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La Polizia di Stato di Modena ha tratto in arresto un cittadino ghanese di 30 anni, responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

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Prosegue senza sosta, anche in piena estate, l’attività dei carabinieri della Compagnia di Borgo Val di Taro per prevenire la commissione di reati e contrastare ogni forma di illegalità, ancora e di più in questo periodo caratterizzato dalla presenza di migliaia turisti nell’alta Valtaro.

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L’uomo, un 45 enne pugliese incensurato, viaggiava con la figlia 14 enne e un amico 17 enne della ragazza. La Polizia Stradale ha sentito subito un forte odore di cannabis. In diversi sacchi neri c’erano diverse infiorescenze di marijuana. L’uomo è stato arrestato

Pubblicato in Cronaca Modena

Modena 10 luglio 2020 - Nella scorsa serata, personale della Polizia di Stato di Modena ha tratto in arresto un giovane ventenne modenese per il reato di detenzione ai fini di traffico di sostanza stupefacente.
Nello specifico, a seguito di numerose segnalazioni relative alla compravendita di stupefacente

Pubblicato in Cronaca Modena

I carabinieri della stazione di Parma oltretorrente hanno denunciato un cittadino palermitano, classe '95 domiciliato a Parma incensurato, poiché durante la perquisizione domiciliare veniva trovato in possesso di tre piante di marijuana, diversi semi ed attrezzature per la coltivazione.

Le piante erano custodite in un Grow Box artigianale che ne facilitava la crescita.

Pubblicato in Cronaca Parma

Viene sostenuta la tesi per cui il bene giuridico della salute pubblica non viene in alcun modo pregiudicato o messo in pericolo dal singolo assuntore che decide di coltivare per se' qualche piantina
 
Non costituirà più reato coltivare in minime quantità la cannabis in casa. A stabilirlo una decisione epocale quella delle sezioni unite penali della Cassazione.

Si è sentenziato per la prima volta che "non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica" e "per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore".

In sostanza chi coltiva per se' non compie più reato. Viene sostenuta così la tesi per cui il bene giuridico della salute pubblica non viene in alcun modo pregiudicato o messo in pericolo dal singolo assuntore di marijuana che decide di coltivarsi per se' qualche piantina. I kit per la coltivazione dei semi di cannabis sul balcone di casa sono ormai assai diffusi, venduti anche on line su siti specializzati di internet, ma si incorreva in rischi da un punto di vista legale, finora a livello giuridico non c'era mai stata un'apertura vera in questa direzione.

La Corte costituzionale in passato è intervenuta più volte sul tema, sposando una linea rigorosa, e così la giurisprudenza ha assunto, dopo alcune isolate sentenze controverse sul tema, una posizione netta.

Stabilendo un semplice principio: la coltivazione di cannabis è sempre reato, a prescindere dal numero di piantine e dal principio attivo ritrovato dalle autorità e anche se la coltivazione avviene per uso personale. Si affermava che "la condotta di coltivazione di piante da cui sono estraibili i principi attivi di sostanze stupefacenti" potesse "valutarsi come 'pericolosa', ossia idonea ad attentare al bene della salute dei singoli per il solo fatto di arricchire la provvista esistente di materia prima e quindi di creare potenzialmente più occasioni di spaccio di droga".

E così la Cassazione, adattandosi a quanto chiarito dalla Consulta, ha finora sostenuto che la coltivazione di marijuana, anche se per piccolissime dosi, una o due piantine, è sempre reato, a prescindere dallo stato in cui si trovi la pianta al momento dell'arrivo del controllo.

Dopo questa decisione che è stata sin da subito commentata come un evento epocale, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti, è giunto il momento che il legislatore prenda una posizione definitiva sulla legalizzazione o meno della cannabis e dei suo derivati.
(26 dicembre 2019)

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Una piantagione di marijuana è stata scoperta, per caso, lungo l'argine dell'Enza a Casaltone di Sorbolo. Perfettamente mimetizzata da un telo di copertura che non ne consentiva l'individuazione dai voli aerei, le 20 piante, alte già due metri ma non ancora in fioritura, sono state trovate da un tecnico durante le normali ore di servizio, il quale ha immediatamente avvisato i Carabinieri.

Alcune delle piante erano state innestate a dimostrazione che la cura della piantagione avveniva da mani esperte.

La Procura prosegue le indagini alla ricerca dei responsabili.

E' la seconda piantagione che viene alla luce nel giro di poco più di 48 ore. In precedenza era un cornigliese che si dilettava nella coltivazione della marijuana.

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Parma, 18 agosto 2019 - È successo ieri a Corniglio ove la locale Stazione Carabinieri, unitamente al personale del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Parma, ha proceduto al sequestro di 60 piantine di marijuana indica alte circa 1 m e 80, 60 grammi di marijuana, nonché 240 grammi di foglie essiccate e 17 grammi di germogli.

La piantagione è stata rinvenuta all’interno della proprietà di un cittadino italiano, classe 71, noto per piccoli reati ma nessuno connesso in alcun modo alla droga. Il cornigliese è stato perciò denunciato a piede libero.

