Visualizza articoli per tag: cultura

La specialità pavullese scelta dal grande cineasta bolognese come simbolo dell'alimentazione nel mediometraggio "Un Viaggio di Cento Anni" in occasione dell'Expo di Milano. Quattro donne pavullesi fra gli interpreti dell'episodio. -

Modena, 5 maggio 2015 -

Il pane di Pavullo, una delle specialità alimentari più apprezzate e conosciute del capoluogo del Frignano, è fra i protagonisti del mediometraggio realizzato dal grande regista Pupi Avati per le Ferrovie dello Stato, in occasione dell'Expo di Milano. Avati, a sorpresa, ha contattato l'Amministrazione comunale mettendola a conoscenza del progetto e ha ricevuto un'immediata risposta positiva tramite la vicesindaco e assessore alla cultura Morena Minelli.

"Un viaggio di Cento Anni"

Il film, dal titolo "Un viaggio di Cento Anni", che sarà proiettato all'Expo e trasmesso dalla Rai, narra la storia di un convoglio ferroviario che parte nel maggio del 1915 per arrivare a destinazione nel maggio del 2015 all'Expo di Milano, dopo un secolo di viaggio. Ogni vagone porta con sé una porzione della storia del nostro paese e l'ultimo, il primo nella narrazione, si ferma alla stazione di Pavullo per far salire i ragazzi destinati a combattere sul fronte della Grande Guerra. Due di questi ragazzi pavullesi si chiamano Vigetti e sono fratelli. La loro mamma li fornisce di biancheria, ma, soprattutto di una pagnotta di pane di Pavullo e di una forma di formaggio pecorino. Si vedrà la madre impastare e infornare questo pane speciale che nel loro viaggio verso il fronte i soldati gusteranno, con uno dei due fratelli che commenta: "Il pane di Pavullo, il pane migliore del mondo".

Il pane di Pavullo

Pupi Avati, nello scegliere proprio il pane pavullese come simbolo dell'alimentazione di quegli anni, ha scavato nei propri ricordi, richiamando alla memoria gli anni '50 del secolo scorso, quando il Panificio Verichese, gestito da tre generazioni dalla famiglia Piccioli, iniziò a portare il pane a Bologna, entrando così a far parte dell'infanzia del regista, che lo ha conservato fra i ricordi legati alla sua famiglia. Ma il pane di Pavullo è tutto di ottima qualità, prodotto da forni che in alcuni casi hanno oltre 100 anni di vita, e ha ricevuto qualche anno fa una menzione speciale dal settimanale de Il Corriere della Sera "Sette", che lo annoverava fra i migliori d'Italia.

Quattro donne pavullesi fra gli interpreti

"Quello che nessuno si aspettava – racconta Morena Minelli – è che ci è stato chiesto di partecipare attivamente alle riprese. Così io, Simona Borelli, Sarah Brambilla e Susy Morini, abbiamo indossato costumi d'epoca, e abbiamo impastato il pane. È stata un'esperienza indimenticabile e nella troupe di Avati abbiamo trovato tanta professionalità e altrettanta umanità. Un grazie particolare oltre al Panificio Verichese che ha fatto dono non solo del pane ma anche delle crescentine, va al caseificio del Frignano di Casa Venturelli, ai Sapori del Borgo Antico e a Fuoco e Grano di Montese, che hanno fatto dono dei loro prodotti. Al regista e alla troupe abbiamo consegnato la strenna della Pro Loco di Pavullo e l'ultimo libro di Andrea Pini. Un grazie particolare alla Pmp, Produzioni Meccaniche Pavullesi, una delle aziende che danno lustro a Pavullo, nata nel 1984 e che da pochi giorni ha conseguito da poco la prestigiosa certificazione Uni En Iso 9001:2008, che ha concesso a una sua dipendente di assentarsi per prendere parte alle riprese. Nessuno ha percepito alcun compenso - conclude il vicesindaco -. Le spese sono state sostenute dalla Due A Film e in questo modo Pavullo e i suoi prodotti sono arrivati all'Expo senza spendere un solo euro pubblico".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Pavullo)

Pubblicato in Cronaca Modena

Il Conservatorio apre le porte ai visitatori. Dall'11 al 16 maggio, lezioni a porte aperte, concerti, incontri con i docenti e gli studenti.

Parma, 4 maggio 2015 -

Dall'11 al 16 maggio 2015, il Conservatorio di Musica "Arrigo Boito" di Parma (in Via del Conservatorio 27/a) apre le porte ai visitatori. Un'occasione per assistere a lezioni a porte aperte, incontrare i docenti, il personale tecnico-amministrativo e gli studenti per avere informazioni sui corsi di studio, gli sbocchi professionali e i servizi offerti dal Conservatorio. Chi vorrà potrà osservare da vicino gli strumenti musicali, toccarli e provarli: un'immancabile opportunità di orientamento e informazione rivolta, principalmente, a chi desidera iniziare un percorso di studi nell'Istituto di Alta Formazione Artistica Musicale di Parma.

