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Fino al 13 novembre la raccolta fondi in tutti i punti vendita Conad Centro Nord: per la provincia di Parma la donazione sarà a favore dell'acquisto di strumentazione diagnostica per l'Ospedale dei Bambini dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Parma, 5 ottobre 2016

E' stata presentata all'Ospedale dei Bambini "Pietro Barilla" l'iniziativa promossa da Conad "I SuperCoccolosi", attiva dal 3 ottobre in tutti i punti vendita in cui opera Conad Centro Nord: Lombardia e Emilia Romagna (per le province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia).

Fino al 13 novembre, con una spesa minima di 25 € più un contributo di 4,50 € si potrà avere uno dei dodici animaletti protagonisti dell'autunno in Conad. Quest'anno l'iniziativa sarà suddivisa su 3 singoli periodi della durata di 2 settimane l'uno divisi per habitat di appartenenza: nel primo periodo verranno proposti 4 peluche abitanti del BOSCO (riccio, gufo, orsetto lavatore, koala), nel secondo 4 soggetti che vivono nel MARE (polipo, pinguino, granchio, tartaruga) e nel terzo 4 che stanno nella FATTORIA (gatto, cane, coniglio, gallina). Per ogni peluche saranno destinati in beneficenza 0,50 centesimi a favore di enti e associazioni territoriali a sostegno di sei progetti solidali destinati per lo più ai bambini.
Per la provincia di Parma la donazione sarà a favore dell'acquisto di strumentazione diagnostica per l'Ospedale dei Bambini dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Da quest'anno la solidarietà diventa anche social: sarà infatti attivo anche il minisito supercoccolosi.it (raggiungibile da computer, smarthpone o tablet), all'interno del quale si gli utenti potranno scattarsi un selfie (o caricare una foto già fatta) per inserire il proprio volto all'interno di una delle maschere grafiche presenti e diventare così uno dei SuperCoccolosi. Una volta scelta la propria immagine preferita, la foto verrà pubblicata all'interno di una simpatica galleria a scorrimento, dove potrà essere votata dagli altri utenti della piattaforma ed essere condivisa sui propri profili social.

peluches supercoccolosi ospedale bambini

Un ringraziamento a tutti coloro che vorranno contribuire alla realizzazione di questo progetto e a Conad per la positiva collaborazione sviluppata con l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e in particolar modo con le sue strutture pediatriche arriva da Massimo Fabi, direttore generale dell'Ospedale Maggiore. "L'iniziativa con Conad - spiega Fabi - sì è ormai consolidata da diversi anni a dimostrazione dell'impegno e dell'attenzione verso le strutture del Maggiore e a conferma di come l'Ospedale dei Bambini "Pietro Barilla" sia sempre più sentito come un bene comune da parte della collettività".
La terza campagna solidale si propone di replicare il successo delle prime due edizioni di "Cuccioli del Cuore" che hanno permesso di donare all'Ospedale 36 mila euro e di unire la parte ludica ed educativa dell'iniziativa a quella di sensibilizzazione a tematiche più delicate.

"Dopo il successo delle prime due edizioni di "Cuccioli del Cuore" che hanno permesso di raccogliere 36 mila euro abbiamo deciso di replicare questa iniziativa solidale con l'obiettivo di coinvolgere sempre più famiglie e bambini in progetti di forte rilevanza sociale" afferma Paolo Incerti, Vicepresidente di Conad Centro Nord e continua: "In un periodo ormai prolungato in cui lo stato di necessità è costante crediamo che le aziende e i cittadini debbano agire in prima persona all'interno della società: la differenza la fanno le persone, da qui il nostro "persone oltre alle cose".

"La collaborazione con il mondo del privato - conclude il prof. Gian Luigi de'Angelis, Direttore del dipartimento Materno-Infantile - permette alla nostra struttura di godere di un importante contributo, rivolto all'acquisizione di più moderne tecnologie. Il progetto concordato con Conad, è rivolto all'acquisto di una strumentazione per l'esecuzione di procedure a scopo diagnostico terapeutico".

