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Domenica, 30 Marzo 2014 08:32

Vino e cambiamenti climatici

 

L’agrometeorologo strategico per il futuro della produzione.

 

 

Verona, 24 marzo 2014. Prevedere e interpretare i dati ed i segni del tempo per aiutare il viticoltore: ecco la sfida dell’agrometeorologo, una figura che si sta rivelando sempre più fondamentale nel futuro delle aziende vitivinicole. Agricoltura e cambiamenti meteorologico-atmosferici, tra i temi al centro di Vinitaly, la rassegna internazionale dedicata a vini e distillati, in programma a Veronafiere dal 6 al 9 aprile (www.vinitaly.com), si intrecciano da sempre.

Nessun raccolto può infatti prescindere dal tempo e gli agricoltori si sono sempre attrezzati per capire come intervenire sui campi.

I vigneti non fanno eccezione: i cambiamenti climatici, infatti, potrebbero costringere a cambiare alcune delle pratiche che hanno accompagnato e fatto crescere il vino negli ultimi 20-30 anni.

Contro questa minaccia, un aiuto può giungere dall’agrometeorologia: scienza che studia le interazioni dei fattori meteorologici ed idrologici con l’ecosistema agricolo-forestale e con l’agricoltura.

È una scienza di confine, tesa cioè a valorizzare i legami esistenti fra discipline del settore fisico e biologico che focalizzano la loro attenzione sugli ecosistemi agricoli e forestali, per dare risposte a problemi concreti a livello aziendale e territoriale. 

«L’agrometeorologia è senz’altro un elemento utile – spiega il climatologo Giampiero Maracchi, professore di Climatologia all’Università degli Studi di Firenze  – perché permette, dal punto di vista pratico, di diminuire, per esempio, i trattamenti. La climatologia consente con le previsioni stagionali, di avere un’idea di come sarà l’andamento del tempo e quindi come comportarsi nell’eventuale distribuzione di trattamenti e fertilizzazioni. Abbiamo inoltre sperimentato – aggiunge Maracchi – che un trattamento mirato sulle basi meteo, permette di passare da 7-8 trattamenti a 4-5 l’anno, riducendo costi e impatto chimico sul territorio. Nell’insieme, l’agrometeorologia, dà un grosso contributo per un’agricoltura più “safe” come dicono gli americani. Cioè con meno interventi generici e più mirati, tenendo conto del rapporto tra prodotti utilizzati ed ambiente. Un agrometeorologo però non lo vedo in un’azienda perché forse sarebbe eccessivo. Magari in un Consorzio, invece, potrebbe essere una personalità interessante, e potrebbe suggerire una zonazione climatica dei terreni delle aziende appartenenti a quel Consorzio».

«Un’innovazione che dovrebbe esserci nel futuro delle aziende – sottolinea Leonardo Valenti, professore di Viticoltura all’Università degli Studi di Milano – è la raccolta dei dati agro-meteo, fondamentale per stabilire tutte quelle che sono le situazioni legate all’evoluzione del prodotto nell’annata e, al contempo, comprendere dove andrà la viticoltura dell’azienda nel futuro. Ormai bisogna interpretare ogni singola annata in maniera puntuale, basarsi sull’andamento stagionale per capire come meglio intervenire sulle coltivazioni. Essere una ventina di giorni in anticipo – secondo Valenti –comporta un cambiamento sostanziale. Vendemmiare prima cambia completamente il quadro acido, le caratteristiche aromatiche e le caratteristiche zuccherine delle uve. È indispensabile quindi avere delle nozioni che permettano di interpretare al meglio le situazioni ambientali».

«L’atmosfera è l’elemento più variabile dell’ecosistema e dell’agrosistema viticolo – afferma Luigi Mariani, professore di Agrometeorologia all’Università degli Studi di Milano – l’agrometeorologo è colui che cerca di rendere coscienti agronomo e viticoltore sui cambiamenti climatici. Oggi vi sono prodotti previsionali molto interessanti che fino a qualche anno fa non erano disponibili. Ci consentono di andare a stimare quale tempo farà nell’arco di una settimana con una certa esattezza. Fare agrometeorologia significa considerare risorse idriche insieme agli andamenti fitopatologici e alle variabili atmosferiche. Sapere, per esempio, quando piove è una risorsa anche per risparmiare  – aggiunge Mariani – non rischiando così che i trattamenti vengano portati via dall’acqua. Ci vuole una coscienza meteorologica che deve far parte del viticoltore».

