Mercoledì, 27 Dicembre 2023 07:39

Chiara Ferragni: quel “disegnino” tra realtà e simulacro In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 27 dicembre 2023 (Quotidianoweb.it) - Nella nostra società digitalizzata, riflettere su come il valore di un prodotto spesso sia influenzato in modo significativo dalla marca piuttosto che dalle sue caratteristiche intrinseche, aggiunge un "valore immateriale", spingendo i consumatori a pagare di più per l'esperienza associata al marchio stesso.

La percezione che la marca abbia il potere di creare una sorta di "realtà virtuale" sovrasta la valutazione oggettiva del prodotto, ed è lì dove si inserisce il messaggio dell’influencer, giocando un ruolo determinante in questa dinamica psicologica.

La fiducia nel marchio, la reputazione e la percezione di status possono contribuire a stabilire il prezzo percepito di un prodotto, indipendentemente dai costi di produzione effettivi o dalla qualità intrinseca.

L’influencer diventa un simulacro da adorare dove orde di “barbari” nulla facenti, vengono pilotate nel loro mondo vuoto del nulla, facendo superare la razionalità e la riflessione critica, e portandoli a seguire le tendenze dell'influencer stesso.

La vicenda natalizio-benefica della bionda Chiara nazionale è solo l’apice, e senza essere tanto sorpresi, di quello che è il mondo di oggi, fatto dai loro seguaci acritici, dove non conta avere un’opinione, ma seguire l’influencer.

La potenza della persuasione può essere molto forte, e alcuni influencer possono effettivamente plasmare le opinioni e i comportamenti delle persone in modi significativi, portando i loro seguaci a non preoccuparsi dell’autenticità delle informazioni.

Fondamentalmente un influencer commercializza ciò per cui viene pagato, ma non si è mai sentito che possa avere anche un’opinione personale perché il suo “lavoro”, è quello di creare uno schema mentale, “disegnino”, che sostituisca la realtà nell’acritico seguace.

L’uomo contemporaneo per sopravvivere, ha la necessità di dipendere dalle statistiche per valutare la realtà sociale, ma le stesse potrebbero riflettere una certa disconnessione tra l'esperienza individuale e la comprensione più ampia della società. Le statistiche possono certamente fornire una panoramica, ma a volte potrebbero non catturare appieno la complessità delle esperienze umane.

Questo fenomeno potrebbe essere attribuito anche alla crescente frammentazione e isolamento dei cittadini nelle società moderne, dove le persone potrebbero avere meno interazioni dirette con individui al di fuori delle proprie cerchie sociali.

La creazione di simulacri (influencer) e di schemi mentali “disegnino”, acquisiscono valore come se fossero veri, ma in realtà sono fenomeni alimentati dalla mancanza di competenze critiche e dalla dipendenza da rappresentazioni semplificate della realtà.

Questo può essere particolarmente evidente nei media, nella pubblicità e nella sfera digitale, dove le immagini e le narrazioni possono essere manipolate per creare una realtà apparente che non riflette necessariamente la verità.

L’uomo attuale valuta spesso il valore delle cose dai suggerimenti degli influencers, completamente dipendente e imbambolato dalle informazioni e dai concetti astratti che assorbe nel “disegnino”.

La beneficenza non ha bisogno di eroi o di influencer che si sentano tali, manovrando una massa di fans a sentirsi “buoni come loro”, perché la vera sfida sta nel coltivare una cultura critica e nell'incoraggiare le persone a sviluppare competenze di analisi, per navigare attraverso le rappresentazioni mediatiche e riconoscere la differenza tra realtà e simulacro.