Dopo le dichiarazioni di Draghi l'euro si rafforza sul dollaro. In attesa delle mosse della Yellen, presidente della Federal Reserve, il cui annuncio è atteso tra il 16 e il 18 dicembre, i mercati sembrano avere subito un risveglio dal letargo delle ultime settimane.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 4 dicembre 2015 -
A turbare la calma dei mercati cerealicoli ci ha pensato il Governatore della BCE Mario Draghi con la conferma del QE (Quantitative Easing) sino al marzo 2017 e contestualmente la BCE ha deciso per il taglio del -0,3% dei tassi sui depositi. Un annuncio che ha scosso i mercati innescando immediatamente il rafforzamento dell'euro sul dollaro che ha raggiunto quota 1,09080 nella giornata odierna.
La farina di soia, su base annua, per il 2016 quotava 325 nella giornata di giovedi per la 44 e 333 per la proteica normale 46,50%. Sono state realizzate operazioni sul 2017 con la proteica a 340 in partenza dal porto di Ravenna.
Mercato nazionale
Nessuna particolare novità per quanto riguarda il mercato interno i cui segnali positivi sono limitati al settore bioenergetico dove continuano a tenere banco il Glicerolo e le Oleine. Da segnalare inoltre una presenza consistente di grano duro deteriorato e declassato a uso energetico, per il cui utilizzo occorre rispettare rigorose procedure burocratiche.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è in flessione negativo a 574 punti, il petrolio cede altri 40 centesimi 41,20 $/barile e il cambio schizza a 1,09080.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Ottolini (AOP Latte Italia): Ora vogliamo crescere, siamo aperti ad altre OP italiane. Baldrighi (Grana Padano): programmazione fondamentale, AOP ruolo chiave in questo processo.
Montichiari (BS), 2 dicembre 2015. "Durante il blocco messo in atto da Lactalis, Latte Italia ha raccolto 5mila quintali di latte in un giorno, dimostrando il ruolo strategico di questa aggregazione nella gestione dei periodi di crisi". Lo ha detto oggi a Montichiari il direttore di AOP Latte Italia, Marco Ottolini, durante la prima assemblea programmatica dell'associazione di organizzazioni di produttori dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari che con 1 milione di tonnellate di latte/anno produce da sola oltre il 10% del latte italiano. "Puntiamo a crescere – ha aggiunto Ottolini - arrivando entro il prossimo triennio almeno a 2 milioni di tonnellate di latte gestito. Siamo perciò aperti ad altre OP italiane che vogliono condividere con noi questo percorso".
Ttip, accordi di filiera, programmazione produttiva e campagne di comunicazione per il consumo. Questi i temi al centro del dibattito di oggi che ha visto un'importante partecipazione ai lavori assembleari della prima grande AOP del settore, che raccoglie il latte di mille produttori conferitori, assieme agli assessori all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava e del Piemonte, Giorgio Ferrero. Presenti in rappresentanza dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, il presidente del consorzio Grana Padano, Cesare Baldrighi, il presidente del Gruppo Latte di Copa-Cogeca, Tommaso Mario Abrate, il vicepresidente nazionale di Fedagri-Confcooperative, Fabio Perini.
Ai lavori era presente anche il vicepresidente nazionale di Coldiretti, Ettore Pradini. "La programmazione produttiva è fondamentale per il settore. Siamo certi che strumenti come questa AOP possono entrare in pieno nel processo di programmazione, ad esempio con l'impegno a ritirare il latte in eccesso che non va alla produzione dei formaggi dop".
Questo il commento del presidente del consorzio Grana Padano, Cesare Baldrighi, intervenuto all'assemblea. A chiedere invece "un maggiore coinvolgimento della grande distribuzione organizzata negli accordi di filiera" è il presidente del Gruppo Latte di Copa-Cogeca, Tommaso Mario Abrate, mentre per il vicepresidente nazionale di Fedagri-Confcooperative, Fabio Perini, "occorre trovare la giusta remunerazione in tutta la filiera per dare poi un risultato al consumatore. Ciò si ottiene anche con la trasparenza nei rapporti".