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Pubblicato in Cronaca Parma
Giovedì, 25 Luglio 2019 10:56

Perquisizioni e sequestri di marijuana light.

In data 23.7.2019, in esecuzione di decreto emesso dal Procuratore della Repubblica Alfonso D’Avino e dal Sostituto Procuratore della Repubblica Francesca Arienti, sono state eseguite contestualmente plurime perquisizioni, nei confronti di sedici indagati, finalizzate al reperimento ed al conseguente sequestro di materiale riconducibile alla messa in commercio della cosiddetta marijuana light, ovvero foglie, inflorescenze, olio, resina o altre sostanze stupefacenti destinate alla cessione a terzi, ed ancora cose pertinenti al reato (strumenti per fumare, estrattori, cartine, accendini, macinini, gas butano), oltre a documentazione relativa alle forniture passive ed alle cessioni, anche a mezzo e-commerce, dei prodotti menzionati.
Le operazioni -disposte all’esito di accurate investigazioni svolte dagli organi di Polizia Giudiziaria in reciproca sinergia- sono state eseguite dalla Questura di Parma - Squadra Mobile, dal Comando Provinciale Carabinieri di Parma -Nucleo Investigativo, dal Comando Provinciale della Guardia di finanza – Gruppo di Parma e dalla Tenenza Guardia di Finanza di Fidenza.


Le indagini sono state avviate sulla base di due notizie di stampa:
• la prima, apparsa su un locale quotidiano on line in data 8.1.19, relativa alla pubblicizzazione della vendita di cannabis light a domicilio a Parma attraverso un sito di e-commerce;
• la seconda, apparsa su un quotidiano locale in data 6.1.19, relativa alla notizia dell’apertura, in Fidenza, di un distributore di prodotti a base di canapa, ivi compresa la c.d. cannabis light.


Nel prosieguo, è stata chiesta alla PG una mappatura degli esercizi situati nel circondario di Parma, nei quali erano poste in vendita confezioni di cannabis light.


Sulla scorta delle prime risultanze degli accertamenti disposti in base alle notizie di stampa citate, ed all’esito della mappatura, sono state avviate indagini che (per la potenziale estensione delle stesse, ma soprattutto per l’enorme rilevanza sociale del fenomeno) la Procura di Parma ha scelto di affidare congiuntamente ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza ed alla Polizia di Stato, al fine di rendere evidente l’impegno delle Istituzioni nel loro complesso.


Dopo l’avvio delle indagini, era sorto un orientamento giurisprudenziale che sembrava aprire ad una legittimità della vendita della sostanza in esame (ponendosi in contrasto con consolidati orientamenti restrittivi), per cui, si è rimasti in attesa della decisione delle sezioni unite della Corte di Cassazione, cui era stata devoluta la decisione sul contrasto giurisprudenziale sorto in relazione alla legge n° 242 del 2016, avente ad oggetto “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”.


Com’è noto, con la sentenza n° 30475/19 del 30.5.19, depositata in data 10.7.19, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, ha fissato i seguenti criteri:
“1) la legge n. 242 del 2016 è volta a promuovere la coltivazione agroindustriale di canapa delle varietà ammesse (cannabis sativa L.), coltivazione che beneficia dei contributi dell'Unione europea, ove il coltivatore dimostri di avere impiantato sementi ammesse;
2) si tratta di coltivazione consentita senza necessità di autorizzazione ma dalla stessa possono essere ottenuti esclusivamente i prodotti tassativamente indicati dall'art. 2, comma 2, della legge n. 242 del 2016 (esemplificando: dalla coltivazione della canapa di cui si tratta possono ricavarsi fibre e carburanti, ma non hashish e marijuana);
3) la commercializzazione di cannabis sativa L. o dei suoi derivati, diversi da quelli elencati dalla legge del 2016, integra il reato di cui all'art. 73, commi 1 e 4, d.P.R. n. 309/1990, anche se il contenuto di THC sia inferiore alle concentrazioni indicate all'art. 4, commi 5 e 7 della legge del 2016.
L'art. 73, cit., incrimina la commercializzazione di foglie, inflorescenze, olio e resina, derivati della cannabis, senza operare alcuna distinzione rispetto alla percentuale di THC che deve essere presente in tali prodotti, attesa la richiamata nozione legale di sostanza stupefacente, che informa gli artt. 13 e 14 T.U. stup.. Pertanto, impiegando il lessico corrente, deve rilevarsi che la cessione, la messa in vendita ovvero la commercializzazione al pubblico, a qualsiasi titolo, di prodotti - diversi da quelli espressamente consentiti dalla legge n. 242 del 2016 - derivati dalla coltivazione della cosiddetta cannabis light, integra gli estremi del reato ex art. 73, T.U. stup.”;
4) “l'effettuata ricostruzione del quadro normativo di riferimento conduce ad affermare che la commercializzazione dei derivati dalla coltivazione della cannabis sativa L., che pure si caratterizza per il basso contenuto di THC, vale ad integrare il tipo legale individuato dalle norme incriminatrici”, sempre che “il principio attivo contenuto nella dose destinata allo spaccio, o comunque oggetto di cessione, sia di entità tale da poter produrre in concreto un effetto drogante”, con ciò ribadendo il criterio, più volte enunciato anche dal giudice delle leggi, della necessità del c.d. principio di offensività;

per poi affermare il seguente principio di diritto:

"La commercializzazione al pubblico di cannabis sativa L. e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa, non rientra nell'ambito di applicabilità della legge n. 242 del 2016, che qualifica come lecita unicamente l'attività di coltivazione di canapa delle varietà ammesse e iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole, ai sensi dell'art. 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002 e che elenca tassativamente i derivati dalla predetta coltivazione che possono essere commercializzati, sicché la cessione, la vendita e, in genere, la commercializzazione al pubblico dei derivati della coltivazione di cannabis sativa L., quali foglie, inflorescenze, olio, resina, sono condotte che integrano il reato di cui all'art. 73, d.P.R. n. 309/1990, anche a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dall'art. 4, commi 5 e 7, legge n. 242 del 2016, salvo che tali derivati siano, in concreto, privi di ogni efficacia drogante o psicotropa, secondo il principio di offensività".

Sulla scorta di tale impostazione, tenuto conto delle risultanze delle indagini compiute (dalle quali emerge inconfutabilmente la destinazione dei prodotti ad uso ricreativo, ovvero ad un uso del tutto incompatibile con i principi e le finalità delle legge 142/16, la Procura di Parma da dunque disposto le perquisizioni locali presso esercizi e distributori del materiale innanzi indicato, tra cui:
EASYJOINT e locali a questa riconducibili, in Parma e Bologna, con rinvenimento di:
- 649 kg di inflorescenze, 16 litri di oli (presso un magazzino in Parma);
- 657 contenitori per un totale di circa 5,8 kg di inflorescenze, 4 vaporizzatori, 128 confezioni di cartine, 6 combie, 3 grinder, 7 bocchini con liquido vaporizzatore, 4 contenitori con cristalli vari (presso la sede legale della EasyJoint Project srl);
- 523 tra bustine e barattoli contenenti circa 1,8 kg di inflorescenze, 14 contenitori per circa 190 ml di oli, 375 bong, 4 narghilè, 617 accendini, 37 vaporizzatori 64 pipe in vetro, 83 pipe di plastica, 2144 cartine, 20 bilancini, 5 barattoli di gas butano, 11 estrattori, 53 trita-erba (presso un negozio in Parma);
- 48 barattoli con bustine contenenti un totale di circa 4,7 kg di inflorescenze (altro locale).
- 1485 confezioni di cartine, 7337 filtri, 355 confezioni di semi di canapa, 230 trita-canapa, 7 vaporizzatori, 8 bilancini, 36 confezioni di oli (una sede di Bologna)

• ERBA DI GRACE (presso cui sono stati rinvenuti oltre 300 grammi di inflorescenze, accendini, cartine)
• WEED-UP di Parma (presso cui sono stati rinvenuti oltre 400 g. di infiorescenze, oli e resine);
• SHOP 24 srl e relativi distributori della provincia di Parma (presso cui sono stati rinvenuti kg. 32 di inflorescenze e fiori di canapa);
• ARDEIDAE SNC di Parma (presso cui sono stati rinvenuti vasetti con inflorescenze, oli, semi, nonché bustine, in quantitativi in via di determinazione)
• DOTTOR WEED di Parma (presso cui sono stati rinvenuti vasetti con inflorescenze, gas butano, due estrattori di THC, ciloom, glinder, filtri in quantitativi in via di determinazione)
• ESSENZA DI CANAPA di Parma (presso cui sono stati rinvenuti circa 230 vasetti con inflorescenze per un quantitativo in via di determinazione, nonché flaconi di oli, oltre a materiale destinato all’uso ricreativo della sostanza: accendini, filtri, cartine, ecc.)

In occasione di una perquisizione effettuata in Siena a carico di un soggetto individuato come gestore di fatto di una delle ditte destinatarie della perquisizione, è stata trovata una piantagione di canapa, fatto per il quale l’interessato è stato tratto in arresto e posto a disposizione della Autorità Giudiziaria di Siena.

 

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I Carabinieri della Stazione di Fornovo Taro, hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Parma un 29enne del luogo, ritenuto responsabile di coltivazione di sostanze stupefacenti.

I militari da qualche tempo tenevano sotto osservazione l'indagato ritenendo fosse coinvolto nello spaccio di sostanze stupefacenti.

L'intuizione si è rivelata fondata quando i Carabinieri hanno deciso di perquisirne l'abitazione: una delle stanze dell'unità immobiliare era stata adibita a serra e vi sono state rinvenute 8 piantine di marijuana, 30 rami in fase di essiccazione ed un bilancino di precisione.

L'uomo è stato quindi denunciato in stato di libertà ai sensi dell'art. 73 del D.P.R. 309/90.

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