L’agrometeorologo è una «figura fondamentale» secondo Attilio Scienza, professore di Viticoltura all’Università degli Studi di Milano che raccoglie tutti i dati e dà indicazioni precise su come sviluppare un lavoro in vigna: «Chi fa la meteorologia locale e applicativa può dare indicazioni importanti per due aspetti. Prima di tutto il  modello meteorologico è fondamentale per calcolare il rischio di malattie parassitarie, consentendo di ridurre i trattamenti in un anno anche del 50% e diminuire l’impatto della chimica sui terreni. Il secondo punto sono i modelli di irrigazione, cioè il fabbisogno idrico. Quando si supera in un territorio la soglia di rischio di fabbisogno idrico – conclude Scienza – e la pianta comincia ad andare in stress, c’è bisogno di una figura che segnali l’allarme e la quota di acqua da dare».

Servizio Stampa Veronafiere

 

 

Piccinini ha 41 anni, è vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara e presidente uscente del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena -

 

Modena, 28 marzo 2014 -

Il modenese Carlo Piccinini è il nuovo presidente di Fedagri Emilia-Romagna, l'organismo che rappresenta le 470 cooperative agricole e agroalimentari aderenti a Confcooperative. Piccinini ha 41 anni, è vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara e presidente uscente del settore vitivinicolo di Confcooperative Modena. Subentra al romagnolo Giovanni Bettini, che ha guidato la Fedagri regionale dal 2004. Oltre a Piccinini, nel nuovo consiglio regionale di Fedagri siedono ora undici cooperatori modenesi (su un totale di 61 componenti). Ringraziando i cooperatori emiliano-romagnoli per la fiducia accordatagli, Piccinini ha sottolineato che negli ultimi cinque anni le cooperative hanno saputo resistere alla crisi meglio di altre realtà imprenditoriali. «Tuttavia le aziende agricole socie delle nostre cooperative incontrano crescenti difficoltà nell’ottenere un reddito equo. Per superare questo problema – ha detto il neo presidente di Fedagri-Confcooperative Emilia-Romagna - occorre spingere l’acceleratore sull’integrazione tra cooperative e compiere scelte in grado di garantire un futuro alle filiere produttive più strategiche. Parallelamente è indispensabile ridurre gli oneri burocratici che gravano sulle imprese. A questo riguardo – ha concluso Carlo Piccinini – ci attendiamo molto dall’impegno assunto dalla Regione in merito all’attuazione del Piano di sviluppo rurale 2014/2020». Nonostante la difficile congiuntura economica che negli ultimi anni ha colpito tutti i principali settori produttivi, le 470 cooperative agricole ed agroalimentari aderenti a Confcooperative Emilia-Romagna mostrano un buon andamento, con un fatturato che nel 2013 ha sfiorato i 9 miliardi di euro, in aumento del 3,1 per cento sull’anno precedente e del 9,1 per cento rispetto al 2009 (primo anno della crisi). Le cooperative che esportano sono 61 (il 13 per cento del totale) e rappresentano la metà dell’intero fatturato di Fedagri regionale; nel 2013 il valore del prodotto esportato ha sfiorato i 600 milioni di euro (508 milioni nell’Unione europea). Si registra una tenuta dei livelli occupazionali che, con circa 17.750 addetti, sono in linea con i 17.800 addetti del 2009. 

 

(Fonte:Ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

Giovedì, 27 Marzo 2014 08:18

EXPO2015, l’Emilia Romagna c’è!