Il clou degli "Open Days" avrà luogo sabato 16 maggio: alle 15.30, dopo l'accoglienza del direttore, M. Roberto Cappello, nell'Auditorium del Carmine (Via Duse 1/a) avrà luogo una breve esibizione degli allievi del corso di Propedeutica Orchestrale. Dalle 16.00 alle 18.00 il pubblico potrà visitare le aule del Conservatorio, dove sarà possibile incontrare i docenti che illustreranno strumenti e metodi di insegnamento. Alle 18.00, nell'Auditorium del Carmine, la giornata terminerà con il concerto del Gruppo di Fiati del Conservatorio.
Nei giorni dall'11 al 15 maggio, si offrirà inoltre la possibilità di visitare le classi del Conservatorio assistendo alle lezioni di strumento, canto e composizione. Il calendario dettagliato delle lezioni aperte al pubblico si può consultare sul sito: www.conservatorio.pr.it/open-days

Offerta Didattica del Conservatorio di Musica "Arrigo Boito" di Parma

L'offerta didattica del Conservatorio di Musica "Arrigo Boito" di Parma, che al momento conta oltre novecento iscritti italiani e stranieri, propone un Triennio Accademico di Primo Livello e un Biennio Accademico di Secondo Livello, legalmente equiparati, rispettivamente, alla Laurea Triennale di Primo Livello e alla Laurea Magistrale ai fini dei concorsi pubblici e del proseguimento del curriculum accademico. Il Conservatorio "Boito" offre inoltre la possibilità di iscriversi ai Corsi Preaccademici, rivolti ai più giovani, per avvicinare alla musica bambini e ragazzi e fornire loro una preparazione adeguata all'ingresso al Triennio Accademico di Primo Livello.
Ampio il ventaglio dell'offerta didattica, che permette di scegliere tra oltre venti strumenti musicali, canto, composizione, direzione d'orchestra ecc., e tra numerosi indirizzi, a partire dalla musica rinascimentale e barocca per arrivare sino al jazz, alla popular music e al contemporaneo.
Gli studenti del Triennio e del Biennio hanno inoltre l'opportunità di partecipare al Programma Erasmus.

Calendario Open Days

Sabato 16 Maggio

ore 15.30 – Auditorium del Carmine (Via Duse 1/a): accoglienza del direttore, M° Roberto Cappello e breve esibizione dell'orchestra degli allievi del corso di Propedeutica Orchestrale, a cura dei prof. Alberta Stefani e Marco Toscani

ore 16.00 – 18.00: visita nelle aule, dove sarà possibile incontrare i docenti che illustreranno strumenti e metodi di insegnamento.

ore 18.00 – 18.30 - Auditorium del Carmine: esibizione del Gruppo di Fiati

Da Lunedì 11 a Venerdì 15 Maggio: lezioni a porte aperte

ARPA
Prof.ssa Emanuela Degli Esposti - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 2

BASSO ELETTRICO POP
M° Paolo Costa - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - aula Capriate

BASSO TUBA
M° Giovanni Battista Gatti - Giovedì 14 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 15

BATTERIA E PERCUSSIONI JAZZ
M° Roberto Dani - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 46

CANTO
M° Lelio Capilupi - Mercoledì 13 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 10

CANTO JAZZ
Prof.ssa Lara Iacovini - Martedì 12 Maggio dalle 16 alle 17,30 - aula 22

CANTO POP
Prof.ssa Rossana Casale - Mercoledì 13 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 35

CHITARRA
M° Massimo Felici - Venerdì 15 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 16

CHITARRA JAZZ
M° Vincenzo Mingiardi - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 47

CLARINETTO
M° Gian Pietro Reverberi - Giovedì 14 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 4

CLAVICEMBALO
M° Roberto Gini - Martedì 12 Maggio dalle 15 alle 18 - aula Alvini

COMPOSIZIONE
M° Luca Tessadrelli - Venerdì 15 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 24

CONTRABBASSO
M° Ugo Micciola - Giovedì 14 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 30

CONTRABBASSO JAZZ
M° Roberto Bonati - Giovedì 14 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 46

CORNO
M° Carlo Baroni - Giovedì 14 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 37

DIDATTICA DELLA MUSICA
Prof.ssa Maria Vittoria Cilei - Lunedì 11 Maggio dalle 16 alle 18 - aula 29

DIREZIONE D'ORCHESTRA
M° Pietro Veneri - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - sala Verdi

FISARMONICA
M° Giorgio Dellarole - Martedì 12 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 37

FAGOTTO
M° Luca Reverberi - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 40

FLAUTO
M° Claudio Ferrarini - Mercoledì 13 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 7

LIUTO
M° Gian Luca Lastraioli - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 28

MUSICA ELETTRONICA
M° Javier Torres Maldonado - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 44

MUSICA VOCALE DA CAMERA
Prof.ssa Reiko Sanada - Mercoledì 13 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 14°

OBOE
M° Fabrizio Oriani - Giovedì 14 Maggio dalle 15 alle 18 - aula Organo piccolo

ORGANO E COMPOSIZIONE ORGANISTICA
M° Mario Verdicchio - Venerdì 15 Maggio dalle 15 alle 18 - aula Organo piccolo

PERCUSSIONI
M° Danilo Grassi - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 49

