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Il Festival della legalità promosso dalla Provincia in collaborazione con diversi Comuni e con la direzione scientifica di Antonio Nicaso. Sei giorni di spettacoli e laboratori, ma soprattutto esperti e testimoni della lotta alla mafia: magistrati, giornalisti, studiosi.

Reggio Emilia, 11 aprile 2016

Arte e crescita civile, si apre "Noicontrolemafie". Oggi prende il via la sesta edizione del Festival della legalità promosso dalla Provincia in collaborazione con diversi Comuni e con la direzione scientifica di Antonio Nicaso.
Il contributo di letteratura, cinema e teatro a favore della legalità e contro le mafie è il tema che apre oggi la sesta edizione di "Noicontrolemafie", il Festival della legalità promosso dalla Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con diversi Comuni e Rosa Frammartino e con la direzione scientifica dello scrittore e studioso di mafie Antonio Nicaso. Da lunedì 11 a sabato 16 aprile la manifestazione porterà a Reggio Emilia – ma anche ad Albinea, Bibbiano, Bagnolo in Piano, Campagnola Emilia, Castelnovo Monti, Correggio, Guastalla, Poviglio, Rubiera, Sant'Ilario d'Enza e Scandianospettacoli e laboratori, ma soprattutto esperti e testimoni della lotta alla mafia: magistrati, giornalisti, studiosi.

Al convegno di oggi su "Linguaggi dell'arte & crescita civile" a Reggio Emilia interverranno, oltre allo stesso Nicaso, il presidente della Provincia Giammaria Manghi, il dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale di Reggio Emilia Antimo Ponticiello e i relatori Donato Santeramo, ordinario di letteratura italiana e di teatro e spettacolo dell'Università di Queen's del Canada; FrancescoMariaGallo, mass-mediologo director Public affairs di @Publivideo2; Stefano Tè, regista e direttore art ist ico Teatro dei Vent i, e il sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro.

"Questa sesta edizione di "Noicontrolemafie" non è la semplice reiterazione di una positiva esperienza del passato, ma una nuova importante occasione per riflettere – ancor più alla luce degli ultimi avvenimenti di storia locale – circa la necessità di riaffermare il nostro convinto rifiuto a ogni tentativo di prevaricazione e di infiltrazione mafiosa – spiega il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi – Una riflessione che riguarderà tutta la nostra comunità, dalle istituzioni ai cittadini ed in particolare le scuole superiori, da sempre riferimento privilegiato della Provincia in questo Festival della legalità, nella convinzione che una società sana si costruisca proprio partendo dai più giovani e che, come ci ha insegnatoPaolo Borsellino, 'se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo'".

Sempre lunedì, altre iniziative sono in programma a Guastalla e a Gattatico, dove dalle15 all'Istituto Cervi siterrà uno scambio di esperienze didatticamente innovative per la diffusione della cultura della legalità democratica. In serata (ore 21) alla biblioteca comunale di Campagnola incontro con la giornalista e scrittrice Angela Iantosca, autrice di "Bambini a metà. I bambini della 'ndrangheta", mentre nella biblioteca di Scandiano lo studioso delle organizzazioni criminali e scrittore Antonio Nicaso, racconterà la 'ndrangheta dal suo ultimo libro "Mafia" (previsto anche il monologo di Ada Roncone "L'invisibile faccia della luna").

Il programma di lunedì 11 aprile

REGGIO EMILIA
ORE 10.00/12.45 Aula Manodori UNIMORE Viale Allegri 9
LINGUAGGI DELL'ARTE & CRESCITA CIVILE
Il contributo di letteratura, cinema e teatro

INTRODUCE
ANTONIO NICASO
Scrittore e studioso delle mafie. Direttore Sc. Noicontrolemafie

SALUTO DELLE ISTITUZIONI
GIAMMARIA MANGHI
Presidente della Provincia di Reggio Emilia
ANTIMO PONTICIELLO
Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale di Reggio Emilia

INTERVENTI
DONATO SANTERAMO
Ordinario di letteratura italiana e di teatro e spettacolo. Univ. di Queen's CANADA
EMANUELE CAVALLARO
Sindaco di Rubiera - Reggio Emilia
FRANCESCO MARIA GALLO
Mass-mediologo Director Public Affairs @Publivideo2
STEFANO TÈ
Regista e direttore artistico Teatro dei Venti

GUASTALLA
ORE 10.00/12.00 Istituto B. Russel Via Sacco e Vanzetti 1
L'USO DISTORTO DELLA RELIGIONE NELLA 'NDRANGHETA

SALUTO DI CAMILLA VERONA Sindaco di Guastalla

INCONTRO CON
Università della Calabria
SALVO OGNIBENE
Autore del libro L'EUCARISTIA MAFIOSA. LA VOCE DEI PRETI Ed. Navarra

GATTATICO
ORE 15.00/17.30 Istituto A. Cervi, Via Fratelli Cervi, 9
GLI STUDENTI RACCONTANO
LA COSTITUZIONE E LA LEGALITÀ
Scambio di esperienze didatticamente innovative per la diffusione
della cultura della legalità democratica

SALUTO DELLE ISTITUZIONI

INTRODUCE
ALBERTINA SOLIANI
Presidente dell'Istituto Alcide Cervi e Senatrice della Repubblica

COORDINA
FRANCESCA MONTANARI
Presidente dell'associazione antimafia CORTOCIRCUITO di Reggio E.

INTERVENTI
DONATELLA LOPRIENO
Costituzionalista UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA
MARCO IMPERATO
Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Modena

ESPERIENZE EDUCATIVE PER LA LEGALITÀ
SEGNI DI RISCATTO Concorso video in memoria di Mara Marmiroli

DON EUGENIO MORLINI progetto promosso da Ass. COLORE, Libera RE, Cortocircuito, Movimento Agende Rosse RE

LEGALITÀ... CHE BEL QUEL ... percorso educativo partecipante a Concittadini, Associazione BEL QUEL di Sala Bolognese BO

RADICI NEL FUTURO (IV annualità)
FIORELLA FERRARINI, STEFANO AICARDI, STUDENTESSE
in GIULLARESCENTI del Liceo "M. Di Canossa" di Reggio Emilia
Progetto partecipante a Concittadini, promosso dall'Ass. Leg. Regione ER,
con Anpi, Ass.ne Papa Giovanni XXIII, Istituto Alcide Cervi

E-LABORIamo la legalità Progetto Noicontrolemafie 2016
ROSA FRAMMARTINO Caracò Education
COSTITUZIONE E DEMOCRAZIA
Laboratori con scuole del territorio provinciale RE
E SE QUEL GIORNO...
Percorso di scrittura creativa
PREMIO G. AMBROSOLI studenti dell'Istituto Zanelli RE
TERRA DEI FUOCHI
Cortometraggio a cura degli studenti dell'Istituto Galvani-Iodi RE

