Giovedì, 08 Febbraio 2024 07:51

Yemen. Attacchi aerei di Stati Uniti e Regno Unito nella città di Saada In evidenza

Scritto da

Di Flavia De Michetti Roma, 7 febbraio 2024 (Quotidianoweb.it)  - Nelle ultime ore, il CENTCOM - United States Central Command, Comando centrale degli Stati Uniti avrebbe confermato un attacco di “autodifesa” contro due veicoli di superficie esplosivi senza equipaggio (USV) nello Stato dello Yemen da parte delle sue Forze.

“Le Forze Statunitensi hanno identificato gli USV esplosivi nello Yemen – ha spiegato il CENTCOM sulla piattaforma social X (ex Twitter) - e hanno stabilito che rappresentavano una minaccia imminente per le navi della Marina statunitense e per le navi mercantili nella regione”.

Le Forze Statunitensi e Britanniche avrebbero, dunque, effettuato più di una decina di attacchi aerei nello Yemen, prendendo di mira la capitale Sanaa e il porto di Hodeidah, poco dopo che il viceministro degli Esteri del Governo di Sanaa, Hussein al-Azzi, avrebbe sottolineato che “Nessuna entità può risolvere i suoi problemi con lo Yemen con mezzi violenti”.

Nel corso di un intervento a una conferenza stampa, il viceministro al-Azzi avrebbe anche ringraziato tutti i residenti degli Stati Uniti e del Regno Unito che hanno espresso sostegno al popolo yemenita di fronte all'aggressione in corso condotta dai loro Governi contro lo Yemen, lanciando anche un invito ad adoperarsi per rafforzare il sostegno mondiale allo Yemen e a “Respingere le politiche aggressive adottate da America e Gran Bretagna nei confronti della regione. Washington maschera le sue aggressioni con pretesti ingannevoli”.

Inoltre, Yahya Saree, portavoce militare del movimento Houthi dello Yemen dal 2018, avrebbe dichiarato che nei giorni scorsi almeno quarantotto attacchi aerei avrebbero preso di mira località di Sanaa, Hodeidah, Taiz e Saada, oltre ad altre zone del Paese governate da Ansarallah.

Il Comando centrale degli Stati Uniti avrebbe riconosciuto gli attacchi all'interno dello Stato, affermando che “Queste azioni proteggeranno la libertà di navigazione”.

Tuttavia, in precedenza, il CENTCOM avrebbe dichiarato che sarebbero stati effettuati trentasei attacchi su tredici diverse località all’interno dello Yemen, prendendo di mira “Molteplici strutture di stoccaggio sotterranee, comando e controllo, sistemi missilistici, siti di stoccaggio e funzionamento di UAV, radar ed elicotteri”.

Il portavoce Saree avrebbe avvertito che le Forze Armate yemenite si sarebbero vendicate, confermando la posizione yemenita secondo cui “Nessun attacco da parte di Stati Uniti e Regno Unito li dissuaderà dalla loro posizione morale, religiosa e umanitaria in solidarietà con il resistente popolo palestinese di Gaza”.

Le Forze di Ansarallah hanno preso di mira le navi dirette in Israele che passano per Bab-al-Mandab e il Mar Rosso dal mese di novembre, dopo l'offensiva israeliana su Gaza iniziata a ottobre.

L’Unione europea ha dichiarato più volte che non porrà fine agli attacchi contro le navi dirette in Israele fino a quando non cesserà la guerra a Gaza.

Gli Stati Uniti hanno definito queste operazioni come un “Attacco alla libertà di navigazione” e hanno lanciato una coalizione marittima globale, la Operazione Prosperity Guardian (un’operazione militare guidata da una coalizione multinazionale formata il 19 dicembre 2023 per rispondere agli attacchi alle navi nel Mar Rosso) insieme al Regno Unito e ad altri Paesi, affermando anche che gli attacchi allo Yemen sono separati dal lavoro dell'alleanza marittima.

Gli USA, nei giorni scorsi, hanno effettuato diversi attacchi anche in Iraq e Siria, tra cui un bombardamento di obiettivi iracheni, in cui sono state uccise circa diciotto persone, affermando che “Gli attacchi sarebbero stati ripetuti allo scopo di prevenirne altri alle proprie basi nella regione da parte delle Forze di resistenza a sostegno della Palestina”.

Un altro portavoce di Ansarallah, Mohammed Abdulsalam, ha messo in guardia gli Stati Uniti dal compiere attacchi in tutta la regione: “Ciò potrebbe portare a un’ulteriore escalation di rabbia e odio contro gli Stati Uniti e Israele nella regione. Invece di intensificare e aprire un nuovo fronte di guerra nella regione, l'America e la Gran Bretagna dovrebbero ascoltare l'opinione pubblica internazionale, che chiede di fermare immediatamente l'aggressione israeliana, di togliere l'assedio a Gaza e di porre fine alla protezione di Israele a spese del popolo palestinese”.

Infine, la Russia ha chiesto una riunione d'emergenza dell’UNSC - Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere quelli che, dal suo punto di vista, sarebbero i tentativi degli Stati Uniti di trascinare sempre più Paesi della regione nel conflitto, minacciando la pace e la stabilità.

('immagine, presa dal canale Telegram, tramite screenshot, "Lion Udler")