Urgenti infine per l'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia, Gianni Fava, soluzioni strutturali per il settore: "Bisogna destinare le risorse comunitarie per misure di tutela del reddito come le assicurazioni, le soluzioni tampone servono a poco".
(Fonte Alleanza delle Cooperative Italiane)
Ruenza Santandrea (alleanza delle cooperative italiane) dichiara la propria soddisfazione per le iniziative messe in campo dai due rami del Parlamento. "E' segno - sottolinea la coordinatrice del settore vitivinicolo - che le istituzioni italiane si stanno via via mobilitando al fianco dei produttori sul dossier etichettatura."
Roma, 2 dicembre 2015. "Positive le iniziative messe in campo oggi dai due rami del Parlamento, a cominciare dalla risoluzione presentata dall'onorevole Fiorio e continuando con l'audizione informale dell'ufficio di Presidenza della Commissione Agricoltura del Senato sulla tutela della denominazione del vino Lambrusco. E' segno che le istituzioni italiane si stanno via via mobilitando al fianco dei produttori sul dossier etichettatura". Così la coordinatrice del settore vitivinicolo dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Ruenza Santandrea, in merito al dossier sull'etichettatura dei vini europei, tra le cui pieghe si nasconderebbe una deregolamentazione della disciplina vitivinicola, con il pericolo di vedere banalizzati alcuni dei quei principi su cui si è retta fino ad oggi la forza del nostro settore vitivinicolo.
"L'augurio – ha proseguito Santandrea - è che le iniziative messe in campo quest'oggi, che seguono quanto fatto dal ministero dell'Agricoltura già nel mese di luglio scorso e dal coordinatore per il gruppo S&D della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, la scorsa settimana durante un colloquio con il Commissario all'agricoltura Phil Hogan – ha concluso - diano forza al nostro governo per far sentire con determinazione le ragioni del mondo vitivinicolo italiano sui tavoli europei"
(Fonte Alleanza delle Cooperative Italiane)
Segnali di riequilibrio nel mercato dei bovini dopo lo shock causato dal crollo dei consumi. In recupero anche i formaggi grana mentre il settore cerealicolo non manifesta novità rilevanti. Oli extravergine ancora orientati al ribasso.
Roma, novembre 2015
Il graduale ritorno alla normalità, dopo lo shock causato dal crollo dei consumi delle scorse settimane, sta riportando in equilibrio il mercato nazionale dei bovini, che in alcuni casi, specificamente per i vitelloni delle razze autoctone, ha fatto anche segnare un leggero recupero delle quotazioni.
Lo rileva l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, aggiungendo che di "new normal" si può sicuramente parlare nel circuito del ristallo che, dopo l'emergenza Blue tongue in Francia, sta registrando adesso volumi di scambio più regolari e prezzi in graduale assestamento. Per i broutard le quotazioni mostrano una progressiva riduzione rispetto ai livelli delle scorse settimane. Mentre il calo del bestiame da macello e dei principali tagli, associato all'allarme Oms, sembra ormai rientrato, in un mercato che sconta nelle aspettative degli operatori un miglioramento da qui a fine anno. Resta al contrario piuttosto debole il comparto suino, con prezzi che mostrano una direzione ancora ribassista sia per i suinetti da ristallo che per i capi da macello, influenzati anche da un'offerta estera pressante. La previsione di una flessione dei prezzi per alcuni tagli industriali sta influenzando le aspettative anche sul circuito del vivo, riducendo le possibilità di una ripresa delle quotazioni, mentre il quadro congiunturale resta fortemente sbilanciato dal lato dell'offerta per gli avicoli, che continuano ad accusare diffusi ribassi sia per il vivo che per le carni, anche nella prospettiva di breve termine.
