nelle parole dell’assessore alla Sanità Raffaele Donini il dispositivo recepisce la sentenza n.242 del 2019 della Corte costituzionale rendendo di fatto “esigibile” il diritto di “persone che versano in condizioni terminali e che presentino sofferenze enormi sul piano fisico e psicologico, ovviamente capaci di intendere e di volere”.

“ Non bisogna avere paura di perdere”, fanno sapere dall’Associazione Luca Coscioni.

“Ciò che noi realizziamo con la proposta di legge è tradotto solo nelle linee di indirizzo alle Asl”- ha detto Marco Cappato – concludendo che “ sarebbe grave se un consiglio regionale non si assumesse la responsabilità di votare la  legge per timore di portare a casa una sconfitta, il problema, quindi, non è la delibera con cui si istituisce il comitato Corec”.

Il rischio sottolineato con forza è che da un punto di vista strettamente giuridico, una norma prescrittiva realizza un diritto alla persona per la persona che è sofferente mentre le linee di indirizzo no.

Contro il Comitato regionale per l’etica nella clinica (il Corec per l’appunto) si scaglia la consigliera Valentina Castaldini di Forza Italia, “in quanto Bonaccini e l’assessore Donini creno un comitato composto da persone scelte da loro per decidere sulla vita dei cittadini”.

Sottolinea la Castaldini, “sulla delibera il centrodestra sarà unito nel presentare una risoluzione avanzando una richiesta di parere dell’Avvocatura dello Stato. La cosa strana – conclude il ragionamento- è la creazione del Corec quando esistono già i comitati etici che devono essere messi nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro mentre Bonaccini e Donini per poter dire di aver tagliato il traguardo per primi hanno combinato un pasticcio”.