I biancorossi piegano nel finale un ottimo Empoli, grazie alla rete nel finale di Lasagna: non basta la superiorità numerica, il tutto si decide nel finale, che si fa incandescente.
di Andrea Melli
La salvezza del Carpi passa dai piedi di Kevin Lasagna. Il gol dell'attaccante contro un Empoli mai domo, nonostante l'inferiorità numerica e il pass per la Serie A 2016-17 già in tasca, arriva in extremis ma vale oro perché consente a Pasciuti e soci di guadagnare punti pesanti per la lotta per non retrocedere. Carpi che vince e lo fa "godendo" anche del rosso per Mchedlidze per una gomitata ai danni di Crimi. Non basta però ai biancorossi la superiorità numerica, e allora il tutto si decide nel finale, che si fa incandescente; quando ormai la partita sembra destinata a concludersi sullo 0-0, Lasagna fa esplodere il "Braglia" timbrando il gol vittoria, che permette alla squadra di Castori di rispedire a tre punti di distanza il Palermo e di muovere un passo importante verso la salvezza. L'espulsione nel finale di Lollo conta solo per le statistiche.
CARPI-EMPOLI 1-0
MARCATORE: 40′ st Lasagna.
CARPI (4-4-1-1): Belec; Letizia, Poli, Romagnoli, Gagliolo; Pasciuti, Crimi (9′ st Lasagna), Bianco (19′ st De Guzman), Di Gaudio; Lollo; Mbakogu (39′ st Mancosu). A disposizione:Colombi, Sabelli, Cofie, Zaccardo, Porcari, Verdi, Suagher, Mancosu, Martinho, Daprelà. Allenatore: Castori.
EMPOLI (4-3-1-2): Pelagotti; Zambelli (42′ st Bittante), Cosic, Costa, Mario Rui; Zielinski, Paredes (40′ st Maccarone), Buchel (23′ st Croce); Saponara; Mchedlizde, Pucciarelli. A disposizione: Pugliesi, Meli, Maiello, Diousse, Piu, Camporese, Krunic, Ariaudo, Picchi. Allenatore: Giampaolo.
ARBITRO: Paolo Valeri di Roma 2
Assistenti: Lorenzo Manganelli di Valdarno e Stefano Alassio di Imperia.
Quarto uomo: Fabio Pietro Galloni di Lodi.
Addizionali: Maurizio Mariani di Aprilia e Gianluca Manganiello di Pinerolo.
NOTE. Ammoniti: Cosic (E), Crimi, Lollo (2), Zambelli (E), Paredes (E), Bianco, Mancosu, Maccarone (E). Espulsi: Mchedlizde (E), Lollo, Castori.
Vincono i neroverdi all' "Olimpico", che passano grazie alle reti di Sansone, Peluso e Trotta.
di Andrea Melli - Aveva preso a pallate Genoa e Sampdoria ottenendo un solo punto. A Torino, il Sassuolo non ha sciorinato la migliore prestazione. Ma ha giocato col piglio della grande squadra, col carattere di chi vuole lasciare aperta almeno un cassetto con dentro il sogno dell'Europa League, il Milan atteso oggi a Verona con l'Hellas è a un solo punto, e con l'attenzione che alla vigilia, Eusebio Di Francesco, protagonista indiscusso di questa grande annata, aveva richiesto.
Tranne in una circostanza, ossia quando il Toro ha riequilibrato le sorti della gara, grazie ad una "dormita". Ma in un percorso esponenziale di crescita, certi passaggi a vuoto all'interno dei 90' possono essere accettati. Pronti via, la rete di Sansone, non certo un granatiere, - che sfrutta al meglio un cioccolatino di Duncan, funge da apriscatole. Non fa in tempo a gioire il Sassuolo, che arriva la frittata. Da un calcio d'angolo a proprio favore parte il contropiede del Torino, che con Bruno Peres fa 1-1. Cambia il risultato, ma non l'inerzia psicologica. Perché il Sassuolo regge, complice anche un Toro che fa troppo poco per sgasare. E quando lo fa trova la traversa. La centra clamorosamente Martinez, a Consigli battuto. E' uno dei segni del destino della domenica vincente.
