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Scomparsa una ragazza sulla nave da crociera Norwegian Epic: ricerche in corso da stamattina nelle acque nord-occidentali dell'isola di Minorca nelle Baleari in Spagna. Nelle operazioni sono impegnate due elicotteri, una motovedetta e un aereo (SAR). Lo Sportello dei Diritti: "Le navi da crociera la location ideale per sparire! 315 persone scomparse dal 2000"

- Ricerche sono in corso da stamatina nelle acque nord-occidentali dell'isola di Minorca nelle Baleari in Spagna da parte delle Capitanerie di porto dopo la segnalazione della scomparsa di una passeggera della nave da crociera Norwegian Epic. Vi partecipano due elicotteri, una motovedetta e un aereo (SAR) del centro di soccorso Marittimo delle Isole Baleari. La scomparsa della ragazza che indossava un pigiama rosa, sarebbe avvenuta dopo le ore 01:00 di sabato. Centinaia di passeggeri della lussuosa nave norvegese Epic si sono uniti alla ricerca dell'adolescente che secondo quanto è stato riferito "non sa nuotare". La nave, aveva lasciato Cannes venerdì e doveva attraccare a Palma di Maiorca, nelle prime ore del sabato. Un portavoce di Norwegian Cruise Lines ha dichiarato al Sun Online: "La mattina presto dell'8 giugno, un'ospite coreana adulta è andata fuori bordo mentre la nave stava navigando da Cannes, in Francia, a Palma di Maiorca, in Spagna."Non appena è stato redatto il rapporto, le autorità sono state informate e ne è seguita un'operazione di ricerca e soccorso."La ricerca è ora cessata e, purtroppo, l'ospite non è stato trovato: i nostri pensieri e le nostre preghiere sono con la famiglia dell'individuo in questo momento difficile".

L'industria crocieristica è un vero affare.

Ogni anno, più di 25 milioni di persone scelgono questo tipo di vacanza per godere momenti rilassanti. Queste navi offrono il massimo dell'ospitalità, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Molte persone considerano la crociera il modo più sicuro per viaggiare, liberi dalle seccature dei controlli in aeroporto o dover orientarsi su percorsi sconosciuti. Ma quello che i passeggeri forse non realizzano è che appena si passa attraverso acque internazionali, l'effettivo percorso è in un paese dove non c'è polizia. Infatti, una volta che si naviga a circa 12 km dalla costa, non si è più protetti dalle forze di polizia del proprio Paese né da quelle del Paese più vicino. Al contrario, per la legge marittima, qualsasi reato commesso è responsabilità della nazione in cui la nave è registrata.

Secondo Ross Klein della Canadian University of Newfoundland, più di 20 persone spariscono ogni anno dalle navi da crociera. Il professore di studi marittimi ha documentato 315 episodi simili dal 2000. Molti casi sono dovuti al suicidio, altri agli incidenti, spesso a causa dell'abuso di alcol. "Tuttavia, è preoccupante che in circa il 30 percento di tutti i casi non vi sia alcuna indicazione di cosa potrebbe essere successo ai passeggeri", ha dichiarato Klein.

Il numero di persone che scompaiono in mare suscita notevole preoccupazione, soprattutto quando la maggior parte dei casi riguarda un incidente o un suicidio, con poca o nessuna indagine. Moltissimi passeggeri non è consapevole dei rischi connessi a una crociera, non sanno che una volta che è la nave parte dal porto, si trovano in mare aperto e sotto totale controllo di altri paesi. Non serve a nulla rivolgersi alla sicurezza che si trova a bordo poiché non hanno nessun potere. Alcuni sono ex poliziotti ma altri non hanno alcuna esperienza in fatto di indagini o sul trattamento delle vittime di reati. È inspiegabile che una città galleggiante che ospita fino a 8.000 persone, possa navigare senza forze di polizia o personale addestrato che abbia l'autorità legale dello Stato di bandiera per indagare e arrestare e finché non sarà conseguito questo obbiettivo a soffrirne saranno i passeggeri.

(9 giugno 2019)

Pubblicato in Cronaca Emilia
Domenica, 09 Giugno 2019 23:51

Canada, la tomba della Formula 1

Vittoria di Vettel, scacciacrisi per la Ferrari e scacciasonno per gli appassionati? Macchè. Una penalità assurda toglie alla Ferrari quanto di guadagnato sul campo e riduce ad insensato reality show la massima serie automobilistica.

di Matteo Landi

Doveva essere la vittoria della rinascita Ferrari. Dopo la strepitosa pole position conquistata sabato da Vettel, ed uno scatto impeccabile del tedesco allo start della gara, il ritorno al trionfo del quattro volte campione del mondo era praticamente certo, considerando la potenza della power unit di Maranello che ha permesso alle Ferrari di essere irraggiungibili ed insuperabili sugli allunghi del circuito che sorge sull'isola Notre Dame. La vittoria di Vettel avrebbe fatto bene non solo al morale dello stesso, a secco dal Gp del Belgio disputato il 26 agosto dello scorso anno, ma all'intera F1 in ricerca disperata di una seria antagonista alla schiacciasassi Mercedes, dominatrice della stagione in corso oltre che squadra campione del mondo dall'inizio dell'era turbo-ibrida datato 2014. La cavalcata di Vettel è stata meravigliosa, con un'unica, piccola, sbavatura. Hamilton è stato per il tedesco un pungolo costante per tutta la gara, ma, a pit stop completati, solo un'errore del leader della gara avrebbe permesso all'inglese di acciuffare la vittoria. Un'esitazione che è arrivata al 48esimo giro, quando Vettel sbanda alla seconda variante, va sull'erba e rientra in pista controllando la posizione su Hamilton, che non riesce ad approfittarne. Il tedesco lascia all'inglese lo spazio necessario per evitargli l'impatto con il muro. Il campione del mondo in carica alza il piede e resta dietro. Una manovra come le tante che si vedono abitualmente nella pancia del gruppo. Un ritorno al ruota a ruota nella lotta per la leadership che tanti attendevano con ansia, necessaria a riportare un pò di adrenalina in questo altrimenti abulico mondiale. Qualcosa a cui Hamilton e Mercedes non erano più abituati, ed infatti ecco servito il team-radio polemico del pilota inglese. A cui rispondono i commissari con cinque, vergognosi, secondi di penalità affibbiati al tempo di gara di Vettel.