Negativo il mercato delle uova, con qualche accenno di ripresa (ma sotto le aspettative) solo per i piccoli calibri destinati al circuito industriale. Anche i prezzi dei conigli registrano diffusi cedimenti sulle principali piazze nazionali determinati in questo caso da una domanda più debole dopo gli alti prezzi raggiunti le scorse settimane.
Appare in netto ritardo la campagna di commercializzazione degli ovicaprini, in un mercato ancora debole ma in progressivo miglioramento nella previsione a breve.
Per quanto riguarda i lattiero-caseari, i formaggi grana stanno recuperando alcune posizioni ed è prevedibile che l'intonazione positiva del mercato prosegua fino al termine dell'anno. I consumi interni confermano un andamento stagnante e l'unica leva resta quella dell'export, soprattutto verso gli Usa.
Circa i prodotti ortofrutticoli, il repentino abbassamento delle temperature ha impresso una spinta al rialzo ai prezzi degli ortaggi in serra (principalmente zucchine, pomodori e melanzane). Per quanto concerne le principali ortive di stagione (cavolfiori, finocchi, broccoli ed ortaggi a foglia) il clima freddo non ha determinato significative variazioni dei listini in quanto il mercato sta riassorbendo l'eccesso di offerta che si era verificato nelle scorse settimane. Per i prossimi giorni sono attese variazioni positive dei prezzi anche degli ortaggi di pieno campo.
Nel comparto frutticolo non si registrano movimenti di rilievo sui prezzi di mele e pere, mentre l'eccesso d'offerta, con una discreta interferenza anche del prodotto cileno, sta influenzando negativamente la campagna di commercializzazione del kiwi, in un mercato piuttosto critico anche per i loti.
Per le ultime partite di uva da tavola i prezzi rimangono stabili sulle quotazioni dell'ottava precedente, soprattutto per le provenienze metapontine. E' probabile che si arrivi a fine anno con volumi più contenuti rispetto alla media stagionale, una prospettiva che potrebbe alzare il livello dei prezzi in coincidenza con le festività di fine anno.
Tra i cereali, non emergono novità di rilievo sul circuito dei frumenti, mentre mais e semi di soia riflettono, nei ribassi di questi giorni, le dinamiche in atto sui mercati internazionali.
Nel comparto vinicolo non migliorano le aspettative per i vini comuni, quanto meno nell'ottica di un recupero del terreno perso nella scorsa campagna.
Restano chiaramente orientati al ribasso i prezzi degli oli di oliva sia extravergini che raffinati, mentre nel comparto floricolo gli operatori si mostrano fiduciosi per il ponte dell'Immacolata, in un mercato che resta al momento stazionario.
(Fonte ismeaservizi Roma, 30 novembre 2015)
Unico settore vivace, anche nella settimana in corso, rimane quello energetico. L'indice di cambio prosegue nella direzione del raggiungimento della parità tra Euro e Dollaro statunitense.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 3 dicembre 2015 -
Sempre calmi sia i mercati nazionali sia quelli internazionali. La costante che accomuna i prodotti è il "non calo" dei prezzi. Deboli le piazze internazionali soprattutto negli Stati Uniti.
La farina di soia, su base annua, per il 2016 quotava 335 nella giornata di martedi per la 44 e 339 per la proteica normale 46,50%. Sono state realizzate operazioni sul 2017 con la proteica a 346 in partenza dal porto di Ravenna.
Mercato nazionale
Come anticipato anche il mercato interno non mostra ancora segnali di particolare vivacità, fatta eccezione per i settore bioenergetico dove continuano a tenere banco il Glicerolo e le Oleine. Da segnalare inoltre una presenza consistente di grano duro deteriorato e declassato a uso energetico, per il cui utilizzo occorre rispettare rigorose procedure burocratiche.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è in leggera ripresa a 598 punti, il petrolio torna a scendere a 41,60 $/barile e il cambio prosegue la fase discendente verso la parità come alcuni analisti ipotizzano entro fine anno 1,05860 arrivando a sfiorare anche 1,05 nelle scorse ore.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
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In crisi profonda il latte spot che porta il segno negativo anche in questa 49esima settimana. Non va meglio per il burro che cede 5 centesimi. Creme e Padano rimangono invariati mentre il mercato del Parmigiano Reggiano sembra risvegliarsi.