CONCLUSIONI
MIRCO ZANONI Coordinatore Culturale dell'Istituto Alcide Cervi

CAMPAGNOLA EMILIA
ORE 21.00 Biblioteca comunale Piazza Roma 9

OGGI BAMBINI SOLDATI
DOMANI BOSS DI 'NDRANGHETA?
SALUTO DI
ALESSANDRO SANTACHIARA Sindaco di Campagnola Emilia

INCONTRO CON ANGELA IANTOSCA
Giornalista e Scrittrice. Autrice di BAMBINI A METÀ. I BAMBINI DELLA 'NDRANGHETA Ed. Perrone

SCANDIANO
ORE 21.00 Biblioteca comunale Via Vittorio Veneto 2/a

'NDRANGHETA, SOCIETÀ DEL DISONORE

SALUTO DI ALESSIO MAMMI Sindaco di Scandiano
INCONTRO CON ANTONIO NICASO
Studioso delle organizzazioni criminali e scrittore, ci racconta la 'ndrangheta dal suo ultimo libro MAFIA Ed. Bollati Boringhieri 2016

L'invisibile faccia della luna
Monologo di ADA RONCONE

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Teatro e Legalità anteprima 2016: Giovanni Impastato a Guastalla. Conferenza spettacolo venerdì 18 marzo 2016 ore 21 presso Centro Sociale I Maggio (via G. di Vittorio) ad ingresso libero.

Reggio Emilia, 10 marzo 2016

NoveTeatro, con il sostegno e la collaborazione del Comune Guastalla, dà seguito al proprio Festival Teatro e Legalità presentando "Mio fratello Peppino", conferenza-spettacolo che vede protagonista Giovanni Impastato, fratello di Peppino, icona della lotta alla Mafia assassinato nel 1978.
Giovanni Impastato sarà nella nostra città venerdì 18 marzo ore 21 presso il centro sociale Primo Maggio in via G. di Vittorio, angolo via Castagnoli.

L'incontro prenderà spunto dal libro "Resistere a Mafiopoli. La storia di mio fratello Peppino impastato", scritto da Giovanni Impastato e da Franco Vassia, pubblicato da Stampa Alternativa. Scrive Giovanni: "La storia di Peppino Impastato è una storia di giovani, di coraggio, di ribellione e di anche di violenza. [...] La storia di Peppino non è soltanto la sua: è la storia dei suoi compagni, la nostra storia, piena di fatti e di gioie, ma anche irta di spine. in pratica la storia atavica di chi non si rassegna a essere un semplice strumento, ma pretende di lasciare una traccia visibile del suo passaggio".
La conferenza spettacolo "Mio fratello Peppino" è dedicata ai giovani e a tutta la cittadinanza.

L'evento è ad ingresso libero.
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  - www.noveteatro.it 

(Fonte: ufficio stampa Comune di Guastalla)

Dall'11 al 13 febbraio il festival "Via Libera" farà tappa a Montechiarugolo, Traversetolo e Roccabianca. Ospite d'onore Tiberio Bentivoglio, imprenditore calabrese che ha detto "no" alla 'ndrangheta. Una tre giorni di incontri, spettacoli, reading per diffondere i valori di giustizia, con particolare attenzione alle nuove generazioni.

Parma, 6 febbraio 2016 

E' la parola "legalità" il filo conduttore da cui prende le mosse l'idea del Festival "Via Libera", un evento che si ispira al caso dell'inchiesta "Aemilia" che ha gettato preoccupanti ombre sul territorio emiliano e non solo.
Ed è proprio dal processo che ha chiamato alla sbarra oltre 200 imputati, e dal rischio di infiltrazioni mafiose, in provincia che i Comuni di Montechiarugolo, Traversetolo e Roccabianca, con la collaborazione di "Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", il patrocinio della Regione Emilia Romagna e il sostegno di Coop Alleanza 3.0, hanno deciso di promuovere "Via Libera – testimonianze, musiche e narrazioni per la legalità": una tre giorni di incontri, spettacoli, reading per diffondere i valori di giustizia, con particolare attenzione alle nuove generazioni.

Ma che cos'è "Via Libera"?
La risposta della società civile a quel mondo di corruzione e silenzio, il tentativo di porre le basi per sviluppare un presidio vigile di cittadinanza attiva e condivisione di momenti informativi.
Un festival itinerante che dall'11 al 13 febbraio attraverserà il parmense, grazie allo speciale contributo di Tiberio Bentivoglio, vittima di mafia che dal 1992 ha deciso di ribellarsi alla 'ndrangheta e dire "no" al pizzo, pagando pesanti conseguenze anche in termini economici.
Il festival si apre giovedì 11 febbraio a Montechiarugolo con l'aperitivo inaugurale organizzato al Circolo Arci La Ricreativa di Tortiano, dove alle 19.30 è in programma la presentazione del libro "Come un uomo" di Alberto Bertoli, intervistato dal giornalista Salvo Taranto. Nel libro Bertoli ripercorre la storia di famiglia, fatta di aneddoti e musica, in un chiaro omaggio al padre Pierangelo e alle sue canzoni.
La serata proseguirà con una cena conviviale realizzata con i prodotti di Libera Terra, sulle note delle canzoni di Pierangelo Bertoli, interpretate da Alberto. Il ricavato della cena - prenotazione obbligatoria - sarà devoluto al Comitato "Un seme per Enza e Tiberio Bentivoglio", per permettere alla coppia di aprire un nuovo negozio e riprendere così la propria attività lavorativa.
Il secondo appuntamento è venerdì 12, alle 21, alla Corte Agresti di Traversetolo, con lo spettacolo degli studenti dell'Istituto Mainetti, preparati dalla Scuola civica di teatro "Carmi". I ragazzi porteranno in scena un reading teatrale ispirato al libro "Colpito – La vera storia di Tiberio Bentivoglio", accompagnati dal musicista Rocco Rosignoli. Al reading sarà presente il protagonista del libro, con cui il pubblico potrà intrattenersi per scambiare opinioni e riflessioni.
Anche il programma di sabato 13 è interamente dedicato a Tiberio. Al mattino la vittima di mafia incontrerà gli studenti dell'Itis Galileo Galilei di San Secondo, in un appuntamento riservato alla scuola. Alle ore 21 Bentivoglio salirà invece sul palco del Teatro di Ragazzola di Roccabianca in una serata pubblica, di dialogo e testimonianza. L'imprenditore calabrese spiegherà, grazie all'intervista del giornalista Rai Luca Ponzi, cosa significa opporsi alla 'ndrangheta ed essere "vittima di mafia".
La chiusura ufficiale della manifestazione è invece lasciata alla musica e al concerto della folk band "Mé, Pék e Barba" che ha abbracciato la causa di Tiberio, portando sui palchi italiani la sua storia di legalità.
Gli spettacoli, tranne la cena, sono tutti a ingresso libero con offerta a favore di Libera - Comitato "Un seme per Enza e Tiberio Bentivoglio".