(Fonte: Ufficio Stampa Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma)

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Sale a 31 il numero totale dei casi risultati positivi. Questa mattina è convocato un incontro tra i professionisti delle due Aziende sanitarie e della Regione Emilia-Romagna, alla presenza di esperti dell'Istituto Superiore di Sanità.

Parma, 5 ottobre 2016

Dopo il caso della paziente ultraottantenne, con patologie particolarmente gravi e in condizioni critiche, risultata positiva nei giorni scorsi al batterio della legionella e poi deceduta, l'Ausl di Parma informa di un secondo decesso. Una signora di 77 anni ricoverata all'Ospedale Maggiore per grave difficoltà respiratoria e febbre alta con gravissime e concomitanti patologie pregresse risultata positiva al batterio della legionellosi, è deceduta nel pomeriggio di ieri.

Dopo l'arrivo in Pronto soccorso nella tarda serata di sabato primo ottobre e tenuta sotto stretto controllo medico nel reparto di osservazione breve intensiva, da lunedì 3 ottobre era in cura nella struttura di Medicina interna e Lungo degenza critica del Maggiore. Partiti subito i controlli, gli esami di laboratorio hanno confermato nella giornata di ieri la positività al batterio.

E' stata inoltre confermata, dopo gli esiti delle verifiche di laboratorio, la positività al batterio per altre due persone già ricoverate al Maggiore per polmonite, entrambi al momento non destano la preoccupazione dei sanitari. Sale quindi a 31 il numero totale dei casi risultati positivi. Attualmente le persone ricoverate da polmonite per legionella sono 16, di queste dall'ultimo aggiornamento 10 sono in fase di miglioramento, 4 sono stabili con un normale decorso clinico e 2 persone sono invece giudicate più serie dai sanitari.

L'incontro con gli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità

Questa mattina è convocato un incontro tra i professionisti delle due Aziende sanitarie e della Regione Emilia-Romagna, alla presenza di esperti dell'Istituto Superiore di Sanità. Alla luce di quanto finora fatto e dei primi referti disponibili, si potranno fare le prime ipotesi sulla fonte del contagio.
Continuano intanto gli accertamenti, così come anche la raccolta di ulteriori campioni di acqua.

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Martedì, 04 Ottobre 2016 12:16

Legionella a Parma: i casi salgono a 28

I cittadini residenti a Parma positivi al batterio della legionella sono 28, di cui 14 tuttora ricoverati all'Ospedale Maggiore. Proseguono i controlli e la raccolta di campioni di acqua nel quartiere Montebello, che continueranno anche nei prossimi giorni.

Parma, 4 ottobre 2016

Aumentano i casi dei cittadini residenti a Parma nella zona del quartiere Montebello risultati positivi al batterio della legionella che ora risultano complessivamente 28.
L'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma informa che sono 14 le persone tuttora ricoverate al Maggiore, tutte in condizioni stabile con un decorso normale della malattia; al momento permane in condizione leggermente più critiche solo un paziente. Due persone sono ricoverate in altri ospedali. Per una persona, invece, non è stato necessario il ricovero.

Tra le iniziative messe in campo per prevenirne la diffusione, oltre all'indagine ambientale, che ha previsto il campionamento a domicilio delle persone colpite, sulla rete idro-potabile (soprattutto quella afferente al pozzo Bizzozero), sull'irrigazione negli impianti sportivi e su tutte le fonti che espellono vapori nella zona, è stato effettuato un trattamento di iperclorazione dell'acqua del pozzo Bizzozero. Ai cittadini che vivono o frequentano la zona interessata si raccomanda di far scorrere l'acqua calda per alcuni minuti mantenendosi a distanza, pulire i filtri dei rubinetti e delle docce, evitare i ristagni d'acqua, non usare l'idromassaggio.