Dopo aver perito da calcio piazzato, ecco che i neroverdi riescono a ferire. E' Peluso a staccare più in alto di tutti. Ed è la prima rete del laterale mancino con la maglia del Sassuolo, che non segnava addirittura da due anni e mezzo, ossia da quando difendeva per la Juventus. E caso del destino, aveva punito il Sassuolo. Insomma, un cerchio che si è chiuso. Si è aperto invece ieri all' "Olimpico Grande Torino", quello di Marcello Trotta. Alla prima marcatura in massima serie.
TORINO-SASSUOLO 1-3
MARCATORI: 3' Sansone (S), 7' Peres (T), 76' Peluso (S), 94' Trotta (S)
TORINO: Padelli; Bovo, Glik, Moretti; Peres, Baselli (70' Benassi), Gazzi, Acquah (7'2 Farnerud), G.Silva (82' Maxi Lopez); Martinez, Belotti. A disp: Ichazo, Castellazzi; Jansson, Zappacosta, Molinaro, Vives, Edera. All. Giampiero Ventura
SASSUOLO: Consigli; Vrsaljko, Cannavaro, Acerbi, Peluso; Pellegrini, Magnanelli, Duncan; Berardi (89' Longhi), Falcinelli (85' Trotta), Sansone (70' Politano). A disp: Pomini, Pegolo; Ferrini, Adjapong, Abelli, Broh, Pierini. All. Eusebio Di Francesco
Arbitro: Fabbri di Ravenna
Assistenti: Stallone di Foggia - Gava di Conegliano
IV Ufficiale: La Rocca di Ercolano
Addizionali: Gavillucci di Latina - Saia di Palermo
Note: ammoniti Peluso (S), Gazzi (T), Moretti (T)
I biancorossi pareggiano a San Siro col Milan, aumentando il vantaggio sul Frosinone nel rush finale per la salvezza. Lunedì al "Braglia" arriva un Empoli già salvo: un'occasione quindi ghiottissima per scappare dalle inseguitrici.
di ANDREA MELLI
Modena, 23 aprile 2016
E' una notte magica per il Carpi. Dopo l'1-1 di gennaio con l'Inter, la squadra di Castori esce per la seconda volta in stagione con punti da San Siro; i biancorossi bloccano il Milan con una condotta di gara ordinata e attenta, intensa e concentrata, soffrendo il giusto il più quotato avversario ma non concedendo mai nulla. Anzi, il rammarico maggiore è per la squadra di Fabrizio Castori. Nel finale è stato Donnarumma a negare il gol su una bellissima conclusione di Crimi che sarebbe "morta". Peccato davvero, ma per il Carpi va ugualmente bene così. Perché il vantaggio sul Frosinone passa da 1 a 2 punti. E nel rush finale, è cosa non di poco conto. Lunedì al "Braglia" arriva un Empoli già salvo: un'occasione quindi ghiottissima per scappare dalle inseguitrici.
MILAN-CARPI 0-0
MILAN (4-4-2): Donnarumma; Abate, Alex, Romagnoli, Antonelli; Poli (dal 41′ st Locatelli), Montolivo, Boateng (dal 17′ st Mauri), Bonaventura; Bacca (dal 24′ st Menez), Balotelli. A disposizione: Lopez, Abbiati, De Sciglio, Mexes, Honda, Ely, Zapata,Vido, Calabria. Allenatore: Brocchi.
CARPI (3-5-1-1): Belec; Zaccardo, Romagnoli, Suagher; Sabelli (dal 33′ st Pasciuti), Crimi, Cofie, Martinho (dal 44′ st Lollo), Letizia; De Guzman (dal 9′ st Lasagna); Mbakogu. A disposizione: Colombi, Porcari, Bianco, Verdi, Di Gaudio, Poli, Mancosu, Daprelà, Fedele. Allenatore: Castori.