La dignità persa dalla F1 e la rabbia di Vettel. Storia di una domenica insensata

A fine gara il tedesco è furioso. Va sotto il podio, dove dietro i cartelli che indicano i primi tre classificati manca la Ferrari n°5, abbandonata altrove dal pilota stesso. Vettel toglie il n°1 davanti alla vettura di Hamilton, perdendo definitivamente l'aplomb teutonico. Un gesto di rabbia, dopo una vittoria sfumata a causa di una decisione assurda, fischiata anche dal pubblico canadese. Il Gran Premio del Canada avrebbe potuto riaccendere i riflettori spenti da tempo su una F1 in crisi di consensi. Ed invece ne diviene la tomba definitiva. Da gladiatori, uomini che sfidavano le leggi della fisica e persino la morte, a burattini imbavagliati ed imbrigliati dal politically correct ed una Federazione che così facendo spegne definitivamente le luci su un mondiale che alla Mercedes, a meno di cataclismi, non potrà sfuggire. Il 9 giugno 2019 la F1, dispiace dirlo, è morta. Per risorgere avrà bisogno di ritrovare credibilità. Con gli occhi lucidi per l'addio di Lauda, abbiamo ricordato i gesti eroici di un'epoca che, oggi ne abbiamo la conferma, non tornerà mai più.

Leclerc terzo, completa un podio amaro

Hamilton primo, Vettel secondo. Recita la classifica falsata dalla già citata decisione non condivisibile dei commissari. Dietro di loro è giunto un buon Leclerc. Il monegasco stavolta non ha viaggiato sugli stessi ritmi del compagno di squadra. Se in Bahrain si trattò di podio amaro, anche oggi non ha potuto festeggiare come avrebbe voluto, fra i fischi dedicati ad Hamilton dal pubblico, alla faccia scura di Vettel, secondo ma moralmente primo. Si spera che presto riesca a brindare come merita.

Renault risorge e Ricciardo emoziona

Chi ha da gioire pienamente è la Renault, sesta e settima al traguardo con Ricciardo davanti a Hulkenberg. La competitività ritrovata dalla squadra francese ha del prodigioso. La forza d'animo messa in pista da Ricciardo è commovente. Vedere l'australiano lottare con le Red Bull è una gioia per gli occhi ed una rivincita nei confronti del destino che lo aveva allontanato dagli austriaci, dopo che agli stessi tanto aveva dato. Le caratteristiche della pista di Montreal sono uniche, ma si spera che Renault riesca ad assicurare a Ricciardo una vettura degna del suo talento, anche altrove.

Ridateci presto la Formula 1

Fra due settimane la Formula 1 tornerà in Europa. Si correrà in Francia. Oggi, il giocattolo è rotto. Raccogliere e mettere insieme i pezzi non sarà facile. Presto ci renderemo conto se a qualcuno, veramente, interessa. Mettetevi la mano sul cuore, cari commissari. Così non va.

Pubblicato in Motori Emilia

Editoriale: - I nostri splendidi alleati (8) non si smentiscono ma - Burro e crema giù, latte spot in salita, panna stabile.- Cereali e dintorni. In attesa dell'USDA mercati ancora nervosi - Andalini, ambito riconoscimento ricevuto per lo stabilimento La Sovrana di Puglia - Caro petrolio, o No? -
SOMMARIO Anno 18 - n° 23 09 giugno 2019
1.1 editoriale
I nostri splendidi alleati (8) non si smentiscono mai.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Burro e crema giù, latte spot in salita, panna stabile.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero tendenze -
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dal Meteo lo stimolo alla speculazione.
3.1 bis cereali e dintorni Cereali e dintorni. In attesa dell'USDA mercati ancora nervosi
7.1 ambiente Piacenza, Messa in sicurezza di un tratto della condotta Agazzano- Battibò
7.2 ambiente Il segretario del distretto del Po Berselli in rappresentanza italiana sottoscrive l'intesa
8.1 maltempo e frane Le frane in provincia di Reggio Emilia
8.2 Industria Felix Andalini, ambito riconoscimento ricevuto per lo stabilimento La Sovrana di Puglia
9.1 caro carburanti Caro petrolio, o No?
9.2 anguria IGP "L'Anguria Reggiana Igp ha sconfitto gli effetti dei cambiamenti climatici"
10.1 cereali e prove in campo Cereali, prove in campo al CAP Parma.
11.1 Viabilita' Riapertura del Ponte di Casalmaggiore con le 500 del Club Italia e Gazzetta dell'Emilia
11.2 Viabilita' Riaperto il Ponte sul Po di Colorno – Casalmaggiore
12.2 ambiente Giornata mondiale dell'ambiente 2019 (#beatairpollution)
13.1promozioni "vino" e partners
14.1 promozioni "birra" e partners

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Sede a Parigi, dividendi miliardari per Renault e un consigliere del Governo Francese nel board della nuova società. La condizioni perfette per fare saltare qualsiasi tipo di accordo. Intanto Renault ha un problema con 400.000 motori benzina 1.2 montato anche su Mercedes e Nissan

di Lamberto Colla Parma 9 giugno 2019 -

Nessuno stupore e forse per FCA è andata meglio così piuttosto che cadere nelle trappole vischiose di un alleato inaffidabile e germano centrico come è il Governo Francese.