E' stata inoltre attivata dalla Regione un'Unità di crisi, con competenze tecnico-scientifiche elevate e specifiche, come ulteriore misura di sicurezza per ridurre il rischio di infezione da legionellosi. L'Unità è composta, oltre che dalle Aziende sanitarie di Parma, da esperti dei servizi regionali che si occupano di prevenzione e controllo delle malattie infettive e da esperti di Arpae (l'Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia dell'Emilia-Romagna). Si avvarrà, inoltre, del supporto qualificato di esperti dell'Istituto superiore di sanità (Iss).

Sono tuttora in corso gli accertamenti, così come anche la raccolta di ulteriori campioni di acqua, che continuerà anche nei prossimi giorni. I primi esiti delle analisi saranno disponibili a breve. Già nella giornata di oggi si potranno fare le primi ipotesi sulla fonte del contagio.

Domande e risposte sulla legionella

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Legionellosi: attività di controllo e raccomandazioni utili per i cittadini. Il sindaco Pizzarotti: "Una doverosa attenzione, ma nessun motivo di allarmismo". Nella giornata di oggi si attendono gli esiti, almeno parziali, delle indagini svolte in laboratorio per scoprire l'origine della diffusione del morbo del legionario.

Parma, 3 ottobre 2016

Sono complessivamente 19 i casi risultati positivi al batterio della legionella, tutti cittadini residenti a Parma nella zona del quartiere Montebello.
Attualmente sono 14 i pazienti sotto le cure dei medici e dei sanitari dell'Ospedale Maggiore. Sono migliorate le condizioni per una signora anziana che venerdì mattina è stata dimessa, mentre gli altri 13 pazienti sono stabili e con un normale iter clinico. Restano invariate, seppur nella loro criticità, le condizioni del paziente 73enne, già sotto stretto controllo dei medici della Terapia intensiva respiratoria.
Purtroppo una paziente ultraottantenne, con patologie particolarmente gravi e in condizioni critiche, risultata positiva nei giorni scorsi al batterio della legionella, è deceduta in un hospice del territorio. Dopo un irreversibile aggravamento delle condizioni di salute, l'anziana paziente, su richiesta della famiglia, era stata dimessa dall'Unità di Terapia intensiva respiratoria per essere poi trasferita in hospice dove è avvenuto il decesso.

La legionellosi: cos'è e come si contrae l'infezione

E' un'infezione, causata da un batterio chiamato legionella, che colpisce l'apparato respiratorio e può manifestarsi in forme anche gravi. La legionella è un microrganismo molto diffuso in natura, dove è associato principalmente alla presenza di acqua (laghi e fiumi, sorgenti termali, ambienti umidi in genere). Da qui, la legionella può "colonizzare" gli ambienti idrici artificiali, come le reti di distribuzione dell'acqua potabile nelle città, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di umidificazione, piscine, fontane, e così via. Non si trasmette da persona a persona: l'infezione viene veicolata piuttosto da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di ambienti condizionati o con l'uso di umidificatori. La legionella, infatti, si riproduce soprattutto in ambienti umidi e tiepidi o riscaldati, come i sistemi di tubature, i condensatori, le colonne di raffreddamento dell'acqua, sui quali forma un film batterico.
Come si previene la diffusione
Prima dell'uso, fare scorrere l'acqua molto calda per alcuni minuti, mantenendosi distanti; è opportuno rimuovere e pulire in modo accurato (con utilizzo di prodotto anticalcare) i frangi–getto (filtrino del rubinetto) e cipolle delle docce; in caso di doccia "a telefono", non riporla, ma lasciarla pendente, in modo da evitare ristagni d'acqua; non utilizzare vasche idromassaggio.

