Mercoledì, 28 Giugno 2023 06:09

Prima edizione del premio Giuseppe De Donno: riconoscimento ai volti in un mondo di maschere In evidenza

Scritto da

Di Giulia Bertotto Roma, 27 giugno 2023 (Quotidianoweb.it) - Si è svolto all’Hotel delle Nazioni, nel pomeriggio del 26 giugno, tra le passeggiate dello shopping e la frenesia dei turisti a caccia di selfie nella città eterna, la prima edizione del premio intitolato al Dottor Giuseppe De Donno -primario di pneumologia dell'ospedale 'Carlo Poma' di Mantova e deceduto in circostanze ancora da chiarire il 28 luglio 2021.

L’evento, presentato dal dottor Antonino Magistro, Presidente del “Popolo d'Italia Liberi e Forti” e Coordinatore del “Comitato Tecnico Scientifico Pro Veritate” e Alessandra Cotta (Italexit), è stato ideato e fortemente voluto dal cardiologo Giuseppe Barbaro.

Un momento di commemorazione per il profilo umano del dottor De Donno: dedizione, coraggio, mitezza, ma anche per rendere giustizia al suo pioneristico lavoro scientifico dedicato alla plasmaterapia come cura alla malattia Covid-19, oggi utilizzata in molte parti del mondo.
Una carrellata di presenze di alto calibro intellettuale e di grande preparazione culturale hanno emotivamente coinvolto e commosso il pubblico tra testimonianze strazianti, ma senza mai perdere la lucidità, il coraggio e la solidarietà. Profonda gratitudine è stata espressa anche verso l’elegante ospite, l’Hotel delle Nazioni, che ha scelto di accogliere una rassegna ritenuta controversa e scandalosa da gran parte dei media e dell’opinione pubblica.

In apertura il professor Barbaro ha spiegato la necessità e l’urgenza di istituire il premio Giuseppe De Donno 2023:
“Il premio dedicato al dottor De Donno nasce dalla concezione pirandelliana che distingue maschera e volto, una visione che ha forti ripercussioni nel mondo attuale, nel quale l’immagine sovrasta l’essenza in una progressiva smaterializzazione dei corpi e delle identità. In questo presente digitalizzato la visione pirandelliana si concretizza: imparerai a tue spese che nel lungo percorso della vita incontrerai tante maschere e pochi volti. (...) in questi due anni è prevalsa l’ipocrisia e la menzogna, in cui gli attori sono stati medici, giuristi, giornalisti; abbiamo vissuto all’interno di una commedia pirandelliana. In questo contesto storico in cui viene premiata la maschera del servitore era opportuno premiare i volti che hanno rifiutato la maschera che veniva loro imposta, coloro che come De Donno hanno rifiutato la maschera del servitore, come fa un ricercatore onesto e critico, pronto perfino all’estremo sacrificio in nome di quel giuramento di Ippocrate che costituisce il fondamento etico e deontologico della professione medica”.

La prima a ricevere il simbolo nel valore della sua carica istituzionale è la senatrice Roberta Ferrero in vece del dottor De Donno. Il primo degli otto medici a ricevere il premio per aver agito in scienza e coscienza il dottor Giuseppe Barbaro, che ha raccomandato e sottoposto i suoi pazienti ad esami specifici prima di eseguire, se da essi deciso, la vaccinazione anti-Covid.
Il dottor Mariano Amici, professionista che ha curato i suoi pazienti con le terapie domiciliari, attaccato pesantemente dai media mainstream ancora visita a domicilio, ribadisce ancora mentre riceve il premio: “Non si muore di Covid ma solo di terapie incongrue”.

Per il calore umano e la rigorosa professionalità ottiene la targa anche la neurologa e ricercatrice universitaria Rosanna Negri Chifari. Premiato anche l’oncologo Mariano Bizzarri.
Tenacia e ironia corroborante anche per l’intervento della premiata dottoressa Silvana De Mari, specializzata in chirurgia generale e in psicologia cognitiva e “radiata non per aver curato male i suoi pazienti, ma per maleducazione, per aver usato un tono allarmista”.
Per aver operato al di fuori dei diktat premiato anche il dottor Giovanni Vanni Frajese.
Premiato per aver davvero obbedito alla medicina e alla morale ippocratica e non agli interessi della politica Alberto Donzelli, membro Consiglio Direttivo-Comitato Scientifico Fondazione Allineare Sanità e Salute. E ancora, non si è sottomesso al dogma e alla stigmatizzazione sociale ma ha agito secondo il proprio codice professionale ed etico Massimo Citro Della Riva, dottore in Medicina e Chirurgia, e Sandro Sansevero, presidente dell'Albo degli Odontoiatri di La Spezia.
Tra i giornalisti a cui è stato assegnato il premio Fabio Duranti, editore radiotelevisivo di Radio Radio; premiato per la diffusione di materiale altrove censurato il canale televisivo Byoblu, e in sostituzione dell’editore Claudio Messora ha ritirato il premio il giornalista Adalberto Gianuario.
In seguito, sul podio dei volti, Massimo Mazzucco, regista, sceneggiatore e blogger italiano. Premiato anche Mario Giordano, giornalista e conduttore che con il suo Fuori dal coro ha portato l’altra versione che si cela sotto la maschera, anche nei canali Mediaset. Il Premio De Donno è stato consegnato anche a Maurizio Belpietro per l’impegno svolto dalla testata La verità. Tra gli artisti che non si sono piegati al sistema ottiene il riconoscimento Paolo Cassina, regista di “Invisibili” documentario sulle reazioni avverse ai vaccini anti-Covid. Alessandro Amori annuncia il nuovo e attesissimo docufilm in uscita con Paolo Cassina dal titolo “Non è andato tutto bene”.
I giuristi premiati sono invece Augusto Sinagra e il giudice Alessandra Chiavegatti.

Risate distensive con la presenza di Enrico Montesano, attore e cabarettista, anche lui protagonista attivo di questi anni anni di proteste e denunce: un attore che -quando la maschera è calata sui volti- è stato capace di abbassare la propria.

Nella Recita del mondo pirandelliana le testate premiate sono quelle che hanno diffuso solo un’informazione a senso unico in merito alla vicenda pandemica e della campagna vaccinale, i medici che si sono rifiutati di visitare, e i giudici che non si sono sollevati davanti alla mostruosità giuridica del Green Pass; mentre coloro che si sono impegnati al di là del protocollo politico e talvolta anche subordinando alla missione medica la loro incolumità, sono stati invece perseguitati dall’ordine medico, dai giornali di massa e dalla magistratura.
Certamente nessuno è davvero nudo e privo di maschera in un mondo che è una sceneggiata spesso tragicomica, ma altrettanto certo è che ci sono volti disposti a guardare in faccia la possibilità che ci siano diverse interepretazioni per comprendere quanto successo in Italia e nel mondo dal solco del 2019.

Abbiamo chiesto al dottor Barbaro come si fa ad uscire da questa bolla soffocante in cui riusciamo a comunicare quasi solo con coloro che sono già aperti ad una versione più complessa e ampia dei fatti socio-sanitari degli ultimi anni. Come fare a rompere il sistema omertoso diffuso, la chiusura intellettuale e la paura ottusa di tanti e la disonestà morale di chissà quanti?
”La domande è lecita, me la pongo anche io, e rispondo a voi e a me stesso dicendo che quello di oggi è un seme. Con pazienza e costanza, se verrà nutrito crescerà, le sue radici diventeranno solide e la sua chioma folta”.
Se lo si osserva con attenzione e cura, un seme si può piantare perfino in un albergo al centro di Roma.