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Lunedì, 10 Febbraio 2020 15:53

Serie A: Parma Calcio, è davvero una Var-gogna!

I crociati escono sconfitti dal posticipo con la Lazio per uno a zero. A tenere banco le polemiche per un rigore non concesso nel finale di gara a Cornelius nemmeno richiamato dalla Var. Molto polemico l’allenatore D’Aversa nel post gara.

di Luca Gabrielli Parma, 10 febbraio 2019 -  All’improvviso si ritorna indietro di dieci anni. L’arbitro Lo Bello al 91’ non vede una trattenuta vistosa di Acerbi ai danni dell’attaccante danese Cornelius e fischia la fine del match. Ad essere grave non è tanto la decisione errata del direttore di gara, una tra le tante tra l’altro, bensì il non intervento del Var per attirare appunto la sua attenzione sull’episodio. A cosa serve la tecnologia se poi non viene sfruttata a modo da chi di dovere? A essere indignato per primo è proprio Roberto D’Aversa che a fine gara, davanti ai giornalisti, esplode tutta la sua rabbia e delusione per l’accaduto è il mancato intervento dalla sala Var. Un vero e proprio scippo che avrebbe dato la possibilità al Parma di conquistare un punto prezioso contro una grande squadra per il proprio sogno europeo. Ma come sempre gli arbitri vogliono fare le prime donne e rovinare il gioco più bello del mondo con decisioni o non-decisioni a discapito della lealtà. Sta di fatto che i crociati rimangono con un pugno di mosche mentre la Lazio vola a -1 alle spalle delle capoliste Juventus e Inter. Per fortuna al danno non si è aggiunta una possibile beffa di squalifica di qualche giocatore grazie all’intervento tempestivo del Presidente e del team manager subito accorsi in campo a placare gli animi dei giocatori. La Società si fare però sicuramente sentire in settimana per un vero e proprio danno subito dall’organo arbitrale.

A testa alta contro una candidata allo Scudetto

A parte questo vergognoso episodio, si deve però mettere in risalto l’ennesima buona prestazione della squadra crociata che per tutta la partita ha giocato ad armi pari contro una Lazio che a questo punto della stagione si trova ad una sola lunghezza dal primo posto. Ormai il Parma sembra essere cosciente della propria forza e scende in campo in ogni match con la giusta concentrazione e determinazione. Da risolvere è solo la querelle Gervinho che a quanto sembra potrebbe presto rientrare in gruppo dopo aver chiesto scusa ai compagni e dare una mano alla squadra nel proseguo della stagione. La buona notizia è il rientro di Kulusevski dopo lo stop forzato per un risentimento muscolare e già dal prossimo match contro il Sassuolo riprenderà il suo posto tra i titolari. Come ha detto D’Aversa non bisogna crearsi alibi per questa sconfitta e analizzare fin da subito gli errori commessi per poter riprendere subito a fare punti fondamentali per la salvezza. Al resto si penserà poi.

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Prosegue la protesta contro il caro biglietti dello stadio. 

Parma 18 gennaio 2020 - I gruppi organizzati della Curva Nord Matteo Bagnaresi proseguono la contestazione contro il "CARO BIGLIETTI" invitando tutta la tifoseria gialloblu a continuare la raccolta fondi a favore del reparto Oncologia pediatrica con una tombolata benefica Domenica 19 Gennaio dalle ore 19:30 presso il Circolo del Rugby Parma.

Inoltre è possibile effettuare le donazioni presso la sede del Centro di Coordinamento, allo stadio, tutti i giorni dalle 15:00 alle 19:00.

http://www.boysparma1977.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6226:contestazione-qcaro-bigliettiq&catid=292:2019--2020&Itemid=374

 

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Sabato, 11 Gennaio 2020 06:23

"Caro Stadio", meglio donare!

di LGC 10 gennaio 2020 - La squadra di calcio, da quando esiste questo meraviglioso sport, possiede il proprio sciame di ammiratori appassionati che la seguono in ogni campo. 

Supporters, tifosi e anche ultras, che non mancano mai gli appuntamenti, incitano i giocatori anche e soprattutto quando sono in difficoltà e, alla pari dei melòmani dei loggioni del Teatro Regio, riservano critiche e suggerimenti allo staff tecnico.
Insomma è un vero e proprio serio rapporto d'amore, quello che si instaura tra tifoseria e squadra del cuore e non solo un momento di folklore domenicale.