Tanto pretendevano i francesi, senza meritarlo, che alla notizia del ritiro della proposta da parte FCA il titolo Renault è caduto del 7% e quello di FCA dopo un avvio negativo ha recuperato l'1%.

Questo la dice lunga sulla differenza attuale tra le due compagnie automobilistiche. Il Lavoro straordinario di Marchionne sta ancora dando i suoi frutti e forse, stando a quanto i Francesi hanno dimostrato, l'idea di una santa alleanza tra il gruppo Hyundai, quarto gruppo al mondo, dopo aver superato Ford nel 2010 (comprende anche KIA), e FCA sarebbe stata la conclusione perfetta del processo di internazionalizzazione disegnato dal povero italo canadese prematuramente scomparso.

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Una fusione che potrebbe giovare a entrambi, i Coreani acquisirebbero lo stile e il design italiano arricchendo d'appeal le loro autovetture e il gruppo italo statunitense quei mercati asiatici dai quali sono ancora emarginati.
Chissà che le pretese irricevibili dei Francesi abbiano fatto bene agli eredi dell'avvocato e quindi indurre Yaki & C. a tornare e a rispolverare gli appunti del poco compianto Marchionne.
Già perché questa eccessiva riservatezza verso il manager Italo Canadese non può essere giustificata da una volontà dello stesso Sergio. Quel Marchionne che in meno di 20 anni ha salvato la casa automobilistica di famiglia e rimpinguato le casse del salvadanaio di casa Agnelli e riportato la famiglia nell'elite mondiale della finanza.

Comunque, tornando alla vicenda francese, la Renault, oltre al temporaneo crollo in borsa per lo sfumato accordo con FCA dovrà entro brevissimo affrontare una nuova crisi determinata dalla necessità di ritirare ben 400.000 motori di 1.200 cc che dimostrano di avere gravi difetti. E' stato il giornale francese QueChoisir, a lanciare l'allarme che coinvolgerebbe le autovetture del gruppo Renault. Stando all'indagine che il mensile ha realizzato, è emersa una problematica gravissima che riguarderebbe ben 400.000 vetture che montano il motore H5FT, prodotto fino allo scorso anno, il quale è soggetto a rotture a causa di un eccessivo consumo di olio.
Renault però non riconosce il problema come un difetto di fabbrica e non vuole pagare i costi per la riparazione. Il problema però non riguarderebbe soltanto le auto marchiate Renault, ma anche Nissan, Mercedes e Dacia, poiché il motore prodotto dalla casa francese è stato venduto anche ad altre aziende che lo hanno poi modificato e "ribrandizzato".

I richiami per le automobili riguarderanno la Captur, Clio 4,Kadjar, Kangoo II, Mégane III, Scénic III e Grand Scénic III per il gruppo Renault. Dacia invece dovrà richiamare alcuni esemplari della Duster, Dokker e Lodgy; Mercedes la sua Citan e Nissan la "vendutissima" Juke, il Qashqai II e il Pulsar. Un documento attesta la veridicità della problematica, ma Renault nega. Il tutto sarebbe sorto da una nota interna della casa produttrice francese, finita nelle mani dei giornalisti di QueChoisir. Il documento è datato 5 Giugno 2015 ed è aggiornato al 12 Febbraio 2018.

Per questa volta ci è andata bene. Un accordo sconveniente sfumato per l'arroganza dei nostri sempre splendidi alleati!

(foto Palazzo Chigi 15 giugno 2018 incontro Conte Macron a Parigi con licenza licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT) - altre fonte LGC Paris 2004 stand FIAT)

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Pubblicato in Politica Emilia

Di Mario Vacca Parma, Parma 9 giugno 2019 - Con l'entrata in vigore del nuovo codice della crisi e dell'insolvenza si moltiplicano gli eventi, i seminari, ed i master di aggiornamento per comprendere pienamente la complessità di alcune norme. Ho avuto modo di seguire molti professionisti esporre la materia e partecipo al master organizzato da una nota scuola di formazione che annovera relatori di primaria importanza, tra avvocati, advisor, giudici ed altri professionisti.

Il tutto si è focalizzato sulla nuova legge, le regole che porta con sé, gli organi di controllo per i quali tantissime realtà sono corse ad organizzare le strutture per presunte ore di lavoro in più che perverrebbero dall'applicazione delle norme ma – a mio avviso – si è persa di vista l'azienda e l'imprenditore. Sinora ho avuto raramente il piacere di ascoltare l'invito nel comprendere le cause della crisi ed i modus operandi dell'imprenditore o dei manager.