ARBITRO: Marco Guida di Torre Annunziata.
Assistenti: Fabiano Preti di Mantova e Valerio Pegorin di Latina.
Quarto uomo: Mauro Vivenzi di Brescia.
Addizionali: Angelo Cervellera di Taranto e Fabrizio Pasqua di Tivoli
NOTE. Ammoniti: Cofie, Zaccardo, Crimi, Balotelli (M), Alex (M), Suagher.
Con la Sampdoria in dieci per più di un'ora, i neroverdi non riescono a trovare la via del gol. Berardi a 2' dalla fine spreca il rigore del possibile successo.
di Andrea Melli
Parma, 21 aprile 2016
"Abbiamo finito con quattro attaccanti, la prossima volta ne metterò sei". Le ha provate tutte Eusebio Di Francesco, comprensibilmente arrabbiato a fin gara, ma nulla ha potuto. Troppo impreciso sotto porta il suo Sassuolo: ha creato palle goal in quantità industriale, eppure è mancata la concretezza. E quando l'occasionissima, a 2' dalla fine con Berardi sul dischetto poteva sbloccarla, ecco anche l'errore del suo talento migliore, con un penalty calciato come peggio non poteva. La maledizione del minuto 88 ricordava Di Francesco a fine gara: Mimmo aveva sbagliato anche con la Roma. Non era serata, un po' come dieci giorni fa con il Genoa. Potevano accorciare sul Milan, atteso questa sera all'esame Carpi, e invece i neroverdi sono mancati negli ultimi sedici metri.
E' stata una gara a senso unico quella del "Mapei Stadium", nella quale Mariani aveva combinato la frittatona, non cacciando Ranocchia (era già stato ammonito in precedenza) per un calcione tremendo su Defrel. Mariani "richiamato" poi dal quarto uomo Di Vuolo, ha mandato anzitempo nello spogliatoio, mentre il "povero" Defrel, alla mezz'ora, ha dovuto abbandonare per il fortissimo colpo sul naso. Sanguinava incessantemente: la rottura del setto nasale pare essere più che una sensazione. Senza il francese, Difra dalla panchina ha pescato un Trotta che probabilmente ha pagato a caro prezzo, il poco impiego. Come se fosse arrugginito, l'ex Avellino ha fallito tanto. Non è stato l'unico però.
Ad inizio gara, la palla era capitata sul mancino di Berardi, da quella che poteva essere la sua mattonella preferita. Nulla da fare. Ci ha provato in tutte le salse il Sassuolo: andando sia centralmente, che aggirando il campo. Vrsaljko ha cavalcato sulla destra, provocando una quasi autorete di Barreto. Quasi, perché Viviano si è superato con un intervento incredibile. Insomma, dentro la prima frazione di gioco è successo di tutto: anche la chance per Peluso, uno che nella vita calcistica solitamente ha altri compiti. Nella ripresa, con l'uomo in meno, Montella toglie dalla contesa Correa per Silvestre. Passa a 4 dietro, ma la Sampdoria continua a soffrire. E deve dire sempre grazie a Viviano che si supera al quarto d'ora su Magnanelli e sul finale sul destro a giro di Sansone. Anche col quartetto offensivo, la porta doriana non si apre. Nemmeno in occasione del rigore di Berardi. Sfuma anche l'opportunità migliore e forse pure il sogno Europa League. Ma la stagione, resta comunque da incorniciare.