Legionella, il sindaco: "Una doverosa attenzione, ma nessun motivo di allarmismo"

Mentre nella giornata di oggi si attendono gli esiti, almeno parziali, delle indagini svolte in laboratorio per scoprire l'origine della diffusione del morbo del legionario, il sindaco Federico Pizzarotti segue da diversi giorni l'evoluzione della situazione in tempo reale, tenendosi in contatto con le Aziende sanitarie, ARPAE e Iren, competenti ad intraprendere le azioni del caso, allo scopo di mettere in atto tutti gli accorgimenti possibili per ridurre la situazione di rischio.
"Non dobbiamo spargere allarmismo - fa sapere Pizzarotti - in situazioni come queste tutte le istituzioni e i politici dovrebbero remare nella stessa direzione, cercando di evitare panico ingiustificato. La prima cosa da fare è quella di seguire le indicazioni dei medici: per i cittadini che vivono nel quartiere Montebello bastano poche attenzioni per evitare il rischio di essere contagiati, quali far scorrere l'acqua calda prima dell'uso, tenere puliti i terminali di erogazione dell'acqua, evitare idromassaggi e altre attività che producono effetti di nebulizzazione. Purtroppo, nonostante l'impegno di ARPA, IREN, Comune e Aziende sanitarie, non è facile individuare la fonte del contagio, è necessario agire sopratutto sulla prevenzione, sapendo comunque che si tratta, per persone in normale situazione di salute, di una malattia curabile, che può avere effetti più gravi su persone in situazioni gravemente compromessa da altre patologie. In ogni caso è sempre bene ricordare che la malattia non si trasmette da persona a a persona e che non ha origini alimentari. Intanto IREN ha provveduto ad aumentare la dose di cloro nel pozzi che serve le utenze del Montebello. Quanto alla sospensione dell'acqua in caraffa in alcune strutture educative, si è ritenuto di procedere in questo senso solo per tranquillizzare le famiglie, ma con la piena consapevolezza che non si prende la legionella bevendo l'acqua del rubinetto. Quanto ai casi che si sono registrati più numerosi nei giorni scorsi, va tenuto presente che ci sono una decina di giorni di incubazione, quindi probabilmente si tratta di persone che avevano contratto il virus prima che fosse nota la presenza dello stesso nel quartiere Montebello. Comunque - conclude il sindaco - sarà mia cura tenere informata la città sull'evoluzione della situazione, non appena avrò nuove notizie. Torno a fare appello alla responsabilità di coloro che rappresentano i cittadini e al loro senso di comunità: non serve allarmismo, ma spirito di collaborazione".

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Il primo centro in provincia di Parma specificatamente deputato alla prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria: attività di informazione, di educazione sanitaria individuale e collettiva, prestazioni specialistiche e diagnostico-terapeutiche.

Parma, 23 settembre 2016

E' stato inaugurato oggi il Centro territoriale di prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria della Fondazione Don Gnocchi nella Casa della Salute Parma centro, nato grazie ad un accordo tra le due Aziende sanitarie di Parma (AUSL e Azienda Ospedaliero-Universitaria), Università, Fondazione Don Gnocchi e realizzato anche con il contributo di Fondazione Cariparma.
Duplice l'obiettivo del Centro: la prevenzione primaria e secondaria della malattia cardiovascolare e la promozione delle attività didattico-scientifiche, in quanto il Centro ospita tirocini di laurea e di specializzazione nei corsi di Malattie dell'apparato cardiovascolare dell'Ateneo cittadino.

IL BISOGNO DI SALUTE
Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte e di disabilità nel nostro Paese. La cardiologia preventiva e riabilitativa è ampiamente riconosciuta come il modello standard per il trattamento della persona cardiopatica in fase post-acuta o cronica. Si stima che in Italia vengano dimessi circa 100.000 pazienti l'anno dopo un infarto miocardico, 87.000 dopo angioplastica coronarica, 29.000 dopo un intervento di bypass aortocoronarico e 21.000 dopo intervento sulle valvole e sui grossi vasi. A Parma e provincia, nel 2015, sono stati circa 300 gli infarti miocardici, di cui circa 200 trattati con angioplastica primaria (eseguita entro le 48 ore dall'evento). A questi, si aggiungono circa 500 interventi di angioplastica non in fase acuta. Infine, si stima che le persone avviate a controlli con patologie cardiovascolari e cerebrovascolari siano oltre 6.000.

