Redazione

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L'uomo, originario di Sassuolo ma residente a San Felice sul Panaro, per tre anni avrebbe infierito sulla ragazzina, allora dodicenne. Ma le indagini hanno portato alla luce anche maltrattamenti sui due figli piccoli avuti dalla compagna.

SAN FELICE SUL PANARO (MO) – Una brutta storia quella che arriva da San Felice sul Panaro, dove un uomo di 37 anni, residente in paese, ma originario di Sassuolo, è stata tratto in arresto dai Carabinieri della Compagnia di Carpi per violenza sessuale su minore e maltrattamenti in famiglia.

Secondo quanto ricostruito dalle Forze dell'Ordine, l'uomo, che vive a San Felice con la compagna, i due figli avuti da lei e la figlia adolescente che la donna aveva avuto da una relazione precedente, avrebbe concentrato le sue attenzioni morbose proprio su quest'ultima. Avance e palpeggiamenti sarebbero iniziati tre anni fa, quando la ragazza aveva solo dodici anni, per poi arrivare a veri e propri rapporti sessuali.

A denunciare gli abusi è stata la stessa vittima, che ha confessato quanto era costretta a subire prima alla madre, poi al personale sanitario del Consultorio presso cui si era recata. Proprio da qui è partita la segnalazione ai Carabinieri, che hanno fatto partire le indagini, dalle quali sono emerse non solo gli abusi sessuali nei confronti dell'adolescente, ma anche episodi di violenza in famiglia e percosse nei confronti degli altri due figli minori. È scattata quindi la misura cautelare nei confronti dell'uomo, che dovrà rispondere delle sue azioni davanti al giudice.

Oggi a Parma la manifestazione per ricordare le vittime innocenti delle mafie, organizzata da Libera e da Avviso Pubblico. Fino a lunedì 26 marzo prosegue in regione la "Settimana della legalità" con iniziative dedicate al valore della partecipazione, l'impegno delle Istituzioni e alle azioni per contrastare il crimine organizzato. 

21 marzo 2018

Il cielo di Parma questa mattina ha assunto un colore diverso, quello della lotta alle mafie, delle bandiere di Libera. Tante le persone presenti, in gran parte ragazze e ragazzi, viva testimonianza di un impegno civile per dire no a tutte le mafie. La manifestazione, tenutasi oggi a Parma per la 23esima edizione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata dal LIBERA Parma e da Avviso Pubblico, ha visto studenti provenire da tutta la Regione. Presenti associazioni, sindacati, istituzioni ed esponenti politici.

"Terra, solchi di verità e giustizia" è il tema dell'edizione di quest'anno che ha l'obiettivo di dare voce alle tante realtà che si occupano di antimafia sociale e legalità democratica contro il radicamento della criminalità organizzata sul territorio.

Con l'appuntamento di Parma entra nel vivo in Emilia-Romagna la "Settimana della legalità" che ha l'obiettivo di sottolineare il valore della partecipazione, l'impegno delle Istituzioni e le azioni promosse sul territorio per contrastare le attività criminali.

"Quello di oggi a Parma è un appuntamento di grande valore. La mobilitazione tante ragazze e ragazzi ogni anno è la testimonianza viva di un impegno civile di straordinaria importanza e attraverso di loro l'Emilia-Romagna ribadisce con forza il suo no a tutte le mafie. Non c'è legge o codice di contrasto alle mafie che possa avere efficacia se non si accompagna alla crescita di una cittadinanza responsabile. Per questo, la Regione dedica una parte significative delle risorse previste dal proprio Testo Unico per la legalità a questo obiettivo e in particolare a progetti rivolti agli studenti delle scuole emiliano-romagnole. Il 21 marzo il pensiero di tutti noi va alle vittime delle mafie, un giorno quindi fondamentale di un impegno che deve essere confermato ogni giorno, 365 giorni all'anno, a partire dalle scelte quotidiane, improntate a civismo e rispetto delle leggi". ha affermato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

