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Più di 16.000 visite nell'edizione dell'aprile scorso. Favorire vendite dirette. Da quest'anno i consumatori hanno anche a disposizione la nuova "APP Visite". Il 3 e 4 ottobre, "Caseifici aperti" attende i consumatori con un intensissimo e diversificato programma di iniziative -

Reggio Emilia, 1 ottobre 2015 -

Sono una cinquantina i caseifici del Parmigiano Reggiano che apriranno le porte sabato 3 e domenica 4 ottobre, per un fine settimana all'insegna dell'accoglienza dei consumatori, della tradizione, del sapore e dell'artigianalità. 
Proprio nel prossimo week end, infatti, tornerà in scena "Caseifici aperti", promossa dal Consorzio del Parmigiano Reggiano per offrire ai consumatori la possibilità di entrare direttamente in quel mondo di piccole strutture in cui artigianalmente si produce un'eccellenza alimentare italiana conosciuta in tutto il mondo. 


A maggior ragione in un momento in cui permangono quotazioni insoddisfacenti, la nuova edizione di "Caseifici aperti" (la precedente si è tenuta nell'aprile scorso) vuole dunque rafforzare proprio il legame con i consumatori, "favorendo - spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – una più approfondita conoscenza del Parmigiano Reggiano, delle sue caratteristiche, del territorio cui si lega profondamente, del lavoro degli allevatori, dei caseifici e dei maestri casari". 
"E' anche in questo modo - prosegue Alai - che puntiamo a sostenere le vendite dirette da parte dei caseifici, favorite anche dai servizi di acquisto online dei caseifici, riportati nel sito del Consorzio, che oggi ammontano a oltre 300.000 forme". 


Da quest'anno i consumatori hanno anche a disposizione la nuova "APP Visite", un'audioguida facilmente scaricabile che consente di seguire ogni fase produttiva e di scoprire i segreti dei caseifici artigianali con una visita virtuale o di essere accompagnati passo a passo - oltre che dagli operatori di caseificio - nel caso in cui la visita avvenga realmente. 
La nuova edizione di "Caseifici aperti" - iniziativa partita all'indomani del terremoto del maggio 2012 - punta a battere i record dell'aprile scorso, con oltre 16.000 visite registrate e la partecipazione di consumatori provenienti in massima parte da aree diverse dal comprensorio di produzione, compresi i più vicini Paesi esteri (Francia, Svizzera e Austria).


Il 3 e 4 ottobre, "Caseifici aperti" attende i consumatori con un intensissimo e diversificato programma di iniziative: degustazioni e vendite dirette, infatti, saranno affiancate da visite guidate, eventi speciali per adulti e bambini, giochi e sorprese. 
Una quindicina di caseifici di montagna, sempre il 3 e 4 ottobre, troveranno poi una "casa comune" al Consorzio del Parmigiano Reggiano, con un programma che (dalle 15.00 alle 22.00 di sabato e dalle 10 alle 19 di domenica) prevede visite allo storico casellino, degustazioni di Parmigiano Reggiano e due cotture a legna di una forma (sabato alle 17,30 e domenica alle 15,30). 
Sul sito web del Consorzio di tutela è presente una sezione ( www.parmigianoreggiano.it/dove_trova/caseifici_aperti_1/ext/CaseificiAperti/default.aspx  ) con l'elenco dei caseifici aderenti al progetto "Caseifici aperti", quotidianamente aggiornata sia sulle strutture interessate che sulle attività proposte in ciascuna. Un comodo sistema di geolocalizzazione, inoltre, permette di trovare la struttura più vicina e più affine alle proprie esigenze. 
Così come nelle precedenti edizioni, per rendere ancora più coinvolgente ed emozionante questa edizione di "Caseifici aperti", tutti i consumatori che visiteranno i caseifici del Parmigiano Reggiano sono invitati a condividere la loro esperienza attraverso l'hashtag #caseificiaperti da utilizzare su tutti i Social Media del Consorzio (Twitter, Facebook, Instagram e Pinterest).

