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Parma, 20 agosto 2016 – Sono a buon punto i lavori di sfalcio e pulizia delle zone ripariali del torrente Parma, nel tratto urbano del corso d'acqua. Gli interventi sono il frutto della sinergia di azione tra Aipo - Agenzia Interregionale per il fiume Po, competente in materia di sicurezza idraulica, Comune di Parma-Assessorato all'ambiente; Iren e associazioni ambientaliste. Fino ad oggi gli incaricati Iren hanno impiegato circa 100 ore di lavoro ed hanno raccolto 20 metri cubi di rifiuti tra ingombranti, lattine, bottiglie di plastica e indifferenziato.

E' importante, pertanto, che tutti facciano la loro parte evitando comportamenti scorretti in tema di abbandono di rifiuti. Se tutti fossero più rispettosi dell'ambiente si eviterebbe di inquinare l'ecosistema del greto del torrente, con la possibilità di recuperare gran parte degli stessi rifiuti attraverso il sistema delle raccolta differenziata.

Lo scopo è duplice: da un lato garantire condizioni di sicurezza del torrente e dall'altro provvedere alla sua pulizia. Le azioni programmate, infatti, prevedono lo sfalcio lungo le rive, la rimozione di rami, tronchi, piante che in qualche modo possono ostacolare il regolare deflusso delle acque in caso di piena e la rimozione dei rifiuti. Infatti, una volta concluse le azioni di sfalcio da parte di Aipo, il Comune, con Iren, interviene asportando tronchi e ramaglie in corrispondenza delle arcate dei ponti e dove possono costituire ostacolo al deflusso delle acque, oltre a provvedere alla pulizia dei rifiuti presenti lungo il tratto interessato dagli interventi. Le azioni messe in atto sono state concordate con le associazioni ambientaliste e avvengono in questo periodo dell'anno proprio per non disturbare la nidificazione degli uccelli presenti in questo tratto della Parma.

La manutenzione delle sponde e dell'alveo del torrente Parma, nel tratto urbano, viene regolarmente eseguita da Aipo ogni anno. Gli interventi di sfalcio sono partiti agli inizi di agosto e si concluderanno entro la fine del mese. E', fra l'altro, in corso di predisposizione un accordo tra Aipo, Regione e Comuni, per un piano per la gestione della vegetazione ripariale dei torrenti Parma ed Enza, finalizzato a definire obiettivi comuni di sicurezza idraulica e miglioramento della funzionalità ecologica e qualità paesaggistica dell'alveo.

Ma in Italia è tutto fermo nonostante le grandi potenzialità delle fonti pulite e i costi enormi dell'energia attualmente prodotta. Serve subito un piano per rendere rinnovabili le isole minori italiane

Legambiente 8 agosto 2016 - Dal Pacifico all'Atlantico, dai mari del Nord all'Australia, in grandi e piccole isole, la transizione energetica sta producendo risultati significativi.

L'esempio arriva dalle isole nel Golfo dell'Alaska (Kodiak) alle Hawaii, da quelle australiane e neozelandesi (King e Tokelau) alla Scozia (Orkney, Eigg, Muck e Gigha), dalla Jamaica alle Azzorre (Graciosa), da Capo Verde all'Indonesia (Sumba), dal Mediterraneo con l'Isola Greca di Tilos (Grecia) alle Canarie (El Hierro), dai Caraibi (Aruba e Bonaire) ai mari del Nord con Samso e Bornholm (Danimarca), Pellworm (Germania), White (Inghilterra). Sono queste le 20 isole analizzate nel dossier "Isole 100% rinnovabili" di Legambiente. Grazie alle fonti rinnovabili e alle batterie di accumulo stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione, che produce risultati concreti sia per quanto riguarda la percentuale del fabbisogno energetico coperto che per l'applicazione di tecnologie sempre più ricercate e innovative come ad esempio l'utilizzo del moto ondoso dei mari o di impianti idroelettrici ed eolici combinati insieme.

