Visualizza articoli per tag: cultura

In arrivo l'artista giapponese Naoko Tanaka e il performer austriaco Simon Mayer. Oltre alla nuova creazione di Lenz Fondazione ispirata all'Hyperion di Friedrich Hölderlin. E all'ultima possibilità per vedere Unfinished interior dell'inglese Tim Spooner, realizzato su misura per il Festival. -

Parma, 1 dicembre 2015 

Giornate feconde, a Parma. Il Festival di Visual & Performing Arts Natura Dèi Teatri continua a portare in città artisti inconsueti e performance preziose, in una proposta culturale che da venti anni si caratterizza per rigorosa visionarietà e pervicace pars construens.

Mercoledì 2 dicembre alle ore 21 l'artista visiva e performativa giapponese Naoko Tanaka presenterà in prima nazionale, dopo il recente debutto alla Sophiensaele di Berlino, Unverinnerlicht, imponente installazione-performance che «invita gli spettatori a cercare di prevedere il presente come fosse memoria, di smarrirsi nel mare di immagini perdute». Lo stesso giorno, alle ore 19 e alle ore 22.30 sarà possibile vedere per l'ultima volta la performance Unfinished interior dell'inglese Tim Spooner, pensata e realizzata su misura per il Festival Natura Dèi Teatri 2015, esito di una residenza dell'artista a Lenz Teatro.

Giovedì 4 dicembre in programma altri due debutti.

È in prima nazionale, alle ore 21, SunBengSitting di Simon Mayer, performer, coreografo e musicista austriaco che incarnerà un energico e coraggioso viaggio nella propria autobiografia in un mix di ballo folcloristico, jodel e danza contemporanea. Lo spettacolo sarà a Parma dopo il successo ottenuto a ImPulsTanz, lo storico Festival viennese dedicato alla migliore danza contemporanea internazionale.

Debutto assoluto, alle ore 22.30, per Hyperion #2 Solo quando le case e i templi sono morti le bestie selvagge osano nelle porte e per le strade di Lenz Fondazione, frutto di una nuova residenza del musicista elettronico polacco Paul Wirkus: ispirato all'Hyperion di Friedrich Hölderlin (poeta, filosofo e drammaturgo romantico al quale l'ensemble ha dedicato agli esordi un lunghissimo percorso di ricerca), lo spettacolo diretto da Maria Federica Maestri segna il ritorno in scena di Adriano Engelbrecht, musicista e performer che in passato ha intensamente collaborato con Lenz, insieme a Valentina Barbarini. Drammaturgia e imagoturgia sono di Francesco Pititto: «Il nuovo paragrafo ispirato all'Hyperion si connette nitidamente al tema del Festival: si fondono costantemente presente e passato, in un continuo scambio di prospettive e paesaggi. Nella morta Grecia, doppiamente morta in quanto oppressa dai Turchi e immemore degli dèi, Atene appare al giovane Iperione come un immenso naufragio».

Prosegue, infine, la videoinstallazione Providence di Fiorella Iacono. L'opera, allestita negli spazi di Workout Pasubio Temporary (in via Palermo 6 a Parma – ingresso da via Catania), è stata creata in dialogo con il tema concettuale dell'edizione 2015 di Natura Dèi Teatri: Materia del Tempo – Porte.

ND'T 015 è un progetto artistico di Lenz Fondazione sostenuto da MiBACT_Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Parma_Assessorato alla Cultura, AUSL Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche AUSL Parma, Fondazione Monteparma, Comune di Sala Baganza e realizzato in collaborazione con Università degli Studi di Parma, CIRS_Centro Interdipartimentale di Ricerca Sociale, Workout Pasubio Temporary, con il patrocinio di Azienda Ospedaliero - Universitaria di Parma.