L'ELENCO DEI "CASEIFICI APERTI" SUDDIVISI PER PROVINCIA

Parma:
Consorzio Produttori Latte di Baganzolino (Parma), Il Trionfo di San Secondo, Palazzo di Roccabianca, Saliceto di Mulazzano (Lesignano Bagni), Giansanti al Botteghino di Porporano (Parma), Bertinelli a Strada Pedemontana (Noceto), La Madonnina di Scipione Ponte (Salsomaggiore), Montecoppe di Collecchio, La Medesanese di Medesano, Lanfredini di Contignaco (Salsomaggiore), Latteria Sociale di Beduzzo Inferiore (Corniglio), Casearia Corradi di Noceto, San Ferdinando di Zibello, San Pier Damiani di San Prospero (Parma), Il Battistero di Serravalle Ceno (Varano de' Melegari), Bassa Parmense di Chiozzola (Sorbolo), Azienda Agricola Iris di Rivalta (Lesignano Bagni), Opere di Latte di Monticelli Terme (Montechiarugolo), San Salvatore di Sanguigna (Colorno), Val D'Enza di Vairo (Palanzano), Agricola Butteri a Scipione Passeri (Salsomaggiore).

Reggio Emilia:
Agricola La Razza di Canali (Reggio Emilia), Latteria Sociale Nuova di Bibbiano, Consorzio Vacche Rosse di Coviolo (Reggio Emilia), Castellazzo di Campagnola Emilia, La Grande di Castelnuovo di Sotto, Il Boiardo di Pratissolo (Scandiano), Il Boiardo a San Maurizio (Reggio Emilia), Latteria di Garfagnolo (Castelnuovo Monti), Villa Curta a San Maurizio (Reggio Emilia), Gruppo Tirelli Fondo Passioncella di Guastalla, Fattoria Marchesini a Praticello (Gattatico), Colline Selvapiana di Canossa.

Modena:
Agricola Moscattini di Formigine, Sociale San Paolo a Campogalliano, Latteria di Campogalliano, 4 Madonne Caseificio dell'Emilia a Lesignana (Modena), Agricola Montorsi a Cittanova (Modena, Santa Rita Bio di Pompeano (Serramazzoni), Rio San Michele di Camatta (Pavullo nel Frignano), San Lucio Montardone di Rocca Santa Maria (Serramazzoni), Santa Lucia di Sestola, Casearia del Frignano (Pavullo nel Frignano), Casearia di Savoniero & Susano a Savoniero (Palagano).

Mantova:
Latteria Vò Grande di Pegognaga, Begozzo di Palidano.

Bologna:
Canevaccia di Pratorotondo (Gaggio Montano), Pieve Roffeno di Castel d'Aiano, Zootecnica Bazzanese a Bazzano (Valsamoggia), Fior di Latte a Gaggio Montano.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Il direttore Deserti: "Dalla naturalità dei foraggi l'eccellenza in qualità". Si consolida il rapporto con la Whole Foods Markets. Obiettivo: battere i falsi Usa. Focus sul Parmigiano Reggiano di montagna, che vale 3,5 milioni di q.li di latte trasformato. -

Reggio Emilia, 17 settembre 2015 -

Occhi puntati sulla qualità, ma anche sul rafforzamento degli scambi con il mercato statunitense, che continua ad aumentare l'import: il Consorzio del Parmigiano Reggiano si presenta così a Cheese di Bra, la manifestazione che Slow Food dedica alle eccellenze del mondo dei prodotti lattiero caseari e che quest'anno si tiene dal 18 al 21 settembre.

"Abbiamo calendarizzato tante iniziative - spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti, finalizzate a valorizzare la completa naturalità del prodotto e l'attenzione che viene riservata alle materie prime, partendo direttamente dalla scelta e dalla cura dell'alimentazione delle bovine che producono il latte per il Parmigiano Reggiano".
Proprio in questo senso, tra gli eventi del Consorzio assume una particolare rilevanza il convegno "Good feed for good cheeses", che vedrà fianco a fianco il Parmigiano Reggiano e il Comté AOP: "due eccellenze - spiega Deserti - che in comune hanno proprio l'assoluta naturalità e una particolare cura dell'alimentazione delle bovine da latte, nella quale è assolutamente proibito l'uso di materie prime fermentate o insilate".

E' proprio a questo appuntamento (domenica 20 settembre alle ore 11,00 nella sala stampa di Slow Food) che interverrà Cathy Strange, la selezionatrice di formaggi della famosa catena distributiva americana Whole Foods Markets, il colosso della distribuzione Usa che nel luglio scorso ha scelto il Parmigiano Reggiano come prodotto di punta per qualificare l'intera offerta di formaggi della catena, orientandosi su un prodotto selezionato di almeno 24 mesi che viene porzionato nel punto vendita.
"Quell'accordo e questa presenza di Cathy Strange - sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - rappresentano una delle migliori risposte possibili - in assenza di tutele anche legislative che stiamo sollecitando nell'ambito dei negoziati TTIP in corso tra Unione Europea e Stati Uniti - al fenomeno delle frodi, che negli Usa si traducono in circa 100.000 tonnellate all'anno di consumi di "parmesan" immesso sul mercato e venduto facendo presumere (con il ricorso a marchi, bollini, simboli che richiamano il tricolore) che abbia un'origine italiana".