Tra le realtà più interessanti, l'isola di El Hierro detiene il record mondiale per aver raggiunto per prima l'autosufficienza energetica grazie alle energie rinnovabili. Da giugno 2014 i 10.162 abitanti usufruiscono, per la produzione di energia elettrica, di un sistema combinato di impianti idroelettrici e di impianti eolici. Grandi risultati sono stati raggiunti grazie alla scelta di sistemi di batteria di ampia capacità, come quelli presenti nell'isola di King e nelle Azzorre che permettono di accantonare gli impianti diesel, dimostrando di poter migliorare la stabilità di un sistema elettrico. Sono inoltre interessanti e dal grande potenziale nelle aree costiere i nuovi sistemi per il recupero di energia elettrica sfruttando la forza dell'oceano nella sua interezza, sia col moto ondoso, sia con le maree, come quelli presenti nelle isole Orkney dove, grazie al movimento delle onde del mare, si è reso possibile convertire l'energia cinetica in energia elettrica. A Samso il sistema di impianti da fonte rinnovabile ha reso l'isola energeticamente indipendente, mentre l'isola di Pellworm produce tre volte la richiesta elettrica dei suoi 1.200 abitanti grazie ad un sistema energetico costituito da otto pale eoliche, ad una centrale solare e ad impianti di cogenerazione. Per non parlare di un'Isola come Sumba dove ha permesso di dare l'accesso all'energia a centinaia di migliaia di abitanti.
E in Italia? Tutti gli studi dimostrano che da Lampedusa al Giglio, da Marettimo a Ponza, è possibile cambiare completamente scenario energetico puntando sul contributo di sole, vento, maree e delle altre rinnovabili, attraverso una innovativa gestione delle reti e degli impianti che permetta di dare risposta anche alla domanda di mobilità (spingendo quella elettrica e quindi riducendo consumi di benzina e diesel) e di riscaldamento/raffrescamento delle abitazioni. Ma la realtà delle isole italiane è invece molto diversa: i dati del dossier evidenziano un fermo non solo rispetto alle potenzialità presenti, ma anche agli altri Comuni italiani, ben 2.660, in cui le rinnovabili soddisfano tutti i fabbisogni elettrici delle famiglie.

"La beffa – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - è che nelle isole minori italiane si ha una penetrazione inferiore delle rinnovabili a fronte di grandi potenzialità. Oggi i fabbisogni di energia elettrica sono garantiti da vecchie e inquinanti centrali a gasolio. E proprio le difficoltà di approvvigionamento determinano un costo più alto dell'energia elettrica prodotta sulle isole rispetto al Continente e, dunque, alle società elettriche è garantito un conguaglio, prelevato dalle bollette di tutte le famiglie italiane, che complessivamente è pari a 70 Milioni di Euro ogni anno".

Questa situazione è oggi davvero insopportabile mentre nel resto del mondo, grazie alla riduzione dei costi degli impianti da fonti rinnovabili, si sta andando in una direzione che guarda davvero al futuro. Per Legambiente occorre attivarsi per il cambiamento attraverso tre scelte chiare:

1. lo stop a qualsiasi nuova realizzazione o ampliamento di centrali da fonti fossili;

2. l'approvazione immediata del Decreto, fermo al Ministero dello sviluppo economico, che prevede di riconoscere la stessa tariffa di cui beficiano le società che gestiscono l'energia elettrica sulle isole, a chi produce o autoproduce energia da rinnovabili;

3. l'approvazione di un Piano per arrivare al 100% da rinnovabili in ogni isola, coordinato dal Ministero dell'ambiente e che veda il coinvolgimento degli Enti Locali, in modo da capire passaggi e potenzialità e coinvolgere la Soprintendenza a semplificare le procedure di approvazione dei progetti.

"Per Legambiente - continua Zanchini – è arrivato il momento di realizzare nelle isole minori italiane un cambiamento energetico che permetta, alle famiglie e alle attività presenti sull'isola, di prodursi l'energia di cui hanno bisogno attraverso un modello distribuito di impianti rinnovabili ed efficienti, integrati con Smart Grid e sistemi di accumulo in modo da ridurre consumi, emissioni e sprechi ed avvicinando la domanda di energia alla sua produzione più efficiente, sia per i consumi invernali che nei picchi estivi dovuti alla presenza dei turisti".

Oggi questa sfida appare di grande interesse anche rispetto al Mediterraneo, dove sono oltre 3mila le isole abitate e dove la sfida è sia energetica, per costruire una transizione alle fonti rinnovabili in tutti i Paesi, che climatica visti gli impatti previsti nell'area del Mediterraneo in una prospettiva di global warming nei confronti delle aree costiere, urbane e agricole.