Un rapporto che potrebbe incrinarsi nel caso il fattore "prezzo d'ingresso" agli stadi dovesse elevarsi a dismisura come sta accadendo in questi ultimi tempi.
E' proprio per questa ragione che la tifoseria organizzata del Parma Calcio, i gloriosi Boys Parma 1977, sta protestando e, oltre a esporre striscioni nei punti di maggior visibilità calcistica (al Tardini, allo Juventus Stadium e anche davanti alla Lega calcio), invitano a disertare la trasferta di Torino contro la Juventus per il biglietto, ben poco popolare, collocato a 43 euro.
"Ad un prezzo immorale preferiamo donare". Detto fatto e allo stadio con il Lecce, i Boys raccoglieranno le offerte da destinare al reparto di Oncologia Pediatrica.

Raccogliamo perciò il loro disappunto e proponiamo, a seguire, il post con le ragioni della protesta pubblicato sul sito web Boysparma1977.it .

"La trasferta di Bergamo, grazie all'accordo di reciprocità tra le due società Parma e Atalanta che hanno fissato il biglietto a 16 euro, ha visto la presenza di un migliaio di parmigiani al seguito della squadra. Dopo Napoli, anche la Juventus fissa il biglietto addirittura a 43 euro, una cifra decisamente troppo alta, fuori dalla portata per un settore popolare, un prezzo immorale verso chiunque, per un genitore che vorrebbe portare un figlio allo stadio, per una famiglia, per una compagnia di tifosi, per gli Ultras, per chi ama la propria squadra, per chi al giorno d'oggi crede ancora che allo stadio ci siano quei valori che nella vita di tutti i giorni oramai non si incontrano più. Anche in questa occasione DISERTEREMO, invitando tutta la tifoseria a farlo, lasciando vuoto il settore ospiti dello Juventus Stadium, e chiediamo a tutti quelli che appoggiano l'iniziativa, e che sarebbero andati a Torino ad un prezzo normale, di appoggiarci in un'iniziativa benefica: invece che speculare sulla nostra passione, il nostro denaro lo doneremo. Allo stadio con il Lecce faremo una raccolta benefica per il reparto di Oncologia Pediatrica, dove ognuno donerà una somma che rappresenti l'ipotetica cifra che vorremmo spendere per un biglietto di Curva.
Speriamo che la lega ascolti le proteste dei tifosi in tutta Italia e che regolarizzi i prezzi d'accesso agli stadi, magari mettendo dei tetti massimi come accade in Francia, in modo che nei nostri stadi ci siano sempre dei settori che mantengano i prezzi popolari.
AD UN PREZZO IMMORALE PREFERIAMO DONARE"

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L’annuncio a tutta la tribù del calcio è lanciato: da martedì 14 a domenica 19 gennaio al “Campo Teatrale, Snodo Creativo” di Via Casoretto 41/A a Milano, Gianfelice Facchetti racconterà il mondo del pallone mixando antropologia e ricordi, aneddoti e musica. E lo farà tramite uno spettacolo dal titolo, appunto, “La Tribù del Calcio”, spiegando come l’uomo si è trasformato da cacciatore… in calciatore. Il figlio di Giacinto, indimenticata bandiera dell’Inter di Helenio Herrera, utilizzerà tutto il percorso artistico e sportivo che negli anni ha costruito attraverso esperienze personali (di lettura e sul campo) per mettere in scena il suo nuovo spettacolo tratto dall’opera di Desmond Morris, autore del saggio “La scimmia nuda”: “C’è qualcosa di primitivo che parte da molto lontano. Il calcio è una caccia ritualizzata, metaforizzata in cui la porta diventa la preda. L’uomo con il tempo si è evoluto. Poi, nel 1800, compare la palla in Inghilterra. Da usare con le mani (nel rugby) o con i piedi (nel calcio). Inizia così, partendo dal saggio, il mio adattamento teatrale”.

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C’è tanto di suo in questo lavoro?

“Direi di sì. Per rendere più caldo il testo del saggio era necessario inserire qualche storia. Ho scelto racconti che infiammano tutt’ora anche me. In un certo senso, sento di essere da sempre nel racconto della vita del pallone e del calcio”.

Qualche esempio?

“Racconto retroscena della partita del Maracanà, la finale del mondiale 1950 tra Brasile e Uruguay, forse il dramma sportivo più grande mai vissuto dal popolo verdeoro. Una curiosità: Alcides Ghiggia, l’uomo che segnò il 2-1 per la Celeste, fu il primo avversario che mio padre affrontò all’esordio in serie A, tanti anni dopo”. 

