Regione Emilia-Romagna

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Telecom:"Danni per oltre un milione di euro. Gli interventi per il ripristino dell'alimentazione sono stati fortemente ostacolati dalle difficili condizione della viabilità, che hanno creato non pochi problemi di accesso ai mezzi di alimentazione di emergenza."

Parma, 17 ottobre 2014 -

"E' avviata verso la piena funzionalità la centrale Telecom Italia di via Po a Parma, gravemente danneggiata dall'esondazione del torrente Baganza di lunedì scorso". Così Telecom Italia al Corecom regionale, che nei giorni aveva chiesto al Gruppo di telecomunicazioni informazioni sull'interruzione dei servizi di telefonia in vaste zone dell'Emilia seguita all'alluvione che aveva colpito il capoluogo ducale, oltre a di essere costantemente aggiornato sull'evoluzione della situazione. Situazione, prosegue Telecom, che sta tornando alla normalità "dopo circa 36 ore di lavoro che hanno visto impegnati tecnici dell'azienda, Vigili del fuoco e personale della Protezione civile".

Secondo l'azienda, i danni provocati agli apparati ammontano ad oltre 1 milione di euro e riguardano soprattutto gli impianti di condizionamento e di energia, la rete di accesso e i nodi strategici della rete fissa e mobile della zona. La centrale è stata alimentata grazie a dei gruppi elettrogeni, puntualizza ancora Telecom, in attesa che il fornitore di energia ristabilisse il servizio. Gli interventi per il ripristino dell'alimentazione sono stati fortemente ostacolati dalle difficili condizione della viabilità, che hanno creato non pochi problemi di accesso ai mezzi di alimentazione di emergenza. Soltanto alle 18 del 14 ottobre è stato possibile ottenere la completa disponibilità dell'energia elettrica nella centrale.

Le segnalazioni del Comitato regionale per le comunicazioni hanno spinto anche l'Agcom a intervenire sull'accaduto. L'Autorità garante ha inviato a tutti gli operatori di telecomunicazione e di pay-tv una richiesta urgente di informazioni per avere ragguagli sulle condizioni delle infrastrutture e lo stato dei servizi.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

In arrivo 176 milioni di euro alle aziende agricole in difficoltà per il cattivo andamento climatico e l'embargo russo -

Parma, 17 ottobre 2014 -

Da ieri, giovedì 16 ottobre, l'Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura Agrea inizia a pagare l'anticipo della Domanda unica 2014 della Pac. Le imprese agricole interessate, dopo la verifica del rispetto delle condizioni di ammissibilità all'aiuto, sono 44.500 e l'importo complessivo da erogare è di circa 176 milioni di euro.
L'anticipo era stato richiesto al ministero delle Politiche agricole all'inizio di settembre dall'assessorato regionale all'Agricoltura, per dare un sostegno finanziario alle aziende strette tra gli effetti delle avverse condizioni climatiche di quest'estate e l'embargo russo.

L'anticipo è fissato al 45% dell'importo ammissibile per il premio titoli, ordinari e speciali, e al 50% per i premi "a superficie" dell'articolo 68. Agrea prevede di completare l'erogazione agli agricoltori entro fine ottobre.
Ieri, mercoledì 15 ottobre, Agrea ha chiuso il bilancio dell'esercizio finanziario 2014, partito il 16 ottobre 2013. Complessivamente sono stati erogati circa 650 milioni di finanziamenti a oltre 53 mila aziende agricole, per oltre 75 mila domande (ogni azienda può presentare più di una richiesta). Particolarmente significativi i risultati del Programma di sviluppo rurale con oltre 176 milioni di euro erogati a circa 17 mila aziende e il pagamento di oltre 22 mila domande.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

La soluzione progettuale è pronta, tutte le Istituzioni sono impegnate con l'obiettivo di raggiungere il finanziamento in tempi rapidi. In aprile 2011 Regione, Aipo, Autorità di bacino del fiume Po, Provincia di Parma e i cinque Comuni interessati siglarono un protocollo d'intesa per la sicurezza idraulica della città di Parma e del nodo idraulico di Colorno -

Parma, 16 ottobre 2014 -

Per la cassa di espansione sul torrente Baganza c'è una soluzione progettuale messa a punto da Regione, Aipo e Università di Parma e trasmessa al Ministero dell'Ambiente. Tutte le Istituzioni - Regione, Provincia, Comune di Parma, Ministero dell'Ambiente e Italia Sicura - sono impegnate e stanno lavorando insieme con l'obiettivo del finanziamento in tempi rapidi; nei prossimi giorni su questo tema è previsto un incontro tra Regione ed Enti locali. I lavori potranno partire, infatti, quando saranno trasferiti alla Regione gli 8 milioni di euro già previsti nell'Accordo di programma e reperiti gli ulteriori 20 milioni necessari per la realizzazione dell'opera.

In aprile 2011 Regione, Aipo, Autorità di bacino del fiume Po, Provincia di Parma e i cinque Comuni interessati (Collecchio, Colorno, Felino, Parma e Sala Baganza) siglarono un protocollo d'intesa per la sicurezza idraulica della città di Parma e del nodo idraulico di Colorno. In seguito all'accordo sono state subito avviate le indagini tecniche e gli studi necessari alla definizione delle opere; in particolare, attraverso la convenzione stipulata tra Aipo e Università di Parma, sono stati realizzati gli approfondimenti idraulici per verificare la soluzione più adeguata all'inserimento della cassa di espansione nel nodo idraulico complessivo di Parma-Colorno. Da questi studi è emersa l'opportunità di costruire un'unica cassa di 4,6 milioni di metri cubi di invaso (corrispondente a poco meno della metà di quella già funzionante sul torrente Parma), anziché un sistema articolato di casse, come previsto in una prima ipotesi progettuale.

"Un'unica cassa in linea - spiega il professor Paolo Mignosa, responsabile scientifico della ricerca in materia idraulica per l'Università di Parma, che ha lavorato allo sviluppo della modellistica - rappresenta la soluzione più economica, più flessibile, grazie agli organi mobili analoghi a quelli presenti sulla cassa del Parma, e di minore impatto ambientale. Ma soprattutto, anche alla luce di quanto purtroppo è successo a Parma, la cassa di espansione costituisce la soluzione migliore per garantire la sicurezza del territorio".

L'ipotesi individuata comporta tuttavia la necessità di realizzare l'opera nella sua interezza, per cui è indispensabile, per poter avviare i lavori, avere a disposizione l'importo totale. Dal 2011 la Regione ha lavorato assieme ai vari Governi, Ministri e oggi con Italia sicura - Struttura di missione contro il dissesto, per costruire un'ipotesi di finanziamento. In attesa del trasferimento degli 8 milioni già definiti dall'accordo, nello scorso mese di gennaio la Giunta ha ribadito e trasmesso al Ministero dell'Ambiente la richiesta degli ulteriori 20 milioni necessari a completare il finanziamento dell'opera. Questa richiesta è stata inoltrata anche dall'Autorità di Bacino del Po, che candida la cassa al finanziamento per "infrastrutture verdi", ovvero per quelle opere che svolgono la duplice funzione di difesa del territorio e valorizzazione dell'ambiente. É una delle priorità che in ogni caso la Regione ribadirà nel prossimo Accordo di programma che verrà siglato con il Governo nelle prossime settimane.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)