SASSUOLO: Consigli; Vrsaljko, Cannavaro, Acerbi, Peluso; Biondini (36' pt Duncan), Magnanelli, Pellegrini (32' st Falcinelli); Berardi, Defrel (30' pt Trotta), Sansone. A disposizione: Pegolo, Pomini; Longhi, Corbelli, Ferrini, Adjapong; Broh; Pierini, Politano. All. Di Francesco
SAMPDORIA (3-4-2-1): Viviano; Diakitè, Ranocchia, Cassani; De Silvestri, Fernando, Barreto, Dodò; Soriano (12' st Krsticic), Muriel (27' st Quagliarella), Correa (1' st Silvestre). A disposizione: Brignoli, Puggioni; Pereira, Skriniar, Christodoulopoulos, Rodriguez. All. Montella
Arbitro: Mariani di Aprilia (Tasso di La Spezia/Peretti di Verona)
NOTE: pomeriggio soleggiato, terreno di gioco in buone condizioni. Ammoniti: Diakitè, Dodò, Cannavaro, Sansone, Pellegrini, Berardi, Kristicic. Espulso: Ranocchia per doppia ammonizione.
Al "Mapei Stadium" fa visita la Sampdoria che cerca punti pesanti in chiave salvezza. Di Francesco deve fare a meno di diversi uomini: "Non recuperiamo nessuno e sono in dubbio Vrsaljko e Consigli, che ha subito un colpo al ginocchio".
di ANDREA MELLI
Modena, 19 aprile 2016
Dopo il ko di Firenze, il Sassuolo è chiamato a rialzarsi. Obiettivo ritornare al successo nella gara interna con la Sampdoria. "Abbiamo l'opportunità di rifarci, non solo del risultato ma anche della prestazione iniziale; la squadra contro i viola non mi è piaciuta come approccio alla gara. Abbiamo trovato una Fiorentina che voleva assolutamente i tre punti - ha proseguito Di Francesco - ma li volevamo anche noi. Peccato perchè l'avevamo ripresa e poi siamo stati ingenui a subire immediatamente un goal", racconta il tecnico neroverde che non fa mistero del fatto che la gara di domani, sia l'ultimo treno europeo, sul quale provare a salire. "Diciamo di sì, anche se dipenderà anche dai risultati degli altri. Ma basta pensare agli altri, guardiamo a noi stessi".
Riguardo la situazione infortunati, Di Francesco non ha buone notizie. "Non recuperiamo nessuno e sono in dubbio Vrsaljko e Consigli, che ha subito un colpo al ginocchio - ha spieagato - Sansone è a posto, ieri io non c'ero perchè ero a ritirare un premio, ma mi hanno detto che è a posto. Far giocare Adjapong, ad esempio, ci permette anche di fare delle valutazioni. Vedremo come va l'ultimo allenamento di oggi", spiega Di Francesco che fa un'analisi sulla Sampdoria del grande amico Vincenzo Montella. "E' una squadra che ha cambiato passo - ha affermato il mister del Sassuolo - Ora è più solida, prende meno goal ed è allo stesso tempo pericolosa davanti. Ho visto oggi la partita col Milan, avrebbero meritato qualcosina in più ma c'è da dire che si sono trovati davanti dei giocatori in un momento particolare, su tutti Bacca che è stato da subito pericolosissimo".
Dopo solo una stagione i crociati ritornano tra i Professionisti al Tardini. Stadio gremito come ai tempi d'oro per veder vincere i ragazzi di Apolloni 2-1 la gara promozione contro il Delta Rovigo. Di Corapi il rigore decisivo che suggella una stagione dominata dall'inizio alla fine.
Di Luca Gabrielli
Parma, 18 aprile 2016
Missione compiuta. A quasi un anno dalla discesa all'inferno in Serie D, il Parma Calcio 1913 ritorna prepotentemente nel calcio che conta tra i Professionisti. 85 punti in 35 partite senza dare mai modo alle inseguitrici di insidiare la leadership dei crociati nell'arco della stagione.
Zero nella voce sconfitte è un record che sta durando in tutte le serie, dalla A alla D. Nessuna squadra infatti è riuscita ad eguagliare la solidità difensiva dei crociati, comandata magistralmente dal capitano storico Lucarelli.
13.500 tifosi hanno riempito lo stadio di bandiere gialloblù per dare un' ultima spinta alla squadra verso una storica promozione, a quattro giornate dalla fine.