Quali altri profili ha tratteggiato?

“Non poteva mancare Pelè, per me il più grande di tutti. Nella parte dello spettacolo dedicata al gol, momento culminante del gioco, parlo di lui e della finalissima contro l’Italia, nel 1970 in Messico”.

C’è anche una storia che riguarda il nostro territorio?

“Esattamente: nella tribù del calcio non ci sono solo i campioni ma anche coloro che hanno fatto un’onesta carriera e che, forse, avrebbero meritato di più. Sto parlando di Denis Bergamini, un calciatore di grande talento. Un ragazzo che, quando morì nel 1989, aveva puntati gli occhi delle grandi squadre. E chissà se, anche lui, sarebbe riuscito a entrare nel gruppo di Azeglio Vicini per i mondiali di Italia ‘90”.

Tanti racconti ma non solo.

“Con me sul palco ci sarà “La banda del fuorigioco”: abbiamo già lavorato insieme e li ho voluti ancora al mio fianco perché desideravo che la musica non fosse solo uno contorno allo spettacolo. Nella mia idea, voce e suoni si uniscono in una direzione di racconto ben precisa”.

Questa direzione è piaciuta all’autore del saggio?

“L’autore del saggio e la casa editrice hanno dato grande disponibilità nell’accettare la mia rivisitazione. Il teatro è effimero, basato su intuizioni rapide: è difficile barattarlo con troppe titubanze. Per questo voglio ringraziarli. Hanno avuto fiducia. Sono stati eccezionali”.

Pietro Razzini

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I crociati vengono surclassati dai nerazzurri alla prima partita del nuovo anno. Non c’è mai stata gara dall’inizio alla fine con Gomez, Ilicic (autore di una doppietta), Freuler e Gosens autori delle reti una più bella dell’altra. Unica nota positiva per D’Aversa il rientro in campo di Roberto Inglese.

 di Luca Gabrielli Parma, 7 gennaio 2019 - Una vera e propria debacle subita dalla squadra allenata da Giampiero Gasperini, uno degli allenatori italiani maggiormente prepararti degli ultimi anni. La squadra ducale non è riuscita in alcun modo a sostenere i ritmi altissimi imposti dall’Atalanta che fin dal primo minuto ha incominciato ad attaccare senza sosta trovando al 20’ la rete del vantaggio con il “Papu” Gomez.

Da lì i crociati sono stati presi letteralmente a pallate subendo la più classica delle “manite”. Cinque sberle che fanno tornare con i piedi per terra il Parma che mai come ieri si è dimostrato inerme davanti a un avversario di qualità tecniche e fisiche decisamente superiori. La cosa che ha lasciato indispettiti i tifosi è l’approccio sbagliato alla partita e la non reazione avuta una volta subiti i primi goal. I ragazzi di D’Aversa non hanno creato nemmeno un pericolo dalle parti di Sportiello e la fase difensiva ha fatto acqua da tutte concedendo all’attacco dei padroni di casa svariate occasioni da goal.
L’Atalanta era sicuramente il peggior avversario che si potesse incontrare in questo periodo ma c’è sicuramente modo e modo per uscire sconfitti dagli Atleti Azzurri d’Italia. Non ha funzionato niente e l’unica cosa positiva può essere il rientro in campo del bomber Roberto Inglese, fermo ai box da due mesi per un problema alla caviglia. La presenza di una punta centrale sarà fondamentale per il proseguo del campionato vista l’emergenza che D’Aversa sta affrontando da molte partite.

Il mercato aiuterà la squadra a restare nelle parti alte della classifica?

Il mercato di riparazione arriva nel momento giusto visti i numerosi infortuni che attanagliano i crociati da parecchi mesi. Si vocifera di un imminente acquisto del centrocampista Kurtic proveniente dalla Spal che migliorerebbe ulteriormente il tasso tecnico della squadra ma il Ds Faggiano ha già fatto capire che cercherà di infoltire il reparto d’attacco carente di elementi. Di nomi ancora non se ne sono fatti ma sotto traccia si sta già lavorando per un esterno che possa anche fungere da punta centrale. Intanto il mister dovrà risollevare il morale dei ragazzi dopo la cocente sconfitta di ieri e preparare al meglio la partita contro il Lecce che si giocherà lunedì al Tardini a S.Ilario.

