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Da venerdì 20 aprile al 1° luglio 2018 il Palazzo del Governatore, in Piazza Garibaldi a Parma, sarà la sede della mostra Il Terzo Giorno, curata da Didi Bozzini e promossa dal Comune di Parma nell'ambito di una serie di eventi che daranno alla città l'occasione di riflettere sui temi dell'ambiente, della sostenibilità e del rapporto uomo - natura.

Il Terzo Giorno, prodotta e organizzata da Arkage (Artattack Group), società Benefit e B Corp certificata, è la prima in Italia ad avere un approccio 'for benefit': il 50% degli incassi della biglietteria saranno restituiti al Comune di Parma che finanzierà il "Km Verde", progetto di sostenibilità ambientale.

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"La mostra Il Terzo Giorno – sottolineanoFederico Pizzarotti e Michele Guerra, Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Parma - rappresenta il primo importante evento espositivo da quando Parma è stata proclamata Capitale Italiana della Cultura per l'anno 2020. Non si tratta soltanto di una mostra che porta in città alcuni dei più importanti artisti della nostra contemporaneità a parlarci del rapporto tra arte e natura, si tratta di un discorso più ampio sul nostro futuro, sul nostro rapporto con l'ambiente che è diventato un tema ineludibile per tutte le società occidentali. Il Terzo Giorno vuole essere questo: una mostra bella da vedere, ma soprattutto bella da pensare. Un discorso che deve continuare in città per molti mesi anche quando la mostra starà girando altrove."

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Il Terzo Giorno è un racconto per immagini del mondo, in cui l'arte rappresenta una porta privilegiata di accesso alla conoscenza e al godimento della Natura.

Non una dichiarazione di militanza ecologista ma un viaggio attraverso le peripezie di un pianeta estenuato. Un racconto che conduce lo spettatore dalla Creazione (intesa come apparizione del mondo) alla Distruzione (o quantomeno al rischio delle sua distruzione) fatto di analogie e non di logica, di visioni e non di concetti, di meraviglia e non di speculazione.
Un percorso nel quale l'arte è proposta come la strada maestra che lo spirito segue per attraversare la natura e penetrarne il prezioso mistero, poiché l'uomo è l'unico animale capace di vedere in essa un'opera d'arte e quindi di creare forme che ne siano il riflesso.
Si tratta di un viaggio catartico attraverso i lavori di artisti contemporanei che inizia con Il Terzo Giorno della Genesi, segnato dall'apparizione della vita (Genesi 1,3), attraversa la creazione, la distruzione e il nichilismo, fino a un ritorno alla natura.

Come scrive Didi Bozzini: "Oggi il rischio della catastrofe è concreto, quotidianamente tangibile... forse, è giunto il tempo di chiedersi se non sia possibile trovare la strada per un nuovo Eden solamente grazie allo sguardo meravigliato degli artisti, di coloro che provano a esprimere la qualità della natura senza pesarne la mera quantità. La strada per un giardino dove l'immaginazione sostituisca il calcolo, il bello prenda il posto dell'utile ed il buono quello del molto".

"Questa mostra – sottolinea, in rappresentanza di tutti gli sponsor, Davide Bollati, presidente Davines - affronta temi contrapposti dai quali può scaturire una sintesi significativa per l'osservatore, una riflessione sul futuro dell'umanità e del pianeta. Il tema della sostenibilità deve essere il nostro spunto di speranza e prospettiva".

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40 gli artisti in mostra: Marina Abramović, Jane Alexander, Giovanni Anselmo, Nobuyoshi Araki, Roger Ballen, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Alighiero Boetti, Jonas Burgert, Jake & Dinos Chapman, Mat Collishaw, Marc Couturier, Jimmie Durham, Jan Fabre, Hamish Fulton, Mario Giacom elli, Piero Gilardi, Leon Golub, HeHe (Helen Evans - Heiko Hansen), AnnaIppolito e Marzio Zorio,John Isaacs, Francesco Jodice, Bodys Isek Kingelez, Dorothea Lange, Richard Long, Andrea Marescalchi, Ryan Mendoza, Mario Merz, Nils-Udo, Eric Poitevin, Simone Racheli, Sebastião Salgado, Salvo, Serse, Tracey Snelling, Mircea Suciu, Gavin Turk, Sandra Vasquéz De la Horra, Koen Vanmechelen e Gilberto Zorio.