Via Libera locandina 2016 rid

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Per "A cena di legalità" info e prenotazioni: tel. 0521 686467 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Pubblicato in Cultura Parma

L'intesa prevede una collaborazione amministrativa tra Palazzo Allende e Prefettura per meglio gestire la complessità delle procedure riguardanti la documentazione antimafia. Il presidente della Provincia Manghi: "Il 28 presenteremo a sindaci e Unioni l'intesa in campo urbanistico sottoscritta dal Comune capoluogo." -

Reggio Emilia, 20 novembre 2015 -

Estendere a tutti i Comuni reggiani e alle Unioni il Protocollo di legalità fra Comune di Reggio Emilia e Prefettura per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei settori dell'edilizia privata e dell'urbanistica. Questo l'obiettivo della dichiarazione di intenti sottoscritta ieri mattina dal prefetto Raffaele Ruberto e dal presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi.

L'intesa – che prevede anche una collaborazione amministrativa tra Palazzo Allende e Prefettura per meglio gestire la complessità delle procedure riguardanti la documentazione antimafia - riafferma il ruolo centrale della 'nuova' Provincia, così come delineato anche dalla Legge di riforma del 2014, nell'azione di coordinamento e supporto tecnico ai Comuni; una nuova veste che ha già visto Palazzo Allende protagonista in diversi settori, a partire dalla Stazione unica appaltante alla quale hanno aderito ben 16 Comuni, 3 Unioni e 2 aziende di servizi alla persona.

"Già il prossimo 28 novembre convocheremo l'Assemblea dei sindaci e presenteremo a tutti i primi cittadini e alle Unioni il Protocollo di legalità sottoscritto ieri dal Comune capoluogo e dalla Prefettura - annuncia il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi - L'accordo raggiunto dal sindaco Vecchi con il prefetto Ruberto, al quale va la mia gratitudine per la collaborazione e l'attenzione dimostrate anche in questa occasione verso le istitituzioni, consente infatti di adottare nuovi, importanti strumenti nella lotta in campo amministrativo all'azione delle mafie: un obiettivo che da sempre vede la Provincia impegnata in prima linea e che ha visto Palazzo Allende sottoscrivere, sempre con la Prefettura, diversi Protocolli di legalità, da quello del 2007 sulla regolarità nei cantieri a quello del dicembre 2010 sugli appalti pubblici".

"Con questo nuovo Protocollo, l'azione di controllo e di contrasto ai tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata viene esteso anche all'edilizia privata e all'urbanistica attraverso, ad esempio, l'allargamento a tipologie nuove e diverse di interventi in campo edilizio e urbanistico della verifica tramite l'informativa antimafia; l'obbligo della comunicazione antimafia anche per permessi di costruire al disotto dei 70mila euro; controlli puntuali su una parte rilevante delle ristrutturazioni", conclude il presidente Manghi.

(Fonte: ufficio stampa Proviancia di RE)

Terza edizione di #Legalitàmipiace, la giornata di mobilitazione nazionale per la legalità organizzata da Confcommercio – Imprese per l'Italia su tutto il territorio nazionale. Donatella Prampolini Manzini: «vogliamo dare un segno forte e tangibile dell'impegno delle imprese per la legalita' e la sicurezza». -

Parma, 19 ottobre 2015 -

Il 25 novembre prossimo si svolgerà la terza edizione di #Legalitàmipiace, la giornata di mobilitazione nazionale per la legalità organizzata da Confcommercio – Imprese per l'Italia su tutto il territorio nazionale.
Confcommercio Reggio Emilia è stata protagonista fin dalle prime edizioni: nel 2013 con un video dove gli imprenditori evidenziavano alcune tra le tante difficoltà incontrate quotidianamente a causa dell'illegalità; lo scorso anno con l'iniziativa "Legalità, mi piace #dilloconunselfie" abbiamo raccolto e rilanciato sui social media l'appello alla legalità di imprenditori, cittadini, amministratori locali, ecc.

«Quest'anno –spiega Donatella Prampolini Manzini, presidente di Confcommercio Reggio Emilia - abbiamo deciso di fare qualcosa di molto importante e concreto. Si tratta di una raccolta fondi tra gli Associati per acquistare due motociclette da donare alla Questura di Reggio Emilia: mezzi in grado di intervenire rapidamente e pattugliare efficacemente piazze, stradine, parchi pubblici, aree pedonali con pilomat e dissuasori. Si tratta di un segno forte, che richiama il senso di responsabilità e l'impegno degli imprenditori per partecipare allo sviluppo dei territori e delle collettività alle quali apparteniamo».

«Dai primi incontri con soci e partner –continua Donatella Prampolini Manzini- stiamo raccogliendo molti consensi sull'iniziativa, che il Questore, alla quale l'abbiamo presentata all'inizio di ottobre, ha accolto con grande entusiasmo».
«Le due motociclette –conclude Donatella Prampolini Manzini- saranno consegnate al Questore il 25 novembre con una cerimonia presso la sede provinciale Confcommercio. Alla cerimonia saranno invitate le Istituzioni, gli sponsor e i soci che avranno contribuito all'iniziativa, e tutti i dirigenti e i soci della nostra Associazione».

Sul sito di Confcommercio Reggio Emilia www.confcommercio.re.it  c'è un'area dedicata all'iniziativa con le istruzioni per raccogliere i contributi dei soci. Dal sito è possibile anche compilare il questionario col quale Confcommercio sta raccogliendo, a livello nazionale e in forma anonima da tutti gli imprenditori, gli elementi per descrivere come le attività criminali colpiscono le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti.

(fonte: ufficio stampa Confcommercio Reggio Emilia)

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Questura di Modena, mondo della scuola e Associazioni di categoria hanno firmato un protocollo di intesa per diffondere il tema della legalità tra i banchi di scuola e nei luoghi di lavoro. Due gli sviluppi: educativo e informativo. -

Modena, 16 ottobre 2015 - Di Manuela Fiorini – Foto di Claudio Vincenzi -

Gli agenti della Polizia di Stato diventeranno insegnanti d'eccezione nelle scuole di Modena e provincia e informatori di tematiche legate alla sicurezza e alla legalità sui luoghi di lavoro. E' stato siglato ieri mattina il protocollo Awake tra la Questura di Modena, l'Ufficio Scolastico Provinciale, la Camera di Commercio e le principali Associazioni di categoria.

