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Martedì sera incontro con I.M.D. – Agente in incognito della Catturandi di Palermo. 
Segreti e misteri delle indagini antimafia:la verità oltre le fiction -

Reggio Emilia, 15 dicembre 2014 -



Martedì sera – 16 dic. - incontro pubblico a Rubiera – nella sala del Consiglio Comunale alle ore 21 – con I.M.D., poliziotto in incognito della squadra Catturandi di Palermo. I.M.D. presenterà il suo ultimo libro, "La Catturandi: la verità oltre le fiction", ed. Flaccovio, che gode della prefazione del magistrato antimafia Di Matteo. Alla serata – che rientra nell'ambito del progetto "Costituzione, Legalità e Cittadinanza responsabile" – parteciperà il Gruppo Scout Rubiera 1. I.M.D. come esponente della Catturandi ha partecipato ad arresti eccellenti tra i quali, Bernardo Provenzano, Giovanni Brusca, Sandro e Salvatore Lo Piccolo, e tanti altri.

Promosso per tre volte per merito straordinario, oggi si occupa di mafie straniere e di prostituzione. Recentemente, I.M.D. ha dichiarato: "Io credo che da parte delle forze dell'ordine e della magistratura ci sia il massimo impegno. Nonostante ciò, ritengo che, se non si otterrà la collaborazione da parte di qualche personaggio direttamente coinvolto nella trattativa Stato-mafia e appartenente all'apparato politico-istituzionale di allora, la possibilità di far cadere il castello delle menzogne sia minima. Bisogna fare luce, assolutamente, sui misteri che circondano il fallito attentato a Giovanni Falcone nella sua villa dell'Addaura, su che fine abbia fatto l'agenda rossa di Paolo Borsellino dopo la strage di via D'Amelio, sull'omicidio dell'agente di polizia Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio a Villagrazia di Carini e su cosa si celi dietro tante, tantissime altre vicende oscure caratterizzate da depistaggi, distorsioni, mancanza di informazioni e omertà. Spero vivamente che il processo imbastito e portato avanti con determinazione dalla Procura di Palermo sensibilizzi qualcuno o stani chi sa ciò che è accaduto davvero e fino a ora non ha parlato". 
L'incontro è aperto al pubblico; parteciperà il sindaco, Emanuele Cavallaro.

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(Fonte: Comune di Rubiera)

Si è svolta domenica, nell'ambito di "Repubblica delle Idee", la conferenza Cibo Illegale, moderata dal giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni e con relatori il Prof. Stefano Rodotà e Don Luigi Ciotti di Libera. Una conferenza incentrata sul tema del cibo. Un cibo difficile da digerire. -

Reggio Emilia, 1 dicembre 2014 - di Federico Bonati

La criminalità organizzata e il cibo, due mondi apparentemente distanti, ma in realtà assolutamente vicini.
"Le mafie ci apparecchiano le tavole" esordisce Bolzoni, facendo riferimento al fatto che sono sempre più presenti le infiltrazioni mafiose e camorriste nell'ambito della filiera agroalimentare.

Gli fa eco don Ciotti che afferma: "Il cibo, la terra e la legalità sono strettamente collegati. La terra, come scritto nella Genesi, è un bene di tutti e il cibo è esigenza di vita. Ma c'è chi sottrae gran parte di questi cibi per trarne un profitto personale". Il tutto in maniera illecita.
La criminalità organizzata è ben impiantata nel circuito agroalimentare, e lo dimostrano due rapporti. Il primo è di Coldiretti, che nel 2013 ha registrato un fatturato illegale di ben quindici miliardi di € legato all'agroalimentare. Il secondo è di Legambiente, che rileva la presenza di più di una trentina di clan mafiosi che gestiscono le terre produttrici di prodotti agroalimentari.