Per informazioni e prenotazioni: Lenz Teatro Via Pasubio 3/e, tel. 0521 270141, 335 6096220, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  - www.lenzfondazione.it/natura-dei-teatri/2015 

Pubblicato in Dove andiamo? Parma
Venerdì, 27 Novembre 2015 12:48

Il mito di Dracula in scena al Teatro Due di Parma

Il 27 e 28 novembre, in prima nazionale, "Drakula – da Bram Stoker", una coproduzione italo-croato-slovena del visionario regista Andràs Urbàn. Le atmosfere gotiche e oniriche del romanzo sono solo il punto di partenza per un'opera che indaga le ambiguità dell'animo umano, i lati oscuri più intimamente celati, le verità che si abbeverano e si affogano nel sangue.-

Parma, 27 novembre 2015 -

Fu nel 1897 che lo scrittore irlandese Bram Stoker presentò al mondo il suo Conte Dracula: affascinato dalla figura realmente esistita del principe rumeno Vlad Dracul, e in seguito a lunghe ricerche sulla cultura e la religione dei Balcani, Stoker creò il romanzo gotico del terrore per eccellenza, su un personaggio divenuto ben presto leggendario. Nonostante le innumerevoli trasposizioni e le derivazioni dirette di questo cult (i vampiri di "Twilight" sono solo l'esempio più recente), lo spaventoso quanto seducente conte non smette di entusiasmare il pubblico, sempre contagiato dalla sua immortale bellezza.

Al Teatro Due di Parma, nelle serate di venerdì 27 e sabato 28 novembre alle ore 21.00, si potrà assistere, in prima nazionale, a "Drakula – da Bram Stoker", spettacolo ideato e realizzato in una originale coproduzione internazionale fra il Teatro Nazionale Croato di Zagabria, il Teatro Nazionale Sloveno di Maribor e Fondazione Teatro Due. Le atmosfere gotiche e oniriche del romanzo sono solo il punto di partenza per un'opera che indaga le ambiguità dell'animo umano, i lati oscuri più intimamente celati, le verità che si abbeverano e si affogano nel sangue. Come spiega Kata Gyarmati, autrice della drammaturgia: "Quando appare Dracula, si può essere certi che la battaglia della vita e della morte è già iniziata. Eppure, Dracula è appassionato di oscurità e sfumature. Rifugge il sole e la luce, due elementi essenziali per la nostra esistenza. La parte più importante del lavoro è coincisa con l'affrontare alcune domande che la storia di Dracula ci ha suscitato e che ci sembrano cruciali rispetto al contemporaneo. Se non altro, Dracula si è rivelato un coltello, uno strumento per andare più a fondo dentro di noi. Forse il vampirismo oggi consiste nel succhiare il nostro stesso sangue, perché siamo diventati allo stesso tempo prede e predatori, ed è evidente a tutti i livelli della nostra società, non solo nel campo delle relazioni interpersonali. E se ti viene succhiato il sangue, goccia dopo goccia, diventi sempre più debole, finché esausto e impotente, sei destinato a morire o a trasformarti in un vampiro".

"In questo rapporto tra l'essere umano e Dracula" dice il regista serbo Andràs Urbàn, "ci siamo concentrati sulla prospettiva della vittima, dove la vittima è, ovviamente, l'umano. Dracula incarna la minaccia imminente per l'esistenza umana. E il nostro Drakula non è una fuga nella metafisica, ma piuttosto un salto nel disumano. In condizioni disumane, qualsiasi anelito vitale diventa solo un mezzo per sfuggire alla disumanità. Sia Dracula che l'uomo rappresentano, quindi, un percorso verso l'auto-distruzione, perché indipendentemente dalla direzione di partenza, stiamo tutti per scontrarci. Chi ci sta succhiando il sangue? Cosa opprime la vita umana?". Sul palco, nove attori provenienti dai tre teatri coinvolti nel progetto: Matevž Biber, Mia Biondić, Dado Ćosić, Jurij Drevenšek, Davide Gagliardini, Edvin Liverić, Gian Marco Pellecchia, Nika Rozman e Lucija Šerbedžija.

Pubblicato in Cultura Parma

E' stata presentata nei giorni scorsi la mostra allestita all'interno dell'aula magna del Liceo Artistico Toschi: "La via Francigena nell'anno di Giubileo", un percorso che racconta con immagini suggestive i territori lungo i quali si sviluppa questa importante via dal grande valore storico. -

Parma, 28 Novembre 2015 - ph. Francesca Bocchia -

Una mostra per raccontare l'importanza storica e culturale della Via Francigena in occasione del Giubileo, è questo il percorso artistico inaugurato nei giorni scorsi nell'aula magna del Liceo Artistico Toschi.
Il preside dell'istituto d'arte Roberto Pettenati, ha presentato il progetto di cui fa parte anche un calendario 2016, anno di Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco, realizzato da Graphital, e di cui la scuola è tra i soggetti patrocinatori, insieme alla Diocesi di Fidenza e al Museo Pier Maria Rossi di Berceto.