PIANOFORTE
M° Andrea Padova - Martedì 12 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 10

PIANOFORTE - ACCOMPAGNAMENTO E COLLABORAZIONE
M° Stefano Giannini - Venerdì 15 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 9

PIANOFORTE JAZZ
M° Alberto Tacchini - Mercoledì 13 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 46

SAXOFONO
M° Massimo Ferraguti - Giovedì 14 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 43

SAXOFONO JAZZ
M° Emiliano Vernizzi - Mercoledì 13 Maggio dalle 10 alle 13 - aula 20

STRUMENTAZIONE PER ORCHESTRA DI FIATI
M° Andrea Saba - Martedì 12 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 9

TASTIERE ELETTRONICHE
M° Giovanni Boscariol - Venerdì 15 Maggio dalle 15 alle 18 - aula Capriate

TROMBA
M° Stefano Zuelli - Mercoledì 13 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 36

TROMBONE
M° Roberto Contini - Martedì 12 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 20

VIOLA
M° Marco Toscani - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 28bis

VIOLA DA GAMBA
M° Roberto Gini - Martedì 12 Maggio dalle 15 alle 18 - aula Alvini

VIOLINO
M° Luigi Mazza - Venerdì 15 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 17

VIOLINO BAROCCO
M° Roberto Gini - Martedì 12 Maggio dalle 15 alle 18 - aula Alvini

VIOLONCELLO
M° Michele Ballarini - Lunedì 11 Maggio dalle 15 alle 18 - aula 45

(Fonte: ufficio stampa Conservatorio Arrigo Boito)


Illustri ospiti sono intervenuti a celebrare il ventesimo del premi letterario "Padus Amoenus" ieri sera a Sissa. Silvia Ragazzini Martelli e Luciano Martelli, fondatori della manifestazione, hanno fatto gli onori di casa agli scrittori Rodolfo Baldassarri e Rosario Castronuovo e al docente dell'Università di Parma Giovanni Gonzi prossimo direttore della rivista culturale Aurea Parma.

di Lgc - Sissa, 30 aprile 2015 -
Come tutte le feste che si rispettino, anche al ventesimo anniversario del "Padus Amoenus" non poteva mancare la musica. Non ancora affermati a livello continentale ma i giovani della Banda Musicale del comprensorio scolastico di Sissa Trecasali hanno incantato il folto pubblico intervenuto alla manifestazione. Un ouverture con "Bella Ciao" seguita da una ballata irlandese, quindi un classico come Fra Martino e chiusura con un pezzo pop nostrano, Montagne Verdi portata al successo da Marcella Bella agli inizi degli anni '70.

Ancora una volta le piccole comunità riescono a stupire per il loro dinamismo e soprattutto per la grande forza del collettivo. Infatti, come ha dichiarato il Direttore Didattico, Alberto Berna, questa esperienza non avrebbe avuto seguito senza il contributo di Eugenio Martani, il quale ha messo a disposizione i suoi strumenti musicali, dell'Assessore alle politiche giovanili Tiziana Tridente (già presidente del Circolo Rita Levi Montalcini), e del Maestro Stefano Mora che oltre a "suonare ogni cosa è stato in grado di trasmettere entusiasmo a questi ragazzi".

E dopo l'applauso il meritato premio ricevuto dalle stesse mani di Silvia Ragazzini Martelli che successivamente ha lasciato il palcoscenico agli altri tre intellettuali non senza prima aprire una delicata e commovente parentesi in onore di Maria Grazia Cavanna, alla quale la sala municipale è intitolata, troppo presto sottratta ai propri cari e alla comunità.

"Attraverso la scrittura riesco a dare un senso alla realtà" è l'introduzione con la quale si presenta Rodolfo Baldassarri, nativo di Andria ma adottato dall'Austria, infine approdato a Sissa per ricevere il premio "Padus Amoenus" con la sua trilogia di romanzi uniti dal "Filo Rosso". "Quel filo rosso, spiega l'artista, che nella tradizione popolare cinese, ogni persona porta, sin dalla nascita, legato al mignolo della mano sinistra che lo lega in modo indissolubile alla propria anima gemella." Il lunghissimo e invisibile filo che congiunge due anime che quando si incontreranno non si lasceranno mai e che è la rappresentazione romantica dell'amore. E' dall'amore, conclude Baldassarri, che scaturiscono gli ideali, si costruisce il futuro e si apprezza l'arte. Ed è per questa ragione che senza arte anche il mondo è destinato a finire.

Di natura più autobiografica è l'opera letteraria presentata da Rosario Castronuovo, trapiantato nel cuore dell'emilia, a Fiorano, ma con le radici ben salde alla sua Lucania. Ed il titolo del libro "Il Paese di Paglia", ambiento negli anni'60 proprio nella sua terra d'origine, racconta del dramma dell'emigrazione e come questa depauperi il paese d'origine. Ma è uno spaccato vero e credibile sui ruoli che gli anziani, in quanto detentori di saggezza, non tantissimi anni fa, assumevano nelle piccole comunità rurali. Una sorta di "psicologi" del paese sempre pronti a trovare una soluzione per tutti.
"Il romanzo, spiega Castronuovo, è nato dalla volontà di raccontare la Basilicata, così poco nota a tutti, la sua storia e le sue tradizioni." Un lavoro che prima di essere passato alla stampa è stato sottoposto a ripetuti controlli da parte dell'artista, sempre teso verso la ricerca della perfezione.