 

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I crociati chiudono l’anno con un pareggio con una prestazione non proprio brillante. Alberto Grassi all’ultimo minuto di recupero salva la squadra da una sconfitta che sarebbe stata dura da digerire dopo le ultime ottime prestazioni.

di Luca Gabrielli Parma, 23 dicembre 2019 -

Il Parma strappa con i denti un pareggio insperato al 95’ contro il Brescia e visto come si erano messe le cose il bicchiere può essere visto mezzo pieno. Dopo una serie di vittorie, il gruppo di D’Aversa non riesce a chiudere in bellezza il 2019 con una vittoria che l’avrebbe portato in piena zona Europa. Certo la classifica sorride ma se si vuole fare quel passo in avanti per competere per qualcosa di più rispetto alla salvezza, le partite come quella di ieri vanno vinte. E’ stato un match piacevole che ha visto le due squadre affrontarsi a viso aperto e un Brescia rinato dopo il ritorno in panchina di Eugenio Corini che ha proposto buone trame di gioco e non ha subito la miglior tecnica dei crociati. Nel primo tempo Gervinho è andato vicinissimo al goal del vantaggio con un tiro a fil di palo neutralizzato da Joronen e più volte la squadra di casa si è portata nelle vicinanze dell’area di rigore delle Rondinelle senza però dare la zampata finale. Nella ripresa Corini ha buttato nella mischia Mario Balotelli, un giocatore sempre discusso negli ultimi anni ma capace di giocate fuori dal comune. E’ proprio lui al 72’ a portare inaspettatamente in vantaggio il Brescia con una deviazione nell’area piccola su un tiro deviato di Torregrossa. Una vera e propria doccia fredda per tutto lo stadio a soli venti minuti dalla fine con D’Aversa che si trova costretto a buttare nella mischia un Kucka affaticato come punta centrale vista l’indisponibilità di Inglese e Cornelius. Gli attacchi dei ducali sembrano sterili fino al lampo del 95’ del solito Kulusevski che dalla zona destra d’attacco disegna un cross perfetto con il suo mancino per la testa del neoentrato Grassi che batte un incolpevole Joronen e fissa io risultato sul definitivo uno a uno.

Poche emozioni ieri ma un 2019 da ricordare

Nonostante il deludente pareggio, il Parma resta nelle parti nobili della Serie A, ben lontano dalla zona retrocessione. Probabilmente Società e squadra non sono ancora pronte per raggiungere l’Europa League ma piano piano ci si potrà arrivare continuando su questa strada. Questo 2019 è stato ricco di soddisfazioni dopo il ritorno in Serie A e la meritata salvezza e in questa stagione si è fatto un passo in avanti completando la rosa con elementi di qualità, uno su tutti Kulusevski, che hanno portato la squadra a un finale di anno nella parte sinistra della classifica. Certo il pubblico di Parma è da sempre molto esigente e vuole di più ma è innegabile che il lavoro del Direttore sportivo Faggiano e dell’allenatore D’Aversa sta portando la squadra a risultati eccellenti. Ora ci sarà la pausa natalizia e come tutti gli anni si riapre il mercato di riparazione con le solite voci. Il gioiellino svedese Kulusevski dovrebbe restare per tutta la stagione nonostante le sirene dell’Inter di Conte mentre Faggiano vorrebbe completare la rosa con alcuni innesti per non far lavorare il mister in condizioni di emergenza come gli ultimi mesi. Il reparto che probabilmente vedrà un nuovo giocatore è l’attacco, a causa dei continui acciacchi delle punte centrali.Non resta che aspettare e vedere le prossime mosse e sperare che il 2020 possa essere un anno altrettanto ricco di soddisfazioni sportive

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I crociati fanno il colpaccio nello scontro diretto contro i partenopei allenati da Gennaro Gattuso, alla prima sulla panchina azzurra. Kulusevski e Gervinho regalano tre punti fondamentali per il sogno Europa.

di Luca Gabrielli, Parma, 16 dicembre 2019 - Non esistono più aggettivi per la cavalcata che il Parma sta regalando ai propri tifosi dall’inizio di questo campionato. Un vero e proprio sogno alimentato dall’entusiasmo e dall’organizzazione che questa squadra mostra giornata dopo giornata anche in campi ostici come quello di questo weekend a Napoli. A favore dei crociati è stato anche trovare i partenopei in uno dei suoi momenti peggiori degli ultimi anni, con Carlo Ancelotti sostituito in settimana dall’allievo Gennaro Gattuso. Un ambiente molto caldo e in piena confusione mentale e proprio su questo punto debole ha battuto fin da subito la squadra allenata da D’Aversa.