Il dossier è consultabile al link 
http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/isole-cento-per-cento-rinnovabili 

Nella prospettiva di un rinnovato impegno a difesa dell'ambiente non disgiunto dal territorio e dalle persone che lo popolano, si è svolta a Venafro (IS) l'incontro del presidente di Ekoclub International, amb. Fabio Massimo Cantarelli, con i soci e simpatizzanti dell'associazione della Provincia di Isernia.

di Ekoclub Venafro (IS) 11 agosto 2016 

Nella prospettiva di un rinnovato impegno a difesa dell'ambiente non disgiunto dal territorio e dalle persone che lo popolano, si è svolta a Venafro (IS) l'incontro del presidente di Ekoclub International, amb. Fabio Massimo Cantarelli, con i soci e simpatizzanti dell'associazione della Provincia di Isernia.

Nel corso della riunione, oltre ai temi più strettamente inerenti la gestione faunistica anche con riguardo al contrasto al bracconaggio, si è affrontata la problematica del Parco dell'Olivo.

In particolare è emersa la preoccupazione per la tenuta del terrazzamento e per il mantenimento degli alberi secolari che - ha evidenziato l'amb. Cantarelli - accompagnano le non meno antiche tradizioni del borgo citato da Orazio nei suoi versi e per secoli centro nevralgico dell'intera regione.

La città fu infatti protagonista della guerra sociale durante la fase repubblicana di Roma, sede vescovile abbellita da ben 33 chiese ed ancor oggi, tornando agli storici ulivi si picca di essere gemellata con Gerusalemme "quasi a rimarcare ancora una volta - ha sottolineato il presidente Cantarelli - l'elemento naturalistico connesso a quello culturale comuni - si parva licet componere magnis- delle due città".

Nel corso dell'incontro si sono altresì gettate le basi per la creazione di un Nucleo Antincendio per proteggere sia il Parco sia il territorio circostante.

Ekoclub International

Associazione nata negli anni 70 per ricostruire un modo corretto di vivere e pensare la natura. Fondata da profondi conoscitori dell'ambiente e delle sue più sane tradizioni , liberi da preconcetti e lontani da visioni disneyane. Assolutamente senza scopo di lucro e confermata tra le ONLUS, annovera tra i suoi iscritti diverse decine di migliaia di persone, con tendenza alla crescita. Attualmente il presidente è l'avvocato Fabio Massimo Cantarelli ed il vicepresidente dott. Roberto Lancini.

Fiore all'occhiello dell'associazione è l'oasi di Canneviè, che è lo sforzo maggiore profuso da Ekoclub per l'ambiente: un posto sicuramente da vedere e vivere. La differenza di Ekoclub da altre associazioni ambientaliste è la centralità dell'uomo rispetto all'ambiente e di conseguenza la sua possibilità di raccogliere i frutti vegetali ed animali della terra, con rispetto e per reale necessità.

Dopo la recente inaugurazione del centro scientifico sperimentale "Acqua Campus" a Budrio il CER ottiene finanziamenti per 900 mila euro a sostegno dei nuovi progetti cdi ricerca che spingono forte sulle tecniche più all'avanguardia per il risparmio di acqua in agricoltura.

Bologna, 9 Agosto 2016

Dopo aver guadagnato il finanziamento per alcuni importanti progetti europei e aver inaugurato il rinnovato spazio per le ricerche scientifiche applicate all'agricoltura "Acqua Campus" a Budrio,
I progetti che potranno avere immediati e misurabili riflessi anche sulla realtà quotidiana di chi opera in campagna, avranno una durata che non potrà oltrepassare i tre anni e il cui esito sarà subito diffuso attraverso la Rete del Partenariato europeo per l'innovazione (Pei).
Tra i Goi (Gruppi Operativi per l'Innovazione) che uniscono circa 400 soggetti tra università, enti di ricerca e formazione e imprese agroalimentari i Laboratori scientifici agronomici del Consorzio di Bonifica per il Canale Emiliano Romagnolo hanno ottenuto in questi giorni altri importantissimi risultati che saranno finanziati dalla Regione Emilia Romagna per un totale di circa 900mila euro a conferma dell'ormai più che collaudato metodo di conoscenza operativa e lavoro sul campo legati al risparmio idrico in agricoltura. 8 progetti che vanno ben al di la del valore economico e che testimoniano concretamente come nel corso tempo e soprattutto negli ultimi anni il CER, forte della sua tradizione sessantennale nel settore della ricerca, ricopra sempre di più una funzione scientifica primaria di vero e proprio apripista nell'applicazione al comparto agricolo delle scoperte che consentono e consentiranno nel futuro di migliorare e ottimizzare l'utilizzo "intelligente" della risorsa idrica. Una risorsa naturale esauribile che enti come il CER comprendono al meglio come sia indispensabile conservare e farne un uso oculato e parsimonioso.