IL CONTESTO
Il Centro è il primo in provincia di Parma specificatamente deputato alla prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria. L'attuale rete cardiologica, infatti, ha strutture di degenza ordinaria per acuti e dedicate alla riabilitazione, oltre ad ambulatori specialistici semplici e di day service. Il Centro svolge la propria attività in modo integrato con questi servizi e con i medici di medicina generale ed è organizzato seconda la modalità day service, è quindi in grado di dare risposte a situazioni complesse, tramite l'offerta di prestazioni specialistiche in un arco temporale contenuto. Anche il Piano della Prevenzione 2015-2018 della Regione Emilia-Romagna pone particolare attenzione alla prevenzione delle patologie croniche, tra cui anche quelle cardiovascolari, prevedendo interventi mirati a modificare gli stili di vita ed incidere sui fattori di rischio.

COSA OFFRE
Il Centro garantisce attività di informazione, di educazione sanitaria individuale e collettiva, prestazioni specialistiche e diagnostico-terapeutiche finalizzate alla prevenzione primaria (per le persone a rischio) e secondaria (per le persone che hanno già avuto un evento cardiovascolare), nonché attività di formazione rivolta ai professionisti e agli operatori sanitari.
Più nel dettaglio: alle persone con alto rischio cardiovascolare, è garantita informazione ed educazione sanitaria sui corretti stili di vita; alle persone che hanno già avuto un evento cardiovascolare (scompenso cardiaco, cardiopatia ischemica, vascolopatia extracardiaca, ...) il medico cardiologo, dopo la visita, prescrive il percorso riabilitativo e accompagna il paziente in tutto il suo percorso, interagendo con il medico di famiglia. Vengono fornite tutte le informazioni utili per eseguire corretti esercizi fisici, oltre a consulenza psicologica e dietologica per gruppi e individuale. Garantiti anche la valutazione delle condizioni generali di salute e della situazione cardiologica (mediante ecocardiogramma, test ergometrico, ECG dinamico 24 ore e monitoraggio della pressione arteriosa 24 ore); il monitoraggio del sistema respiratorio, cardiovascolare e neuropsichico; l'impostazione del follow-up clinico e strumentale.

IL PERSONALE E LE ATTREZZATURE
L'attività del Centro è assicurata dall'équipe sanitaria della Fondazione Don Gnocchi. Cardiologi, fisiatri, neurologi, infermieri e fisioterapisti dispongono di apposite attrezzature (saturimetro, ecg, ecocolordoppler, test da sforzo, holter, letto ergometro per ecografo, ciclette, defibrillatore) acquistate anche grazie al significativo contributo di Fondazione Cariparma.

COME SI ACCEDE
Le persone con le caratteristiche sopra citate (alto rischio cardiovascolare o con evento cardiovascolare) vengono inviate al Centro dal proprio medico di famiglia, previa prenotazione (agli sportelli CUP, chiamando il numero verde 800.629.444, on-line, con CUP-web, il Fascicolo Sanitario Elettronico, l'APP del Sistema Sanitario Regionale, presso il Centro Santa Maria ai Servi della Fondazione Don Gnocchi). Per i non esenti, alla fine del percorso, è previsto il pagamento del ticket.

ORARIO DI APERTURA

Il Centro, attivo dal 12 settembre, è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16.30 (tel. accettazione: 0521.396645 – fax. 0521.396652 – e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ).

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Il Centro territoriale di prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria della Fondazione Don Gnocchi nella Casa della Salute Parma centro inaugura venerdì 23 settembre. Alla cerimonia l'Assessore regionale Sergio Venturi.

