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Un'interessante occasione formativa per una figura professionale 
tra le più richieste dalle imprese dell'Emilia-Romagna. -

Bologna, 4 settembre 2015 -

L'ICE promuove nel Nord Italia, in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna, due nuovi Master dedicati all'Export Management, con l'obiettivo di formare esperti qualificati nei processi di internazionalizzazione, in grado di assistere le imprese sui mercati esteri.

Si svolgeranno a Bologna, a partire da ottobre 2015 sino a febbraio 2016, due Master gratuiti, uno per giovani laureati e l'altro per professionisti e manager. Oltre a questi corsi, dedicati al Nord Italia, ne partiranno due ad Ancona per il Centro Italia e due a Bari per il Sud.

"Si tratta di un'importante opportunità per giovani, manager ed aziende interessati allo sviluppo di competenze manageriali tra le più richieste nel mondo del lavoro – dichiara Gino Cocchi, Presidente della Commissione Internazionalizzazione di Confindustria Emilia-Romagna –. Le aziende dell'Emilia-Romagna che vogliono operare su scala globale hanno bisogno di figure manageriali specializzate, capaci di elaborare piani e strategie di medio e lungo periodo e capacità di gestire i rischi internazionali. Punteremo, insieme ad ICE, su un approccio multidisciplinare: è necessario infatti confrontarsi con le dinamiche e l'analisi della domanda dei mercati, i rischi collegati alle distanze geografico-culturali, le modalità di entrata sui mercati e di distribuzione dei prodotti, la valutazione degli ostacoli collegati ai dazi, alle barriere, ai rischi politici e del credito dei vari Paesi."

I partecipanti devono avere le seguenti caratteristiche

Giovani laureati: inoccupati con età uguale o inferiore a 32 anni, buona conoscenza della lingua inglese, 40 posti disponibili; professionisti/manager: con almeno 3 anni di esperienza di consulenza o collaborazione a progetti aziendali, 20 posti disponibili.
I Master, che in Emilia-Romagna sono organizzati in collaborazione con Unicredit Spa, prevedono tre mesi di formazione in aula nel periodo ottobre-dicembre 2015 ("full time" per i giovani laureati, "part time" per i professionisti/manager), e successivamente due mesi in stage (gennaio-febbraio 2016) presso imprese, reti tra imprese, società cooperative e consorzi interessati a realizzare "project work" e piani di sviluppo export sui mercati esteri.

La scadenza per presentare la domanda di partecipazione è l'8 settembre per il Master per i professionisti e manager, mentre per il Master per i giovani laureati è il 28 settembre.

Per maggiori informazioni: www.exportraining.ice.it

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

A cinque mesi dall'avvio del servizio gratuito, i documenti hanno superato le 1.300 unità. -

Reggio Emilia, 2 settembre 2015 -

Hanno superato quota 1.300 le fatture elettroniche emesse tramite il servizio gratuito della Camera di Commercio di Reggio Emilia, utilizzato ormai da oltre 400 imprese reggiane.
A cinque mesi dall'introduzione dell'obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni di ricevere fatture solo ed esclusivamente in formato elettronico, è dunque già alto il ricorso alla piattaforma online messa a disposizione gratuitamente dal sistema camerale per agevolare le piccole e medie imprese che hanno rapporti commerciali con la pubblica e media impresa.
La fatturazione elettronica – sottolinea la Camera di Commercio - si configura come uno dei principali cardini all'innovazione per il mondo delle imprese e ha quindi come obiettivo quello di favorire la rapida e completa transizione delle imprese, soprattutto le piccole e medie, verso l'utilizzo delle tecnologie digitali.
La piattaforma per la fatturazione online, nata da un accordo tra Unioncamere e Agenzia per l'Italia digitale e realizzata da InfoCamere, consente alle piccole e medie imprese registrate al portale di gestire senza alcun costo l'intero ciclo di vita delle fatture elettroniche: compilazione, spedizione, gestione e conservazione digitale a norma per dieci anni.
Il servizio relativo alla fatturazione elettronica, così come la firma digitale, la posta elettronica certificata e la business key, sono alcuni degli strumenti che la Camera di Commercio di Reggio Emilia mette a disposizioni di cittadini, imprese e Pubbliche Amministrazioni per generare e tradurre concretamente tutte le semplificazioni amministrative possibili che le imprese chiedono ad una Pubblica Amministrazione moderna e vicino alle esigenze del territorio.
Dal sito internet della Camera di Commercio di Reggio Emilia www.re.camcom.gov.it  è possibile accedere ai numerosi servizi innovativi.