Frequentando tanti professionisti esperti del controllo di gestione ho appreso una frase ricorrente tra di essi nel commentare le situazioni aziendali: "...abbiamo sempre fatto cosi..." ; non dimenticando che in psicologia si evidenzia che tra i traumi più rilevanti per l'essere umano vi è il cambiamento, mi sorge spontaneo pormi una domanda circa l'individuazione delle vere cause della crisi e la successiva implementazione di qualsiasi piano in continuità aziendale: chi deve farlo?

L'imprenditore?

Ma è giusto che una persona emotivamente presa, che tutto sommato molto spesso è la causa stessa della crisi, che sicuramente deve attraversare - specie nel caso di PMI familiari - momenti di agitazione anche in famiglia, debba proseguire da solo l'attività, con i tanti dubbi, che almeno inizialmente, gli affioreranno? E se passati i primi momenti di paura, vedendo che l'azienda torna a produrre utili riprende e reiteri quel modus operandi quo ante alla crisi?

Ebbene, in tale prospettiva alcuni advisor hanno sentito la necessità di includere nel gruppo dei professionisti un soggetto che affianchi l'imprenditore in azienda , una figura che man mano è sempre più definita e individuata nei CRO – Chief Restructuring Officer nel processo di ristrutturazione delle PMI;
Solitamente un manager con esperienza tanto nella gestione ordinaria dell'impresa – condivide quindi il linguaggio e i meccanismi di dirigenti e imprenditori – quanto nelle delicate vicende dei processi di ristrutturazione. Nel caso di specie coordina dall'azienda gli sforzi congiunti di imprenditori e consulenti ed è il responsabile dell'implementazione del piano di risanamento; è parte di una squadra, che comprende uno studio legale per stendere il ricorso, una società di management consulting per elaborare i contenuti industriali del piano, un financial advisor per curarne i contenuti finanziari e seguire gli istituti di credito, l'attestatore e non ultimi i professionisti storici dell'impresa.

Potrebbe far parte o meno del consiglio d'amministrazione, così come potrebbe assumere o meno le vesti di un dirigente ma, per evitare confusione, è importante che sia definito e condiviso l'obiettivo del suo lavoro rendendolo chiaro a tutti i soggetti, interni ed esterni all'azienda.

Nel percorso professionale del CRO pertanto vi è già una nota esperienza in materia, solitamente ha già vissuto i vari momenti in cui si compone la genesi, l'evoluzione e la soluzione della crisi; oltre alle competenze finanziarie deve annoverare skill come la capacità di gestione operativa delle aziende, competenze in ambito fallimentare, grandi doti di visione strategica unita a grandi doti di problem solving. Il CRO svolge anche un altro ruolo, meno formalizzato ma non meno importante, che è quello di essere la figura di riferimento e di supporto – anche umano - all'interno dell'azienda facendo ricorso all'intelligenza emotiva avendo presente che un piano annovera numeri, competenze legali, ma alla fine coinvolge gli uomini, nel bene e nel male soggetti alla propria emotività che spesso guida l'azione imprenditoriale.

Per ogni approfondimento: https://www.gruppor1.eu/public/userfiles/files/R1_Temporary%20Management.pdf 

Pubblicato in Economia Emilia

«È dalla cooperazione per ottenere un beneficio essenziale alla vita che nasce l'etica, la quale poi si evolve con regole sociali» Michael Tomasello

Di Guido Zaccarelli Mirandola 9 giugno 209 - Cos'è la tecnologia? L'arte di fare (impostare) un discorso.

Così l'etimologia riporta in noi il significato di tecnologia partendo dall'arte, intesa come invenzione, oratoria e scienza che ha condotto l'uomo al fare ordinato spingendolo a superare ogni giorno se stesso per dare un significato nuovo al proprio futuro e a quello di intere generazioni. Il tempo definisce la storia dell'uomo e il valore delle parole pronunciate in base al contesto capace di offrire sfumature, a volte, differenti dalle origini. Il contesto, in generale, svolge soprattutto la funzione di arricchire, completare il senso del discorso.

Determina la scelta di una data parola rispetto ad un'altra, precisandone il senso, cioè la direzione che l'interlocutore deve seguire per comprendere il significato. E tutto deve essere pertinente, inteso come l'insieme delle condizioni, delle opportunità e dei vincoli, spaziali, temporali e relazionali presenti in un qualsiasi scambio comunicativo. Il contesto si può ampliare, o restringere, secondo le esigenze presenti nell'interazione comunicativa.

L'arte ci porta ad impiegare la parola in modo ordinato sapendo che un uso improprio può modificare il contesto, la sensazione e la percezione del ricevente rispetto al significato attribuito dall'emittente nell'atto comunicativo. Ecco nascere un diverso modo d'intendere le cose che porta alla incomprensione e alla successiva diversità di vedute, il cambio di prospettiva, che anziché alimentare in senso positivo il dialogo si muove in una direzione opposta e spesso distorta.

La diversità nasce dall'incomprensione proveniente dalle origini delle singole esperienze che opportunamente ascoltate farebbero cadere le mura che la sostengono. La tecnologia è una scienza che nasce dall'arte e il suo fine è favorire il progresso scientifico del'uomo per il bene comune dell'intera umanità.