Parma, 21 settembre 2016

Si inaugura venerdì 23 settembre il Centro territoriale di prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria della Fondazione Don Gnocchi nella Casa della Salute Parma centro (largo Palli, 1), nato grazie ad un accordo tra le due Aziende sanitarie di Parma, Università, Fondazione Don Gnocchi e realizzato anche con il contributo di Fondazione Cariparma.
Il Centro è il primo in provincia di Parma specificatamente deputato alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. La struttura nasce come sviluppo territoriale del Centro di Riabilitazione "S. Maria ai Servi" Fondazione Don Gnocchi– attivo nella città di Parma dal lontano 1949 -con il fine di svolgere la propria attività in modo integrato con i medici di medicina generale e offrire prestazioni specialistiche in un arco temporale contenuto per dare risposte a situazioni complesse. Il Centro ospita inoltre tirocini di laurea e di specializzazione nei corsi di Malattie dell'apparato cardiovascolare dell'Ateneo cittadino.
Al taglio del nastro, a partire dalle 11, partecipa l'Assessore regionale alle Politiche per la salute Sergio Venturi. Intervengono Elena Saccenti - Direttore generale AUSL Parma, Massimo Fabi - Direttore generale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Loris Borghi - Rettore Università di Parma,Mons. Angelo Bazzari - Presidente Fondazione Don Gnocchi, Paolo Coruzzi - Responsabile medico Centro prevenzione cardiovascolare, Stefano Andreoli - Vicepresidente Fondazione Cariparma, Laura Rossi - Assessore Politiche socio-sanitarie Comune di Parma.

(Fonte: ufficio stampa Ausl Parma)

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Sono 65 gli interventi svolti al policlinico dal 2014. Il dottor Paolo Magistri medico in formazione premiato con due stage, uno a Strasburgo e uno a Barcellona.

Modena, 19 settembre 2016

Prestigioso riconoscimento per la Chirurgia Epatobiliopancreatica e dei Trapianti del Policlinico di Modena. L'unità diretta dal prof. Fabrizio Di Benedetto è stata, infatti, premiata nel corso del VII Simposio Internazionale di Chirurgia Epatobiliopancreatica e dei Trapianti di Fegato, tenutosi a Montpellier dal 12 al 14 settembre, organizzato dal prof. Francis Navarro, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Digestiva e dei Trapianti del centro Ospedaliero Universitario di Montpellier. Il riconoscimento è stato ottenuto grazie al lavoro scientifico dal titolo "Minimally invasive surgery for HCC: comparison of laparoscopic and robotic approach in 46 consecutive cases" (Chirurgia mininvasiva per epatocarinoma: confronto tra approccio laparoscopico e robotico in 46 casi consecutivi) presentato dal dott. Paolo Magistri, Medico in Formazione del centro.

Lo studio riporta l'esperienza dell'unità epatobiliare nella chirurgia mini-invasiva, laparoscopica e robotica del Policlinico di Modena, per il trattamento delle neoplasie del fegato, primitive e metastatiche. "Ad oggi la nostra unità ha eseguito 65 interventi di chirurgia robotica, più del 60% dei quali per patologie neoplastiche del fegato, ma anche pancreatiche ed intestinali – spiega il prof. Fabrizio di Benedetto che ha partecipato al Convegno in qualità di esperto nella gestione di casi complicati di chirurgia epatica mini-invasiva e robotica – tutto il nostro gruppo ha partecipato con ben sei lavori scientifici, uno dei quali si è aggiudicato il premio di migliore presentazione". Tale premio consiste nella possibilità per uno dei medici in formazione di svolgere due stage di perfezionamento in chirurgia mini-invasiva epatica e pancreatica robotica presso i centri di Strasburgo (Francia) e Barcellona (Spagna), che porterà così ulteriore arricchimento alla qualità della chirurgia del Policlinico. Tale risultato conferma il Policlinico di Modena come un centro all'avanguardia nell'innovazione chirurgica e nella qualità del servizio pubblico. "La tecnologia Robotica – spiega il prof. Fabrizio Di Benedetto – permette minimi traumi con il rispetto dei canoni della chirurgia oncologica ed una ripresa precoce della mobilizzazione e dell'alimentazione dei pazienti con un ritorno più veloce alle attività quotidiane."