(fonte: dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Industria a Parma: nel primo trimestre dell'anno segnali negativi per produzione, ordini ed esportazioni. Lieve aumento del fatturato. Migliorano le costruzioni e il commercio ma non l'artigianato. -

Parma, 1 settembre 2015 -

Nei primi tre mesi del 2015 la produzione industriale di Parma è diminuita tendenzialmente dello 0,7%, in peggioramento rispetto al trend, già negativo, dei dodici mesi precedenti. Tutti i settori industriali hanno accusato sofferenze, con l'eccezione delle industrie meccaniche-elettriche e mezzi di trasporto che hanno realizzato una crescita, lieve, dello 0,8%. La produzione è calata soprattutto nelle industrie da 10 a 49 dipendenti (-2,0%) mentre quelle più grandi (da 50 a 499 dipendenti) hanno limitato il calo allo 0,3%. In controtendenza le imprese fino a 9 dipendenti dove la produzione è aumentata dello 0,9%.
Risultati migliori per il fatturato iche nel primo trimestre è cresciuto dello 0,3%. Bene le imprese meccaniche-elettriche e mezzi di trasporto (+4,3%) ma anche, diversamente da quanto accaduto per la produzione, le industrie alimentari (+0,8%). Risultati negativi, invece, per le industrie del legno e del mobile (-4,0%), del trattamento metalli (-2,5%) e per le altre industrie manifatturiere tra cui chimica, carta-stampa-editoria e ceramica (-5,4%).
Battuta d'arresto per le esportazioni. La flessione tendenziale del fatturato estero provinciale è stata dello 0,7%, lieve ma comunque in controtendenza rispetto al trend positivo dei dodici mesi precedenti (+3,7%). Bene invece la Regione Emilia-Romagna dove le esportazioni hanno registrato una crescita tendenziale del 2,5%. Diminuiscono le esportazioni le industrie alimentari, -1,5%, e quelle del trattamento metalli, -5,1%. Andamento positivo per l'industria del legno, +2,5%, e per quelle meccaniche-elettriche e mezzi di trasporto (+2,3%).
Anche gli ordini dall'estero sono scesi dopo due anni di continua crescita, -0,3%. Quasi tutti i settori che esportano hanno accusato diminuzioni degli ordini esteri ad eccezione delle industrie alimentari e del legno e mobile dove la domanda è cresciuta più del 2%.

ARTIGIANATO MANIFATTURIERO
Il primo trimestre 2015 si è chiuso con un bilancio ancora negativo per produzione, fatturato, ordini ed esportazioni. La produzione è diminuita dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il fatturato ha replicato l'andamento in flessione della produzione (-1,6%) e anche le esportazioni hanno registrato una brusca frenata con un calo del 6,0%, in controtendenza rispetto ai dati tendenziali positivi del 2014 (+2,2%). Negativi anche gli ordini totali con una flessione del 2,5%.

COSTRUZIONI
Finalmente positivi i dati del settore edile, in ripresa dopo un lungo periodo di pesanti cali dell'attività: tra gennaio e marzo il volume d'affari è aumentato del 5,1%, in controtendenza rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-6,4%). Stesso andamento in Regione dove però la crescita è stata più lieve (+2,1%).

