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Come la legge positiva traduce la legge naturale? In evidenza

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Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 6 dicembre 2023 - Esistono due modalità attraverso le quali la legge umana fa derivare le sue prescrizioni dalla "lex naturalis". San Tommaso d'Aquino (1225/1274), nella "Summa Theologiae", in particolare in I/II q. 95 a. 2, precisa che, e questo è il primo modo, alcune norme derivano direttamente dai principi della legge naturale come conclusioni.

Ad esempio "non uccidere" e la conseguente previsione del reato di omicidio discendono dal principio, proprio del diritto naturale, che non si deve fare del male ad alcuno.

La legge umana, dunque, fotografa i precetti morali e li riproduce in termini giuridici. A questa prima modalità segue quella delle determinazioni particolari di precetti generali.

A titolo esemplificativo Tommaso ricorda come, mentre la legge di natura stabilisce che colui che sbaglia deve essere punito, quella positiva, attraverso la determinazione specifica, fissa la misura della pena (un furto ed un omicidio non sono puniti nel medesimo modo), l'entità della stessa, eventuali circostanze aggravanti o attenuanti etc.

Come si può vedere, il diritto naturale ha bisogno della legge umana per declinare i suoi contenuti. La "lex naturalis" continua ovviamente a mantenere la sua immutabilità, ma richiede la legge umana per essere "tradotta" nella infinite situazioni della vita reale.

Ora, proprio perché la legge naturale è conosciuta dai più nei suoi precetti generali ma non nelle sue ricadute concrete e remote, la maggior parte delle persone non saprebbe come agire e questo farebbe nascere, tra i consociati, dispute infinite.

Per questa ragione la legge positiva risolve in modo autoritativo le divergenze sui comportamenti da seguire e su quelli da evitare.

(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.

Sito web personale

www.danieletrabucco.it