"Rigore promozione" firmato Corapi
Fin dalle prime battute il Parma dimostra di non voler essere da meno davanti al pubblico delle grandi occasioni. Al 17' Guazzo mette a segno il secondo goal in campionato contro il Delta Rovigo, già freddato nel match d'andata. Musetti lancia l'attaccante di Acqui Terme che taglia in mezzo e batte Cereri. Rete dell'uno a zero firmata nel giorno del suo 34esimo compleanno e vantaggio crociato immediato. Al 42' potrebbe esultare di nuovo ma questa volta il portiere è bravo a sventare la minaccia e la prima frazione di gara si chiude a favore del Parma.
La ripresa si apre con una vera a propria doccia fredda. Al 6' De Masi trova Boilini che in diagonale batte Zommers e pareggia i conti. Tutto da rifare e Apolloni decide di mandare in campo Melandri al posto di Guazzo per dare maggiore vivacità ed imprevedibilità all'attacco.
Ed è proprio Melandri ad andare vicino al vantaggio al 65', poi Musetti si vede intercettare un tiro sulla linea di porta e Cacioli centra la traversa. Sembra proprio che la palla non voglia entrare e che si debba rimandare la festa ma all'82' Villagatti stende Melandri e Corapi dagli undici metri non sbaglia il rigore promozione. Al triplice fischio finale ha inizio la festa ed i giocatori esplodono di gioia indossando le magliette celebrativa con la scritta "Missione Compiuta".
È ora sotto con la Lega Pro
Mancano ancora tre giornate alla fine dove i crociati potranno continuare a festeggiare con i propri tifosi questa incredibile cavalcata. Ma non la società che da domani si metterà al lavoro per puntellare questa squadra e portare a Parma elementi in grado di far fare il salto di qualità. L'obiettivo non lo ha nascosto nessuno, in primis il capitano che ha dichiarato che sia solo l'inizio.
Minotti e Galassi stanno già programmando da alcune settimane una strategia per raggiungere i migliori giocatori da portare agli ordini di Apolloni è già si fanno il nome onirico di Gilardino.
La Lega Pro dovrà essere affrontata con la dovuta cautela ma c'è da giurarci che il prossimo anno ci divertiremo come in questa fantastica stagione.
Il Tabellino
PARMA – DELTA ROVIGO 2-1
Marcatori: pt 17′ Guazzo; st 6′ Boilini, 38′ Corapi rig.
PARMA (4-2-3-1): Zommers; Benassi, Cacioli, Lucarelli, Agrifogli; Corapi, Miglietta; Mazzocchi (34′ st Rodriguez), Musetti (25′ st Longobardi), Ricci; Guazzo (13′ st Melandri).
A disp. Fall, Adorni, Mulas, Simonetti, Sereni, Lauria. All. Apolloni
DELTA ROVIGO (4-2-3-1): Careri; De Masi (25′ st Busetto), Mboup, Villagatti, Bertoldi; Mazzolli (10′ st Cinti), Gattoni; Di Giovanni, Boilini (31′ st Pradolin), Nigro; Pera.
A disp. Cherchi, Beghin, Marchesano, Ben Mohamed, Fabris, Baldrocco. All. Passiatore
Arbitro: Mastrogiuseppe di Sulmona
Ammoniti Mazzolli e Villagatti.
Ferrari sul podio con Vettel e quinta con Raikkonen. Una gara di rimonta per le due Ferrari. Ancora una volta il podio sa però di occasione persa. Intanto Rosberg domina ancora.