Al convegno, insieme al presidente del Consorzio, Giuseppe Alai, al direttore Riccardo Deserti e a Cathy Strange, interverranno il direttore Comité Interprofessionnel du Gruyére de Comté, Valéry Elisseeff, e il prof. Silvio Greco, docente di Produzioni agroalimentari all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Molto spazio, nell'ambito dell'edizione 2015 del Cheese di Bra, sarà riservata ai caseifici del Parmigiano Reggiano (impegnati in degustazioni anche con abbinamento con vini, aceto balsamico tradizionale di Modena e birre di qualità) e, soprattutto, al formaggio di montagna delle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna (sinistra Reno).
Con 3,5 milioni di latte trasformato annualmente, il Parmigiano Reggiano rappresenta, infatti, la più importante Dop per la montagna italiana ed europea.

(fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Un convegno con i "guru" di immunologia, pediatria, scienze dell'alimentazione, endocrinologia. -

Reggio Emilia, 15 settembre 2015 -

Entra più che mai nel vivo il programma di lavoro lanciato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano ad Expo, connotato, in particolare, dalla continuativa presenza nel "supermercato del futuro" allestito da Coop Italia.
Dopo che il Parmigiano Reggiano è stato dal 9 ad oggi 14 settembre al centro delle iniziative alla "piazzetta" allestita dalla Regione Emilia-Romagna, per la realizzazione di progetto curato in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna, le attività del Consorzio culmineranno con un convegno scientifico giovedì 17 settembre.

L'appuntamento del convegno sugli aspetti nutrizionali e metabolici del Parmigiano Reggiano è in programma il 17 settembre - dalle 15,00 alle 18,30, ad EXPO, Sala Eventi Coop Forum, e sotto la guida scientifica del prof. Sergio Bernasconi, Ordinario di Pediatria all'Università di Parma, farà il punto sulle caratteristiche nutritive e dieto-terapiche del prodotto, con particolare riferimento al rapporto tra assunzione e patologie cardiovascolari e dismetaboliche, unitamente al tema del paziente pediatrico affetto da allergie e/o disbiosi intestinali e alle correlazioni tra consumo di Parmigiano Reggiano e metabolismo osseo (dietoterapia dell'osteoporosi).
A parlarne saranno Leone Arsenio (specialista in malattie del ricambio, diabetologia, geriatria), Roberto Berni (specialista nutrizione pediatrica e patologie allergiche), Maria Luisa Brandi (docente di endocrinologia all'Università di Firenze), Federico Cioni (medico specialista in scienze dell'alimentazione, medicina interna e diabetologia) e Lorenzo Lughetti (docente di pediatria generale e specialistica all'Università di Modena-Reggio Emilia).

"Con questo insieme di iniziative - osserva il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - proponiamo un viaggio a tutto campo nel mondo del Parmigiano Reggiano, con il quale accendiamo nuove luci di conoscenza sul nostro prodotto, partendo dagli aspetti legati alla produzione, alla tradizione, ai diversi gusti in funzione della stagionatura, al legame con il territorio, per arrivare ad approfondimenti scientifici che riguardano anche la sua utilità per il benessere fisico ai fini della prevenzione e della cura, come integratore, di patologie piuttosto frequenti".

Il convegno del Consorzio del 17 settembre è stato accreditato per la professione di medico chirurgo (tutte le specialità), biologo, nutrizionista, dietista e vale due crediti ECM.

parmigiano a expo locandina rid

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Pamigiano)

Il direttore Riccardo Deserti a Bruxelles. De Castro: c'è spazio per crescere, definendo nel Ttip regole chiare e trasparenti contro l'abuso dei marchi geografici Ue. -

Reggio Emilia, 17 luglio 2015 -

"L'Europa ha interessi rilevantissimi nel settore agroalimentare, con un saldo attivo di 6 miliardi di euro, ed in questo negoziato è evidente che l'Italia - il Paese europeo con il maggior numero di prodotti Dop - si gioca tanta parte di uno sviluppo possibile e da sostenere con ogni azione".
Così Paolo De Castro - europarlamentare e già presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo - si esprime all'indomani del confronto che ha avuto tra i protagonisti, a Bruxelles, il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, ascoltato dalla Commissione Europea nell'ambito dei negoziati TTIP tra UE e Usa.