23112015-CALENDARIO e MOSTRATOSCHI 009 rid

Durante la prima giornata di apertura di "La via Francigena nell'anno di Giubileo" erano presenti S.E. Monsignor Carlo Mazza, vescovo di Fidenza, l'on. Giuseppe Romanini e il prefetto Giuseppe Forlani che hanno espresso il loro sentito apprezzamento nei confronti di questa iniziativa.
Il viaggio, scandito da immagini suggestive scattate lungo la via Francigena, coinvolge dodici artisti contemporanei coordinati dal curatore Marzio Dall'Acqua: Ezio Camorani ha scelto di raffigurare l'inizio e la fine del viaggio; Claudio Cesari un punto preciso del percorso, il guado di Fornovo; Beppe Mecconi verga a mano su carta la via a guisa di labirinto; Vincenzo Vernizzi reinterpreta i principali luoghi francigeni del parmense; Stefano Grasselli rivisita in chiave fantasiosa e moderna i tratti montani; Nunzio Garulli che nella sua terra e cielo riprende il concetto di infinito con tratti cromatici forti; Massimo Violi rappresenta due pellegrini lungo il percorso; Mariangela Canforini raffigura la sosta di due viandanti intenti a leggere e suonare l'armonica a bocca; mentre Nicla Ferrari propone il soggetto delle mani, come simbolo di vita interiore, ma anche di ricezione dell'ostia consacrata che rigenera in Cristo l'animo umano; Giovanna Scapinelli ritrae una figura femminile in preghiera immaginata nella pieve di Bardone; Giuseppe Bigliardi interpreta in modo astratto la Via con una tecnica mista composta da bitume, resina su tavola e lamina d'acciaio; e per finire Paolo Bottioni propone un viaggio di fede, riprendendo il simbolo dell'Associazione Europea delle vie Francigene che vuole essere di raccordo tra passato, presente e futuro.
Sua Eccellenza Monsignor Carlo Mazza si è complimentato con gli artisti per la loro capacità di saper cogliere ed interpretare il tema del pellegrinaggio con opere di alto valore simbolico.
La mostra, ad ingresso gratuito, rimarrà allestita nell'Aula Magna del Liceo Artistico di viale Toschi fino al 4 dicembre. Gli orari sono dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00.

23112015-CALENDARIO e MOSTRATOSCHI 035 rid

Pubblicato in Cultura Parma

'Diari di bordo', piccola, accogliente libreria nel centro di Parma, lancia il 'libro sospeso'. I parmigiani già l'anno scorso hanno donato 300 libri ai senzatetto tramite l'associazione onlus "Pane e vita". Un gesto di solidarietà per Natale, un regalo a chi non può permettersi di leggere. Ecco come fare per donare un libro. -

- di Alexa Kuhne - foto di Francesca Bocchia -

Parma, 28 novembre 2015 –

Quando Alice e Antonello hanno incominciato insieme il loro cammino nel magico mondo dei libri, dando vita a una piccola, accogliente libreria nella parte storica di Parma, pensavano a una scommessa coraggiosa che assecondava la passione per la scrittura di viaggio ma non immaginavano di raccogliere copiosamente anche i frutti del seme della solidarietà.
L'entusiasmo che ci mettono nel raccontare della loro iniziativa del 'libro sospeso' è come quello di un bambino che scarta un pacco sotto l'albero.