Lo sviluppo della tecnologia porta la società moderna a eliminare la diversità per unire ciò che prima era diviso. In questo caso mi riferisco alla nascita del DOS, (Disk Operating System ) che utilizzava l'interfaccia a caratteri per potere accedere alle periferiche presente nei primi computer. L'utilizzo era prevalentemente riservato ai programmatori, ricercatori, a persone in possesso di un elevate conoscenze e competenze in ambito informatico. Una tecnologia riservata a pochi eletti che agli occhi del mondo li rendeva diversi. La nascita di programmi con interfacce grafiche (icone) ha abbattuto le mura della diversità favorendo l'integrazione sociale e culturale e la relazione alla pari delle persone. Le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione impiega dunque l'arte come mezzo per diffondere la conoscenza e abbattere le barriere della diversità.

Un altro esempio è relativo all'uso della tecnologia informatica applicata alla realtà aumentata per includere gli studenti in aula hanno un disagio certificato. Un uso proprio della tecnologia che viene impiegata in modo orizzontale per parificare tutti allo stesso livello, per unire le diversità delle persone che possono utilizzare uno strumento comune a valore aggiunto per identificarsi in un mondo dove la parola da sola (scritta o orale) non avrebbe mai raggiunto in modo capillare ogni singolo angolo remoto della terra. Scompare l'attenzione dell'individuo verso l'altro perché orientata verso l'insieme che fa propria la tecnologia come scienza per muoversi con fare ordinato nella direzione della solidarietà, dell'agire in solido, con quella concretezza che l'uomo fin dalle sue origini ha messo in pratica per il sostegno della propria comunità.

La tecnologia diventa il punto di contatto dell'agire in solido, dove la persona mette in pegno il valore aggiunto della relazione con l'altro diventando un nodo di rete digitale che si allarga fino a raggiungere la dimensione più sensibile del mondo finito di internet (la rete delle reti) che ha abbattuto le mura perimetrali della diversità, dando vita alla più grande manifestazione d'interesse sociale e culturale che anima lo spirito dalla condivisione dei saperi. Un modo per dirla come afferma lo psicologo evolutivo e comparativo americano Michael Tomasello per mano del Porf. Francesco Suman «si riconosce il passaggio dall'intenzionalità congiunta all'intenzionalità collettiva, dove i gruppi sociali si fanno sempre più ampi, e i comportamenti (cooperativi e comunicativi) delle generazioni precedenti vengono convenzionalizzati e trasmessi alle generazioni successive per un meccanismo di trasmissione culturale.

Queste strette interazioni con altri individui hanno un effetto rivoluzionario sulle nostre capacità cognitive: sviluppiamo una rappresentazione del mondo prospettica, ovvero iniziamo a immaginare come il nostro vicino vede le cose che anche noi vediamo, ci mettiamo nei panni del nostro vicino che condivide i nostri stessi fini di sopravvivenza. Questa comune finalità d'intenti ci porta a essere informativi nelle nostre interazioni comunicative e non più solo manipolativi: è più conveniente». La parola si aggrega ad altre parole formando una rete di parole che attraverso la tecnologia diventano esse stesse nodi di nuovi linguaggi di comunicazione in grado di superare la diversità attraverso la solidarietà per entrare di diritto nella storia dell'intera umanità.

Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Paolo Rebecchi e Guido Zaccarelli, Finestre di casa nostra Immagini e racconti di un anno diverso. Uno sguardo oltre le cose
Riferimenti sitografici:
https://www.wikipedia.org/ 
https://www.avvenire.it/agora/pagine/morale-tomasello 
https://ilbolive.unipd.it/it/mettersi-nei-panni-dellaltro-radici-evolutive-pensiero-umano 

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GUIDO ZACCARELLI

CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

Pubblicato in Cultura Emilia

La ressegna fotografica della prima giornata dell'evento gastronomico che per tre giorni  animerà il centro di Piacenza - in allegato il programma completo

«Benvenuto a Piacenza al Gola Gola! Food&People Festival, che, dopo le esperienze di successo registra- te negli anni passati a Parma, si sposta nella nostra città, certificandone così quel ruolo di destinazione turistica che gli ultimi dati evidenziano e che si fonda sulle sue eccellenze anche enogastronomiche.
Il nostro è il territorio che vanta tre salumi Dop; è la terra dei grandi vini, delle paste ripiene e di tantissimo altro. La tre giorni del Gola Gola! saprà mettere sotto i riflettori, tra centinaia di eventi e migliaia di visitatori, tutto quanto di buono e bello Piacenza può e sa offri- re. Un evento unico e un'esperienza imperdibile per tutti gli appassionati di cultura enogastronomica.»
Patrizia Barbieri
Sindaco di Piacenza

(Foto e gallery di Francesca Bocchia)

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Pubblicato in Dove andiamo? Piacenza
Sabato, 08 Giugno 2019 09:58

Approvato il bilancio CAE

Bilancio CAE: l'approvazione arriva unanime da tutta l'assemblea dei soci, investimenti e innovazione confermati

Il valore della produzione aggregato di oltre 563 milioni di euro, un fatturato di oltre 244 milioni e un ebitda di circa 6,6 mil/€. Il bilancio 2018 e il piano d'investimenti passano l'esame dell'assemblea dei soci contribuendo a dare ulteriore solidità all'azione consortile sul mercato a sostegno delle filiere agricole

San Giorgio di Piano (BO) – 8 Giugno 2019 - All'indomani dei cinque incontri territoriali che si sono svolti a partire dal 31 di Maggio scorso nelle province che compongono il variegato comprensorio del Consorzio Agrario dell'Emilia (Ferrara, Imola, Castelfranco Emilia, Castelnuovo di Sotto e San Giovanni in Persiceto) il piano investimenti, risultati economico-finanziari e bilancio annuale son stati presentati e sottoposti al vaglio dell'Assemblea Generale dei Soci ieri nei locali dell'head quarter del CAE a San Giorgio di Piano.