di Virgilio Parma, 2 dicembre 2015
LATTE SPOT Non c'è pace per il latte. Un'altra settimana al ribasso ha contrassegnato il latte spot in tutte e tre le categorie prese a riferimento. A Verona cede il -2,13% il latte crudo spot nazionale (35,05 - 36,09€/100 litri di latte), il -3,05% il latte intero pastorizzato estero (32,48 - 32,99€/100 litri latte) e infine anche il latte scremato spot estero, dopo molte settimane di stabilità, crolla del -5,26% posizionandosi tra 18,11 e 19,15€/100 litri latte.
BURRO E PANNA Finita la fase di stasi è la volta della discesa. -5 centesimi perduti a Milano in tutte e quattro le categorie sotto osservazione. Regge invece il burro zangolato da panne fresche di Parma, almeno sino a venerdì prossimo quando, molto probabilmente, cederà 5 centesimi per allinearsi a Reggio Emilia che, nella seduta camerale di ieri, lo zangolato si è adeguato all'andamento del mercato quotando 1,35€/kg (-5 centesimi). Invariate invece le quotazioni delle creme a uso alimentare sia sulla piazza di Milano sia in quella veronese.
Borsa di Milano 30 novembre:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,95€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,95€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,75€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.
Borsa Verona 30 novembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.
Borsa di Parma 27 novembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 01 dicembre
BURRO ZANGOLATO: 1,35 - 1,35€/kg.
GRANA PADANO Non si è replicato il rimbalzo registrato nella scorsa 48esima settimana per il Grana Padano. Il mercato delle due principali DOP sembra risvegliarsi e, con l'approssimarsi delle festività natalizie, un nuovo incremento potrebbe venire presto trascritto sui mercuriali milanesi. In particolare, le quotazioni si sono così confermate: 6,35-6,45 €/kg per il 9 mesi di stagionatura e 7,10-7,75 €/kg per il 15 mesi e oltre di invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO A fare da traino alla ripresa dei formaggi duri è il Parmigiano Reggiano che, nell'ultima sessione camerale della borsa merci parmense, ha aggiornato i listini con un ulteriore incremento di 10 centesimi. 7,65 -7,90€/kg e 8,70 - 9,00€/kg i listini della borsa parmense relativamente al 12 e ventiquattro mesi di stagionatura.
Cereali ancora statici. derivati del latte in pausa e primi segnali di ripresa per il Grana Padano. Bene l'incontro tra De Castro e Hogan. Boom per le bollicine. Latte, per Mercuri occorre lavorare sulle aggregazioni. Parmigiano Reggiano punta sulla qualità. Un macigno sulla fiducia appena riconquistata.
(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 48 29 novembre 2015
1.1 editoriale Un macigno sulla fiducia appena riconquistata
3.1 cereali Cereali, all'insegna della staticità.
4.1 Lattiero caseario Derivati del latte in pausa. Primi segnali di ripresa per il Grana Padano
5.1 vino e etichettatura Mercuri: bene incontro De Castro - Hogan
5.2 latte Mercuri: le misure placano la tempesta ma serve lavorare sulle aggregazioni
6.1 parmigiano reggiano Il Parmigiano Reggiano punta sempre più sulla qualità
6.2 vino E' boom per le bollicine
7.1 agromercati Ismea, Overview sui mercati.
8.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali novembre 2015
9.1 promozioni "vino" e partners
Santandrea (Coordinatore Vino - Alleanza Cooperative Italiane): Dossier Etichettatura banalizza il nostro patrimonio vitivinicolo. "Ci auguriamo – ha concluso - che dopo l'incontro con De Castro, il Commissario Hogan sappia ascoltare e farsi interprete presso gli uffici della direzione generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea
Roma, 25 novembre 2015)
"Fa ben sperare l'incontro avvenuto tra Paolo De Castro, coordinatore del gruppo S&D della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, e Phil Hogan, Commissario europeo all'agricoltura". Queste le parole con cui il presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, ha commentato la notizia del colloquio tra i due big dell'agricoltura europea avvenuto ieri presso la sede del Parlamento europeo a Strasburgo.