"Siamo molto soddisfatti per questo premio – commenta il dottor Ivan Trenti, Direttore generale del Policlinico – che costituisce un riconoscimento all'attività non solo del Centro del Policlinico ma di tutta la rete ospedaliera cittadina, visto che gli interventi vengono eseguiti materialmente all'ospedale di Baggiovara". L'attività di resezione epatica e pancreatica robotica, infatti, viene effettuata dai chirurghi del Policlinico utilizzando il Robot Da Vinci collocato presso il Nuovo Ospedale Civile Sant'Agostino Estense di Baggiovara. Iniziata nel luglio 2014, ad oggi conta 65 procedure tra resezioni epatiche e pancreatiche.
L'attività di Chirurgia Robotica completa l'offerta al paziente con patologia epatica all'interno del PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Aziendale) Punto Fegato che offre un percorso completo, dalla diagnosi al trattamento chirurgico ed oncologico. Il Centro, dalla sua apertura nel novembre 2000, ha eseguito oltre 1.400 interventi tra resezioni epatiche e trapianti di fegato.

(Fonte: ufficio stampa USL MO)

Al Maggiore uno studio per indagare la correlazione tra mutazione genetica e il rischio di sviluppare una neoplasia ereditaria grazie al sostegno del Gruppo di volontariato Adriana Pasini di Sissa.

Parma, 16 novembre 2016

Prosegue con il finanziamento di 23.000 euro a favore di un innovativo progetto di ricerca in campo genetico il sostegno del Gruppo di volontariato Adriana Pasini di Sissa alla struttura di Oncologia Medica dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Il contributo ha permesso l'attivazione di una borsa di studio, vinta a novembre scorso dalla biologa Ganna Osipova, per indagare la correlazione tra mutazione genetica e il rischio di sviluppare una neoplasia alla mammella e alle ovaie. Il 5-10% dei tumori della mammella insorge in individui geneticamente predisposti; più della metà di questi risulta portatore di una mutazione nei geni chiamati BRCA1 e BRCA2 ed ha un rischio di ammalarsi che può arrivare fino all'80%. L'indagine offre quindi la possibilità di migliorare la prevenzione e le cure.

La donazione, presentata ieri al Maggiore dal gruppo di volontariato insieme al Sindaco di Sissa e Trecasali, Nicola Bernardi, è frutto - spiega Rodolfo Chezzi presidente dell'Associazione - "di un lascito ereditario della signora Maria "Emma" Bandini. Grazie all'aiuto di tutti nostri concittadini - prosegue Chezzi – possiamo sostenere lo sviluppo della ricerca, con l'obiettivo di contribuire a migliorare la qualità della vita e le prospettive di cura dei malati oncologici". Un sentito ringraziamento all'Associazione arriva da Giovanna Campaniello, responsabile del Governo clinico dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e da Francesco Leonardi, direttore facente funzione dell'unità operativa, che spiega come "il risultato atteso dal progetto sia quello di arrivare a un miglioramento in termini di sensibilità diagnostica e di tempi".

Al Maggiore l'attività di oncologia predittiva e prognostica per le neoplasie dei tumori ereditari è seguita dall'oncologa Mariangela Bella; nel 2012 la struttura è stata individuata come uno dei quattro centri di riferimento regionali per questo tipo di attività. Parte importante del lavoro della dottoressa Osipova è svolto nei nuovi spazi del CoreLab, la nuova area ospedaliera dedicata alla ricerca, realizzata da Azienda Ospedaliera, Università degli Studi, e Fondazione Cariparma. In particolare le ricerche si svolgono nella Sezione sequenziamento genico, laboratorio dotata di tecnologie in grado di analizzare il DNA e studiarne le alterazioni causa di molteplici patologie.

(Fonte: uff stampa Ospedale di Parma)

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Sopralluogo nel cantiere dell'Ospedale Franchini in fase di ricostruzione. Il cantiere di ampliamento per la riorganizzazione e il riassetto funzionale dell'Ospedale di Montecchio è arrivato alla fase esecutiva finale di intervento sull'ala est del corpo storico.