Il voto è stato preceduto dalle relazioni introduttive che hanno posto l'accento sia sullo scenario globale dei mercati di riferimento sia sulle azioni di management prese dalla governance del Consorzio Agrario nei dodici mesi appena trascorsi.

A sostenere l'attività degli amministratori il valore della produzione aggregato di oltre 563 milioni di euro, un fatturato di oltre 244 milioni e un ebitda di circa 6,6 mil/€.

E se la legge dei numeri conferma da un lato il valore complessivo del sistema consortile, dall'altro è fondamentale rimarcare il ruolo che il CAE esercita in modo capillare sul territorio e svolge rispondendo alle singole esigenze dal 1901: un punto di riferimento per le imprese agricole e per le molteplici filiere a cui offrire assistenza specializzata e personalizzata grazie al know how dello staff maturato negli anni e anche grazie alla presenza di ben 58 Agenzie. Agenzie che rappresentano un punto di equilibrio e connessione tra produttori, trasformatori, venditori e consumatori. Oltre a questo è essenziale evidenziare al contempo la componente rappresentata dalle collaborazioni fattive e dalle partnerships con altre fiorenti realtà imprenditoriali all'avanguardia che consentono di poter contare su innovazione tecnologica di ultima generazione e ricerca scientifica avanzata. Tra queste si segnalano SIS Società Italiana Sementi, Emilcap Mangimi, Eurocap Petroli e Quality Seeds. Un altro considerevole contributo nel disegnare il quadro generale di servizio alle imprese agricole del Consorzio Agrario è senz'altro offerto dai Contratti di Filiera e da quelli di Conferimento a tutela di produttori e prodotti e dalle collaborazioni fattive in termini di innovazione e ricerca applicata al comparto con Bonifiche Ferraresi e IBF, agricoltura di precisione.

Il direttore generale CAE Ivan Cremonini ha posto l'accento sul consolidamento della presenza sul territorio confermandosi leader di mercato in diversi settori in cui opera. " Si evidenzia in particolare un aumento dei prodotti ritirati dai soci/clienti (cereali e proteoleaginose) per complessivi 2.850.000 quintali a cui vanno aggiunti oltre 438.000 quintali di prodotti per produzione di seme e prodotti destinati a filiere alimentari. Anche nel 2018 più che positivo l'andamento del settore Meccanizzazione a conferma della consolidata patnership con il marchio John Deere con un fatturato complessivo di oltre 35.600.000 €".

Soddisfatto anche il presidente del Consorzio Agrario dell'Emilia Antonio Ferro che dopo aver ringraziato i Soci e illustrato le attività ha ribadito " come sia sicuramente importante fornire ai soci tutti i mezzi tecnici di cui abbisognano per le loro attività quotidiane , ma sempre più importante sono i servizi che la nostra cooperativa è in grado di fornire ai propri soci a partire da un assistenza tecnica altamente qualificata, fino ad arrivare all'utilizzo delle nuove tecnologie in campo agricolo quale l'agricoltura di precisione o l'utilizzo dei droni, o gli investimenti tecnologici fatti dalla nostra collegata Emilacap, tutto ciò per essere sempre più un valido supporto per i nostri soci. In quest'ottica l'approvazione del bilancio è arrivata unanime è per me e stato elemento di grande soddisfazione".

L'Assemblea ha infine provveduto alla nomina del Collegio Sindacale per il triennio 2019-2021: confermato il dr. Claudio Solferini quale Presidente ed il dr. Graziano Poppi quale membro effettivo, unitamente al dr. Alessandro Sicuri.

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Prosegue la raccolta dei racconti che vedono protagonista Rodolfo Lapidario, il titlare di una agenzia di pompe funebri in grado di parlare con i defunti. - nono racconto - 

Di Manuela Fiorini Oltre, 8 giugno 2019 - Rodolfo Lapidario aveva avuto una settimana davvero piena. Aveva dovuto organizzare tre funerali e, per una piccola Agenzia di Onoranze Funebri come la sua, dove di norma faceva tutto da solo, era stato un lavoro immane. "Dovrei decidermi ad assumere qualcuno part-time", si diceva di tanto in tanto. Però tergiversava sempre. Poiché sarebbe stato davvero difficile condividere con un eventuale dipendente il suo "piccolo" segreto.

Di sicuro, sapere che il suo titolare aveva una clientela "ufficiale" e una "occulta", composta dagli spiriti dei trapassati, che gli si manifestavano per fare le loro rimostranze o esprimere i loro desideri in occasione del congedo definitivo da questa Terra, per passare in un'altra dimensione, non era cosa facile. In occasione degli ultimi tre funerali, tuttavia, nessuno spirito si era manifestato a lui con richieste più o meno bizzarre, o per inveire contro i parenti che avevano disposto un funerale diverso dai propri desideri. Del resto, si trattava di persone piuttosto anziane, che avevano ormai completato il loro percorso terreno, vivendo a pieno, persone stanche sotto il fardello degli anni, quasi sollevate dal sentire la leggerezza dell'anima dopo il peso del corpo, divenuto insopportabile.
Lapidario consultò l'agenda. Salvo chiamate dell'ultimo minuto, non avrebbe dovuto organizzare altri funerali nei primi giorni della settimana successiva. Tuttavia, siccome il suo non era certo un lavoro che si poteva programmare, decise di ritagliarsi un po' di tempo solo la domenica, magari per una scampagnata o una passeggiata in montagna. Magari avrebbe potuto fermarsi in un posto un po' rustico a mangiare qualcosa di buono...