La mostra è una narrazione potente ed evocativa tra le 115 opere esposte (immagini fotografiche, installazioni e dipinti), e includerà tre installazioni site specific all'ingresso e all'uscita del Palazzo. Una nell'androne a firma di Marc Couturier e due, sulle piazze Garibaldi e della Steccata, ad opera di una coppia di giovanissimi artisti, Anna Ippolito e Marzio Zorio.

Nelle sale del primo piano del palazzo fra le opere dedicate alla Creazione, spiccano alcune mai esposte al pubblico, come il menabò originale, le lettere dei vari Istituti Geografici e il primo dattiloscritto del famoso libro di Alighiero Boetti e la moglie Annemarie Sauzeau in cui venivano classificati i mille fiumi più lunghi del mondo, oppure viste raramente come le 4 fotografie di Mario Giacomelli della serie "Il motivo suggerito dal taglio dell'albero".

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Nelle sale del secondo piano dedicate alla Distruzione, fra le particolarità le opere dell'artista congolese Bodys Isek Kingelez, di cui il MOMA di New York ospita da maggio una retrospettiva, la prima che il museo americano dedica ad un africano nero, oppure le foto di Dorothea Lange scattate nel 1931 con lavoratori messicani che lasciano gli Stati Uniti perché non c'è più lavoro, che potrebbero essere state scattate ieri.

La mostra sarà animata da convegni, iniziative e propostecollaterali.

Nella notte del 26 maggio, tutta Parma si accenderà per La Notte del Terzo Giorno: un suggestivo evento diffuso che avrà inizio con una visita notturna delle sale della mostra e proseguirà con concerti, video mapping, proiezioni e performance. Tema trainante sarà la luna piena, nella sua accezione simbolica di mistero e scoperta.

Iniziativa di particolare importanza sarà l'Atelier dei bambini, un laboratorio di "immaginazione materiale", che fornirà ai bambini dai 5 ai 10 anni dei materiali e una guida su percorsi che permettono di sviluppare un immaginario: da una pietra a un grattacielo, da un ramo a una canoa, da una foglia a un giardino all'italiana. L'evento si terrà negli spazi limitrofi alla mostra e si concluderà con la creazione di un'unica opera di 1.500 pezzi.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo con un saggio del curatore ed un'antologia di pensieri degli artisti sulla relazione tra arte e natura.

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Giovedì, 19 Aprile 2018 14:57

Mostra personale dell'artista Dario Rossi

Dalla collezione Giuseppe Fiorini "PROFONDO ROSSI": mostra personale dell'artista DARIO ROSSI - Interviene il critico d'arte prof. Marco Cagnolati - Liriche della poetessa Elena Piccinini – Presso "Albatros Gallery" Via XXII Luglio 18/a - 43122 Parma, - Dal 21 aprile al 3 maggio - Vernice sabato 21 aprile 2018 ore 17,00.

Dario Rossi, nato nel 1958 a Canneto sull'Oglio (Mn) dove risiede e lavora.
Non potendo coltivare la relazione con il trapasso, lancinante attraverso studi classici e accademici, lo fa con un personalissimo e inconfondibile stile basato su eruzioni di colore macabro-moderno. Un espressionismo travolgente dallo stile contemporaneo, un trionfo di immagini in dialogo con la disperazione. La materia ribolle in lui e si fa espressione della sua psichica visione interiore. La cifra fondamentale è l'abissale, traumatica ebollizione di colore e materia depositati sul supporto. Le emozioni sono percepite da chi osserva i quadri, come dolorose perché trasmesse con istintiva gestualità cromatica che deformano le immagini naturali, ricreandole con uno straziante dispendio di materia e impegno fisico. Rossi non è questione di ideazione e di pensiero, ma di deformazione dell'anatomia del tempo che diventa trappola nella quale mortificare l'ambizione, la ricerca, l'armonia, Dario mostra così lo stato d'animo di chi vede gli scempi del secolo scorso e altre nefandezze più recenti. Delegittimata e schernita, l'etica appare fuori moda, destinata alla pattumiera della storia. Qui la cultura è il tentativo di rendere possibile il vivere con la consapevolezza della propria mortalità. La sua arte equivale a un cambio di prospettiva non comune nella percezione della spiritualità offesa. I quadri di Rossi conducono lo spettatore con ritmo significativo ad un'analisi sull'arte, e sulla diversità. Installazioni di grandi dimensioni si manifestano in particolari sgretolamenti della materia per ingrandirsi a volte a dismisura. Con questa ricerca sulla materia enfatizza i dettagli e li solleva attraverso la luce, guidandoli poi con contrasti marcati grazie al competente e geniale controllo del mezzo. L'artista Dario Rossi esegue opere di straordinario valore artistico attraverso le quali guardare nell'abisso disumano.