Le mafie hanno quindi le mani in pasta? Assolutamente si.
Lo ha rilevato l'Antitrust, che ha dimostrato come dal produttore al consumatore il prezzo del prodotto aumenta di tre volte, danneggiando sia i produttori che i consumatori. Il ricarico dei prezzi dei prodotti presenta questi numeri: +77% nella filiera corta, +133% con la presenza di un intermediario, +290% con due o più intermediari, +300% nella filiera lunga. Non bisogna interrogarsi quando c'è la vendita diretta dal produttore al consumatore, ma quando il prodotto affronta un tragitto, a volte assurdo, come ha raccontato Bolzoni in un suo noto articolo sui pomodori ciliegini.

Non si intende fare di tutte le erbe un fascio, perché fortunatamente dalla filiera corta alla filiera lunga, c'è la presenza di tantissime persone che svolgono il loro mestiere, sia esso di produttore, intermediario o venditore, in maniera assolutamente corretta e legale. Ma è in questi numeri dove le mafie hanno le mani in pasta. Le tratte sono controllate da Cosa Nostra, Camorra e 'Ndrangheta, che non battagliano tra di loro, ma contrattano.

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Si parla anche di acqua, altro tema scottante a livello mondiale. In Italia si è discusso, anche tramite referendum, sull'acqua come bene comune o con il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati. Ma nel mondo, non è così. Il professor Rodotà spiega come nel mondo l'acqua sia fonte di conflitti: "Nel mondo ci sono vere e proprie guerre dell'acqua. Basti pensare alle tensioni tra Pakistan e India o tra Sudan e Egitto, dove non mancano le minacce armate per il controllo dell'acqua".

Zone difficili e tormentate, dalle quali scappano molte persone, che giungono in Italia con fame di libertà e dignità, molte delle quali vengono poi impegnate nelle campagne dai cosiddetti "caporali", che li sfruttano pagandoli una miseria rispetto al lavoro massacrante che compiono. Ma se non ci fossero queste persone, veri e propri schiavi, chi raccoglierebbe tutti quei prodotti, dai pomodori alle arance?

"È una vergogna questo sfruttamento -dice don Ciotti- questo mercato sulla pelle delle persone. C'è un problema centrale di fondo che è quello della dignità delle persone. Nel 2011 è stato decretato il reato di caporalaggio, ma non basta. Dobbiamo essere noi a impedire tutto questo. Sono secoli che in Italia si parla di mafia, e il vero problema siamo noi che permettiamo tutto questo. Ci deve essere una rivoluzione nelle nostre coscienze".

Non si può più permettere che sia la mafia ad apparecchiare le nostre tavole. Ognuno deve essere coinvolto. Viviamo in un mondo dove si spendono tre milioni di dollari al minuto per le varie guerre nel pianeta, ma dove non ci sono soldi per la lotta alla povertà e alla fame. Il cambiamento deve partire da ognuno di noi, informandosi, scoprendo che ci sono associazioni come Libera o Addiopizzo che dicono no alle mafie, allargando i propri orizzonti di vedute.
Don Ciotti ha parlato di rivoluzione delle nostre coscienze. È così che deve essere il nostro cambiamento.
Perché, come diceva il giudice Paolo Borsellino: "Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola".

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

I ragazzi delle scuole correggesi hanno incontrato il giudice Mario Conte e il giornalista Flavio Tranquillo, autori del libro "I dieci passi – Piccolo breviario sulla legalità" -

Reggio Emilia, 27 ottobre 2014 -

La giornata ha rappresentato anche l'occasione per il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi, di anticipare il progetto "Costituzione e legalità" che oggi verrà sottoposto dall'amministrazione comunale ai vari dirigenti scolastici degli istituti superiori di Correggio. Grazie infatti alla collaborazione con l'associazione Caracò e Rosa Frammartino, curatrice del festival "Noi contro le mafie", il progetto, interamente sostenuto dall'amministrazione comunale, proporrà a insegnanti e ragazzi un percorso di incontri e approfondimenti sul tema della legalità, intesa nel senso più ampio del termine.