Di Matteo Landi
Parma, 18 aprile 2016
Non ci fosse stato Rosberg davanti a tutti, vincitore senza affanno, la gara cinese sarebbe rimasta negli annali come una delle più spettacolari della storia. Pronti, via e subito contatto tra le due Ferrari. Raikkonen, qualificatosi terzo davanti a Vettel, dopo una partenza felice va largo alla prima curva, il compagno di squadra per un attimo lo copia poi, riprendendo la giusta traiettoria, si ritrova all'interno un arrenbante Kvyat. Ne viene fuori la collisione che determina l'andamento del gran premio, soprattutto delle due Ferrari, costrette a risalire dalle posizioni di rincalzo, con Raikkonen nelle vesti del più penalizzato fra i ferraristi costretto ad un giro al rallentatore con l'anteriore della sua Ferrari estremamente danneggiato. Nel frattempo Hamilton, partito dal fondo dello schieramento per un problema alla sua power unit occorso durante le qualifiche, rimane incastrato nel parapiglia generato al via dalle due Ferrari e della Red Bull di Kvyat e si ritrova anch'egli costretto ad una gara di rimonta dopo un primo giro compiuto senza ala anteriore. Tre vetture top costrette a rimontare, sorpassi a non finire. Sarebbe lo scenario ideale di Ecclestone per ogni gran premio. Ma fino a quando ci sarà questo Rosberg, i sogni del grande boss della Formula 1 non troveranno realizzazione.
Rosberg: solido e vincente
Il tedesco di casa Mercedes è stato ancora una volta impeccabile per tutto il weekend: sabato pole position, domenica dominio incontrastato. Ci ha provato Ricciardo, balzato in testa alla prima curva, ma si è dovuto arrendere ad una foratura improvvisa dopo pochi chilometri. Rosberg, comunque in agguato, senza la necessità di tentare un sorpasso ha conquistato la testa della corsa. La fortuna, si sa, aiuta gli audaci e l'inizio di campionato di Nico è veramente audace: terza vittoria su tre gare, la sesta consecutiva se si considera il finale della scorsa stagione. Il contrario di Hamilton, vittima di quei problemi che spesso accadono ai gregari ed adesso colpiscono il pluricampione del mondo. Che sia un segno del destino?
Vettel, Raikkonen ed Hamilton: che spettacolo! Ma le gare si vincono...sabato
Il risultato finale dimostra che le basi di una vittoria si gettano di sabato. Il giorno decisivo per Hamilton che si è ritrovato di colpo senza macchina e senza tempo, e per Raikkonen e Vettel che, con una vettura da pole position, hanno entrambi sbagliato la penultima curva del tracciato non andando oltre la terza e quarta posizione in griglia, superati da un veloce Ricciardo e pesantemente staccati da un Rosberg mai così solido mentalmente. Chissà che non sia la volta buona per un pilota dato da molti come "bollito", consumato dal confronto con il plurititolato compagno di squadra Hamilton. Quest'ultimo, con una vettura acciaccata, è parso in Cina meno determinato del solito ed in difficoltà nell'avere ragione degli avversari. Lo dimostra la settima posizione finale, confrontata con il quinto posto di Raikkonen ed addirittura il secondo posto conquistato da Vettel, quest'ultimo autore di un weekend da quattro in pagella fino alla prima curva della gara ma da campione assoluto nei circa 300 km restanti di corsa, nonostante una vettura danneggiata anche in un contatto con Bottas.
Ferrari: qual'è il vero potenziale?
Ancora una volta per la Ferrari si è trattato di un podio amaro, di quelli che non regalano i festeggiamenti di una "quasi" vittoria ma i sorrisi incerti di un'occasione persa. A fine gara Vettel recrimina per il comportamento tenuto al via da Kvyat, per altro ottimo terzo al traguardo. La realtà è che per la terza volta di fila la squadra di Maranello non riesce a sfruttare al massimo il potenziale di un'ottima vettura e lascia l'estremo oriente con la sensazione di non sapere ancora quale sia la reale distanza che c'è fra le prestazioni della rossa e quelle della Mercedes. Intanto i punti di distacco dal leader Rosberg salgono. La stagione è ancora lunghissima, la squadra tedesca ha dimostrato con i problemi avuti sabato da Hamilton di non essere l'armata indistruttibile della scorsa stagione. Ma la Ferrari dovrà saperne approfittare.
Uno splendido esemplare di Lancia Lambda del 1928, di proprietà del Museo Nicolis di Verona e prima vettura al mondo di serie realizzata con telaio a struttura portante.