18112015-DiaridiBordo e Repertorio2015 032 rid

E infatti, questo è il secondo Natale che i due colleghi - giornalista sarda Alice e intellettuale appassionato di letture di origini lucane Antonello – danno la possibilità ai loro clienti di lasciare pagato un volume, prendendo spunto dall'idea di successo nata a Napoli del 'caffè sospeso'. Nella città partenopea si è soliti offrire un espresso a un avventore sconosciuto che non può permetterselo. Nella libreria 'Diari di bordo' si può ordinare o far scegliere ai due librai una preziosa opera che verrà consegnata nelle mani di chi ha bisogno anche di cibo per la mente. Un gesto significativo che assume ancora più valore nei giorni delle festività natalizie.
L'anno scorso si è accesa, tra gli scaffali di questo negozio lontano miglia e miglia dagli inospitali e anonimi centri commerciali del libro, una inaspettata gara di solidarietà sono stati donati 300 libri.

18112015-DiaridiBordo e Repertorio2015 047 rid

"Regalare un libro – dice Antonello Saiz – significa ridare dignità ad una persona. Uno scritto è un potente mezzo di riscatto ed emancipazione".
Una iniziativa solidale che sta dimostrando di avere una forza dirompente, dicono i due ideatori: "quella del pensiero libero, della circolazione delle idee, della cura delle persone, non solo in quanto esseri viventi ma anche in quanto soggetti sensibili e pensanti".
Il modo è semplice, spiega Alice Pisu: "Si può anche ordinare (anche su internet) appositamente un volume che ci sembra significativo, per esempio uno a cui siamo legati perché nella nostra infanzia ci ha aiutati, un classico o uno scritto da cui si può trarre ispirazione, che aiuti a raggiungere un riscatto sociale".

18112015-DiaridiBordo e Repertorio2015 022 rid

I libri sospesi scelti l'anno scorso dai parmigiani sono stati donati e poi distribuiti dall'associazione onlus "Pane e vita", che si occupa delle persone che vivono per strada, a Natale e in occasione del pranzo solidale di maggio.
L'iniziativa è sembrata bella e di valore sociale anche alla commissione istituita dal Cepell, Centro per il libro e per la lettura del Mibact, presieduta dal giornalista e scrittore Filippo La Porta. Così, il regalo di Natale lo hanno ricevuto anche Alice e Antonello che saranno a Roma, il 4 dicembre, a ritirare il loro premio alla fiera di Roma 'Più libri più liberi'.

Pubblicato in Cultura Parma

Presentato alla Feltrinelli di Parma “Vinceremo di sicuro”, il libro di Michele Brambilla, neo insediato direttore della Gazzetta di Parma: un racconto che parte dalle sue esperienze di ragazzo per attraversare gli anni in cui si guardava al futuro con occhi positivi

Parma – 26 Novembre 2015 – (Photo by Francesca Bocchia)

Presentato nei giorni scorsi alla libreria Feltrinelli di Parma il libro del neo insediato direttore della Gazzetta di Parma Michele Brambilla dal titolo “Vinceremo di Sicuro”. Un racconto che percorre gli anni sessanta ricordando il periodo d’oro dell’Inter partendo dalla Semifinale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool disputata il 12 maggio del ’65. Ma questo non è un romanzo che parla di calcio, è una storia che parla di ottimismo, di uno sguardo positivo e fanciullo verso il futuro.

Ad accompagnare l’autore nella presentazione è stato il critico letterario Giuseppe Marchetti, la cui sintesi ed analisi è riuscita a stimolare ulteriormente l’interesse del pubblico presente in sala.

michele Brambilla

24112015-PRESENTAZIONEDIRETTOREGPR 022

24112015-PRESENTAZIONEDIRETTOREGPR 027

24112015-PRESENTAZIONEDIRETTOREGPR 041

24112015-PRESENTAZIONEDIRETTOREGPR 037

24112015-PRESENTAZIONEDIRETTOREGPR 039

 

Pubblicato in Cultura Parma

I dati sulla violenza in Emilia-Romagna e le attività dei centri antiviolenza presentati in Regione dall’assessore Emma Petitti e dal presidente della Commissione regionale per la parità e per i diritti delle PersoneRoberta Mori

Bologna – 25 Novembre 2015 -

Il 25 novembre, ovvero la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, sarà un appuntamento all’insegna dell’informazione, dell’educazione e dell’attenzione verso le giovani generazioni, per insegnare loro il rispetto fin dai banchi di scuola, per trasmettere loro la cultura, elemento imprescindibile per contrastare gli atti di violenza e discriminazione.