Oltre all'opera irrigua esercitata dall'autostrada di acqua rappresentata dal canale che permette alla gran parte delle colture tipiche di tutta la Romagna e di parte dell'Emilia di beneficiare di flussi continui il CER ha messo al centro dei propri obiettivi tutti quei progetti studiati sul campo e che hanno preso corpo direttamente dalle attività svolte per lo più proprio all'interno "Acqua Campus" di Mezzolara di Budrio (Bo). Tra i vari progetti ideati hanno assunto particolare rilievo quello sulla "razionalizzazione dei sistemi irrigui sulle colture arboree in risposta ai cambiamenti climatici" e quello sull' "automazione della rete di consegna delle acque irrigue mediante il calcolo specifico dei fabbisogni delle aziende agricole aderenti a IrriNet"; due progetti molto "pragmatici" legati strettamente a temi agricoli ed ambientali particolarmente attuali e utili alle fasi più operative.

Gli altri progetti sono: 1) Acqua in Mostra 2) Gestione della rete di misura della falda ipodermica in funzione delle precipitazioni e del sostegno dei canali della rete dei Consorzi di Bonifica 3) Automazione della rete di consegna delle acque irrigue mediante calcolo dei fabbisogni delle aziende agricole aderenti a IrriNet 4) Razionalizzazione dei sistemi irrigui sulle colture arboree in risposta ai cambiamenti climatici 5) Sensori e IRRINET: integrazione delle informazioni provenienti da reti di stazioni meteorologiche e sensori privati con il modello di bilancio idrico IRRINET 6) Implementazione nel servizio IRRINET di un software per la gestione della fertirrigazione. Altri due progetti – pensati in collaborazione sinergica insieme a CRPV ed ASTRA – riguardano innovazioni in campo viticolo e frutticolo. "Oltre al risparmio idrico – ha sottolineato il presidente del Canale Emiliano Romagnolo Massimiliano Pederzoli – va evidenziato il valore aggiunto che l'acqua irrigua che portiamo con continuità alle colture genera in termini di reddito quantificabile; oggi – secondo i nostri calcoli più recenti – un ettaro irrigato rispetto ad uno senza risorsa genera un incremento di reddito dovuto all'aumento della produzione di circa 1.100 euro (in un range che va da 500 fino a 4000 euro). E' proprio per questo che i nostri nuovi progetti puntano ai benefici prodotti dall'irrigazione proprio a partire dalla stabilizzazione delle rese".

Da Sissa Trecasali (Parma) a Bari e Brindisi le sezioni di Ekoclub International, in collaborazione con altre istituzioni e associazioni o amministrazioni locali, si fanno promotrici e intervengono direttamente per salvaguardare l'ambiente.

Ekoclub international 3 agosto 2015 - -
Prosegue senza sosta l'attività delle varie sezioni locali a favore dei propri rispettivi territori.

A Sissa Trecasali (Parma), anche quest'anno la Associazione Nautica di Torricella, l'ATC PR2 e Ekoclub International si sono attivate congiuntamente per effettuare l'annuale pulizia dello "spiaggione" del Po a Torricella. Nella foto di Giuseppe Pastori alcuni momenti dei lavori.

Invece a Brindisi, alla presenza del Presidente dell'Associazione Onlus Ekoclub International (che da diversi anni collabora con il Consorzio A.S.I.) Rag. Clemente Carlucci è stato inaugurato l'impianto fotovoltaico nell'Invaso del Cillarese. Nell'occasione, come riportato da "Brindisilibera.it" sono stati presentati i nuovi progetti di valorizzazione dell'Invaso del Cillarese che dovrebbe passare presto dallo studio di fattibilità all'approvazione finale da parte della Regione Puglia.
All'evento, oltre al presidente Carlucci, erano presenti alla conferenza stampa il Presidente del Consorzio A.S.I. Marcello Rollo, La Sindaca Di Brindisi Angela Carluccio, l'Assessore Regionale al Turismo e sviluppo economico Loredana Capone, l'Assessore Comunale ai Lavori Pubblici Salvatore Brigante, dirigenti A.S.I., Consiglieri Comunali della maggioranza.