Conclude la serata il professor Giovanni Gonzi, docente della facoltà di lettere dell'Università di Parma e prossimamente nuovo direttore della rivista culturale Aurea Parma, il quale ha intrattenuto il pubblico raccontando del patrimonio culturale parmense attraverso la storia delle riviste culturali che, dal secolo scorso a oggi, proseguono nelle pubblicazioni. Dall'Archivio Storico, fondato nel 1860, pochi anni prima dell'unità d'Italia, per passare a Aurea Parma e per concludersi con gli Appunti Parmigiani, del Circolo Culturale Ignazio Silone, fondato da Anna Cerruti Burgio recentemente scomparsa.
Una trentina di riviste patinate che contribuiscono a tenere alto il profilo culturale della piccola Parigi.


(In allegato Video e galleria immagini)

Pubblicato in Cultura Parma

Il fragore del limite, esito del laboratorio di II livello condotto da Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli, in scena a Europa Teatri sabato 2 e domenica 3 maggio 2015. - 

Parma, 1 maggio 2015 -

Sabato 2 e domenica 3 maggio alle ore 21.15 a Europa Teatri va in scena l'esito del laboratorio di II livello "Il fragore del limite" condotto da Ilaria Gerbella e Patrizia Mattioli, ispirato a La fine del Titanic di Hans Magnus Enzensberger, testo da cui tutti i laboratori di Europa Teatri hanno tratto le suggestioni che accompagnano il lavoro di formazione di questa Stagione.
In scena: Antonella Azzali, Arianna Cappellini, Federica Cola, Gaia De Luca, Elisa Del Sante, Andrea Friggeri, Jasmine Lonetti, musiche originali dal vivo di Patrizia Mattioli, luci Yannick De Sousa Mendes, immagini video realizzati all'interno del laboratorio.

"La nostra volontà – si legge nelle note di regia - ci ha condotti a imbarcarci, a salpare, a partire, abbiamo affrontato l'oceano, l'incertezza del viaggio, il mistero che appartiene ad esso, questo ci fa sentire uniti, membri di un'unica stirpe. E ora c'è un'unica certezza che pervade la nostra coscienza, è il sapere di essere predestinati al sogno. Il fragore fa vibrare l'aria, infrange il limite del suono del pensiero e arriva all'anima, scuote il motore. Per questo viaggio il fragore non appartiene solo all'elemento sonoro, ma penetra l'immagine video, l'azione dei corpi e delle voci; diventa parte della narrazione, della vita e della morte di chi veramente si è imbarcato sul Titanic. Il limite circoscrive, indirizza il nostro pensiero, il nostro sentire e ci trasporta in una nuova dimensione del sogno e della realtà. Ci pone davanti all'ignoto, più si limita un'immagine, un azione, più si scopre la possibilità di percorrere vie nascoste e questo inevitabilmente porta ad inabissarsi".

Info e prenotazioni: Europa Teatri, via Oradour, 14, tel. 0521.243377
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.europateatri.it

(fonte: ufficio stampa Europa Teatri)

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Il Parco propone una serie di incontri con esperti e la mostra a tema Expo. Venerdì 1, ingresso gratuito, inaugurazione di "Dalla terra(mara) alla tavola" e arcieri. Domenica "A tavola nel passato" porta alla riscoperta degli aromi della Preistoria -

Modena, 1 maggio 2015 -

Il parco archeologico museo all'aperto della Terramara di Montale in maggio guarda ad Expo e al tema "Nutrire il pianeta". Sotto il titolo "Terramare e ambiente, uno sviluppo sostenibile?" il mese sarà, infatti all'insegna dei temi al centro dell'Esposizione milanese, sviluppati a partire dall'entrata in crisi delle Terramare, nel 1200 a. C., dopo cinque secoli di benessere. Il Parco propone una serie di incontri con esperti e una mostra.

La mostra

Si inaugura proprio oggi, venerdì 1 maggio (giornata ad ingresso gratuito), si intitola "Dalla terra(mara) alla tavola", ed è dedicata alla produzione e al consumo di cibo nel nostro territorio oltre tremila anni fa. In esposizione vasellame, attrezzi agricoli, reperti botanici e faunistici, per raccontare il percorso del cibo dai campi alle mense dei nostri antenati. Alla scoperta della mostra si verrà guidati dai curatori Cristiana Zanasi e Andrea Cardarelli. Nella stessa giornata la Terramara ospita l'iniziativa "Arco al Parco", per parlare di caccia, archi e frecce nelle terramare, con prove di tiro a cura del gruppo Arcieri di Montale.