I ducali sono scesi in campo subito aggressivi su ogni pallone non concedendo al Napoli di prendere in mano il pallino del gioco. Già al 4’ Kulusevski ha approfittato di uno svarione difensivo incredibile di Koulibaly, uscito anzitempo dal campo, mettendo la gara in discesa per i gialloblù, liberi di chiudersi e colpire con le ripartenze tanto care al mister. Il Napoli è andato in grande confusione e si è affacciato dalle parti di Sepe con azioni sterili e confuse. Solo nella ripresa, spinta dal pubblico del San Paolo, è riuscito a trovare il pareggio con un colpo di testa preciso di Milik, imbeccato dal neo entrato Mertens. Il match sembrava aver preso una svolta per i padroni di casa ma proprio all’ultimo minuto è arrivata la zampata vincente di Gervinho, innescato neanche a dirlo da un assist preciso del solito Kulusevski con un contropiede magistrale. D’Aversa si è aggiudicato così lo scontro diretto per l’Europa proprio contro l’amico Gattuso, preoccupato dalla situazione psicologica della propria squadra.

L’Europa non è più utopia

Il Parma sembra aver davvero cambiato mentalità. Non si può parlare più solo di salvezza ma qualcosa di più che però la dirigenza non vuole nominare nell’ambiente per non far calare la concentrazione nello spogliatoio. Ma non ci si può più nascondere e ora il vero obiettivo può considerarsi la zona Europa. Impensabile fino all’anno scorso ma le prestazioni della squadra stanno smentendo i più scettici a suon di gare concrete e soprattutto punti. A stupire maggiormente l’opinione pubblica è la tenuta mentale dei ragazzi di D’Aversa sempre concentrati e determinati nel raggiungere il risultato e quasi mai fuori partita. Oltretutto si stanno raggiungendo risultati nonostante alcune assenze importanti come Inglese, da qualche mese e nell’ultimo match di Kucka. I vari sostituti non stanno facendo rimpiangere i titolari e la solidità difensiva unita alla fantasia e velocità di Kulusevski e Gervinho stanno creando un cocktail esplosivo che ha portato fin ora il Parma nelle zone alte della Serie A. Domenica prossima verrà al Tardini il Brescia di Corini, da un paio di giornate a punteggio pieno e poi ci sarà la sosta natalizia. Un altro piccolo sforzo per i ragazzi di D’Aversa per continuare ad alimentare il sogno.

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Venerdì, 29 Novembre 2019 11:11

Ibra, quale nuova magia: Bologna in pole position

Quale sarà la nuova magia capace di inventarsi Zlatan, non è dato a sapere. Almeno per il momento, perché non manca poi così tanto all’annuncio, circa un mese o poco più all’inizio delle vacanze invernali, periodo entro cui lo svedese dovrà per forza di cose prendere una decisione, per poi aggregarsi ai nuovi compagni con l’inizio dell’anno nuovo. L’intenzione sembra proprio quella di tornare in Italia, il Paese dove ha passato più anni in assoluto e dove vuole chiudere la carriera.

Sì, ma dove? A volerlo sono davvero in tanti: dal Napoli al Milan, passando per Bologna e Fiorentina, fino alla Roma di Pallotta. Zlatan non si esprime, se non con un post di commiato, in suo pieno stile, nei confronti dei Los Angeles Galaxy e dei suoi tifosi, che ora possono “tornare a guardare il baseball”. Un Ibra che ha conquistato l’America coi numeri, segnando ben oltre 50 gol, ma non con i fatti: nessun titolo ed anche i playoff sono stati una chimera, mentre Vela lo ha anche battuto nella caccia al titolo di capocannoniere.

Da questo punto di vista però lo svedese, come illustra una infografica dedicata alla carriera e futuro di Ibrahimovic, può vantare numeri ben più importanti. È l’unico straniero nella storia del campionato italiano ad aver vinto il titolo di cannoniere con due squadre diverse, Inter prima e Milan poi. Ha vinto la special classifica dei bomber per ben 5 volte, di cui tre in Francia con la maglia del Psg: è anche l’uomo che ha segnato almeno un gol in più derby. Quello di Torino, Milano, Amsterdam, Barcellona e Manchester. Detiene anche il record delle maglie vestite in Champions League, ben sette: insomma, what else?