"La legalità è un argomento che può essere declinato in mille modi", conferma il sindaco presentando l'iniziativa, "perché chiama in causa la responsabilità individuale e quella collettiva nella miriade di azioni quotidiane e di scelte che ognuno di noi si trova a compiere. Il nostro impegno come amministratori, che ci siamo assunti fin dal momento del nostro insediamento, è proprio quello di sollecitare la partecipazione e la discussione riguardo alla buona cittadinanza, partendo dalle scuole e affrontando argomenti, come per esempio il bullismo, che hanno a che fare con la prevaricazione di chi si sente più forte a discapito del senso civico. Il discorso sulla legalità parte dalla conoscenza dei meccanismi di omertà e di silenzio sui quali prosperano le mafie, ma arriva direttamente al senso civico di ognuno di noi. Insomma, il passaggio dalla richiesta del pizzo al sopruso verso chi è considerato più debole o diverso è molto più breve di quanto comunemente si creda. Per questo ci piacerebbe anche costruire, insieme a insegnanti, famiglie ed educatori, una 'biblioteca della legalità' in ogni scuola, fatta di testi, libri, film che educhino e siano di stimolo alla presa di coscienza da parte dei ragazzi".

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È stato proprio il tema del bullismo ad essere affrontato nell'incontro che Conte e Tranquillo, introdotti dal caporedattore di Radio Bruno, Pierluigi Senatore, hanno avuto con i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado (scuole medie) e che, grazie anche a interventi e testimonianze dirette degli stessi ragazzi, ha dato vita e sostanza ad un vero dialogo tra le parti, così come auspicato dai due ospiti.
Con gli studenti delle scuole superiori, il discorso si è invece spostato sull'importanza della "cittadinanza attiva" che contrasta la "cittadinanza passiva", ovvero la rassegnazione che offre fiato e gambe a dinamiche di illegalità. In particolare è stato affrontato il tema del pizzo, partendo da un dato allarmante: secondo gli ultimi numeri resi noti dall'Osservatorio Nazionale sulle mafie, anche nel territorio di Reggio Emilia circa l'8% delle attività commerciali è soggetta a estorsione, generando così parte di quei circa 150 miliardi di euro che ogni anno la criminalità organizzata sottrae allo Stato e all'intera cittadinanza.

"Eppure", ha sottolineato il giudice Mario Conte illustrando ai ragazzi la vicenda dell'associazione "Addio pizzo", "per uscire da un circuito di illegalità, a volte è sufficiente prendere coscienza di quanto ci sta intorno, essere vigili su dinamiche che ci appaiono poco chiare, non tacere, interrogarsi, far sentire la propria voce, non essere passivi".
"La criminalità organizzata va costantemente alla ricerca del consenso", ha spiegato Flavio Tranquillo. "Tanto che ogni giorno si sente qualcuno dire che le mafie, in fondo, danno lavoro dove lavoro non c'è. Non c'è bugia più colossale di questa. Basta rendersi conto di quanto un territorio appaia defraudato e impoverito, da ogni punto di vista, quando è controllato dalle organizzazioni mafiose".

(Fonte: Ufficio stampa Comune di Correggio)

Il Presidente della Repubblica sarà ascoltato come testimone nel processo per la presunta trattativa tra Stato - mafia. All'interrogatorio anche il legale parmigiano Federica Folli -

Parma, 2 ottobre 2014 - di Salvatore Pizzo -

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sarà ascoltato come testimone nel processo per la presunta trattativa tra Stato e mafia, l'udienza che sarà destinata a finire nei manuali di giurisprudenza, si terrà il prossimo 28 ottobre al Quirinale. Tra i legali che parteciperanno ci sarà anche l'avvocatessa Federica Folli, del Foro di Parma, è l'unica del Nord Italia tra i difensori che assistono gli imputati di questo processo che tratteggia un quadro tetro della storia recente del nostro Paese.

È stato lo stesso Napolitano ad esprimere alla Corte d'Assise di Palermo la sua disponibilità a testimoniare al processo. A renderlo noto, durante l'udienza è stato il presidente della stessa Corte d'Assise Alfredo Montalto. Federica Folli è il legale di fiducia di Antonino Cinà, medico di fiducia di Totò Riina e Bernardo Provenzano, che secondo l'accusa si sarebbe fatto latore di richieste rivolte ad esponenti delle istituzioni per conto di "Cosa Nostra", affinchè i mafiosi potessero ottenere per legge vari benefici. Ciò secondo l'accusa, avrebbe determinato la fine degli attentati contro le istituzioni, iniziata con l'omicidio di Salvo Lima.

