Visualizza articoli per tag: grano

Domenica, 30 Ottobre 2016 09:46

Grano: fare massa critica e organizzare la filiera

Per Mercuri, Alleanza Cooperative, per la pasta al 100% made in Italy occorre fare massa critica e organizzare la filiera fino alla distribuzione.

(Roma, 26 ottobre 2016). "Per etichettare la pasta 100% made in Italy occorre produrre grano di qualità ma soprattutto fare massa critica e organizzare la filiera. La filiera infatti non si chiude con l'industria di trasformazione ma con la distribuzione.

L'Alleanza delle Cooperative Italiane ha chiesto un sostegno ai contratti di filiera sul grano duro con il documento di proposte presentato sempre qui a Foggia a maggio scorso: sono il nostro obiettivo primario per il settore e perciò ringrazio il Mipaaf e l'onorevole Colomba Mongiello per aver supportato questa proposta". Così il presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, nell'incontro "I contratti di filiera: strumento per la valorizzazione del grano duro 100% italiano" che si è svolto oggi presso la Camera di Commercio di Foggia.

"Il contratto di filiera pluriennale – ha aggiunto Mercuri - può dare certezza all'agricoltura e all'industria di trasformazione. La cooperazione, punto di riferimento di molti agricoltori, può fare molto per la strutturazione dell'offerta ma occorre superare il conto deposito e organizzare la filiera. Ciò nella consapevolezza che per valorizzare il prodotto italiano è imprescindibile un rapporto con l'industria".

"Bene il sostegno ai contratti di filiera nel grano duro così come da noi richiesto – ha detto Patrizia Marcellini, coordinatrice del settore grandi colture e servizi dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari -, ma i soldi sono troppo pochi. Occorre qualificare i rapporti tra tutti i componenti della filiera e su questo la cooperazione è in prima linea. La filiera deve però essere chiusa dalla distribuzione, che è un elemento fondamentale al fine di valorizzare la produzione nazionale di pasta. Importante, allo stesso tempo, il ruolo del consumatore - ha concluso Patrizia Marcellini - che deve fare attenzione di fronte allo scaffale per poter scegliere un prodotto di qualità. Non perdiamo l'occasione, il decreto è un aiuto importante che può dare un input al miglioramento dei rapporti di filiera e della qualità delle produzioni italiane".

(Fonte Alleanza Cooperative 26 ottobre 2016)

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa della CIA-Agricoltori Italiani e Confagricoltura che hanno inscenato ieri al casello A1 Valdichiana il "funerale grano italiano".

Reggio Emilia, 26 ottobre 2016

Nel "World Pasta Day" (la cui celebrazione ufficiale si teneva ieri a Mosca) migliaia di produttori Cia e Confagricoltura, con tanto di bara e corteo di trattori, hanno invaso il casello autostradale dell'A1 per chiedere misure urgenti per salvare il settore. A inscenare il "funerale del grano italiano" gli agricoltori di Cia e Confagricoltura in segno di protesta contro "la perdurante crisi di uno dei prodotti simbolo del made in Italy".

"Non può funzionare una filiera che vede un quintale di pasta pagato 180 euro dal consumatore e un quintale di grano duro pagato 18 euro al produttore agricolo", spiegano gli organizzatori che lamentano "un prezzo inadeguato ai coltivatori mentre è troppo ampia e ingiustificata la forbice".
Il 'funerale' del grano italiano si e' svolto al casello A1 Valdichiana con un corteo funebre guidato da una bara piena di semi di grano seguita dagli agricoltori e dai trattori.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Quali sono le differenze tra farina comune e grani antichi? Lo spiegano Domenico Privitera e Fabio Tacchella della Fic, Federazione italiana cuochi. La Sicilia, intanto, si fa promotrice della riscoperta dei chicchi tradizionali.

di Alexa Kuhne

Parma, 23 Luglio 2016

Mode a parte, la riscoperta di alimenti 'alternativi' per regalarci benessere sta diventando un vero credo.
Se prima erano gli esperti, nutrizionisti e dietologi, a farsi promotori del mangiare corretto attraverso l'utilizzo di cibi sani, ora, più che mai, la proposta dell'alimento che fa bene e che non è solo buono e bello parte proprio dai 'fantasisti' della tavola: gli chef.
A cominciare dal nutrimento più amato, quello mediterraneo, gustoso, versatile: il pane.
Al giorno d'oggi siamo tutti abituati a consumare la tradizionale farina di grano tenero, con la quale si preparano anche pane, pizza e dolci.
Questa farina è il risultato di un grano selezionato, modificato e incrociato nel corso dei secoli per favorire la coltivazione intensiva e la produzione su larga scala, a scapito del potere nutritivo degli alimenti. Per questo oggi si stanno sempre più riscoprendo i grani antichi, soprattutto in una regione come la Sicilia. Per "grani antichi" si intendono varietà di grano rimaste genuine e autentiche come erano in origine, che non hanno subito alcuna modificazione da parte dell'uomo.

«I grani antichi - spiega Domenico Privitera, presidente Fic Regione Sicilia - stanno vivendo una nuova primavera, grazie alle caratteristiche e alle proprietà nutrizionali che li differenziano. Io li sto riscoprendo ultimamente, e già me ne sto innamorando. Sono stato abituato per più di 30 anni a cucinare con le farine più comuni, perché in grado di rendere le brioches leggere, e il pane soffice e alto, mentre un pane preparato con farina derivata da grano antico lievita in larghezza più che in altezza. Tuttavia, anche se diverso da come siamo abituati, un prodotto preparato con farina integrale derivata da grani antichi come i nostri, quelli siciliani, cucinato in forno a legna, non solo è più salutare, ma riprende una tradizione che è radicata nella nostra terra e nei nostri ricordi».

È giusto e importante riscoprire i grani antichi perchè fanno parte della nostra tradizione. In Italia ve ne sono diverse varietà, che tuttavia in molti casi sono andate perse.
Recuperarle significa conoscerle, prediligerle magari ad altri grani coltivati all'estero, dei quali molto spesso non sappiamo nulla, dai metodi di coltivazione ai controlli effettuati.
Ogni grano antico ha proprie peculiarità, proprie caratteristiche nutrizionali, che si adattano più o meno bene a seconda della preparazione che si è scelto di fare. "Se ad esempio una cottura - sostiene Fabio Tacchella, consigliere Fic Promotion - a 180°C rischia di vanificare le proprietà di un determinato grano, dovrò sostituirlo. Ecco perché è importante non solo il recupero, ma anche la conoscenza, e per conoscere è sempre necessario divulgare e promuovere una tradizione che, in questo caso, ci appartiene storicamente, e che dev'essere rivalorizzata per garantire al consumatore un prodotto migliore, tenendo sempre un occhio di riguardo alla salute».

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Pagina 2 di 2