È una delle 107 "signore a quattro ruote" partita ieri mattina da piazza della Pilotta, a Parma, per la sesta edizione del "Terre di Canossa International Classic Car Challenge", gara di regolarità promossa da Scuderia Tricolore ed inserita nell'ambito delle iniziative di "Aspettando Mille Miglia", messe a punto da Comune e Fiere di Parma sempre più in sinergia con il territorio con l'obiettivo di esaltarne le eccellenze che sa esprimere.
16 le nazioni in gara con 29 case automobilistiche presenti, per una competizione che percorre le incantevoli strade di Emilia, Liguria e Toscana: 605 km di tracciato, alla scoperta di quei luoghi cari a Matilde di Canossa e con arrivo finale previsto per domani pomeriggio a Reggio Emilia.
Tra quelle partecipanti, alcune guidate da veri e propri top driver, sono tre le auto più antiche: una Bentley 3 Litre, una Amilcar CGSS ed una Lancia Lambda, tutte immatricolate fra il 1925 ed il 1927. Da segnalare pure la nuovissima Ferrari F12 TDF realizzata in serie limitata.
Partita per la prima volta da Parma, il "Terre di Canossa International Classic Car Challenge" abbina passione, competizione, turismo e piacere della buona tavola, con incontri conviviali.
(a seguire la GALLERIA IMMAGINI completa)
Al "Braglia" i biancorossi anticipano con il Carpi. Servono assolutamente i 3 punti per rimanere agganciati al treno salvezza.
di Andrea Melli - Modena 15 aprile - Il ritiro ci ha dato quella concentrazione che ci serve in questo momento e ci torneremo dopo la partita di domani perché avremo altre due partite in otto giorni. Non sono d'accordo sul fatto che abbiamo buttato via due partite: non abbiamo giocato al meglio e abbiamo perso, però il campionato è ancora aperto e non stiamo a piangere sul latte versato".
Così alla vigilia della fondamentale gara del "Braglia" contro il Genoa, il tecnico del Carpi, Fabrizio Castori. Che nonostante il ko di sabato scorso a Verona contro il Chievo, crede fortemente all'obiettivo salvezza. "Crediamo alla salvezza, siamo quart'ultimi in classifica. Al di là delle ultime battute d'arresto, siamo fiduciosi di poter dire la nostra nella lotta per mantenere la categoria. Domani dovremo mostrare in campo la nostra mentalità e giocare da Carpi, cosa che può darci delle possibilità di fare risultato".
Domani al "Braglia", i biancorossi si troveranno da avversari, anche se non sul terreno di gioco, quel Sean Sogliano che in estate a Carpi fu artefice di una campagna acquisti/cessioni semplicemente disastroso. "Il ritorno di Sogliano da avversario? Noi pensiamo solo alla partita e i punti servono al Carpi, non all'orgoglio personale. Adesso non è il momento di fare bilanci, lo sarà a fine campionato", continua Castori che più di un sasso dalla scarpa vorrà togliersi, e che del Genoa si fida poco. Nello specifico, focus su Leonardo Pavoletti, nella gara di andata protagonista in negativo con l'espulsione (gomitata a Gagliolo) col risultato ancora sullo 0-0. "Pavoletti è il perno offensivo del Genoa: dovremo essere concentrati nell'applicare le marcature. A mio avviso meriterebbe anche la Nazionale: ha colpo di testa, dà profondità alla manovra, gioca per la squadra, è un giocatore completo".
I crociati espugnano Imola con una doppietta di Musetti ed il ventesimo goal in campionato di Baraye e si avvicinano prepotentemente alla Lega Pro. Nove punti di distacco sull'Altovicentino, a quattro giornate dal termine, fanno esplodere di gioia i tifosi.
Di Luca Gabrielli
Parma, 11 aprile 2016
Reazione da capolista
Apolloni, consapevole del momento decisivo della stagione, decide di affrontare l'Imolese con gli uomini più in forma a questo punto della stagione. La posta in palio è troppo importante e di fronte c'è una squadra ancora in lotta per i playoff. Il capocannoniere Baraye parte dalla panchina ma già al 13' prende il posto dello sfortunato Longobardi. Sarà la mossa decisiva della partita.