COMMERCIO AL DETTAGLIO
Bene anche il commercio al dettaglio: nel primo trimestre è ripresa la domanda interna e le vendite sono salite del 4% rispetto allo stesso periodo del 2014. Questa decisa svolta interrompe una recessione che aveva condotto a 7 anni di contrazione delle vendite. L'incremento maggiore riguarda i prodotti non alimentari, +4,4%, ma anche quelli alimentari sono cresciuti del 3%. Decisamente bene le vendite dei prodotti per casa ed elettrodomestici, +7,2%, mentre per abbigliamento e accessori la crescita si ferma al +3,6%. Svolta positiva anche per le vendite al dettaglio degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini che, con una variazione tendenziale del +4,1%, interrompono un trend negativo cominciato nell'estate 2012. I buoni risultati riguardano anche gli esercizi di piccole dimensioni, fino a 5 dipendenti, che mettono a segno un incremento delle vendite del 4.9%.

SISTEMA IMPRENDITORIALE PARMENSE: CONSISTENZA DELLE IMPRESE AL 30 GIUGNO 2015

Nel secondo trimestre 2015 sono nate 651 imprese e ne sono cessate 397. Il saldo positivo di 254 unità ha determinato un tasso di crescita imprenditoriale pari al +0,6%, superiore, sia pure di poco, a quello del secondo trimestre 2014 (+0,3%). Dopo il forte calo registrato a inizio anno il saldo iscrizioni/cessazioni, come solitamente accade, è ritornato positivo, senza però recuperare il calo accusato nei primi tre mesi dell'anno: la consistenza delle imprese al 30 giugno 2015 è infatti inferiore a quella di un anno fa di 248 unità.
Complessivamente, al 30 giugno, le imprese registrate alla Camera di Commercio di Parma sono 46.194, di cui 41.406 attive. Rispetto al primo trimestre dell'anno la loro consistenza è aumentata di 196 unità.

LE FORME GIURIDICHE

Tra aprile e giugno 2015 si sono iscritte al Registro Imprese 182 società di capitale, 52 società di persone, 398 imprese individuali e 19 imprese costituite in "altre forme". Sono invece cessate 54 società di capitale, 31 società di persone, 304 imprese individuali e 8 imprese costituite in "altre forme".
Le società di capitale, il cui peso sullo stock complessivo è pari al 26,4% con 12.189 imprese iscritte, hanno registrato un tasso di crescita ampiamente positivo (+1,1%, generato da una prevalenza delle iscrizioni sulle cessazioni pari a 128 unità). Le società di persone, il cui peso sullo stock complessivo è pari al 19,0% con 8.779 imprese iscritte, hanno messo a punto un tasso di crescita dello 0,2%, generato da un saldo positivo di 21 unità. La crescita delle imprese individuali è stata superiore rispetto a quella del secondo trimestre 2014 (+0,4%, pari a 96 imprese in più). Le imprese individuali, con 23.876 unità, rappresentano il 51,7% del totale provinciale.

I SETTORI DI ATTIVITA'

Nel secondo trimestre 2015 i settori numericamente più rilevanti a livello provinciale hanno avuto nel complesso un andamento positivo. I risultati migliori, in termini assoluti sono stati raggiunti dai settori delle attività di servizi di alloggio e ristorazione, del commercio e dell'agricoltura. L'aumento dello stock è stato rispettivamente pari a 32 per alberghi e ristorazione, 26 unità per le attività commerciali, 21 unità per l'agricoltura e 12 per le attività immobiliari. A seguire i settori delle attività manifatturiere e costruzioni che rimangono sostanzialmente stabili (+3 e -1 unità).

(fonte: ufficio stampa Camera di Commercio Parma)

Nell'interrogazione rivolta alla Giunta, la consigliera afferma che "le numerose crisi aziendali, che colpiscono segmenti chiave del manifatturiero emiliano-romagnolo, testimoniano purtroppo il perdurare di una crisi che continua a gravare sull'economia e sull'occupazione regionale". -

Bologna, 31 agosto 2015 -

"Rivedere le politiche in materia di lavoro" alla luce dei dati Inps dei primi sei mesi del 2015, da cui emerge che l'Emilia-Romagna, seppure aumentino i contratti a tempo indeterminato, è lontana da aver superato la crisi.
E, inoltre,"intervenire con politiche mirate per dare impulso alla crescita di imprese giovanili sul territorio regionale" e "attivare un piano diretto alla valorizzazione delle competenze dei lavoratori adulti espulsi e a forme di impegno condiviso, a livello territoriale, per il loro rientro al lavoro".