Stava liberando i suoi pensieri quando una ventata di aria gelida in quella serata afosa irruppe nel suo ufficio. Non era l'aria condizionata, che teneva ancora spenta per parsimonia, accontentandosi di un vecchio ventilatore. Doveva, quindi, trattarsi di un nuovo cliente, e non della categoria di quelli "in carne e ossa". Questa volta, a differenza delle altre, la presenza non venne annunciata solo dalla ventata di aria gelida, ma anche da un pungente odore di salmastro, che gli ricordò quello dei piccoli porti dove approdano le barche dei pescatori.
Nella penombra, intravide la sagoma di un uomo, poi la sua figura eterea gli si rivelò del tutto. Aveva l'aspetto di un trent'enne, ma Lapidario non poteva effettivamente dire a che età quella persona era passata a miglior vita, dal momento che gli spiriti dei trapassati assumono l'aspetto dell'età che hanno preferito quando erano in vita. Questo spirito, tuttavia, si era presentato a lui con abiti piuttosto trasandati, il volto emaciato e la barba incolta...

"Allora è vero...che tu puoi vedere coloro che sono morti...", lo apostrofò subito lo spirito.
"È così...", lo rassicurò Lapidario con un sorriso per metterlo a proprio agio.
"Me lo ha detto lo spirito di Gustavo Ori, stamattina, al cimitero...Stava guardando per l'ultima volta la sua tomba, lui l'ha chiamata "il baule dove sono state riposte le mie spoglie mortali"...ma non sapeva di farmi un po' invidia..."
Rodolfo Lapidario fece mente locale. Gustavo Ori era uno dei defunti a cui aveva celebrato il funerale quella settimana.
"Tu, invece, chi sei?"
"Il mio nome è Gregor Galic..."
"Non mi sembra di averti nella lista dei...funerali. Sei appena morto?"
Lo sguardo dell'uomo si fece triste.
"No, sono morto alcuni mesi fa..."
"Però sei ancora qui, non sei passato oltre...posso chiederti perché?"
"Perché non ho avuto un funerale...e la cosa mi addolora..."
Lapidario guardò di nuovo lo spirito...se quello era davvero l'aspetto che quell'uomo aveva scelto per manifestarsi, o era quello che aveva al momento della morte, o non doveva avere avuto una vita troppo felice. Forse, lui stesso si era tolto la vita, oppure era uno dei tanti scomparsi di cui non si sa più nulla, il cui corpo non è mai stato ritrovato. Se poteva fare qualcosa per avvertire i parenti e indicare loro dove si trovavano le spoglie del loro congiunto, lo avrebbe fatto. Sì, lo avrebbe aiutato, grazie al suo dono.
"Ho capito...Gregor. Se non hai avuto un funerale, sai dove si trovano ora, le tue spoglie mortali?"
"In una cella frigorifera, all'Istituto di Medicina Legale...mi hanno portato lì quando...mi hanno trovato. Io, vivevo in strada, sono...ero un clochard, almeno nella seconda parte della mia vita...Quando sono arrivato in questo paese ero giovane e pieno di sogni, ho anche lavorato, poi è arrivata la crisi, ho perso il lavoro, la casa...sono finito per strada. E ho cercato di guadagnarmi da vivere, giorno per giorno, suonando il violino...una passione che avevo fin da giovane".
"Quindi, non sei morto...all'età in cui ti sei presentato a me..."
"No, avevo quasi settant'anni...ho avuto un infarto, forse per il freddo di certe sere...non era facile vivere in strada. A volte trovavo un rifugio nelle stazioni, oppure nei centri di accoglienza...ma non sempre andava bene...Quelli come me sono più di quello che credevo e spesso i posti erano tutti occupati".
Lapidario sentì un groppo alla gola.
"Questo è l'aspetto che avevo quando ho lasciato il mio paese, la Slovenia, dove facevo il mestiere che amavo, il pescatore. Per tutta la vita mi è mancato il mare, il suo profumo, quel senso di libertà che ti dà il vento addosso, le stelle sopra la testa, il rumore delle onde...".
"Hai parenti che io possa contattare per occuparsi del tuo funerale? Qualcosa mi inventerò con loro...oppure potrei dare qualche dritta a quelli di Medicina Legale..."
"Non mi sono mai sposato e non ho avuto figli, non che io sappia. Ero figlio unico e i miei genitori sono morti da tempo..."
"Allora, mi recherò io a parlare con il referente del Comune che si occupa dei funerali delle persone che non se lo possono permettere...".