Nel Barese invece, Ekoclub Bari Sardo, in collaborazione Ogliastra Diving e i ragazzi di Ogliastra InForma hanno dato vita, domenica 24 luglio scorso, alla manifestazione "Ripuliamo il nostro Mare" 2016

Un programma intenso che, oltre al servizio di "pulizia", è stato affiancato da momenti educativi e formativi. Il programma realizzato:
- pulizia dei fondali limitrofi con l'ausilio di sub e barche
- la pulizia della pineta insieme ai bambini e all'associazione OgliastrainForma 

- laboratorio di riciclaggio insieme ai bambini e all'associazione OgliastrainForma.



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Ekoclub International -
Associazione nata negli anni 70 per ricostruire un modo corretto di vivere e pensare la natura. Fondata da profondi conoscitori dell'ambiente e delle sue più sane tradizioni , liberi da preconcetti e lontani da visioni disneyane. Assolutamente senza scopo di lucro e confermata tra le ONLUS, annovera tra i suoi iscritti diverse decine di migliaia di persone, con tendenza alla crescita. Attualmente il presidente è l'avvocato Fabio Massimo Cantarelli ed il vicepresidente dott. Roberto Lancini.
Fiore all'occhiello dell'associazione è l'oasi di Canneviè, che è lo sforzo maggiore profuso da Ekoclub per l'ambiente: un posto sicuramente da vedere e vivere. La differenza di Ekoclub da altre associazioni ambientaliste è la centralità dell'uomo rispetto all'ambiente e di conseguenza la sua possibilità di raccogliere i frutti vegetali ed animali della terra, con rispetto e per reale necessità.

ekologo4

E' in arrivo proprio in questi giorni nelle case dei nuovi consorziati di Reggio Emilia, Sassuolo e Fiorano Modenese la lettera che spiegherà le ragioni del nuovo contributo nelle aree interessate dalle opere di bonifica. La redistribuzione dei costi sarà più equa e proporzionale all'azione reale e al beneficio delle attività del Consorzio che non introiterà un solo euro di più dal totale della contribuenza nel suo comprensorio.

Reggio Emilia, 3 Agosto 2016

L'applicazione delle nuove norme collettive che regolano i Piani di Classifica degli immobili (di cui recentemente la Regione Emilia Romagna ha dichiarato la conformità alle linee guida precedentemente emanate) introdotte a partire da quest'anno dai singoli Consorzi di bonifica emiliano-romagnoli tenendo conto delle diverse specificità presenti nei territori e con una maggiore omogeneità complessiva, hanno comportato l'acquisizione dello status di "nuovo consorziato" per 32.880 cittadini nell'esteso comprensorio di bonifica gestito dal Consorzio dell'Emilia Centrale. Uno status ottenuto per effetto del beneficio scaturito dalle molteplici attività svolte dall'ente per la sicurezza e salvaguardia della comunità e delle aree considerate.

Il Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale infatti svolge concretamente le delicate ed essenziali funzioni di difesa idraulica, scolo, irrigazione, lotta al dissesto idrogeologico e tutela ambientale. Con il nuovo Piano di Classifica alcune zone, prima escluse dal contributo di Bonifica, sono entrate tra quelle soggette alla contribuzione perché gli immobili che vi sono compresi ricevono, (sulla base dei parametri del nuovo Piano di Classifica), significativi benefici delle attività del Consorzio, saranno invece escluse, per il motivo opposto
Fatto salvo che il Consorzio di bonifica non incrementerà di un euro e in alcun modo l'ammontare complessivo della complessiva contribuenza richiesta nella globalità del comprensorio in cui agisce, ha ritenuto doveroso comunicare, approfondire e sensibilizzare ai nuovi consorziati le ragioni e l'importo preciso per cui a partire dal mese di Settembre 2016 riceveranno per la prima volta l'avviso di pagamento.
I numerosi cambiamenti del territorio, i nuovi insediamenti urbani e produttivi, le repentine mutazioni climatiche comportano già un notevole impegno per garantire l'equilibrio idraulico di un comprensorio economicamente molto sviluppato, ma piuttosto fragile dal punto di vista idrogeologico e conseguentemente hanno imposto una diversa, più equa, aggiornata maggiormente proporzionale ripartizione dei costi sostenuti in base al beneficio goduto per poter far fronte alle necessità e alle criticità incombenti. L'acqua che cade a monte spesso ha pesanti ripercussioni a valle e pertanto una corretta gestione delle opere di bonifica per la difesa e lo scolo risulta sempre più fondamentale ed indispensabile anche in pieno centro cittadino, laddove l'azione dell'ente è meno visibile, ma non meno rilevante ed estremamente incidente sulla garanzia di sicurezza comune.