Totò Riina e Leoluca Bagarella, hanno fatto già sapere che vorranno assistere in in video-collegamento, all'udienza del 28 ottobre. L'Avvocatura dello Stato si è opposta alla loro richiesta. La Corte si è riservata di decidere. Federica Folli contattata dalla Gazzetta dell'Emilia ha preferito mantenere il più stretto riserbo e non rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda processuale. Tra i 12 imputati, oltre a Riina, Cinà, Provenzano, ci sono anche: Giovanni Brusca, Leoluca Bagarella, Calogero Mannino, Marcello dell'Utri, Nicola Mancino, Massimo Ciancimino e gli ufficiali dei Carabinieri Mario Mori e Giuseppe de Donno.

Pubblicato in Cronaca Parma

Sabato 5 luglio, a Correggio, in sala consiliare, l'impegno contro la criminalità organizzata nell'incontro con Leonardo Guarnotta presidente del tribunale di Palermo e già collaboratore di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel pool antimafia e I.M.D. poliziotto della sezione "Catturandi" della Questura di Palermo, scrittore e autore de "Il vurricatore. Storie di uomini e di mafia" -

Reggio Emilia, 2 luglio 2014 -

Ospiti d'eccezione, sabato 5 luglio, alle ore 10,30, nella sala consiliare del Municipio di Correggio: Leonardo Guarnotta, presidente del tribunale di Palermo e già collaboratore di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel pool antimafia, incontra la cittadinanza per un appuntamento il cui titolo – "Leonardo, abbiamo vissuto un altro anno" – rievoca una frase rivolta da Borsellino allo stesso Guarnotta.
All'incontro, introdotto dal sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi e condotto da Pierluigi Senatore, caporedattore di Radio Bruno, partecipa anche I.M.D., che non può svelare il proprio nome e il proprio volto per motivi di sicurezza, già poliziotto della sezione "Catturandi" della Questura di Palermo, scrittore e autore de "Il vurricatore. Storie di uomini e di mafia" (ed. Leima).
"Con questa iniziativa", afferma il sindaco Ilenia Malavasi, "desidero identificare il mandato amministrativo con la legalità e la trasparenza. In un momento di grande difficoltà economica come quello che stiamo attraversando è necessario tutelare il tessuto sano della nostra economia e promuovere il rispetto delle regole e della legalità come esercizio di cittadinanza attiva. Promuovere e sostenere iniziative e progetti di sensibilizzazione e di educazione alla legalità è uno dei nostri obiettivi e ritengo significativo svolgere un incontro come questo, il primo dell'attuale mandato, nella sala del consiglio comunale, luogo di partecipazione e di democrazia. Questa vuole essere un'anteprima dell'impegno costante che porteremo avanti sui temi della legalità coinvolgendo le scuole, le associazioni, il mondo economico e la cittadinanza".

Leonardo Guarnotta è nato a Palermo nel 1940. Dopo la laurea, è entrato in magistratura. È stato giudice istruttore a Milano, poi pretore a Niscemi e a Termini Imerese, dove è stato anche giudice.
In seguito è stato nominato presidente di sezione di tribunale e della Corte di Assise di Palermo. Dal 5 marzo del 2003, è stato presidente del Tribunale di Termini Imerese, dopo aver fatto parte del pool antimafia durante il maxiprocesso. Dal 16 settembre 2010 è presidente del Tribunale di Palermo.

"Il vurricatore" è il volume scritto per Edizioni Leima da I.M.D., il poliziotto-scrittore già autore di "100% sbirro" e "Catturandi" (Dario Flaccovio ED.). Il libro, con la prefazione di Pif, è la storia romanzata di Lillino Palazzolo, figura ispirata a Gaspare Pulizzi, e della sua ascesa in Cosa nostra, bruscamente interrotta dall'intervento delle forze dell'ordine. Una storia di mafia e di lotta per la legalità, e una vicenda che, come sottolinea lo stesso Pif, sarebbe potuta accadere a ciascuno di noi.