Montecchio, 14 settembre 2016

Nella mattina del 13 settembre il Sindaco di Montecchio, Paolo Colli ha effettuato un sopralluogo nel cantiere dell'Ospedale Franchini in fase di ricostruzione, alla presenza dell'ing. Binini e ing. Baroni dello Studio di progettazione Binini Partners, dei dirigenti dell'impresa esecutrice dei lavori SICREA, dell'ing. Claudia Reggiani, Direttore del Servizio interaziendale attività tecniche e del dott. Antonio Di Mare, Direttore del Presidio Ospedaliero. Il cantiere di ampliamento per la riorganizzazione e il riassetto funzionale dell'Ospedale di Montecchio è infatti arrivato alla fase esecutiva finale di intervento sull'ala est del corpo storico.
La prima fase dei lavori, iniziata nel marzo 2015, ha previsto la demolizione delle strutture murarie della vecchia ala, con la ricostruzione ex novo dell'edificio.
Si tratta dell'ultimo stralcio dei lavori del progetto complessivo di ampliamento e ristrutturazione dell'Ospedale Franchini, attivato nel febbraio 2005 e che, a termine, consegna alla comunità della Val d'Enza un ospedale ampiamente ammodernato e riqualificato dal punto di vista edilizio, impiantistico e tecnologico
La nuova struttura è stata realizzata in conformità alle normative antisismiche, nel rispetto dei requisiti previsti dall'accreditamento per gli edifici strategici sede di attività clinico-assistenziale programmate e in emergenza-urgenza.
L'intervento ha previsto un ampliamento della larghezza del fabbricato per consentire una migliore organizzazione distributiva dei locali di degenza e ambulatoriali.

Nella nuova ala sono previsti:

  • la collocazione definitiva del Pronto Soccorso al piano terra;
  • ambulatori di area chirurgica al primo piano;
  • la sistemazione definitiva dell'Area alta intensità di cura, dei letti di Osservazione Breve Internistica ed ambulatori internistici al secondo piano;
  • area dei servizi tecnologici e locali di supporto al terzo piano.

Il termine dei lavori è previsto per la fine dell'anno per il Piano terra, sede definitiva del Pronto Soccorso, e per le fine di marzo per il primo e secondo piano.
L'importo complessivo dei lavori ammonta a €. 25.829.209, i lavori eseguiti ad oggi sono pari a €. 17.505.1166 (corrispondenti al 67,77%) e restano da eseguire lavori per €. 8.324.093.

(Fonte: la Direzione Generale Azienda USL RE)

Nessuna Emergenza sangue al Policlinico: esiste una procedura regionale in caso di carenza. AVIS e Azienda Ospedaliero – Universitaria intervengono su false notizie che da qualche giorno vengono diffuse su whatsapp.

Modena, 8 settembre 2016

In questi giorni sta girando su whatsapp un messaggio nel quale si chiede di donare sangue di gruppo A negativo per una bambina ricoverata nel reparto di pediatria del Policlinico, sopravvissuta al terremoto.

L'AVIS e il Policlinico vogliono rassicurare chi dovesse ricevere il messaggio che si tratta di una notizia completamente falsa, una cosiddetta "bufala".

Non c'è alcuna emergenza riguardo al gruppo citato nel messaggio e non sono in ogni caso queste i canali di comunicazione utilizzate da Avis. Da parte sua anche il Centro Trasfusionale del Policlinico, in caso di carenza di un determinato gruppo, segue un preciso protocollo stabilito dal centro regionale sangue, che certo non prevede il ricorso a chat o social network.

"Spiace dover rimarcare ancora una volta episodi di questo genere – dichiara il presidente Avis provinciale Maurizio Pirazzoli - dei quali non si comprendono né l'origine né le finalità. I nostri donatori sanno fortunatamente distinguere fra una bufala di cattivo gusto e una reale emergenza, ma la diffusione virale di Whatsapp richiede comunque un chiarimento e una rassicurazione. Ci auguriamo sia l'ultima volta, perché vorremmo continuare a spendere il nostro tempo in modi ben più utili".

Pubblicato in Cronaca Modena