Martedì, 05 Maggio 2015 12:42

Salute nello spazio, l'Azienda Usl di Modena selezionata dall'European Space Agency In evidenza

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Un progetto di ricerca davvero unico selezionato tra 70 proposte provenienti da tutto il mondo. Il Servizio di Ingegneria Clinica dell'azienda sanitaria studierà il funzionamento di particolari algoritmi in grado di incrociare ed elaborare migliaia di dati clinici, analoghi a quelli registrati da un astronauta durante il suo viaggio fuori dall'orbita terrestre per mettere a punto un sistema di analisi in grado di prevedere complicazioni per la salute fisica o psichica dei cosmonauti. -

Modena, 5 maggio 2015 -

Chi non conosce la celebre frase della missione Apollo 13: "Houston, abbiamo un problema"? Da oggi, grazie a milioni di dati biomedici raccolti a Modena, gli astronauti avranno una soluzione in più. Saranno infatti le analisi dei modenesi, elaborate dall'Azienda Usl, a essere utilizzate dall'European Space Agency (ESA) per controllare la salute degli astronauti impegnati nello spazio.

L'ESA sta cercando di sviluppare nuovi metodi per garantire l'autosufficienza clinica all'interno di un'astronave, requisito fondamentale per realizzare missioni spaziali sempre più lunghe.
Un progetto di ricerca davvero unico, questo, interamente finanziato (150mila euro) dall'Agenzia Spaziale Europea e selezionato tra 70 proposte provenienti da tutto il mondo, che impegnerà nei prossimi dieci mesi il Servizio di Ingegneria Clinica dell'Ausl di Modena, diretto da Massimo Garagnani, e l'azienda veneziana SATE, leader nazionale nel settore della simulazione, della modellistica e dell'ingegneria di sistemi.

Il progetto muoverà i primi passi proprio in questi giorni con uno studio sul funzionamento di particolari algoritmi in grado di incrociare ed elaborare migliaia di dati clinici, analoghi a quelli registrati da un astronauta durante il suo viaggio fuori dall'orbita terrestre. Obiettivo della 'missione' è mettere a punto un sistema di analisi in grado di prevedere complicazioni per la salute fisica o psichica dei cosmonauti.

Il progetto nel dettaglio

AO8112: è questa la sigla con la quale l'ESA ha chiamato la 'missione' Autonomous Medical Monitoring System and Diagnosis che ha lo scopo di individuare possibili correlazioni, ancora sconosciute, tra l'insorgere di una malattia e l'esposizione a particolari fattori ambientali. La ricerca sperimentale tenterà anche di valutare il rischio che determinati esami clinici considerati 'nella norma' possano evolvere in modo negativo e cercherà di capire in che modo più parametri biomedici interagiscano tra loro, dando la possibilità di 'prevedere' emergenze non ancora avvenute o patologie ancora non sviluppate.
Il progetto sarà realizzato a Modena poiché l'Azienda USL dispone di un'enorme quantità di dati clinici – oltre 18 milioni di test di laboratorio (come le analisi del sangue) e 60 mila tracciati elettrocardiografici (ECG) – che, messi a confronto in modo anonimo e nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, potrebbero far scoprire collegamenti sconosciuti tra diversi parametri medici.

Non tutti sanno che...

Anche all'interno di una stazione spaziale o di uno shuttle i componenti dell'equipaggio umano devono sottoporsi con regolarità a severi controlli di tipo sanitario, come le analisi del sangue o l'elettrocardiogramma. Non solo per raccogliere dati su come l'uomo reagisce a un soggiorno più o meno prolungato nello spazio, ma anche per controllare lo stato di benessere del singolo e, dove possibile, intervenire in anticipo su eventuali rischi per la sua salute.