 

Expo Milano 2015, la partecipazione del sistema Emilia-Romagna alla kermesse mondiale. Il forum in Regione. Errani: "Siamo un grandissimo valore per questo Paese, daremo il nostro contributo per questa vetrina mondiale"

Bologna – L’Emilia-Romagna all’Expo Milano 2015 punta sulla filiera della alimentazione. A 400 giorni dall’inaugurazione dell’esposizione mondiale sul tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” (che si svolgerà a Milano dal 1 maggio al 31 ottobre 2015), la Regione Emilia-Romagna raggiunge l’accordo con il Commissariato all’Expo e il Padiglione Italia e fissa la presenza all’evento con il programma “Valori e idee per nutrire la terra”, che si estenderà non solo nell’area dell’Expo di Milano ma anche sul territorio e andrà ben oltre alla durata dell’evento espositivo.
Progetto regionale di eccellenza sarà il World Food Forum, un ambizioso percorso sulle eccellenze regionali che coinvolgerà esperti, ricercatori, grandi imprese, policy maker di fama internazionale volto ad affermare l’Emilia-Romagna quale “capitale” mondiale del cibo.
“Ci stiamo preparando nella consapevolezza che l’Emilia-Romagna è un grandissimo valore per il Paese, di peso internazionale per l’agroalimentare, l’agroindustria, la manifattura e su valori sociali importanti”, ha sottolineato il presidente della Regione Vasco Errani nel corso del forum “400 giorni all’Expo”, organizzata da Qn Quotidiano Nazionale a Bologna, nella Terza torre della Regione, nell’ambito delle iniziative di avvicinamento all’Expo 2015.
Alla manifestazione, tra gli altri, hanno preso parte il direttore di Qn Giovanni Morandi, il direttore generale dell’Enit Andrea Babbi, il commissario unico governativo e amministratore delegato di Expo 2015 spa Giuseppe Sala e gli assessori regionali all’Agricoltura e alle Attività produttive Tiberio Rabboni e Gian Carlo Muzzarelli.
“Possiamo dare un contributo all’Italia per questa vetrina mondiale”, ha aggiunto il presidente Errani. “Qual è la filosofia che ci anima nel partecipare all’Expo? E’ la consapevolezza che è un grande obiettivo per l’Italia nel mondo. Internazionalizzazione, qualità e benessere della vita, sapere, conoscenza, diritto alla salute: è la comunità, con al centro la persona e i suoi bisogni, il ‘modello’ che vogliamo proporre al mondo”. L’assessore Rabboni ha messo poi l’accento sui punti di forza delle eccellenze agroalimentari in Emilia-Romagna: “legalità e riconoscimento dei diritti, attitudine a cooperare, tutela della biodiversità”; mentre l’assessore Muzzarelli ha disegnato la presenza dell’Emilia-Romagna a Milano, ricordando che imprese, territorio, università e centri di ricerca, istituzioni locali “giocheranno insieme come sistema per valorizzare il tanto Made in Italy che passa dalla nostra terra”. 