(Fonte: Ufficio stampa Comune di Correggio)

Il progetto si inserisce nell'ambito delle attività dell'Osservatorio legalità e Sicurezza, realizzato su base provinciale a seguito della sottoscrizione dell'Accordo di Programma tra la Provincia di Piacenza e la Regione Emilia Romagna -

Piacenza, 30 maggio 2014 -

E' stato presentato questa mattina in Provincia il Rapporto 2014 "Per una Emilia-Romagna senza mafia".
II Rapporto, redatto dalla Fondazione Antonino Caponnetto, si inserisce nell'ambito delle attività dell'Osservatorio legalità e Sicurezza, realizzato su base provinciale a seguito della sottoscrizione dell'Accordo di Programma tra la Provincia di Piacenza e la Regione Emilia Romagna.
"Il lavoro svolto – ha detto l'assessore provinciale alla Sicurezza Maurizio Parma – consente di sensibilizzare il mondo della scuola e il tessuto sociale sul pericolo di infiltrazione nei territori della regione". "Partecipiamo oggi – ha sottolineato il presidente della Provincia Massimo Trespidi – ad un momento importante che consente di renderci conto che nessun territorio è impermeabile rispetto alle infiltrazioni mafiose. Non dobbiamo mai considerarci al sicuro. La lotta alla mafia si combatte anche sulla strada e dal basso: l'azione di sensibilizzazione è in questo senso fondamentale".
Ad illustrare i dati, alla presenza delle massime autorità, della Giunta provinciale e di alcuni studenti dell'istituto Colombini, sono stati Salvatore Calleri - presidente Fondazione Antonino Caponnetto, Rosario Aitala - Consigliere per gli affari internazionali della Presidenza del Senato e Francesco Menditto -Procuratore della Repubblica di Lanciano.

In allegato il rapporto 2014 "Per una Emilia-Romagna senza mafia"

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Piacenza)

Sabato 31 maggio, "Il sorriso di Elettra", spettacolo di Maria Antonietta Centoducati dedicato a sei storie di donne legate volente o nolente alla mafia, presso il Parco Matilde, con Maria Antonietta Centoducati per raccogliere fondi a favore del Gruppo Amici dell'Ematologia -

Reggio Emilia, 29 maggio 2014 -

Prosegue la rassegna teatrale GRADEvole Primavera a Carpineti, organizzata dal Comune di Carpineti per sostenere GRADE Onlus nella raccolta fondi a favore del Reparto di Ematologia dell'Arcispedale Santa Maria Nuova - IRCCS ma soprattutto per la costruzione del CO-RE.

Sabato 31 maggio, nella splendida cornice del Parco Matilde a Carpineti (Largo Alpini 1), a partire dalle ore 21.30, andrà in scena "Il sorriso di Elettra", spettacolo di Maria Antonietta Centoducati dedicato a sei storie di donne legate volente o nolente alla mafia. Il costo del biglietto è di 10 euro a persona.