"Il protocollo Awake è un primo passo verso un progetto più ampio di sicurezza partecipata", ha detto il Questore Giuseppe Garramone, "Sul territorio provinciale, oggi assistiamo a un calo dei reati del 16% rispetto a una media nazionale del 6/7%. Tuttavia, la percezione di sicurezza da parte dei cittadini non è invece migliorata e tanto resta ancora da fare. Abbiamo deciso di partire dalle scuole, perché i giovani sono il futuro della nostra società".

awake mo rid

Proprio nelle scuole di ogni ordine e grado di Modena e provincia, il progetto avrà uno sviluppo dal taglio educativo per favorire la cultura della legalità e il rispetto delle leggi, ma anche per promuovere l'acquisizione di corretti stili e modelli di vita, contribuendo a formare cittadini responsabili. "I temi trattati saranno andranno dal bullismo e cyber bullismo ai comportamenti discriminatori", ha detto la dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale Silvia Menabue, sottolineando come il consenso all'iniziativa sia stato unanime da parte di tutto il mondo della scuola modenese.

Sui luoghi di lavoro, invece, al progetto verrà dato un taglio più informativo e coinvolgerà gli iscritti alla diverse Associazioni di categoria, che incontreranno i rappresentanti delle Forze dell'Ordine per uno scambio costante e duraturo di informazioni all'interno di una rete di intervento, con lo scopo di costruire città più vivibili e sicure.

Pubblicato in Cronaca Modena
Martedì, 25 Agosto 2015 09:53

Reggio Emilia, nuovo statuto per nuova provincia

E' in vigore il nuovo Statuto della Provincia di Reggio Emilia: elaborato secondo quanto disposto dalla Legge Delrio e approvato tra giugno e luglio, sempre all'unanimità, dal Consiglio provinciale e dall'Assemblea dei sindaci, rappresenta uno dei passaggi fondamentali nell'iter di riforma dell'ente.

"La Provincia di Reggio è perfettamente in linea con la tabella di marcia fissata dalla Legge Delrio: si tratta di un'ulteriore e importante prova di disponibilità e affidabilità che rivendichiamo - commenta il presidente Giammaria Manghi - Abbiamo lavorato alacremente in questi mesi affinché la nuova Provincia fosse agile ed efficiente e soprattutto nascesse all'insegna della trasparenza e della condivisione con tutte le forze politiche e il territorio. Siamo orgogliosi di questo atto corale di innovazione e slancio verso il futuro, di cui tutti i Comuni reggiani si sono resi partecipi con il voto unanime in Assemblea dei sindaci, dando prova di serietà e lungimiranza". Il presidente sottolinea come anche questa modifica statutaria si inserisca "in una più vasta strategia di innovazione istituzionale votata alla semplificazione e alla maggiore efficienza nella quale siamo fieri di fare la nostra parte, convinti che la macchina dell'amministrazione pubblica debba essere più snella e capace di dare risposte migliori e in tempi più rapidi ai bisogni dei cittadini a tutti i livelli di governo, dal Senato alle Unioni dei Comuni". "Ora - conclude Manghi - attendiamo una risoluzione definitiva alla situazione finanziaria delle Province, con particolare riferimento al biennio 2016-2017 nel quale rischiamo di non svolgere le nostre funzioni fondamentali".

Il nuovo Statuto rappresenta un passaggio importante e necessario per ridefinire il ruolo della Provincia, in particolare nei confronti dei Comuni del territorio, esaltandone le funzioni di assistenza tecnico-amministrativa a favore degli enti locali, istituendo la Conferenza permanente dei presidenti delle Unioni dei Comuni quale strumento di coordinamento territoriale e ampliando il ruolo consultivo dell'Assemblea dei sindaci.
Dotato di una struttura "leggera" (solo 25 articoli con alcune materie introdotte in via generale e delegate a successivi regolamenti), istituisce la presentazione delle linee programmatiche di governo, la mozione di sfiducia nei confronti del presidente e, in caso di cessazione dalla carica del presidente per qualunque ragione, l'affidamento delle funzioni vicarie al vicepresidente.

Il nuovo Statuto riconosce inoltre alla Provincia di Reggio Emilia il ruolo di rappresentanza generale degli interessi del territorio e della popolazione provinciale; amplia le materie di competenza del Consiglio; regola la delega per la partecipazione all'Assemblea dei sindaci, attribuibile solo a vicesindaco o a membri della giunta, e introduce uno specifico obbligo per il presidente di astensione dall'adozione di atti riguardanti il proprio Comune o la propria Unione.

Il dibattito con il ministro Delrio e i magistrati Gratteri, Conte e (in collegamento telefonico) Di Matteo ha chiuso Noicontrolemafie, la settimana della legalità promossa dalla Provincia. Manghi: "Dobbiamo farci tutti testimoni di una nuova stagione morale". -

Reggio Emilia, 20 aprile 2015 -

Riforme legislative, ma anche - se non soprattutto - della nostra società per sconfiggere la criminalità organizzata al centro del dibattito conclusivo di Noicontrolemafie, il festival della legalità promosso per il quinto anno consecutivo dalla Provincia di Reggio Emilia. In un auditorium Malaguzzi gremito di studenti delle superiori, ne hanno parlato esponenti davvero di rilievo di chi conduce la lotta alla mafia in prima linea e di chi, queste riforme, è chiamato a vararle: magistrati e giudici come Nicola Gratteri, Mario Conte e (in collegamento telefonico da Palermo) Antonino Di Matteo, il ministro alle Infrastrutture (l'ex sindaco reggiano e, fino a pochi giorni fa, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri) Graziano Delrio e Antonino Nicaso, studioso di fenomeni criminali e, soprattutto, direttore scientifico di Noicontrolemafie, di cui è il principale artefice insieme a Rosa Frammartino e alla Provincia.

A fare gli onori di casa, il presidente della Provincia Reggio Emilia Giammaria Manghi, che ha tirato le fila di una lunga settimana densa di iniziative "rivolte soprattutto ai ragazzi, perché è indispensabile misurarci con chi sta crescendo e deve farlo con valori limpidi e cristallini" e promosse in diversi "paesi proprio perché, come testimonia l'aggiunta alla classica denominazione della dicitura "Comuni e Cittadini reggiani", è una intera comunità che si sta impegnando e sta offrendo concreti segnali di crescente consapevolezza e responsabilità nella lotta all'infiltrazione criminale".