Sarà questo il tema al centro del convegno “Primo passo: educare”, promosso dall'assessorato regionale alle Pari opportunità della Regione e dall'Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, affiancato dalla campagna “Ma l’amore non c’entra”, raccontata via web e comunicata anche tramite uni striscione esposto per alcuni giorni all’ingresso della sede della Regione.

E’ stata l’Assessore regionale alle Pari opportunità Emma Petitti, durante una conferenza stampa in Regione, ha presentare gli incontri della giornata e gli ultimi dati aggiornati. Con le il Presidente della Commissione regionale per la parità e per i diritti delle Persone Roberta Mori, Presidente del Coordinamento dei centri antiviolenza della Regione Samuela Frigeri, la consigliera del Presidente del Consiglio dei ministri in materia di Pari opportunità Giovanna Martelli e la Presidente della Commissione Anci nazionale Pari opportunità Simona Lembi.

In occasione della giornata presentiamo i dati sulla violenza - ha spiegato Emma Petitti - che raccontano di 3301 donne seguita dai centri dell’Emilia-Romagna. Tra queste, 2978 hanno subito una violenza, nell’80% dei casi si tratta di donne con figli che hanno subito violenze in contesti familiari, intimi, e quasi nel 36% di donne straniere. Per combattere questo fenomeno abbiamo messo in campo una rete che riunisce le istituzioni, i servizi socio-sanitari dei Comuni, le associazioni, le forze dell’ordine e stiamo lavorando anche sull’aspetto fondamentale dell’educazione e dell’informazione –  e continua -  così come va avanti il lavoro per il piano regionale contro la violenza alle donne, che a breve presenteremo, e che servirà a consolidare il sistema dei centri antiviolenza territoriali, a sostenere la prevenzione e a istituire un monitoraggio costante attraverso il nuovo osservatorio regionale”.

foto1

Prevenzione, cultura, alleanze forti e solide sono la base per la costruzione di politiche di contrasto alla violenza - ha sottolineato Roberta Mori - e per creare un fronte compatto, tale da sradicare questo fenomeno odioso. In qualità di coordinatrice degli organismi di parità delle Regioni, sto lavorando ad un Accordo con il Dipartimento pari opportunità del Governo, che potenzi l’intervento in materia di lavoro, contrasto alla violenza e piena attuazione della Convenzione di Istanbul mediante una legge quadro nazionale. In occasione del prossimo 25 novembre faremo insieme un altro passo confrontandoci e discutendo in particolare del ruolo e dell’importanza dell’educazione alla parità, partendo dai giovanissimi e dagli adolescenti”.

La Regione sostiene il lavoro e monitora l’attività dei centri antiviolenza e la realtà delle donne accolte e assistite. In collaborazione con il Coordinamento dei centri dell'Emilia Romagna, ed in occasione della giornata del 25 novembre, pubblica ogni anno l’aggiornamento di due Quaderni che fotografano l’attività dei centri ed i dati sul femicidio, raccolti dalla Casa delle donne di Bologna, sulle vittime di questa forma estrema di violenza.

Le pubblicazioni sono consultabili e scaricabili nel sito http://parita.regione.emilia-romagna.it/violenza.

Nel 2015, a seguito dei finanziamenti nazionali del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, la Regione ha ripartito 1,2 milioni di euro tra i Comuni sedi di case e centri antiviolenza: sia per finanziare o ampliare servizi già operativi (854 mila euro) sia per sostenere l’apertura di nuovi centri o case rifugio (346 mila euro).

Nel 2014, dopo l'approvazione delle linee di indirizzo per l'accoglienza di donne vittime di violenza, è stato stanziato dalla Regione un fondo di 500 mila euro per la diffusione delle medesime e per la formazione degli operatori.

Tra gli obiettivi prioritari dell’azione della Regione contro la violenza, vi è l’attenzione alla formazione, informazione e sensibilizzazione soprattutto delle giovani generazioni.