L’Emilia-Romagna all’Expo Milano 2015
All’Expo Milano 2015 parteciperanno circa 150 paesi e sarà un’occasione per mettere in evidenza le eccellenze del Made in Italy. Circa 20 milioni di visitatori attesi, di cui il 60% italiani ed il 40% esteri con un picco di domanda per il settore turistico e servizi correlati (http://www.expo2015.org).
L’Expo 2015, innanzitutto, diventa per l’Emilia-Romagna la chiave di lettura di tutte le politiche di internazionalizzazione del sistema produttivo, di promozione, di cultura e del turismo del biennio 2014-2015, e di ulteriore attività negli anni successivi.
Diverse le modalità di partecipazione all’Expo per l’Emilia-Romagna: la presenza permanente nella ‘Mostra delle Regioni’, una settimana ‘protagonista’ dal 18 al 24 settembre 2015 nel Palazzo Italia (con utilizzo esclusivo di alcune aree del Palazzo, e tutta la comunicazione del periodo in Expo e on-line dedicata a Regione Emilia-Romagna), uno spazio espositivo di circa 200 metri quadri nella stessa settimana, nonché una ‘Piazzetta’ di circa 80 mq sul Cardo per organizzazione eventi per 3 mesi (agosto-ottobre 2015).
Priorità generali su cui punterà il sistema Emilia-Romagna sono la valorizzazione internazionale del territorio e delle sue eccellenze, il marketing territoriale internazionale, l’attrattività di visitatori e operatori professionali soprattutto esteri. Contemporaneamente saranno realizzati – in collaborazione con Apt e in collegamento con Expo - un insieme di pacchetti turistici per la costa, le città d’arte, i percorsi enogastronomici e le imprese rurali ma anche un calendario coordinato di eventi culturali, turistici e fieristici 2014-2016 con declinazione Expo.
In particolare sono state selezionate le principali fiere internazionali regionali attinenti direttamente o indirettamente con il tema dell’Expo - Macfrut , Sana, Cibus, Cibus Tec, Sigep, Fieravicola, Eima, Ecomondo, Rimini Wellness, TTG, Remtech, H2O – e verrà lanciato un vasto programma di incoming di imprese, buyer, importatori, chef, giornalisti internazionali.
Premessa di questo è il modello di agricoltura emiliano-romagnola sostenibile per garantire un’alimentazione sana, sicura, tracciabile con asset strategici quali ricerca, innovazione (dal nutrizionismo ai functional food), riutilizzo e scarti energetici, risorse naturali e lo sviluppo integrato dei territori, ma molta attenzione sarà dedicata anche alle tecnologie regionali dell’impiantistica alimentare, della catena del freddo, del packaging, del food design.
Alla luce degli accordi sottoscritti con Expo e Padiglione Italia, l’impegno della Regione Emilia-Romagna nelle prossime settimane sarà quello, anche in collaborazione con Ervet, di dare il via ad una fase di condivisione delle idee e progettazione di iniziative, tramite incontri e tavoli di lavoro dedicati, che possano prevedere la più ampia partecipazione di tutti i soggetti interessati al tema Expo, dagli Enti Locali alle Associazioni imprenditoriali, dalle imprese alle Università, per far sì che il nostro territorio e le sue forze economiche, culturali, scientifiche, turistiche possano sfruttare al meglio le grandi opportunità che Expo Milano 2015 può offrire loro, anche e soprattutto in chiave post-evento.
Cuore dell’attività regionale sarà il coinvolgimento delle 150 delegazioni internazionali presenti a Milano, che saranno coinvolte nelle iniziative realizzate in regione con incontri istituzionali, visite aziendali, seminari e tavole rotonde con i centri di ricerca e le imprese. I paesi prioritari identificati oltre a quelli europei sono Brasile, Cina, Vietnam e Messico.

Il World Food Forum
Il World Food Forum (WFF) si comporrà di eventi focalizzati su tematiche di confronto a livello mondiale nell’ambito di Expo 2015 che consentiranno di ampliare l’esperienza di visita all’Expo sia da un punto di vista temporale che territoriale. In questo contesto si affronteranno in maniera innovativa le problematiche proponendo un confronto/incontro tra i protagonisti mondiali dell’agroalimentare – autorità di controllo della qualità e della tracciabilità, centri di ricerca, università, grandi imprese e imprese innovatrici - sviluppato su tre livelli di confronto: World Food Safety Forum (dedicato alle Autorità), World Food Research and Technology Forum (centrato sui centri di ricerca pubblici e privati), Research Food G20, che coinvolgerà i Governi dei Paesi che partecipano a Expo sulle politiche per la nutrizione umana e la salute.
Il World Food Forum garantirà un ruolo di primo piano dell’Emilia-Romagna, dell’Italia e dell’Unione europea sugli aspetti di ricerca e innovazione a favore del sistema industriale, per nuovi stili di vita e una migliore cultura alimentare, per assicurare qualità e sostenibilità a livello mondiale.

L’agrolimentare dell’Emilia-Romagna in cifre
In Emilia-Romagna le imprese del settore agroalimentare riguardano: 5.941 di trasformazione alimentare, 2.969 produttrici di macchine impianti per l’industria alimentare e per l’agricoltura, 17.767 commercio ingrosso e dettaglio, 73.400 imprese agricole (di cui sul biologico 3.865), 1.022 aziende agrituristiche mentre 39 sono i prodotti a denominazione d’origine (Dop e Igp).