 

Per Zlatan le porte dell’Italia sono apertissime ed in più porti. A partire da quello bolognese, in virtù della forte stima e rapporto con Sinisa, già dai tempi della sua avventura all’Inter, quando il serbo era il secondo di Mancini. La possibilità che Zlatan si trasferisca nel capoluogo emiliano sono piuttosto alte, ma c’è la concorrenza forte di almeno altre due società.

A partire dal Milan, desideroso di ridare entusiasmo ad una piazza giustamente depressa e soprattutto punti, perché l’incubo della zona retrocessione incombe e non è poi così lontana. Contatti ci sono stati, lui spara alto, ma se si vuole, si può arrivare ad un punto di incontro. Ciò su cui non transige Ibra è la durata del contratto, 18 mesi, nulla di meno: e con Raiola, il Milan, ha più di qualche affare in ballo.

Ultima chance, ma in realtà la prima a muoversi in estate, è quella napoletana. Ibra non ha mai nascosto il suo amore per la città e poi c’è Ancelotti, con cui ha condiviso l’esperienza al Psg negli esordi del suo arrivo in Francia, con un rapporto fra i due rimasto assolutamente ottimo.

Chi la spunterà?

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La partita finisce due a due ma i crociati escono rammaricati dal Dall’Ara dopo il goal all’ultimo minuto dell’ex Dzemaili. Una buona prova in piena emergenza con un Kulusevski assolutamente strepitoso.

di Luca Gabrielli Parma, 25 novembre 2019 - 

Una vera e propria doccia fredda quella subita ieri dai crociati a Bologna. Dopo aver giocato una partita tatticamente perfetta, i crociati si lasciano sfuggire i tre punti all’ultimo secondo su una girata potente di Dzemaili su calcio d’angolo. Un vero peccato proprio per la meticolosità con cui il mister D’Aversa era riuscito a preparare questo impegno con una squadra ridotta all’osso a causa degli infortuni. Specialmente in attacco l’allenatore ha dovuto tirare fuori il classico coniglio dal cilindro inventandosi Kucka falso nueve pronto a fare da boa per gli esterni Sprocati e Kulusevski. Ma la cosa che ormai non sorprende più è l’approccio mentale alla partita della squadra. Fin dai primi minuti i ragazzi cercano di trovare il prima possibile il vantaggio, aggredendo l’avversario di turno. Il primo tempo finisce uno a uno dopo il vantaggio di Kulusevski con un sinistro a giro potente, chirurgico che non lascia scampo al portiere rossoblu Skorupski. Gli ospiti non soffrono il Bologna e anzi sfiorano più volte il raddoppio in contropiede ma il “nonnetto” Palacio al 40’ gira di testa un buon corner battuto da Orsolini. Nella ripresa lo spartito non cambia e l’onnipresente Kulusevski, sempre lui, sfiora il due a zero sempre con il suo potente mancino che però si stampa sul palo. Il Bologna lentamente si porta in avanti alla disperata ricerca del pareggio ma i crociati sono messi molto bene in campo e non soffrono le timide sortite in avanti dei felsinei. Ma nel recupero avviene l’impensabile: l’arbitro concede 30’’ ulteriori ai già quattro minuti di recupero e il Bologna ancora su corner trova la rete del definitivo due a due con una girata potente al volo del capitano Dzemaili. Una vera e propria doccia fredda che gela il Parma, ormai convinto di fare ritorno a casa con il bottino pieno. Ma questo è il calcio e finché l’arbitro non emette il triplice fischio non ci si può permettere di abbassare la guardia. Questo è l’unico errore di un Parma che è andato a giocarsi il derby dell’Emilia con grande determinazione, convinto dei propri mezzi.