Lo spettacolo "Il sorriso di Elettra" è caratterizzato da sei monologhi/testimonianza, un reportage aspro delicato e struggente, interpretati dall'attrice Maria Antonietta Centoducati con G. Binelli e O. Bigi.
La Centoducati ha selezionato significative storie di donne che, per vari motivi di legame famigliare e sentimentale, sono vissute all'ombra della terribile piovra della mafia, raccontando in modo coinvolgente le loro vicende, la loro fragilità ma anche sentimenti, paure e aspetti più umani. Sulla scena sfilano Giusy Vitale, attualmente collaboratrice di giustizia, sua sorella Antonina-Nina-Vitale, la remissiva che ha subito e ha sacrificato gran parte della sua vita ai fratelli e alla famiglia. Margherita Petralia, moglie di Gaspare Sugamiele, padrino di Paceco, patria della mafia più spietata e sanguinaria della Sicilia occidentale che ha consegnato il suo diario con annotate tutte le malefatte del marito e dei suoi amici ai carabinieri mandandoli in galera. Piera Aiello, cognata di Rita Atria, ragazza coraggiosa, le ammazzano il marito e lei per tutta risposta spedisce tutti in carcere con tanti ringraziamenti, va fare la pentita, collabora con la giustizia ed è fermamente convinta che sia la cosa giusta. Rita Atria, sorella di Nicola, giovane boss dello spaccio, diciassettenne collaboratrice di Borsellino, lucida e intensa nelle sue riflessioni e disperatamente suicida dopo la strage di Via d'Amelio. Infine Elettra, di lei si conosce soltanto il suo nome e la sua età: 14 anni e un nome che evoca il grande mito greco di Euripide. Elettra, per amore, si è fatta uccidere al posto del suo giovane "dio", uno dei tanti "carusi" disposti ad ammazzare per avere un posto in alto nella piramide della mafia che conta, la notizia era comparsa con un piccolo trafiletto sul quotidiano nazionale. Di lei è rimasto il ricordo del suo sorriso di bimba che amava la vita.

La rassegna teatrale GRADEvole Primavera a Carpineti prosegue fino al 20 giugno: i prossimi spettacoli teatrali in programma sono "Anima Montanara" (sabato 14 giugno), un concerto ispirato alle parole dei poeti, alle storie degli uomini e delle donne dell'Appennino Reggiano, e "Giovanni Falcone: un uomo" (venerdì 20 giugno) di e con Monica Marini e Bernardino Bonzani, accompagnati al pianoforte da Claudia Catellani.
Nelle serate degli spettacoli, dalle ore 19.30, sarà attivo presso il Parco Matilde a Carpineti un punto ristoro per una cena veloce a cura dell'associazione Amici di Bebbio.

Info e prenotazioni: Servizio Cultura del Comune di Carpineti - tel. 0522.615089; www.comunecarpineti.re.it; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - GRADE Onlus - tel. 0522.296888

(Fonte: ufficio stampa GRADE Onlus)

 

Cinzia Rubertelli ringrazia inquirenti e forze dell’ordine, ma pone l’accento sul mancato contrasto della politica. 

 

Reggio Emilia, 15 aprile 2014 -

Il comunicato stampa di Cinzia Rubertelli candidata sindaco dell'alleanza civica Grande Reggio – Progetto Reggio sulle recenti operazioni antimafia e le proposte per il contrasto della criminalità organizzata da parte dell'amministrazione comunale -

 

“Dobbiamo complimentarci con gli inquirenti e le forze dell’ordine per le recenti retate e i sequestri che hanno colpito forti interessi della ‘ndrangheta sul nostro territorio. Dobbiamo però interrogarci, ora più che mai, sul perché in tanti anni non ci si è accorti delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel reggiano. 

La politica locale in questi ultimi tempi non è mai riuscita a dare vere rassicurazioni contro questo pericoloso fenomeno: la sinistra per lungo tempo ha minimizzato il pericolo appellandosi a fantomatici “anticorpi”, a destra invece, in tema di interdittive, non c’è stata una presa di posizione chiara. Chi con la propria inerzia ci ha fatto arrivare a questo punto non può atteggiarsi con credibilità a difensore della legalità.

 

La nostra alleanza civica sulla lotta alla criminalità organizzata ha invece da tempo le idee chiare. Sarà necessario sgombrare qualsiasi ambiguità sugli appalti pubblici, regolandoli in modo cristallino in modo che sia sempre trasparente soprattutto la situazione dei subappalti, anche per quanto riguarda le società partecipate. Anche sul controllo del territorio e dell’urbanistica la sorveglianza deve essere incessante, perché vicende come quelle dell’ex segretario provinciale del Pd, a Fabbrico, non si devono ripetere mai più.

