Lunedì, 14 Aprile 2014 14:50

Parma - Senza impresa non c'è Italia: la tassazione locale non uccida le piccole e medie imprese del territorio

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Le Associazioni dell’artigianato e del commercio hanno convocato una conferenza stampa presso la Camera di Commercio di Parma per sollecitare le Amministrazioni comunali a una maggiore attenzione alle imprese nel ridefinire tariffe e regolamenti applicativi relativi ai tributi locali.

 

Parma, 14 aprile 2014 -


La Legge di stabilità 2014 ha istituito la IUC (Imposta Unica Comunale) che si divide in tre voci Tari (Tassa sui rifiuti), Tasi (Tributo per i servizi indivisibili) e Imu (Imposta municipale propria a carattere patrimoniale). Questi nuovi tributi stanno creando nelle imprese una seria preoccupazione, perché il rischio reale è quello di vedersi aumentare in modo esponenziale i costi.

Tenuto conto che è notorio  il grave stato di difficoltà in cui il sistema economico italiano sta dibattendosi, che come è bene ricordare è costituito per il 97% da imprese con meno di 20 addetti, le Associazioni in rappresentanza di artigianato e commercio, riunite sotto la sigla  di RETE IMPRESE ITALIA, hanno condiviso in un documento unitario da  sottoporre agli amministratori locali alcune riflessioni e richieste delle quali tenere conto nel ridefinire tariffe e regolamenti applicativi dei tributi predetti.

Il nostro sistema produttivo non può sostenere ulteriori oneri così come accaduto in precedenza in modo generalizzato e diffuso in gran parte dei Comuni della provincia. Senza impresa non c’è lavoro e non ci può essere crescita economica.

Per questa ragione le Associazioni chiedono che le scelte che si stanno per deliberare non vadano a penalizzare ulteriormente la componente produttiva e invitano le Amministrazioni a rivedere i contratti con le Multiutility fornitrici dei servizi, che continuano a macinare utili mentre le imprese chiudono,  che le risorse finanziarie di cui i comuni hanno bisogno vengano reperite attraverso una distribuzione,  tra i vari soggetti passivi dei suddetti tributi, con criteri di equità, evitando la tentazione di ricorrere a modalità e metodi che invece hanno, visto anche il periodo, l’unico obiettivo di cercare un consenso elettorale.

Per questo motivo alle Amministrazioni comunali del territorio, oltre che ad un confronto nel merito per condividere le scelte, le Associazioni sollecitano un maggiore coraggio su alcuni punti che ritengono fondamentali per le imprese: TARI, IMU, TASI e COSAP. 

Hanno illustrato questi temi in conferenza stampa:
Michele Pignacca (Presidente provinciale Confartigianato-GIA), Gualtiero Ghirardi (Presidente provinciale CNA), Leonardo Cassinelli (Presidente provinciale Confartigianato-Apla), Ugo Margini (Presidente provinciale Ascom-Confcommercio), Corrado Testa (Presidente provinciale Confesercenti).

 

 

DOCUMENTO INVIATO A TUTTI I SINDACI DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI PARMA

 

A tutti i Sindaci dei comuni della provincia di Parma

Oggetto: Riduzione della tassazione locale

Illustrissimo Sindaco,

Senza impresa non c’è lavoro e non ci può essere crescita economica e se le imprese continueranno a chiudere non ci  sarà più neppure la base imponibile per tassarle. 

La Legge di stabilità 2014 ha istituito la IUC (Imposta Unica Comunale) che si divide in tre voci Tari (Tassa sui rifiuti), Tasi (Tributo per i servizi indivisibili) e Imu (Imposta municipale propria a carattere patrimoniale).

Questi nuovi tributi stanno creando nelle imprese che rappresentiamo una seria preoccupazione, perché il rischio reale è quello di vedersi aumentare in modo esponenziale i costi.

Tenuto conto che è notorio  il grave stato di difficoltà in cui il sistema economico italiano sta dibattendosi, che come è bene ricordare è costituito per il 97% da imprese con meno di 20 addetti, le scriventi Associazioni in rappresentanza di artigianato e commercio, riunite sotto la sigla  di RETE IMPRESE ITALIA, attraverso questo documento,  sottopongono agli amministratori locali alcune riflessioni e richieste delle quali auspichiamo vorranno tenere conto nel ridefinire tariffe e regolamenti applicativi dei tributi predetti.

Chiediamo in via generale che le imprese non vengano gravate di ulteriori oneri così come è accaduto in precedenza in modo generalizzato e diffuso nella gran parte delle municipalità del territorio provinciale.

Per questa ragione chiediamo che le scelte che si stanno per deliberare, salvo proroghe, non vadano a penalizzare ulteriormente la componente produttiva. È necessario rivedere i contratti con le Multiutility fornitrici dei servizi, che continuano a macinare utili mentre le imprese chiudono,  che le risorse finanziarie di cui i comuni hanno bisogno vengano reperite attraverso una distribuzione,  tra i vari soggetti passivi dei suddetti tributi, con criteri di equità, evitando la tentazione di ricorrere a modalità e metodi che invece hanno, visto anche il periodo, l’unico obiettivo di cercare un consenso elettorale.