Un ottimo collettivo impreziosito da un giovanissimo fuoriclasse: Dejan Kulusevski

Il Parma ormai è in simbiosi con il suo mister Roberto D’Aversa. La squadra si muove con degli automatismi oliati negli anni e anche se privo di giocatori fondamentali, specialmente in attacco come Gervinho, Inglese e Cornelius, riesce a creare trame di gioco veloci e pericolose sia contro squadre al suo stesso livello sia contro squadre più blasonate. In più c’è questo svedesino classe 2000 che si muove in campo come si calcasse i campi di serie da 15 anni. Tutta la squadra si appoggia a lui sapendo che dare il pallone tra i piedi di Kulusevski è come depositarlo in cassaforte. Questo ragazzo ogni volta crea scompiglio tra le difese avversarie e regala assist o goal con una continuità disarmante. Le ultime voci sembrano tranquillizzare i tifosi gialloblù, il forte centrocampista a gennaio non si muoverà da Parma ma purtroppo dovranno mettersi l’anima in pace perché il prossimo anno tornerà all’Atalanta, proprietaria del suo cartellino. Ma siamo sicuri che resterà a Bergamo solo di passaggio perché tutte le grandi d’Europa si stanno già arrivando per rubarlo alla concorrenza. Questo ragazzino ha le stigmate e la testa del campione, ora non resta che continuare ad ammirare le sue gesta con la maglia crociata, anche se per pochi mesi purtroppo.

 

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I crociati regalano una splendida vittoria ai tifosi contro i giallorossi in grande forma nelle ultime gare. Sprocati e Cornelius nel finale di gara fissano il risultato sul due a zero ma è tutta la squadra a girare .

di Luca Gabrielli Parma, 11 novembre 2019 - Serata dalle grandi emozioni nel posticipo delle 18 al Tardini tra Parma e Roma. I ragazzi di D’Aversa volevano regalare al pubblico i primi tre punti contro una big di A prima della pausa di due settimane per la sosta delle Nazionali. Le due squadre si affrontano ad armi pari con i giallorossi che fin da subito cercano di prendere il pallino del gioco mentre i crociati cercano di sfruttare gli spazi offerti con dei contropiedi orchestrati da Kulusevski e Gervinho. Lo spartito della gara è esattamente questo nella prima frazione di gara dove l’attimo che determina il match è l’infortunio di Gervinho nel finale di primo tempo che viene sostituito dall’esterno Sprocati.
Nella ripresa si vede maggiore spettacolo con molti capovolgimenti di fronte e un Sepe che sale in cattedra e salva più di una volta i compagni dal possibile svantaggio. Prodigioso è l’intervento sul tiro a botta sicura di Pastore dopo il palo colpito su punizione da Kolarov. La Roma sembra in procinto di passare in vantaggio ma al 68’ è proprio il subentrato Sprocati a dare una doccia fredda agli ospiti con una torsione di sinistro sulla quale non può farci nulla il portiere Pau Lopez. La Roma non ci sta e si porta tutta in avanti alla ricerca disperata del pareggio ma il Parma è molto compatto nella propria trequarti e concede pochissimo agli avversari. Gli spazi per le ripartenze sono ampi e al 93’ arriva il colpo del ko con Hernani che ruba un pallone a centrocampo e serve un delizioso assist a Cornelius che di prima tira una cannonata di sinistro per il definitivo due a zero. Il Tardini esplode e per i crociati sono altri tre punti fondamentali dal sapore ancora più dolce perché conquistati contro una big.

La squadra ha una sua identità ma le voci di mercato spaventano l’ambiente

Ormai si può dire che la squadra abbia assimilato alla perfezione il credo del mister D’Aversa e negli ultimi due mesi oltre ai tanti punti messi in cascina si è visto anche un bel gioco espresso in molte gare. La squadra scende in campo sempre con l’atteggiamento giusto che negli anni scorsi i tifosi recriminavano ai giocatori e all’allenatore. Soprattutto non si vedono solo ripartenze e contropiede ma azioni manovrate volte a sopraffare l’avversario di turno. Il pubblico si diverte e applaude i suoi beniamini ma alcune voci uscite sui giornali in questa settimana stanno turbando un po’ l’ambiente. Darmian e soprattutto il gioiellino Kulusevski sembrano essere entrati nel radar dell’Inter per gennaio. Sarebbe un errore incredibile privarsi di questi due giocatori che stanno dimostrando gara dopo gara di essere i veri pilastri della squadra in questa stagione. Il fantasista svedese soprattutto, solamente classe 2000, sembra avere veramente le stimmate del vero fuoriclasse per doti tecniche e fisiche. È giunto a Parma in prestito secco dall’Atalanta e sembra che Conte sia rimasto incantato dalle doti sopraffine di questo ragazzo. La speranza è che Faggiano resista alle richieste delle grandi d’Italia per continuare a sognare nella parte sinistra della classifica, nella zona Europa.

 

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