MARCO CAGNOLATI

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All'asta il quadro donato dalla pittrice alla Valtarese Foundation: il ricavato a favore dell'Ospedale di Borgotaro. Invitata ad esporre dal Console Generale d'Italia con una personale al Istituto Italiano di Cultura della Grande Mela. È attesa anche negli Emirati Arabi come ambasciatrice della cultura italiana all'estero.

Digitali Terrestri - In un'epoca come questa, che ormai in molti definiscono digitale, è bello pensare che ci sono persone che hanno deciso di dedicare una parte della propria esistenza ad un lavoro o ad una passione che fa dell'uso delle mani la caratteristica principale, un mezzo indispensabile per esprimere la propria creatività, la propria appartenenza alla terra e il forte legame con gli elementi che quest'ultima mette a disposizione.

Così, le mani di questi terrestri, di questi abitanti del nostro piccolo paese, diventano la "definizione" più appropriata di ciò che noi immaginiamo digitale.

Le dita di queste donne e di questi uomini diventano gli strumenti che lavorano il legno, che tagliano la carne, che intrecciano i cestini, che plasmano gli abiti, che creano giochi sofisticati, che cucinano piatti prelibati, che allevano e accudiscono animali, che coltivano la terra, che intagliano verdure, che riparano scarpe e che fanno il formaggio.

Queste persone sono tutte digitali terrestri e la loro vita, i loro gesti ci ricordano con semplicità e passione il legame profondo che ci unisce alla nostra terra.

Il parmigiano ANDREA GATTI partecipa con la mostra "Digitali Terrestri" - dal 20 al 22 aprile, in via Roma 1/c al Circuito OFF di Fotografia Europea, manifestazione internazionale di fotografia che si tiene annualmente a Reggio Emilia.

 

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La creatività urbana come impegno sociale non è cosa nuova. In passato però l'espressione artistica veniva utilizzata come mezzo di protesta, un modo per diffondere messaggi di dissenso o di denuncia. Oggi questo aspetto è meno sfruttato dagli artisti urbani.

L'impegno si è tramutato in cose da fare come ad esempio l'applicazione dei graffiti, soprattutto nel figurativo, nella riqualifica di edifici o addirittura quartieri in degrado. Oppure l'utilizzo della streetart come ricerca spirituale, come viaggio interiore o accompagnamento alla meditazione. Oppure sempre più richiesto è l'intervento degli artisti graffitari nei progetti di sostegno e aiuto alla persona. Nelle carceri ad esempio, nella sensibilizzazione verso la creatività e l'educazione al bello nelle scuole, negli istituti per malati psichici.

Altro esempio di positivo rapporto tra creatività e sociale, è l'intervento negli istituti di ricovero o nelle case di riposo. Già a Lisbona, nel 2015, è stato realizzato "il primo fortunato workshop teorico e pratico per connettere l'arte tra generazioni. Il progetto ideato dall'organizzazione portoghese Lata 65 ha condotto gli anziani ad apprendere la pratica della streetart, sui muri della città, con l'accompagnamento di artisti portoghesi conosciuti". La notizia ha fatto il giro del mondo.

Questa proficua collaborazione tra gli anziani e gli artisti, a quasi tre anni dall'esperienza di Lisbona, si è potuta realizzare anche in Italia.

A Varano De Melegari in provincia di Parma, presso la Casa Residenza per anziani, Bonzani. L'iniziativa è stata possibile grazie alla volontà e al sostegno della ONLUS AuroraDomus e al personale della Residenza Anziani.

Tutti, compresi anziani e writers, si sono impegnati per la riuscita del progetto. "La nostra associazione McLuc Culture da più di dieci anni è impegnata nella promozione della creatività urbana. Più di un anno fa stavamo ragionando sulla eventualità di realizzare un progetto simile a quello di Lata65". Trovare spazi, risorse e consensi istituzionali non era cosa facile. "Ci siamo entusiasmati subito e accolto con favore la proposta di realizzare, con la partecipazione degli ospiti, una serie di opere con gli spray nello stile e nella tecnica dei graffiti. Dopo circa un anno di gestazione e di aspetti organizzativi e tecnici da risolvere è stato possibile avviare il progetto".