"A tavola nel passato" 

Domenica 3 maggio con "I sapori delle terramare" si capirà in che modo si procuravano e preparavano il cibo i nostri antenati di 3500 anni fa. Gli enormi progressi fatti negli ultimi anni da discipline come l'archeobotanica hanno infatti dilatato enormemente le possibilità di indagine in questo campo. Sempre domenica è in programma "A tavola nel passato", laboratorio sensoriale per riconoscere antichi aromi, in collaborazione con Orto Botanico, Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Modena e Reggio Emilia. A seguire, in maggio, eventi legati alle dinamiche di sfruttamento delle risorse ambientali da parte delle comunità terramaricole: dai prodotti dei campi, attraverso le ricerche archeobotaniche, a quelli ottenuti dagli animali allevati, grazie all'archeozoologia.

Il Parco museo archeologico all'aperto della Terramara è a Montale in Via Vandelli (S.S. 12 – Nuova Estense). Apre al pubblico le domeniche e i festivi dal 5 aprile al 14 giugno dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19 con l'ultimo ingresso un'ora prima delle chiusure. L'ingresso, aparte l1 maggio quando è gratuito, costa 6 euro (4 euro dai 6 ai 13 anni e gratuito fino ai 5 anni e per gli over 65). È prevista una serie di riduzioni che si possono trovare, insieme a tutte le informazioni sulle attività, sul sito del Parco museo all'aperto www.parcomontale.it. Per informazioni e prenotazioni, tel. 059 2033101.

 

Pubblicato in Dove andiamo? Modena
Mercoledì, 29 Aprile 2015 10:27

Parma candidata Capitale della cultura per il 2017

Cooperazione fra pubblico e privato, orgoglio, identità condivisa, riscoperta dei valori come comunità saranno le leve su cui poggerà il piano strategico. Nelle prossime settimane si conosceranno i nomi delle città finaliste e in estate si saprà chi sarà la Capitale italiana della cultura 2017. -

Parma, 29 aprile 2015 -

"Con la partecipazione a questa iniziativa vogliamo delineare un'attività progettuale per Parma incentrata su bellezza, inclusione e sostenibilità" - queste le parole il sindaco Pizzarotti ha introdotto il progetto, che si pone come un ideale ponte fra passato e futuro, proprio nel 2017, anno in cui la città di Parma festeggia i 2.200 anni dalla sua fondazione.
Il dossier è stato consegnato al Governo il 30 marzo scorso e da lì è partita la candidatura di Parma per l'anno 2017. Nelle prossime settimane si conosceranno i nomi delle città finaliste e in estate si saprà chi sarà la Capitale italiana della cultura 2017.

Le linee del progetto sono state illustrate lunedì sera presso la Casa della Musica dall'assessore Laura Maria Ferraris davanti ad un parterre composto da amministratori, parlamentari di Parma, rappresentanti di fondazioni e istituzioni culturali. L'assessore ha declinato i temi che stanno alla base del progetto. Il primo è quello dell'ascolto. Conoscenza, creatività e innovazione, valorizzazione del patrimonio e cultura digitale saranno al centro dell'azione del Comune per creare una città accogliente e sostenibile, con una forte capacità attrattiva, capace di rappresentare al meglio ciò che vuole essere l'Italia.

Gli obiettivi indicati da Ferraris si possono sintetizzare in quattro punti: nuova relazione fra cittadini e patrimonio culturale, cultura come "economia della conoscenza", produzione del sapere e motore della rigenerazione urbana; bellezza sostenibile, intesa come tutela ambientale e sostenibilità anche etica e morale, oltre che dello sviluppo economico; comunità diffusa, per rendere Parma sempre più coesa e accogliente, capace di utilizzare anche la cultura per rompere le barriere della solitudine, di affermare il diritto e il dovere di ciascuno di essere protagonista della propria vita.

L'assessore Ferraris ha quindi spiegato perché è stato scelto il "ponte" come filo conduttore del progetto: "Il ponte indica il passaggio, l'andare oltre, il superare gli ostacoli, e per Parma si va dal Ponte Romano, cardine di uno degli interventi di rigenerazione urbana che stanno alla base della proposta, al ponte a nord, il grande incompiuto, che non siamo ancora riusciti a metabolizzare".

I progetti

Il primo è quello relativo alla rigenerazione e qualificazione del centro storico, puntando sul progetto Aemilia 187 a.C., con la valorizzazione del ponte Romano e la creazione di un sistema museale integrato. Il secondo progetto è dedicato al cinema, che con Parma ha un rapporto molto speciale, "Ciak si rigenera", che prevede la creazione di un distretto di cinematografia documentaria al Cinghio e l'acquisizione dell'Archivio Bertolucci.

"Il Giardino ritrovato" dovrà restituire una nuova identità al Parco Ducale, con interventi incentrati su Palazzetto Eucherio Sanvitale e Serre. Infine il "Programma d'ascolto", incentrato sulla musica, altro brand di Parma, con i 150 anni dalla nascita di Arturo Toscanini e un concorso per direttori d'orchestra, un festival della musica barocca e il festival Verdi 2017; inoltre, sempre legati al tema dell'ascolto, ci saranno un "novembre dell'innovazione digitale" e l'incontro fra giovani e grandi artisti. E' prevista inoltre anche l'identificazione di 2.200 persone come testimonial di Parma per il 2.200° compleanno della città.