Pubblicato in Economia Emilia
Giovedì, 27 Marzo 2014 07:30

AFFETTASI - prima edizione

 

 

Un abbraccio bolognese al meglio della norcineria italiana il prossimo 30 marzo.

Bologna, 25 marzo 2014 -

Si colloca nell’ambito del progetto Casa Emilia Romagna l’evento che si terrà il prossimo 30 marzo, dalle ore 10 a Bagnarola di Budrio, nella osteria di Tamburini, nel palazzo dell’Accademia dei notturni. Tanti stand, oltre venti, dedicati ai buongustai, i quali avranno la possibilità di assaporare norcinerie e grandi specialità italiane, solo piccole aziende artigiane.

Incontrerete personaggi che stanno scrivendo la storia della cucina italiana, conoscerete piccoli produttori esclusivi ed entusiasti.

Un giorno dedicato ai sapori per appagare il palato ma anche la mente! Un ingresso a cinque euro che vi permetterà di assaggiare il meglio della norcineria italiana per tutto il giorno. A parte potrete acquistare direttamente i prodotti in assaggio.

La Mutua Salsamentari 1876 curerà l’assaggio della mortadella del Consorzio e degli altri salumi, facendo gli onori di casa.

Verranno prestigiosi ospiti dalla Toscana, dall’Umbria e dalla nostra terra emilano-romagnola.

Convegno alle 17: il maestro Dario Cecchini, dal Chianti, accoglierà i presenti con un trattato sulla fratellanza fra i produttori di mortadella ed i minatori del Valdarno.

Un vivace dibattito sicuramente moderato dallo scrittore enogastronomo Gabriele Cremonini, sull’eccellenza della gastronomia italiana e sulle difficoltà incontrate dal mercato per affermarsi nel mondo.

Sarà presente Corradino Marconi, presidente del Consorzio Nazionale della mortadella, che illustrerà il tragitto per affermare la rivincita questo nostro prelibato salume.

Ci saranno altri ospiti prestigiosi, guidati dal grande fotografo Oliviero Toscani, con i suoi prodotti “I Toscani”.

Nel pomeriggio ci allieterà il gruppo musicale rock Il resto del Carlito’s, con una sfida epica Beatles vs Stones.

Tutto si concluderà con una cena (costo € 20) a base di specialità toscane, umbre e emiliane, in un grande abbraccio di fratellanza e amicizia.

E’ possibile pernottare di fronte all’Accademia, nella accogliente atmosfera dell’Agriturismo Santa Maria Maddalena, che vanta camere dotate ogni comfort necessario per prolungare gradevolmente il vostro soggiorno.

Grazie a Casa Emilia Romagna, Bagnarola di Budrio, la terra piena di storia si ritrasformerà, come in passato, per un giorno in terra dei sapori e del benessere.

Casa Emilia Romagna è un progetto della Ditta Tamburini, che ha lo scopo di valorizzare la nostra terra generosissima per arte, cultura e gastronomia, favorendo il turismo e aprire al mondo le nostre migliori tradizioni.

Per informazioni e prenotazioni 389/14.14.718 o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Per pernottamenti Agriturismo Santa Maria Maddalena tel 0516927071

 

 

La dodicesima settimana è stata caratterizzata dalla conferma di debolezza dei listini delle due principali DOP nazionali. In pausa i listini del Burro mentre il Latte Spot ha ceduto nuovamente in apertura della settimana in corso. 