Sono queste alcune delle richieste rivolte alla Giunta regionale dalla consigliera Giulia Gibertoni (M5s), che, in un'interrogazione, afferma come i dati rivelino "l'inefficacia delle costosissime politiche di sostegno attuate dalla Regione per le imprese interessate, drenando per anni fondi europei, regionali e statali, senza centrare l'obiettivo di salvataggio delle aziende e dei posti di lavoro".

La consigliera sollecita quindi il governo regionale a richiedere, in particolare nella Conferenza Stato-Regioni, la revisione delle politiche per il lavoro che poggiano su azioni dirette a salvaguardare i servizi esistenti (Garanzia giovani) o sulla convinzione che il lavoro si crei con nuove norme (Jobs Act) per indirizzare queste politiche su strategie di investimento e di riqualificazione dei servizi.

La Giunta dovrà anche richiedere, nelle sedi di confronto fra Regioni, "l'adozione di strumenti condivisi, trasparenti, chiari e non mendaci per la misurazione dei fenomeni in corso nel campo dell'occupazione, evitando le clamorose smentite del ministero".

Gibertoni, infine, invita l'esecutivo regionale a sostenere il progetto di legge del M5s 'Misure regionali denominate Reddito di Cittadinanza', finalizzato a "promuovere reinserimenti lavorativi, nuova occupazione e sostegno economico a chi è in difficoltà".

Nel testo, la consigliera sostiene che "la scommessa del Presidente della Regione di creare 120.000 posti di lavoro in cinque anni, con un abbassamento al 4,5% della disoccupazione (oggi all'9%), sembra lontana dalla sua realizzazione" e che dai dati emergerebbe come la tendenza in regione a una contrazione sia delle imprese giovanili che delle altre sia "più pesante di quella nazionale".

"Le numerose crisi aziendali che colpiscono segmenti chiavi del manifatturiero emiliano-romagnolo, sono purtroppo una testimonianza- afferma- del perdurare di una crisi che continua a gravare sull'economia e l'occupazione regionale, segnata da difficoltà strutturali anche nel comparto agricolo ed in quello turistico" e che gli strumenti messi in campo, come il Patto per il lavoro, recentemente siglato, o come le ultime leggi regionali di riordino o sulle persone con fragilità e vulnerabilità, non concorreranno a superare.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa )

(cr)

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Lunedì, 31 Agosto 2015 13:17

Gli stranieri spingono l'impresa

Al 30 giugno le imprese attive straniere raggiungono quota 44.054 (il 10,7 per cento del totale). In un anno, aumentano di 1.160 unità, +2,7 per cento. -

Reggio Emilia, 31 agosto 2015 - in allegato scaricabile il documento con le tabelle -

Sono 44.054 le imprese straniere, aumentano di 1.160 unità in un anno (+2,7 per cento). La crescita nazionale è però più rapida (+5,3 per cento). Frena l'aumento delle ditte individuali (+714 unità), ma volano le società di capitale (+15,9 per cento). Crescono i servizi (+1.104 imprese, +5,3 per cento). Lievi incrementi per agricoltura e costruzioni; minimo calo nell'industria.
Prosegue in Emilia-Romagna la crescita della base imprenditoriale straniera, seppur più lenta rispetto a quanto avviene a livello nazionale.
Al 30 giugno le imprese attive straniere raggiungono quota 44.054 (il 10,7 per cento del totale). In un anno, aumentano di 1.160 unità, +2,7 per cento. Gli effetti della crisi economica contengono la loro tendenza a crescere, ma riducono dell'1,3 per cento l'insieme delle altre imprese regionali. In Italia l'aumento è ancora una volta più rapido (+5,3 per cento) e le straniere si avvicinano a quota 488 mila, il 9,5 per cento del totale, a fronte di una diminuzione dello 0,8 per cento delle altre imprese. Questi sono i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio (fonte InfoCamere) elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
Le imprese straniere aumentano in tutte le regioni italiane. La crescita è stata più rapida in Campania (+12,9 per cento) e nel Lazio (+7,7 per cento). L'Emilia-Romagna con il +2,7 per cento è quattordicesima, superata da Lombardia (+5,8 per cento) e Veneto (+4,7 per cento).