"Proprio a partire da questo confronto - aggiunge De Castro - va rilanciata un'azione autorevole per raggiungere un risultato ambizioso ed equilibrato, perchè sul mercato americano c'è ancora molto spazio per la crescita delle esportazioni italiane ed europee, soprattutto per i prodotti di alta qualità come le Dop, e il TTIP deve essere l'occasione per bloccare l'uso ingannevole dei richiami ai nostri marchi e all'origine geografica".

"Gli inganni palesi a carico dei consumatori americani - ha detto il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano a Bruxelles - ammontano a quasi 100.000 tonnellate all'anno per il nostro prodotto, una cifra che è pari al 74% dell'intera produzione di Parmigiano Reggiano ed è più che doppia rispetto al totale delle nostre esportazioni, pari 44.500 tonnellate nel 2014, con poco meno di 6.600 negli Usa".

"Sconfiggere questo "parmesan" che si presenta in confezioni che in vari modi si richiamano al Tricolore, e che pertanto ingannano i consumatori sull'origine del prodotto e danneggiano i produttori italiani - aggiunge Deserti - aprirebbe prospettive straordinarie, non solo perchè la richiesta del mercato americano sul Parmigiano Reggiano è oggi altissima per le sue caratteristiche di artigianalità e assoluta naturalità molto apprezzate negli States, ma a maggior ragione degli accordi che continuiamo a consolidare e a realizzare con le più grandi catene distributive americane".
"Il mercato del Parmigiano Reggiano "taroccato", rapportato ai prezzi medi alla partenza dall'Italia dell'autentico Parmigiano Reggiano - spiega Deserti - vale potenzialmente quasi un miliardo di euro, e sebbene sia evidente che buona parte di quel prodotto rientrerebbe tra i generici "parmesan" ammessi negli Stati Uniti, è altrettanto chiaro di quale potenziale stiamo parlando per le nostre esportazioni".

"I problemi, le opportunità e gli effetti della lotta ai falsi - ha detto Deserti alla Commissione Europea a Bruxelles - non sono, comunque, solo una questione di cifre e di mercati, ma all'origine ci sono due fatti estremamente gravi che devono pesare nelle trattative con gli Usa: la concorrenza sleale e l'inganno perpetuato a danno dei consumatori".
Proprio su questo piano, Deserti ha ricordato a Bruxelles che proprio pochi giorni fa l'autorità sanitaria americana (FDA), ha imposto il ritiro dal mercato Usa di quasi 15.000 chili di "parmesan" perchè non indicava in etichetta la presenza dell'additivo Lisozima, un allergene derivato dall'uovo e assolutamente vietato nella produzione di Parmigiano Reggiano.

(fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Mercoledì 15 luglio il direttore dell'Ente di tutela a Bruxelles nell'ambito del negoziati TTIP tra UE e Stati Uniti. Una battaglia da 100.000 tonnellate. -

Reggio Emilia, 14 luglio 2015 -

Si fa sempre più serrata l'azione del Consorzio del Parmigiano Reggiano per stroncare le contraffazioni sul mercato statunitense, stimate in circa 100.000 tonnellate all'anno.
Il direttore dell'Ente di tutela, Riccardo Deserti, mercoledì 15 luglio sarà infatti a Bruxelles, dove parlerà davanti alla Commissione dell'Unione Europea dei problemi aperti in un Paese che, per il Parmigiano Reggiano, si colloca al terzo posto nella graduatoria delle esportazioni, con una quota del 17,6% sul totale.

"Un confronto - spiega Deserti - da noi richiesto e accolto dalla Commissione nell'ambito dei negoziati TTIP tra Unione Europea e Stati Uniti, dove Parmigiano Reggiano è stata la prima Dop italiana a registrarsi (ancora nel '92), ma ancora subisce gli effetti di una concorrenza sleale fondata sull'inganno che si compie anche contro i consumatori, ai quali il "parmesan" viene offerto in modo massiccio connotandolo con elementi grafici, riportati sulle confezioni, che si richiamano esplicitamente (tricolore, bandiere, bollini) all'Italia".

"E' evidente - spiega Deserti - che per parte nostra la vera e radicale battaglia è finalizzata a conseguire lo stesso risultato ottenuto in ambito europeo, cioè a ricondurre il termine "parmesan" in modo esclusivo al Parmigiano Reggiano. Ma, nell'immediato, l'obiettivo prioritario è quello di far sì che scompaiano proprio questi richiami che fanno pensare al prodotto originale proveniente dall'Italia, traendo in inganno i consumatori e limitando (proprio con una presenza stimata in 100.000 tonnellate) le nostre possibilità di espansione su un mercato che è proprio alla ricerca di un prodotto certificato, naturale, artigianale e simbolo d'eccellenza italiana".