"Nei 36 anni che ci separano dall'assassinio di Pio La Torre, figura che oggi ricordiamo insieme alle tante vittime innocenti- ha aggiunto Bonaccini- sono stati arrestati e condannati numerosi mafiosi, catturati molti dei più pericolosi latitanti, confiscati ai clan ingenti masse di patrimoni illeciti. E tuttavia, nonostante questi indiscutibili successi contro le organizzazioni criminali, la mafia come fenomeno è tutt'altro che sconfitta. Le indagini della magistratura ci dicono della progressiva espansione territoriale, anche in realtà che un tempo si pensava immuni da questa presenza. L'Emilia-Romagna, come tutto il Nord del Paese, non sfugge a questa dinamica, per questo abbiamo deciso di dotarci, primi in Italia, di un testo di legge organico di promozione della cultura della legalità e di prevenzione del crimine organizzato. Siamo convinti che anche in Emilia-Romagna azioni dirette a sviluppare la repressione della criminalità mafiosa debbano essere sempre accompagnate dall'efficienza della pubblica amministrazione, dalla scuola funzionante e da corrette regole del mercato".

Lo scorso anno la Regione ha finanziato con 732 mila euro 37 nuovi progetti per promuovere la cultura della legalità e la lotta all'infiltrazione mafiosa in Emilia-Romagna: si tratta di 37 accordi di programma in attuazione della Legge regionale 18/2016 ("Testo Unico a sostegno della cultura della legalità e per la prevenzione dei fenomeni mafiosi"). Da inizio Legislatura sono stati complessivamente cofinanziati 103 progetti per la promozione della cultura della legalità con un impegno di spesa della Regione di quasi 2 milioni di euro.

Ad oggi risultano 119 i beni immobili confiscati in Emilia-Romagna: di questi, 77 sono ancora in gestione dall'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alle criminalità organizzata e 22 sono già stati destinati. Dal 2011 ad oggi sono stati sottoscritti dalla Regione 16 Accordi di Programma per il riutilizzo di 12 beni immobili confiscati cofinanziati con un contributo regionale di oltre 1,2 milioni di euro.

 

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L'antologia sarà presentata sabato 24 marzo, nell'ambito di Buk, Festival della piccola e media editori, ed esce a cinquant'anni dal Sessantotto, anno simbolo del cambiamento e della rivoluzione dei costumi.

MODENA –

Sono passati cinquant'anni dal Sessantotto, un anno preso a simbolo, perché, si sa, i venti del cambiamento cominciano a soffiare molto prima e si trascinano anche dopo, del mondo che vuole cambiare attraverso la contestazione e la rivoluzione dei vecchi schemi e delle regole ormai mal sopportate. Le generazioni sono in lotta, i conflitti si manifestano e si trasformano in azioni, l rivolte vanno a braccetto con la speranza in una società diversa. È l'anno delle occupazioni studentesche, dell'emancipazione femminile, della libertà sessuale, della musica che guida una società in fermento. È un anno di crisi e di nuove consapevolezze, un anno di passaggio che ha segnato un'epoca, insomma, un "Anno di Fuoco".

È proprio questo il titolo dell'antologia, "L'anno di fuoco – il Sessantotto a Modena", che sarà presentata sabato 24 marzo, alle 15, presso la Sala del Consorzio Creativo, in via dello Zono 5, a Modena, nell'ambito di BUK, Festival della Piccola e Media Editoria. Edita da Il Foglio Letterario di Piombino, il libro contiene nove storie di altrettanti autori: Gianluca Morozzi, Luigi Guicciardi, Manuela Fiorini, Mara Munerati, Valeria Munari, Giovanni Scalambra, Cinzia Bomoll, Fabrizio Cavazzuti e Fabio Mundadori, che hanno prestato la penna a una loro personalissima interpretazione degli avvenimenti di quell'anno a Modena.