"A Reggio, ed è un dato culturale non scontato, esiste da tempo un lavoro intenso di collaborazione tra le istituzioni che, a breve, produrrà anche ulteriori strumenti condivisi con la Prefettura per dare una mano ai sindaci nella difficile sfida che quotidianamente, specie in campo urbanistico, devono affrontare per contrastare i pericoli di infiltrazione – ha aggiunto - Ma oltre ad un arricchimento delle norme, serve cambiare anche l'etica della nostra società, perché la morale sta sopra la legalità: capire che non si deve rubare non perché si può essere puniti, ma perché è sbagliato. La nostra realtà non è disastrosa, ci sono tantissime testimonianze di eticità e di impegno per il bene comune. Ma serve una rigenerazione locale: dobbiamo farci testimoni di una nuova stagione morale, segnata dalla coerenza tra il dire e il fare e spinta da una forte motivazione, perché è quella che può fare la differenza. Una nuova stagione morale che ci consenta di sperare in un oggi e in un domani migliore".

Anche per questo è fondamentale, come ha detto il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, "il carattere educativo e pedagogico, il lavoro di diffusione culturale di questa iniziativa". Anche il primo cittadino ha sottolineato "il circuito virtuoso di dialogo istituzionale che da tempo esiste nella nostra provincia", ma pure le tante difficoltà che devono affrontare i pubblici amministratori "perché non basta essere onesti e trasparenti, per essere efficaci occorrono anche riforme pensate mettendosi nei panni delle autonomie locali e normative adeguate, come ad esempio una banca dati nazionale aggiornata che ci consenta di sapere se una ditta che lavora qui abbia ricevuto un'interdittiva antimafia in un'altra provincia".
"L'Emilia non è terra di mafia, perché qui non regna l'indifferenza, qui si reagisce grazie a una storia che affonda le proprie radici in un sistema di valori nato con la Resistenza, esiste una cultura della legalità ancora oggi profondamente radicata – ha concluso - L'Emilia dunque non ha intenzione di cedere e ci riuscirà continuando a essere quello che è sempre stata, alimentando la fiducia nella comunità".

Antonio Nicaso ha quindi illustrato il tema del dibattito, quello delle riforme, "indispensabili in un Paese che ha sempre avuto una legislazione antimafia di natura emergenziale, nata sull'onda di fatti eclatanti e stragi eccellenti, e mai frutto di una riflessione ponderata e razionale". "Ora finalmente, grazie al pacchetto di riforme prodotte dalla commissione coordinata da Gratteri, questo lavoro è stato svolto e se anche solo un terzo delle proposte diventerà legge metteremo davvero in difficoltà le mafie", ha detto, sottolineando poi l'importanza "della semiotica delle buone pratiche, perché non bisogna solo essere onesti, ma anche dimostrarlo quotidianamente con gesti adeguati" e tornando, dunque, sulla polemica che ha riguardato il sindaco di Brescello. "Io, che vivo a settemila chilometri di distanza, non posso certo chiedere le dimissioni di chi è stato eletto democraticamente, le dimissioni in una vicenda che non ha risvolti penali sono un fatto personale – ha detto - Ma non sono certamente concepibili certe valutazioni da parte di un sindaco su uomini con sentenze passate in giudicato per associazione mafiosa e che anche le recenti indagini confermano essere personaggi di spicco della 'ndrangheta. Queste non sono e nemmeno possono sembrare brave persone, questa è feccia da isolare come sta facendo ad esempio la Prefettura di Reggio Emilia con il consistente numero di interdittive antimafia emesse anche recentemente, nel solco del coraggioso lavoro avviato da Antonella De Miro".

Mario Conte, consigliere di Corte d'appello del Tribunale di Palermo, ha quindi ribadito la necessità di un impegno comune, a partire innanzitutto dai cittadini e in particolare dai giovani, "che devono scendere in campo, non essere spettatori, perché la prima riforma sta in noi: la società deve assumersi le proprie responsabilità, dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere, perché la mafia non si sconfigge con magistrati e forze dell'ordine, ma come ci ricorda Gesualdo Bufalino con un esercito di insegnanti elementari".
Emblematico il caso di "quei quattro ragazzi, tra 20 e 25 anni, che una notte tappezzarono Palermo con adesivi con su scritto "un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità": si erano chiesti se davvero volevano vivere in una società soffocata dalla mafia e, in questo Paese dove siamo solitamente più bravi a lamentarci, avevano deciso di rimboccarsi le maniche. Da lì è nato il comitato "Addiopizzo", che oggi conta migliaia di iscritti, e ha messo in rete oltre mille commercianti protetti solamente da un adesivo".

Il procuratore aggiunto Dda di Reggio Calabria Nicola Gratteri è quindi entrato nel dettaglio del pacchetto di riforme consegnato a fine anno al Governo Renzi, al termine del lavoro nato "grazie proprio a una intuizione di Delrio, che me lo chiese per telefono negli stessi giorni in cui... non ero ministro". "Un lavoro nel quale ho coinvolto professionisti di mia assoluta fiducia per valore etico-morale e competenze tecnico-giuridiche e che ha avuto tre criteri di fondo: non abbassare di un millimetro il livello di garanzia degli imputati; non rendere conveniente delinquere; utilizzare il più possibile ogni tecnologia per abbattere costi e tempi dei processi".

Alcune di queste riforme sono tanto utili e redditizie quanto di sconvolgente semplicità, a conferma di come questo Paese sia purtroppo sotto molti aspetti fortemente arretrato: "Con l'informatizzazione dei procedimenti e la chiavetta usb di un avvocato si possono eliminare a ogni richiesta di copia degli atti settimane di lavoro e ventimila euro di fotocopie; regolando in maniera diversa le eccezioni preliminari si possono accorciare di due, tre mesi i processi; videoregistrando le deposizioni dei testimoni si può evitare che, per il trasferimento o anche la maternità di uno dei giudici dei processi ordinari, si debba ricominciare daccapo, ma anche far perdere tempo e denaro a poliziotti nel frattempo trasferiti a migliaia di chilometri di distanza chiamati a ripercorrere l'Italia per confermare quanto già detto", ha detto Gratteri. Poi ancora la possibilità di infiltrare agenti sotto copertura o utilizzare finte società finanziarie per contrastare mafie e corruzione, tema anticipato al dibattito di ieri, e l'inasprimento delle pene per gli ecoreati, oggi solamente puniti con semplici contravvenzioni. Nuove regole e sanzioni sulle intercettazioni telefoniche ("il nostro obiettivo non è limitare la libertà di informazione, ma scoprire chi passa le notizie ai giornalisti ed evitare che i processi si svolgano prima sui giornali e che alla gente interessi più il gossip del reato, che non è da Paese civile ed evoluto") e soprattutto una profonda riforma della polizia penitenziaria. Da trasformare, prendendo a riferimento i marshals americani (il Tommy Lee Jones de "Il fuggitivo" per intendersi), in un Corpo di giustizia dello Stato che si occupi della gestione di tutti i provvedimenti limitativi della libertà personale, dalla fase immediatamente successiva all'emissione fino alla materiale esecuzione, nonché dell'amministrazione dei collaboratori di giustizia e della sicurezza di tribunali e magistrati. Ed anche in queste settore, grazie alle tecnologie, "ed in particolare alle videoconferenze, ogni anno si potrebbero risparmiare 70 milioni sprecati per questa sorta di turismo giudiziario, ovvero la traduzioni di detenuti per processi che occupano ben 10.000 degli attuali 44.000 agenti di polizia penitenziaria, con alto rischio di evasione e pericoli anche per la comunità: 70 milioni che potrebbero essere investiti ogni anno in tecnologie e in assunzioni di agenti o di personale di cancelleria".