"Insieme alla forte azione politica della UE e proprio alla luce di questa richiesta del mercato - conclude Deserti - contiamo molto anche sulla sensibilità delle autorità sanitarie americane. Un segnale incoraggiante, infatti, è arrivato proprio nei giorni scorsi quando la FDA, l'autorità sanitaria americana, ha imposto il ritiro dal mercato Usa di quasi 15.000 chili di "parmesan" perchè non indicava in etichetta la presenza dell'additivo Lisozima, un allergene derivato dall'uovo, assolutamente vietato nella produzione di Parmigiano Reggiano".

Di questi casi e degli obiettivi del Consorzio, dunque, Deserti parlerà alle 11,30 di mercoledì 15 luglio alla Commissione europea alle 11,30 in Rue de l'Aqueduc 118, a Bruxelles.

(fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Scelto dal colosso Whole Foods come prodotto di punta tra i formaggi di tutto il mondo. Il Consorzio denuncia e spinge la UE al contrasto di 100.000 tonnellate di falsi che si richiamano al tricolore. -

Reggio Emilia, 10 luglio 2015 -

"E' un successo per le esportazioni, ma è un successo anche nella lotta al contrasto delle imitazioni".
Così il Consorzio del Parmigiano Reggiano commenta l'accordo raggiunto per il mercato degli Stati Uniti - Paese in cui è presente il maggior numero di imitazioni del nome della Dop - con uno dei colossi della distribuzione Usa, la Whole Foods, che ha scelto il Parmigiano Reggiano come prodotto di punta per qualificare l'intera offerta di formaggi della catena: si tratta di un prodotto selezionato di almeno 24 mesi che viene porzionato nel punto vendita.

"E' un grande passo in avanti - sottolinea il direttore del Consorzio di tutela, Riccardo Deserti - non solo per rafforzare un trend di esportazioni in vertiginosa crescita nel primo trimestre 2015 (i dati Istat parlano di un +74%, ma il Consorzio già nei giorni scorsi parlava di circostanze eccezionali, come il rapporto di cambio euro-dollaro e l'esaurimento delle scorte, che si attenueranno nei prossimi mesi - n.d.r.), ma soprattutto per rafforzare proprio il contrasto alle imitazioni, sul quale incideranno molto anche gli esiti dei negoziati TTIP".
"I dati in crescita e l'esperienza di questi anni - osserva Deserti - confermano che la prima forma di contrasto alle imitazioni è proprio la conoscenza del prodotto originale, la cui presenza nelle catene distributive statunitensi, associata alle nostre azioni informative e a quelle effettuate dalle stesse catene, consente ai consumatori di prendere coscienza del massiccio ricorso a imitazioni ingannevoli cui è esposto".
"Grazie alle nostre attività di vigilanza - prosegue il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - stimiamo in circa 100.000 tonnellate all'anno i consumi di "parmesan" immesso sul mercato e venduto facendo presumere (con il ricorso a marchi, bollini, simboli che richiamano il tricolore) che abbia un'origine italiana".

"Dieci giorni fa - esemplifica Deserti per ricordare la complessità del tema dell'"italian sounding" - in un supermercato di Manhattan abbiamo individuato due tipi di "parmesan": uno assolutamente neutro rispetto alla presumibile origine; l'altro, invece, intriso di bandiere e tricolori". "Nel primo caso, dunque, si tratta dell'uso di una denominazione ammessa dalla legislazione americana (molto più permissiva di quella europea in materia di Dop, tanto che nella UE il termine "parmesan" è ascrivibile solo ed esclusivamente al Parmigiano Reggiano), mentre nell'altro - spiega Deserti - si tratta di una azione esplicitamente ingannevole nei confronti dei consumatori e lesiva degli interessi dei nostri produttori".

"In questo complesso scenario - prosegue il direttore del Consorzio di tutela - la richiesta di prodotto originale è in forte aumento, e le principali catene americane hanno importanti programmi di sviluppo delle importazioni, con particolare riferimento al prodotto stagionato 30 mesi, e una crescente attenzione alla selezione diretta dei caseifici potenziali fornitori".

"Ora - osserva il presidente dell'ente di tutela, Giuseppe Alai - tocca davvero alla UE, nell'ambito dei negoziati TTIP - lavorare per nuove regole che salvaguardino le nostre Dop in un mercato dalle enormi potenzialità, e questa azione deve essere a maggior ragione forte e rigorosa dopo che in meno di un anno - tra embargo Russo, crisi economica e scontro finanziario tra UE e Grecia, i prodotti agroalimentari di qualità hanno subito pesanti colpi, che per il Parmigiano Reggiano corrispondono a 700 tonnellate in meno di export su questi Paesi".