In concreto, le acque piovane che cadono nei centri di Reggio Emilia, Sassuolo e, in parte, di Fiorano Modenese, vengono inizialmente raccolte dal sistema fognario cittadino e successivamente sono immesse nella diffusa rete di canali ed impianti gestiti dal Consorzio, che quindi provvede a condurle, in taluni casi fino a oltre 40 km, al loro recapito finale nel Torrente Rodano o nel Fiume Secchia in Comune di Moglia (MN).

Questa attività di gestione delle acque meteoriche, condotta mediante trasporto a gravità o sollevamento meccanico, comporta oneri di manutenzione ed esercizio mutati nel corso del tempo e fino ad ora sostenuti da altri proprietari di immobili del comprensorio consortile. Inoltre, negli ultimi 20 anni il Consorzio ha realizzato nei territori dei Comuni di Reggio Emilia, Sassuolo e Fiorano numerosi interventi per adeguare la propria rete scolante alle nuove portate del reticolo fognario, alcuni dei quali attualmente ancora in fase di realizzazione. Questi lavori, che hanno migliorato il grado di sicurezza idraulica anche dei centri cittadini per un costo complessivo di circa 6 milioni di euro, sono stati finanziati anche grazie ai contributi di bonifica versati dai consorziati proprietari di altri immobili.

Che cos'è il Piano di Classifica ?

Il Piano di Classifica è un documento fondamentale per definire l'entità del contributo che i proprietari di immobili all'interno del comprensorio consortile sono tenuti a versare per il funzionamento del Consorzio ed il conseguimento delle sue funzioni istituzionali, vale a dire la gestione delle reti di scolo, l'irrigazione dei terreni ed il presidio idrogeologico. I contributi sono calcolati per ogni immobile in modo proporzionale al beneficio, tratto dalle attività del Consorzio, determinato secondo i parametri tecnici ed economici del Piano di Classifica.

Dove può richiedere informazioni in merito:
Per qualsiasi richiesta di chiarimento Lei potrà contattare questo Consorzio al
NUMERO VERDE 800 235320 attivo da lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle ore 14.30 oppure inviare un messaggio di posta elettronica all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La invitiamo infine a consultare il sito internet del Consorzio ( www.emiliacentrale.it ) ed in particolare le Sezioni dedicata al nuovo Piano di Classifica e ai Contributi di bonifica dove potrà scaricare tutti i provvedimenti e la documentazione riguardanti tale strumento.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio di Bonifica Centrale)

 

Un ciclo che si chiude: dagli scarti di cucina si producono biogas e compost. Visita dell'assessore all'ambiente Gabriele Folli all'impianto di compostaggio Aimag di Fossoli.

Parma, 2 agosto 2016

Visita dell'assessore all'ambiente, Gabriele Folli, all'impianto di compostaggio di Fossoli di Carpi gestito da Aimag, insieme integrato di aziende il cui gruppo gestisce servizi nel settore energetico, idrico, ambientale e tecnologico. Lo stabilimento, situato a pochi chilometri da Carpi, si compone di diverse linee di trattamento tra cui quella di vagliatura del rifiuto indifferenziato, dedicato alla separazione della frazione putrescibile dal rifiuto secco residuo a quelle di compostaggio aerobico e digestione anaerobica, che ricevono i flussi di rifiuti organici da raccolta differenziata (scarti da cucina, sfalci e potature). L'azienda oltre a trattare i rifiuti di 11 comuni dell'area modenese, riceve anche importanti flussi dalla provincia di Parma dove, grazie alla raccolta porta a porta estesa in gran parte del territorio sono aumentati considerevolmente i flussi di rifiuti organici, con il Comune di Parma che ha raggiunto la quota di 98 kg/abitante/anno per gli scarti da cucina e 82 kg/ab/anno per sfalci e potature.