Pubblicato in Cronaca Emilia

A Bobbio (Pc) un vernissage per 899 opere d'arte. Una straordinaria collezione inaugurata alla presenza del presidente della Regione Stefano Bonaccini. Quadri e sculture donati da Rosa Mazzolini e sistemati per la fruizione grazie a un contributo della Regione Emilia-Romagna. -

Piacenza, 24 novembre 2015 -

Una straordinaria collezione d'arte che grazie al contributo della Regione ora è disponibile per la libera fruizione. Si tratta della collezione Mazzolini, che comprende 899 opere, fra cui 872 quadri e 27 sculture, firmate da nomi di rilievo dell'arte del '900. Pezzi unici di grande rilevanza che vanno da Giorgio De Chirico a Massimo Campigli, da Mario Sironi, a Lucio Fontana. Il nuovo spazio espositivo nel museo di San Colombano ospiterà stabilmente le opere "I gladiatori" di De Chirico, "Concetto spaziale" i Lucio Fontana, "L'Opera Astratta" di Piero Manzoni, "I bersaglieri" di Mario Sironi, "I Fiori" di Filippo De Pisis e le sculture in terracotta di Luigi Scanavino e "Il Cristo sulla Croce" di Lucio Fontana; le altre ruoteranno ogni 4 mesi.

All'inaugurazione di ieri mattina a Bobbio, in provincia di Piacenza, il presidente della Regione Stefano Bonaccini. La collezione è' stata donata da Rosa Mazzolini alla Diocesi di Piacenza dieci anni fa, ma solo negli ultimi mesi si è reso possibile collocare in ambienti adeguati anche grazie alla Regione Emilia-Romagna, che ha contribuito con 47.000 euro.

 

Pubblicato in Cultura Piacenza

Nella Giornata contro la violenza sulle donne, un dibattito e una pièce teatrale a tema al Teatro del Cerchio di Parma: il "Barbablù" dei Fratelli Grimm è attuale più che mai. La partecipazione, all'incontro e allo spettacolo, è libera e gratuita. -

Parma, 24 novembre 2015 - di Cristina Pedretti -

Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, mercoledì 25 novembre, il Teatro del Cerchio di via Pini proporrà due importanti momenti di riflessione: alle ore 20.30 l'incontro "Relazioni pericolose: quando l'amore diventa criminale", alla presenza delle autorità cittadine e di esperti che tratteranno di questo drammatico quanto attuale tema, e a seguire la rappresentazione di "Barbablù – storia di quotidiana violenza", spettacolo con Gabriella Carrozza, Mario Aroldi e Paola Ferrari, per la regia di Mario Mascitelli. Il terrificante Barbablù inventato dai Fratelli Grimm, uxoricida seriale, diventa l'emblema della violenza, sia fisica che psicologica, perpetrata sulle donne: sono dei Barbablù quei mariti, fidanzati, amanti, presunte figure amorose, che svelano invece una natura crudele e implacabile e, infliggendo abusi continui, arrivano a distruggere la dignità e l'identità stessa delle loro compagne. Uno spettacolo teatrale di forte denuncia e di grande impatto emotivo, che racconta di una vicenda, come espresso nel titolo, tragicamente quotidiana. La partecipazione, all'incontro e allo spettacolo, è libera e gratuita.

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Questa settimana è andato in onda l’ultimo Best Of di “Unti e Bisunti 3”, il programma che lo ha consacrato. Ma Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, non è un prodotto televisivo, è un professionista che da sempre lavora con passione, dedizione  e serietà. Ecco cosa ha raccontato...

- Di Chiara Marando – 

Sabato 21 Novembre 2015 -

E’ uno dei volti televisivi del momento, apprezzato, criticato, ma mai comunque ignorato. Lui è Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, un professionista fuori dal comune, fonte di interesse e curiosità per quel suo essere schietto, a volte irriverente, per il suo modo di esprimersi genuino che si distacca dal classico linguaggio ed atteggiamento tipici del piccolo schermo. Gabriele è uno chef non convenzionale, un esperto di cucina che ama interfacciarsi con la gente piuttosto che chiudersi dietro i fornelli, un uomo che ha scelto la sua strada vivendo di continue scoperte.

Oggi ha raggiunto il successo, proprio questa settimana è andato in onda su DMAX l’ultimo Best Of di “Unti e Bisunti 3”, la trasmissione che lo ha consacrato e che rappresenta buona parte del suo essere e della sua ironia.