"Sappiamo – ha proseguito Mercuri - che tra i temi discussi da De Castro e Hogan vi sono alcuni dossier determinanti per la cooperazione, come la tutela dei vini identitari, ovvero tutti quei vini che prendono il nome dal vitigno, sul quale segnaliamo una forte preoccupazione del mondo della produzione per il rischio liberalizzazione paventato dall'esecutivo comunitario e che dobbiamo assolutamente scongiurare, i programmi di frutta, latte e verdura nelle scuole e l'atto delegato relativo alle AOP per il settore ortofrutticolo. Tre settori, quelli del vino, dell'ortofrutta e del lattiero-caseario, che per la cooperazione italiana valgono circa 20mld di euro l'anno. L'augurio – ha concluso Mercuri – è che il Commissario Hogan dimostri su questi temi la stessa sensibilità e capacità di ascolto con cui mesi fa decise di affrontare l'embargo russo".
Per la coordinatrice del settore vitivinicolo dell'Alleanza delle Cooperative italiane, Ruenza Santandrea: "Quello che arriva da Strasburgo è un primo segnale positivo per bloccare il dossier di riforma delle regole di etichettatura dei vini europei, tra le cui pieghe si nasconderebbe il pericolo di una vera e propria banalizzazione di alcuni dei principi su cui si regge la forza del nostro settore vitivinicolo. Queste misure – ha proseguito Santandrea - rischiano di vanificare il lavoro di anni nella promozione e nella valorizzazione di alcune tra le più importanti produzioni vitivinicole italiane e con esse le economie di quelle aree. "Ci auguriamo – ha concluso - che dopo l'incontro con De Castro, il Commissario Hogan sappia ascoltare e farsi interprete presso gli uffici della direzione generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea delle ragioni di quel mondo produttivo che ha trovato nel binomio biodiversità – territorio il proprio modello di business". Nel 2014 il settore vino della cooperazione – che rappresenta il 58% della produzione nazionale - ha generato un fatturato di 4,3mld di euro, di cui 1,8mld provenienti dalle esportazioni.
È sempre più a portata di mano il traguardo dei 5,5 miliardi di euro di fatturato all'estero delle cantine italiane. L'aggiornamento ad agosto dei dati dell'export vinicolo diffusi dall'Istat, indicano un incremento del 6% sul corrispondente periodo del 2014, portando gli introiti del settore a 3,39 miliardi di euro.
Roma, novembre 2015
È quanto si evince dal trimestrale Ismea tendenze relativo al Vino.
Le elaborazioni Ismea confermano la battuta d'arresto dei flussi in volume determinato essenzialmente dai vini sfusi. Prosegue al contrario il boom della spumantistica, con un quantitativo poco al di sotto di 1,6 milioni di ettolitri (+16% su base annua) per un controvalore di 556 milioni di euro (+18%). A trainare il segmento, gli "altri spumanti Dop", voce al cui interno è preponderante il Prosecco e che ha messo a segno un balzo in avanti di oltre il 30% sia a volume che a valore.
Le prime stime dell'OIV attestano la produzione mondiale 2015 a 276 milioni di ettolitri, il 2% in più sull'anno prima, con un quantitativo targato Ue di circa 170 milioni, in lieve crescita sul 2014.
In Italia, si è osservata a partire da ottobre un prima ripresa dei prezzi all'origine dei vini, dopo un avvio di campagna molto deludente. È ancora troppo presto per parlare di un'inversione di tendenza, sottolinea l'Ismea, ma la minore pressione competitiva del prodotto spagnolo - specie nel segmento dei vini comuni, da sempre il più esposto alle dinamiche internazionali -, potrebbe influire positivamente sull'andamento futuro dei listini nazionali.