 

di Virgilio - 

Parma 26 marzo 2014 --

 

La settimana che va dal 17 al 21 marzo ha, in via generale, riproposto i segnali di debolezza del comparto. Le de principali DOP, Parmigiano Reggiano e Grana Padano, proseguono il loro percorso in riduzione di listino nelle principali piazze di contrattazione. Nello specifico il Grana Padano ha perduto 5 e 10  centesimi a Mantova per le stagionature di 10 e 14-16 mesi rispettivamente. Identico andamento è stato registrato a Milano dove il 9 mesi è stato quotato tra 7,10 e 7,25€/kg mentre il 15 mesi si è collocato tra 7,80 e  8,45€/kg.  Perdite tra i 5 e i 10 centesimi anche per il Parmigiano Reggiano DOP. Sulla piazza di riferimento parmense il 12 mesi ha fissato i listini tra 8,85 e 9,20€/kg mentre il 24 mesi con una perdita dello 0,96% ha chiuso tra 10,15 e 10,50€/kg.

Sul fronte del Burro e della Crema i listini si sono presi un momento di pausa, così come pure il Latte Spot trattato a Verona. Per quest’ultimo prodotto però la tregua sembra finita. Un marcato calo del 3,49% è stato infatti registrato lunedi (24 marzo) a Verona dove la quotazione è stata fissata tra 41,76 e 43,82/100 litri di latte. 

Latte Spot VR gde

- Il Latte in gravidanza fa bene alla mamma e al bambino - 

Un bicchiere di latte al giorno infatti assicura tanti nutrienti, fondamentali per una gravidanza in salute. Fa bene alla mamma per il contenuto di importanti elementi tra i quali le vitamine che aiutano la salute e la bellezza in gravidanza, tra cui la vitamina A, C, D, E e K, l'acido folico e la riboflavina. Ma fa molto bene anche ai bambini. Come è stato pubblicato sull'European Journal of Clinical Nutrition, i figli delle donne che bevono latte in gravidanza, circa un bicchiere al giorno, diventano anche più alti. I ricercatori hanno misurato l'altezza di circa 800 ragazzi danesi di 25 anni; confrontandola con il consumo di latte da parte delle madri in gravidanza si è notata una certa correlazione positiva tra l'assunzione dell'alimento e la statura dei giovani, sia maschi sia femmine.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

 

 

 

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 12 - 24 Marzo 14

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SOMMARIO

Anno 13 - n° 12 24 Marzo 14

1.1 editoriale

Qui gatta ci cova, se Renzi piace alla Cancelliera 

3.1 Consumo d’acqua

Giornata mondiale dell’acqua

4.1 Lattiero Caseario

Formaggi, Parmigiano e Padano in leggera flessione.              

5.1 Vino

Nell’Italia del Vino, ci sono anche cantine controcorrente.

6.1 consumi

Per FIPE buone le iniziative di Renzi

6.2 eventi

In Italia il congresso mondiale del pomodoro.

6.3 benessere animale

Peste suina africana: l'EFSA valuta le misure di controllo per prevenirne la diffusione

7.1 Salute

Il semaforo sulle etichette proprio non piace 

7.2 pesce

Consumi Alimentari, sempre più low cost. 

9.1 eventi

Vinitaly2014, a Bigagnoli etichetta dell’anno per il “Bardolino Classico 2013”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

 

 

 

L’EXPORT È IL DRIVER FONDAMENTALE DELLE AZIENDE ITALIANE, MA C’È CHI CRESCE ANCHE NEL MERCATO INTERNO.

L’immagine dei vino italiano si costruisce prima di tutto in casa, dove il mercato domestico non ha perso la sua funzione di riflesso per i mercati internazionali

Verona, 18 marzo 2014. Con i consumi interni in calo, l’Italia del vino si salva soprattutto grazie all’export, ma le aziende hanno ben chiaro che il mercato italiano ricopre un ruolo chiave proprio quando l’obbiettivo sono i mercati internazionali, più reattivi se il mercato domestico garantisce quella visibilità che poi viene spesa sulle piazze internazionali.

È il caso di quelle cantine che, controcorrente e con l’export che resta il loro driver fondamentale, crescono con numeri confortanti anche nel mercato interno. E che con le loro case history, saranno tra le protagoniste di Vinitaly, la rassegna internazionale di riferimento del mondo del vino, a Verona dal  6 al 9 aprile (www.vinitaly.com).