Ma Chef Rubio com’è nato? E’ lui stesso a raccontarci i suoi primi anni di pratica ed il percorso che ha intrapreso.

Gabriele proviamo a partire dall’inizio. Quando hai cominciato a renderti conto che la cucina ti attirava, che rappresentava per te una vera passione da seguire? Qualcuno o qualcosa ti ha ispirato?

Penso si possa definire quasi genetica. Non credo che il fattore sociale o le influenze esterne abbiano avuto particolare valore, ma penso piuttosto che sia il mio modo di dare, di esprimermi e donarmi agli altri con quello che più mi rappresenta. Ognuno trova spontaneamente il proprio mezzo, il mio è stato la cucina.

Tu hai studiato ad ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina, un vero e proprio punto di riferimento per lo studio della cultura gastronomica. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Devo dire che l’aver studiato ad ALMA, anche grazie ad insegnanti molto preparati, mi ha permesso di capire chi ero, cosa volessi veramente e quale strada dovevo prendere, di delineare il tipo di cucina e comunicazione che più era nelle mie corde, ovvero un percorso in solitaria ma sempre affiancandomi a professionisti con i quali confrontarmi e da cui poter apprendere nuove conoscenze.

E come potresti definire la tua “comunicazione” in cucina?

Direi a 360 gradi. Non c’è una vera e propria definizione, non mi piace l’idea di chiudere in una scatola quello che faccio. Il mio modo di comunicare riflette il mio modo di lavorare, un continuo scambio di opinioni, la ricerca, lo studio e la scoperta per riuscire a diversificare senza mai fermarsi.

CHILI

Cos’è cambiato in te da quando sei diventato un personaggio noto?

In realtà non è cambiato molto, io sono esattamente lo stesso anche se, inutile negarlo, i media hanno accresciuto la mia popolarità. Ma ciò che ero prima è esattamente quello che sono adesso. Il fatto che non debba dare retta ad autori  o fare scelte strategiche fa di me una persona più libera, insieme alla consapevolezza che non sono io ad aver cercato tutto questo, ma il contrario. Questo elemento fa la differenza.

Come vivi il tuo lavoro e quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il tuo essere professionista?

Con la massima serietà, impegno e dedizione a scapito della mia vita personale. Io ho avuto la fortuna di rendere quella che era la mia passione un lavoro. Per questo sono estremamente preciso e meticoloso in quello che faccio. Ad esempio, se una sera sono fuori a cena per un evento e potrei festeggiare fino a tarda notte, ma il giorno dopo devo lavorare o registrare, io vado a casa. Quando sono sul lavoro devo dare il massimo, per me ed anche per tutte le persone  che mi aiutano nella buona riuscita di un prodotto. Spesso il pubblico non  si rende conto di quanto sia numeroso il team che opera dietro le telecamere per fare in modo che tutto risulti al meglio, un team che merita il mio totale impegno.

Gli chef stanno acquistano sempre più popolarità, sono diventati i nuovi vip che tutti cercano e che spesso rappresentano dei veri personaggi. La tua figura però è diversa e forse è proprio per questo che risulta estremamente apprezzata dal pubblico. Riesci a creare una sorta di contatto con loro. Che ne pensi?

Non amo mettermi a confronto con i miei colleghi, ognuno ha scelto il proprio modo di essere. Non mi definisco uno chef, io preferisco definirmi una persona e devo dire che non mi piace sentirmi etichettato. Le etichette limitano le possibilità, relegano una persona imbrigliandola in un personaggio da cui non riusciranno a distaccarsi, ed è proprio il modo di comunicare la cucina e gli chef stessi che andrebbe cambiato, sarebbe importante una maggiore umanizzazione. Le persone valgono molto di più del lavoro che fanno.

DMAX CHEF RUBIO CAVA

Il tuo lavoro è un mix tra sperimentazione, curiosità, voglia di scoprire e tanto altro. Ma quanto studio c’è dietro a tutto questo?

E’ uno studio quotidiano. A volte si studia come raccontare un piatto, altre volte come prepararlo e presentarlo oppure come raccontare una storia, anche in situazioni di estrema difficoltà. La cucina è un modo per comunicare e dialogare.