L'intervento di Gratteri è stato inframmezzato dall'atteso collegamento telefonico con Antonino Di Matteo, pubblico ministero del Tribunale di Palermo, contattato da un Antonio Nicaso che non ha potuto esimersi dall'esternare "il proprio atteggiamento critico nei confronti delle logiche correntizie del Csm, perché Di Matteo alla Procura nazionale antimafia sarebbe stata la persona giusta al posto giusto".
"Ho ancora ben vivo il bellissimo ricordo del meraviglioso incontro dello scorso anno, della voglia di partecipazione di tanti giovani che vogliono lottare contro la mafia – ha detto il magistrato rivolto ai ragazzi – Purtroppo impegni di lavoro mi hanno impedito di tornare a Reggio Emilia, ma sono certo che i relatori sapranno stimolarvi per farvi capire che la mafia non è solo una questione militare, non è roba di stragi e droga, ma è soprattutto una mentalità: là dove prevale la logica del favore e della raccomandazione, c'è la mafia, una mafia oggi sempre più strettamente legata alla corruzione e che cerca di impadronirsi dell'economia e delle istituzioni. Tenetelo sempre ben presente e tenete alta la vostra passione civile, perché la mafia prospera nel silenzio e nel disinteresse".

Ha chiuso i lavori l'ex sindaco di Reggio e neo ministro alle Infrastrutture, Graziano Del Rio, che ha ribadito la necessità di riforme, e l'impegno del Governo in questa direzione, perché comunque "la lotta alla mafia è fatta da professionisti come i magistrati al mio fianco, ma senza leggi e mezzi adeguati non può essere vinta, e il popolo e una condivisione vera sono certamente importantissimi, ma anche questa Liberazione ha bisogno di persone che imbraccino il fucile e combattano in prima linea".
Quella contra mafia e corruzione è "una battaglia complicatissima, che necessita di un'alleanza vera anche con gli imprenditori, mentre la politica fondamentalmente deve mettere le persone in condizioni di far bene il proprio mestiere", ha aggiunto Delrio confermando come "il ministro della Giustizia sia impegnato a portare avanti il prezioso lavoro coordinato da Gratteri".

L'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri ha poi ricordato le misure già attuate, o in cantiere, da parte del Governo: dalla recente nomina di Raffaele Cantone a capo dell'Autorità nazionale anticorruzione per rafforzare la vigilanza su contratti pubblici, "che però non significa bloccare i lavori", alla indispensabile riforma del codice degli appalti, "che dovrà certamente limitare le gare al massimo ribasso che favoriscono solo la mafia, prevedere una sorta di rating di legalità per le imprese e un albo ben verificabile di collaudatori e controllori di opere pubbliche". Riforme che devono essere portate avanti nel segno della "semplificazione, non certo aggiungendo norme perché più semplifichiamo più saremo efficaci". "La politica deve aiutare gli amministratori a fare il bene delle loro comunità e ha il dovere di controllare perché così si recupera la fiducia dei cittadini, ma serve anche l'impegno e l'orgoglio da parte di ognuno di noi nel fare e nel vedere una cosa fatta bene", ha concluso il ministro ricordando la locuzione latina ubi societas, ibi ius: "se una società è attenta, allora c'è la legge".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

Protagonisti gli studenti degli Istituti Chierici, Filippo Re, Galvani-Iodi, Matilde di Canossa e Zanelli impegnati nel progetto di pedagogia civile. -

Reggio Emilia, 15 aprile 2015 -

Giovani talenti per la legalità protagonisti ieri pomeriggio al Festival "Noicontrolemafie". Nella Sala del Consiglio provinciale, insieme alla vicepresidente Ilenia Malavasi e alla curatrice scientifica del progetto di pedagogia civile Rosa Frammartino, si è fatto il punto delle tante iniziative attuate in diverse scuole superiori reggiane: Chierici, Filippo Re, Galvani-Iodi, Matilde di Canossa e Zanelli. Coordinati dal direttore di Reggio Report Pierluigi Ghiggini, sono intervenuti i docenti Rosaria Cascio, educatrice del metodo Don Puglisi, e Stefano Aicardi, curatore educativo del progetto, la vicepresidente provinciale dell'Anpi Fiorella Ferrarini e Maria Cristina Sarò, autrice teatrale e regista. Al termine è stato consegnato un attestato agli studenti reggiani coinvolti nei progetti Per l'"impegno costante e fruttuoso contro ogni forma di illegalità e di prevaricazione nel mondo della scuola e nella società".

Saltato per l'improvvisa indisponibilità delle relatrici il dibattito di questa mattina Teatro Re-Giò sul tema "Minacce all'articolo 21: in Italia come in America latina?", il festival prosegue nel pomeriggio a Rubiera nel nome di Libero Grassi con la merenda della legalità sotto i portici della via Emilia e la passeggiata con consegna dell'adesivo "Io scelgo la legalità" e in serata in Sala del Tricolore con la proiezione del film di Nella Condorelli "L'inchiesta" sui fasci siciliani dei lavoratori, prodromo dell'amtimafia sociale.

Il programma di domani, giovedì 16 aprile

ORE 10.30-13 Cinema Olimpia, via Tassoni Reggio Emilia
Saluto di Giammaria Manghi, presidente della Provincia Reggio Emilia
CUSTODIRE IL FUTURO: bellezza contro paura
Relatori
Patrizia Fava docente del Dipartimento Scienze della vita di UniMoRe
Walter Ganapini direttore generale Arpa Umbria e membro onorario del Comitato scientifico dell'Agenzia Europea Ambiente
Don Maurizio Patriciello sacerdote di Caivano (NA), in prima linea contro i veleni dei roghi "a cielo aperto"
Antonio Nicaso studioso delle organizzazioni criminali
Conduce Luigi Manfredi direttore del Resto del Carlino Reggio Emilia