Un fenomeno quello della corsa all’esportazione che, tuttavia, a ben guardare, ha prodotto qualche frettolosa analisi, che ha indotto molte aziende a “tirare i remi in barca” nel mercato interno, lasciando qualche spazio libero alle cantine che, invece, hanno continuato a ritenere importante il ruolo delle vendite entro i confini nazionali. Una parziale conferma arriva anche dai dati sul consumo di vino in Italia. La spesa per il vino non è andata così male nel recente passato, almeno stando ai dati Istat sulla spesa dei consumi delle famiglie italiane.

In termini assoluti, dopo il calo del 2009, ci sono stati anni tutti leggermente positivi. Nel 2012 le famiglie italiane hanno speso 12 euro al mese per comprare vino, il 2,5% della spesa per alimentari di 468 euro e lo 0,48% della spesa totale mensile di 2.419 euro. Il vino resta la bevanda alcolica di riferimento. Da un punto di vista geografico, nel Nord si continua a spendere più che al Sud, ma le tendenze sono diverse. Nel Nord-Ovest la spesa sta calando di anno in anno ed è oggi uguale a quella del Nord-Est, poco meno di 14 euro per famiglia, dove invece c’è stata una crescita. Al centro si è stabilizzata al 10% circa sotto i livelli pre-crisi, mentre al Sud e nelle isole sembra essere incominciata una fase di crescita, passando da 8,8 euro nel 2009 a 9,56 nel 2012, cioè il livello pre-crisi del 2007.

Dal lato dei produttori, evidentemente, la forbice tra vino esportato e vino venduto sul mercato domestico, resta tendenzialmente larga con, in media, tra il 70 e l’80% delle etichette destinate all’export. Nel mercato interno, però, proprio per questo fatto, i margini di crescita non mancano. E, specialmente per le cantine che producono vini bianchi e bollicine, questa forbice diminuisce almeno del 5%. Si tratta, nel caso di queste tipologie, anche di una risposta ai gusti dei consumatori che stanno cambiano e che, sempre più chiaramente, privilegiano vini poco impegnativi e di piacevolezza immediata e, chiaramente, dalla disponibilità di prodotti dal rapporto qualità/prezzo molto equilibrato.

In più, le cantine con più esperienza hanno cominciato “in patria” un lavoro molto puntuale sul marchio, con investimenti mirati e un affinamento dei rapporti commerciali interni, guardando in prospettiva agli effetti anche sulle piazze estere. Il ruolo del mercato interno come vetrina per gli acquirenti esteri è e resta del tutto fondamentale, ed è difficile che un importatore straniero voglia a tutti i costi un prodotto se questo non è ben presente nel mercato d’origine.

Anche le aziende che producono grandi vini, soprattutto rossi, hanno ben chiaro che il mercato italiano ricopre un ruolo chiave. Forse non in termini di consumi, perché il mercato domestico non sta metabolizzando l’attuale congiuntura e c’è un rallentamento innegabile dei consumi. Ma l’importanza del mercato interno diventa assolutamente rilevante quando si vogliono aggredire i mercati internazionali, perché questi ultimi sono più reattivi se il mercato domestico garantisce visibilità e diffusione. Insomma anche se i grandi vini in Italia vengono consumati più sporadicamente, il mercato interno resta fondamentale per la costruzione e l’affermazione dell’immagine aziendale, che poi viene spesa sulle piazze internazionali.

La vendemmia 2013 ci racconta di una produzione complessiva tra i 47 e i 48 milioni di ettolitri di vino (dati Assoenologi) e, stando ai dati Istat, l’export assorbe poco più di 20 milioni di ettolitri, il resto, evidentemente, resta entro i confini nazionali. In Italia, la situazione è ancora incerta e i segnali, benché positivi, sono ancora troppo timidi. Ma il mercato italiano in termini numerici resta sempre un mercato fondamentale e se le vendite calassero in modo incontrollato, diventerebbe assai difficile garantirsi un recupero con le pur positive performance oltre confine.

Servizio Stampa Veronafiere

 

Domenica, 23 Marzo 2014 10:23

In Italia il congresso mondiale del pomodoro.