Pubblicato in Cronaca Parma
Sabato, 02 Maggio 2015 10:40

Di castello in castello tra i colli piacentini

Di Chiara Marando - Sabato 02 Maggio 2015 -

C'era una volta uno splendido castello....

Così iniziano spesso le favole ed i racconti di dame e cavalieri ambientati in un tempo lontano, immagini che si imprimono nella mente sin da bambini e non smettono mai di affascinare.

Intorno a Parma, tutto il territorio e costellato di manieri secolari che adornano le colline, ma anche spostandosi poco lontano, fino alle zone vicino Piacenza, si possono ammirare numerosi castelli che invitano ad una visita.

Tra i più noti vi è certamente Castell'Arquato. Il promontorio su cui sorge è tra le prime “visioni” che si scorgono giungendo dalla pianura, perfettamente inserito in un paesaggio dall'aspetto ordinato di filari di gelsi, cascine e campi coltivati. I possenti torrioni si stagliano sulla valle e proteggono  il piccolo borgo di minute casette che si estende  tutto intorno seguendo la forma arcuata della terreno. Una perfetta armonia di colori e linee fuse con la natura circostante. Gli edifici monumentali del borgo sono la testimonianza del potere e del prestigio di coloro che, nel tempo, hanno dominato la zona e ne hanno trasformato la fisionomia in base alle esigenze di difesa. Passeggiando per le stradine si possono osservare numerosi monumenti concentrati nel piccolo spazio cittadino: la Chiesa Collegiata, risalente al 1122, dall'aspetto severo tipico dello stile romanico e ricca di fossili marini, la Rocca Viscontea datata 1347, Palazzo del Podestà, Palazzo della Giustizia ed, infine, il Torrione Farnese. E per una sosta gastronomica, ecco che proprio di fronte alla Rocca Viscontea si trova il ristorante “Taverna del Falconiere”, un ambiente caldo ed accogliente dove la cucina riprende la tradizione piacentina seguendo la stagionalità delle materie prime.

Spostandosi nella verde Val Vezzeno, appoggiato su uno sperone di roccia a picco sul torrente sottostante, troneggia il bellissimo Castello di Gropparello. Le sue origini risalgono all'VIII secolo e tutt'oggi si presenta perfettamente conservato costituendo un magnifico esempio dell'arte della fortificazione. Ciò che ne impreziosisce ulteriormente il fascino è l'incantevole bosco secolare che lo circonda, il noto “Parco delle Fiabe”, ovvero il primo parco emotivo d'Italia nel quale i bambini riscoprono le tracce del passaggio di fate, folletti, elfi e streghe.

CASTELLO DI GROPPARELLO

All'ingresso del Parco, nelle Gole di Vezzano, si trova la Taverna Medievale, luogo dove storia, natura e tradizione si fondono in una cucina ispirata al passato che recupera ricette medievali e rinascimentali. Prelibatezze  preparate sapientemente che spaziano dalle zuppe, alle carni brasate  arricchite da spezie ed erbe officinali che ben si accompagnano ai vini dei colli piacentini.

A 13 km da Piacenza, in località Pontenure, il Castello di Paderna risalta con la sua eleganza   austera fuori dal tempo e dallo spazio. All'interno delle mura si apre un'ampia corte agricola che fa da cornice ad un lungo porticato. Il castello, oggi residenza padronale, è anche azienda agricola-biologica, orto-giardino con antiche varietà di piante ed ortaggi, fattoria didattica e sede di importanti manifestazioni legate alla coltivazione della terra.

CASTELLO DI PADERNA

Un altro importante maniero è il Castello di Rivalta, nel Comune di Gazzola. Sontuosa residenza signorile, è uno tra quelli meglio conservati dell'Emilia e si trova nel suggestivo borgo di Rivalta, sulle sponde del fiume Trebbia. Visitare l'edificio significa ammirare sale inalterate nei secoli e camminare attraverso la storia di una famiglia passando per il salone d'onore, la sala d'armi, le cantine e per finire, le anguste prigioni.

CASTELLO DI RIVALTA

 

Per saperne di più:

www.castellidelducato.it

www.castellodipaderna.it

www.castellodirivalta.it

www.visitacastellarquato.it

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia


Casa del Giovane Verdi. Scoperta storica che riguarda la Bassa Parmense.

Soragna, 26 aprile 2015 -  Il filo conduttore che unisce i luoghi verdiani si arricchisce di un altro inedito tassello che riguarda Soragna. Meri Rizzi, Patrizia Verdi ed Anna Sichel hanno scoperto vicende "nuove" relative alla vita giovanile di Giuseppe Verdi, nel periodo tra i 10 e i 18 anni, quando il Cigno fu ospitato nella Casa di Pietro Michiara, l'attuale Via Piroli a Busseto.

Fino ad oggi nessuno si era accorto che il benefattore di Verdi era nato a Castellina di Soragna nel 1786, lo si riscontra dai documenti che Meri Rizzi, Patrizia Verdi ed Anna Sichel hanno pazientemente ritrovato nell'Archivio di Stato di Parma, nel Comune di Busseto e nell'Archivio Diocesano di Fidenza e dal 12 aprile, sono esposti permanentemente proprio in via Piroli a Busseto, nella Casa del Giovane Verdi.