****
Il mattino successivo, Rodolfo Lapidario si recò in Comune per parlare delle spoglie di Gregor Galic, il clochard che giaceva da mesi nella cella frigorifera dell'Istituto di Medicina Legale.
"Non siamo riusciti a contattare nessuno della famiglia. Questo poveretto non aveva né un cellulare né un'agendina con uno straccio di contatto. Viveva in strada, girando di città in città suonando il suo violino. Una vita vagabonda. Quando è successo, abbiamo fatto girare la sua foto nelle Questure, sperando che qualcuno lo riconoscesse, che si facesse avanti per la sepoltura...invece, lui è ancora qui", gli disse il referente del Comune.
"In questo caso, non è...il sindaco a doversi fare carico della sepoltura?", domandò Lapidario.
"Eh, Lapidario, la legge dice questo, e per quel poveretto sarebbe cosa buona e giusta. Ma le casse comunale sono vuote. Ogni centesimo è già stato destinato...finché non avremo una qualche disponibilità, un disavanzo, o qualche entrata inaspettata, il violinista dovrà attendere...al fresco".
Lapidario si fece dare una copia della foto di Gregor Galic. La sua immagine di settantenne era ancora peggiore e trasandata di quella giovanile con cui si era manifestato a lui. Eppure, nel suo sguardo c'era qualcosa di familiare. In quel momento, sentì un impulso fortissimo.
"Ci penso io..."
"Come, prego?".
"Mi occuperò io della sepoltura di...questa persona. Ho un'impresa di onoranza funebri...gioco in casa, insomma. Se mi volesse fare il favore di...liberare la salma e sciogliere le quisquiglie burocratiche, sarò ben lieto di organizzare la funzione religiosa e le esequie".
"E per il saldo..."
"Non c'è problema...mi occuperò di tutto, a titolo gratuito. Nessuno deve rimanere senza una degna sepoltura".
"Allora, per il loculo..."
"Nessun loculo...credo di sapere che cosa questa persona desiderasse per il suo commiato..."
"E come fa a..."
"L'ho guardato negli occhi...". Lapidario mentì a metà.

****
Quella domenica, Rodolfo Lapidario mise da parte l'idea di una scampagnata o di una gita in montagna. Guidò invece fino al mare. Raggiunse una piccola località, deserta in quel periodo dell'anno, fatta eccezione per qualche residente fisso e una manciata di pescatori. Si diresse verso il porto. Ne vide due che stavano sistemando le proprie reti, in previsione della giornata di pesca del giorno successivo.
"Buonasera, signori, posso chiedervi un grosso favore?".
Dopo il tramonto, la piccola barca partì. A bordo c'erano i due pescatori, padre e figlio. E Rodolfo Lapidario che stringeva al petto l'urna con le ceneri di Gregor Galic.
"Credo che qui andrà bene...", disse piano.
Accanto a lui, la sagoma invisibile del pescatore-violinista annuì.
Mentre i due pescatori in carne e ossa intonavano un canto di saluto, Lapidario aprì l'urna e versò le ceneri nel mare. Una parte finì subito nell'acqua, un'altra venne rapita dal vento, e raggiuse le prime stelle. Un gruppo di delfini si mise a giocare poco distante. L'anima di Gregor Galic gli sussurrò un ultimo grazie, poi si tuffò nella luce.

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Le sale del Commiato consentono ai familiari di vegliare i propri cari in un ambiente sicuro, intimo e confortevole.
Allestite con cura, semplicità, sobrietà e realizzate nel rispetto delle normative sanitarie e di legge, consentono ai parenti e amici di rendere l'estremo saluto al defunto in piena libertà e riservatezza.

Parma – Viale Villetta, 16 – Tel. 0521.960234
Monticelli Terme – Via Spadolini – Tel. 0521.659083
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Dalle prime luci dell'alba fino alla tarda serata di ieri, personale della Squadra Mobile di Benevento e della Compagnia Carabinieri di Cerreto Sannita (BN) ha dato esecuzione ad un'ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Fermo, che aveva disposto la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di tre cittadini di nazionalità albanese e l'obbligo di presentazione alla P.G. a carico di un quarto soggetto della stessa etnia.

Gli uffici investigativi operanti hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza circa il loro coinvolgi-mento in numerosi episodi di furto in abitazioni ed esercizi commerciali ubicati nella stessa provincia di Fermo ed in quelle di Ascoli Piceno, Macerata e Caserta, commessi tra il maggio ed il giugno 2018.

L'attività d'indagine congiunta, coordinata originariamente dalla Procura di Benevento e poi da quella del Capoluogo marchigiano, aveva preso origine da una rapina consumata il 28 febbraio 2018 ad Amorosi (BN), all'interno dell'abitazione di un medico.

Nell'occasione quattro individui travisati, armati di pistola e machete, avevano ferito il cognato della vittima, colpendolo con calci e pugni, asportando poi alcune centinaia di euro.

I primi tre indagati erano stati tratti in arresto, in momenti diversi e sempre attraverso indagini con-giunte, anche per una seconda rapina in abitazione, consumata a Traversetolo (PR) il 2 giugno 2018, ai danni di una giovane donna. Nel corso dell'evento criminoso erano stati asportati oltre 20.000 euro e monili di valore ma senza conseguenze per le persone.
Durante l'attività d'indagine, svolta anche con la collaborazione delle Squadre Mobili di Ascoli Pi-ceno, Parma e Fermo e del Comando Provinciale di Parma e Fermo, era stata formulata richiesta di misura anche nei confronti di un'ulteriore donna, compartecipe in alcuni episodi criminosi.

Uno degli indagati è stato rintracciato all'alba nella zona di Caivano, ad altri due i provvedimenti sono stati notificati presso le case circondariali di Benevento e Parma, mentre la donna destinataria della misura della custodia cautelare in carcere, è stata tratta in arresto in serata nella zona di Civitanova Marche, al termine di un'estenuante attività finalizzata al rintraccio.

Il particolare modus operandi dei malviventi era caratterizzato dalla cosiddetta tecnica del foro, che consiste nel praticare dei fori sugli infissi con trapani a mano, per poi inserirvi congegni metallici destinati ad aprire dall'interno le finestre.

 

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