Redazione

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Sciopero generale nazionale per l'intera giornata dell'8 marzo e sciopero nazionale di due ore, inizio turno, nella giornata del 12 marzo. Saranno garantiti i servizi minimi essenziali, mentre le attività programmabili potranno subire riduzioni conseguenti all'adesione allo sciopero

Si informa che USI-Unione sindacale italiana, Slai Cobas per il Sindacato di Classe e Confederazione USB-Unione Sindacale di Base e USB pubblico impiego, hanno proclamato lo sciopero nazionale per l'intera giornata dell'8marzo 2018 del personale appartenente a tutti i comparti pubblici, privati e cooperativi, comprendente i lavoratori a tempo indeterminato, determinato, con contratti precari e atipici.

Sempre nella giornata dell'8 marzo, l'Associazione sindacale CUB Sanità Italiana ha proclamato sciopero generale del comparto pubblico e privato afferente il settore della Sanità e del Socio-Sanitario-Educativo-Assistenziale, di 24 ore, interi turni.

Per il giorno 12 marzo l'Organizzazioni sindacale FSI USAE ha proclamato sciopero nazionale di due ore, all'inizio di ogni turno, del personale del comparto del Servizio Sanitario Nazionale.

Gli scioperi, potenzialmente, coinvolgono tutto il personale del Servizio Sanitario Nazionale.

Come prevedono le norme vigenti saranno garantiti i servizi minimi essenziali e in particolare le urgenze, mentre le attività programmabili potranno subire riduzioni conseguenti all'adesione agli scioperi.

Clorpirifos nei peperoncini, sulle nostre tavole un concentrato di residui chimici. Accusa di pesticidi sopra i limiti riportati dal sistema di allerta rapida europeo Rasff

Veleni in alcuni alimenti che finiscono sia sulle nostre tavole, sia su quelle estere, che non sono soltanto contraffatti, ma spesso nocivi. Che c'è di più salutare dei peperoncini, pensiamo nel metterli nel carrello della spesa, da tempo indicati come cardioprotettivi e non sappiamo che in realtà mangeremo un concentrato di residui chimici, visto che la verdura proviene non dalle nostre campagne ma dal Bangladesh.

E' l'allerta (2018.0565) per contaminazione di "rischio grave" è stata lanciata ieri, 5 marzo, dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) della Commissione Europea, con tanto di pubblicazione di una black list degli alimenti contaminati, su segnalazione del Ministero della Salute italiano e pubblicata sul sito europeo di RASSF. Il prodotto è stato probabilmente ritirato dalle vendite a scopo preventivo, per ragioni di possibile contaminazione in quanto nella maggioranza dei peperoncini è stata trovata la presenza in eccesso di "Clorpirifos".

Il Clorpirifos metile è considerato pericoloso e non è una questione di allarmismo o di bufale in rete. A dirlo è stato la Environmnental Protection Agency (EPA) rievocando l'utilizzo di questo pesticida a partire dal 2016.

E' da anni commercializzato come Lorsban e Dursban e utilizzato nei giardini e nei prati, ma anche nelle case oppure nel campo dell'agricoltura. Per usi domestici la vendita è vietata, sempre dall'EPA, già dal 2000, perché erano emerse delle gravi conseguenze sulla salute dei bambini. Ci sono anche degli studi che collegano l'impiego del pesticida a possibili danni al sistema nervoso o alla nascita di bambini con problemi comportamentali e con basso quoziente intellettivo, se le madri ne hanno respirato in gravidanza.

Negli adulti il clorpirifos metile può causare nausea, mal di testa e vertigini, in USA è ancora usato in grandi quantità nel settore agricolo ma l'EPA vorrebbe revocarne l'uso, non è così semplice farlo perché c'è chi ci guadagna impiegandolo nella produzione di frutta e ortaggi.

In Unione Europea la situazione sembra essere leggermente migliore: il clorpirifos metile è ammesso ma ci sono dei livelli massimi per la presenza di suoi residui su frutta e verdura che dovrebbero garantire la protezione della nostra salute. Inquieta davvero vedere come i prodotti incriminati siano di largo consumo sulle nostre tavole, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Diventa fondamentale, allora, tracciarli e identificarli ovunque si celino.

Una battaglia, la piena tracciabilità di ogni ingrediente per garantire al massimo la tutela del consumatore e per raggiungere questo obiettivo è importante lavorare sempre di più anche su un fronte cruciale come quello della tracciabilità e dell'etichettatura. È un lavoro in linea con la promozione del modello agricolo italiano che fa della sostenibilità una pratica quotidiana e che vede l'Italia all'avanguardia nella riduzione dei fitofarmaci e nel contenimento delle emissioni di gas serra.

(6 marzo 2018)

Nell'ambito delle iniziative connesse alla campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere "Questo non è amore", promossa dalla Polizia di Stato, anche giovedì 8 marzo p.v., in occasione della giornata dedicata alla "Festa della Donna", verranno allestiti due distinti punti di ascolto.

Uno stand sarà predisposto nel corso della mattinata all'interno del Centro Commerciale "I Portali", l'altro, nel pomeriggio, in piazza Roma a corollario della manifestazione podistica "Donne in corsa".

L'équipe specializzata, composta da personale della Divisione Polizia Anticrimine, della Squadra Mobile e dell'Ufficio Sanitario, sarà a disposizione della cittadinanza con l'obiettivo di favorire l'emersione del fenomeno della violenza di genere, garantire un supporto a eventuali vittime e fornire una corretta informazione in materia.

La Polizia di Stato si impegna quotidianamente nella prevenzione del fenomeno della violenza di genere, esempio ne è proprio l'adozione del Protocollo EVA, acronimo di "Esame Violenze Agite". Si tratta di una modalità operativa per il primo intervento degli operatori di polizia addetti al controllo del territorio nei casi di violenza di genere.
Il protocollo prevede l'elaborazione di una "Processing Card", composta da una serie di schede che gli agenti devono compilare ed inserire negli archivi informatici di polizia ogni volta che intervengono in un caso di violenza di genere. Da questo archivio, la Sala Operativa può estrarre informazioni fondamentali (su chi ha richiesto l'intervento, sulla eventuale presenza di armi censite all'interno dell'abitazione, su eventuali precedenti di polizia a carico delle persone coinvolte, ecc.) da comunicare alla Volante per tutelare sia la vittima sia gli operatori.

Le utenze telefoniche delle vittime confluiscono in un database specifico. In questo modo, l'operatore della Sala Operativa ha la possibilità di riconoscere immediatamente le richieste di soccorso che giungono attraverso contatto telefonico censito così da poter fornire sin dalla fase di risposta una adeguata assistenza al richiedente.
Una delle finalità del "Protocollo EVA" è quella costruire una memoria storica per prevenire, monitorare il fenomeno e agevolare la scelta di una valida strategia di contrasto che può anche prevedere l'adozione di provvedimenti restrittivi nei confronti del reo (arresto obbligatorio in flagranza o adozione in via di urgenza di altra misura cautelare, ad esempio l'allontanamento di urgenza dalla casa familiare, per i reati di "maltrattamenti contro familiari e conviventi").

A Modena nell'ultimo anno sono stati compilati 147 modelli EVA relativi agli interventi effettuati in casi di violenza di genere o litigi familiari, indipendentemente dal fatto che si sia configurato un reato o dalla proposizione di una formale denuncia/querela. 32 invece sono stati gli ammonimenti, ovvero i provvedimenti amministrativi di natura preventiva adottati dal Questore di Modena.