Tredici artisti membri di McLuc Culture hanno incontrato gli anziani, tra Dicembre 2017, Gennaio e Febbraio 2018, hanno conosciuto in parte le loro storie, le loro abitudini, l'ambiente in cui vivono. Questo ha permesso di raccogliere spunti, suggestioni, ispirazione per poi riuscire a interpretare su 43 pannelli i loro racconti, le loro visioni, le loro inquietudini e i loro ricordi.

La Casa Residenza Bonzani ha potuto arricchirsi di energia e emozioni che resteranno indelebili anche quando gli artisti non ci saranno più. Saranno nell'aria e sulle opere stesse che coloreranno le pareti dei corridoi, delle sale e delle camere. Questa è la dimostrazione concreta del valore dell'arte come sviluppo sociale, come contributo al miglioramento della qualità della vita.

Il valore è maggiormente prezioso in casi come questi in cui due mondi apparentemente distanti, la residenza per anziani e il mondo dei graffiti, si avvicinano e realizzano qualcosa di bello. Avviene tutto in modo naturale. Gli/le ospiti, i/le giovani artisti/e, i famigliari delle/degli anziane/i, i/le collaboratori/ici della residenza, tutte le persone coinvolte, turnazioni permettendo, hanno accolto con generosità questo percorso. Le barriere nascono dai pregiudizi, gli ostacoli sono soprattutto mentali. Per questo non esistono. Vedere il sorriso dei/delle residenti, la loro gioia per la presenza di tanti giovani artisti, la loro partecipazione diretta o indiretta è stato impagabile. Superare certe regole e certe rigidità dettate dalle convezioni non portano necessariamente al caos, spesso sprigionano momenti di magia quando la strada della libertà espressiva viaggia sulla strada del cuore.

Fabrizio Maci
mclucculture.it

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Giovedì, 12 Aprile 2018 06:10

Pilotta, inaugurata la Sala del Trionfo - foto

E' stata inaugurata ieri sera la nuova sezione della Galleria Nazionale interamente dedicata alle arti decorative della corte ducale di Parma.

In uno spazio fino ad ora non accessibile al pubblico e completamente riallestito, attorno allo spettacolare Trionfo da tavola di Damià Campeny, trovano degna collocazione opere di Petitot e Boudard, ceramiche della Real fabbrica di Parma, severi armadi farnesiani e arredi di gusto rocaille insieme a una attenta selezione di preziosi manufatti sottratti al buio dei depositi e posti in dialogo con gli affreschi dei maestri attivi a Parma dal XVI al XVIII secolo.

L'accostamento di questo variegato patrimonio rievoca gli ambienti della corte ducale caratterizzati dalla convivenza delle diverse arti, in sintonia con il gusto artistico europeo.

L'evento inaugurale è stato accompagnato da un concerto con musiche di F.J.Haydn. W.A. Mozart e G.Verdi eseguite dai due violini Mihaela Costea e Simona Cazzulani, realizzato grazie alla collaborazione con la Fondazione Arturo Toscanini di Parma.

In chiusura è stato consumato un buffet ai partecipanti  offerto dal Consorzio di Tutela del Vino dei Colli di Parma DOC.

(Servizio fotografico di Francesca Bocchia)

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Mercoledì, 04 Aprile 2018 14:58

La mostra "Pop Vision" di Sasha Torrisi

Dal 5 al 30 aprile lo spazio espositivo LaZona, presso il Centro Cinema Lino Ventura, ospiterà la mostra "Pop vision" di Sasha Torrisi.

L'esposizione "POPvision" nasce con l'intento di rappresentare in chiave Pop l'Italia dei grandi cambiamenti dal dopoguerra ad oggi. Non una semplice riflessione dell'artista Sasha Torrisi, bensì un'analisi articolata che racconta le profonde trasformazioni della nostra società dal 3 gennaio 1954 (esordio delle trasmissioni tv) ad oggi. Il primo palinsesto televisivo nasce come strumento educativo e di informazione: il programma "Non è mai troppo tardi" insegna a leggere e scrivere, mentre il vero e proprio intrattenimento televisivo ha inizio con il quiz "Lascia o Raddoppia", che riempie le serate di tutti gli italiani. La prima pubblicità, invece, compare solo nel 1957 con il "Carosello". "POPvision" non è solo un'esposizione sulla tv, ma una vera e propria esperienza che intreccia la storia della nostra società con il lessico della Pop Art.