(fonte: ufficio stampa: Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Alai: la crisi greca non è solo un problema finanziario e delle banche. Colpiti i consumi ed export del Made in Italy di qualità. Nel 2014 export Parmigiano Reggiano ai minimi con -300 tonnellate. Già scontati danni come per l'embargo russo.

Reggio Emilia, 6 luglio 2015. Ci sono preoccupazioni anche nell'area del Parmigiano Reggiano per la crisi che investe la Grecia.
"Non sappiamo, ora - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai - quali saranno gli sbocchi dello scontro in atto con le autorità monetarie europee, ma è evidente che i Governi nazionali e la Ue non potranno limitarsi ad una esclusiva valutazione finanziaria delle conseguenze di questa drammatica crisi".

"Insieme ai destini dei cittadini greci, cui va il nostro preoccupato e solidale pensiero - prosegue Alai - vi sono in gioco interessi economici importanti per il nostro Paese e per le nostre imprese, incluse quelle del Parmigiano Reggiano".
"Il mercato greco - spiega il presidente del Consorzio - vale 563 tonnellate (quasi 15.000 forme) di export per i nostri caseifici, e questo dato, riferito al 2014, ha già scontato un calo di quasi 300 tonnellate rispetto al 2013, ovviamente legato al fatto che la caduta dei redditi dei consumatori greci ha spostato i consumi su prodotti di minor costo e qualità rispetto al Parmigiano Reggiano".

"In altri termini - afferma Alai - la crisi greca è costata, in termini di esportazioni, in misura comparabile all'embargo russo (400 tonnellate), ma questo aspetto rischia di passare nell'indifferenza rispetto agli interessi finanziari". "Sebbene i dati storici e gli ordinativi in essere lascino pensare che si sia toccato il punto più basso delle importazioni greche di Parmigiano Reggiano - osserva Alai - riteniamo che nell'interesse dei nostri produttori - così come per tutti i prodotti italiani d'eccellenza che hanno apporti con quel mercato e lì sono apprezzati - sia necessario un approccio alla crisi greca che non si esaurisca ad una pura questione finanziaria e di bilanci".

"In questo senso - conclude Alai - crediamo sia fondamentale un'analisi e un intervento più agganciato all'economia reale e che guardi ai modi in cui si possa favorire il rilancio di un Paese le cui sorti riguardano innanzitutto i suoi cittadini, ma anche le economie reali di tanti partner europei".

(Consorzio Parmigiano Reggiano Reggio Emilia, 6 luglio 2015.)

Nuovi accordi con le tre maggiori catene distributive. Obiettivo export a 100.000 forme nei prossimi cinque anni. Dall'informazione alla formazione degli addetti alle vendite. -

Reggio Emilia, 6 luglio 2015 -

Raddoppiare le esportazioni sul Canada nei prossimi cinque anni, con il passaggio da 50.000 a 100.000 forme: è questo l'obiettivo del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che dal Fancy Food di New York (la più prestigiosa vetrina internazionale dell'agroalimentare) è rientrato con nuovi e rilevanti accordi con le tre principali catene distributive al dettaglio: Costco Canada, Loblaws e Sobey's.

"Il mercato canadese - spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - rappresenta, per importanza, il secondo mercato extra UE dopo gli Stati Uniti, con 50.000 forme (circa 2.000 tonnellate) di export annuo, ed è qui che negli ultimi dieci anni si è fortemente diffusa la conoscenza del nostro prodotto, considerato il "re" dei formaggi per le sue caratteristiche del tutto naturali, la versatilità nell'utilizzo legata alle diverse stagionature e le tecniche di produzione artigianali, particolarmente apprezzate in Canada".

"L'export, pur essendo costantemente aumentato - spiega Deserti - ha però risentito, sino ad oggi, dei limiti imposti dal regime delle quote in vigore in Canada, che impone un tetto alle importazioni di formaggi dall'Unione Europea. Ora, però, si aprono prospettive del tutto nuove, legate da una parte all'accordo sul libero scambio Ceta (siglato tra Unione Europea e Canada nel 2014) che programma per i prossimi anni la concessione di nuove quote per le importazioni di formaggi europei (si dovrebbero aggiungere 18.000 nuove tonnellate per i formaggi europei) e, dall'altra, proprio grazie agli accordi siglati dal Consorzio a New York con le tre grandi catene canadesi".
"I contatti avuti con importatori e detentori di quote - aggiunge il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - non solo confermano che il nostro è tra i formaggi più richiesti, ma che è possibile puntare proprio al raddoppio delle esportazioni, con 50.000 forme in più nell'arco di cinque anni".