Le sue origini austriache, come affermato da una certa pubblicistica, ora sono smentite dall'evidenza dei riscontri documentali. Pietro Michiara fu Consigliere Anziano del Municipio di Busseto, in seguito nominato Sindaco con Atti Sovrani della Duchessa Maria Luigia; ricco proprietario terriero, ebbe addirittura un contenzioso giudiziario con il Comune di Soragna, che si risolse con una sentenza definitiva a suo favore emanata nel 1856 dalla Corte Suprema di Parma. Un fatto eccezionale per quei tempi. La contesa che contrappose Michiara all'Amministrazione comunale riguardava il possesso di uno stradello che il Comune riteneva suo, ma il benefattore di Verdi dimostrò che rientrava nella sua proprietà, acquistata in data 19-02-1812 con rogito del notaio Defranceschi. Donò anche, con atto del notaio Ercolano Balestra, la somma di "lire nuove" 1.800 nel dicembre 1843 per il figlio Andrea quale Patrimonio Ecclesiastico "poiché diverrà sacerdote" si legge da un antico atto. Michiara era amico di papà Carlo Verdi, in questi anni è caduto nell'oblio, si potrebbe dire quasi censurato; eppure il Cigno visse e sviluppò il suo genio musicale nella sua casa, dove trascorse tutta la sua giovinezza per poter frequentare il ginnasio, posto proprio nelle vicinanze. Michiara aiuto Verdi anche nel 1835: dopo la morte del Maestro Provesi, vi fu una tumultuosa seduta in Consiglio Comunale ed a votare a favore di Giuseppe Verdi per l'incarico di Maestro di Cappella vi fu anche lui. L'esposizione permanente allestita a Busseto è totalmente gratuita, grazie alla dedizione di Anna Sichel che quale proprietaria della storica di dimora l'ha messa a disposizione della memoria collettiva senza alcun fine di lucro. (S.P.)

Pubblicato in Cultura Emilia

Tratto dall'omonimo cult movie, uno spettacolo unico nel suo genere per la capacità di coinvolgere e interagire con il pubblico, accompagnato dalla strepitosa colonna sonora rock. L' importante produzione internazionale dal 5 al 20 maggio al Teatro della Luna, ad Assago e dal 22 al 24 maggio al PalaCredito di Romagna, a Forlì. -

Parma, 25 aprile 2015 - di Pietro Razzini -

Spettacolo leggendario, tradotto in tantissime lingue e visto in 5 continenti da oltre 20 milioni di persone, trae origine dall'omonimo cult movie "The Rocky Horror Picture Show" (con Tim Curry e una giovane Susan Sarandon), pellicola di cui si festeggiano i 40 anni dall'uscita proprio nel 2015: tutto questo e molto di più è "The Rocky Horror Show", eccezionalmente a Milano a inizio maggio.

LO SHOW

Spettacolo unico nel suo genere, The Rocky Horror Show porta con sè una strepitosa colonna sonora rock che include hit come "The Time Warp" e "Sweet Transvestite". La sua peculiarità è quella di coinvolgere e interagire con i presenti. E' proprio questo aspetto a rendere il fenomeno cult del "Rocky", ancora più particolare. Ogni sera il pubblico è spontaneamente partecipe, quasi seguisse un copione parallelo fatto di gesti e parole, accompagnando le battute degli attori in scena. La versione in Italia è in lingua originale, accompagnata da un allestimento di spettacolare eccentricità che ha suscitato attorno a sé grande fermento.

La storia racconta l'incredibile e surreale avventura di due fidanzati, Brad Majors e Janet Weiss in visita al loro vecchio insegnante, il dottor Evrett Scott. Durante il viaggio in macchina, a causa di una gomma bucata, sono costretti a raggiungere a piedi un castello nelle vicinanze, il Frankestein Place. Il loro arrivo capita in una notte speciale mentre si sta svolgendo la convention annuale dei Transylvani. Bizzarre e singolari creature accolgono alla porta i due fidanzatini, fino all'arrivo dell'eccentrico padrone di casa: Frank'N' Furter che, rivelando di essere uno scienziato in procinto di compiere la sua speciale opera suprema "Rocky", li invita a trascorrere la notte al castello come suoi ospiti. Che succederà poi?