La forma giuridica

La componente più cospicua è data innanzitutto dalle ditte individuali (+714 unità, +2,0 per cento), nonostante gli effetti della crisi ne contengano l'aumento. Esse costituiscono l'83,8 per cento delle imprese straniere. Sempre più risulta determinante la rapida crescita delle società di capitale (+436 unità, +15,9 per cento), sostenuta dall'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata. Questa ha contribuito alla lieve riduzione delle società di persone (-0,2 per cento). Aumentano anche le cooperative e i consorzi (+2,7 per cento).

Settori di attività economica

La tendenza positiva origina sostanzialmente dai servizi (+1.104 imprese, +5,3 per cento). In particolare, l'incremento è determinato soprattutto dall'aumento delle imprese del commercio (+365 unità, +3,4 per cento), nonostante la debolezza dei consumi, e di quelle dei servizi di alloggio e ristorazione (+233 unità, +6,4 per cento), per la quasi totalità realizzato dalla ristorazione. L'aumento è rilevante anche per le imprese delle altre attività di servizi (+13,1 per cento, +170 unità), trainate dai servizi per la persona (+14,4 per cento). Variazioni minime negli altri macro settori, in aumento per agricoltura e costruzioni, lieve in diminuzione nell'industria.

(Fonte: ufficio stampa CCIAA RE)

Venerdì, 28 Agosto 2015 11:00

Il sogno londinese.


A Londra per cercare fortuna. +37% gli italiani che emigrano in Inghilterra per lavorare. Se l'economia tira, tira anche il mercato del lavoro. Sono saliti a 57.000 i connazionali iscritti alla previdenza contro i 42.000 precedenti.

di LGC Parma 28 agosto 2015 -
A riprova del teorema che quando l'economia tira genera occupazione, è quanto sta accadendo nel Regno Unito. nel Paese di Sua Maestà la Regina Elisabetta gli ingressi sono ben superiori al massimo obiettivo che si era concesso il primo ministro britannico. Quella soglia di 100.000 inressi che non si sarebbe dovuta superare annualmente. 

Una medaglia a due facce ovviamente per un'economia dinamica che diventa attrattiva per tutti, non solo per i ben noti benefici fiscali. Da un lato, vi sono i noti problemi di immigrazione clandestina, giunta addirittura a bloccare il traffico veicolare sotto la manica (circa 25.000 i richiedenti asilo), e dall'altra una crescente immigrazione di giovani talenti richiamati sull'isola dalla disponibilità di posti di lavoro specializzati di cui le imprese inglesi hanno sempre più fame.

Al fenomeno sono coinvolti anche gli italiani che nell'ultimo anno, fino a marzo, sono incrementati del 37% e attualmente sono 57.000 quelli registrati all'ufficio di previdenza contro i 42.000 precedenti. Nel complesso quindi sono 330.000, 94.000 in più del periodo precedente, i nuovi immigrati e di questi, come riporta "IlFattoQuotidiano.it", il 61% parte con la sicurezza dell'occupazione.

 

Pubblicato in Lavoro Emilia

Il Coworking come incubatore di start up. Grazie alla condivisione delle postazioni e alla contaminazione di idee nasce Particles, start up reggiana di servizi internet e sicurezza informatica. 

A quasi un anno dalla sua apertura, il primo spazio coworking di Reggio Emilia nato da un progetto di CNA Reggio Emilia ha già dato i primi frutti come incubatore di start up e facilitatore nella creazione di network professionali.

Fabio Ferrari, giovane coworker reggiano, ha dato vita a Particles (www.particles.io), una start up che offre servizi internet alle imprese, dai domini ai servizi in cloud e di sicurezza informatica. "Grazie allo spazio coworking di CNA ho avuto modo di avviare la mia attività senza sostenere costi elevati di partenza. Prima della sua apertura il mio progetto imprenditoriale era in una fase embrionale e a Reggio mancava uno spazio adeguato per svilupparlo. Poi la svolta. Avendo avviato una start up da solo e avvalendomi di collaboratori esterni un ufficio sarebbe stato sovradimensionato. Le postazioni coworking sono una nuova realtà che consentono di fare un percorso indipendente e di poter invitare i propri collaboratori all'interno di uno spazio condiviso".