L'antologia è curata da Simone Covili ed Eliselle, scrittori e membri di Fabuliamo, una nuova realtà tutta modenese che si occupa di cercare talenti e valorizzare autori.

Ci siamo fatti raccontare da Elisa Guidelli (Eliselle), come nasce questa antologia così particolare.

Come nasce "L'Anno di fuoco"?
"Da una sfida: un incarico inaspettato, pochissimo tempo per realizzarlo, la richiesta di un tema, una selezione serratissima di autori e una scadenza rigidissima. È difficile, ma non impossibile, se lo si vuole fare davvero, e l'idea è nata con naturalezza, essendo questo 2018 un anno particolare. C'era a nostro avviso una ricorrenza importante da fissare, i cinquant'anni dall'anno in cui simbolicamente è cambiato il mondo. Ci è sembrato un argomento interessante con cui sfidare a nostra volta gli scrittori scelti. Alle volte il Sessantotto è un sottofondo, altre volte lo scenario, altre ancora un semplice ricordo, ma è stato bello veder nascere un libro in così poco tempo.

Quali storie si potranno leggere e di quale genere?
"I generi che contiene l'antologia sono i più disparati, questo perché è stato chiesto agli autori selezionati di seguire il proprio istinto e il proprio genere preferito, dove potessero trovarsi più a loro agio. Si va dal comico al sentimentale, dal fantastico al giallo alla poesia, e questo perché gli autori hanno dato una personale interpretazione del tema, più vicino e attinente alle loro corde".

Alcuni autori hanno vissuto il '68, altri non erano nemmeno nati. C'è una differenza tra le storie di chi c'era e quelle di chi lo ha solo immaginato o interpretato?
"Le storie sono tutte molto interessanti proprio perché il Sessantotto le unisce senza essere mai troppo invadente. Indipendentemente da chi c'era o no, gli scrittori sono stati in grado di regalare le proprie sfumature originali senza perdere la propria voce. Il risultato è un'antologia equilibrata che fa sorridere, emozionare, riflettere, commuovere".

"L'editore "Il Foglio Letterario" è toscano. Come mai ha pubblicato un libro su Modena?
"Il Foglio è tornato quest'anno al Buk di Modena dopo alcuni anni di assenza, ripresentandosi a un festival che è diventato un baluardo della cultura non solo modenese ma ormai conosciuto a livello nazionale, e ha voluto rendere omaggio alla città e a una delle vere fiere della piccola editoria con un'antologia che raccontasse cos'è stata Modena in un periodo di fuoco come quello del Sessantotto"

Che idea ti sei fatta, come curatrice, ma anche come scrittrice e persona di cultura sul 1968 a Modena? Pensi che sia stato vissuto in maniera simile ad altre città d'Italia oppure no?
"È stato un anno intenso, e anche a Modena ci sono stati scontri e piccole rivoluzioni che hanno portato a un cambiamento anche nel corso degli anni subito successivi, che pian piano ha trasformato la città a diversi livelli"

L'anno di fuoco" è anche la prima sfida di Fabuliamo. Quali sono i vostri obiettivi?
"Fabuliamo parte da un'idea di un gruppo di amici che sono diventati un team nel corso del tempo. A seconda dei progetti da affrontare si compone di editor, copywriter, storici, autori, coach e creativi che hanno consolidato la loro esperienza nella gestione decennale di progetti narrativi ed editoriali, hanno progettato cicli formativi per gruppi e singoli in eventi d'aula e remoti, hanno realizzato eventi promozionali per autori, editori e aziende. In questo caso specifico, l'antologia dedicata al Sessantotto è nata grazie al lavoro, alle scelte e alla coordinazione mia e di Simone Covili".

 

INFO
L'Anno di Fuoco – Il Sessantotto a Modena
AA.VV – a cura di Fabuliamo
Il Foglio Letterario - Collana Narrativa
100 pag - € 12

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