GLI APPUNTAMENTI

Date da non dimenticare: dal 5 al 20 maggio al Teatro della Luna, ad Assago. A dieci anni di distanza dalla sua ultima apparizione nel capoluogo lombardo e in concomitanza con l'inaugurazione di Expo 2015, "The Rocky Horror Show" torna protagonista a Milano. A seguire, come spettacolo di apertura del prestigioso Ravenna Festival, dal 22 al 24 maggio sarà al PalaCredito di Romagna, a Forlì. Queste le uniche due tappe italiane della tournée europea dell' importante produzione internazionale firmata BB Promotion Gmb, uno dei maggiori punti di riferimento del live-entertainment europeo.

rocky-horror-show-foto-02-credit-thommy-mardo-1024x687rid

                                                                           credits Thommy Mardo ph

Pubblicato in Cultura Emilia
Sabato, 25 Aprile 2015 09:02

Emilia's ink: intervista al re dei tatuaggi

Otto Guinness World Record e una sconfinata serie di premi: Alle Tattoo, tatuatore modenese conosciuto nel mondo, ha risposto alla nostra intervista sulla sua storia come artista della pelle, raccontandoci il record che tenterà a ottobre. -

Modena, 25 aprile 2015 - di Federico Bonati -

Eclettico ed estroverso, genuino come la sua terra, sicuramente geniale, ma forse lui non lo ammetterà mai. È Alessandro Bonacorsi, modenese, classe 1975, meglio noto come "Alle Tattoo", forse il tatuatore più famoso d'Italia e più conosciuto nel mondo, che si divide tra il suo studio di Soliera, che accoglie clienti da tutta la penisola e non solo, e le convention di tatuaggi in giro per il pianeta.

Ha al suo attivo qualcosa come otto Guinness World Record, più una sconfinata serie di premi ricevuti, per la sua arte, in ogni dove. Nel 2014 ha pubblicato un libro dal titolo "Il mattino ha il Maori in bocca", una lettura esilarante sugli strafalcioni, le gaffe e le gag che avvengono nel suo studio, nel quale ci ha accolti e ha risposto alle domande della Gazzetta dell'Emilia.

Recentemente, nel suo tour negli USA, da costa a costa, ha stabilito nuovi record, arricchendo il suo già nutritissimo palmares. Qualcosa di straordinario, ma decisamente all'ordine del giorno per un artista non convenzionale, e proprio per questo, assoluto.

Alessandro, quando ha scoperto la passione per i tatuaggi?
Il primo tatuaggio che ho fatto risale al 3 maggio 1989, ma l'amore per questa arte risale a molto tempo prima. Andai a Londra con mia madre da bambino, lei si trovava lì per lavoro, e io, per curiosità, entrai in uno studio di tatuaggi, e sentendo il rumore della macchinetta per tatuare, così come vedendo i vari tatuaggi realizzati, me ne innamorai perdutamente.

Chi è stato il suo mentore o il suo tatuatore di riferimento?
In questo senso, ho avuto e ho tante persone di riferimento, che sanno trasmettermi tanto in merito a questa arte.

Qual' è stato il tatuaggio più difficile che ha realizzato?
Tutti e nessuno, perché nessun tatuaggio è facile. Il più particolare, e sicuramente il più difficoltoso viste le condizioni di realizzazione, è quello che mi sono tatuato durante i quaranta giorni di scalata del monte Everest, grazie al quale, tra l'altro, ho realizzato il record per il tatuaggio realizzato nel luogo più alto del mondo.

Ci parli del Guinnes World record che tenterà a ottobre di quest'anno.
Innanzitutto, continueremo la "tradizione" della sessione di tatuaggi più lunga al mondo, provando a battere il nostro precedente record di 50 ore e 8 minuti. Inoltre, tenteremo il record per il tatuaggio multiplo con più persone al mondo, nella quale scriveremo a 500 persone, una singola lettera sotto il piede, la quale poi formerà una frase antirazzista. Annuncio, sin da subito, che il ricavato di questa manifestazione, alla quale parteciperanno calciatori, vip, imprenditori, ma anche cittadini comuni, sarà devoluto per l'acquisto di un capannone, o per coprire i costi di affitto, per quegli imprenditori che, a causa del sisma 2012, hanno perso il loro luogo di lavoro, e di conseguenza, il lavoro stesso.

Sui social network circola un post che riporta la seguente frase: "La gente che ha rovinato il mondo ha la cravatta, non i tatuaggi". Crede che il tatuaggio sia ancora un tabù in Italia?
Assolutamente no! Purtroppo credo che chi ha rovinato il mondo non sia chi porta la cravatta né, a maggior ragione, chi ha dei tatuaggi: chi ha rovinato, anzi distrutto il mondo, sono gli stupidi, i criminali e le droghe, l'autentica rovina di questo mondo.

Si è mai rifiutato di fare un tatuaggio? Se sì, perché?
Si, perché odio fare tatuaggi "sbagliati". Faccio un esempio: è venuto qui nel nostro studio un ragazzino di quindici anni a chiedere il tatuaggio di una svastica. Non ho detto no per una questione politica, ma perché quell'adolescente non aveva, nel concreto, la cultura, la conoscenza e la piena comprensione, del simbolo che voleva sulla sua pelle.

Lei è stato molto attivo nell'ambito della solidarietà post sisma 2012. Cosa prova ripensando a quei momenti?
La mia idea, rispetto a qualche anno fa, è cambiata. Prima c'era la paura, ma al tempo stesso la voglia di rivincita e ripartenza; ora invece provo tanta rabbia. La provo se penso alle tante persone che si sono date da fare per la solidarietà e che ora arrivano a picchiarsi per una partita di pallone, o a quelle famiglie che aprivano la casa ai loro vicini per un momento di condivisione, mentre ora faticano a salutarsi.

Alle Tattoo 2rid

Pubblicato in Cronaca Modena