Con le sue 10 postazioni di lavoro in Largo Giambellino presso il Centro direzionale Il Volo aperte 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, lo spazio COWOCNA, uno dei 118 accreditati nella rete Cowo® sparsi in 67 città italiane, fornisce a professionisti, free lance e imprenditori tutti gli strumenti necessari per far decollare la propria attività, grazie alla condivisione di postazioni di lavoro a prezzi contenuti e locali attrezzati con WiFi, banda larga, dehor, stampanti, sale riunioni, aree ristoro e tutto quello che serve per il "professionista dell'era digitale".

Secondo Fabio Ferrari, coworking è lavorare insieme condividendo spazi e mezzi. Ma non solo. E' un nuovo modo di lavorare collaborando. I coworkers possono scambiarsi servizi. Possono condividere i contatti: l'ingresso in un coworking amplifica istantaneamente il bacino di potenziali clienti. Al suo interno si possono trovare professioni in grado di sviluppare proposte e progetti comuni. I coworking possono diventare spazi per eventi, dove incontrare potenziali clienti e mostrare il proprio lavoro in maniera davvero social.

"È quello che mi è successo – aggiunge il coworker reggiano - collaborando nell'organizzazione di due eventi presso lo spazio cowo di CNA: in questo modo ho conosciuto i ragazzi di B2 Studio, un'agenzia creativa che si occupa dello sviluppo di siti web. Sono stato io stesso ad invitarli a far parte della rete COWO di CNA e grazie alla condivisione dello stesso spazio abbiamo elaborato dei progetti in ambito web sfruttando le nostre diverse competenze: io ho fornito i servizi e loro le conoscenze di web designers consegnando al cliente un prodotto completo".

CNA Reggio Emilia, sempre attenta alle evoluzioni del sistema imprenditoriale e a soddisfare le esigenze degli imprenditori, crede fortemente nel progetto coworking come una nuova modalità di fare impresa, più dinamica e flessibile, sempre più integrata nel mercato globale.

Questa è la vera rivoluzione del coworking: entrare a far parte di una community allargata nella quale si dialoga e si scambiano esperienze di vita e professionali. La relazione viene prima del business e si instaurano rapporti collaborativi e non competitivi. Tutti possono trarre giovamento dalle competenze trasversali degli altri coworkers, arricchendo costantemente le proprie conoscenze e trovando nuove opportunità di crescita per la propria attività.

Per maggiori informazioni e per prenotare le postazioni Rif. Stefano Pavani, Responsabile del progetto COWOCNA, Tel: 348/64.00.793 Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

CNA RE eventi cowocna

I giovani reggiani scommettono sempre più decisamente su se stessi per cercare di superare l'impasse occupazionale e realizzare progetti d'impresa.

In provincia di Reggio Emilia, infatti, nei primi sei mesi del 2015 sono nate ben 644 imprese guidate da "under 35", vale a dire una ogni tre nuove iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Reggio Emilia.

Delle 2.131 iscrizioni effettuate complessivamente fra gennaio e giugno di quest'anno, il 30% riguarda proprio imprese giovanili, e nonostante 312 chiusure rilevate nel semestre, il saldo iscritte-cessate, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi camerale, è stato positivo (+332) portando così a 5.271 le imprese gestite da giovani.

In genere si tratta di imprese di piccolissima dimensione, visto che il 60% ha un unico addetto e un altro 20% si colloca nella classe da 2 a 5 addetti. Le dimensioni e la forma giuridica (nel 78,2% dei casi si tratta di ditte individuali), evidenziano ancora la prevalenza di imprese poco strutturate, anche se vi sono alcuni importanti cambiamenti in atto.

Negli ultimi anni, infatti, si assiste ad una aumento del peso delle società di capitale costituite da "under 35" (attualmente 671), che è passato dal 9,9% del giugno 2013 al 10,8% del 2014 e poi al 12,7% di quest'anno.