 

 

“Dalla terra alla tavola: un impegno comune per il futuro dei prodotti trasformati a base pomodoro”

L’11° World Processing Tomato Congress e il 13° ISHS Symposium on the Processing Tomato si svolgeranno dall’8 all’11 giugno 2014 presso il Centro Congressi di Sirmione - Brescia.

Parma, 13 marzo 2014 -

Arriva in Italia, dopo le precedenti tappe in Tunisia, Canada, Portogallo e Cina, l'11a edizione del Worl Tomato Congress, l'appuntamento mondiale rivolto alla filiera del pomodoro da industria, che si terrà a Sirmione (Brescia) dall'8 all'11 giugno 2014.
L'evento è organizzato da AMITOM (Association Méditerranéenne Internationale de la Tomate), dal World Processing Tomato Council e da ISHS, la principale organizzazione mondiale di scienze ortofrutticole operante in 50 paesi.

Il congresso è ospitato da AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) e Fedagri Confcooperative, col patrocinio dell'Organizzazione Interprofessionale Distretto del Pomodoro da Industria - Nord Italia  e con la collaborazione di ANICAV (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali). 

La Segreteria organizzativa dell'evento è stata affidata a Fiere di Parma.
(Fonte SSICA)

In allegato il PROGRAMMA

Il Programma dell’evento

Domenica, 23 Marzo 2014 10:08

Peste suina africana

 

L'EFSA valuta le misure di controllo per prevenirne la diffusione della peste suina africana

 

Parma,  marzo 2014 –

 

La caccia non costituisce uno strumento per ridurre drasticamente il rischio di introduzione e diffusione del virus della peste suina africana tra le popolazioni di cinghiali. Alimentare artificialmente il cinghiale selvatico potrebbe aumentare anziché ridurre il rischio di diffusione. Occorrono ulteriori conoscenze per capire se le recinzioni possano essere utilizzate come eventuale elemento di un programma di controllo e per valutarne l’effettiva attuabilità. Sono questi alcuni dei risultati emersi dal parere scientifico dell'EFSA sulle misure di controllo atte a ridurre la diffusione del virus tra i cinghiali selvatici, emesso a seguito di una richiesta urgente della Commissione europea. La peste suina africana è una malattia virale innocua per l'uomo, ma letale per maiali e cinghiali. Alla fine di gennaio scorso la Polonia e la Lituania avevano riferito casi di peste suina africana in alcuni cinghiali selvatici. 

(EFSA)

Domenica, 23 Marzo 2014 09:45

Il "semaforo" sulle etichette proprio non piace

  Il Ministro Martina cercherà di coinvolgere anche altri Paesi già in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri UE per la sospensione l’utilizzo del “semaforo” sull’etichetta nutrizionale.

di LGC - Parma, 23 marzo 2014. "La posizione del Governo italiano sull'etichetta nutrizionale o a 'semaforo', voluta dal Regno Unito, è di contrarietà. Già in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri europei dell'Agricoltura e della Pesca ho intenzione di coinvolgere su questo tema anche gli altri Paesi che hanno già espresso contrarietà, per ribadire la necessità di sospendere l'utilizzo di uno strumento che potrebbe andare a ledere anche alcune tra le nostre tradizionali eccellenze alimentari, in modo particolare i prodotti a denominazione di origine. Il rischio, infatti, è che vengano date ai consumatori informazioni approssimative e fuorvianti sulle caratteristiche e le peculiarità dei prodotti agroalimentari, con conseguenze dannose anche per le nostre aziende".
Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, commentando il documento della Conferenza delle Regioni che chiede al Governo di intervenire presso le Istituzioni comunitarie per la sospensione del sistema di "etichettatura a semaforo" autorizzato dal Ministero della Salute del Regno Unito. 

Un’iniziativa, quella del Regno Unito, che non era stata apprezzata da Agrinsieme - il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane, in quanto “La luce rossa si accenderebbe per circa un terzo dei prodotti esportati oltre Manica, danneggiando un paniere che nello scorso anno ha generato ricavi per quasi 650 milioni di euro.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


  

Pubblicato in Agroalimentare Emilia