"Con le buone pratiche – spiega l'assessore all'ambiente Gabriele Folli – si attiva un processo virtuoso che porta al riutilizzo degli scarti che ogni cittadino separa quotidianamente nella raccolta differenziata con il risultato che si produce compost di qualità (che qui viene certificato anche per l'agricoltura biologica). Inoltre con la linea dedicata alla digestione anaerobica viene prodotto biogas che viene utilizzato per il funzionamento degli impianti".
L'assessore, accompagnato da Luigi Zoni di Iren Ambiente, è stato accolto nell'impianto Aimag dal direttore tecnico dei servizi ambientali, Paolo Ganassi; dalla responsabile dell'impianto, Marcella Bartoli e dal responsabile impianti ambiente, Paolo Manoscalco, che hanno illustrato le caratteristiche degli impianti e i processi produttivi. Ha partecipato alla visita anche Christian Garaffa di Novamont, l'azienda che produce il Mater-bi, materiale di origine vegetale che viene utilizzato per produrre i sacchetti compostabili della raccolta organico, con cui il Comune di Parma ha avviato una collaborazione.

Nel corso della visita sono stati anche illustrati e discussi elementi interessanti relativi al ciclo completo ed alle problematiche ivi connesse come ad esempio la percentuale di scarti risultanti dal trattamento dell'umido che nelle raccolte con cassonetti stradali arriva al 10% mentre con il porta a porta si riduce al 3-4%.
Le linee di trattamento delll'organico lavorano nel complesso oltre 70 mila tonnellate di rifiuto umido e ligno-cellulosico con una linea di recente inaugurazione isolata dall'ambiente esterno per quanto riguarda le emissioni odorigene grazie a bio-filtri dove, tramite un processo di digestione anaerobica che dura 21 giorni, viene prodotto biogas e digestato in un circolo virtuoso che fa nascere nuove risorse dai rifiuti.

Pubblicato in Cronaca Emilia
Martedì, 26 Luglio 2016 09:43

Parma modello di raccolta differenziata

Parma come modello per la raccolta differenziata: con il 74% vanta il miglior risultato tra i comuni capoluogo della regione Emilia-Romagna. incontro fra l'assessorato all'ambiente e una delegazione dell'azienda AAMPS di Livorno.

Parma, 26 luglio 2016

Ancora una volta, Parma come modello per la raccolta differenziata: si è svolto ieri mattina, nella sala della Giunta Comunale, un incontro sul tema tra l'assessore all'ambiente Gabriele Folli, Luigi Zoni di Iren Ambiente e alcuni funzionari dell'azienda AAMPS, che si occupa dello smaltimento dei rifiuti nella città di Livorno.

La delegazione livornese, guidata dalla dr.ssa Paola Petrone, membro del consiglio d'amministrazione dell'azienda, assieme ai tecnici Viola e Lamaglia, ha avuto la possibilità di conoscere i dettagli dell'esperienza parmigiana riguardo, in particolare, alla raccolta differenziata porta a porta e alla tariffazione puntuale.

Si è trattato di uno dei numerosi incontri a cui da tempo l'assessorato all'ambiente partecipa per mettere a disposizione di altre città le competenze maturate sull'argomento.
Proprio in questi giorni sono stati resi noti i dati sulla raccolta differenziata nel 2015 a Parma, che con il 74% vanta il miglior risultato tra i comuni capoluogo della regione Emilia-Romagna.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Parma)

Tra vulnerabilità, instabilità sociale e realtà distorta. Cereali e dintorni, mercati nervosi. Pomodoro, i nuovi vertici dell'OI Pomodoro. Zika e i casi in Svizzera. Ekoclub International. Emilia Romagna e Argentina sempre più vicine. Prezzi Agricoli e deflazione accentuata.

