Parma, 3 marzo 2023 – Un folto e attento pubblico di studenti ha accolto stamattina a Palazzo Giordani l’ex magistrato Giuseppe Ayala, che ha presentato il suo ultimo libro “Troppe coincidenze. Mafia, politica, apparati deviati e occasioni perdute”.
Oltre ai ragazzi, delle classi 4^ e 5^ G del liceo scientifico Ulivi e 4^E e 4^F dell'istituto tecnico economico Bodoni, erano presenti all’iniziativa Andrea Massari Presidente della Provincia e di Upi- Unione Province italiane Emilia-Romagna, Emma Petitti, presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Francesco De Vanna assessore a Lavori pubblici, legalità e sicurezza del Comune di Parma, il Prefetto di Parma Antonio Lucio Garufi, Maurizio Bocedi dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale di Parma, il col. Pasqualino Toscani comandante provinciale dei carabinieri, moderatore dell’incontro il Direttore di radio Bruno Pierluigi Senatore. L’iniziativa rientra nell’ambito del “Progetto legalità” di Upi Emilia-Romagna e Assemblea Legislativa della Regione Emilia – Romagna rivolto ai giovani.
“Nella vita vi troverete di fronte a molte scelte tra cose giuste e sbagliate, col vostro bagaglio culturale e morale – ha detto il Presidente Massari rivolto agli studenti – Se allora saprete decidere spontaneamente da che parte stare, stamattina qui avremo fatto una cosa buona.”
Il Prefetto Garufi ha invitato i ragazzi a “tenere alta la fiammella della curiosità perché le cose non accadono mai per caso” e ha ricordato che il più grande quartiere mai sequestrato alla mafia non è in Sicilia, ma è vicino a noi, a 8 km da Parma, a Sorbolo.
Anche la Presidente Emma Petitti, collegata in videoconferenza, ha invitato i giovani a non girare mai la testa da un’altra parte di fronte a un sopruso e ha ricordato l'impegno della Regione per la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza attiva.
L’Assessore De Vanna ha invitato i presenti alla lettura del testo di Ayala, che mette al centro le “relazioni pericolose” tra mafia, poteri occulti e pezzi dello Stato.
Affascinante la narrazione di Giuseppe Ayala, che ha rievocato da protagonista e testimone autorevole quarant’anni di storia italiana. Rispondendo con estrema franchezza e pungente ironia alle numerose domande dei ragazzi e delle ragazze presenti, ha affermato che "la mafia non è stata sconfitta, ma le botte dallo Stato le ha prese.”
Ha dichiarato inoltre che “la legislazione italiana antimafia è la più avanzata al mondo e la qualità delle nostre forze dell’ordine ce le invidiano tutti.”
Si è schierato senza mezzi termini a favore del regime del 41 bis, l’unico che può impedire ai mafiosi di gestire i propri “affari” e persino ordinare omicidi anche da dietro le sbarre, come dimostrò a suo tempo la vicenda del noto mafioso Gerlando Alberti, e ha sottolineato anche l’importanza delle intercettazioni telefoniche per le indagini di mafia.
A proposito della finalità rieducativa del carcere, sancita dalla Costituzione, ha sostenuto che il caso non ricorre per i mafiosi, perché “chi non si pente e collabora, rimane mafioso per sempre.”
Giuseppe Maria Ayala, classe 1945, già magistrato e politico. Dopo la laurea in Giurisprudenza all'Università degli studi di Palermo, esercitò la professione di pubblico ministero diventando, tra l'altro, Consigliere di Cassazione. Amico di Giovanni Falcone, ebbe un ruolo di spicco nel pool anti-mafia. Dal 1992, dopo l'omicidio di Falcone e Paolo Borsellino, si occupò anche di politica e divenne deputato nelle fila del Partito Repubblicano Italiano. Autore di vari libri, tra cui Chi ha paura muore ogni giorno.