"L'elemento che accomuna gli accordi con le catene distributive canadesi - prosegue Deserti - è il lavoro che verrà sviluppato sulla conoscenza del prodotto, sull'informazione sui fattori di distintività del Parmigiano Reggiano e - fatto particolarmente rilevante - sul supporto che verrà assicurato alle catene nella formazione del personale addetto alle vendite".

E mentre dal Canada giungono intanto notizie già di per sè positive, con un incremento del 10% delle esportazioni di Parmigiano Reggiano nei primi mesi del 2015, dal Consorzio giunge la conferma che "proprio il coinvolgimento diretto delle catene distributive - come spiega il presidente Giuseppe Alai - è l'elemento strategico sul quale sarà imperniato tutto il lavoro sulle esportazioni e che va ad affiancare i progetti costruiti con esportatori ed importatori". "Nelle aree del mondo con maggiore potenziale di sviluppo - conclude Alai richiamando Paesi extra UE come Usa, Canada, Sud America e Cina - si sta infatti rivelando fondamentale questo approccio che ci porta nei punti vendita a parlare direttamente con i consumatori e a creare nuove conoscenze e consapevolezze tra chi gestisce il vero e proprio atto di vendita".

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Dati Istat senza precedenti nei primi tre mesi. Alai: "Ragioni contingenti, occorre lavorare su altri elementi di stabilità". -

Reggio Emilia, 27 giugno 2015 -

"Questi risultati sono frutto di un lavoro intenso sviluppato in quello che, per il Parmigiano Reggiano, rappresenta il primo mercato extra UE e il terzo mercato estero in assoluto, ma su di essi ha sicuramente inciso il rallentamento registrato negli ultimi mesi del 2014 per le attese degli operatori commerciali sui mercati valutari (tanto che l'anno si è chiuso con un - 8%) ed un rapporto euro-dollaro che si è consolidato come più decisamente favorevole alla divisa americana". E' molto soddisfatto, ma prudente, il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, a fronte degli ultimi dati dell'Istat sull'export di formaggi grana negli Stati Uniti, che parlano di un incremento del 74% nel primo trimestre 2015.

"Un risultato straordinario - sottolinea Alai - su un mercato che nel 2014 ha assorbito quasi 6.600 tonnellate di Parmigiano Reggiano e che, da solo, detiene una quota del 17,6% del totale delle nostre esportazioni, preceduto solo da Germania (20,8% dell'export di Parmigiano Reggiano) e Francia (20%) e che vede proprio il Parmigiano Reggiano ai vertici delle esportazioni di formaggi duri italiani negli Usa, con quasi due terzi del totale".
"Gli elementi contingenti che hanno determinato questa crescita negli Usa - spiega però Alai - influiranno ancora sui dati del mese di aprile, ma il loro effetto si attenuerà nei mesi successivi, ed è per questo che stiamo lavorando su elementi più certi e prevedibilmente più duraturi, a partire da quella ripresa economica statunitense che favorisce un rilancio dei consumi e, in quest'ambito, il consolidamento di un'attenzione alle Dop italiane e ai prodotti completamente naturali, come il nostro, che stanno occupando uno spazio sempre più rilevante nelle abitudini alimentari degli americani".
"Già a partire da domenica - spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - saremo al Summer Fancy Food di New York (la vetrina mondiale per eccellenza dell'agroalimentare, con oltre 2.000 espositori), dove avremo nuovamente modo di incontrare le più importanti catene distributive statunitensi per rafforzare tutte le azioni che stiamo conducendo all'interno dei punti vendita per promuovere la conoscenza e il consumo del Parmigiano Reggiano".

"Soprattutto quest'anno - prosegue Deserti - il grande evento newyorkese non sarà, però, solo una grande vetrina commerciale, avendo sullo sfondo le trattative per gli accordi TTIP tra UE e Stati Uniti".
"Il nostro obiettivo - spiegano Alai e Deserti - è quello di far sì che vengano elevate le protezioni del marchio Parmigiano Reggiano, anche nelle sue traduzioni. Contestualmente è necessario "fare pulizia" attorno agli usi impropri e ingannevoli per i consumatori statunitensi, soprattutto in materia di uso del tricolore e di richiami geografici che lasciano pensare che i prodotti che nascono in Usa o Sud America abbiano un'origine italiana".

