Martedì, 29 Novembre 2016 09:24

Modena, la Ghirlandina si illumina di verde In evidenza

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Mercoledì 30 novembre è la "Giornata mondiale delle città per la vita, città contro la pena di morte". In Galleria Europa, presentazione del premio Sacharov e il docu-film dedicato al medico congolese che ricostruisce le donne vittime di violenza.

Modena, 29 novembre 2016

In occasione della "Giornata mondiale delle città per la vita, città contro la pena di morte", più di 2000 città in tutto il mondo illuminano un proprio monumento in simbolo di opposizione alla pena di morte. A Modena la Ghirlandina si illumina di verde, confermando anche quest'anno la propria partecipazione.

Il 30 novembre è il giorno che ricorda l'anniversario della prima abolizione della pena di morte dall'ordinamento di uno stato europeo, il Granducato di Toscana nel 1786. Proprio per questo è la data simbolo scelta dalla Comunità di Sant'Egidio, con il sostegno dell'Unione europea, per la Giornata Internazionale Cities for Life, "Città per la Vita, Città contro la pena di morte".

Domani pomeriggio, in Galleria Europa alle 18.30 si svolge la presentazione del premio Sacharov promosso dal Parlamento europeo. Interverranno Bruno Marasà, capo dell'Ufficio di Informazione a Milano del Parlamento europeo, l'assessore alle Pari opportunità del Comune di Modena Andrea Bosi e, in collegamento video, l'eurodeputata Cecile Kyenge.

A seguire sarà proiettato il film-documentario "The man who mends women - The wrath of Hippocrates" (L'uomo che ripara le donne - L'ira di Ippocrate) dedicato alla vita e al lavoro di Denis Mukwege, vincitore del Premio Sacharov 2014. Il Premio è una delle maggiori iniziative del Parlamento europeo per la difesa dei diritti umani e viene assegnato a persone che abbiano contribuito in modo eccezionale alla lotta per i diritti umani in tutto il mondo. Il medico congolese Denis Mukwege dedica la vita a ricostruire i corpi e le vite di decine di migliaia di donne e ragazze congolesi, vittime di stupri collettivi e di brutali violenze sessuali nella guerra in atto nella Repubblica democratica del Congo. Nonostante le continue minacce e nonostante egli stesso sia stato vittima di un attentato, ha formato il personale medico e più di una volta ricostruito l'ospedale ginecologico distrutto dai combattenti, dove continua a curare decine di migliaia di donne sostenendole anche psicologicamente.