In flessione, invece, le società di persone (passate in un anno dall'8,2% al 7,6% del totale), mentre sono pressoché stazionarie le altre forme giuridiche: cooperative (1%), consorzi (0,2%) e altre forme (0,3%).

CCIAA Imprese RE Giovani

Sul piano della ripartizione settoriale, è il terziario il comparto sul quale i giovani hanno scelto di puntare. In un anno sono aumentate del 5% (passando da 418 a 439) le imprese giovanili attive nei servizi di alloggio e ristorazione, sono salite del 13,3% (raggiungendo le 299 unità) quelle presenti nel campo dei servizi alla persona e sono cresciute del 6,7% (arrivando a 716 unità) le aziende che si occupano di servizi alle imprese, con particolare riguardo alle attività ausiliarie dei servizi finanziari; professionali, scientifiche e tecniche; di supporto per le funzioni d'ufficio; produzione di software e consulenza informatica, pubblicità e ricerche di mercato, servizi per edifici e paesaggio.
Molto consistente, anche se in calo del 7,6%, la presenze di imprese giovanili nelle costruzioni, settore nel quale operano quasi 2.000 aziende "under 35" (il 37,1% del totale), mentre solo il 9,6% dei giovani ha deciso di investire nel settore manifatturiero (508 imprese in totale) e il 3,6% in agricoltura (191 unità).

RE ripartizione giovani imprese

(Fonte CCIAA RE)

Sono state 3.696 le domande on line di stabilizzazione presentate in Emilia-Romagna dai precari che dovrebbero rientrare nella fase B e C del piano di assunzioni contenuto nella legge 107/2015.

Lo comunica la Cisl Scuola Emilia Centrale, secondo la quale il governo ha posto grande enfasi sui numeri, ma ha dovuto ammettere che un 20 per cento circa non ha presentato domanda di immissione in ruolo, pur appartenendo alla platea degli aventi diritto. «A parte il fatto che noi stimiamo che coloro che non hanno presentato domanda siano intorno al 30 per cento degli aventi diritto, la causa risiede nel sistema di assegnazione della provincia di titolarità, il quale è praticamente un "salto nel buio" per molti che non possono trasferirsi lontano dalla famiglia – afferma Monica Barbolini, segretaria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale – In queste settimane centinaia di persone hanno affollato le nostre sedi territoriali di Modena e Reggio Emilia chiedendo assistenza e consigli, spesso per decifrare istruzioni poco chiare, criteri improvvisati o cambiati in itinere, in un piano di assunzioni destinato a creare, per come è stato impostato e gestito, più problemi di quanti ne avrebbe dovuto e potuto risolvere. Abbiamo chiesto per mesi di essere ascoltati, di poter discutere le nostre proposte, sostenute da una reale conoscenza dei problemi della scuola e di chi ci lavora. Abbiamo insistito affinché si partisse da un serio rilevamento del fabbisogno di organico, cui far seguire l'indicazione di criteri e modalità di gestione del piano di assunzioni. Si è voluto fare l'esatto contrario, mettendo in piedi una procedura farraginosa, forzando le scelte di persone che oggi si vedono costrette ad affrontare il rischio di una mobilità territoriale insostenibile e assurda».

Secondo Barbolini le modalità di questo piano, oltre a non dare risposta alle legittime attese di tanti precari esclusi dalle procedure di assunzione, sembrano fatte apposta per alimentare un nuovo contenzioso causato dalle lacune e contraddizioni contenute nelle disposizioni ministeriali. Per la Cisl Scuola Emilia Centrale molte persone vivono con disperazione l'ipotesi di dover lasciare la famiglia per accettare una nomina in una qualunque provincia.

«Non è, come vergognosamente è stato detto, la pretesa di avere il lavoro sotto casa. Da sempre chi può va a cercare il lavoro dove c'è, come dimostra ampiamente la storia del precariato scolastico – sottolinea Barbolini - È il governo a mettere tante persone nella condizione di compiere una scelta dolorosa».