"A questo - osservano il presidente e il direttore del Consorzio di Tutela - si lega anche il tema delle quote import, perchè la loro eliminazione su questo mercato, senza una contemporanea forte tutela della denominazione "Parmesan", che in Europa è già tutelata e riconosciuta come esclusivamente legata al Parmigiano Reggiano, paradossalmente rischierebbe di dar vita ad un mercato parallelo, con formaggi duri prodotti magari in altri Paesi europei che, una volta giunti negli Usa, potrebbero essere etichettati come "Parmesan", magari con l'aggiunta di tricolore e italian sounding".

(fonte: Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Domenica, 10 Maggio 2015 09:24

Parmigiano reggiano, assalto alla Grande Muraglia

Export -  A pochi mesi di distanza dalla registrazione del marchio in cinese mandarino e cantonese, il Consorzio protagonista al Sial di Shangai dal 6 all'8 maggio e di 7 "roadshows" a Beijing da maggio a dicembre 2015

Reggio Emilia, 5 maggio 2015
E' una campagna lunga, articolata e massiccia quella che il Consorzio del Parmigiano Reggiano lancia sulla Cina, "mercato che presenta straordinaria possibilità – spiega il direttore dell'Ente, Riccardo Deserti – ma sul quale occorrono iniziative particolarmente mirate, in considerazione del fatto che il consumo di formaggio – e specialmente dei prodotti duri, poco conosciuti - non rientra nelle tradizioni di tanta parte dei consumatori".
Dopo aver realizzato – il 4 maggio - un seminario formativo con degustazione nell'enoteca italiana di Yishang alla presenza di giornalisti, operatori commerciali e i principali distributori di Parmigiano Reggiano sul mercato cinese (tra questi Italuck, BrightView, SinodiseGoodwell China), e dopo un media dinner con le più importanti testate giornalistiche del settore gastronomico al ristorante italiano "Dolce Vita", il Consorzio – per la prima volta – sarà tra i protagonisti dello Sial China, il grande salone che si terrà a Shangai dal 6 all'8 maggio.

Il nostro obiettivo – spiega il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – è principalmente quello di presentare agli operatori commerciali e ai visitatori le caratteristiche fondamentali del Parmigiano Reggiano, il suo processo di produzione, le sue qualità nutrizionali, fornendo anche una serie di informazioni sul come distinguere il prodotto autentico dalle imitazioni e dai similgrana, che anche in Cina vengono proposti a prezzi bassissimi".
"Sebbene il consumo pro-capite di formaggi sia ancora modesto – prosegue Alai – la progressiva occidentalizzazione delle abitudini alimentari che si registra nelle grandi città sta offrendo spazi particolarmente rilevanti (dai circa 50 grammi di consumo pro-capite annuo attuale si prevede la crescita a 230 grammi nel 2019), soprattutto perché si associa ad una particolare attenzione alle produzioni a Denominazione d'origine protetta; per questo, dunque, occorre un'azione informativa intensa e capillare sia sul singolo prodotto che in partnership con altre eccellenze italiane ed europee".
"In questo senso – spiega il direttore Riccardo Deserti – sono particolarmente importanti le azioni di cui saremo protagonisti in Cina nell'ambito del progetto "The Tastes of Europe Campaign", finalizzata a promuovere la qualità dei prodotti Dop e Igp e concentrata, da maggio a dicembre 2015, proprio sulla Cina, dove nel 2014 siamo riusciti a completare la registrazione del marchio Parmigiano Reggiano traslitterato in cinese mandarino e cantonese, risultato fondamentale per tutelare produttori e consumatori dai falsi".

Il decollo delle iniziative legate al progetto europeo è in programma il 6 maggio a Beijing con un evento per la stampa, un coking show e un buffet (previsti 1.500 ospiti); la campagna proseguirà poi con 7 "roadshows" in centri commerciali e viali di lusso nei mesi di maggio, giugno, luglio, settembre, novembre e dicembre, con un appuntamento anche presso l'ambaschiata tedesca a Beijing.

"Le azioni della campagna europea di cui siamo partecipi – spiega Deserti – mirano a creare maggiore consapevolezza, tra i consumatori e i media cinesi, delle caratteristiche dei prodotti a Denominazione Protetta come garanzia di autenticità e qualità, ad intensificare i rapporti tra i produttori europei e gli importatori, distributori e dettaglianti cinesi, a presentare alle autorità e alle istituzioni cinesi il valore e i pilastri fondamentali di questi prodotti e ad accrescere la conoscenza delle zone d'origine".

"La nostra agenzia cinese, la Shangai Yishang Wine Business Consulting Co.ltd – conclude Deserti - sarà presente ad ogni evento per curare degustazioni e offrire materiale informativo".

(CFPR)