Sasha Torrisi è conosciuto per essere voce e chitarra della famosa rock band italiana "TIMORIA" con la quale realizza 4 album e calca importanti palchi come quello del Festival di Sanremo.
In ambito pittorico cresce nello studio dell'artista Marco Lodola dal quale impara le tecniche della Pop Art. Le sue opere hanno una forza cromatica esuberante legata alle modalità narrative fumettistiche, ma rielaborano personaggi e dettagli fino all'astratto. Sembra che i soggetti siano indiscussi protagonisti di un immaginario Pop storyboard: si stagliano da una liquida realtà metafisica in una dimensione asettica, levigata, fluorescente, oltre la realtà delle cose. Un ritmo compositivo energico e frenetico che scaturisce dalle esperienze musicali acquisite generando uno stile unico. Ha esposto in tutto il mondo con notevole interesse di pubblico e critica.

Orari apertura LaZona - Centro Cinema Lino Ventura (Via D'Azeglio 45/D):
lunedì e mercoledì : 9.00 alle 13.30
martedì, giovedì, venerdì e sabato: 9.00 - 13.30 e 14.30 - 19
Contatti: tel. 0521/031041 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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Mercoledì, 28 Marzo 2018 07:33

"The Grandfather Platform"

Oltre 5.000 visitatori per l'opera site specific di Luca Pozzi a Palazzo Magnani. Fino a venerdì 30 marzo, incontri ravvicinati con gli affreschi dei Carracci per un viaggio emozionale sospeso tra il tempo e lo spazio

Il progetto, a cura di Maura Pozzati, costituisce una nuova importante tappa nell'ambito della collaborazione intrapresa da UniCredit e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna volta a promuovere il patrimonio artistico dello storico edificio bolognese.

Sono oltre 5.000 i visitatori di The Grandfather Platform, opera site specific pensata dall'artista milanese Luca Pozzi per Palazzo Magnani, che permette di vivere un viaggio nel tempo e nello spazio, dentro e attraverso superfici, storia e futuro. Un'esperienza per i sensi e per l'anima in una originale mostra d'arte che, grazie ad una monumentale piattaforma interattiva, consente incontri ravvicinati con gli affreschi realizzati da Ludovico, Agostino e Annibale Carracci nel tardo Cinquecento, tra vibrazioni dallo spazio, buchi neri e realtà aumentata.

Inaugurata lo scorso 2 febbraio all'interno del percorso espositivo di Arte Fiera - Art City, The Grandfather Platform è una mostra unica per elaborazione creativa e realizzazione.

Il progetto, a cura di Maura Pozzati, costituisce una nuova importante tappa nell'ambito della collaborazione intrapresa da UniCredit e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna al fine di promuovere Palazzo Magnani come rinnovato luogo di cultura, capace di accogliere nuove forme di espressione artistica sempre più vicine alla contemporaneità. Grazie a The Grandfather Platform, infatti, lo storico edificio è aperto alla città affinché questa possa immergersi in un'esperienza d'arte composita e innovativa, unica nel suo genere.

Centro nevralgico della mostra è la Sala dei Carracci interamente occupata da un'installazione ambientale che permette ai visitatori di salire a oltre 4 metri di altezza per trovarsi vis-à-vis, per la prima volta nella storia di Palazzo Magnani, a una distanza così ravvicinata con i magnifici affreschi carracceschi che ornano le pareti dell'intero salone.

Il potenziamento della fruizione dell'affresco non è tuttavia l'unico effetto che l'opera di Pozzi produce. L'artista offre suggestioni derivanti dalla traduzione visiva di alcune moderne teorie della fisica, giungendo ad immaginare l'invisibile. The Grandfather Platform, nel mutare la prospettiva sul fregio dal livello terra del salone al livello sopraelevato della piattaforma, evoca l'imprescindibilità del punto di vista, principio caro alla meccanica quantistica. Ma Pozzi si spinge anche oltre, creando una sorta di cunicolo spaziotemporale all'interno del quale il visitatore può metaforicamente viaggiare nel tempo, dal presente all'origine della fondazione di Roma.