 

Poi c'è un discorso relativo alle condizioni di concorrenza sleale che i capitali della criminalità organizzata generano in un sistema economico già duramente provato. L'amministrazione comunale dovrà essere capofila di un progetto di collaborazione tra le banche del territorio e gli altri attori del mondo economico, per la creazione di un borsino degli investimenti locali. Pensiamo a conti deposito specifici per una raccolta di capitali dedicati esclusivamente al reinvestimento sul territorio. In questo modo si favorirebbe l’erogazione di finanziamenti ad aziende reggiane sane, che si impegnano a loro volta ad investire in loco i capitali e quindi ad immetterli nell’economica locale”.

 

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

Il decreto è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Taranto e i beni sono riconducibili ad un imprenditore di origine pugliese - 

 
 
Modena, 2 aprile 2014 -
 
La Dia di Bologna, Direzione investigativa antimafia, ha eseguito ieri un decreto di sequestro per beni mobili e immobili del valore di oltre 5 milioni di euro. Il decreto è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Taranto e i beni sono riconducibili ad un imprenditore di origine pugliese, pregiudicato e residente nel Modenese. 
 
Il comunicato della Regione -

“È un altro segnale forte contro le mafie che arriva nella nostra regione, una conferma del fatto che qui nessuno resta a guardare inerme di fronte all’infiltrazione criminale in una società ricca e quindi appetibile per i capitali sporchi”. Così la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Palma Costi, dopo l’operazione della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Bologna che ieri mattina ha predisposto il sequestro di beni per un valore di oltre 5 milioni di euro riconducibili a un imprenditore 48enne, pregiudicato, di origine pugliese, residente in provincia di Modena.

“Come Assemblea legislativa e come Regione- prosegue Costi- abbiamo approvato le leggi per prevenire il radicamento delle mafie e per la promozione della cultura della legalità, coinvolgiamo decine di migliaia di giovani e studenti in progetti sui diritti e, appunto, la legalità, ma come ho affermato pochi giorni fa in occasione della Giornata dedicata alle vittime delle mafie, è fondamentale che il fronte sia unico, che siano insieme istituzioni, magistratura, forze dell’ordine e cittadini e che il nostro lavoro di legislatori si saldi con un forte lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, soggetti che soprattutto oggi voglio tornare a ringraziare. Ognuno faccia la sua parte e ognuno si senta parte di un insieme, di uno Stato che non può permettersi di arretrare. E non dimentichiamo i sindaci, vere e proprie sentinelle sui territori, i primi a dover interpretare i segnali della presenza mafiosa: noi siamo con loro”.

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

In occasione della diciannovesima “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno” in ricordo delle vittime di tutte le mafie, l’Associazione “Libera”, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Correggio ha promosso una serie di iniziative, che hanno avuto inizio l’8 marzo scorso, dedicate alla sensibilizzazione culturale sul fenomeno della criminalità organizzata, rivolte alla cittadinanza ed anche alla popolazione scolastica. 

Correggio, 21 marzo 2014 -

In particolare, nell’ambito del calendario fitto di appuntamenti ed in chiusura, l’Amministrazione comunale di Correggio, d’intesa con “Libera”, ha ritenuto di organizzare per domani 22 marzo una apposita manifestazione che vuole testimoniare il massimo impegno civile ed istituzionale  del territorio nelle  diffusione della cultura della legalità.

Alle ore 9, al Cine+ di Piazzale Finzi, sarà proiettato per gli studenti del Liceo Classico  “Rinaldo Corso”, del Convitto Nazionale “Rinaldo Corso” e dell’Istituto Tecnico “Luigi Einaudi” di Correggio il  film di Pierfrancesco Diliberto, detto “Pif”  “La mafia uccide solo d’estate”. La storia prende spunto dall'esperienza personale e civile di Pif e di molti altri cittadini palermitani che, come lui, hanno vissuto nella fase del c.d. stragismo,  in una città divisa tra la normalità degli eventi quotidiani e la violenza dei fatti di mafia.  Si è ritenuto che  Il significato ed il messaggio del film si attaglino pienamente all’obbiettivo di sensibilizzazione verso i giovani e gli studenti, per una presa di coscienza educativa  sui mali della società e per acquisire i necessari strumenti per potersene dissociare.  