Ore 10-12.30 Cinema Teatro Metropolis di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
IN NOME DI LIBERO GRASSI
Incontro pubblico con la partecipazione di Alfredo, nipote di Libero Grassi
Gruppo di ragazze e ragazzi di Palermo e di Bibbiano
Immagini dal film-documentario Libero nel nome regia di P. Durante
Testimonianze e canzoni di Addiopizzo Junior e Young
Mostra lavori degli studenti
Merenda della legalità
Passeggiata e consegna dell'adesivo Io scelgo la legalità

Ore 15-18.30 Sala del Consiglio comunale di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
I GIOVANI DI BIBBIANO IN GIOCO
CONTRO LA CORRUZIONE
Alla ricerca della legalità perduta. Gioca il tuo ruolo!
Quali ricadute comportano corruzione ed illegalità sull'economia e sulla società? Come si possono contrastare? Un gioco di ruolo, ispirato a vicende realmente accadute, coinvolgerà un gruppo di giovani ad accettare e cercare di vincere la sfida della legalità
Intervengono
Cristina Brasili docente del Dipartimento di Scienze statistiche UniBo
Paolo Bertaccini Bonoli coordinatore del Premio Giorgio Ambrosoli e Centro Studi Territoria/ASAG Università Cattolica
Team di Progetto: Valentina Aiello, Pierre Maurice Reverberi, Jacopo Fanti
ricercatori presso il Dipartimento di Scienze statistiche UniBo

ORE 17.30-19 Centro Sociale 25 Aprile di Correggio
Saluto del sindaco Ilenia Malavasi
LA LEGALITÀ FRA I BANCHI DI SCUOLA
Educazione alla legalità con laboratori di scrittura, musica e teatro con gli studenti della scuola media Andreoli

Ore 21 Cinema Teatro Metropolis di Bibbiano
Saluto del sindaco Andrea Carletti
IL CIRCO DELLE ILLUSIONI
studio grafico delicatessen
Spettacolo teatrale di prevenzione al gioco d'azzardo di e con Filippo Arcelloni e Enzo Valeri Peruta
A seguire, dialogo degli attori col pubblico sul tema 'Quando il gioco non è più un gioco'

Ore 21 Sala conferenze Palazzo Principi di Correggio
Saluto del sindaco Ilenia Malavasi
CON I FASCI SICILIANI NASCE L'ANTIMAFIA SOCIALE
Uomini e donne che hanno fatto la storia
Proiezione de L'inchiesta di Nella Condorelli
Un film e una doppia inchiesta nel 120° anniversario dei Fasci Siciliani dei Lavoratori (70')
Relatori
Nella Condorelli regista
Giuseppe Carlo Marino prof. ordinario di Storia contemporanea
Conduce Mirco Zanoni coordinatore culturale Istituto Alcide Cervi

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Ad aprire il quinto festival della legalità, un interessante convegno dedicato ai bambini della 'ndrangheta e in particolare al caso scuola del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, che prova a dare una nuova opportunità a ragazzini destinati ad essere uccisi o a finire in carcere. -

Reggio Emilia, 14 aprile 2015 -

Si è aperto ieri il festival della legalità "Noicontrolemafie", promosso per il quinto anno dalla Provincia di Reggio Emilia con la direzione scientifica di Antonio Nicaso, scrittore e studioso di fenomeni criminali.
La rassegna da quest'anno ha aggiunto alla classica denominazione la dicitura "Comuni e Cittadini reggiani" per sottolineare l'impegno di una intera comunità che sta offrendo numerosi e concreti segnali di crescente consapevolezza e responsabilità nella lotta all'infiltrazione criminale sul proprio territorio.

L'Aula magna dell'Università di Reggio Emilia, gremita di studenti delle superiori, è stata sede di un'interessante convegno su "Bambini e mafie: i falsi miti della 'ndrangheta" che ha visto magistrati, docenti universitari e giornalisti confrontarsi sul delicato ruolo degli adolescenti nelle famiglie di mafia.

Ad aprire la giornata, del presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, che a pochi giorni da un 25 aprile che celebrerà i 70 anni della Liberazione, ha sottolineato la necessità di "ricordare, ma soprattutto di riattualizzare specie per i giovani, il significato e i valori della Resistenza alla luce anche della recente indagine Aemilia che ha confermato la presenza anche piuttosto eversiva della mafia nel nostro territorio". "Settant'anni fa tanti reggiani combatterono per la pace, la libertà e la democrazia, oggi occorre essere partigiani della legalità, per scardinare questa forza silenziosa che prova ad attecchire anche nel nostro territorio". Il presidente della Provincia ha infine ricordato le diverse iniziative concrete messe in campo dalle istituzioni reggiane per contrastare ogni pericolo di infiltrazione: dall'attenzione nei confronti di sale-scommesse e videolottery, nelle quali tende ad insinuarsi la criminalità organizzata, all'ancora più restrittivo Protocollo in materia di appalti pubblici che, insieme a Comuni e Prefettura, stiamo predisponendo per intensificare i controlli anche in materia urbanistica, dalle autocertificazioni ai subappalti, ai piani attuativi".

L'impegno della Regione Emilia-Romagna è stato sottolineato dalla consigliera Ottavia Soncini: dal Girer, il gruppo interforze per la ricostruzione in Emilia-Romagna istituto per contrastare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nella ricostruzione del dopo-sisma, ai tanti progetti messi in campo, "laboratori, attività di formazione, ma anche campi di volontariato in particolare per il riutilizzo dei 40 beni immobili confiscati alla mafia nella nostra regione". La consigliera regionale ha quindi indicato anche nel "rinnovamento della vita politica un indispensabile strumento di contrasto alle mafie, perché accorciare i tempi di permanenza in cariche pubbliche e promuovere alternanza significa ridurre i pericoli di infiltrazione e commistioni".

Dopo il saluto del direttore del Dipartimento di Educazione e Scienze umane di Unimore, Giorgio Zanetti, che ha sua volta sottolineato i pericoli della "mafia quale sistema totalitario", ha introdotto i relatori il direttore scientifico di "Noicontrolemafie", Antonio Nicaso, per il quale "l'operazione Aemilia ha rappresentato un brusco risveglio in questa terra di Resistenza". "Ai nuovi partigiani della legalità chiediamo il coraggio e la coerenza di vedere e capire le cose", ha aggiunto. Capire, ad esempio che le mafie "non sono il prodotto di una mentalità e di un territorio specifici, né sono il frutto di una mancanza di senso civico, perché l'antimafia è vecchia quanto la mafia". "Le mafie sono dappertutto perché hanno sempre avuto un aspetto presentabile e, soprattutto, perché sono sempre state legittimate e riconosciute dal potere, non combattute come avvenuto ad esempio con il terrorismo – ha detto Nicaso – Le mafie si radicano solo se riescono a stabilire relazioni con chi gestisce denaro e potere, e vengono anche qui in Emilia, in questa terra appetibile, per corrompere e infiltrarsi; bisogna quindi smettere di difendere a oltranza il territorio, ma avere volontà di resistere e di investire nelle scuole e nei giovani, che insieme alla società civile e alle istituzioni sono fondamentali per contrastare le infiltrazioni".