L'installazione permette tra l'altro di sperimentare gli effetti emozionali della realtà aumentata scaricando l'app ideata da Pozzi e predisposta da Bepart, partner tecnico del progetto. La mostra continua nelle sale adiacenti dove è visibile la serie di sculture in bronzo lucidato a specchio "Dragon's Eggs" - risultato di una collaborazione con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) che le ha equipaggiate di veri scintillatori muonici in grado di percepire il passaggio di particelle subatomiche altrimenti invisibili, segnalandone la presenza attraverso un impulso luminoso. Il progetto si chiude con la presentazione degli scatti fotografici "Wilson Tour" realizzati documentando il lancio di una pallina da tennis il 19 novembre 2017 dalle 11.00 alle 17.45 di fronte alle scene delle "Storie dei primi fondatori Romolo e Remo" dipinte da Ludovico, Agostino e Annibale Carracci.

Nella Quadreria, inoltre, sono esposte due sculture realizzate dall'artista, già presenti nella Collezione d'Arte UniCredit. Queste opere mettono in luce un uso originale della forza di gravità, connesso a temi artistici e religiosi della realtà bolognese.

La mostra è visitabile fino a venerdì 30 marzo nelle giornate di mercoledì (dalle 10 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 20) e di giovedì e venerdì (dalle 14,30 alle 18).

 

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Sono approdate in piazza Sant'Antonino a Piacenza, stamani, due delle tre installazioni dell'artista Brunivo Buttarelli che resteranno esposte all'ombra della basilica patronale sino al 6 giugno prossimo.

Le sculture – di cui la terza sarà collocata entro il pomeriggio odierno – anticipano la personale "Trasformatori di mondi", organizzata dalla Galleria "Il Lepre" in collaborazione con l'Amministrazione comunale, che verrà inaugurata a Palazzo Farnese il 14 aprile e sarà visitabile sino al 20 giugno. I grandi gusci frantumati e corrosi, quasi fossero affiorati da remote spiagge, rappresentano anche l'omaggio alla ricchezza di fossili e al passato geologico del territorio piacentino.

Brunivo Buttarelli, noto in ambito internazionale, è nato nel 1946 a Casalmaggiore (Cr). Già docente, per quasi vent'anni, di Tecniche pittoriche murali all'Istituto Toschi di Parma, nello stesso periodo ha lavorato come restauratore di affreschi, opere lignee e lapidee, coltivando anche lo studio dell'archeologia. Fondatore del Centro Casalasco di Studi Paleontologici, ha iniziato nel 1986 l'attività di pittore e scultore scenografo al Teatro Regio di Parma. Nel 1990 ha abbandonato l'attività didattica per dedicarsi completamente alla ricerca scultorea, intrecciando nella sua opera l'esperienza multidisciplinare acquisita, la pratica sul campo nella bottega di falegnameria del padre e l'utilizzo di diversi materiali.
Le sue opere, presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all'estero, sono state esposte anche all'esterno del Muse – Museo di Scienze di Naturali di Trento progettato da Renzo Piano, nell'ambito del progetto "Muse en plein air".

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Lo storico edificio da poco ristrutturato dalla banca ha accolto i ragazzi del liceo Chierici di Reggio Emilia per una visita guidata tra le meraviglie artistiche e architettoniche della dimora cinquecentesca

Reggio Emilia, 7 marzo 2018 – Sede di UniCredit, tesoro della città: Palazzo Pratonieri apre le porte agli studenti del liceo artistico Chierici di Reggio Emilia.
Lo storico edificio è stato da poco ristrutturato dal Gruppo bancario che vi ha insediato una filiale innovativa, alcuni uffici di direzione territoriale e la sede dell'Area Private Emilia. E che soprattutto ha voluto così portare a compimento un intervento mirato alla conservazione e alla valorizzazione di un pezzo di storia di Reggio Emilia.

Gli studenti del liceo Chierici sono stati i primi a poter usufruire di un "viaggio" nell'arte e nella storia di uno dei gioielli architettonici di Reggio Emilia.
Martedì 6 marzo, guidati dall'architetto Valentina Ippolito di Real Estate UniCredit, da Bruno Ferrarini del Team Sicurezza UniCredit, con un tecnico dello studio Re-enter che ha curato la progettazione e la direzione lavori e la professoressa Franca Farra che ha accompagnato i ragazzi, gli studenti del liceo Chierici hanno quindi potuto ammirare i tesori storico-artistici che caratterizzano l'immobile di pregio, come l'imponente scalone, le sculture realizzate da Cirillo Manicardi, Enrico Prampolini e altri artisti reggiani; gli arazzi dipinti, i fregi pittorici e i bassorilievi in bronzo.