La Cisl Scuola aggiunge che la legge 107/2015 in molte parti confligge con i principi costituzionali e le disposizioni normative e contrattuali, in quanto lede la libertà di insegnamento, crea un'autorità salariale nella figura di una sola persona (caso unico nei rapporti di lavoro pubblici), introduce meccanismi di valutazione individuale a cui conseguono premi in denaro che, in quanto elementi di natura salariale, devono essere disciplinati in sede contrattuale. «A breve impugneremo davanti al giudice le parti della legge che riteniamo incostituzionali. Nel frattempo – conclude Monica Barbolini, segretaria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale - chiediamo con forza di rinnovare il contratto nazionale, come sollecitato anche dalla Corte Costituzionale».

(Fonte Cisl Scuola) 

Pubblicato in Scuola Emilia
Domenica, 23 Agosto 2015 10:36

Morire di fatica per 27 euro al giorno

Martina, il caporalato è come la mafia. Sarebbe meglio dire che il caporalato è strumento della mafia e lo è sempre stato. 14 morti (l'ultima una 39enne, deceduta il 21 agosto con disturbi cardiaci e con estrema necessità di lavorare) in questa torrida estate del 2015 sono un segnale inquietante della diffusione del fenomeno

Parma 23 agosto 2015 - Che le condizioni lavorative in agricoltura e in particolar modo al sud sono, siano estremamente dure e spesso disumane, mai come quest'anno, alla luce del sole.

Non è raro, anzi è frequentissimo, osservare ai margini delle strade del Sud nuvole multicolori di braccianti con la faccia a pochi centimetri dalla terra a raccogliere, ad esempio, i pomidoro.
In quelle terre l'automazione della raccolta non si è ancora diffusa ma quel che sgomenta è che anche le operazioni di trapianto delle piantine avviene manualmente.

Un'assurdità che un prodotto ideato per la macchina trapiantatrice venga invece deposto nel terreno per mezzo di un succhiello solidale al corpo di un un uomo o una donna, di nazionalità italiana o straniera senza alcuna distinzione razziale ma accomunati dalla estrema necessità di racimolare quei maledetti e sudati, è il caso di dirlo, 3 euro o poco più all'ora.

Schiavi della miseria e martiri del lavoro che riempiranno le pagine dei giornali ancora per qualche giorno e poi andranno nel dimenticatoio e nessuno si preoccuperà di loro e dei sopravvissuti ustionati dal sole e feriti dal lavoro nel corpo e nell'anima..

Dubito che gli ispettori INPS e INAIL, del Mipaaf o di altra struttura statale abbiano insistentemente tenuto sotto pressione gli imprenditori agricoli sfruttatori del sud.

Se così fosse stato oggi non si conterebbero tanti morti e tanti soggetti sfruttati che stando a una indagine della Flai Cgil conta che ogni anno siano 400 mila in tutta Italia i lavoratori schiavizzati.

Meglio tardi che mai.

C'è da augurarsi che le dichiarazioni rilasciate a caldo dal Ministro Martina a La Repubblica circa la necessità di un inasprimento delle pene contro il caporalato vengano messe in atto con urgenza. "È necessaria una riflessione: spesso le norme che sanzionano il caporalato sono di difficile applicazione".

Difficili ma non impossibili, perciò suvvia Ministro, metta in agenda quanto dichiarato lo scorso 7 agosto e coinvolga rapidamente la cla Cabina di regia della "Rete del Lavoro agricolo di qualità". Con la Rete, introdotta con il provvedimento Campolibero e operativa da febbraio, per la prima volta in Italia si è creato un coordinamento per il contrasto dello sfruttamento nel lavoro agricolo, avviato un percorso di semplificazione e istituita una certificazione delle aziende agricole in regola, aumentando i controlli su quelle non iscritte alla Rete stessa. Della cabina di regia, presieduta dall'Inps, fanno parte le organizzazioni sindacali, le organizzazioni professionali agricole, insieme ai rappresentanti dei Ministeri delle Politiche agricole, del Lavoro e dell'Economia e della Conferenza delle Regioni.

Una raccomandazione: che il tavolo di lavoro individui le azioni e soprattutto che le metta in campo con celerità.

La vita e la dignità umana sono sacri.

raccolta meccanica del pomodoro

Pubblicato in Agroalimentare Emilia