(Fonte Ismea 19 novembre 2015)
Bovini e suini ancora in fase discendente. Dagli USA segnali incoraggianti per i formaggi . Stabilità nel segmento cerealicolo mentre si protrae una situazione di scambi al rallentatore per gli oli di oliva. Prezzi degli ortaggi di stagione confermano il trend negativo. Stabilità nel comparto dei vini con qualche segnale positivo.
Roma, 24 novembre 2015 -
Si prospettano ancora ritocchi al ribasso dei prezzi per i bovini e i suini, specie nel circuito del bestiame vivo, come conseguenza della pressione promozionale esercitata dalla Gdo per rilanciare il consumo di carne rossa.
È quanto si evince dall' Overview sui mercati agroalimentari dell'Ismea di questa settimana, che rileva comunque una ripresa delle attività di macellazione, segnale questo di un allentamento dei timori legati all'allarme lanciato dall'Oms e di un progressivo, seppure lento, ritorno alla normalità. Per quanto attiene più da vicino ai bovini, si segnala, dopo l'emergenza Blue Tongue, un riavvio degli scambi sui ristalli di provenienza francese. Sul fronte dei principali tagli, si replicano i valori di scambio delle precedenti settimane sia per carni di vitello che di bovino adulto, con qualche intonazione positiva solo per i quarti anteriori di vitellone. Un mercato poco brillante con quotazioni tese al ribasso dovrebbero registrarsi ancora per i principali tagli suini, ad eccezione dei prosciutti che mostrano una maggiore tenuta. Anche sui mercati avicoli, il protrarsi di un eccesso di offerta nel circuito del vivo, aggravato dai minori flussi verso l'estero, non lascia intravedere da qui a breve un incremento dei listini. Mantengono al contrario, quotazioni piuttosto elevate i conigli, nonostante qualche difficoltà di collocamento sul mercato, con prospettive di un incremento della domanda sotto la spinta delle imminenti festività natalizie.
In relazione ai lattiero-caseari, il forte impulso della domanda Usa sta alleggerendo il mercato comunitario, aprendo concrete prospettive per una risalita dei listini nazionali almeno nel segmento dei formaggi.
Passando al comparto vegetale, prosegue il trend negativo delle quotazioni medie di tutti gli ortaggi di stagione e in particolare di cavoli, finocchi, radicchi ed indivie. Le temperature insolitamente elevate registrate nell'ultimo periodo hanno accelerato i cicli produttivi, determinando un maggiore afflusso di merce sul mercato ma anche problemi di conservazione dei prodotti in campo. Il calo termico di questi giorni dovrebbe, tuttavia, riverberarsi positivamente sui listini.
Nel settore cerealicolo, le rilevazioni dell'Istituto indicano un andamento stabile per il frumento tenero e duro, a fronte di qualche spinta al ribasso per il granoturco nei principali centri di scambio del Nord Italia. Le stime sull'elevata consistenza degli stock mondiali di mais potrebbero influenzare negativamente i listini anche nelle prossime settimane.
Per lo più stabili con qualche isolata variazione al rialzo le quotazioni dei vini, nonostante la domanda senz'altro più vivace rispetto alle scorse settimane.
Si segnala, invece, il protrarsi di una situazione di scambi al rallentatore per gli oli di oliva di pressione, sia per una quantità di prodotto ancora esigua, sia per il prezzo non ritenuto sufficientemente remunerativo, a fronte di una resa che quest'anno pare attestarsi leggermente al di sotto della media. Per quanto riguarda, infine, i fiori le attività commerciali risultano piuttosto fiacche sia per i prodotti di provenienza estera che per le varietà locali, anche per effetto dei ritardi nei cicli produttivi dovuti al clima estremamente mite della stagione autunnale.
(fonte Ismea Roma 24 novembre 2015)
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20-03-2017 Messaggi Personali
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