Per questo motivo alle Amministrazioni comunali del territorio, oltre che ad un confronto nel merito per condividere le scelte, chiediamo  maggiore coraggio su alcuni punti che riteniamo fondamentali per le imprese che rappresentiamo e che di seguito elenchiamo.

 

 

TARI

Revisione contratti tra i Comuni ed enti gestori del servizio rifiuti.

Affinché si possa predisporre un piano pluriennale di raccolta dei rifiuti è necessario che da subito gli amministratori chiedano con forza agli enti gestori del servizio una modifica al ribasso dei contratti di fornitura, anche con l’appoggio delle nostre Associazioni. Inoltre è opportuno che il comune dimostri  che il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sia stato affidato a parità di qualità alle migliori condizioni economiche.

Ogni comune dovrebbe arrivare alla raccolta puntuale.

La legge di stabilità 2014 offre la possibilità ai comuni di adottare una tariffazione o determinata dai criteri del DPR 158/99 (Legge Ronchi), oppure nel rispetto di chi “inquina paga”. Nel secondo caso che è certamente più significativo, il comune può commisurare la tariffa alla quantità e qualità medie ordinarie dei rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e ad alla tipologia delle attività svolte, nonché al costo del servizio sui rifiuti. Questo porterebbe alla raccolta puntuale dei rifiuti, che andrebbe a risolvere molte problematiche relative ai costi: l’impresa paga in base a quanti rifiuti produce. In quest’ottica rileviamo la necessità che per la tariffazione puntuale venga considerato l’effettivo peso dei rifiuti prodotti e non il numero degli svuotamenti effettuati dal servizio di raccolta e vengano detassati i rifiuti speciali, assimilabili agli urbani ed i sottoprodotti che lo stesso produttore dimostri di avere avviato al recupero o in subordine individuare effettive agevolazioni proporzionali alla quota di rifiuti smaltiti autonomamente.

Ridefinire la ripartizione tra utenze domestiche e non domestiche in base ai mq nella parte variabile della tassa.

Come più volte sottolineato, per le aziende che rappresentiamo, la tassazione dei rifiuti è un a delle voci che incide maggiormente sui costi dell’impresa, pertanto è auspicabile che i comuni ridefiniscano, sulla parte variabile del tributo, in accordo con le Associazioni di categoria, una diversa ripartizione tra le utenze domestiche e quelle non domestiche in base ai metri quadrati di superficie atti a produrre rifiuto.

Agevolazioni per le attività economiche site nelle frazioni dei comuni.

È necessario inserire agevolazioni sulla tassa dei rifiuti per le attività commerciali e produttive site in frazioni con non più di 500 abitanti che esercitano un ruolo di presidio e servizio per la collettività.

Circoli privati e simili per la parte di somministrazione equiparati ai Pubblici Esercizi.

È necessaria una parità di trattamento per quanto riguarda la tassa dei rifiuti tra circoli privati o similari e aziende del settore dei Pubblici Esercizi (Bar, Ristoranti, ecc.).

Il termovalorizzatore come risorsa per diminuire la tassazione dei rifiuti.

Il termovalorizzatore, esistente e in funzione sul nostro territorio, deve portare ad un vantaggio economico reale in termini di riduzione delle tariffe dei rifiuti per il mondo delle imprese e sulla collettività. Sono noti infatti i benefici economici derivanti dalla produzione di energia elettrica e calore dalla combustione dei rifiuti. Inoltre, rispetto alla situazione preesistente, tale impianto ha favorito l’autosufficienza del territorio provinciale in tema di rifiuti facendo diminuire i costi di trasporto e smaltimento.

Regolamento uniforme a livello provinciale

Da anni si parla di semplificazioni mentre ci sono 47 regolamenti comunali, uno per ogni comune e tutti diversi tra di loro, per ogni tributo. Si auspica l’adozione di un modello uniforme di regolamento da parte di tutti i comuni del territorio provinciale.

IMU

L'immobile strumentale all'azienda non deve essere tassato.

L’Imu è l’imposta municipale propria di natura patrimoniale. Come ribadito a livello nazionale da Rete Imprese Italia riteniamo  che questa imposta non debba assolutamente essere applicata a tutti quegli immobili che sono strumentali all’azienda. In alternativa richiediamo comunque l’applicazione della tassazione minima consentita. 

TASI

Azzeramento dell'aliquota.

La Tasi è il tributo per i servizi indivisibili a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile. Nella Legge di stabilità 2014 viene evidenziato che l’aliquota base è pari all’1 per mille. È facoltà del comune, tramite delibera del Consiglio comunale, ridurre l’aliquota sino all’azzeramento oppure determinarla in modo tale che la somma tra l’aliquota Tasi e quella Imu non sia superiore all’aliquota massima statale del 31/12/2013, che per il 2014 non può superare il 2,5 per mille. Pertanto è importante che le amministrazioni tendano all’azzeramento dell’aliquota o al massimo rimangano su quella di base come prescrive la normativa.

COSAP

Incentivazione

Al fine di incentivare l’utilizzo di aree pubbliche al servizio delle attività e renderlo concorrenziale nei confronti dei comuni delle provincie limitrofe, si chiede la riduzione del 20% della tariffa giornaliera.

 

 

 

 

(Fonte: ufficio stampa Rete Imprese Italia)