SOMMARIO Anno 15 - n° 29 24 luglio 2016 (allegato file scaricabile in pdf)
1.1 editoriale Tra vulnerabilità, instabilità sociale e realtà distorta
2.1 Cereali Cereali e dintorni. Mercati nervosi e i fondi vanno all'incasso
3.1 Lattiero Caseario Formaggi DOP stabili.
4.1 pomodoro OI Pomodoro da industria. Alla guida i tre vicepresidenti.
4.2 cereali Cereali, Mercuri: soddisfazione per le risorse presentate al tavolo di filiera
5.1 clima e ttip Clima, si predica bene ma si razzola male
5.2 salute Zika, è allarme in Svizzera e non solo
7.1 ambiente Palazzolo, il workcamp quest'anno sarà coordinato dall'Ekoclub International
8.1 emilia romagna Agricoltura. Si rafforza la collaborazione tra Emilia-Romagna ed Argentina
8.2 latte crisi Calzolari. pacchetto anticrisi UE novità importante a disposizione del ministro Martina
9.1 prezzi agricoli Ismea, continua la discesa dei prezzi agricoli a giugno
10.1 promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

Cibus-29-24lug16-COP

Domenica, 24 Luglio 2016 10:15

Clima, si predica bene ma si razzola male

I negoziatori sull'accordo segreto del TTIP riuniti a Bruxelles stanno di fatto proponendo un testo che presenta scappatoie rispetto alla promessa fatta dai paesi del G20 di azzerare i sussidi ai combustibili fossili entro 10 anni.

di Virgilio, 20 luglio 2016 -
I negoziati europei del TTIP (Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti) continuano a fare discutere e questa volta in materia di clima. Secondo quanto è trapelato dagli incontri del 14esimo round di Bruxelles incentrato sull'energia, i negoziatori stanno di fatto proponendo un testo che presenta scappatoie rispetto alla promessa fatta dai paesi del G20 di azzerare i sussidi ai combustibili fossili entro 10 anni.

A rivelarlo è stato il sito specializzato rinnovabili.it su segnalazione del "The Guardian " che ha attentamente monitorato gli incontri di Bruxelles su uno dei più grandi segreti degli ultimi anni, quella proposta di Trattato di libero scambio che dovrebbe creare il più grande e appetibile mercato mondiale unendo USA e UE.

Alcuni passaggi del testo in discussione potrebbero permettere all'UE di continuare a sovvenzionare l'energia fossile. Una situazione che farebbe decadere le promesse sul clima stipulate alla COP21 di Parigi solo pochi mesi fa (dicembre 2015).

La sintesi dei punti contestati riportati da Rinnovabili.it

Le scappatoie sui sussidi alle energie fossili
Riguardo al taglio dei sussidi, la bozza riporta che ciò rappresenta obiettivo comune a UE e USA, ma è subordinato a "considerazioni sulla sicurezza delle risorse" e deve essere accompagnato da "misure per alleviare le conseguenze sociali associate con l'azzeramento dei sussidi". In pratica, il primo passaggio può essere impugnato dai paesi più dipendenti dall'energia fossile – che avrebbero così una scappatoia per non onorare i propri impegni sul clima – mentre il secondo passaggio potrebbe spalancare la porta a nuovi sussidi, stavolta mascherati adeguatamente.
Per Colin Roche di Friends of the Earth si tratta di una palese foglia di fico: "Prevenire la distruzione del clima dovrebbe essere la priorità numero uno, i sussidi ai combustibili fossili dovrebbero essere il nemico numero uno".

Il TTIP rende il commercio più importante del clima
Rispetto al secondo punto controverso, il Guardian riporta un passaggio dell'articolo 5 della bozza del capitolo sull'energia del TTIP, classificata come confidenziale e datata 23 giugno. Nel testo si legge: "Nello sviluppo dei sistemi di supporto pubblico, le Parti terranno in considerazione in modo appropriato il bisogno di ridurre le emissioni di gas serra e quello di limitare le alterazioni del commercio per quanto possibile".
L'equiparazione di clima e esigenze commerciali non è affatto un buon punto di partenza: tutto sta nell'interpretazione che ne verrà data. Certo una formulazione tale del testo del TTIP sembra escogitata ad arte per aprire vie di fuga dagli impegni sul clima, lasciando lo scettro al commercio e al modello imperante di crescita economica. La vaghezza del testo di sicuro non aiuta a ribaltare lo status quo.

(Fonti: Rinnovabili.it e The Guardian)

Pubblicato in Ambiente Emilia