Passano pochi minuti e l'ex Bologna Pasi regala una gemma su calcio piazzato, portando la squadra di casa in vantaggio. Ma il Parma non vuole perdere tempo e raggiunge al 16' il pareggio con l'ex Musetti da un calcio d'angolo di Corapi. Una reazione da grande squadra con Baraye che al 30' fa le prove del goal e colpisce la traversa. È l'Imolese però con Ferretti che potrebbe tornare in vantaggio ma Zommers ipnotizza l'attaccante e compie una gran parata in due tempi. Nel capovolgimento di fronte avviene la classica legge del "goal mangiato, goal subito" con Ricci che mette in mezzo e Baraye che insacca di tacco alle spalle del portiere "alla Hernan Crespo". Ventesima rete per il bomber gialloblù che si conferma giocatore imprescindibile per questa squadra.
Il primo tempo si chiude con il vantaggio dei ragazzi di Apolloni, dimostrando una reazione da grande squadra al vantaggio iniziale dei giocatori di casa.
Nel secondo tempo la partita è meno intensa e con meno occasioni da goal ma Musetti segna all'80' la doppietta personale sull'ennesimo assist dalla destra di Corapi che trova la deviazione decisiva dell'attaccante. La partita si chiude con il risultato di 3-1 ed i crociati vanno a festeggiare dai numerosi tifosi accorsi ad Imola, la quasi promozione.
Al Tardini la promozione aritmetica?
Ormai ci siamo davvero. Domenica prossima al Tardini potrebbe essere promozione in Lega Pro, senza se e senza ma. Basta una vittoria con il Delta Rovigo e finalmente Parma potrà esplodere in cori e celebrazioni di tinte gialloblù. Festeggiare in casa, davanti ai propri tifosi, potrebbe essere la ciliegina sulla torta di una stagione fantastica che ha regalato solo soddisfazioni.
La società, la dirigenza ed i giocatori l'hanno voluta e sudata per tutta la stagione e solo un ultimo piccolo passo darebbe il via al progetto "vittoria Lega Pro" della prossima stagione. Il nome di Gilardino, fatto da molti quotidiani questa settimana, è utopistico per una realtà come Parma sotto molti punti di vista. Troppo ghiotta è l'occasione per il bomber biellese di entrare nella storia del calcio italiano, raggiungendo i 200 goal in Serie A.
Ed impensabile è credere che un giocatore di tale caratura possa scendere addirittura di due categorie e ridursi drasticamente l'ingaggio. Certo deve molto alla città ed ai tifosi di Parma e sognare non costa nulla ma realisticamente Minotti e Galassi si butteranno su altri nomi di categoria meno blasonati ma sicuramente funzionali agli obiettivi societari.
Il tabellino
IMOLESE – PARMA 1-3
Marcatori: pt 13′ Pasi, 17′ Musetti, 41′ Baraye; st 35′ Musetti
IMOLESE (4-3-1-2): Bracchetti; Bonilla, Olivi, Galassi, Zossi; Scalini, Selleri (18′ st Rocco), Zagaglioni; Valim; Ferretti (17′ st Tattini), Pasi (28′ st Ferrante).
A disp. Lanzotti, Bertoli, Guizzo, Frangu, Mordini, Russo. All. Pagliuca
PARMA (4-3-1-2): Zommers; Messina, Cacioli, Lucarelli, Agrifogli; Corapi, Miglietta, Ricci; Melandri (15′ st Lauria); Musetti (39′ st Guazzo), Longobardi (14′ pt Baraye).
A disp. Fall, Adorni, Benassi, Rodriguez, Mazzocchi, Sereni. All. Apolloni
Arbitro: Capezzi di Valdarni
Ammoniti Cacioli, Zagaglioni, Baraye, Pasi, Melandri, Lauria, Agrifogli, Tattini.
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