 

Proprio per dare un seguito dialogativo e di riflessione sugli spunti della storia raccontata nel film, dopo la proiezione si terrà sempre nei locali del cinema un  dibattito con la partecipazione del  Viceprefetto vicario, Commissario straordinario del Comune di Correggio, Adriana Cogode,  del Prefetto di Reggio Emilia Antonella De Miro, del  Gen. Cosimo Basile, fratello dell’Ufficiale dei Carabinieri Emanuele Basile, assassinato da Cosa Nostra nel 1988, di Margherita Asta, figlia di Barbara Rizzo e sorella dei due gemellini Salvatore e Giuseppe Asta trucidati barbaramente il 2 aprile 1985 in un agguato mafioso nei confronti del giudice Palermo, Referente del coordinamento dei familiari delle vittime di mafia,   del Direttore del Consorzio Sviluppo e Legalità di San Giuseppe Jato (PA) Lucio Guarino, e del   Dott. Claudio Bergianti, Dirigente tecnico dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna.

 

Gli interventi del Gen. Cosimo Basile e di Margherita Asta testimonieranno  il dramma di chi ha visto i propri cari falciati dalla brutale violenza della criminalità organizzata e la presenza dei rappresentanti istituzionali in ambito governativo e scolastico, quali il Prefetto De Miro ed il dott. Bergianti. richiamerà l’impegno e l’attenzione dello Stato nel contrasto alle attività illecite. Infine, il dott. Lucio Guarino esprimerà il senso della reazione della società civile insieme alle istituzioni nella riscossa verso il recupero dei valori della legalità. 

 

Dopo il dibattito, le autorità si porteranno al  parco di via Mandriolo Superiore per inaugurare la intitolazione del sito  alla memoria di Barbara Rizzo e dei suoi figli Salvatore e Giuseppe Asta, vittime innocenti della Mafia, con la seguente motivazione: “destinata a perpetuare, peraltro nell’appropriato contesto di un giardino pubblico adibito principalmente alla ricreazione delle famiglie e al gioco dei bambini, il ricordo di Barbara Rizzo e dei suoi figli gemelli Salvatore e Giuseppe, di sei anni, uccisi durante un attentato dinamitardo nei confronti del giudice Carlo Palermo, vittime innocenti e inconsapevoli della criminalità organizzata e per questo divenute simbolo della vita e dell’amore in antitesi ai disvalori della inumanità e della cieca ferocia di cui è portatrice la mafia”. 

 

L’iniziativa è organizzata in collaborazione con il presidio locale di “Libera”, con il contributo di Coop Nordest e la collaborazione del circolo cinematografico “Cinecomio”.

Di seguito, il testo riportato nella delibera del Commissario straordinario in qualità di Giunta comunale e trascritto nell’apposito cartello collocato nel parco di via Mandriolo a Correggio:

 

“PER NON DIMENTICARE.

Erano le otto di mattina del 2 aprile del 1985, a Pizzolungo, vicino a Trapani, quando la casa di Margherita Asta, che all’epoca aveva 10 anni, veniva invasa dall’allegra confusione di Salvatore e Giuseppe, fratellini gemelli di Margherita, sei anni. Margherita rischia di far tardi a scuola, così accetta il passaggio di una vicina. I gemelli escono invece con l’utilitaria della mamma Barbara. Sono da poco passate le otto e mezza quando le auto del magistrato Carlo Palermo e della sua scorta sfrecciano per il rettilineo di Pizzolungo. 

Il magistrato è nella città siciliana da cinquanta giorni e ha già collezionato una serie di minacce. Gli agenti della scorta sono nervosi, non possono rallentare e quella utilitaria con una donna e due bambini seduti dietro va troppo piano. La sorpassano. Parcheggiata sul ciglio della strada c’è una Golf con venti chili di tritolo nel bagagliaio. Qualcuno preme il tasto di un telecomando. È l’inferno. La macchina della famiglia Asta viene investita in pieno, fa da scudo all’auto che porta il magistrato, che si salva: di Barbara Asta e dei piccoli Giuseppe e Salvatore, invece, restano solo frammenti. Una macchia rossa al quarto piano di un palazzo, pezzi di corpi sparsi.”

 

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