Viaggiare quanto è importante?

E’ assolutamente la prima cosa che si deve fare.

Nel tuo viaggiare, c’è una cultura che ti ha più colpito dal punto di vista gastronomico?

In realtà no, tutte hanno delle caratteristiche uniche che colpiscono, non mi sembra giusto menzionarne solo una e tralasciare le altre. Ed è importante viaggiare proprio perché è l’unico modo per scoprirle ed assorbirle fino in fondo.

In quest’ultimo periodo, complice il SI del Parlamento Europeo, si parla tanto di insetti a tavola, il trend del momento che alcuni tuoi colleghi stanno cavalcando per proporre novità ed incuriosire. Tu come la vedi?

Guarda, dei SI e dei NO a me non è mai importato molto. Quando, a suo tempo, dicevano di non mangiare la “Pajata” io la mangiavo ugualmente perché purtroppo capita spesso che anche in cucina ci siano interessi che vanno oltre la gastronomia. Sicuramente hanno capito che allevare cavallette costa poco e può dare tanto profitto e quindi hanno deciso di muoversi in tal senso, non credo che nasca dall’amore per il gusto o per l’ecosostenibilità. L’insetto va mangiato quando c’è un motivo per farlo, quando è nella propria cultura. Ripeto, la curiosità è importante ma non bisogna cercare delle forzature, preferisco prendere un volo ed andare a mangiare queste cose dove veramente sono parte integrante della tradizione popolare.

Pubblicato in Cultura Emilia

Si inaugura a Parma la mostra della scrittrice-pittrice bolognese Eloisa Guidarelli, da sempre sensibile ai temi delle migrazioni e delle dittature. Ad aprire l'evento una lettura di poesie. La personale sarà esposta nella libreria 'Diari di bordo' per un mese. -

- di Alexa Kuhne -

Parma, 21 novembre 2015 –

In un'epoca di confusione e di informazione disinformata sarebbe corretto cercare occasioni per far chiarezza. La non conoscenza o la conoscenza distorta del problema migrazione è un esempio attualissimo di quanto ci sia ancora da capire su un fenomeno che sta interessando il mondo intero.
Ed è per questo che ci sono artisti e scrittori che si rivolgono a una platea sempre più attenta a temi importanti, che riguardano, oggi più che mai, tutte le comunità, grandi e piccole.
Così, oggi, dalle 18, in una accogliente libreria di Borgo Santa Brigida che si chiama "Diari di bordo", verrà inaugurata la mostra 'Que es la vida?', una personale di tele, acrilici su faesite, dell'artista bolognese Eloisa Guidarelli.
Alla serata d'apertura il progetto visivo sarà accompagnato dalle letture delle due antologie: "Sotto il cielo di Lampedusa - Annegati da respingimento" (Rayuela 2014) e "Sotto il cielo di Lampedusa II - Nessun uomo è un'isola" (Rayuela 2015), a cura del gruppo culturale multiVersi.

"Credo che per una città come Parma sarà un intervento importante – spiega Eloisa Guidarelli -. Sarà un contributo rilevante la testimonianza di un ragazzo del movimento Eritrea Democratica. Sono alla ricerca di qualcuno che possa aiutarci o consigliarci eventuali modi perché queste testimonianze importanti e dal vivo non cadano nel nulla durante una presentazione. C'è molta disinformazione sui migranti, sulle dittature dalle quali fuggono".
Ad Abhram Tesfay del Movimento Eritrea Democratica il compito di portare la sua testimonianza, accanto ai poeti che leggeranno brani dai due lavori che raccolgono testi provenienti da tutto il Paese. Con lui ci saranno Bartolomeo Bellanova, Benedetta Davalli, Okwuchi Uzosike, Pina Piccolo, Met Sembiase, Gaius Tsamo...
" Io sono una pittrice – dice Eloisa -; espongo opere a tema, ma questi sono i miei ideali, e mi interessa che arrivino soprattutto le voci di chi, in prima persona, vive le sofferenze. In fondo, la mia pittura esiste perché è spinta da quella mancanza di diritti umani che colpisce loro e me personalmente".

che es la vida locandina rid

Pubblicato in Cultura Parma