Sabato, 14 Novembre 2015 08:08

Vigliacchi! E ora preghiamo per Parigi. In evidenza

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Venerdi 13. Notte di fuoco a Parigi sotto attacco dell'Isis. 7 agguati coordinati e contemporanei rivolti contro obiettivi inermi hanno portato a 120 morti innocenti e oltre 200 feriti di cui almeno 80 gravi.

di Lamberto Colla - Parma 14 novembre 2015 - 
Il risveglio delle cellule terroristiche dormienti. A meno di un anno dal duplice attacco al supermercato Kosher e al giornale satirico Charlie Hebdo dello scorso gennaio, una nuova azione terroristica, di ancor più vasta e complessa portata, stata condotta da terroristi islamici contro persone inermi. Non sono ancora certi i numeri ma sarebbero almeno 120 i morti e il numero viene aggiornato di ora in ora in considerazione del gran numero di feriti gravi vittime di questa azione vigliacca quanto efficace dal punto di vista militare e mediatico.

7 gli obiettivi non sensibili attaccati in contemporanea dai terroristi che, con fucili a pompa e mitragliatrici, hanno con freddezza sequestrato e ucciso decine e decine di parigini che stavano godendosi un concerto o una cena all'aperto, complice la temperatura mite di questi giorni.

Da ieri sera tutte le frontiere francesi sono state chiuse, compreso il traforo del Monte Bianco e misure di sicurezza straordinarie verranno messe in atto giustificando azioni preventive di polizia che non avremmo mai pensato di poter vedere attuate nei sistemi democratici.
Parigi ma poi, come promesso, sarà la volta delle altre capitali europee a entrare negli obiettivi militari delle cellule terroristiche dormienti in ogni parte del vecchio continente.

Nessuno è più al sicuro perché non saranno, come è stato dimostrato a Parigi, solo gli obiettivi sensibili a essere presi di mira, ma qualsiasi cittadino mentre svolge le proprie attività quotidiane.

Ora è il momento di pregare per Parigi e le sue vittime.
Poi, invece di pensare a etichettature discriminanti, varrebbe la pena che l'UE pensasse a reagire e a agire nell'interesse della civiltà smarrita nella burocrazia.