Prima relazione quella di Giuliana Adamo, docente del Trinity College di Dublino, che ha affrontato il tema della pedagogia del disonore, attuata di chi perpetua certi valori e principi per creare nuove generazioni di mafiosi: "Per salvare questi bambini, che crescono con i tatuaggi dei volti di carabinieri sotto i piedi in modo da calpestarli mentre camminano e che sputano per terra quando vedono passare una macchina della polizia, bisogna toglierli dall'ignoranza e la scuola è fondamentale per farli uscire da questo clima di guerra permanente, con una sorta di trincea che separa loro, i cosiddetti buoni, dal resto del Paese", ha tra l'altro detto.

Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, ha quindi illustrato quella che Nicaso ha definito una "piccola grande, rivoluzione", ovvero la serie di provvedimenti con i quali una ventina di minori sono stati sottratti a famiglie mafiose e affidati ad altre famiglie lontano dalla Calabria. "Tutti ragazzini coinvolti in sequestri in Aspromonte, dediti al racket per conto del padre in carcere o che hanno ucciso forze dell'ordine o che si sono prestati come sicari in faide locali – ha spiegato – La 'ndrangheta, purtroppo, si eredita, allora abbiamo deciso, come giudici, di censurare i modelli educativi mafiosi così come censuriamo i genitori violenti o alcolisti: negando la patria potestà e, nei casi più estremi, allontanando questi ragazzini dai loro nuclei familiari, e dunque da un indottrinamento malavitoso e dal coinvolgimento in affari illeciti, per inserirli in case-famiglia o affidarli a famiglie di volontari in modo da aver la possibilità di sperimentare, con percorsi educativi individualizzati, contesti sociali, culturali e affettivi differenti".

"Questi ragazzini non sospettano che fuori ci sia un mondo che funziona con regole diverse, perché tutti i loro familiari sono intrisi di cultura mafiosa, ed anche la scuola e la chiesa purtroppo raramente segnalano condotte irregolari. – ha continuato Di Bella – L'unico modo per aiutarli diventa dunque il processo penale, che si trasforma in opportunità educativa: la nostra linea giurisprudenziale, paradossalmente seguita con maggior attenzione dall'estero, ci espone a critiche, ci accusano di deportazioni di minori e confische di figli, ma i nostri sono provvedimenti temporanei a tutela dei ragazzi e non contro le famiglie. Lo Stato non può condivider che i figli vengano educati per diventare dei killer e abbiamo una solida copertura normativa tanto nazionale, gli articoli 2 e 30 della Costituzione, quanto internazionale, come la Convenzione per i diritti dei fanciulli del 1989".

Incoraggianti, secondo Di Bella, i risultati dei primi venti casi trattati: "I ragazzi svolgono attività socialmente utili, seguono percorsi di educazione alla legalità, mostrano di possedere talenti e potenzialità, ma anche tanta sofferenza, per aver respirato cultura di morte e sopraffazione fin dalla culla: la stessa sofferenza che riscontriamo anche in alcune madri, provate da morti e carcerazione dei congiunti, che non si oppongono nella speranza di sottrarre i loro figli i ad analogo destino, quasi sollevate dal non dover compiere scelte educative laceranti", ha concluso il giudice, sottolineando come "la giustizia minorile abbia potenzialità inespresse e inesplorate nella lotta alle mafie" ed auspicando che "il legislatore, nell'affrontare il tema, non disperda le professionalità che si sono create".

Susanna Pietralunga, docente di Criminologia minorile dell'Università di Modena e Reggio Emilia, si è soffermata sulla delicatezza dell'età adolescenziale, "questo tempo ambiguo, incerto, contraddittorio e vulnerabile, che meriterebbe ogni genere di attenzione e di investimento possibile": "Pericolosità e forza della mafia stanno nella capacità di trasformarsi e di radicarsi nel terreno economico e nel mercato legale, l'auspicio è che usciate da quest'aula con una consapevolezza accresciuta della presenza di questo rischio, soprattutto voi adolescenti, caratterizzati da condizioni psicologiche che vi espongono in modo particolare a suggestioni culturali e desideri di trasgressione", ha terminato rivolge dosi agli studenti.

Ha chiuso la mattinata la giornalista e scrittrice Angela Iantosca, che ha ricordato le proprie esperienze alle Vele di Scampia "tra bambini di cinque anni costretti a giocare tra le siringhe" e soprattutto con i giovani calabresi, a partire da Riccardo Cordì (autore anche di una toccante lettera al Corriere della sera), coinvolti nel progetto promosso dal Tribunale dei minori di Reggio Calabria. "Questi bambini, questi ragazzi non vanno giudicati o peggio ancora condannati, vanno aiutati e salvati – ha detto – Come? Ad esempio come sta facendo il giudice Di Bella, dando loro la libertà di scelta, la possibilità di conoscere la bellezza e di riscoprire amore e sentimenti, di capire che si può essere rispettati ed amati non per il cognome che si porta, ma per la persona che si è". Chiesa e scuola, ma soprattutto lo Stato devono fare di più, ha concluso l'inviata di "La vita in diretta", "perché arrivati a 18 anni questi giovani non possono essere abbandonati": "Lo Stato deve dotarsi di figure sociali forti e preparate che assistano questi ragazzi, deve dar loro opportunità di lavoro".

La settimana della legalità, organizzata da Caracò Editore e con il coordinamento di Rosa Frammartino, fino a sabato attraverserà l'intera provincia di Reggio Emilia, con iniziative importanti come la campagna di sensibilizzazione del mondo economico per l'esposizione di un logo-adesivo "Io scelgo la legalità" che oggi pomeriggio a Sant'Ilario vedrà affiancati in un passeggiata della legalità, ragazzi reggiani e ragazzi palermitani di Addiopizzo Junior e Young! Sei giorni, dunque, di un vero e proprio tour della legalità che vedrà la partecipazione di centinaia di cittadini e studenti delle scuole medie e superiori che potranno condividere con le proprie comunità il frutto dei laboratori di lettura, scrittura, teatro e giornalismo, seguiti, nel corso dell'anno scolastico, con la guida dei propri docenti e dello staff di educatori dell'Associazione Caracò. Un'esperienza di pedagogia civile che la Provincia di Reggio Emilia, insieme a Regione Emilia-Romagna e Comuni, sostiene da anni con un investimento di energie e risorse, economiche e professionali e che ha consentito di coinvolgere oltre ventimila studenti delle scuole superiori reggiane, in un percorso di conoscenza della mafia e delle sue molteplici e violente declinazioni.

 

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